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Messaggi - paul11

#1126
La mia personale esperienza sui testi antichi ebbe ,diversi anni fa, uno "scontro" con italiano che vive nei pressi dell'India e che per passione si "divertiva" a tradurre  i testi vedici(conosceva perfettamente il sanscrito) e compararli con altre tradizioni.
Mi ci è voluto tempo per capire che aveva ragione e a quel punto comincia a "vedere" la cultura antica  da una diversa prospettiva con un suo linguaggio.

La prima cosa da fare è cercare di avere il testo 'originale. 
La seconda è la traduzione LETTERALE.
La terza è compararla con altri scritti di quella tradizione e se è possibile  in riferimento a quel testo che si studia e poi di altre tradizioni.

Il risultato è che i testi antichi non sono trascendentali (è solo dopo che compaiono le spiritualità e le religioni),sono molto più
"materiali" di quanto la nostra cultura attuale li abbia interpretati.

La parte spirituale dei veda indiani nasce dopo .
Le interpretazioni religiose dei testi ebraici è stata continuamente rielaborata a qualche secolo prima di Cristo.

Ad esempio, quando Angelo Cannata, ha riportato il testo parziale di Genesi (la Bereshit ebraica) ha giustamente capito che letteralmente  è più "materiale" di quello che convenzionalmente oggi potremmo interpretare.
Infatti la religione ebraica è più materiale del cristianesimo che tende al trascendentale.
Non voglio quì dare miei giudizi se sia giusto ,sbagliato, ecc.

Se è vero che il cristianesimo ha origine dalla tradizione ebraica, essendo Gesù ebreo, c'è una netta discontinuità che va oltre alla persona messianica che rappresenta (disconosciuto dagli ebrei che ancora l'attendono) secondo il cristianesimo della figura di Gesù, ma furono le interpretazioni dei Padri della Chiesa, soprattutto Paolo a veicolare il pensiero cristiano in un certo modo (ribadisco a prescindere dai giudizi personali che si possono dare).

Il peccato origianale non esiste nella tradizione ebraica, ma proprio per niente.
Vi fu un'interpretazione fra il tempo di Adamo fino alla venuta di Gesù e infine quella che sarà la seconda venuta finale del Messia.
Quello che fecero i Padri della Chiesa  era di cercare di dare una continuità razionale dalla genesi alla fine dei tempi
#1127
Il due dispositivi culturali, il nomos dell'ordine e limite il cristianesimo, sono stati svuotati ,alterati, ma mantenuti come forma.
L'individualismo è emerso culturalmente quando la scienza e la tecnica hanno posto al centro del cosmos, l'uomo sganciato da ogni relazione esterna e dove la verità è stata spacciata come realtà empirica.
Si è fatto passare, secondo il canone attuale della cultura occidentale, come emancipazione della libertà umana.

In verità invece è aumentato l'arbitrio ai danni della giustizia. il corpus sociale è divenuto per la scienza politica ed economico il luogo dello scontro di interessi di gruppi e individuali, pacificato dallo Stato armato.
La scienza economica ad esempio riteneva il mercato quasi come forma metafisica oggettiva.L'oggettività del mercato trascendeva nel soggetto dispensatore di destini con l'equilibrio della domanda e dell'offerta.
Poi quella cultura inizialmente pragmatista(Mauro spero non ti riferisca a questa) statunitense, capace di analizzare in piccolo, nei particolari, mai in "grande", perchè non ha tradizione, ha analizzato nei particolari  i comportamenti umani applicando psicologia con test di gruppi e individuali.Siamo i topolini di Pavlov.
La seconda fase è stata quindi che il mercato "si fa", non è più un oggetto, ma sono i soggetti economici che determinano il mercato e l'economia.Ed è chiaro che chi ha rapporti di forza economica e politica altri determina più di altri che ne hanno pochi.

Deve finire la cultura statunitense per ripensare il capitalismo, e questo sta già accadendo e accadrà. 
La curva della forza USA declina e Trump difende la rendita di posizione del potere economico-militare.Ma sono destinati a finire..
Il loro modo di fare economia ,l'esportazione della loro cultura che ha rincoglionito anche gli europei, loro che hanno preso europei ed ebrei che  hanno invece la grande tradizione culturale, è così pervasiva che oggi come oggi non è possible fare nulla.Si può fare solo analisi, capire cosa va e cosa non va e progettare culturalmente prima dell'azione politica.
La sinistra deve ripensarsi, non solo in Italia.
Ma deve porre immediatamente il LIMITE economico che costituisce l'arbitrato individualistico contro la giustizia sociale
Questo per me è il primo passo...............
#1128
Ecco gli artt. 91 e 95 del codice di Hammurabi, tratti dalla traduzione dell'ottimo libro "Il Codice di Hammurabi" di Luca Torre ed. Luca Torre Editore.
Il primo riguarda l'ipotesi in cui il creditore aumenti abusivamente il tasso di interesse rispetto al limite di legge.
La sanzione civile è chiara: il creditore che chiede più interesse del dovuto perde tutto ciò che ha prestato.
"Art. 91
Se un uomo, che ha ricevuto un prestito a interesse, non ha argento per restituir(lo), (ma) possiede dell'orzo, secondo la legge regia il mercante riceverà per il suo interesse tanto orzo (quanto) ne ha avuto (in proporzione al) in prestito; se il mercante ha aumentato (abusivamente) il suo interesse a più di 100 (qa) di orzo o a più di 36 ŠE (=1/6 di siclo + 6 ŠE) di argento per 1 siclo di argento e l'ha intascato, egli perderà tutto ciò che ha prestato."
La norma prevede una sorta di danno punitivo che condanna il creditore avido e premia il debitore che ha fatto condannare il primo.
Il secondo riguarda l'ipotesi in cui il creditore imbrogli il debitore dandogli in prestito orzo o argento "leggero", quindi meno capitale di quello concordato, mediante truffa sul peso, facendosi poi pagare dal debitore con orzo o argento più "pesante", quindi più di quanto ha ricevuto.
Anche in questo caso il mercante perde tutto ciò che ha prestato:
"Art. 95
Se un mercante ha prestato a interesse dell'orzo o dell'argento e, allorchè egli ha dato come prestito ad interesse dell'argento a peso leggero e dell'orzo in misura leggera, se quando gli è stato restituito, egli ha ricevuto argento a peso pesante, e dell'orzo in misura pesante, questo mercante perderà tutto ciò che ha prestato."
Il legislatore dell'epoca ha capito che, per punire l'avidità umana, bisogna agire attraverso sanzioni civili che colpiscono l'interesse a cui mira chi fa usura: il denaro.
Hai presente cosa significherebbe applicare queste norme oggi; per esempio all'usura, originaria o sopravvenuta oppure alla truffa sull'Euribor?
Mi sono anche chiesto come mai il legislatore con l'andar del tempo sia giunto ad una sanzione civile molto più debole, limitata solo agli interessi originariamente usurai, certamente non idonea a controllare il fenomeno, che addirittura si è propagato alle istituzioni bancarie. Non ho ancora una risposta.

tratto da
https://www.linkedin.com/pulse/usura-le-sanzioni-civili-previste-dal-codice-di-gianluca-dalla-riva

Mauro(Oxdeadbeaf), come vedi quattromila anni fa avevano capito la natura umana e come limitare e sanzionare.
Oggi siamo messi peggio.

