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Messaggi - doxa

#1141
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
01 Dicembre 2019, 22:02:21 PM
Le comunità cristiane del Nord Europa in questi giorni  preparano o acquistano la tradizionale "corona dell'Avvento": sono rami di abete o di pino che vengono confezionati in forma tonda e decorati con 4 candele, che simboleggiano  le 4 domeniche che mancano fino a Natale. Ogni domenica ne accendono una e recitano preghiere o leggono un brano biblico.




Un'altra tradizione vigente nelle nazioni del nord Europa ma ormai diffusa anche in Italia è il  cartaceo "calendario dell'avvento": comprende il periodo dall'1 al 24 dicembre e serve ai bambini a tenere il conto di quanti giorni mancano al Natale. Di solito sul calendario ci sono finestrelle con persianine: ogni giorno ne viene aperta una e si può leggere  un proverbio od altro,  oppure può esserci un dolcetto.

Il primo calendario dell'avvento fu stampato a Monaco di Baviera nel 1908. Gerhard Lang decise di continuare l'idea della sua mamma, che di anno in anno preparava per Natale calendari colorati per tutti i suoi figli.
#1142
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
01 Dicembre 2019, 21:48:53 PM
L'anno liturgico inizia con l'Avvento, perché nella Chiesa tutto ha inizio con la venuta di Cristo. Ma nel passato l'ordinamento era diverso.  Si seguivano gli usi ebraici e l'anno liturgico cominciava con la Pasqua.  E  fu facile commemorare il dies natalis con lo stesso schema temporale della Quaresima. Perciò nei primi secoli dell'era cristiana l'Avvento anziché essere tempo di gioiosa attesa era caratterizzato da penitenze e digiuni.  In seguito alcune chiese locali trasferirono la liturgia dell'Annunciazione dal tempo di Quaresima nel periodo natalizio.

Le riforme del calendario liturgico e del messale hanno lenito l'aspetto penitenziale, permettendo nel periodo dell'Avvento  l'uso moderato in chiesa sia dei  fiori sia dell'organo, ma  i sacerdoti continuano ad indossare  i paramenti viola per celebrare la Messa, non si recitano o cantano il Te Deum e il Gloria.  

L'Ordinamento Generale del Messale Romano al n° 305 dice che: "Nel tempo d'Avvento l'altare sia ornato di fiori con quella misura che conviene alla natura di questo tempo, evitando di anticipare la gioia piena della Natività del Signore";  al n° 313: "In tempo d'Avvento l'organo e altri strumenti musicali siano usati con quella moderazione che conviene alla natura di questo tempo, evitando di anticipare la gioia piena della Natività del Signore".

Come ho  suddetto nel periodo dell'Avvento nelle chiese non viene recitato né cantato il "Gloria", ma si dà risalto al Vangelo di Luca che narra degli angeli annuncianti la nascita del "Salvatore".

Il testo del Gloria che si canta durante la celebrazione eucaristica deriva da un'antica traduzione dalla lingua latina ma non esprime in modo corretto il significato del testo originale, scritto da autore anonimo in lingua greca. Nel Vangelo di Luca c'è scritto: "...Pace in terra agli uomini che egli ama" (Lc 2, 14). L'evangelista fa riferimento non soltanto alla buona volontà degli uomini ma anche all'amore divino verso l'umanità.
#1143
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
01 Dicembre 2019, 21:39:45 PM
O. K. Isfrael, scrivo altre notizie generali sull' Avvento poi dedicherò dei post all'annunciazione a Maria, la madre di Gesù.

Nel 325 ci fu il Concilio di Nicea e nel 336 la Chiesa di Roma istituì la festa di Natale fissando la data al 25 dicembre.

Il frammento di un testo scritto nel 366 circa dal teologo Ilario, vescovo di Poitiers, dice che "la Chiesa si dispone al ritorno annuale della venuta del Salvatore, con un tempo misterioso di tre settimane".

