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Messaggi - paul11

#1141
ciao Mauro(ox...),
Ho dovuto ristudiarmi Hegel ,come adesso studio Platone, per uscire dalle convenzioni culturali in cui vari pensatori lo hanno interpretato e tramandati, per  capire la differenza fra originale autore e interpretazione.
Hegel utilizza la coscienza per operare una sintesi concettuale e razionale fra gli oggetti reali del mondo, il concreto, e l'astrazione del pensiero.Il dato da cui inizia è che le cose in sè e per sè non sono vere, un oggetto reale da solo come un pensiero da solo non reggono ma diventano verità se si opera con il pensiero razionale sull'oggetto del mondo reale.
Questa applicazione della coscienza, come il luogo della sintesi del movimento dialettico del sapere è applicabile nella società, nella misura in cui il singolo individuo è come un oggetto in sè e per sè che necessita di essere parte con altri individui per giungere ad una sintesi storica.
Questo è solo per chiarire un pochino.
Il come sia stato interpretato, dal materialismo allo spiritualismo, dalla politica di destra e dalla politica di sinistra, o di centro, è interpretativo. Spesso hanno preso solo parti del pensiero hegeliano,mistificando invece l'intero pensiero.

L'altrui è importante da capire, per comprendere quella parte di noi che c'è ma non emerge magari per nostra personalità, per nostro carattere. Il problema è quando l'altro non gli importa di capire noi.E' da quì che nasce la legge.
La legge storicamente è quella forma ,il dettame della comunità che impedisce che i forti abbiano sopravvento sui deboli rendendoli schiavi dei loro voleri.La legge limita e condiziona il più forte soprattutto e permette la libertà al più debole.
Questo è un principio, ma sappiamo che la realtà è più infida perchè il forte cerca in tutti i modi persino legali ,il sopravvento.
Nessuna forma organizzativa, dalla monarchia alla democrazia, salvaguarda una deriva verso forme tiranniche.
Di questo sono consapevoli da Platone ad Aristotele, da Hobbes a Locke fino ai nostri tempi.
Il motivo storico dello statuto dell comunità inglese di lasciare al popolo le armi è proprio nello storico riconoscimento nelle common law di accettare pure persino la monarchia, ma il popolo ha il dovere ultimo, otre al potere legislativo, di poter resistere e ribellarsi armandosi di fronte alle tirannie,

La coscienza è ancora un altro problema.La coscienza secondo Nietzsche, secondo un cristiano, secondo un comunista, un fascista, secondo un buddista, ebreo, musulmano, secondo Calvino, Lutero................?

Quello che facevo notare nella discussione  su Trasimaco è che la giustizia come misura nell'antichità era il parametro esterno all'organizzazione umana.Era l'ordine del cosmos.Ripeto il nomos basileus era la sovranità del monarca che incarnava la mediazione fra l'ordine dell' universo da trasmettere nella misura dell'ordine della polis, della comunità umana a sua volta nel dominio fra natura e cosmos appunto. Per questo la Legge è sopra il re, è prima del re,
Storicamente è accaduto che la verità della misura della giustizia sia diventata accomodante a misura dell'uomo dei suoi interessi e utilità che quindi hanno perso il principio della giustizia.La politica quindi diventa fonte di mediazione di interessi, di individui, associazioni, gruppi economici,i partiti di conseguenza perdono la propria originaria teoretica dei principi su cui si costituiscono e si conformano alla mediazione di interessi che gioco forza il compromesso negoziale fa perdere la propria identità storica, perchè si adattano agli interessi e alle nuove forze sociali civili che vengono rappresentati nell'agone politico.
Ecco perchè tutti i partiti si assomigliano una volta giunti al potere.
D'altra parte ognuno di noi ha dei suoi principi, crede di più in certe cose e meno in altre, e nel momento in cui vive in un luogo di lavoro, in una società di persone, viene al compromesso per potere socialmente vivere in pace e non conflittualmente.
Allora se il compromesso e la mediazione sono parte intrinseca e quindi irriducibile per poter convivere socialmente, quanta parte di noi perdiamo ,compromettiamo, e per diventare altro da noi e convivere?
#1142
Citazione di: green demetr il 16 Marzo 2018, 22:13:18 PM
cit Paul
"probabilmente va ripensato tutto, ma di certo quella di oggi non  è sinistra e oggi non si fa politica, si fa visual, immagine, doxa,
Non c'è la forza di un pensiero ,di un percorso.Oggi strategicamente un politico dice una cosa, perchè studi di opinionisti e relative statistiche dicono che per arrivare ad un dato "target" bisogna fare pubblicità (oppps!) in un dato modo.

Questa è antipolitca è decostruzione politica."

E' quello che sostengo anch'io.

Il passaggio successivo è capire che fine ha fatto la politica, per questo al contrario di Maral, che crede più al fare ora, fare adesso, alla Fusaro, è necessario più che mai soffermarsi sul passato e capirne i fantasmi che si trascinano come miraggi, ma siamo nel deserto! Chiosa un Zizek.

Certo egli stesso con l'avvento di Trump e la marea di critiche che gli sono piovute addosso, ha dovuto ammettere che forse lo scotto da pagare per il cambiamento rischia di essere troppo oneroso.

L'inizio della politica pubblicitaria colta nel libro fondamentale "la società dello spettacolo", è giunta al rimbambimento della gente.
La solidarietà della gente era falsa, i centri di quartiere si sono sfaldati, posso solo ricordare di come quando le cellule comuniste andavano in giro a menarci durante i volantinaggi.
E di come tutto la passione fosse quella di menarsi, fascisti contro comunisti, e chi c'era di mezzo (io) veniva preso a botte lo stesso.
Per non parlare dei cortei da 5 persone e 20 carabinieri di scorta.

Era tutto falso, dai carteggi di mio nonno, in avanti, fino ai tradimenti dei sindacati, li ho vissuti tutti in prima persona.

Solidarietà era ed è solo una parola.

Bisogna avere il coraggio di andare nel merito: Perchè la gente deve essere solidale?
E' questo l'unico dato su cui riflettere.

Vi porto avanti io, è inutile prendere mazzate per un altro ventennio. Non ha motivo di essere solidale: terribile, semplice, piano.

Se lo si fa per una morale, come molti fanno, è una morale depensata, si finisce per non ricordare più perchè lo si sta facendo.

Il risultato si chiama corsa alla poltrona, defezioni, dispetti infantili.

Quando la morale non è più vissuta diventa una catena, su cui si spezzano i rapporti umani,

Lo aveva già chiaro il mio ANALFABETA bisnonno socialista prima delle guerra. (evidentemente prima ci si guardava negli occhi)

Si finiva allora per prediligere, per spostare l'attenzione sui diritti, e non più sui rapporti.

Fermo restando che sui diritti, a scapito di diverse vite, la mia famiglia è piena di martiri con stele annessa, io non rinuncerò mai a parlarne.

I diritti oggi sono stati spazzati via, perchè nel frattempo la società è colassata.

Credere che i rapporti siano strutturati dall'economia, è questo il grande sbaglio, errore ciclopico di tutto il socialismo prima e del comunismo poi.

I rapporti sono creati solo quando qualcosa è in comune.