La prima cosa da fare per qualunque partito parlamentare di sinistra(non solo italiano) sarebbe limitare il reddito patrimoniale e di lavoro, compreso il profitto sia per le persone fisiche, individuali, sia per le persone giuridiche ,società.

Faccio un altro  esempio di moda:reddito di cittadinanza.
A tutti(non entro nei particolari) vine stabilita un'integrazione al reddito mensile pari a mille euro.
C'è chi dice che non è possibile perchè il debito pubblico crescerebbe troppo.Chi fa questo esempio è o in mala fede o capisce ben poco di economia.
Se una persona riceve del denaro, la prima cosa che accade è che si trova in banca.Quindi il primo vero passaggio della transazione è che lo Stato ha dato a banche, Poste, o chi volete un'ammontare di denaro enorme( e al solito sono i primi che guadagnano sul capitale enorme un interesse).Il cittadino fa due cose, decide quanto spendere e decide quanto risparmiare.
Se spende attiva il PIL, perchè acquista beni o servizi, e le transazioni portano maggiore imposte indirette e dirette allo Stato.

La realtà è un 'altra, che se gli individui che ricevono il reddito di cittadinanza inizialmente hanno un vantaggio economico. dopo breve tempo i prezzi assorbiranno gli aumenti nominali con l'inflazione. Lo Stato se inizialmente si indebita e il debito lo fa divenire titolo di credito e apre aste con le banche, gli ritorna come pil maggiore e come maggiore gettito fiscale.
Le aziende aumentano i fatturati, il sistema finanziario è quello che ci guadagna di più perchè ha in mano ciò che il cittadino non consuma, vale a dire il risparmio, i titoli di Stato, crediti alle aziende che investirebbero di più.

Chi ci guadagnerà meno alla fine è proprio quel cittadino che ha avuto il reddito di cittadinanza..
Il problema economico attuale nella distribuzione delle ricchezze è che il mercato inizialmente dà un vantaggio essendo i prezzi attuali, ma poi tende ad assorbire quell'aumento di reddito di cittadinanza aumentando i prezzi e creando inflazione..

Questo è il secondo problema che una seria sinistra deve analizzare.Come i redditi reali, diventano nominali attraverso l'inflazione che alza i prezzi dei ben intermedi , strumentali e finali, così che solo nella prima fase c'è un guadagno dei bassi percettori di reddito, ma il mercato si riequilibra strutturandosi secondo la solita distribuzione iniqua.
Per cui in realtà alla fine del ciclo ci guadagnerà soprattutto il sistema finanziario.
Oggi qualunque aumento di reddito  generalizzato del popolo viene immediatamente riassorbito come inflazione,quindi con aumento dei prezzi
Questo è il problema della stasi economica.
Perchè non c'è il controllo dei prezzi nei passaggi economici, perchè non si limita chi ha potere di determinare quegli aumenti che non sono più di mercato, ma di puro parassitismo speculativo.
#1129
Citazione di: 0xdeadbeef il 30 Marzo 2018, 16:11:37 PM
Citazione di: Phil il 29 Marzo 2018, 17:07:07 PM

L'altro è pensabile in molti modi (tu stesso citavi Levinas, se non erro, che lo pensa ben differentemente da Hegel); possiamo pensarlo in modo esistenziale, in modo religioso, in base all'Isee, in base alla cultura... poi scommetto distingueremo fra l'altro-x e l'altro-y (dove "x" e "y" possono essere, a piacimento: amico/nemico, ricco/povero, buono/cattivo, familiare/ignoto, etc.). Ho il sospetto che gli altri siano sempre (almeno) due  ;)
(Tauto)logicamente non potrebbe essere il contrario... per parlare di uno stato che non privilegia i forti, dovremmo avere quindi uno stato che elimina la differenza fra forti e deboli, abolendo radicalmente l'asimmetria della contrattazione? Scenario interessante, ma bisognerebbe allora rifondare l'economia e il mercato del lavoro praticamente da zero; operazione difficile da fare "in corsa", senza resettare tutto il meccanismo...


L'"altro" è, per me, quel che per gli Idealisti era il "non io"...
Senonchè, nella mia visione ("mia" per modo di dire) non avviene alcuna "sintesi", è l"altro" permane nella sua
irriducibile alterità (in quanto l'"altro" rimane "oggetto" - seppur conoscibile dal soggetto solo come "fenomeno").
La mia visione, in parole povere, è la stessa di Kant...
La differenza fra forte e debole non può essere eliminata (naturalmente...), ma può, e deve, essere "attenuata".
Così come l'asimmetria della contrattazione può (e deve) essere attenuata mediante il ricorso a rappresentanze di
tipo collettivo (l'esempio più tipico è chiaramente quello dei sindacati e delle organizzazioni datoriali).
Perchè mai usare il termine "rifondare" (l'economia e il mercato del lavoro) in un senso che a me pare quasi
richiamare quello di "rivoluzionare"?
Occorre forse tornare indietro di secoli per ritrovare forme di contrattazione collettiva?
Forse che il pragmatismo non ci suggerisce di considerare i guasti che questo recentissimo modello economico ha prodotto?
A tal proposito, vorrei tornare un attimo su quella "domanda interna" cui accennavamo (mi pare proprio con te).
A fronte di "perfomances" brillanti delle esportazioni il PIL non cresce (o cresce poco, in maniera assolutamente
insufficiante a limitare l'aumento del debito pubblico).
Questo è evidentemente dovuto ad una scarsissima domanda interna, eppure quasi nesssuno parla di questo gigantesco
problema. Perchè? Forse perchè questo ci obbligherebbe a ripensare un attimo alle condizioni ed ai salari da fame
frutto di una contrattazione "selvaggia" (leggi: non più regolamentata)?
Non si tratta di discutere di valori e principi morali (certo, anche di quelli ma non solo...); si tratta di cominciare
a discutere di economia "dura" in maniera critica e (molto) meno ideologizzata.
Trovo, francamente, che sarebbe l'ora di cominciare..
.
saluti
ciao Mauro(Oxdeadbeaf),
prima di tutto una serena Buona Pasqua a te e a tutto il forum.
Ho evidenziato la tua ultima parte del post, perchè bisogna adesso capire il dispositivo culturale economico.
Ho spiegato il primo dispositivo culturale politico che era ORDINE e LIMITE  originariamente, poi si è piegato .grazie alla cultura della modernità, sull'esigenza degli individui,  spacciando la GIUSTIZIA per utilità egoistica.