Nel 380 il Concilio di Saragozza (Spagna) impose ai fedeli di assistere alle celebrazioni eucaristiche dal 17 dicembre al 6 gennaio. In quei 21 giorni, la parte che precede il Natale forse costituiva una specie di Avvento.

La proclamazione del dogma della maternità divina, avvenuta ad Efeso nel 431, motivò i cristiani al culto mariano e  a celebrare la "Natività del Signore".

Nel 451 il Concilio di Calcedonia diede rilievo al mistero dell'incarnazione di Cristo.

La tradizione della preparazione spirituale dei fedeli alla celebrazione del dies natalis arrivò alla Chiesa di Roma dalla Spagna e dalla Gallia.

Nel "Lezionario della Chiesa di Capua" del 546 circa ci sono notizie sulla preparazione religiosa dei fedeli al Natale.

L'Avvento è tempo di conversione: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino" (Matteo 3, 2).
#1144
Percorsi ed Esperienze / Re:La magia del Natale
01 Dicembre 2019, 00:09:17 AM
Isfrael ha scritto:
CitazioneDa dove iniziare il discorso..?

Buongiorno  Isfrael, l'aura natalizia, la suggestiva atmosfera, l'alone di sacralità per la nascita di Gesù creano cari ricordi negli adulti quando pensano alla loro infanzia.

Questo topic che hai iniziato giunge nel giusto momento, perché è passata da poco la mezzanotte ed oggi è 1 dicembre 2019:  il calendario liturgico ci ricorda che  quest'anno, in questo giorno, inizia il periodo dell'avvento: questo sostantivo deriva dal latino "adventus" e significa "arrivo" ma viene usato col significato di "attesa"... del popolo ebraico di Dio sulla Terra,  il Dio che, secondo i cristiani,  si è "incarnato" in Gesù, il Cristo.

L'avvento è il tempo dell'anno liturgico che prepara al Natale, al ricordo della nascita di Gesù.

La liturgia dell'Avvento fu elaborata in modo progressivo dal V secolo. Il periodo dell'avvento durava da una a tre settimane, poi,  dal 1570,  venne allungato alle quattro domeniche che precedono il Natale.

Quattro sono le domeniche di Avvento nel rito romano, mentre nel rito ambrosiano sono sei,  e l'Avvento è già cominciato domenica 17 novembre.

L'Avvento inizia con i primi Vespri della prima domenica di Avvento e termina prima dei primi Vespri di Natale. Il colore dei paramenti liturgici indossati dal sacerdote è il viola.

La Chiesa per le solennità e per le domeniche celebra i "primi vespri" la sera del giorno precedente la festa. Questa consuetudine deriva dalla religione ebraica: gli ebrei computano il giorno da un tramonto all'altro e non da mezzanotte a mezzanotte.  

La parola vespro deriva dal latino "vesperus" ed indica il tramonto.

Nella celebrazione eucaristica non viene recitato il Gloria fino alla Messa della notte di Natale.  

Quest'anno la seconda domenica di Avvento coincide con la solennità dell'Immacolata Concezione, l'8 dicembre.

Mi sto accorgendo di averti descritto alcune notizie storiche sull'avvento e di non aver risposto alle tue domande. Ti chiedo scusa.

Comunque se l'argomento interessa te ed altri nick del forum possiamo fare insiemeil percorso fino all'Epifania dialogando con i post e rispettando la scansione temporale degli avvenimenti, perciò, se ti/vi va cominceremo il viaggio parlando dell'angelo che annuncia a Miriam (Maria) di essere stata scelta per incarnare il Figlio di Dio, il Dio fatto uomo.
#1145
Tematiche Filosofiche / Re:Amor fati
24 Novembre 2019, 18:08:48 PM
Il destino  viene immaginato come una forza sconosciuta incomprensibile, di fronte alla quale l'individuo è impotente.

Se non esiste il destino per volere divino ma dipende dalle nostre scelte, allora ha ragione Carl Gustav Jung con il suo aforisma che afferma: "Rendi conscio l'inconscio, altrimenti sarà l'inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino" ?

