Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - Carlo Pierini

#1141
Citazione di: sgiombo il 06 Settembre 2017, 13:01:27 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 06 Settembre 2017, 01:52:16 AM
CitazioneQuesto tipo di verità é quella dei giudizi sintetici a posteriori; ed é inevitabilmente incerta; salvo immediate constatazioni empiriche particolari concrete (non induzioni!) nel qual caso é comunque effimera perché. passando il tempo, immediatamente dopo la cessazione della immediata constatazione empirica stessa diviene "ricordo", oggetto di memoria", e in quanto tale é -divenuta- dubitabile).
La verità dei giudizi analitici a priori (fondata sul P. d. N. C.) é invece certa (se sono svolti correttamente, fatto che può essere affermato o negato da un giudizio sintetico a psosteriori, dunque incerto, dubbio; e salvo Goedel), ma del tutto "sterile" circa la conoscenza della realtà (circa ciò che é/accade realmente o meno).

CARLO
Fammi un esempio di giudizio sintetico a priori e ti mostrerò che esso è comunque verificabile dai fatti dell'esperienza, e che, se non lo è, non serve né alla logica né alla conoscenza, cioè, è una sega mentale allo stato puro. "Astrarre" continua a significare "trarre da-", cioè, trarre dall'esperienza, non aprire la bocca e darle fiato. Scusa la rudezza, ma io abooooorro le astrazioni pure che sono tali  proprio per sfuggire a verifiche che potrebbero rivelare la loro vuotezza di significato. E ancor di più aborro Kant che è il primo grande abusatore di queste astrazioni mistificatorie.
CitazioneGli ippogrifi hanno ali sufficienti a farli volare fino a circa 100 metri.
Il campanile di una certa chiesa é alto 80 metri.
Ergo volando gli ippogrifi possono raggiungere il campanile della chiesa.

(E voglio proprio vedere dove trovi un ippogrifo per farmi vedere che tutto ciò sarebbe verificabile dai fatti dell' esperienza).

CARLO
Infatti ho chiarito che << se non è verificabile dai fatti dell'esperienza, non serve né alla logica né alla conoscenza, ma è una sega mentale allo stato puro>>. E tu me ne hai fornito un esempio.
"Ippogrifo" è un significante privo di significato reale, quindi ciò che hai detto non ha senso.
#1142
Tematiche Filosofiche / Re:Essere o non essere
06 Settembre 2017, 13:00:02 PM
Citazione di: green demetr il 06 Settembre 2017, 11:27:18 AM
Dunque non esistono mappe che aderiscono al territorio, perchè il territorio è quello che viene deciso dalla mappa.

Ogni affermazione sulla realtà è una mappa. E questa tua affermazione-mappa: <<non esistono mappe che aderiscono al territorio>>) aderisce al territorio? Oppure hai arbitrariamente deciso tu qual è il territorio? 
Tutte le mappe sono arbitrarie, tranne la tua?
Non sono domande retoriche; gradirei una risposta logica.
#1143
Citazione di: green demetr il 06 Settembre 2017, 11:33:10 AM
1 -La frase "io amo la filosofia" Come può essere verificata dal PDNC?
2 - La terra è rotonda? A me non sembra. E' vagamente rotonda.
3 - Cosa vuol dire la parola "vagamente"?

1 - il PDNC è una regola logica del linguaggio, non uno strumento di verifica dei contenuti del linguaggio rispetto al suo oggetto. Se tu ami la filosofia, l'enunciato è vero; se invece non ami la filosofia, l'enunciato è falso. Ma, dalla domanda che mi fai, arguisco che, a te, della filosofia "...nun te ne po' fregà de meno", altrimenti avresti chiarito da solo questa ovvietà logico-filosofica.

2 - Infatti l'enunciato vero è: <<La terra è rotonda>>, non <<la terra è perfettamente sferica>>. E' sottinteso che "rotonda" sia un'approssimazione di "sferica". Quindi quello che hai detto tu è una verità assoluta.

3 - La parola "vagamente" è ridondante se associata a "rotonda", per quanto già detto. Quando diciamo che una palla è rotonda non vogliamo dire che essa sia perfettamente sferica.



L'angolo musicale:
M. ZARRILLO: Mary
https://youtu.be/FnOYAFMDAYE
 
SHAKIRA & M. BOSÈ: Si tu no vuelves
https://youtu.be/iiVuTNXtY_k
#1144
Citazione di: baylham il 05 Settembre 2017, 17:29:26 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 05 Settembre 2017, 13:37:30 PM
Citazione di: baylham il 05 Settembre 2017, 12:02:56 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 05 Settembre 2017, 11:36:12 AM
Citazione di: baylham il 05 Settembre 2017, 11:20:43 AM
"Qui e ora Il Sole gira intorno alla Terra"
C'è qualcuno che è in grado di dimostrare la falsità di questa verità assoluta?

Se avessi appreso le nozioni più elementari della fisica, sapresti che una massa come quella del Sole non può gravitare attorno ad un'altra massa 300 mila volte più piccola, come lo è la Terra; ma può succedere solo il contrario.

