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Messaggi - Jacopus

#1126
Assolutamente in disaccordo Pio. Che vi sia un certo tipo di potere che usa la forza è innegabile, ma non è paragonabile ciò che ha commesso la Chiesa quando aveva il monopolio del potere e ciò che commettono le attuali democrazie, anche quando eccedono nell'esercizio del potere. Basti pensare che circa la metà di quelli che scrivono in questo forum cinquecento anni fa sarebbero stati messi al rogo in compagnia di Giordano Bruno, mentre ho dei colleghi che non si sono voluti vaccinare ed al massimo hanno perso qualche mensilità di stipendio. La differenza fra un potere fondato sulla democrazia e quella fondato su una teocrazia è talmente grande che equipararle è completamente errato.
#1127
CitazioneInoltre, mi hai fatto ragionare sul fatto che basta guardarsi intorno e accorgersi che sul pianeta Terra, accade la stessissima cosa: cosa può fare di molto meglio un genitore con il figlio che non vuole amarlo?
Un genitore con un figlio che non vuole amarlo la prima cosa che deve fare è domandarsi "perché non mi ama?". In secondo luogo,
per affermarsi ogni individuo conosce un periodo di ribellione al padre e alla autorità, che di solito corrisponde con l'adolescenza. Un padre di solito, inoltre, "sufficientemente buono" è sempre presente fisicamente e rintracciabile, il che non è per Dio, tipicamente absconditus. In realtà se si dovesse seguire la tua metafora verrebbe da dire che Il Dio ebraico è un Dio che chiede ai propri figli un amore non ricambiato, visto che, a differenza del mio padre terreno, non l'ho mai incontrato nè mi ha accudito, curato, educato, come fa il padre terreno. Quindi e chiudo, la relazione con il padre terreno è una relazione umana, sfaccettata, e che se non patologica conosce anche momenti di odio e di avversione, che vanno accolti. Inoltre l'amore o l'odio terreno si sviluppano su fattori terreni. Come ha detto Phil, personalmente non odio un ente che considero immaginario. Detesto in realtà gli esseri umani ipocriti che usano la religione come velo della loro supposta bontà, ma questo è un altro discorso l.
#1128
Attualità / Auto elettriche
20 Dicembre 2022, 19:38:21 PM
Auto elettriche. Cosa ne pensate? Sono davvero il toccasana dell'ambiente o il classico greenwashing? Qual è la soluzione migliore per la mobilità nel xxi secolo?
#1129
CitazionePerchè dovete sapere, miei cari, che ciascuno di noi è senza dubbio colpevole per tutti e di tutto sulla terra, non solo per la comune colpa universale, ma individualmente ognuno per tutti gli uomini e per ogni uomo sulla terra." Solo quando sarà raggiunta questa consapevolezza "ciascuno di voi avrà la forza di conquistare il mondo con l'amore e di lavare i peccati del mondo con le proprie lacrime".

Per Duc. Questo sarebbe il messaggio rivoluzionario del cristianesimo se applicato senza compromessi, come invece il cristianesimo pratica da millenni. Applicare il perdono al peccatore non è solo un compito gravoso del peccatore ma dell'intera comunità umana. Scindere l'uomo probo dall'uomo malvagio è un processo comodo ma scorretto, se vogliamo dare retta alla citazione iniziale (tratta da i fratelli Karamazov). È vero che al peccatore si da la possibilità di cambiare, ma se non cambia e muore nel peccato è responsabilità di tutti, non solo del peccatore singolo. In realtà il cristianesimo si muove tramite una doppia verità: il perdono e il castigo, ma la percezione finale sembra essere quella di una sovrapposizione con il sistema economico/politico vigente, per il quale la condanna va ai "dannati della terra", mentre il perdono spetta agli "eletti". In realtà il cristianesimo se applicato con il criterio dello starec Zosima, sarebbe così rivoluzionario da oscurare ogni rivoluzione marxista.