L'evoluzione dei caratteri intellettuali dovuta alle forme democratiche, ci ha fatto sempre più capire, che prima della classe esistono i soggetti.

E che i soggetti non sono un pezzo unico di un ingranaggio universale.

I soggetti sono spezzati, come la letteratura la pittura la filosofia la musica ha intercettato e ribadito per tutto il novecento.

IL compito più alto dell'intellettualità è dunque quello di ricomprendere come il rapporto tra quegli esseri spezzati che noi siamo, da quegli essere perennemente "rimandanti" che siamo, ci consenta di trovare un senso comune.

Il senso signori!

Un senso che non sia ideologico, ma il frutto maturo delle analisi delle nostre paure e di quelle altrui, di come la solidarietà sia più una funzione del nostro stesso essere, che non una funzione di una analisi economica o politica che sia.

Capire che la feticizzazione è intrinseca al nostro agire, e proprio per questo ogni legge che viene emanata diventa un escremento, una traccia, che sempre più ci zavorra per l'avvenire.

Negli scritti anarchici, che provengono da un socialismo illuminato, vi erano tutte queste istanze di progresso.

Ma non vi è progresso senza analisi, e l'unica analisi è quella intellettuale: non vi è scampo (a mio parere).

Lenin o Mao l'avevano capito. L'egemonia intellettuale, è la base SINE QUA NON , vi sia una reale socialdemocrazia.

L'analisi è psicanalitica, non è sovrastrutturale.

Buon lavoro a tutti.
ciao green,
entriamo in un argomento che è profondo come la notte se interpreto bene il tuo discorso.
Se già l'economia è sovrastruttura e la politica altra ancora stratificazione culturale,
e seguendo la tua traccia il problema è psicanalitico, allora i problemi sono la paura e i simboli feticisti che 
costruiscono i dispositivi culturali.
Ne desumo che il problema è come ,di nuovo, si interpreta la natura umana.

Se lo straricco non si accontenta di ciò che ha e per feticismo continua ad accumulare denaro, la morale direbbe che è iniquo 
il suo agire e la sua mente è preda di una paura compulsiva che in realtà non riesca mai a quietare la sua sete di denaro.
Siamo tutti schiavi delle nostre paure e costruiamo forme intelligenti, dei dispositivi culturali per cercarla di bloccarla.
Allora la potenza e il dominio diventano tentativi di sublimazione,ai riti antichi sostituiamo abitudini moderne, nuove consuetudini sociali sostituiscono le vecchie e ci illudiamo che la conoscenza possa appunto costruire forme che quanto meno leniscano le paure. I cani abbaiono ascoltando il tuono, le rondini volano basse ,sentono l'elettricità dell'aria di un temporale in avvicinamento.
Forse abbiamo oltre che paure ancestrali,simili a quelle istintive animali,costruito per nostra caratteristica intellettiva delle costruzioni,ma non siamo mai riuscite a vincere, le trasformiamo storicamente.
La solidarietà allora diventa una esigenza di fare gruppo, di vincere la paura comune.

Ma detto questo Green, e probabilmente è parecchio importante andare  a fondo della tematica, perchè le forme economiche e politiche e l'aspetto morale del tipo è giusto il merito e non l'egualitarismo, è giusta la tirannia e non la democrazia,(sono esempi,,,al contrario) sarebbero effetti sociali, in cui il discrimine è comunque chi conquista il dominio e detta le regole,cioè chi culturalmente e come determina un modo di pensare.
Intendo dire che il debole una volta avuta la rivincita sul forte, se fosse solo la condizione economica  a spingerlo alla rivalsa, una volta divenuto adesso forte continuerebbe le stesse contraddizioni del suo nemico,

Penso, che oltre alla paura ancestrale umana che la conoscenza non riesce a vincere seppur costruisce dei dispositivi culturali dei surrogati di antichi riti,abbiamo un'etica.C'è chi riesce a spingersi non oltre un confine, c'è chi proprio non gli riesce.
Il senso del limite è etico se sociale e morale individuale e aggiungerei, appartiene ad un altro aspetto della natura umana, la coscienza.
Mi fermerei quì perchè il discorso è spinoso e arduo e sentirei, per chi ne ha voglia, altri pareri.
#1143
risposta ad Mauro, Green, Inverno ,ecc
mi pare chiaro che "il mondo" era più facilmente" classificabile qualche decennio fa e mi pare di avere anche scritto che la giusta tesi dell a"fenomenologia del debole" evidenziata da Phil, come risultato sociale del modo contemporaneo di produrre, delle tipologie di lavoro, delle frammentazioni dei luoghi di produzione ,delle  delocalizzazioni, ecc. abbia contribuito a "mescolare le carte".

Oggi si è precari" a  vita, è passato il "lavoro sicuro per una vita",anche se  è ancora in atto la differenza giuridica e contrattuale fra lavoratore in aziende private e chi lavora in enti pubblici .

L'economia mi insegna che il lavoro dà stipendi salari e profitti e il territorio con i suoi servizi è il luogo centrale in cui vengono spesi quei soldi guadagnati.
Fare analisi senza tenere conto il circuito della tracciabilità dal luogo della produzione del reddito al luogo della distribuzione(inteso dove e come vengono spesi  i denari guadagnati) del reddito e del relativo risparmio,significa perdere di vista la realtà e non sapere più dov'è il bandolo della matassa.

I partiti  oggi hanno saltato a piedi uniti questo processo, si presentano come public relation o product manager del marketing e fanno "commercio" politico, vendono il loro prodotto.E' in questo che si assomigliano tutti.

Quando passa una legge Fornero sulle pensioni senza 1 minuto di sciopero generale, significa che ormai il sindacato ha preso determinate strade, e l'arco parlamentare fa passare tutti i trattati a maggioranza o al limite con qualche astensione, vuol dire che quello che accade in parlamento e nei corridoi delle"camere caritatis" non è quello che i pusher della politica ci raccontano.

Quando Amato, Dini, D'Alema, Renzi, sono fra  coloro che hanno toccato le riforme delle pensioni e le riforme sul lavoro compresa la privatizzazione delle scuole , mi porta a pensare qualcosa che lascio a voi immaginare.
Non lo ha fatto la destra, non lo ha fatto Berlusconi, perchè avrebbero mobilitato  i sindacati con gli scioperi generali.

Quando dico l'importanza del  pensiero sociale, intendo la capacità di costruire la rete di aggregazione già nei territori
e questo era praticato dalla fabbrica alla parrocchia.
E' chiaro che ora nel mondo del "ognuno per sè e chi volete voi, per tutti",cadono i fondamentali momenti di aggregazione e di identità,di solidarietà che quanto meno erano barriere difensive se non offensive.


probabilmente va ripensato tutto, ma di certo quella di oggi non  è sinistra e oggi non si fa politica, si fa visual, immagine, doxa,
Non c'è la forza di un pensiero ,di un percorso.Oggi strategicamente un politico dice una cosa, perchè studi di opinionisti e relative statistiche dicono che per arrivare ad un dato "target" bisogna fare pubblicità (oppps!) in un dato modo.