Per contestare la mia "verità assoluta" sei passato dal qui ed ora al sempre e dovunque, un cambio di prospettiva rilevante.

Quale cambio di prospettiva? Ti ho semplicemente detto che la tua affermazione è falsa perché viola una legge fisica di validità ampiamente dimostrata.

Allora la "legge fisica di validità ampiamente dimostrata" su cui si regge la verità assoluta "adesso la Terra gira intorno al Sole" è a sua volta una verità assoluta o relativa?

Una volta specificato: "nel dominio di uno spazio-tempo non curvo", si tratta di una verità assoluta. Tant'è, che i calcoli per i viaggi delle sonde spaziali si basano su quella legge fisica (Newton); e se si è riusciti a far atterrare la sonda Rosetta su una cometa, vuol dire che è pienamente valida.
In altre parole, la relatività einsteiniana non ha confutato la verità delle leggi di Newton, ma ha ristretto l'ambito in cui esse continuano ad essere assolutamente vere.
#1145
Citazione di: acquario69 il 06 Settembre 2017, 07:22:30 AM
CitazioneCARLO PIERINI
"Filo-sofia" significa "amore per la sapienza", non amore per l'attività del pensiero fine a se stessa.


ACQUARIUS69
Pienamente d'accordo !!
La terra gira intorno al sole....vero!
in questo preciso momento sto scrivendo attraverso una tastiera...credo sia vero anche questo  ;D

Quindi credo sia legittimo dire che ci siano cose "vere"...

Ma affermare qualcosa di "vero" può corrispondere alLA Verità?


...Ohhh, finalmente una domanda intelligente!
Cosa significa "LA Verità", dal momento che noi umani conosciamo solo le verità? La prima risposta che ci viene in mente è che LA Verità è la somma di tutte le verità possibili sul mondo, su noi stessi e su Dio. Ma allora la domanda nasce spontanea: la somma di tutte le verità possibili è una somma finita o infinita? ...Perché se è finita possiamo considerare LA Verità come una meta virtualmente raggiungibile, altrimenti dobbiamo considerarla solo come una chimera, un ideale irraggiungibile. Anche in questo caso tutto ci porta a pensare che quella somma sia infinita, così come sono infiniti i punti di un piano geometrico senza limiti e, se così fosse, quanto più ampliassimo il campo delle nostre conoscenze, tanto più grande sarebbe il suo "perimetro", cioè il confine tra ciò che conosciamo e ciò che non conosciamo; in definitiva ci infogneremmo in quella situazione paradossale secondo cui più alto è il numero di verità che accumuliamo più si fa grande il territorio della nostra ignoranza: più sapremmo, meno sapremmo!! Vivremmo, cioè, quella che G. Simmel considerò una vera e propria "tragedia della Cultura". Scrive Simmel:

"...il progresso della cultura regala all'umanità sempre nuovi domini; ma il singolo soggetto si vede sempre più escluso dal godimento di essi. E a che serve una ricchezza che l'io non può mai tramutare in proprio stabile possesso? Non sarà per esso solo un'oppressione, piuttosto che una liberazione? Con considerazioni del genere il pessimismo intorno alla cultura ci viene incontro proprio nella sua formulazione più acuta e radicale. [...] l beni prodotti da questo sviluppo si accrescono continuamente in quantità, ma proprio in questa crescita cessano di essere utilizzati da noi. [...] L'io si vede schiacciato dalla sue varietà e dal suo peso continuamente crescente, ricavando dalla cultura non la consapevolezza della propria forza, ma solo la convinzione della sua impotenza spirituale. [...] La vita spirituale consiste in un continuo progredire; quella dell'anima in un sempre più profondo ritorno a se stessa. I fini e le vie dello «spirito oggettivo" possono quindi non essere gli stessi di quelli della vita soggettiva. [...] È come se la mobilità creatrice dell'anima morisse nel proprio prodotto. [...] I contenuti mediante i quali l'io deve perfezionare la propria organizzazione per farne un mondo [...] unitario, non appartengono soltanto all'io: essi gli sono dati provenendo da un al di fuori spazio-temporale ideale; sono nello stesso tempo i contenuti di altri mondi, sociali e metafisici, concettuali ed etici e possiedono in questi forme e connessioni fra loro che non vogliono coincidere con quelle dell'io. Questa è la vera tragedia della cultura. Infatti un destino tragico, diversamente da una triste sorte o da una sorte che derivi dall'esterno la propria rovina, è caratterizzato in questo modo: le forze distruttrici dirette contro un'entità scaturiscono proprio dagli strati più profondi di questa stessa entità e con la sua distruzione si compie un destino che era innato in essa e che costituisce lo sviluppo logico della stessa struttura con cui l'entità ha costruito la propria positività» (G.Simmel, Concetto e tragedia della cultura, pp 98-99)".    