L'idea dell'esistenza di un misterioso legame tra inconscio e destino era presa in  seria considerazione da Jung. Questo psicoanalista ha anche aggiunto: "comunque si voglia designare ciò che sta in fondo alla psiche, certo è che queste energie forgiano il nostro destino".

Alcuni psicologi hanno ipotizzato  che alla base di ciò che  chiamiamo "destino" di un individuo  ci sia la manifestazione di motivazioni inconsce, che tendono ad agire al di fuori della propria  consapevolezza, perciò i loro effetti sembrano estranei alla persona e dipendenti dall'amor fati.  

Ma come si fa a trasferire la "sede" del fato dall'ultramondo all'inconscio e rendere cosciente l'inconscio ?  

L'Io dovrebbe riuscire a comprendere le "voci" enigmatiche dell'inconscio per esprimerlo in modo cosciente e capacità di scelta.

Comunque sia al "destino" non manca il senso dell'ironia nel beffeggiare l'umanità.
#1146
Tematiche Filosofiche / Amor fati
23 Novembre 2019, 21:22:00 PM
Nel topic riguardante "La morte",  Ipazia nella settima pagina, terzo post, ha citato l'amor fati, che considera "il punto più alto della riflessione nicciana".

Vi va di approfondire l'argomento ? Questo topic va bene fra le tematiche filosofiche o in quelle spirituali ? 

E' conciliabile l'amor fati, l'amore per il fato con la religione cristiana ? Mi sembra di si. L'amor fati cristiano è in un verso del "Pater noster": "Fiat voluntas tua" (sia fatta la tua volontà). Il fato è la volontà di Dio declinata in modo impersonale.


Fato o provvidenza divina ? Nell'amor fati collimano la libertà e il libero arbitrio, la vita individuale con i propri limiti e le proprie responsabilità, senza struggersi per essere altro e altrove, è amore metafisico per la realtà, è la serenità per gli inquieti, ... o no ?

La locuzione latina "Amor fati" deriva dall'antica filosofia stoica, e questa, se ho capito bene,  considera l'individuo come parte del logos divino e ciò che gli accade dipende dal fato, dal destino, che gli è stato assegnato fin dalla nascita, perciò lo deve accettare con amore e non con rassegnazione.

Il destino spesso è incomprensibile, a volte disumano, sembra l'opposto di quel che si vuole, invece è proprio quello che deve essere.

Per il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche, sempre se ho capito bene, ebbe verso l'amor fati un atteggiamento di accettazione attiva del proprio destino. 

Secondo Nietzsche l'individuo che riesce ad elevarsi ad "Oltreuomo", fa coincidere la propria volontà con il corso degli eventi come essi si presentano.
#1147
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
21 Novembre 2019, 18:18:44 PM
Niko ha scritto
CitazioneSi vuole che quel nulla esista, almeno come nulla? Allora si deve ammettere che una pur minima parte della coscienza del defunto sopravviva, per percepire quel nulla che non è da nessuna altra parte e non è percepito da nessun altro..

Nel mondo che ti sopravvive e che ti ha preceduto da sempre e per sempre, ci saranno degli esseri immateriali, esseri di coscienza o di memoria nella mente dei vivi,

Non capisco perché una minima parte della coscienza del defunto debba sopravvivere per ammettere l'esistenza del "nulla".

Quando si muore non c'è traccia di coscienza nel defunto. Perciò cosa c'entra la coscienza con il nulla post mortem ?

Dici anche
Citazioneil nulla nel mondo non c'è
Ma cosa c'entra il mondo con l'aldilà ?

Chi ha una fede religiosa pensa di andare verso la beatitudine, chi non l'ha può immaginare diverse soluzioni conseguenti la morte, fra le quali il "nulla", perciò, scusami, ma non riesco a seguirti nelle tue lunghe elucubrazioni.

Ci riesci a contenere la tua opinione su questo tema nel massimo di 5 righi ?