Il nocciolo dell'economia è come nasce il dispositivo del  CAPITALISMO, da dove e come quello che tu chiami MERCATO è potuto diventare quello che è oggi.
Personalmente ritengo che il dispositivo culturale originario è il CRISTIANESIMO,Vediamo come il capitalismo è riuscito a mantenere la forma, svuotare i contenuti e metterne altri.
il CREDITO E IL DEBITO sono concetti di REDENZIONE E COLPA.
il titolo di credito che surroga il denaro metallico, nacque per comodità e affinchè i banditi non svaligiassero i corrieri con i cavalli nell'epoca post rinascimentale e medioevale.Se non ricordo male  la cambiale nacque a Prato,vicino alla potente e fiorente Firenze dei commercianti Medici.
Il denaro metallico era ingombrante già allora.Questo processo di SMATERIALIZZAZIONE svuoterò il denaro da ogni valore
( stranamente anche valore è sinonimo di un termine morale) divenendo puramente autoreferenziale.
Il titolo di credito è una MONETA FIDUCIARIA( L a Fede che è anche Speranza),mentre la moneta metallica doveva avere il suo valore intrinseco nei componenti della moneta stessa (oro, argento ecc.).
L'interesse economico nasce concettualmente dall'argomentazione che chi ha un capitale e lo presta compie UN SACRIFICIO, per cui l'ìnteresse è il compenso del sacrificio
In sintesi il capitalismo è una RELIGIONE CULTURALE(per questo è potente) che applica un culto ,ma non secondo un qualche dogma.Questo culto non conosce momenti di arresto, è continuo come la maturazione di un capitale in montante (capitale+interesse),non ha giorni di riposo festivo,l'anno economico è di 360 giorni per le equazioni finanziarie.
Il culto capitalistico non è diretto alla REDENZIONE ,ma alla COLPA.Un' aberrante coscienza colpevole che non conoscendo redenzione fonda se stessa sulla colpa e non espiandola deve renderla universale.Alla fine riesce nella sua rete a catturare anche Dio nella sua colpa.per cui non è vero che Dio è morto, ma è stato incorporato nel destino umano
Nè Nietzsche, nè Freud, nè Marx sono riusciti a vincere questo concetto del dispositivo culturale,paradossalmente ne sono solidali.Il SUPERUOMO. IL RIMOSSO e il SOCIALISMO hanno con sè ancora la colpa del rimosso peccaminoso
L'antica PISTIS ,la FEDE era il credito di cui godiamo presso Dio.
Il culto capitalistico si è emancipato da ogni oggetto e la colpa da ogni peccato.La banca ha preso il posto della chiesa e governando il credito manipola LA FEDE.

Costruire quindi l'economia del debito e del credito indissolubile con continuità infinita,non può essere fermata o estinta.
Se non volete comprare, qualcuno vi induce a farlo, se non avete denaro qualcuno è pronto a prestarlo

Prima di entrare nella scienza economica e nei suoi postulati egoistici,bisogna capire questo secondo dispositivo culturale.
#1130
ciao Phil,
il job act così caro a Renzi e compagnia è il più eclatante esempio di come un umano che per poter vivere deve avere un reddito e per avere un reddito deve lavorare(perchè ha la sfortuna di essere nato da famiglia non privilegiata), nel momento in cui entra in un luogo di lavoro si trova in uno scenario dove i diritti sono compravendita in funzione dei profitti.
Essendo questo tipo di mercato capitalistico e competitivo i diritti civili e sociali sono economicamente costi nello scenario  economico Quindi il ricatto economico è o si perde in diritti o il profitto economico cerca luoghi di produzione del plusvalore in cui i costi siano più bassi.
Quindi ciò che aumenta economicamente come profitto ha necessità di perdere come diritti e come la bilancia mondiale dei diritti globale dimostra, colui che ha più diritti li perde in funzione di chi non ne ha.

Phil quale altro esempio vuoi se non che lo Stato non entra mai nelle tassazioni patrimoniali, che la volontà Sovrana nulla puà contro la volontà Economica? la sudditanza politica all'economia stratifica necessariamente in classi sociali,
Ed essendo per la politica necessario che il motore economico, una volta ritenta inviolabile  la proprietà privata dei mezzi di produzione, come forma socio  economica in cui si riconosce lo Stato, è altrettanto chiaro che lo scontro  fra diritto nella Legge e legge economica è prassi non solo teoria.

Quando si dice "siamo tornati indietro...." è riferito alla perdita di diritti.
Cercali nei post che ho scritto in varie discussioni i diversi esempi di come l'economia capitalistica sorregga e sostenti i privilegiati e accorra come una croce rossa i "deboli".

Il problema storico dello Stato è che la Legge deve creare ORDINE  e LIMITE.
Deve necessariamente limitare i privilegi, deve dare un tetto ai patrimoni, deve insomma limitare il forte se vuole che si conviva con il debole e quest'ultimo non si ribelli.L'ordine non può essere assecondare l'utilità egoistica perdendo la giustizia.
La libertà non è quella economica che assolutizza quella del forte condizionando l'agire dei diritti del debole.
Se un lavoratore è nelle condizioni di "tacere per lavorare...." si limita di fatto un diritto per avere uno scambio economico, quello di continuare ad avere un reddito per vivere.Il ricatto che sarebbe lo scambio economico del diritto politico è un assurdo ,è il paradosso di chi riteneva che il riformismo come il progresso fosse una retta lanciata all'infinito e non una ciclicità  che l'economia con le sue crisi ricatta riprendendosi ciò che prima era stato concesso.
Oggi esistono aziende eternamente in stato di crisi, per lo Stato ed eternamente in profitto economico come economie che i mass media spacciano in crisi per poi scoprire bilanci in profitto.
La cultura della crisi continua è la cultura del ricatto e del sacrifico continuo e toglie pretese rivendicative.

Se non si capiscono questi semplici concetti è inutle che continui a postare.

Qualunque configurazione economica è possible, ma tenendo ferma l Legge che deve avere ordine e limite se vuole avere la giustizia.
Oggi( è da ieri, l'altro ieri.....)i è il contrario, è la Legge, la Sovranità a sottomettersi al profitto,all'economia del capitale che compete.

Ma soprattutto il dispositivo culturale che ha messo al centro LA SOLA organizzazione umana per poi lasciare al forte la possibilità di determinarne scopi e fini significa aver perso gli ordini universali e quello naturale, per cui le risorse limitate, l'ambiente e l' ecologia sono fuori dalle regole egoistiche della pazzia utilitaristica individuale.oggi dovremmo chiederci cosa e come riconfigurare il sistema umano globale sostenibile al sistema mondo
#1131
ciao Phil,
dubito che hai capito, come dubito che lo abbia capito il forum,troppo condizionato dalla nostra condizione educativa che ci hanno martellato dispositivi culturali.
Faccio un esempio per eccezione.Le associazioni mafiose che costituiscono società economiche con prestanome hanno avuto necessità di una legge STRAORDINARIA affinchè i beni dei mafiosi potessero essere confiscati dallo Stato.Chiediti allora in via ordinaria cosa accade e per i beni mafiosi cosa accadeva.
Semplicemente che per successione ereditaria rientravano nella "famiglia":morto un papa se ne fa un altro.l
La perpetuazione del privilegio che dalla sovranità della polis passa al concetto giuridico economico.

Il dispositivo culturale è stata la capacità della metamorfosi del concetto metafisico di Sovranità che nell'antica Grecia, come ho scritto altrove era il nomos basileus.
La personalità giuridica ,separata dalla personalità fisica nasce nel diritto romano commisto con quello canonico.
Avviene una"trascendenza". Affinchè il concetto di sovranità fosse postulato all'interno di una forma superiore alla nuda vita fisica del singolo individuo ,bisognava dare una regola costitutiva alla comunità, all'associazione, fino allo Stato ,che fosse di un ordine superiore

Nella modernità il potere economico si appropria di questa forma trascendente costruendo il mostro giuridico di un ente di diritto privato che ha una personalità giuridica così come lo Stato è il supremo ente di diritto pubblico.

E' accaduto storicamente al pari passo della storia della cultura occidentale, che non  è vero che sia stata superata la metafisica  è stato mantenuto il dispositvo culturale come forma, lo hanno semmai svuotato degli antichi contenuti formali e relazionali con gli ordini e i domini di universali e di dominio naturale in cui lo stesso dominio umano doveva essere in accordo.