...Ma c'è una scappatoia a questa "tragedia": se l'infinità dello scibile non fosse comparabile con quella dei punti di un piano geometrico infinito, ma con quella dei punti (comunque infiniti) di una superficie sferica? Cioè se la Conoscenza non fosse piatta - come crede Simmel insieme a tutti noi -, ma fosse rotonda? ...Questa sì che sarebbe una vera "rivoluzione copernicana" del Sapere. Avremmo ancora un numero infinito di punti, ma la Geografia ci ha insegnato che c'è un abisso - in termini di cartografia - tra un territorio piatto e infinito e un territorio sferico (o sferoidale): nel primo caso ci troveremmo in piena "tragedia" geografica, mentre nel secondo caso ...la musica cambierebbe radicalmente!  Ma cosa potrebbe voler dire, in termini epistemologici "sfericità della Conoscenza" ?
Vi invito a riflettere e ad avanzare ipotesi. Poi vi dirò qual'è la mia idea!



L'angolo musicale:
DIDO: Life for rent
https://youtu.be/OFtNChII78k

C. PUTH: Marvin Gaye
https://youtu.be/igNVdlXhKcI
#1146
Tematiche Filosofiche / Re:Essere o non essere
06 Settembre 2017, 10:02:36 AM
Citazione di: Apeiron il 05 Settembre 2017, 09:18:23 AMIl fatto di rendere le nostre mappe sempre più accurate non ci può portare a dire di essere a conoscenza della realtà così come il fatto di conoscere ogni centimetro quadrato di Roma non mi fa conoscere veramente Roma finché non la visito.


Ripeto ancora che la mappa della conoscenza non è una mappa, ma la somma di milioni di mappe che descrivono lo stesso oggetto da milioni di punti di vista diversi. Infatti, di Roma non esiste solo la mappa geografica, ma anche quella dei musei, dei monumenti, Google street view, le poesie di Trilussa e di Gioachino Belli, le migliaia di film girati a Roma dalle origini del cinema fino ai giorni nostri, l'immensa mappa della storia di Roma e dell'Impero Romano, milioni di guide-mappe della basilica di S. Pietro, ecc., ...che sommate insieme ti danno un'idea di Roma incommensurabilmente più completa di quella che avresti se ti limitassi a visitare la città di persona, da ignorantello e senza nessuna di queste mappe.
Quindi, invece di rimanere ipnotizzati di fronte ai labirinti mentali astratti, infantili e privi di riferimenti reali di un Kearney qualunque, o di un Kant tutto-chiacchiere-e-niente-fatti, o di un inutile Popper, ci si deve abituare a cercare nella realtà concreta l'origine di ciò che si teorizza, di ciò che si ab-strae, invece di illuderci di spiegare (o di non spiegare) il mondo dal chiuso di idee tanto più anguste, contorte e velleitarie quanto più prive di riscontri reali che ne confermino la validità. Questo ci ha insegnato la scienza: che le chiacchiere sono solo chiacchiere fuorvianti se non sono corroborate dall'osservazione dei fatti della nostra esperienza. E la filosofia dovrebbe prendere la scienza come esempio del corretto filosofare, invece di montare in cattedra e dichiarare che l'osservazione empirica non garantisce alcuna verità. Se l'osservazione empirica non garantisce alcuna verità, figuriamoci quanto può essere garantita la verità di elucubrazioni della minchia che ignorano persino i fatti più elementari della conoscenza, che vogliono, cioè, pontificare sulla Conoscenza senza nemmeno sapere cosa sia, solo sulla base di una mappa personale fondata sull'ignoranza.
Il pensiero (il Verbo) è nato per sposarsi con il mondo e fecondarlo, non per rimanere chiuso all'interno della "scatola cranica" per praticare uno sterile onanismo intellettuale.

"...E vidi la nuova Gerusalemme scendere dal cielo vestita come una sposa ornata per il suo amato. "Ecco, la tenda del Signore è col genere umano ed Egli risiederà con loro, ed essi saranno suoi popoli. E Dio stesso sarà con loro ed asciugherà ogni lacrima dai loro occhi". (Apocalisse, 21:1- 6):
#1147
Citazione di: sgiombo il 05 Settembre 2017, 21:50:37 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 05 Settembre 2017, 11:24:29 AM
Il principio di non contraddizione (p.d.n.c) vieta la coesistenza di una proposizione che afferma una certa cosa e una proposizione che, sotto il medesimo rispetto, la nega. Questo significa che in presenza di una coppia di proposizioni di questo tipo, noi dobbiamo eliminarne una, ma, se il p.d.n.c. tace in merito al criterio che dobbiamo seguire per operare questa scelta, è perché evidentemente pre-suppone l'esistenza di un principio della logica che precede il p.d.n.c. stesso e che ci detti tale criterio. E a quale altro principio può riferirsi la logica se non quello secondo cui la proposizione da eliminare sia, tra le due, quella che non risponde a verità, cioè quella che contraddice la verità?
La conclusione di questo elementare ragionamento è che il p.d.n.c. non è altro che una conseguenza diretta del vero principio primo della logica, quello secondo cui <<la verità non può essere negata>>. In altri termini, "p.d.n.c." non significa altro che <<principio di non contraddizione della verità>>.


