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Messaggi - doxa

#1156
Il concetto di famiglia nel XXI secolo è di per sé "liquido", per dirlo alla Zygmunt Bauman, perchè è influenzato dalle diverse concezioni ideologiche, religiose e filosofiche.  Comunque è una famiglia  costituita nell'ambito sociale, con interessi ed affetti, dotata di una propria consistenza che trascende i vincoli che possono solo temporaneamente tenere unite due persone.

La vera 'famiglia' per la Corte europea dei diritti dell'uomo è la relazione di tipo familiare di fatto esistente tra persone. Il matrimonio, in questa prospettiva, non è altro che uno dei diversi 'indici' che la Corte di Strasburgo prende in considerazione per stabilire se si è o meno, in presenza di una 'vita familiare' di coppia tutelata dall'art. 8 della Convenzione. E con tutto ciò anche il nostro Paese, tradizionalmente cattolico, deve fare i conti.

Le mura dei palazzi celano al loro interno tante vite "appartate",  isolate nelle loro solitudini o nei loro drammi, famiglie unite nell'amore o  scavate dalle divisioni, benestanti o curve sotto l'incubo della povertà o dell'assenza di lavoro.
Le famiglie ospitate tra quelle mura, le nostre famiglie, hanno  subìto un'evoluzione accelerata. Il mutamento dei modelli sociali si è incrociato con nuovi interrogativi e soluzioni.

L'approvazione sociale ha allargato progressivamente il suo manto su altre tipologie  familiari, travalicando i confini della biologia tradizionale,  ma le relazioni interpersonali si sono rivelate di bassa durata; il condizionamento  socio-economico e culturale rimescola ininterrottamente le carte dell'antropologia; la morale classica lascia il passo a un'etica soggettiva, fluida e  relativa.

Frammentazione, disgregazione, convivenze, unioni di fatto, divorzio, nuove  nozze, ragazze madri, figli in contesti inediti, unioni tra persone dello stesso sesso e così proseguendo lungo un orizzonte variegato.

E' da considerare crisi od evoluzione sociale ciò che caratterizza l'attuale famiglia polisemica ?
#1157
Ma in una società la famiglia è ancora considerata  l'istituzione  fondamentale basata sul matrimonio o la convivenza con i caratteri della esclusività, della stabilità e della responsabilità, attraverso la quale la società stessa si riproduce e si perpetua anche a livello culturale ?


La società  contemporanea occidentale è individualista e come tale sta perdendo il significato della famiglia. Ridotta a convivenza, diventa un istituto giuridico privato transitorio. Ha perso parte dei riferimenti religiosi di cui è espressione il matrimonio indissolubile con l'affermazione dell'amore "per sempre".


La società scristianizzata e il mutamento culturale che coinvolge la famiglia ha indotto papa Francesco ad organizzare alcuni mesi fa  il sinodo dei vescovi dedicato al matrimonio e alla famiglia.


Il cardinale Angelo Scola quando era arcivescovo di Milano pubblicò un suo saggio titolato "Il mistero nuziale", nel quale, fra l'altro dice che una delle cause fondamentali di questo cambiamento è stata ed è l'incapacità della Chiesa cattolica di comunicare le ragioni della fede all'umanità del terzo millennio. Quando i mutamenti arrivano a toccare aspetti strutturali dell'umano agire si verificano capovolgimenti antropologici da cui si sviluppano nuovi comportamenti, che le leggi poi certificano con normative. E' il caso del "divorzio breve".


La famiglia può essere per i suoi componenti un nucleo piacevole, accogliente, ma può anche essere soffocante e deprimente.


Nella società globalizzata c'è la tendenza alla dissoluzione dei legami comunitari e coinvolge anche la famiglia, nella quale spesso  manca la solidarietà necessaria per il bene comune.


La famiglia, nasce, cresce, evolve adattandosi ai mutamenti della società in cui vive, nel bene e nel male.
#1158
In chiusura del mio precedente post ho scritto se c'è un collegamento tra globalizzazione e declino di una civiltà  e se la crisi è quantificabile o  misurabile. 

Un metodo potrebbe essere quello di stabilire quali sono i valori di riferimento di una società, desunti dalle leggi, dalla morale vigente.

Se i valori di riferimento stabiliti divergono dalla prassi quotidiana subentra la crisi tra "il dire e il fare".

Anche se in Occidente la religione è stata espulsa dalla vita civile come elemento determinante con la fine della "Guerra dei trent'anni" nel 1648,  la morale cristiana ha continuato a dominare nella vita sociale delle nazioni occidentali.