Si è spacciato con un terrmine ambiguo"libertà", il liberarsi dalle condizioni in cui il dominio umano era culturalmente immesso, fra quello universale e quello naturale. L'uomo si è illuso con l'ontologia dell'io che giustamente Oxdeadbeaf ha posto, che l'appropriazione della propria volontà di potenza finalmente liberata dalle catene relazionali in cui i domini culturali superiori lo costringevano, potesse possedere la conoscenza, non per migliorare se stesso, l'appropriazione come conquista di territori, come appropriazione dei segreti della natura, il tutto come volontà di potenza, che solo una cultura surrogata poteva spacciare come libertà.La cultura della libertà negativa(liberarsi da...) per quella positiva(liberasi per...) ha solo creato disfunzioni sociali, disgregando la comunità e creando nuove sopraffazioni.

Quindi, lo sfruttamento economico è già LEGITTIMATO E LEGALIZZATO nel nostro sistema e ordinamento giuridico.
Nessuno, nemmeno lo Stato può impedire ad una Società di capitali la sua volontà di eliminare una sua PROPRIETA'  da un luogo di lavoro per spostarla e crearne un'altra agli antipodi del mondo: nessuno e ribadisco, nemmeno lo Stato.
Le pantomime dei sindacati e dei partiti  politici, sono sceneggiate .


Quindi la Sovranità del popolo che costruisce una polis, una cives, uno Stato non può superare la volontà di un ente di diritto privato quale una multinazionale o comunque una società di capitali.

questo è chiaro?

Cosa è in realtà allora una Repubblica liberaldemocratica?
Perchè hanno costruito un mostro a due teste confliggendo le libertà civili e sociali con quelle economiche e in cui il potere economico supera il singolo Stato.
Ecco allora il problema delle sovranità nazionali, ecco il problema di democrazia libertà uguaglianza.
Ecco insomma cadere come immagini retoriche i principi delle Legge Costituzionale.
Il potere economico è superiore alle Sovranità delle volontà popolari sancite dalle Leggi degli Stati.

Oxdeadbeaf, il contratto giuridicamente è una scrittura privata, è un accordo attraverso un negoziato, è l'incontro attraverso una mediazione di interessi diversi.

Nel'ordinamento esiste una gerarchia legislativa. La scrittura privata è vincolata dalle disposizioni legislative, così come le leggi sono a loro volta legate ai Quattro codici e quest'ultimi alla Costituzione.
Il neocorporitarismo o neocontrattualismo è semplicemente la sceneggiata della pacificazione del conflitto.
E' il potere legislativo che sancisce i limiti del contratto delle parti sociali che sono libere associazioni, non sono nemmeno enti di diritto pubblico.Basta andare da un notaio con uno statuto per costruire un nuovo sindacato o un nuovo partito essendo società  di persone e non di capitali.

Il contrattualismo è la rappresentazione del conflitto che il potere legislativo demanda alle parti sociali.
Quindi è un sottoinsieme che dipende dal potere statale che infatti è libero  o meno di riconoscerlo o convocarlo al tavolo del Governo
e adatto che nessuna legge italiana ha formalizzato il sindacato, semplicemente lo riconosce scrivendo "i sindacati più rappresentativi....", vale adire riconosce il poter edi rappresentanza dato dal numero del consenso con le tessere
#1132
In effetti ha ragione Green, non è possible discutere sul "dispositivo culturale" che permea da secoli la civiltà occidentale.
Ci ho provato, ma c'è uno svicolare incredibile, un non voler entrare nell'ipocrisa umana di questo tempo.

Dopo questa premessa.

Ciao Mauro(Oxdeadbeaf),
personalmente disgiungo natura e cultura anche se sono intimamente connessi nell'uomo.
L'uomo nasce animale e ha delle facoltà intuitive e intellettive, delle predisposizioni.Ma non nasce "imparato", deve fare esperienza e conoscere per essere e fare  cultura.
Da quì l'ambiguità umana. la cultura è un abito che può assecondare qualunque istinto animale umano.
Si può creare una cultura di comodo a propria misura e autogiustificazione.
E questo grazie al dispositivo culturale.
E faccio un esempio per rispondere a Phil indirettamente.
La persona ,Green, etimologicamente deriva dal greco e significa maschera, quella della  tragedia greca.
Come saprai Nietzsche ha scritto un importante aforisma sulla maschera.

La maschera è l'ambiguità umana e la persona è ambiguità, perchè può avere parecchi appellativi e attributi.
Per ambiguità non intendo quindi il termine in forma denigratoria necessariamente, ma il fatto che può avere molti attributi, che le etiche, la morale hanno dibattuto.La necessità delle religioni, dei dogmi come delle Leggi, prende sia la morale che la prassi del diritto.

Giuridicamente avviene che la persona oggi sia fisica e giuridica.Strabiliante formalizzazione che parecchi giuristi contemporanei hanno dibattuto.
Il ricco si nasconde nella personalità giuridica, formalizzata dal diritto creando, costituendo società.
Persino il fisco divide la persona fisica da quella giuridica.
Quando il diritto imperiale anglosassone al tempo del colonialismo, delle Compagnie delle Indie accettò di PRIVILEGIARE
i finanzieri per il colonialismo, in quanto lo scambio economico era, se si fa denaro fuori dall'Inghilterra, è altrettanto vero che il denaro torna nei forzieri della madre patria.Ma adatto che il finanziamento comportava RISCHIO, i commercianti e banche chiesero di disgiungere la proprietà privata,il patrimonio del singolo  da quello societaria.
Questo PRIVILEGIO sussiste ancora.Il diritto fallimentare stabilisce che se una società di capitali viene dichiarata fallita(a seconda se la società è per azioni in accomandita, ecc.) è il patrimonio dell'azienda con i libri contabili ad andare  in tribunale, ma non la proprietà, il patrimonio del singolo associato che non viene toccato dal regime fallimentare.Quindi tutto ciò che è patrimonio aziendale, compreso auto, panfili intestata alla nonna di cento anni che vive invece in una baita sperduta con la pensione minima, è  BENE STRUMENTALE e come tale può essere scaricato fiscalmente come deduzioni e/o detrazioni.
Ogni investimento nel patrimonio societario, ogni asset, entra nel passivo contabilmente societario.
Quando ogni anno le società per azioni presentano il conto economico e patrimoniale da lì si vedono incrociando  i dati con formule opportune8es, EBITDA) come dividono finanziariamente e operativamente la società
Il lavoratore invece con contratto di lavoro di subordinato, le trattenute fiscali e contributive sono alla FONTE.
Ed è quì, non certo sui patrimoni delle società che gli Stati fanno i conti quando bisogna fare i SACRIFICI.
Perchè è quì che c'è  L'ENTRATA FISCALE CERTA e pure come capitale anticipato e non posticipato che secondo le equazioni finanziarie maturano un interesse economico.

Questo è un privilegio che nessuna sinistra occidentale riformista ha mai messo in discussione, semmai hanno sguinzagliato gli agenti della finanza a cercare denaro quando lo stato be aveva bisogno,ed oggi è parecchio più semplice stanare evasione ed elusione fiscale.
Ma se sbaglia il lavoratore subordinato paga la multa, se invece si piglia un grande evasore, si crea un patteggiamento sul dovuto che è sempre meno del capitale iniziale dovuto.