Anche da questo punto di vista, il relativismo è fuorilegge, viola il primo principio della logica. Quindi deve essere eliminato dal novero delle filosofie, così come si elimina qualunque proposizione che contraddica la verità.


CitazioneMa verità non significa necessariamente conoscenza (di ciò che é/ accade realmente o meno).


Sono d'accordo, se per "realmente" si intende solo dei fenomeni fisici. Non sono d'accordo se includiamo tutti i possibili oggetti dell'esperienza (che includono anche le esperienze soggettive reali). Non esiste conoscenza senza oggetto della conoscenza, così come non ha valore un significante che non trovi il suo significato nell'oggetto a cui si riferisce.

CitazioneQuesto tipo di verità é quella dei giudizi sintetici a posteriori; ed é inevitabilmente incerta; salvo immediate constatazioni empiriche particolari concrete (non induzioni!) nel qual caso é comunque effimera perché. passando il tempo, immediatamente dopo la cessazione della immediata constatazione empirica stessa diviene "ricordo", oggetto di memoria", e in quanto tale é -divenuta- dubitabile).
La verità dei giudizi analitici a priori (fondata sul P. d. N. C.) é invece certa (se sono svolti correttamente, fatto che può essere affermato o negato da un giudizio sintetico a psosteriori, dunque incerto, dubbio; e salvo Goedel), ma del tutto "sterile" circa la conoscenza della realtà (circa ciò che é/accade realmente o meno).


Fammi un esempio di giudizio sintetico a priori e ti mostrerò che esso è comunque verificabile dai fatti dell'esperienza, e che, se non lo è, non serve né alla logica né alla conoscenza, cioè, è una sega mentale allo stato puro. "Astrarre" continua a significare "trarre da-", cioè, trarre dall'esperienza, non "aprire la bocca e darle fiato". Scusa la rudezza, ma io abooooorro le astrazioni pure che sono tali  proprio per sfuggire a verifiche che potrebbero rivelare la loro vuotezza di significato. E ancor di più aborro Kant che è il primo grande abusatore di queste astrazioni mistificatorie.

SGIOMBO
Lo scetticismo non può essere razionalmente superato.


CARLO
...E allora ri-ri-ri-propongo i quattro enunciati che io considero delle verità assolute e tu spiegami perché non dovrebbero essere considerate tali.

1 - La Terra non è piatta (fino a questo momento)
2 - La terra gira intorno al sole e non viceversa (fino a questo momento)
3 - Il fuoco non è una sostanza (come si credeva prima di Lavoisier), ma una reazione chimica;
4 - Il sangue del nostro corpo non è statico (come si credeva prima di William Harvey), ma circola nelle vene

Prova a proporre qualche possibile motivo di scetticismo fondato su fatti reali.


L'angolo musicale:
BOB SEGER: Against the wind
https://youtu.be/trgMs8Kv0PI

HARRY NILSSON: Everybody's talking
https://youtu.be/55xQu9eIPIA
#1148
Tematiche Filosofiche / Re:Essere o non essere
06 Settembre 2017, 00:09:57 AM
Citazione di: Phil il 05 Settembre 2017, 16:06:09 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 04 Settembre 2017, 23:13:25 PM
Perché non l'hai chiesta anche a Korzybski la medesima dimostrazione? Sarà, forse, perché il suo è davvero un dogma che, come tale, non può portare nessuna osservazione reale a suo supporto?
Davvero chiedi "un'osservazione reale" a "supporto" del fatto che "la mappa non è il territorio"? Guarda una mappa dell'Italia e poi alza lo sguardo intorno a te  ;)
Fuor di metafora, vuoi una prova "reale" del fatto che "il dire non è il detto"? Prova ad aprire una porta usando la parola "chiave"  ;D

Se per giustificare la "mappa" di K. mi tiri in ballo la sua concordanza con il territorio (la parola "chiave" non apre una porta), vuol dire che allora ci credi che la mappa può rispecchiare il territorio.
...E comunque, io non ho mai parlato di identità mappa-territorio (identità della parola "chiave" con la chiave reale), ma sempre di concordanza-complementarità tra mappa e territorio (ordo et connexio idearum ac ordo et connexio rerum). Per cui il tuo esempio è sballato.
In altre parole, so benissimo che la mappa non è il territorio, ma ciò non impedisce necessariamente la conquista di verità definitive e indubitabili.

Citazione di: Phil il 05 Settembre 2017, 16:06:09 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 04 Settembre 2017, 23:13:25 PM
La verità è la concordanza tra ciò che si dice e ciò che è; e io ho detto che "la Terra gira intorno al Sole" non che "la Terra girerà in eterno intorno al Sole"; ho usato il verbo al presente, e se non ti basta, posso anche aggiungere nell'enunciato la data e l'ora in cui l'ho detto

Se mettiamo alla presunta "verità assoluta" postille e note del tipo: "fino ad ora", "qui", "in questo senso", "in tal contesto", "fino a prova contraria", etc. che fine fa la sedicente "assolutezza"?