Questa è antipolitca è decostruzione politica.
#1144
Citazione di: InVerno il 16 Marzo 2018, 11:24:18 AM
Citazione di: paul11 il 14 Marzo 2018, 10:05:07 AM
Quì è altrettanto fondamentale capire le tipologie dei partiti storici diversamente dai movimenti e partiti moderni.
Tanto per capirci 5 stelle e Forza italia o cambiano le prassi o spariranno in breve tempo.
La lega tiene perchè ha anche sindacati.
Cosa significa?
Che se un partito politico perde di vista il rapporto-fabbrica(luogo di lavoro) -società-territorio-Stato, diventa un imbonitore venditore di favole, perchè non ha il rapporto faccia -faccia, perchè non costruisce la fase di "reclutamento" dei giovani appassionati.
Mescolare FI e 5s da questo punto di vista ha poco senso, li si può trattare dal punto di vista del partito-azienda (nessuno degli esimi giornalisti italiani ha ancora chiesto a 5s perchè non lavorano opensource) ma dal punto di vista del bacino elettorale prendi un granchio. M5s ha una base e un contatto con essa, ma non è nel secondario, è nel terziario, il 25% del 2013 l'ha fatto in gran parte negli uffici attraverso gli schermi. Con la proposta del reddito di cittadinanza ha aggredito l'elettorato che lavora nel secondario e\o disoccupato, e questa può essere considerata una vera e propria manovra elettorale, ma la base ce l'hanno e rimane principalmente nel settore servizi (unico che può ricevere un "partito digitale"). Questa analisi andrebbe fatta anche dalla sinistra, il politico perderà pure di vista il rapporto con la fabbrica, ma le fabbriche oggi hanno molti meno voti, perchè la gran parte della forza lavoro si è spostata. Le p.iva interessano a qualcuno? Lo snobismo di sinistra non li ha mai considerati, o meglio erano "quelli che evadono" contro i santi a lavoro dipendente.. Bella narrativa, funziona.
Nessuno ha più una base elettorale,del tipo voto tal partito per "fede" e a prescindere da quello che fa e farà
La base elettorale era nel  PCI ,era nella Dc dove nessuno si diceva democristiano e poi raccoglieva 12 milioni di voti..
Nessuno oggi può partire da una base di milioni di voti a prescindere.
e le "sberle" subite negli ultimi anni dimostrano infatti l'erosione della base che piuttosto non vota.
L'elettore oggi vota"per convenienza" non per fede, il che significa in un determinato momento temporale in cui cadono le elezioni ,le condizioni social,economiche del momento, il proprio modo di pensare portano di più verso un certo tipo di partito o movimento o addirittura astensionismo.
#1145
Attualità / Re:Il dilemma del PD!
16 Marzo 2018, 11:03:06 AM
Il problema viene da lontano, troppo lontano........

Quando Berlnguer accettava sottobanco il "compromesso storico" arringando la folla con il siamo "duri e puri", ma di fatto si preparava quell'alternanza politica (vedi il pensiero di Moro) che non è servita a nulla.

Perchè il problema è la strutturazione del debito pubblico (previdenza ed assitenza ) fondato su privilegi di casse mutue a chi grida più forte e magari per primo, attraverso lo scambio economico-politico " io ti concedo un qualcosa se in cambio mi dai il voto..."

Perchè non c' è mai stata una volontà di analisi giuridica sulla formazione delle leggi per cambiare gli "equilibri" di caste sociali esistenti.
Quando nel nostro codice civile vi erano i contratti di "soccida", "enfiteusi", mezzadria"  allora ecco il latifondismo del gattopardo meridionale.
Ogni legge che appare ,non cassa mai completamente la legge preesistente.Avete mai letto una legge? Continui riferimenti ad altre leggi.
Quindi la costruzione del nuovo stratificato su antiche normative, hanno costruito un "mostro" nel concetto giuridico della legislazione italiana, a cui nessuno e dico nessuno ha mai strutturalmente messo mano, per paura di intaccare equilibri di voti di scambio, privilegi.

la mitica semplificazione registra in Italia la coesistenza del nuovo ,vecchio e stravecchio e mai con una coerenza interna.

La cosiddetta sinistra e il Pd come ultimo erede, oltre al siamo "duri e puri" anche quello ormai obsoleto , mai è intervenuta sul piano di una coerenza di una riforme legislativa che emettesse ordine finalmente alle idiosincresie legislative che creano di fatto comportamenti socio economici ormai convenzionali, accettati socio economicamente.

Il Pd è l'ultimo partito credibile per l'Europa, gli altri, compreso Forza Italia, sono stati "fuorigioco".
Non so quando Renzi ,nel suo momento migliore del suo mandato, è andato a ricontrattare in Europa la tolleranza del 3% del pil/debito pubblico, cosa gli abbiano risposto. Renzi ,ma non ci vuole molto a capire, chiedeva una maggiore possiblità delle leve economiche affinchè si creasse il circuito positivo fra generazione di ricchezza-fiscalità-investimenti pubblici- finanza pubblica e privata.

Il fatto che la risposta dell'Europa sia stata "picche" e successivamente Renzi abbia proposto il famoso referendum costituzionale,
mi fa pensare a cosa l'Europa abbia detto a Renzi : "prima le riforme e poi parliamo di economia".
Renzi, e non so quanto sia farina del suo sacco e quanto imposto dall'Europa, ha attaccato la Costituzione italiana cercando più poter esecutivo e meno potere legislativo .L'ipotesi potrebbe essere, se non ottengo più leva economica dall'Europa  ,allora la ottengo aumentando il potere del governo sul parlamento.
sappiamo come è andata.

Ora l'Europa si merita gli interlocutori che avrà, uno che rappresenta la piccola borghesia del Nord e gli altri che stranamente vincono al Sud, con due partiti di ex governi (PD appunto e Forza Italia) in attesa sapendo di poter contare nei numeri che servono a governare e legiferare.

Chiudo dicendo che coloro che firmarono i trattati europei, e si parte da un governo Andreotti ,passando per Ciampi , Prodi ecc.
 ed hanno spacciato per "afrodisiaco" avere una moneta unica senza una data certa di vera Costituzione federale politica dell'Europa, è un ignorante (e spero in buona fede) politicamente, giuridicamente,socialmente.
L'economia insegna che un' unica moneta accettata come misura di scambio economico in economie strutturate in maniera diversa, aumenta sempre più la forbice fra ricchi e poveri seguendo la legge della concentrazione del capitale.
#1146
ciao Mauro,
bene, sulla prima parte del tuo discorso tutto ok e hai perfettamente ragione sul "contratto", e adesso approfondisco.
Già con Eutidemo era in abbozzo il discorso diritto di natura(giusnaturalismo) che ha due matrici :cristiana tomistica e umanistica laica.

La sua rappresentazione formulazione pratica è il "contratto" , la "negoziazione" che come si sa è il principio soprattutto del concetto di mercato, si negozia un prezzo sulle curve della domanda e offerta.

E' fondamentale capire che la lotta di classe è diventata negoziazione nei luoghi produttivi e dei luoghi di lavoro.

Si è costruito un doppio binario nel diritto e molto furbescamente, perchè il "patto sociale" si risolve contrattualisticamente nella pacificazione del conflitto con  i contratti sindacali del le parti sociali.
E'fondamentale capire dove la legislazione in termini di diritto incrocia la scrittura privara di associazioni che non hanno personalità giuridica vera e propria  non sono "enti pubblici" e infatti la Costituzione italiana ad esempio dice poco.