Nell'ambito radiotelevisivo il bravo giornalista deve riuscirci.
#1148
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
15 Novembre 2019, 23:51:07 PM
Ciao Niko.

Niko ha scritto
CitazioneIo penso che anche il nulla immaginato come destino che ci aspetta dopo la morte (come anche il paradiso, come anche la "vita eterna") eternizzi il soggetto, quindi può essere oggetto di paura, ma in fondo anche di speranza.
Il mio nulla dopo la morte non capisco come mi possa eternizzare. Me lo spieghi per favore ?
Il nulla dopo la morte non mi dà paura né speranza. A chi viene inumato rimane lo scheletro,  chi sceglie la cremazione rimangono le ceneri con diversa destinazione.

Citazionenel mondo dell'essere e del divenire il nulla non ha luogo e non ha tempo, non esiste e non sussiste, è a distanza infinita da tutto il resto che esiste; il soggetto immaginando dopo la sua morte di andare a finire "nel nulla" ribadisce la sua pretesa di eterna verità e la sua pretesa di eterna distinzione egoica dal mondo,
Col mio immaginare dopo la morte di andare a finire nel nulla non ribadisco nessuna pretesa di eterna verità e non ho la pretesa di distinzione egoica dal mondo. Credo che ci sia il nulla, ma ciò non mi turba, mi lascia indifferente.

CitazioneIl nulla quindi come campo della possibilità che deriva ed è rivelato dal toglimento dell'insieme completo degli enti senza che questo toglimento completo degli enti sia e possa essere il toglimento dell'essere stesso come accadimento impersonale: togliendo l'insieme dei contenuti di coscienza resta il campo vuoto di una possibile e potenziale ulteriore coscienza, il consumarsi impersonale di qualcosa che comunque non è un nulla, un nulla gnoseologico che non è un nulla ontologico, l'appercezione come unità vuota, riferita al vuoto stesso.
Questa tua proposizione non l'ho capita. Immaginami come un contadino semi-analfabeta e cerca di farmi comprendere con parole semplici ciò che vuoi dire, senza usare "toglimento".

Più volte in questo forum ho invitato i vari nick a non "incartarsi" nell'esprimere la loro opinione filosofica, ma di farsi capire dal "volgo" quando scrivono. La comunicazione serve per farsi comprendere da chi ci legge, da chi ascolta, non è autoreferenziale. 

Citazionegli esseri autocoscienti hanno coscienza di morte, perché possono immaginare le loro categorie conoscitive anche come vuote, non perturbate dal mondo, dall'altro da sé, e immaginare questa condizione permanente come fantasmaticamente proiettata sul morto e sull'inanimato: possono, pur non conoscendo veramente la morte, farsene un'idea per analogia, per metafora, per narrazione.
Anche questa non l'ho capita. Lo so, facilmente puoi rispondere che non è colpa tua se io sono "duro di comprendonio".

CitazioneIl nulla come inconoscibile quindi, cioè l'eternità stessa dell'anima e dell'essere disincarnato: tutto nell'anima è coscienza o conoscenza, l'inconoscibile non è un nulla qualsiasi, è specificamente il nulla dell'anima, dell'essere che si autodefinisce come cosciente e conoscente e si rispecchia in questa attività, che nel pensiero del suo eventuale (o certo) smettere di conoscere, nel pensiero del suo passare dalla conoscenza nell'oblio, vede tanto il suo divenire altro da quello che ora è, quanto il suo essere fin da ora un essere (conoscente) diverso dagli altri esseri (non conoscenti).
Non comprendo il nesso tra il nulla e l'eternità dell'anima e dell'essere disincarnato. Mah !

CitazioneIl nulla è nulla, quindi è facile riconoscere che non è possibile andarci a finire nemmeno dopo la morte; quindi dopo la morte si pensa che ci sia un'alterità inconoscibile, un oblio, un nulla che non è il nulla assoluto -che non esiste- ma il nulla della cosa che nel quadro del divenire complessivo del tutto si è trasformata in altro da sé -il nulla della legna che diventa cenere, o di una cosa che non è un'altra-, ma questo oblio è il trionfo dell'anima, la cui nullità in morte è oblio, il che prova a posteriori che la sue essenza in vita è sempre stata -fu- conoscenza.
Se si considera il nulla come vuoto perché è impossibile allocarci il post mortem ?