Ancora non hai capito che una verità è "assoluta" non quando esprime l'onniscienza sui termini che la esprimono, ma solo quando è "sciolta da" ogni condizione che possa invalidarla?
E' proprio per questo gonfiamento smodato e indebito del significato del termine "assoluto" che i relativisti rifiutano il concetto di "verità assoluta". Ari-ri-ri-ritorno per l'ennesima e ultima volta sul noto emblema di  verità assoluta: <<la Terra gira intorno al Sole e non viceversa>>. Affinché questo enunciato  sia una verità assoluta, non è necessario snocciolare tutte le verità possibili riguardo ai termini Terra" e "Sole", altrimenti, non potremmo mai affermare nulla di nulla; ma è sufficiente una concordanza rigorosa tra l'idea della Terra che gira intorno al Sole (non viceversa) e la realtà oggettiva. Punto.
Quando giuri davanti a un giudice di "...dire la verità, tutta la verità e nient'altro che la verità", ti impegni forse a raccontare tutta la tua vita, giorno per giorno, da quando sei nato fino al momento dell'evento criminoso che si vuole chiarire e giudicare con una sentenza? Oppure ti limiti a raccontare solo i fatti necessari ai fini del chiarimento della verità processuale? La risposta è banalmente evidente! E se il tuo racconto concorda rigorosamente con quei fatti, tu hai detto "la verità, tutta la verità e nient'altro che la verità", cioè, la tua è una verità definitiva e non confutabile, ossia, una verità assoluta. Questo si chiama "buon senso", non la pretesa che io ti racconti la storia dell'intero Universo per non essere accusato di falsità se ti dico semplicemente che "ieri sera son andato al cinema".
...E' possibile che proprio in un NG di filosofi (o presunti tali) io debba perdere tutto questo tempo per spiegare delle minchiate come questa, che capirebbe al volo anche un bambino dell'asilo?
Intendi ora perché dico che il relativismo è un virus che colpisce l'intelletto e lo fa regredire fino allo stadio pre-scolastico?
Ogni volta io mi presento in un NG per proporre delle idee nuove e interessanti, e ogni volta mi ritrovo impelagato in discussioni senza fine su questioni da 1a o 2a elementare: se la terra gira o non gira intorno al sole, se il cuore pompa o non pompa il sangue, che la neve è bianca solo se la neve è bianca, se i corvi sono o non sono tutti neri, ecc., insomma, roba da minorati mentali; col risultato che nessuno apre bocca sulle idee che ho proposto. La censura più totale!
...Che vita ingrata quella dei geni come me!  :-)



L'angolo musicale:
PLATTERS: The great pretender
https://youtu.be/FyM8NVl4yBY

ELVIS PRESLEY: No more
https://youtu.be/gYoK-VSuvL0
#1149
Tematiche Filosofiche / Re:Essere o non essere
05 Settembre 2017, 22:48:55 PM
Citazione di: InVerno il 05 Settembre 2017, 17:23:54 PM

CitazioneMa allora, se la logica stessa del linguaggio ti obbliga a presupporre la possibilità della verità (pena l'auto-contraddizione), non sarà che la nostra idea di linguaggio, inteso come un'invenzione arbitraria e convenzionale dell'uomo, che nulla avrebbe a che vedere col mondo, è un'idea sballata e che esso, alla stregua di tutti gli altri simboli (il linguaggio è simbolo), faccia invece parte della Natura (nel senso pagano di materia+spirito) e che emerga da essa come potenziale immagine speculare della Natura stessa? Non sarà proprio questo il senso dell'intuizione religiosa secondo cui "in principio era il Verbo, per mezzo del quale tutto è stato fatto"?. E non sarà proprio questo il senso anche dell'idea leibniziana che vede una "armonia praestabilita" (almeno potenziale) tra linguaggio e cosa, tra soggetto e oggetto? ...Oppure dell'idea platonica secondo la quale ogni ente sensibile discende da un corrispondente "modello celeste" (l'archetipo), fatto della stessa sostanza delle idee (cioè del Verbo)? ...Oppure il senso delle credenze, diffuse in tutto l'arco spazio-temporale della nostra tradizione mitico-religiosa, secondo le quali...

tu prendi il linguaggio come una specie di corpus conoscitivo calato dall'alto (o di riflesso) tuttavia il suo sviluppo non sembra esattamente cosi lineare da poter far supporre  ciò.