Gli endemismi, le specificità legislative dei vari Stati occidentali hanno incanalato la  pacificazione del conflitto  fra il debole e il forte
nella logica dell'interesse economico e non del diritto.

I sindacati quindi contrattano soprattutto salario e stipendi e quindi il costo del lavoro.
Questa forma  neocontrattualistica è tipica del sindacato americano e della tradizione tradeunionista inglese, in Germania è la cogestione regolamentata però nei suoi principi da leggi.

E' accaduto che la cinghia di trasmissione ad esempio fra partito e sindacato nella teoria e pratica comunista,finita la fase rivoluzionaria e sposata la tesi contrattualistica si sia appiattita.

Quì è altrettanto fondamentale capire le tipologie dei partiti storici diversamente dai movimenti e partiti moderni.
Tanto per capirci 5 stelle e Forza italia o cambiano le prassi o spariranno in breve tempo.
La lega tiene perchè ha anche sindacati.
Cosa significa?
Che se un partito politico perde di vista il rapporto-fabbrica(luogo di lavoro) -società-territorio-Stato, diventa un imbonitore venditore di favole, perchè non ha il rapporto faccia -faccia, perchè non costruisce la fase di "reclutamento" dei giovani appassionati.
Si perde il contatto sociale.Il pensiero sociale è fondamentale nella progettazione politica che  accompagna i cristiano sociali, le sinistre sociali come le destre sociali.
Quando le cellule comuniste erano all'interno delle fabbriche ,l'azione cattolica agiva altrettanto nelle parrocchie dei territori.
I due partiti storici (PCI e DC)i erano dentro il tessuto economico sociale e i loro capi storici si formavano dalle associazioni giovanili sui territori.
E poi vale ancora la legge sociologica che il modo di produrre diventa la forma del modo di fare Stato, chi ha in mano i mezzi di produzione pretende che lo stato sia a sua immagine e somiglianza, meno diritti e più contrattazione
#1147
cerco di rispondere un poco a tutti gli ultimi post.
mauro(ox...) io penso che l'epistemologia di Paul Feyerebend sia la migliore.
hai dato una classica definizione di economia ed è incentrata sul comportamento.
E di nuovo siamo alla contraddizione.Di quali comportamenti  e di quale natura umana?

Rovescio il paradigma è la pongo come universale come filosofia dell'economia e  non come scienza economica mirata ad un fine ideologico.
L'economia è la forma di energia e materia che governa le regole fisiche e che fa sì che ogni sistema vivente tenda ad un equilibrio economicizzando le risorse in modalità efficace ed efficiente in relazione all'ambiente in cui vive.

perchè diversamente è contraddittoria una definizione speculativa di scarsità di risorsa, ci potrebbe benissimo essere abbondanza, e ci sono prezzi anche per beni abbondanti, mentre la scarsità segue la regola speculativa dell'offerta di un bene ,servizio, risorsa.e può essere indipendente dalal domanda come il capitalismo attuale impone. Cioè fa scarseggiare l'offerta per tenere alti i prezzi,soprattutto in regime di cartelli oligopolisti se non di monopolio. Quindi la teoria della scienza economica, almeno una delle teorie che vuole passare come paradigmatica culturalmente e convenzionale i ha basi puramente speculative e mira al comportamento edonistico ed utilitaristico.
Ma allora quando l'uomo economicamente si pone come problematica ambientale ,quando allarga l'orizzonte l'economico al concetto di mondo, inteso come salubrità alimentare , sostenibilità equilibrio di risorse ,di cosa parliamo, di economia o di altro?

Basta studiarsi la storia della teoria del  VALORE ECONOMICO, per rendersi conto delle diverse scuole di pensiero.

Anthonyi, il debito è il fondamento dell'economia attuale.Tutti invitano ad acquistare e ancora un pò ti danno il finanziamento per comprare il caffè al bar sotto casa: perchè?
Perchè nei finanziamenti ci sono interessi e questo ha insito per sua natura il concetto di  RISCHIO.Pensi che le aziende finanziarie non sanno che tutti  i crediti non li porteranno a casa.un tempo c'erano i protesti presso i tribunali, c'è il fido quando si richiede un forte finanziamento per acquistare un immobile o un imprenditore che investe, con tanto di fideiussioni per chiudere le sicurezze, ma tenere comunque alto il tasso di rischio.Ci sono agenzie apposite per le riscossioni de i crediti , il fisco e l ostato hanno inventato il ravvedimento operoso, le multe sono pagate con lo sconto se si risolvono in breve tempo.
Il tutto perchè il creditore sa benissimo in qualunque forma si collochi con lo stato o fra privati, che non riuscirà ad avere in breve tempo e magari tutto il capitale, allora preferisce patteggiare una minore realaizzazione del capitale.
Il 20% del debito italiano è in mano alla Ue, e l'altro 80 % a chi è in mano?
Gli stati devono indebitarsi, ribadisco devono se vogliono avere il ruolo di investitori e mettere in circolo economico denaro che crea reddito, il problema è in quale modo, agli appalti mafiosi, agli sprechi, o in maniera mirata ed oculata.
C' è questa mania del debito come se fosse la moderna "punizione divina".Il problema è come ideologicamente utilizzano lo sforamento del debito............per far fare il sacrifico alla punizione divina e lo fa il solito popolo:e si chiude il circolo vizioso dell'invenzione terrorifica del debito.
Funziona così questa scienza moderna che utilizza il dispositivo culturale antico. Si presenta un dio periodicamente(la Merkel o qualche commissario, o Draghi, o la signora del FMI ecc) che periodicamente alza l'indice della mano con su scritto pil/debito pubblico e subito il popolo corre a vedere sotto i materassi e le piastrelle dove ha messo i sudati risparmi perchè ora si chiede il sacrifico per la colpa del debito.I capitribù del popolo che fino a poco prima bestemmiavano gli dei guardano ora loro stessi gli dei in maniera terrorizzata e alzano la mano prostrando la schiena a novanta gradi in un luogo chiamato parlamento dove il dio sul palmo della mano ha scritto; taci, dici sì  o  te ne vai.,

Se nessuno facesse debiti, questo tipo di economia globale sparisce, perchè il debito diventa ingegnerizzato titolo di credito e investimento di cui si avvalgono tutti, dalle assicurazioni ai fondi d'investimento ,ai fondi pensionistici dei lavoratori dipendenti,dalle banche alle finanziarie di consumo, per accorgermi che ho un fondo d'investimento che ha dentro una piccola dose del mio debito(ho investito sul mio debito, bel paradosso economico).

Bisogna avere coraggio quando si fanno scelte e l'italiano oggi non ne ha.Non ci sono le condizioni culturali, non ci sono amalgame sociali,non c'è un progetto che sia uno,quindi è chiaro che il quadro non è mutato negli ultimi anni(ed è per questo che è fallito Renzi,l'ennesimo imbonitore).
Il marxismo ha insegnato alcune metodologie anche per i non marxisti.. Cambiare il paradigma facendo un analisi economica e storica, studiare gli strati sociali, quindi la sociologia in funzione del reddito prodotto e delle forme della distribuzione del  reddito e veder dove finisce il plusvalore,studiare come la sovrastruttura, la politica, accompagna la forma economica e infine giocare d'anticipo,perchè senza un progetto non si può avere una prassi e la storia ha insegnato che predire è fondamentale è sapere come farà il capitalismo la prossima mossa sulla scacchiera della storia  e in quale modalità si muterà.
#1148
ciao Eutidemo.
abbiamo visioni diverse e interpretiamo in modo diverso. Chissà mai perchè Kant avrebbe dovuto creare un contrasto.