Le sinistre mondiali hanno accettato di fatto ,da sempre che il motore economico fossero le società private e gli hanno creato privilegi e pure litanie ideologiche. Perchè "creano" lavoro è bella la pantomima linguistica nel passaggio dallo sfruttamento economico a quello della creazione del posto di lavoro.Indi, ha un ruolo sociale fondamentale, come se SOLO questa potesse essere l'unica forma di economia di scambio. E le sinistre parlamentari questo lo hanno accettato praticamente da subito.

Il lassismo politico  delle sinistre storiche ha così patteggiato con i poteri forti economici, tu sorreggimi anzi finanziami il partito e le campagne elettorali e in cambio...........In USA funziona così ed è anche trasparente, tutti possono sapere chi ha finanziato Trump o la Clinton.

Il problema è cosa signfiica oggi dirsi di sinistra, di destra o di centro?
Se la proprietà privata è intoccabile, se il fisco non tocca i patrimoni, dove si vuole che lo Stato "peschi" i soldi?
da quanti anni si parla di patrimoniale e questa sottospecie di sinistra che per me è la nuova democrazia cristiana uscita da ulivo  e margherita e con tante erbette,non ha mai fatto nulla di sinistra?
Evviva l fine di questa sinistra se era sinistra.
#1133
ciao Mauro (Oxdeadbeaf).
sono d'accordo su entrambi i tuoi due punti, ma come dato iniziale.
Anch' io penso che l'uomo occidentale abbia una cultura ontologica dell'io troppo sviluppata da arrivare alla costruzione di un ego
smisurato.
Ma si tratta di capire se lo è per natura, per indole rispetto alle altre etnie del pianeta, e se qualche dispositivo culturale lo abbia posto in luce. Personalmente ritengo che siano esistite entrambe le circostanze.
Così come penso che viviamo un tempo umanamente decadente, ma gratificato da un tempo altrettanto imponente tecnicamente e tecnologicamente che ,per così dire, equilibra lo squilibrio.L'uomo si sta illudendo che le conquiste tecnologiche possano renderlo felice. 

Come ho sostenuto in altre discussioni il controllo sociale fra individui, compreso il cittadino verso il potere, lo si può avere a misura di luogo circoscritto in comunità.Quando geograficamente il potere si allontana dalle comunità diventa difficile sia amministrare il governo e sia mantenere il contatto fra individui in comunità diverse.
A questo punto il federalismo potrebbe essere una soluzione ,che tanto per capirci fu in italia portato avanti da Carlo  Cattaneo nell'Ottocento.

ciao Viator,
sarà forse ovvio e ironico ciò che scrivi, ma è vero.
Come a suo tempo scrissi, si è limitato il potere politico, chissà perchè non quello economico.
Hanno creato pseudo istituti di controllo sul monopolio (vedi le sanzioni su Microsoft ad esempio).
E' innegabile che ci siano persone con più meriti, più capacità di altre.Il problema è quanto economicamente debbano e può essere accettato socialmente da una società Può percepire il doppio. il triplo. il quadruplo......cento volte...mille volte?
la legge di mercato in economia è perfetta solo in origine.Immediatamente più competitori in un settore economico si selezionano con il fatturato.Quel mercato perfetto porta poi a cartelli, trust, oligopoli, fino al monopolio.E' la ù"deriva" naturale della legge della concentrazione, per cui il ricco diventa sempre più ricco e viceversa il povero.
Si tratta non di bloccare l'intraprendente, ma di stabilire regole di "equità" sociale. anche sul reddito economico.
E' ora di smetterla con ricchi da fare schifo e altri in miseria, nel tempo di sonde spaziali spedite per ogni dove.Non chiedo a chi ha la fortuna di nascere con talento e di farci i soldi di capire che quel suo talento dovrebbe essere anche al servizio della comunità,sarebbe troppo bello,ma che ci sia un limite sì e questo è un errore storico del riformismo pragmatico di sinistra.
#1134
ciao anthonyi,
se non sono chiare le logiche del tuo pensiero sulla politica e sul mercato, facciamo confusioni.
Cosa vuol dire che sei "liquido"?

L'altrui non è un sadico a priori. Ho scritto che "nel momento in cui percepisco la felicità altrui...", il che significa che se non esiste, e non esiste quasi più nel pensiero moderno politico, un ordine fuori dal sistema umano da cui dipenderebbe lo stesso sistema umano, una condizione esterna allo scambio politico ed economico, l'altrui può essere tutto.Io mi fido se coopera anche per la mia felicità, se lo percepisco che la sua feliicità crea mia infelicità finisce la cooperazione e può iniziare il conflitto.
Questa è  una differenza fra il sentirsi di "sinistra" o altro.
Se quella persona felice ritene  che sia GIUSTO"(questo è il criterio soggettivato del termine GIUSTIZIA che è mutato in duemila anni di storia) perchè giustifica la sua condizione sociale di privilegiato come attinente alla sua qualità e capacità umana per cui è altrettanto  GIUSTO  che altri siano poveri in quanto meno capaci o magari per destino come alcune religioni hanno posto) deve sapere che se non lo fonda quel criterio su una giustizia ontologica, che esiste al di sopra del genere umano e quindi deve avere carattere universale, la sua è opinione quanto la mia.
E se tutto è opinione significa che tutto si risolve nella forza e nel potere e la coesistenza è solo negoziale, mediata della politica che non supera il conflitto, ma semplicemente ogni giorno è mediato da un equilibrio instabile, in quanto poggia sul nulla.

Così il quartomondista ha ragione a muovere guerra al primo mondo, come il povero con il ricco.
Perchè non esiste nessuna ragiona fondata sul governo umano(essendo tutto posto sull'ambiguità dell uomo che può essere saggio o stolto, misericordioso o cinico). la pace è solo un equilibrio temporale instabile,in attesa che mutino i punti di forza che rivoluzionano la storia.

Lo Stato moderno è la mediazione di una metafisica nata con il nomos, divenuta lex e ius nel diritto romano nella teoria e nella pratica orientata agli usi e costumi delle persone, vale a dire un'ambiguità.
i codici di Giustiniano mutarono con l'avvento dei barbari antichi divenuti imperi e bisognosi a loro volta di costituzioni.
I popoli germanici inserirono nei codex del diritto romano i loro usi e costumi alterando del tutto il rapporto fra ordine universale in cui uomo natura e universo sono compresi come cerchi concentrici, laddove il peso dei rapporti umani non diventa più condizionato dall'ordine universale, gli ordinamenti diventano funzionali ai rapporti interpersonali, alle azioni sociali.
Quindi la Legge  del nomos vine sì mantenuta come forma ,ma svuotata da ogni sostanza.
Quindi si predicano  i valori etici che cementano il giuramento della comunità (perchè giurano , i monarchi che i governi di fronte alla Legge), simile a duemila anni fa, ma la pratica è tutt'altra cosa.

Non hai ancora capito una cosa fondamentale, che è al di là di ciò che penso io politicamente.
Un sistema è coerente come logica razionale o è irrazionale.

Se si ritiene che il capitalismo e il mercato attuale sia giusto ,come è giusto che ci meno dell'1% della popolazione mondiale detenga ricchezza superiori all' altro 90% e la facciamo passare per repubblica, per Democrazia, per Libertà, per Giustizia ed Uguaglianza, permetti che mi indigni?

Diciamo allora che nulla è mutato negli ultimi secoli almeno, i nobili e aristocratici sono ora i moderni capitalisti, come gli schiavi, i plebei, i servitori della gleba, i proletari furono gli antenati sociali del povero, del "debole" attuale.