"Calato dall'alto" nel senso di "ispirato". Ma si tratta di una ispirazione inserita in un processo storico evolutivo millenario (anzi, centi-millenario) e, come tale, non lineare. In ogni angolo del globo e in ogni epoca (tranne la nostra) domina l'idea del linguaggio come "dono degli dèi": oltre al cristiano "...in principio era il Verbo", il Dizionario dei Simboli scrive:

"<<Al principio era Brahma>>, dicono i testi vedici, <<con lui era Vàk, la Parola>>. Nell'Islam il Verbo è chiamato Kalimat Allah, Parola di Dio o parola instauratrice, che produsse ogni cosa e ogni oggetto. (...) Nel Samyutta nikaya (2:221) si dice che Kashyapa è <<il filgio naturale del Beato,, nato dalla sua bocca, nato dal Dhamma>>. Il Dhamma riconduce al linguaggio primordiale di Manu. (...) Per i Dogon la parola fu data all'uomo dallo Spirito Primo Amma, precedente la creazione. (...) Per i Bambara, Uno, l'unicità prima, è la cifra del Signore della Parola e della Parola stessa. (...) Per gli indios Guarany del Paraguay, Dio ha creato il fondamento del linguaggio prima della creazione. (...) La scienza delle lettere alfabetiche - molto sviluppata nella tradizione islamica come nella Cabala, è fondata sul loro valore simbolico. Per gli Hurufi, il nome non è altro che l'essenza stessa della cosa nominata. L'universo intero è il prodotto di queste lettere, ma è nell'uomo che esse si manifestano; per essi, le 32 lettere dell'alfabeto arabo persiano sono le manifestazioni del Verbo in sé, gli attributi inseparabili della sua essenza <<indistruttibili come la Verità Suprema >>. (...) In India, Sarasvati, dea della parola è designata anche come dea alfabeto (lipidevi) e le lettere si identificano con le parti del corpo". [J. CHEVALIER & A. GEERBRANT: Dizionario dei simboli]

Questi sono solo pochi esempi tra i numerosissimi possibili. Si tratta, naturalmente, di immagini concettuali di carattere simbolico; ma resta comunque da spiegare questa generale convergenza verso l'idea di un'origine trans-personale del linguaggio.

INVERNO
Per esempio, prima del "soma" greco non esisteva una parola per definire "corpo" (corpse in inglese ancora ancora significa "cadavere"  a memoria del fatto che importarono la parola senza avere il concetto sotteso), come mai alcune lingue ancora per dire "corpo" sono costrette ad elencare i propri arti ed amenicoli? Non sono stati baciati dalla natura? Eppure è una parola piuttosto importante. In russo generalmente "essere" si omette, non dico che non ci sia, è sottinteso, ma sistematicamente viene omesso in quanto "ovvio", se  dici "sono a Mosca" i moscoviti capiranno subito che non sei uno dei loro. Come mai il riflesso del "Verbo" (che è logos) è cosi ondivago? Per non parlare di strutture linguistiche estremamente diversificate che hanno poco o niente della lingua "moderna". Se la risposta è che la linguistica è una convenzione, allora sei sulla mia stessa barca, ma allora la (N)atura non c'entra niente con le convenzioni, senza perciò negare che vi sia un "quid" innato che predispone l'uomo alla vocalizzazione e all'astrazione. Un esempio diverso è che tutto il mondo conta base dieci, da qualche anno un simpatico gruppo di matematici ha proposto di passare a base dodici, perchè dodici è multiplo di più numeri e molte più frazione di esso evitano i "fastidiosi" decimali. Purtroppo abbiamo dieci dita, e almeno ai bambini (almeno fino a qualche anno fa) fanno comodo per contare. Immagina due universi paralleli, uno dove si conta in base dieci e uno in base dodici, io ti chiedo, quale dei due è riflesso del "Verbo" e quale "semplice convenzione"?

CARLO
Non si può affrontare in modo così "analitico-meccanicistico" l'argomento della produzione del simbolo. L'ispirazione non è una trascrizione integrale dell'archetipo nel linguaggio umano, ma il prodotto di una dialettica tra il "modello originario" e la cultura che lo esprime. Si tratta cioè di una influenza, di un influsso sulla cultura; influenza che è riconoscibile solo attraverso l'osservazione comparata tra simbolismi o espressioni culturali diversi e reciprocamente non-comunicanti.

INVERNO
Peraltro, non per infierire, ma visto che citi il il palazzo di Ceylon, l'idea  di inizio novecento che l'architettura sacrale fosse cosi costituita per riflettere o comunicare un messaggio ontologico, è davvero bislacca, visto che la ricorrenza più comune è la forma fallica, dovremmo trarre per deduzione che la sacralità è una forma di sessualità repressa, quindi al posto di Jung dovremmo cominciare a citare  Freud e a Jung non piacerebbe ;)

CARLO
Beh, ormai lo sanno anche i bambini che il lingam indù è uno degli infiniti simboli del Principio creatore originario, al di là delle eresie interpretative di Freud.



L'angolo musicale:
GIANMARIA TESTA: Un aeroplano a vela
https://youtu.be/q88X1hZsKoY

PAOLO CONTE: Sant'America (tenore Savino Schiavo)
https://youtu.be/1s1susFokno

TESTO (Sant'America)
Là dove 'o raggiunamiento
nun se quaglia, nun sape arrivà
manduline co' grazia e turmento
chille, sì, chille sanno parlà...
Comodamente assettate
se mettettere calmi a sunà
prufessure guardanne a nuttata,
suspettanne na divinità...
surda, facennose viento,
Sant'America stava a guardà...