#1130
"Io ho vinto il mondo". Se c'è un vincitore c'è anche un vinto. Se c'è un persecutore, c'è anche un perseguitato, se c'è un giusto c'è anche un ingiusto. È questa visione del mondo a "somma zero" di molte religioni ( forse di tutte) a rendermele sospette. Il cristianesimo ha provato a smontare questo meccanismo ma lo ha fatto solo parzialmente: la tradizione non può essere mai rinnegata del tutto, poiché il fondamento ideologico e di potere nasce proprio da essa. 
#1131
Tematiche Filosofiche / Re: SOLIPSISMO 2
14 Dicembre 2022, 10:19:54 AM
ciao Pio. Non so quanti anni hai, ma io che ho superato la cinquantina da un pezzo, non posso fare altro che concordare. Ma questa condizione, a mio parere, deriva proprio da quel processo che esclude l'intersoggettività su un piano paritario, per affermare il modello soggetto/oggetto, dove c'è sempre un vincitore e un vinto, un incube ed un succube, che possono anche sostituirsi nei ruoli, come accade di solito dopo le rivoluzioni, ma che non lascia scampo alla logica finale.

Una ulteriore precisazione, perchè i pensieri portano sempre altri pensieri. L'Uno occidentale è diverso dall'Uno orientale di cui ha parlato Eutidemo. L'Uno occidentale è alimentato dalla Potenza ed il suo simbolo è l'Eroe. L'Uno orientale è alimentato dall'equilibrio e il suo simbolo è l'Alveare. Sono suggestioni, che alimentano altri discorsi ed uno soprattutto. Se l'Uno occidentale è potenza e gioco a somma zero, come è stato possibile che la democrazia sia stata inventata in Occidente?
#1132
Tematiche Filosofiche / Re: SOLIPSISMO 2
14 Dicembre 2022, 09:31:02 AM
Post interessante. Il nucleo dell'indagine è conoscitivo con qualche puntata sul campo dell'azione etica. Puntate inevitabili poiché il modo con cui il soggetto crede di conoscere il mondo, condiziona la sua azione, come ha fatto rilevare Niko.
La mia posizione è inevitabilmente ed ellenisticamente "mesotes", ovvero mediana, sia a livello conoscitivo che a livello etico.
Ma occorre anche fare una premessa. La cultura occidentale rincorre da millenni anche la posizione antidialettica dell'Uno, che riduce le differenze e il polemos. In questo processo i giochi sono sempre a somma zero. C'è un vincitore e un vinto, c'è un soggetto ed un oggetto, c'è una azione e un azionato. Soggetto ed oggetto in questo modo sono entrambi reificati e finisce per non esistere più nessun soggetto vero. La possibile reazione è quella di rifugiarsi nel proprio solipsismo, ed è la soluzione più facile ma anche più sterile. L'altra,  che aprirebbe un'altro vasto discorso è quello di aggiungere un altro elemento alla diade soggetto/oggetto, ovvero, l'intersoggettività, come ha fatto notare Iano e, prima di lui, una corrente molto nutrita di postmarxisti.
#1133
Percorsi ed Esperienze / Re: Osteria Abisso
12 Dicembre 2022, 19:15:27 PM
Il non detto, può diventare un mostro, figlio delle nostre scissioni e delle nostre polarizzazioni. Il "detto" è sempre riconoscimento ed ammissione della nostra ambivalenza. Il non detto lascia in piedi l'alterità e il non riconoscimento. Ma per il "detto" occorre familiarità o intelligenza o entrambe e se c'è un corpo che dice ancor meglio.
Conrad, un giro di prosecco per tutti. Offre la casa.
#1134
Percorsi ed Esperienze / Re: Osteria Abisso
11 Dicembre 2022, 11:05:37 AM
Ti ringrazio Ipazia per essere giunta fino a questa Osteria, che si affaccia sull'Abisso. Abbiamo un'ottima scelta di Prosecco, il miglior vino italiano, indubbiamente.