Ho un testo su tutti gli scritti di Platone di Giovanni Reale.Basta leggere la prefazione  e introduzione di Reale che è un filosfo
per sapere dove sta la ragione.Platone è l'ultimo filosofo che ancora conosceva il linguaggio del mito e approcciava il ragionamento che il suo discepolo Aristotele porterà nella logica predicativa.Il vero pensiero di Platone, purtroppo per noi, è intuibile è qualcosa che va oltre lo scritto. Ma io non sono un apologeta di alcun filosofo,compreso Platone, ma di sicuro è stato parecchio frainteso e strumentalizzato dai moderni.Seguo la cronologia del testo ed ad adesso sono arrivato al Cratilo,
Platone è a "cavallo" fra mito e razionalità fra oralità e scritto, ma l sua quintessenza non ci è data dagli scritti, e Reale lo spiega bene. temevano l'uso cattivo degli insegnamenti in quanto la scrittura è ambigua, per questo segue la dialogia dialettica negli scritti, perchè simula l'oralità,affinchè il ragionamento si svolga da una prima posizione di contrasto e attraverso il dialogo si svolga il ragionamento per giungere ad un conclusione .

Oggi il Capo di Stato italaino, il Presidente della Repubblica, ha chiamato il corpus politico alla responsabilità lasciando da aprte le proprie chiese partitiche. Il buon governo vale poco se non esiste una morale legata alla legge che unisce il corpus civile e quello politico. perchè alla fine o siamo nazione o stato o siamo un'amalgama di individui obbligati socialmente a convivere e dove vige l'interesse particolare e individuale o di logiche corporative di faccendieri.

Il richiamo all'ordine morale come bene superiore è incarnato dalla massima rappresentanza istituzionale, ma proprio perchè rappresenta la mediazione fra Costituzione e corpo civile e politico.Il bene superiore è da sempre al di sopra dei particolari, da quì la mia metafora fra universo e infinità di atomi, fra corpo sociale, nazione  stato e individui, singolo cittadini che si riconoscono sotto una Legge.Ovviamente il processo è dialettico, quindi i particolari sono importanti per essere una unità sociale

Quale sarebbe la natura umana?
Perchè qui il giusnaturalismo della tradizione umanistica ha parecchie interpretazioni fra loro contrastanti è il buon selvaggio o l'uomo lupo?
Penso siano entrambi e la legislazione serve proprio a contenere l'uomo lupo, quell'istinto distruttivo umano e deve premiare la virtù.
Altro ancora è il giusnaturalismo tomistico, in cui il diritto naturale è dipendente  al diritto divino.

Se leggi i miei post in altre discussioni ti accorgerai che tratto di problematiche molto pratiche.
ma oggi serve più Platone di parecchi contemporanei che creano solo pensieri confusi.
Bisogna riordinare , riformare le legislazioni e non colludere economia e politica.
Non esiste che un cittadino quando lavora ha certi tipi di diritti o non li ha, se un malato ha un certo tipi di diritti o non li ha, se è ricco o povero ha certi tipi di diritti(privilegi) o no li ha.la divisione fra personalità giuridica e fisica, fra diritto privato e pubblico è una insulsaggine.
Anch'io come mi pare la legislazione francese voglio essere con la ma famiglia una personalità giuridica e non fisica, così scarico la benzina, acquisto l'auto in leasing e scarico le rate, scarico l'energia elettrica, eccetera, eccetera.

Hanno creato aberrazioni legislative, dividendo i cittadini e lo status in funzione di cosa ha, cosa fa,dello status sociale
hanno dimenticato che tutti, ma proprio tutti siamo prima di tutto umani e da umani dobbiamo essere trattati se la legge è uguale per tutti.
#1149
sono d'accordo è davvero molto bello, sei riuscito a dare il senso di "mosso", del vento.
Trovo interessante il germano reale maschio in primo piano e il confondere fra stormir di foglie e lo stormo appunto di anatre in secondo piano nelle ovattate nuvole.
#1150
chiedo venia, viator
ho visto solo ora che avevi risposto ad un "vecchio" post.
Niente male la tua tesi, ma non sono sicuro che il mentale sia energia elettromagnetica.
E' energia, ma non saprei di quale tipo.
Eppure noi ci percepiamo mentalmente non con il cervello,noi sappiamo specchiarci(vederci allo specchio e sapere che siamo noi il riflesso sullo specchio, gli animali no).La mente guida il cervello e a mio parere sono ontologicamente diversi, ma comunicanti.
Sul rapporto forma e materia ritengo che tu sia sulla strada giusta
#1151
Citazione di: anthonyi il 11 Marzo 2018, 07:38:12 AM
Citazione di: paul11 il 10 Marzo 2018, 09:57:53 AM
Citazione di: anthonyi il 09 Marzo 2018, 13:30:46 PM
Citazione di: paul11 il 08 Marzo 2018, 00:18:37 AM

E' quì che storicamente ha vinto il "progresso sociale" riformista che ha incanalato nei parlamenti degli Stati occidentali lotte e malcontenti concedendo diritti sociali. Oggi se c'è assistenza, previdenza, quello che è stato definito stato del benessere o welfare state è sicuramente un progresso nella storia umana sociale,Casi di morti di fame o di malsanità sono da telegiornali tanto sono eccezioni e non ordinarietà.Questo è un fatto ed è frutto sia di destra che sinistra  sociale.
Il rapporto conflittuale è sempre stato fra economia e politica, la prima del privato nello scambio economico che genera un valore aggiunto ,un surplus e la politica che sceglie a seconda del governo di sinistra o destra di generare una ridistribuzione attraverso la fiscalità da riversare nella previdenza, assistenza, sanità, scuola pubblica.Il ruolo quindi dello stato è regolatore della differenza economica per pacificare il conflitto sociale, mantenerlo nelle regole della tolleranza democratica.
Keynes diceva che lo stato sociale costruito dallo Stato era come un aumento di stipendio/salario, essendo gratuito o quasi.

Da qualche anno assistiamo al dissesto dello stato sociale, del welfare, e le sinistre di tutti i Paesi avanzati sono sparite, proprio nel momento in cui la globalizzazione ha accentuato il suo passo. E' accaduto, per farla breve che lo Stato ha tolto un poco o tanto delle risorse economiche nel welfare sociale e si è messo a fare welfare alle multinazioali e al potere finanziario delle banche.In questa logica sono caduti anche i governi di sinistra e non intendo solo in Italia,perchè il problema è internazionale e la cultura è internazionale .Il ruolo compensativo dello Stato sulle discrepanze, differenze economiche di reddito che era appannaggio dei programmi politiici della sinistra(salvaguardia dell'occupazione, più investimenti =più lavoro,ecc) è saltato.
Le leve del potere centrale degli Stati nell'Europa è passato ai commissari europei e al governatore della banca centrale europea.