Nel nostro tempo mi sembra che i valori dominanti siano "libertà", uguaglianza", "solidarietà", non più "Dio, Patria e Famiglia" e quei valori sono misurabili. Per esempio, la solidarietà si misura coi trasferimenti monetari dai più ricchi ai disagiati economici, con la spesa pubblica in welfare e servizi gratuiti; l'uguaglianza dalle pari opportunità e dalla rimozione di privilegi per nascita; la libertà dal grado di ingerenza dello Stato nelle scelte private dei cittadini, ecc..

La crisi dei valori è evidente ? Ma quali valori ? Solo quelli morali ? 
Penso che la paventata crisi dei valori morali è più sfumata di quanto si creda.

Non nego la presenza di problemi, anche gravi, di natura sociale ed etica in seno alla nostra società. I "mostri" contro cui dobbiamo combattere sono abbastanza conosciuti: l'economicismo, il consumismo, l'egoismo, l'edonismo esibizionista, il prevalere, in genere, della sfera materiale su quella spirituale.


La rincorsa al successo economico da ottenere senza troppe remore etiche e la vita vissuta all'insegna del divertimento inducono anche penosi problemi psicologici: solitudine, noia, insicurezza, vuoto esistenziale, disorientamento morale. Ma tali "problemi" sono leniti dalla libertà dell'individuo contemporaneo, che può scegliere fra più opzioni, anche se di solito si lascia guidare dalla scelta del profitto economico e l'interesse personale.


Pure il negare o emarginare l'ambito spirituale, come accade più o meno coscientemente in Occidente (ma non solo) acuisce i cosiddetti mali sociali: la criminalità, il suicidio, la violenza, l'alcolismo, la droga, la cosiddetta "malattia mentale".

Si, certo, nel passato c'era stabilità (immutabilità ?) nei valori etici e religiosi, ma perché ? La quasi totalità delle persone vivevano nell'ignoranza, credevano ai miracoli straordinari propinati dai preti semi-analfabeti, c'era l'assoggettamento rassegnato all'autorità religiosa e civile. Così volevano e così doveva essere, senza discutere. E quel tempo, mi sembra,  non era meglio dell'oggi.
#1159
Nei secoli con il  concetto di civiltà ha avuto cambiamenti di significato dovuti al progresso in senso generale.  Nel nostro tempo intende l'insieme delle forme culturali, sociali, economiche, i valori morali e l'organizzazione politica di una popolazione o di una macro area comprendente più nazioni.

Occidentale. Occidente è un termine geografico, una delle quattro direzioni cardinali, l'Ovest, ma dal Rinascimento, dopo la scoperta dell'America,  usiamo l'aggettivo "occidentalis" con incluso un giudizio di valore sul proprio modo di vivere, considerato più "progredito" rispetto ad altre culture, e teso ad espandersi, ad influenzare altre culture o ad assimilarle in un insieme omogeneo, come l'area europea occidentale e quella nordamericana.  Un esempio è la globalizzazione, causata dall'intensificazione degli scambi commerciali, gli investimenti finanziari internazionali, l'interdipendenza delle economie nazionali, che hanno condotto ad interdipendenze sociali, culturali, politiche e tecnologiche.

Nel contesto attuale l'Occidente  abbraccia un'estesa area che include le nazioni più ricche e industrializzate dell'Europa e dell'America, l'Australia, la Nuova  Zelanda, il Giappone  e quei paesi accomunati, almeno idealmente, da determinate caratteristiche economiche e politiche.

C'è collegamento tra globalizzazione e declino di una civiltà ?

Molti sono convinti che tale "tramonto" dipenda dal crepuscolo religioso e morale. Ma queste crisi in che modo sono misurabili ?  E chi sono i giudici ?
#1160
Tematiche Culturali e Sociali / Civiltà occidentale
17 Ottobre 2019, 15:39:54 PM
Il cardinale Robert Sarah in collaborazione con Nicolas Diat ha scritto e pubblicato il libro titolato: "Si fa sera e il giorno ormai volge al declino", parafrasando il versetto del Vangelo di Luca: "Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino" (24, 29) L'invito è rivolto dai due discepoli allo sconosciuto che si era unito a loro nel tragitto verso Emmaus, incerto luogo della Palestina, distante circa 11 km da Gerusalemme. Quello sconosciuto era Gesù, che fece la prima apparizione dopo la risurrezione.