Deve cadere la maschera del dispositivo culturale millenario  che nasconde la profonda ambiguità umana.
Non va più bene il nomos, l'ordine antico, va bene, Allora coerentemente si scriva che le Costituzioni Occidentali sono fondate sullo sfruttamento economico e si facciano i giuramenti nei caveau delle banche non in luoghi istituzionali che nulla hanno più
a che fare con un ordine superiore a cui si originano giustizia, libertà ed uguaglianza.

Chiedo coerenza prima di tutto, togliamo i veli alle ambiguità e alle ipocrisie.
#1135
Tematiche Filosofiche / Re:Fisica e Tempo
23 Marzo 2018, 13:33:17 PM
ciao Epicurus,
bel post introduttivo.
Alcuni spunti.
Il "tota simul" era ritenuto ,mi pare da Boezio e forse S.Agostino, il potere dell'intellezione di raccogliere il passato, il presente e il futuro nell'adesso e di poter quindi interpretare il senso della freccia del tempo. Gli eventi che diventano racconto ,narrazione prendono senso con il tempo.
Teniamo presente che il tempo era, e lo  è ancora per certi versi, lineare come un vettore oppure ciclico, circolare.

Tempo fa lessi l'interpretazione di Einstein e Bergson che dividevano le proprietà quantitative da quelle qualitative.
Già gli antichi greci chiamavano il tempo numerabile chronos e il tempo qualitativo aion.
L'uno è la spazializzazione del tempo, la rete relazionale che condiziona la narrazione umana e l'latra è il "sentimento" del tempo, la sua percezione.
Bergosn divide il tempo della scienza dal tempo della vita; se per Einstein è reversibile ,per Bergosn è irreversibile.
Per Bergson la  durata reale è  il dato della coscienza spogliato da ogni sovrastruttura intellettuale e simbolica.
Questa durata è incommensurabile rispetto alla  spazializzazione del tempo al suo scandire da metronomo.

......mi fermerei quì...........poi vediamo
#1136
Citazione di: anthonyi il 23 Marzo 2018, 08:00:32 AM
Citazione di: paul11 il 22 Marzo 2018, 22:37:48 PM
ciao anthonyi,
credo poco alle etichette, perchè ogni umano crede in qualcosa se difende una posizione del suo pensiero.
Tu pensi che io sia un idealista perchè credo in valori che non si trovano nel mondo fisico,
E tu pensi di essere pragmatista perchè il mercato forse è composto di atomi?

Il soggetto,Anthonyi, il soggetto è sempre l'uomo.
La dignità esiste o no, il mercato se esiste esiste solo in a una modalità?

Se per te l'uomo è un valore assoluto, allora sei un idealista?
Il problema è cosa ritieni sia giusto e il perchè ritieni che sia giusto?
O poni il mercato prima dell'uomo o poni l'uomo prima del mercato.
Poi dipende che valore dai all'uomo. Quale interpretazione dai della natura umana?
Il mercato non è un soggetto è una forma di scambio, di relazione economica.
Quindi è la forma relazionale economica .





Ciao paul11, idealista non è un'etichetta, è un'interpretazione del tuo ragionamento, tu ti poni il problema di un confronto tra una certa idea di giustizia ed il mercato, cioè poni il mercato sotto il dominio delle idee etiche.
Avere dei valori non vuol dire essere idealista, vuol dire solo essere etico, naturalmente in una certa forma. Poi certo ci sono tanti modi di essere etici perché l'etica spesso ha problemi interni, considera la scelta tra la vita di un uomo rapito come Aldo Moro e la necessità di dimostrare la forza delle istituzioni. Al di là di questi problemi, poi, l'etica si confronta con la realtà e con le forme di applicazione e qui incontra il marcato.
Certo il mercato non è fatto di atomi, è un'idea ma ha riferimenti e associazioni mentali con comportamenti individuali che sono fatti fisici e che sono relazionati a individui che hanno tutti valore etico. Nel mercato gli individui fanno quello che ritengono meglio per loro (E' la ricerca della felicità che è scritta nella costituzione americana) e se un'argomentazione etica afferma che questo qualcosa è sbagliato non pone un problema di assolutezza del valore della persona ma di confronto tra rispettivi valori individuali. Cosa vale di più, la preferenza del consumatore di pagare un bene il meno possibile? la preferenza dell'imprenditore di guadagnare il più possibile? la preferenza del lavoratore di guadagnare il più possibile con una certa stabilità nel tempo?
A me viene da pensare che chi ha una rigorosa certezza tra l'ordine etico di dette preferenze, e magari afferma che la preferenza del lavoratore è l'unica che conta eticamente, in realtà si sta ponendo nella posizione di un filosofo etico che afferma l'assolutezza del suo pensiero etico e lo vuole imporre alla società.
Un saluto.
ciao Anthonyi.
idealista è una definizione filosofica non etica.
Secondo te esiste un "mercato etico"?

Come il modo di pensare e di fare politica oggi, hai parecchie incongruenze, ma sei in buona compagnia, è la stragrande maggioranza sia di persone che si dicono culturali che della popolazione,che è ambigua e perdonami il termine, ma è ipocrita anche in buona fede.

Ma va bene, faccio l'esercizio di seguire la tua posizione.
Io ho il diritto di muovere guerra contro chi e quanti ritengo che sia opportuno.
Questa è la regola della natura e delle organizzazioni umane senza etica e morale.
Perchè nel momento in cui percepisco che la  mia condizione esistente sia condizionata dalla felicità altrui per la mia infelicità e il felice non vuol sentire ragione, allora muovo guerra contro il felice.
A quel punto il felice chiama in causa lo Stato per salvaguardarsi.
Ipocritamente il privilegiato chiede un"assunzione di responsabilità" sul patto sociale , sulle REGOLE DELL'ORDINAMENTO PRESCRITTE DALLA LEGGE".
E quì si ricasca nella contraddizione, perchè la chiamata in causa dello Stato implica il principio costituente della comunità, società, nazione  o Stato che sia. E che  piaccia o no in quest assunzione sono declinati  i valori di libertà, giustizia e uguaglianza.

Come dire ,sono uscito dall'utero giusto, venuto al mondo ricco economicamente , faccio di tutto per essere felice.
Fingo ,perchè questa è la menzogna culturale, che tutti diventiamo felici con il mercato (quando invece in uno scambio economico a sommatoria zero, se qualcuno ne esce più felice qualcuno d'altro necessariamente  è un pò più infelice).
E se siamo più felici noi del primo mondo è perchè qualcuno sta pagando il prezzo della nostra felicità  nel quarto mondo.

Quindi al netto di etiche e morali, tutto diventa rapporto di forza e in cui lo Stato salvaguarda(anche con la violenza armata) prima i privilegiato e poi cerca di dare briciole al debole per tenerlo buono.

Il conflitto è sempre silente,come cenere sotto il fuoco. Come in natura il capobranco sa che domattina potrebbe essere sfidato per il poter del branco.

Indi, in qualunque prospettiva tu metta le argomentazioni, saprò coglierne più di una contraddizione, perchè qualunque organizzazione umana se è pensata per gli umani (senza un concetto di nomos ,di ordine, di universale,di un"qualcosa che sta prima dell'uomo e "sopra" l'uomo) non ha un ordine intrinseco, ma solo equilibri di potere e di forze
#1137
ciao anthonyi,
credo poco alle etichette, perchè ogni umano crede in qualcosa se difende una posizione del suo pensiero.
Tu pensi che io sia un idealista perchè credo in valori che non si trovano nel mondo fisico,
E tu pensi di essere pragmatista perchè il mercato forse è composto di atomi?