Mi sembra che alla base del tuo ragionamento ci sia l'idea che il welfare sia un prodotto dell'azione politica, mentre invece la prima precondizione del welfare è la crescita economica, se non ci sono risorse il welfare non può essere finanziato. Purtroppo un certo pensiero di sinistra è capace solo di riflettere sulle dimensioni delle fette di torta e non capisce che prima di fare le fette bisogna fare la torta. Ci sono evoluzioni della sinistra più liberali che invece lo hanno capito ed è per questo che dedicano la loro attenzione alle multinazionali (ma anche alle industrie nazionali) e alle banche, e lo fanno per creare/mantenere quelle condizioni di crescita economica che altrimenti non ci sarebbero. Purtroppo questo non lo hanno capito tanti cittadini del nostro paese che preferiscono credere alle sirene di illusorie maxi-torte alle quali abbuffarsi che non si capisce bene chi preparerà.
ciao Anthonyi,
il welfare è anche e non solo il prodotto storico di lotte sociali raccolte in diritti e quindi norme e dall'altra sicuramente l'aspetto economico.
Non esiste se non per speculazione politica ed economica che il welfare necessariamente sussiste solo in presenza di crescita economica :questa è ideologia liberista.
Perchè il concetto di crescita in un determinato pensiero economico è dato semplicemente dalla quantità di denaro che circola nell'economia di scambio.e adatto che scuola sanità pubblica, muovono denaro e occupano persone è garantito che il reddito e le spese vadano nellel tasche di qualcuno.
E' ideologico perchè i concetti di valore vanno da Adam Smith ai marginalisti austriaci, passando per Marx, Ricardo, Keynes, monetaristi, ecc.

E' ideologica ribadisco e quindi determinata da rapporti di forza, quale configurazione economica si vogliono perseguire.
Bisogna quindi scindere, ma sapendo che sono intimamente connesse ,la macroeconomia dalla microeconomia, lo Stato o dall'impresa economica, ed è infatti quì è stata ed è la battaglia, dove la sinistra sociale vuole più Stato e il liberismo di destra più impresa.
Il welfare ha accontentato entrambi perchè se il committente degli appalti è lo Stato, chi ci guadagna sono le imprese.

Il concetto di risorsa di valore e di moneta sono a loro volta dinamicamente connesse-
Quanti giorni di scorta di grano sopperisce al fabbisogno mondiale?
Quanti barili di greggio di petrolio sono estratii rispetto alla domanda mondiale?
Chi coltiva grano e chi estrae petrolio sa di non doverlo fare all'infinito, si ferma dove il prezzo e i costi raggiungono il punto di equilibrio del profitto. Quindi la risorsa è interpretabile come bene economico.

La scelta ad esempio degli indici economici è semplicemente ideologica da parte dell UE, perchè si è convenuto che fosse "giusta" per tenere unita la UE nelle diverse basi legislative di ogni Stato,visto che l'euro è comunque la moneta rappresentativa anche nelle diversità singolari.Per cui il rapporto PIL/debito pubblico in una certa percentuale è sua volta ideologica e convenuta.
Non hanno assolutamente basi "oggettive" economiche,tantè che lasciano sforare o meno e stanno già cominciando a darci avvisi di sforamento (è caduto il PD che era filo europeo).

Se Trump sta facendo il "grande casino dei dazi" è solo un rapporto di forza perchè l'economia e la modalità di scelta di una forma economica all'interno di una organizzazione umana  e tutte potrebbero funzionare ,dal nazismo fascismo comunismo, liberismo.

Ciao paul11,

la questione che io ponevo era soprattutto politico-culturale, io mettevo in discussione l'ingenua convinzione che le problematiche sociali siano risolvibili con una regola scritta. Le leggi interagiscono con il sistema sociale producendo risultati che possono essere distanti dalle intenzioni del legislatore.
Abolisci i vaucher e voilà tutti quei lavoratori che prima avevano un minimo di regolarizzazione tornano al nero, ripristini l'art 18 vecchia versione e voilà le aziende si fanno i conti sui rischi e decidono di non investire e magari di chiudere in Italia.
Tu fai un forte uso della parola "ideologia" e in un certo senso io ti do ragione.
L'analisi economica si basa soprattutto su valori contabili, numeri che possono dare una falsa sensazione di oggettività che invece non hanno perché sono suscettibili di valutazioni di vario genere.
Io infatti sono sostenitore della relatività del concetto di PIL, preferendo quella che dovrebbe essere una valutazione qualitativa dello stesso.
Ciononostante quando una convenzione diventa una regola contrattuale questa diventa un dato oggettivo. Se l'Italia ha sottoscritto dei patti nei quali prendeva degli impegni (E lo ha fatto cosciente dei vantaggi che avrebbe avuto ad entrare nell'Euro sui quali non mi dilungherò) questi impegni vanno rispettati anche perché in realtà conviene all'Italia (Ma non conviene alla classe politica che preferisce sempre spendere il più possibile i soldi dei cittadini presenti e futuri).
Quello che però non mi piace dell'uso della parola "ideologia" è l'idea che esista una scienza economica che sia stata costruita ad Hoc per giustificare il mercato. Nell'ambito del dibattito economico sono presenti molteplici analisi che sono state sviluppate per spiegare i cosiddetti fallimenti del mercato i quali spiegano e giustificano varie forme di intervento istituzionale e pubblico e lo fanno con gli stessi strumenti formali con i quali, in altre situazioni, viene dimostrata l'ottimalità del mercato.
Un saluto
ciao Anthonyi,
dai per scontato che questo mondo è ormai è così, i trattati li abbiamo firmati,ecc.
Il ragionamento è giusto dal punto di vista pratico,ma lo stesso Trump sta mostrando che si possono mutare le condizioni.Certo lui è USA e noi Italia, il peso internazionale lo sappiamo da quale parte sta.
Il problema è pesare strategicamente diverse possibilità di intervento e scegliere quella che si ritene più consona.
Renzi, ad esempio ha cercato e bisogna riconoscerlo, di far qualcosa sugli indicatori economici adottati dall'Europa, il suo errore è di no averlo ben evidenziato al popolo italiano e di non aver mostrato strade alternative percorribili,Non si può solo sbandierare che il ciclo economico riprende fiato e si avanza di 1%, la famiglie capiscono crisi o abbondanza da come e quanto ci arrivano a fine mese se con debiti o risparmiando o in pari:ed è questo quello che alla fine conta.

A suo tempo ho già scritto cosa penso del rapporto attuale Italia-Europa, i trattati si possono anche stracciare.............,superare, ricontrattare,se esce anche l'Italia, l'Europa chiude bottega e questo è un punto di forza.
E poi questa non è Europa, è un coercevo di trattati e ricordiamoci che l'Europa non avrebbe nessuna legittimità, in quanto non ha una Costituzione,usciremmo semplicemente dai trattati come brexit insegna.