Chiare, cchiù chiare d'a luna,
'sti pparole scabbruse 'e spiegà..
chille vengono 'e 'nate treatre
sprufunnato dint' antichità..
Chesta è 'na recitazione
sopraffina a chi sape ascultà,
chesta è 'na interpretazione
esclusiva a chi tira a' ccampà...
#1150
Tematiche Filosofiche / Re:Essere o non essere
05 Settembre 2017, 19:08:11 PM
Citazione di: Angelo Cannata il 05 Settembre 2017, 17:25:53 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 05 Settembre 2017, 14:12:16 PMLa filosofia è anche una attività del pensiero
...
E "sapienza" è la conoscenza della verità sul mondo e su noi stessi.
L'esordio potrebbe essere preso per una discussione critica su ciò che dice il vocabolario, ma viene a risultare del tutto infondato.
Visto che scrivi che, rispetto a ciò che dice il vocabolario, filosofia non è solo, ma anche un'attività del pensiero, sarebbe interessante se tu riuscissi ad indicare qualche tipo di filosofia che non è attività del pensiero.

Tutte le filosofie sono anche attività di pensiero. Attività che però non è fine a sé stessa, ma è finalizzata alla ricerca della verità.  

ANGELO
Che sapienza sia "la conoscenza della verità sul mondo e su noi stessi" corrisponde alla solita pretesa di pontificare definizioni senza curarsi di consultare alcuna enciclopedia o vocabolario.

CARLO
I vocabolari non sono stati scritti dal dito di Dio, ma da uomini come me. Infatti, se prendi un dizionario filosofico puoi leggere:
"Per Platone la Filosofia implica: 1 - l'acquisizione della conoscenza più valida e più estesa possibile; 2 - l'uso di questa conoscenza a vantaggio dell'uomo.  ...Per Cartesio la F. è finalizzata ad una perfetta conoscenza di tutte le cose che l'uomo può conoscere.   Per Kant è la scienza delle relazioni tra le diverse forme di conoscenza. ...Per Aristotele è la scienza della verità. ...Per Fichte è la scienza di tutte le scienze. ...Per Dilthey è lo studio della fondazione del sapere. ...Per Locke è lo sforzo per liberare l'uomo dall'ignoranza. ...Per Sartre è la totalizzazione del sapere". ...E altre centinaia che mettono comunque in stretta relazione la F. con la conoscenza.
#1151
Citazione di: Jacopus il 29 Agosto 2017, 21:44:51 PM
Tra l'altro il concetto di verità è ben diverso da cultura a cultura. L'episteme greca è fondata sull'idea che la verità per essere tale deve essere dimostrata: è in qualche modo l'antesignana del metodo scientifico moderno. L'episteme ha bisogno di essere provata. La veritas latina invece è più connessa alla parola indoeuropea vir, che fa riferimento al significato di fede e che nel linguaggio comune ha il suo reperto archeologico nella parola fede e vera che indicano entrambe l'anello nuziale, simbolo principe della fedeltà.

Queste sono sfumature che hanno il loro peso sul piano delle verità metafisiche. Ma sul piano della conoscenza ordinaria, in tutto il mondo la verità è la concordanza delle parole con i fatti reali. I bugiardi sono uguali in tutto il mondo.
#1152
Tematiche Filosofiche / Re:Essere o non essere
05 Settembre 2017, 14:12:16 PM
Citazione di: Angelo Cannata il 05 Settembre 2017, 13:38:33 PM
Dallo Zingarelli:

filosofia
Attività del pensiero che nei secoli, ininterrottamente dalla Grecia antica fino a oggi, ha avuto come oggetto i fondamenti della realtà, i princìpi e le cause prime delle cose, i modi della conoscenza, i problemi e i valori connessi all'agire umano.

Attività che ha avuto come oggetto: filosofia non è credere a qualcosa, non è condividere qualcosa, è attività. Se c'è attività su quegli oggetti citati, allora c'è filosofia. Lo dice il vocabolario.

Naturalmente il vocabolario può essere criticato, si può essere in disaccordo, ma bisogna dirlo, è questione di onestà intellettuale. Io lo faccio con la spiritualità: ne propongo mie definizioni, in diversi modi relazionate con quello che ne dicono vocabolari ed enciclopedie, ma lo dico: è un mio lavoro sulla definizione.
Al contrario, non è intellettualmente onesto svisare il significato della parola filosofia, non dirlo, e poi in base a questo travisamento pontificare (questo sì che risulta un pontificare) su chi dovrebbe fare filosofia e chi no.
Vuoi mettere in questione il significato della parola filosofia? Ottimo, sono interessato.
Ma se prima non fai questo, non è onesto far finta che il significato della parola filosofia sia quello che tu presupponi.