Il soggetto,Anthonyi, il soggetto è sempre l'uomo.
La dignità esiste o no, il mercato se esiste esiste solo in a una modalità?

Se per te l'uomo è un valore assoluto, allora sei un idealista?
Il problema è cosa ritieni sia giusto e il perchè ritieni che sia giusto?
O poni il mercato prima dell'uomo o poni l'uomo prima del mercato.
Poi dipende che valore dai all'uomo. Quale interpretazione dai della natura umana?
Il mercato non è un soggetto è una forma di scambio, di relazione economica.
Quindi è la forma relazionale economica .

Il fatto che il welfare state sia interpretabile  come un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto dimostra la sua ambiguità
che è per me tipica della natura umana.Quì per ambiguo non intendo un attributo denigratorio, ma il fatto che non è chiaramente univoca l'interrpretazione, può essere soggetto a diverse argomentazioni valide se sono coerenti.

La violenza è insita nella natura delle cose e nella natura umana e viene sublimata culturalmente.
Se la  natura fosse ordine ,sappiamo anche che  esiste il caos.Se la natura ha delle sue regolarità sappiamo anche che i cataclismi sovvertono per un periodo di tempo quel ciclo dell'ordine.Come dire che il disordine momentaneo,più o meno intenso, è parte di un ordine più generale affinchè avvenga un mutamento.Il tutto dentro un equilibrio che si squilibra a ha bisogno di uno scossone per riequilbrarsi.
Se lo Stato ha il monopolio della violenza, in quanto le forze dell'ordine sono armate e il cittadino no, significa che la volontà dello Stato è più forte come violenza sul singolo cittadino, non basta la legge per veicolare i comportamenti e condizionarne i limiti di legalità.
#1138
Tematiche Spirituali / Re:Karma e reincarnazione
22 Marzo 2018, 14:39:09 PM
Voglio rimanere anch'io distante dalla discussione, 
ma attenzione alle interpretazioni sul bambino che muore appena nato o in tenera età, o al portatore di handicap, che qualcuno (inteso come persona generica) interpreta come oggi "paga" uno scotto di una vita precedente, tanto da seminare l'indifferenza fra coloro che vi credono che è appunto tipica di una certa cultura.
Il concetto giustificazionalista rischia non un circolo virtuoso, ma un circolo vizioso interpretativo che nelle società possono portare a non avere cura di coloro che ne hanno bisogno
Le caste degli intoccabili sono un esempio sociale.
#1139
Citazione di: anthonyi il 21 Marzo 2018, 09:04:52 AM
Citazione di: paul11 il 20 Marzo 2018, 11:53:45 AM


Sono gli atti che dichiarano oggi più che mai le coerenze di appartenenza ad un a tradizione politica.
Se si accetta che la legge è mobile e va modificata in funzione del mercato, l'uomo è merce e non più cittadino.
hanno deciso le gerarchie pratiche e l'adattamento delle normative in funzione della realtà economica che non è certo egualitaria nella produzione e distribuzione della ricchezza.
Non è pensabile oggi non toccare le forme della produzione di ricchezza, laddove nei luoghi di lavoro il cittadino-lavoratore è ricattato, e pensare che la sola fase ridistributiva della ricchezza(attraverso la fiscalità e poi con l'assistenza e previdenza) possa compensare quell'anomalia originaria
Il nostro sistema politico è incoerente fra pensiero ed azione,così come fra Costituzione e leggi

Ciao paul11, ho l'impressione che tu analizzi il problema partendo da posizioni molto idealiste. Gli ideali, i valori, i principi, sono  molto importanti, ma pensare che automaticamente si applichino alla realtà non ha senso. Non a caso i saggi costituenti hanno riempito la nostra costituzione ideale di verbi che sottolineano la "proposizione" di un modello sociale e non la sua imposizione.
Quello che poi tu evochi con un certo disprezzo come "adattamento al mercato" è in realtà una sana componente di realismo che purtroppo spesso manca nel comportamento dei nostri giuristi. Qualsiasi legge deve essere adattata al mercato(anche paradossalmente una legge che lo vuole abolire) perché altrimenti non può avere effetti) per farti un esempio vuoi intervenire sul mercato della droga perché lo ritieni dannoso, non ha senso che fai una legge che vieta il commercio della droga perché il bisogno spinge i drogati a comprarla illegalmente.
Tu mi dirai ma che c'entra la droga col Job act, e invece c'entra perché anche nel Job act non ha senso discutere solo delle regole ma bisogna guardare gli effetti di quelle regole. Naturalmente è una questione di interpretazione, il mio parere è che il Ja abbia migliorato la condizione media dei lavoratori e soprattutto abbia ridotto la precarietà rispetto alla situazione preesistente.
Purtroppo soprattutto nel nostro paese vi è una visione ideale, etica, e a volte addirittura estetica delle leggi dello stato, e invece ci vorrebbe un pò di pragmatismo.
Per dire, tu che proponi un cambiamento delle "forme di produzione della ricchezza" potresti provare a precisare nel concreto cosa intendi.
In realtà, nel concreto, questo cambiamento viene continuamente attuato da quelli che la teoria economica definisce imprenditori. Non a caso Hayek afferma che la differenza tra sistema liberale rispetto a quello socialista sta nel fatto che all'interno di un sistema liberale sarebbe possibile organizzare il socialismo ma non è vero il contrario.
Un saluto
ciao anthonyi.
non ritengo propriamente di essere un idealista.

Semmai è cosa si inserisce come prioritario nel sistema umano che dichiara la tipologia di sistema.
Ad esempio io dico dei valori e tu invece il mercato.così mi sembra di capire dalla tua argomentazione.

S pongo l'uomo come centralità del sistema e dichiaro ad esempio la dignità, la giustizia,  come fondamento, sarà il mercato ad adattarsi a questi valori coniugati all'uomo.
Se invece dichiaro che il mercato è fondamentale, sarà l'uomo la variabile ad essere adattata anche se calpestasse dignità e giustizia.

E mi ricordo una polemica nata parecchi anni fa, anni Ottanta.
Sul giornale La Stampa di Torino, di proprietà Agnelli , nel quale scriveva Norberto Bobbio, ci fu una polemica con l'amministratore della Fiat Cesare Romiti.
Si era impiccato un operaio della fabbrica in fondo ai capannoni. Era nella lista da epurare dopo l ostato di crisi aziendale dichiarato allora dalla Fiat.
Romiti, ragionando da imprenditore, dichiarava che purtroppo la salvaguardia dell'azienda è superiore al lavoratore.
Bobbio dichiarava invece che l'azienda e il mercato non potevano essere superiori alle persone umane.

Ora ,la nostra Costituzione dichiara dei valori come princicpi appunto costitutivi dello Stato italiano, salvo smentirsi nel Codice civile nel libro sul lavoro.
L'imprenditore ha la libertà e facoltà "libera" e sottolineo libera (perchè Hayek è un liberista prima di essere un liberale, Bobbio ad esempio era un liberalsocialista) di aprire e chiudere fabbriche ,spostare sedi sociali, insomma di organizzare la propria azienda seguendo la logica del profitto.
Questo è il fondamento, pratico e ribadisco pratico ,che permette ad aziende seppur con bilanci positivi e profittevoli, di delocalizzare, di chiedere stati di "crisi" e avere prestiti agevolati bancari ,decontribuzione del costo del lavoro, ecc.
Il lavoratore di quell'azienda, che ricordiamolo è cittadino italiano e in quanto tale tacitamente adempiente alla Costituzione, si trova a spasso con il culo per terra.
E' giusto? Cosa intendiamo per giustizia?