Dici delle cose che condivido, come non potrei del resto. La conoscenza occidentale è fondata sull'individuo. Ma più passa il tempo e più cerco strade che possano conciliare temi apparentemente inconciliabili. Del resto, posso facilmente ribattere all'oracolo di Delfi con "unus et multi in me". Perché resta il dilemma di essere unici e parlare quindi con noi stessi, ed essere multipli e quindi perdere la nostra identità, per ibridarla con quella degli altri. Fatto, quest'ultimo, altamente scandaloso per il popolo italiano, così fortemente (e anche banalmente), individualista. Restare in equilibrio fra esigenze così diverse potrebbe essere il compito dell'uomo contemporaneo. Un compito però, che non può essere ottenuto individualmente, se non per casi singoli ed eccezionali, ma che va coltivato attraverso l'educazione. Questo è il grande lascito platonico, valido ancor oggi, ma che necessiterebbe una estensione universalistica e non aristocratica come intendeva il discepolo di Socrate.
#1135
Percorsi ed Esperienze / Re: Osteria Abisso
10 Dicembre 2022, 23:33:58 PM
Tempus fugit, Conrad. Fuori dall'Osteria, in quel mondo virtuale che si chiama Logos, avverto talvolta il desiderio di rispondere a qualche discussione. È soprattutto il desiderio di comprendere meglio ciò che scrivo, proprio mentre lo scrivo, piuttosto che impartire lezioni. O forse è il desiderio di trovare qualcuno che rifletta il mio pensiero in un modo ideale e proprio per questo gratificante. Talvolta ho anche trovato questa soddisfazione, almeno parzialmente, attraverso i contributi degli altri partecipanti, Phil, Ipazia, Iano, e tanti del passato, Sgiombo, Sariputra, Jean. Ma il grande sforzo, la grande impresa, è un'altra. Ovvero ascoltare il pensiero degli altri, anche quando quel pensiero e quelle teorie sono lontane e magari contrarie alle mie. Si può e si deve dare loro pari dignità e pari opportunità, perché sono parti del colloquio umano ed hanno sempre una parte di verità.
Una grande notte nera piena di vacche nere, quindi? Forse, oppure un criterio per distinguere le vacche potrebbe esserci? La competenza in quanto si scrive e si propone? La sincerità verso ciò di cui si scrive e si propone? Il desiderio di mettersi in discussione e di comprendere gli altri? Oppure riconoscersi in quei "pochi" frequentatori abituali, che al di là di ciò che scrivono, fanno parte di una comunità e quindi li si accetta con i loro pregi e difetti. Talvolta mi immagino una cena reale con i frequentatori del forum. Dopo quella cena, sicuramente i miei  interventi nei confronti dei partecipanti al forum e alla cena cambierebbero, perché il contatto fisico, visivo, ci ha reso umanamente vicini e diventa più difficile non tollerare qualche difetto, qualche piccolo gesto maldestro contro di noi. Ecco che la relazionalità cambia non solo il nostro atteggiamento ma anche il nostro modo di pensare. Ed allora mi domando se pensare non sia sempre un pensare "con" gli altri, perché non esiste un pensare con "se stesso". Ma non sono realmente sicuro neppure di questo Conrad. Siamo ombre, Conrad, che hanno temporaneamente a disposizione un organismo biologico e nella consapevolezza della finitudine di quell'involucro cercano un senso.
#1136
Attualità / Re: morto nel sonno
10 Dicembre 2022, 07:58:17 AM
L'istat non prevede la voce "morti nel sonno", quindi è impossibile ogni comparazione con un minimo di idoneità per fare riflessioni razionali. Le notizie dei giornali non hanno alcun valore di senso.