La filosofia è anche una attività del pensiero. Ma il suo fine è la ricerca della verità delle cose (conoscenza) e dei criteri generali da seguire per questo scopo. "Filo-sofia" significa "amore per la sapienza", non amore per l'attività del pensiero fine a se stessa. E "sapienza" è la conoscenza della verità sul mondo e su noi stessi.
#1153
Citazione di: paul11 il 05 Settembre 2017, 13:15:22 PM
non lo definirei un "principio", bensì una regola della metodica razionale che aiuta nel sistema di relazione  della logica predicativa e proposizionale.
Essendo regola metodica, non è nè un soggetto e neppure un oggetto, semmai sta nella relazione conoscitiva  FRA il soggetto e l'oggetto, dentro la forma linguistica che esprime concettualmente il procedimento gnoseologico od epistemologico

Una regola generale del linguaggio si può tranquillamente chiamare principio. Anche il p.d.n.c. è una "regola della metodica razionale" che Aristotele ha catalogato come "principio".

PAUL11
il problema "è come arrivare alla verità", come si giustifica una proposizione o predicazione rispetto ad un'altra.

CARLO
Qualunque sia il metodo, una volta che una verità si è dimostrata tale (vedi il caso della Terra rotonda), non può essere negata.

PAUL11
Quindi significa che esiste un "confronto" linguistico che presuppone un pensiero che si esprime con  il linguaggio.
Il "principio" di non contraddizione non porta ad una verità, semmai esprime la regola che di un  ente non possiamo affermare una caratteristica e nello stesso tempo dire del contrario. Quindi aiuta a dirimere razionalmente il procedimento deduttivo. e/o induttivo .

CARLO
Infatti si tratta di un principio della logica, non di un principio di conoscenza.
Il principio di complementarità degli opposti, invece, si presenta come principio di conoscenza; ma questa è un'altra storia.
#1154
Citazione di: baylham il 05 Settembre 2017, 12:02:56 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 05 Settembre 2017, 11:36:12 AM
Citazione di: baylham il 05 Settembre 2017, 11:20:43 AM
"Qui e ora Il Sole gira intorno alla Terra"
C'è qualcuno che è in grado di dimostrare la falsità di questa verità assoluta?

Se avessi appreso le nozioni più elementari della fisica, sapresti che una massa come quella del Sole non può gravitare attorno ad un'altra massa 300 mila volte più piccola, come lo è la Terra; ma può succedere solo il contrario.

Per contestare la mia "verità assoluta" sei passato dal qui ed ora al sempre e dovunque, un cambio di prospettiva rilevante.

Quale cambio di prospettiva? Ti ho semplicemente detto che la tua affermazione è falsa perché viola una legge fisica di validità ampiamente dimostrata.
#1155
Tematiche Filosofiche / Re:Essere o non essere
05 Settembre 2017, 13:02:17 PM
Citazione di: Angelo Cannata il 05 Settembre 2017, 12:02:20 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 05 Settembre 2017, 09:54:43 AM...E tu sei certo che <<...non possiamo neanche essere certi che 1=1, oppure che l'essere è >>?
1 - Se ne sei certo, vuol dire che qualche certezza al mondo esiste: la tua. E se esiste la tua, possono esisterne anche molte altre.
2 - Se invece non ne sei certo, vuol dire allora che esiste la possibilità di << essere certi che 1=1, oppure che l'essere è>> e quindi la possibilità di essere certi di molte altre verità.

Questo voler mettere in dubbio solo la verità altrui, senza guardarsi allo specchio, è la smodata presunzione del relativismo. Il relativista, cioè, crede di poter essere al di sopra dei problemi e delle miserie epistemiche che egli attribuisce agli altri : ogni affermazione è fallace, tranne la sua!
Se credi davvero che ogni filosofia sia fallace devi includere anche la tua. E allora, invece di star qui a pontificare, abbandona la filosofia e dedicati a qualcosa di utile: questa sarebbe coerenza con ciò che predichi! ...Altrimenti non credo a una parola di quello che dici.
Sembra che tu abbia letto il mio post con molta superficialità: in esso non c'è nulla di cui pensi di poterlo accusare. Basta leggerlo.
Oltre alla superficialità esprimi anche nervosismo: mi accusi di pontificare, la tua rivendicazione di non credere a ciò che dico sembra una seria minaccia, ma non risulta tanto seria se si osserva che nel mio messaggio non si parla di nulla a cui credere.
Tutto il mio messaggio si potrebbe riassumere in una sola parola: "forse". Ora prova a rileggere la tua risposta e vedi che impressione fa come risposta ad un semplice forse.

Il problema è che tu questo "forse" lo metti dappertutto, anche dove non puoi metterlo; e questa non è umiltà, ma arroganza, pre-sunzione. Chi non crede in Dio, abbandona la religione; e chi non crede nella verità abbandona la filosofia. Perché, se in "virtù" di un assoluto e onnipresente "forse", si predica l'impossibilità di distinguere il vero dal falso, la filosofia diventa un rumore molesto, non uno strumento di comprensione di sé e del mondo.