O la Costituzione coerentemente la mutano e non dichiarano teorie che poi le pratiche smentiscono o no lasciano la libertà imprenditoriale superiore alla libertà del cittadino dipendete lavoratore con contratto di subordinato.
Uno dei grandi motivi per cui la sinistra storicamente ha perso, è quello di non essere mai intervenuta legislativamente a bloccare,
regolamentare seriamente questo problema. 
Altro è dire che visto che la comunità internazionale impone la libera imprenditoria soprattutto nel tempo della globalizzazione allora l'uomo è delocalizzabile dall'italia la Polo Sud e al Polo Nord,come variabile migratoria.

Infine il welfare state, l'intervento dello Stato, è servito più a dare profitti agli imprenditori furbetti che ai lavoratori , e in più a mantenere la quieta sociale, perchè se non fossero stati nemmeno dati sussidi a coloro che fossero cassaintegrati fino agl iesodati, si sarebbero andati allo scontro fisico, allo scontro sociale per disperazione.
Il popolo ha due tipi di coscienza, uno è nello stomaco e fin quando mangia è più tranquillo ,ed è quello che  ha funzionato nello "stato del benessere", l'altro è la coscienza intesa come conoscenza come presa d'atto  dello sfruttamento economico.

Lo sfruttamento economico avviene nel luogo della produzione del reddito, quindi dove si produce il valore aggiunto , plus valore, o qual dir si voglia. Quì la legislazione ben si guarda di entrarci(se non sulla tipologia del contratto) e lascia il compito alla scrittura privata della contrattazione dei rappresentanti datoriali e dei lavoratori.
A volte paragono lo stadio calcistico ai luoghi di lavoro, lì la Costituzione è parvenza, le prassi sono altre sono concessi comportamenti oltre la legge.
Eppure è nei luoghi di produzione che si forma "la produzione della ricchezza",perchè i prezzi finali sono determinati dai margini contributivi studiati dalle analisi dei controlli di gestione operative che tengono conto dei costi dei fattori produttivi.
E quì il sindacato è indietro di un millennio.
E' la produzione del reddito che genera il pil, la redistribuzione attinge dalla ricchezza prodotta e lo Stato attraverso al fiscalità, dovrebbe fa rientrare nell'equità sociale(e quì sì che vi rientra anche la Costituzione) secondo cui chi ha più reddito dà più denaro a fisco che lo redistribuisce equamente nelle fasce più bisognose  della popolazione e nei servizi sociali.
#1140
Il problema non è Hegel in sè e per sè,anche se lo storicismo superò il giusnaturalismo umanista come concezione storica.
Hegel lo interpreti  non appropriatamente Mauro.Molto banalmente esemplificando; vedo una pianta, un oggetto del mondo e lo inquadro nel mio pensiero.Per poterlo concettualizzare razionalmente lo comparo agli altri oggetti del mondo e quindi costruisco similitudini e differenze. Mi accorgo che altre piante sono simili e sempre conoscendo studiando costruisco una chiave tassonomica, per classificare ,catalogare quell'oggetto del mondo e concettualizzo in speci, generi ,famiglie, ecc. vale adire in insiemi fino ad arrivare al regno vegetale che comprende tutti gli insiemi dipendenti.
Il problema non è nel metodo,confrontare un oggetto del mondo, inquadrarlo nel pensiero razionale e razionalizzarlo nella coscienza che quindi comprende un pensiero relato ad un oggetto fisico del mondo, che a mio parere è giusto, ma è nella chiave di lettura per leggere il mondo.nel nostro esempio è la chiave tassonomica che costruisce similitudini e differenze. 
Quindi sono nei paradigmi, nei postulati per la costruzione nel nostro esempio del regno vegetale(  vedo che l'apparato riproduttivo dei vegetali posso dividerlo in angiosperme e gimnosperme, ecc)

La politica è un insieme, un aggregato di individui umani dove ognuno è altrui per l'altrui.
La singolarità individuale è irriducibile ed è la legge che lega più individui in una comunità,sapendo che all'interno di essa 
c'è il saggio e il cretino, il sano e il malato, il tollerante e il prepotente. il forte e il debole.ecc.

La contraddizione sta nella chiave paradigmatica costitutiva della legge che governa  i comportamenti e li limita nella regola ,nelle norme. Se io dico che i paradigmi sono, libertà, uguaglianza e giustizia, non posso dalla enunciazione ammettere uno sforamento del forte e del prepotente sopra la testa del pacifico, tollerante e debole. Devo quì dare un limite.

Se l'atto di violazione della legge sta solo nell'uso illegittimo dei propri diritti e accetto che il forte diventa potente economicamente, 
perchè legalmente può farlo,ho creato delle disparità che limitano i tre paradigmi(libertà uguaglianza, giustizia) per alcune parti della popolazione all'interno della giurisdizione della legge e l'amplificano per altre parti di quella stessa popolazione.
Non posso solo enunciare "la legge è uguale per tutti" se so che nella pratica economica il denaro equivale a potere,così come dei ruoli sociali e civili sono più potenti di altri. Non posso dire che la contrattazione, il negoziato è fra pari forze.

Il problema sta nella tolleranza di fuoriuscita del sistema politico che ha  una legge, un ordinamento che deve recepire le diversità "altrui", ma che nello stesso tempo deve tenere conto dei paradigmi, dei principi costitutivi che danno identità comune alle differenze "altrui", diversamente diventa legge della giungla "legittimata e legalizzata".
Il sistema perderebbe coerenza e consistenza e vigerebbe solo il timore fisico della pena con cui si arma lo Stato.

La sinistra ha accettato le contraddizioni esistenti fra dichiarazione enunciativa della Costituzione con  i suoi valori, i suoi paradigmi e poi il mondo pratico quotidiaoi o del vivere che è differente dagli enunciati, vedendo persone più libere  e altre più vincolate, persone con privilegi e "sans papier",chi è disoccupato e chi non sa nemmeno più quanto ha in patrimoni.

E' l'abuso di un diritto che porta per contrappeso alla debolezza di un'altrettanto diritto. 
Non posso dire che la legge è uguale per tutti, quando un contratto di lavoro costruisce già in essere come normativa una forte sperequazione fra datore di lavoro e lavoro dipendente subordinato.E il job act non lo ha promulgato la destra.

Sono gli atti che dichiarano oggi più che mai le coerenze di appartenenza ad un a tradizione politica.
Se si accetta che la legge è mobile e va modificata in funzione del mercato, l'uomo è merce e non più cittadino.
hanno deciso le gerarchie pratiche e l'adattamento delle normative in funzione della realtà economica che non è certo egualitaria nella produzione e distribuzione della ricchezza.
Non è pensabile oggi non toccare le forme della produzione di ricchezza, laddove nei luoghi di lavoro il cittadino-lavoratore è ricattato, e pensare che la sola fase ridistributiva della ricchezza(attraverso la fiscalità e poi con l'assistenza e previdenza) possa compensare quell'anomalia originaria
Il nostro sistema politico è incoerente fra pensiero ed azione,così come fra Costituzione e leggi