Quello che intendo dire è che nulla è scontato, tanto meno il futuro anche prossimo, che potrebbe essere peggio di adesso, ma anche meglio.
#1152
Citazione di: Phil il 08 Marzo 2018, 21:37:03 PM

Bisognerebbe forse fare una "fenomenologia della debolezza", distinguendo accuratamente il piano politico da quello economico, non perché i due non siano intrecciati (indubbiamente!), ma perché talvolta l'economia opprime ma il welfare decomprime, o almeno ci prova (fino a un secolo fa, il debole era oppresso in entrambi i settori, economia e diritti-sussidi, ora la debolezza economica va ripensata nel contesto democratico vigente). In questo senso scrivevo che il paradigma di sinistra "classico" va rivisitato nel cuore delle sue categorie, figlie di un'epoca differente (e, sempre a scanso di equivoci, non dico fosse un'epoca migliore o peggiore: nessuna teleologia storicistico-metafisica  ;) ).
La "fenomenologia della debolezza" è il tema centrale per chi pensa di ritenersi di "sinistra" storica sociale.
Non avendo frequentato i partiti mi chiedo dove siano finite e cosa abbiano studiato negli ultimi trent'anni almeno, i centri studi e le scuole di partito,Cosa sia scaturito visto che sia sul piano tattico di partito che strategico come mozione uscite dai congressi e portate avanti dalle segreterie di partito ,si è visto solo un continuo sconvolgimento e una rincorsa all'interclassismo fino a confondersi con i vecchi partiti antagonisti di decenni prima.

Hanno perso il controllo capillare del territorio, il concetto di fabbrica-società, il rapporto mezzi di produzione e distribuzione della ricchezza nel territorio,fino ad assecondare le politiche dei "due tempi", vale a dire prima investimenti e poi se c'è ricchezza distribuzione, alimentando quello stato di crisi che non è solo degli ultimi anni, calmierando retribuzioni, pensioni, spezzettando 
le tipologie di contratti di lavoro, insomma variabilizzando l'uomo sottoposto alle esigenze del capitale e tutto questo quando gli indicatori economici mostrano chiaramente che la componente costo del lavoro è ridicola rispetto al capitale finanziario investito in strumenti ,tecnologie. cespiti patrimoniali?
Com'è che il "mondo" funzionava anche quando il costo del lavoro era più alto, il debito pubblico "alle stelle"e c'era l'antagonismo PCI- Democrazia cristiana?

La strategia di chiunque si ritenga di sinistra è che quando il ciclo economico tende al basso si devono ergere muri difensivi, perchè il capitalista chiederà sacrifici in nome della sua sopravvivenza che coinvolge gli strati a più basso peso contrattuale.
Questo lo sanno storicamente i sindacati come i partiti.Si è invece accettato supinamente e direi stranamente(perchè non è razionale a meno che non si sia più di sinistra) di accettare alla fine tutte le indicazioni che le grandi corporazioni capitalistiche hanno messo in atto.
Oggi è davvero difficile stabilire la fenomenologia del debole essendo deflagrato il nucleo famigliare(è multitireddito, sono conviventi, hanno anziani malati a carico, chi cura i figli?.Oggi due coniugi operai con contratto a tempo indeterminato e con un figlio sono "borghesi" più di un funzionario con moglie e due figli a carico e magari anziani con problemi a cui necessita una badante.
Oggi c'è da una parte una debolezza che è "percepita", sono coloro che reclamano da sempre e lo possono fare per diritti sindacali (sono il colletti blu poi diventata aristocrazia operaia)sindacali, c'è una "reale" che troppo speso essendo individuale e non sindacalizzata non ha peso contrattuale e continuamente ricattabile.
#1153
ciao Eutidemo,
quando Kant, che non la pensa come Platone, scrive:
"il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me", cosa significa?E' solo una boutade poetica?

Di Platone, troppi non lo sanno, in realtà il suo pensiero non è scritto.
Platone appartiene ancora ai filosofi e pensatori che ritenevano che il messaggio orale fosse fondamentale e quello scritto ambiguo. Perchè pensava che l'interpretazione dello scritto potesse essere mal appreso da parte del lettore che non fosse educato a capirne i significati.Per cui furono i discepoli a lasciare sue testimonianze.
Strana la somiglianaza con un ebreo fondatore del cristianesimo?
E' una dottrina quindi la filosofia di Platone ancora in parte ermetica.
E' vero che non credesse alla democrazia, perchè temeva che il regno dell'ignoranza non potesse governare quel rapporto
cosmo-polis.
Essendo per te una farneticazione, io sostengo invece che sia demenziale correre dietro agli interessi particolari di gruppi, associazioni, corporazioni, interessi individuali dove vige la regola del più forte e dove il cinismo dell'astuzia è colei che unisce il popolo invece della virtù.
Pensare che contando gli atomi sociali si possa virtuosamente governare  il corpus sociale è come illudersi di contare gli atomi che compongono l'universo.

Da quì,da questo pensiero di delirio di onnipotenza  il mercato e la politica sono andati a braccetto. con tutte le contraddizioni evidenti che viviamo tutt'oggi.
#1154
Citazione di: anthonyi il 09 Marzo 2018, 13:30:46 PM
Citazione di: paul11 il 08 Marzo 2018, 00:18:37 AM

E' quì che storicamente ha vinto il "progresso sociale" riformista che ha incanalato nei parlamenti degli Stati occidentali lotte e malcontenti concedendo diritti sociali. Oggi se c'è assistenza, previdenza, quello che è stato definito stato del benessere o welfare state è sicuramente un progresso nella storia umana sociale,Casi di morti di fame o di malsanità sono da telegiornali tanto sono eccezioni e non ordinarietà.Questo è un fatto ed è frutto sia di destra che sinistra  sociale.
Il rapporto conflittuale è sempre stato fra economia e politica, la prima del privato nello scambio economico che genera un valore aggiunto ,un surplus e la politica che sceglie a seconda del governo di sinistra o destra di generare una ridistribuzione attraverso la fiscalità da riversare nella previdenza, assistenza, sanità, scuola pubblica.Il ruolo quindi dello stato è regolatore della differenza economica per pacificare il conflitto sociale, mantenerlo nelle regole della tolleranza democratica.
Keynes diceva che lo stato sociale costruito dallo Stato era come un aumento di stipendio/salario, essendo gratuito o quasi.

Da qualche anno assistiamo al dissesto dello stato sociale, del welfare, e le sinistre di tutti i Paesi avanzati sono sparite, proprio nel momento in cui la globalizzazione ha accentuato il suo passo. E' accaduto, per farla breve che lo Stato ha tolto un poco o tanto delle risorse economiche nel welfare sociale e si è messo a fare welfare alle multinazioali e al potere finanziario delle banche.In questa logica sono caduti anche i governi di sinistra e non intendo solo in Italia,perchè il problema è internazionale e la cultura è internazionale .Il ruolo compensativo dello Stato sulle discrepanze, differenze economiche di reddito che era appannaggio dei programmi politiici della sinistra(salvaguardia dell'occupazione, più investimenti =più lavoro,ecc) è saltato.
Le leve del potere centrale degli Stati nell'Europa è passato ai commissari europei e al governatore della banca centrale europea.