Il tuo post è lungo, è quasi mezzanotte, perciò preferisco fermarmi qui.
Buonanotte. 
#1149


Stasera posso usare verso di voi  la "legge del contrappasso" per "analogia" alla vostra colpa di "intellettualismo"  filosofico ?

L'intellettualismo indica l'atteggiamento  di chi pone in primo piano l'attività dell'intelletto per comprendere ed analizzare concetti e fenomeni.

Ma c'è chi critica l'intellettualismo, perché produrrebbe un modo di pensare astratto, astruso e lontano dai dal linguaggio della gente comune. Perciò l'intellettualismo così inteso assume un valore negativo e gli anti-intellettuali ridicolizzano le élite intellettuali.  


L'anti-intellettualismo si caratterizza con la  predominanza  dell'emotività a scapito  del ragionamento logico e argomentativo. Il linguaggio, semplificato e diretto mira alla persuasione e manipolazione degli ascoltatori e del lettori, non all'analisi critica e al ragionamento.

L'anti-intellettualismo ha talmente permeato la politica e la società che esso si esprime non solo in quelle forze e movimenti che si oppongono alle élite al potere, ma viene ampiamente utilizzato anche dalle elite dominanti, che vengono accusate di essere intellettuali e quindi distanti dai veri bisogni dei cittadini.
Questo fenomeno può essere spiegato in parte con il fatto che la politica è sempre più arte retorica e persuasiva e poco arte del fare. In questo senso la retorica anti-intellettuale si presta ad un tale approccio.

Secondo studi americani effettuati per analizzare il linguaggio ed i discorsi dei candidati alla presidenza, risulta che, nei dibattiti, ha due volte maggiori possibilità di successo chi impiega un approccio (un linguaggio) anti-intellettuale rispetto a chi non impiega un tale approccio.

L'anti-intellettualismo è un fenomeno che ha radici antiche, tuttavia nel mondo contemporaneo, a causa di fattori economici, politici, sociali e tecnologici, ha assunto un ruolo di primo piano. Per questo merita un'attenzione particolare.

Johan Huizinga nel suo libro titolato "La crisi della civiltà", scrisse: "I pensieri del giorno vogliono agire all'istante. Invece in questo mondo le grandi idee si sono affermate solo con grande lentezza". Ne è un esempio la religione. Le  sue intuizioni sui valori e sulla società si proiettano nel lungo periodo, ben oltre la vita di una singola generazione o di un modello economico e politico. Per questa sua visione di lungo periodo la religione preserva valori forti, svolge un ruolo di coesione sociale. Ma questo ruolo può favorire anche la funzione di controllo sociale,  e l'uso dei valori religiosi può diventare un potente strumento politico.
Mi sembra che in gran parte della storia le religioni hanno svolto proprio questo ruolo, macchiandosi spesso di errori e colpe gravi.

Fortunatamente nei secoli recenti in Occidente si è realizzata un apparente, maggiore separazione tra Stato e organizzazioni religiose, accanto allo sviluppo del pensiero scientifico autonomo dalla religione. Proprio questo processo permette oggi alle religioni di recuperare un forte ruolo morale, occupando "meno" l'ambito della politica.

Così è se vi piace, oppure "Così è (se vi pare)", usando il titolo di un'opera teatrale di Luigi Pirandello.
#1150
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
09 Novembre 2019, 16:03:08 PM
Daniele a me sembra che tu copi da vari opuscoli i post di apertura dei tuoi topic !

Hai letto il testo del filosofo tedesco Ludwig Feuerbach, titolato "Essenza della religione" ?

Puoi trovare alcune risposte alle tue riflessioni.