#1137
Anthonyi. Sono due questioni diverse, ma anche coerenti fra di loro. Dare importanza ad ogni minimo fatto della vita da parte dei  "materialisti", implica un approccio "autoregolato" dell'umanità, che non deve aspettarsi una fine teologica e teleologica extra/umana e divina. La stessa "autoregolazione" che comporta la libertà di scegliere da parte dei singoli individui cosa fare della propria vita, sia in quanto potenziali genitori, sia in quanto detentori dell propria vita (e quindi non c'è reale contraddizione fra le due posizioni). A me sembra ancora più paradossale questo interesse delle istituzioni religiose per l'uomo fino a un secondo prima della nascita e un secondo prima della morte. Tutto il resto del tempo in cui l'uomo vive, invece va a fortuna, con l'indicazione che comunque bisogna possibilmente restare sempre allegri, perché alle divinità non piacciono i piagnoni. Invece il principio di autoregolazione è coerente e non invoca le divinità secondo l'interesse del momento. L'importanza della divinità che regola l'uomo in modo eteronormativo, però va oltre i semplici motivi religiosi, poiché fissa un principio di autorità che reprime ogni desiderio e volontà di autoregolazione, che può essere usato anche in ambiti completamente diversi dalla religione, come la storia insegna.
#1138
Il sistema che collega emozioni e controllo cognitivo è un sistema top/down e bottom/up, ovvero funziona al meglio attraverso un passaggio di informazioni che sale dalle emozioni alla sfera riflessiva neo corticale e viceversa. Questa reciprocità deve inoltre tener conto delle funzioni corporee, che incidono sia sulle emozioni che sulle capacità cognitive. Ritenere che ci sia un centro direzionale univoco nel cervello, che ci rende quel che siamo, è "l'errore di Cartesio". Il SNC in realtà è strettamente incarnato nel corpo, tanto più se si considera che il SNC è comunque collegato con il Sistema Nervoso Periferico, che detiene, sparpagliati nel corpo milioni di neuroni, cinquecento dei quali nell' intestìno, una sorta di cervello di riserva.
Pensare alla razionalità come a qualcosa di scisso dal nostro corpo preso nel suo insieme è la conseguenza di dottrine religiose che hanno insegnato a considerare il corpo come un luogo "basso", "volgare", preda di istinti e animalità a cui si contrappone la mente, specchio di quella entità impalpabile chiamata anima.
#1139
Per kephas. Ha risposto già Viator in realtà. Le uniche cellule che non possono essere rimpiazzate sono quelle del sistema nervoso
#1140
CitazioneOltre alla precisa osservazione di iano sulla differenza fra identità (onto)logica ed appartenenza insiemistica, aggiungerei che l'esistenza non può essere contraddizione, poiché la contra-ddizione presuppone la "dizione", un discorso il cui significato negherebbe se stesso; tuttavia l'esistenza non è discorso, non è logos. Le categorie del logos, che mirano a descrivere l'esistenza, vengono proiettate sull'esistenza ma non sono l'esistenza in generale. Se, di fronte ad un fiore giallo, affermo «quel fiore è rosso», l'esistenza di quel fiore non è scalfita dalle mie parole, tanto quanto le mie parole non perdono di significato per la mancanza di corrispondenza con la realtà; la falsità non è infatti assenza di significato/senso (semmai è assenza di referente).
L'esistenza stessa della contraddizione logica non è contraddittoria: se scrivo «oggi è e non è giovedì», l'esistenza di questa contraddizione non è contraddittoria, poiché tale affermazione, nello scriverla, esiste palesemente senza contraddizione (si avrebbe contraddizione di esistenza se tale scritta esistesse e non esistesse allo stesso tempo). Ciò che è contraddittorio è il significato dell'affermazione, ma ciò non ne contraddice l'esistenza. L'esistenza e il discorso sull'esistenza non si confondono in una logica attenta e, fino a prova contraria, non esistono contraddizioni ontologiche fuori dal linguaggio, nel "mondo extra-linguistico".
Forse la contraddizione cui fa riferimento Mario Pastore è relativa a quella che possiamo definire ambivalenza più che contraddizione. L'ambivalenza è una condizione umana universale e riguarda l'esistenza. Il suo nocciolo originario dice: esisto ma non esisto, perché non esisterò per sempre e perché il mio esistere di oggi sarà diverso dal mio esistere di domani e perché il mio esistere è corrotto dall'esistenza degli altri eppure cerco incessantemente gli altri. Odio e amore, cura e indifferenza, violenza e dolcezza, carità ed egoismo convivono in ognuno di noi creando per ognuno un modello unico e irripetibile di ambivalenze.