Mi sembra che alla base del tuo ragionamento ci sia l'idea che il welfare sia un prodotto dell'azione politica, mentre invece la prima precondizione del welfare è la crescita economica, se non ci sono risorse il welfare non può essere finanziato. Purtroppo un certo pensiero di sinistra è capace solo di riflettere sulle dimensioni delle fette di torta e non capisce che prima di fare le fette bisogna fare la torta. Ci sono evoluzioni della sinistra più liberali che invece lo hanno capito ed è per questo che dedicano la loro attenzione alle multinazionali (ma anche alle industrie nazionali) e alle banche, e lo fanno per creare/mantenere quelle condizioni di crescita economica che altrimenti non ci sarebbero. Purtroppo questo non lo hanno capito tanti cittadini del nostro paese che preferiscono credere alle sirene di illusorie maxi-torte alle quali abbuffarsi che non si capisce bene chi preparerà.
ciao Anthonyi,
il welfare è anche e non solo il prodotto storico di lotte sociali raccolte in diritti e quindi norme e dall'altra sicuramente l'aspetto economico.
Non esiste se non per speculazione politica ed economica che il welfare necessariamente sussiste solo in presenza di crescita economica :questa è ideologia liberista.
Perchè il concetto di crescita in un determinato pensiero economico è dato semplicemente dalla quantità di denaro che circola nell'economia di scambio.e adatto che scuola sanità pubblica, muovono denaro e occupano persone è garantito che il reddito e le spese vadano nellel tasche di qualcuno.
E' ideologico perchè i concetti di valore vanno da Adam Smith ai marginalisti austriaci, passando per Marx, Ricardo, Keynes, monetaristi, ecc.

E' ideologica ribadisco e quindi determinata da rapporti di forza, quale configurazione economica si vogliono perseguire.
Bisogna quindi scindere, ma sapendo che sono intimamente connesse ,la macroeconomia dalla microeconomia, lo Stato o dall'impresa economica, ed è infatti quì è stata ed è la battaglia, dove la sinistra sociale vuole più Stato e il liberismo di destra più impresa.
Il welfare ha accontentato entrambi perchè se il committente degli appalti è lo Stato, chi ci guadagna sono le imprese. 

Il concetto di risorsa di valore e di moneta sono a loro volta dinamicamente connesse-
Quanti giorni di scorta di grano sopperisce al fabbisogno mondiale?
Quanti barili di greggio di petrolio sono estratii rispetto alla domanda mondiale?
Chi coltiva grano e chi estrae petrolio sa di non doverlo fare all'infinito, si ferma dove il prezzo e i costi raggiungono il punto di equilibrio del profitto. Quindi la risorsa è interpretabile come bene economico.

La scelta ad esempio degli indici economici è semplicemente ideologica da parte dell UE, perchè si è convenuto che fosse "giusta" per tenere unita la UE nelle diverse basi legislative di ogni Stato,visto che l'euro è comunque la moneta rappresentativa anche nelle diversità singolari.Per cui il rapporto PIL/debito pubblico in una certa percentuale è sua volta ideologica e convenuta.
Non hanno assolutamente basi "oggettive" economiche,tantè che lasciano sforare o meno e stanno già cominciando a darci avvisi di sforamento (è caduto il PD che era filo europeo).

Se Trump sta facendo il "grande casino dei dazi" è solo un rapporto di forza perchè l'economia e la modalità di scelta di una forma economica all'interno di una organizzazione umana  e tutte potrebbero funzionare ,dal nazismo fascismo comunismo, liberismo.
#1155
ciao Eutidemo.
tratto da una recensione sintetica del libro "Homo sacer" di Giorgio Agamben
"Ogni tentativo di ripensare le nostre categorie politiche deve muovere dalla consapevolezza che della distinzione classica fra zoé e bios, tra vita naturale ed esistenza politica (o tra l'uomo come semplice vivente e l'uomo come soggetto politico), non ne sappiamo piú nulla. Nel diritto romano arcaico homo sacer era un uomo che chiunque poteva uccidere senza commettere omicidio e che non doveva però essere messo a morte nelle forme prescritte dal rito. È la vita uccidibile e insacrificabile dell'«uomo sacro» a fornire qui la chiave per una rilettura critica della nostra tradizione politica. Quando la vita diventa la posta in gioco della politica e questa si trasforma in biopolitica, tutte le categorie fondamentali della nostra riflessione, dai diritti dell'uomo alla democrazia alla cittadinanza, entrano in un processo di svuotamento e di dislocazione il cui risultato sta oggi davanti ai nostri occhi. Seguendo il filo del rapporto costitutivo fra nuda vita e potere sovrano, da Aristotele ad Auschwitz, dall'Habeas corpus alle Dichiarazioni dei diritti, il libro di Agamben cerca di decifrare gli enigmi - prima di tutti il fascismo e il nazismo - che il nostro secolo ha proposto alla ragione storica. Fino a vedere, nel campo di concentramento, il paradigma biopolitico nascosto della modernità in cui città e casa sono diventate indiscernibili e la possibilità di distinguere tra il nostro corpo biologico e il nostro corpo politico ci è stata tolta una volta per tutte."

Da questo è altro è riapparsa l'esigenza di approfondire le tematiche di filosofia politica
Sei convinto che credere la verità negli uomini e nelle cose percepibili sensorialmente  sia più credibile che credere in un ordine universale in cui l'uomo stesso è collocato? Ci fiidiamo di più in quello che "vediamo" o in quello che "sentiamo"(che non è il semplice ascolto)?
Sono due scommesse su cui si è giocata la storia.Nella realtà l'ago della storia è passata dall'una all'altra, e la pratica di fatto non ha mai abbandonato l'una o l'altra, perchè se si sceglie l'ordine il problema è la condizione umana. e se si pensa che importante è la condizione umana ci si chiede in quale ordine?

Nelle Leggi, Platone introduce il "consiglio notturno",il corpo di sapienti che ha il compito di vegliare sulle leggi e  di rinnovarle.
Le leggi ,essendo necessarie in quanto imitazione della scienza che deve reggere l'ordine politico giusto,per loro stessa natura sono inadeguate nell'adattarsi alle mutevolezze delle circostanze e dei casi particolari,di prescrivere ciò che è meglio per ciascuno,.Funzione del "consiglio notturno" è quindi quello di vivificare la legge,di connettere il nous e il nomos e quindi il cosmos e la polis.all'interno di una dinamica,in quanto gli stessi sapienti,come tutti i cittadini,sono figli di quelle leggi che hanno il compito di custodire.

Aristotele, che separò la teoretica e la pratica, la sapienza e la saggezza, , riteneva che la legge fosse necessaria,in quanto gli uomini non obbediscono spontaneamente alla ragione,in quanto la legge è autorità della ragione.
Aristotele comincia a spostare l'asse,più che al governo della legge, pensa al governo della ragione e della virtù.

Il virtuoso in senso politico, per rispondere alle tue domande, è colui che fattosi strada nell'iter del ruolo politico ,ritine cosa sia giusto o sbagliato nella relazione fra legge e cittadini.Per assurgere al ruolo infine del governo deve appunto essere passato per le strade della carriera politica.La pratica politica è la strategia nell'applicazione di un proprio progetto, ma il tutto non può essere avulso dalla relazione nomos(cosmos)-nous(polis).
nel momento in cui il governo o comunque il ruolo di politico fuoriesce dalla relazione, potremo avere il tiranno che pensa solo al potere, che utilizza la demagogia per circuire il cittadino.