Hai scritto
CitazioneA noi atei il compito di contemplare il nulla, la ragione, la filosofia

In che modo li contempli ? 
#1151
Jacopus, ancora sei assillato da questo senso di colpa del nostro ladrocinio al "Terzo Mondo". Quando terminerà l'espiazione di questa tua pena che ti perseguita ?

Ma la colpa degli altri perché deve cadere sull'Italia ? Rivolgiti alla Francia, all'Inghilterra, ecc..

Quella parvenza di colonialismo dell'Italia in Libia, Eritrea, Somalia, Etiopia, fu di breve durata. Fu l'occasione per dare terre da lavorare ai contadini e ad artigiani italiani.   In cambio, in quegli anni, abbiamo costruito strade, ospedali, anche cinema. Il padre del mio vicino di casa fu uno di quelli che costruirono sale cinematografiche in Eritrea e Somalia. Ha portato la modernità in quelle zone. Che sbaglio !

Adesso ci sono migliaia di eritrei e somali in Italia. Pretendono pure di farci sentire in colpa.

Detesto la Chiesa "comitato di affari finanziari e immobiliari", aborro le onlus ideologizzate e buoniste in cambio di denaro,  disdegno i parassiti con la pelle di vari colori che vengono in Italia per farsi mantenere, ecc..
#1152
Viator ha scritto:
Citazionel'importante è dare retta a fonti come la Santa Sede e l'ONU, note per la loro coerenza (la Santa Sede per il suo patrimonio immobiliare - l'ONU per il rispetto che porta ai veti di tre dei suoi membri).

Sulla pagina 9 de "Il Sole 24 Ore" della scorsa domenica, 3 novembre, c'è un lungo articolo sugli asset della cosiddetta "Santa Sede". Il titolo dell'articolo: "Non solo palazzi: per il Vaticano tesoretti da 11 miliardi".

L'articolo è su più colonne. Ve ne trascrivo le prime due, mezze colonne.

"La cifra complessiva forse la conosce solo il Papa. Ma non è sicuro. La stima di massima delle disponibilità finanziarie della Santa Sede e della Città del Vaticano, quindi del governo centrale e non di diocesi o congregazioni religiose, è di circa 5 miliardi di euro. In netto calo rispetto ad un decina di anni fa, quando, prima della crisi dei mercato e del crollo dei tassi di interesse, poteva sfiorare quasi i 10 miliardi. Questo per la parte mobiliare. Mentre quella immobiliare è stimata in oltre 6 miliardi. Si tratta esclusivamente di case e palazzi 'non funzionali' all'attività istituzionale. Quindi niente palazzo della Cancelleria o la Gregoriana, per capirci.
Questa valutazione è solo una piccola parte del patrimonio della 'Chiesa' (congregazioni religiose e diocesi) che nel mondo conta su un patrimonio valutato oltre 2mila miliardi, comprese università, scuole e ospedali.
Il tesoro pontificio non è unitario, cioè custodito da un unico soggetto, ma spezzettato in vari 'tesoretti', gestiti gelosamente in modo autonomo e, come si è visto, non sempre al meglio. L'ultima tempesta che ha investito la Curia, generata da un'inchiesta giudiziaria che ha portato a irruzioni, sospensioni dal servizio e vari effetti collaterali è stata innescata da un immobile di prestigio a Sloane Avenue, Londra, passato di mano attraverso varie società-veicolo e da mesi sotto il diretto controllo della Segreteria di Stato, un'operazione definita 'opaca' dal Segretario di Stato, Pietro Parolin. [...] Ma questo non è l'unico investimento immobiliare nella capitale inglese (fu Pio XII a comprare per primo sulle rive del Tamigi): al Sole 24 Ore risulta che la Segreteria di Stato controlli sette palazzi a Cadogan Square, nel quadrilatero più caro  della città in zona knightsbridge, l'indirizzo  di Harrod's e del Mandarin. Un buon investimento di almeno 70 milioni di sterline".
 
Tra le altre cose al Sole 24 Ore risulta che "la Segreteria di Stato controlli sette palazzi a Cadogan Square, nel quadrilatero più caro della città in zona Knightsbridge, l'indirizzo di Harrod's e del Mandarin".
#1153
Attualità / Re:Silenzio elettorale
28 Ottobre 2019, 14:35:43 PM
Dopo il voto elettorale in Umbria. 
Il filosofo genovese  Paolo Becchi, dal 2013 considerato l'ideologo del "Movimento 5 stelle",  che ha abbandonato nel gennaio 2016, da alcuni mesi focalizza il discorso politico sul "sovranismo debole", detto "althusiano", dal nome del filosofo e giurista tedesco Johannes Althusius, 1563 – 1638, noto per il suo saggio pubblicato nel 1603  col titolo: "Politica Methodice Digesta, Atque Exemplis Sacris et Profanis Illustrata" che lo hanno fatto considerare il primo ideologo federalista e sostenitore della sovranità popolare.


Il filosofo Becchi in un suo articolo titolato "Addio destra e sinistra. Adesso si sfidano globalisti e sovranisti", pubblicato sul quotidiano "Libero" del 14 novembre 2016, afferma: "Trump ha dimostrato una cosa che per la verità già conoscevamo da tempo, ma che è opportuno ricordare ancora una volta, dal momento che nel nostro Paese si continua a ragionare con categorie politiche ormai superate.

Il confronto politico futuro non sarà più tra destra e sinistra ma tra coloro che accettano la globalizzazione e coloro che invece intendono contestarla. Globalisti contro sovranisti, sì perché essere contrari alla globalizzazione significa, oggi, recuperare l'idea di nazione attribuendo però a questo concetto un nuovo significato. Una nuova idea di nazione, direi, e una nuova idea di Stato nazionale. De-mondializzare significa ri-nazionalizzare.

Il compito per i 'sovranisti' è quello di recuperare margini di sovranità, di recuperarli in favore dei popoli. Porre al centro l'interesse nazionale in Europa, esattamente come ha fatto Trump negli Stati Uniti. E ha stravinto proprio con questo progetto politico.

Per noi il primo punto, come questo giornale non si stanca di sottolineare, riguarda il recupero della sovranità monetaria. L'euro è il classico esempio di mondializzazione (sia pure riferito ad una particolare area geografica) e il risultato lo abbiamo sotto gli occhi. Povertà e miseria dilagante per intere popolazioni. (...) La stessa cosa si può dire per l'Unione Europea: beninteso, non si tratta di essere contro l'Europa, ma contro questa costruzione europea: pensare di «riformarla dall'interno» sarebbe stato come pensare di riformare dall'interno l'Unione sovietica. No, bisogna farla crollare per poter poi, eventualmente, iniziare un nuovo cammino. Questo è un punto importante, che non deve essere frainteso.

Chi è contro questa Ue, e non vuole niente da questa costruzione europea, non è affatto 'antieuropeista'. Al contrario, è uno che ritiene che proprio questa costruzione stia disintegrando gli Stati nazionali europei e finirà per disintegrare anche i valori su cui l'Europa stessa si fonda. Una Ue senza confini, senza 'cittadini', non ha più niente di specificamente europeo. Se vogliamo ripensare l'idea di Europa, dobbiamo ripartire dalle nazioni che la compongono. Ecco perché oltre al recupero della sovranità monetaria è necessario recuperare quella nazionale.

Recuperare tutto questo passa attraverso un recupero dell'idea di nazione. L'errore però da evitare – e che fino ad oggi non è stato evitato – è quello di confondere questa idea con quella del vecchio Stato nazione. Appartenenza nazionale non significa oggi, necessariamente, Stato centralistico, e può coesistere con un riconoscimento molto ampio delle autonomie locali. È il globalismo, e non il «nazionalismo», che è contrario al localismo.

Contro lo strapotere delle oligarchie di Bruxelles cosa resta se non quel residuo di democrazia che troviamo ancora all'interno degli Stati nazionali? Allo Stato unico globale possiamo solo replicare con uno Stato nazionale federale che riconosca le autonomie locali sulla base del principio 'stare con chi ci vuole e stare con chi si vuole. Questo è Gianfranco Miglio, attualizzato nel nostro tempo. Insomma, uno Stato nazionale può esistere anche se al suo interno sono presenti popoli diversi, ma sempre a patto che questi vogliano stare insieme. Catalani, baschi, altoatesini: l'autonomia dovrebbe essere concessa a chiunque lo voglia. È questo il principio di una sovranità 'debole', non leviatanica. E solo essa potrà conciliare ciò che sino ad oggi appariva difficilmente conciliabile: sovranità nazionale e federalismo.

Globalisti contro sovranisti dunque. Renzi è chiaro da che parte sta, Grillo altrettanto: un giorno 'global' e l'altro 'local, ma può permettersi questo abile giochetto solo fino a quando nel Paese non nascerà non un nuovo centro destra, bensì un nuovo soggetto politico, che superando in senso hegeliano quelli esistenti, si ponga un obiettivo politico immediato: l'uscita dall'euro e dall'Unione europea. Oggi c'è solo un leader che può tentare questa difficile impresa: Salvini".

Da questo articolo  (e dopo il risultato elettorale in Umbria) mi sembra che si sia avverata la profezia di Becchi, scritta tre anni fa.   


E' l'inevitabile risultato per chi non ha capito, come il movimento 5 stelle,  la fase storica che stiamo vivendo?  Non l'ha capito quando nello scorso luglio  al parlamento europeo ha votato per Ursula Gertrud von der Leyen come presidente della Commissione Europea ?
#1154
Tematiche Filosofiche / Re:Solitudine
27 Ottobre 2019, 08:59:02 AM
Daniele la  "solitudo" è più articolata di quel che pensi in modo perentorio. Può servire in modo volontario alla meditazione (per ore, giorni, mesi ?) ma può anche essere angosciante per chi non ha amici, per chi vorrebbe dialogare con altri e non ci riesce per vari motivi. Allora per questi lo scorrere del tempo assume un "valore tragico",  come dice nel suo post "green demetr.

L'horror solitudinis. Saper stare soli è una virtù, un'autonomia, certamente, purché sia voluta. Infatti la vita non va svilita nel contatto effimero, superficiale con altri. Amicizie troppo vincolanti possono imporre adattamenti forzati.

Sono varie le facce della solitudine: si può anche gioire di pause in cui si sta soli, specie se si è introversi e introspettivi, o per interessi peculiari che non richiedono compagnia. Ma anche per discrepanza tra le relazioni effettive e quelle ideali.

Né il rapporto di coppia salva dalla solitudine. Spesso alla fine ci si tollera.

Contatti numerosi ma di qualità povera non alleviano la solitudine, come i virtuali contatti sui social network.
#1155
Tematiche Filosofiche / Re:Solitudine
26 Ottobre 2019, 21:15:14 PM
Ciao Daniele, mi sembra che la tua descrizione della solitudine sia un po' poetizzata.

La solitudine può essere  deserto o giardino.


Solitudine come pratica che motiva le persone alla ricerca di isolamento considerato positivo o necessario.

Ci si isola per poter stabilire un rapporto con se stesso, ad avere un "dialogo interiore" come se si fosse in due.


A volte capita all'improvviso il dilemma di essere in mezzo al guado o di pensare alle solite domande esistenziali: chi sono? che faccio? dove vado?. Si fa il bilancio  della propria vita fino a quel momento, si fa la lista delle occasioni perdute, delle delusioni subìte e di quelle causate agli altri.


Si, certo, la solitudine a volte permette anche di selezionare meglio le relazioni interpersonali, di capire quali sono le cose che gratificano. Invece il timore della solitudine sociale suscita la frenesia per incontri e relazioni talvolta poco significative.


Un aforisma attribuito al filosofo Friedrich Nietzsche afferma che: Troppo frettoloso è il solitario, nel tendere la mano a colui che incontra".