In questo testo il cardinale Sarah afferma che in Occidente c'è una crisi culturale e identitaria che conduce alla decadenza. C'è anche la crisi della fede e della Chiesa, il relativismo morale, la globalizzazione senza regole, il capitalismo sfrenato, il totalitarismo islamista, le nuove ideologie che vogliono il cambiamento della morale, una nuova visione della famiglia e della sessualità, con notevoli pressioni economiche e mediatiche.

Nell'analisi degli sconvolgimenti della nostra epoca l'autore ci invita a prendere coscienza della gravità della crisi che stiamo attraversando, mostrandoci come sia ancora possibile evitare un mondo senza Dio e senza speranza.


Da quanto afferma questo cardinale sembra che l'identità dell'Occidente provenga dal solo cristianesimo.

Quello che è certo che è in decadenza la Chiesa cattolica e il cristianesimo col suo messaggio escatologico. Nei seminari regionali scarseggiano gli studenti. Stanno accorpando le diocesi.  Mancano i sacerdoti cattolici italiani ed europei e li stanno sostituendo con preti provenienti dall'Africa e dall'Asia.


La cultura occidentale non è formata dal solo cristianesimo. 

Fanno parte di una civiltà anche i princìpi filosofici che ci derivano dal periodo greco-romano e dall'Illuminismo, dalla politica espressa dalla democrazia parlamentare, dallo Stato di diritto, la parità tra i sessi, il liberismo economico, il sistema di valori, il progresso sociale, ecc..
Nell'antichità ci fu l'osmosi tra l'ellenismo ed altre culture: Celti, Ebrei, Romani, popolazioni del Vicino e Medio Oriente, nord-africane. Un crogiuolo nel quale si formò la nostra identità e civiltà.  

Le popolazioni dell'Europa furono condizionate dal triangolo Grecia – Roma – Giudea. Condizionamento che rimarrà finché il cristianesimo (in cui sono presenti e fondanti le tre entità) rimarrà la religione occidentale.


Nel tempo c'è l'evoluzione e la ridefinizione dell'identità di una civiltà, perciò io non riesco a percepirla questa decadenza dell'Occidente rispetto al passato. E voi ?
#1161
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Fine della discussione
11 Settembre 2019, 22:02:42 PM
Sei il "braccio armato della legge". Accidenti che modestia, Inverno. Meno male che ci sei tu che sei un genio. Alla tua offesa rispondo con l'offesa. Se Nardi banna me deve bannare anche te, altrimenti ci vediamo in tribunale.
#1162
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Fine della discussione
11 Settembre 2019, 21:14:41 PM
Ecco un altro topic di Jacopus non off topic  ? Mi vien da ridere.

La vostra ideologia cattocomunista e sinistroide vi offusca il giudizio ?

Chiedo a Ivo Nardi se non sarebbe meglio eliminare il topic, senza pensare di bannare chi la pensa diversamente da voi e lo dice con educazione.
#1163
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Fine della discussione
11 Settembre 2019, 21:12:26 PM
Egregio amministratore ho risposto ad Inverno, perciò non vedo dov'è l'off topic.

Allora off topic è anche Inverno. O no ?

Quello d'inverno è forse un topic "regolare" ?
#1164
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Fine della discussione
11 Settembre 2019, 21:01:52 PM
Inverno ha scritto
Citazione

Lascio i tuoi post due giorni così li possano leggere tutti , fate screenshot di questi bellissimi argomenti e salvateli, poi cancello tutto e chiedo il tuo ban. E non ti ripresentare con un altro nick.

E tu Inverno saresti un democratico aperto alle discussioni ? Perché non fai decidere ad Ivo Nardi se cancellare il post di Elia ? 

Eutidemo un "illuminato" ? Ora che c'è la sinistra nel governo nazionale Eutidemo ha smesso di scrivere ? Non ha argomenti ?
#1165
Tematiche Filosofiche / Re:Identità
06 Settembre 2019, 14:26:34 PM
leibnicht ha scritto
Citazione
Voi applicate al concetto di Identità un software concettuale deduttivo. La non-discernibilità  come paradigma induttivo si impiglia in un Holzweg di paradossi.

Leibnicht questo è un forum generalista e non riservato alla filosofia  per pochi addetti.

Rileggi la tua frase e dimmi se è comprensibile ai più.

Ho già  detto altre volte che chi s'interessa di filosofia dovrebbe allargare il ristretto schema mentale per non essere noioso. Ci sono persone che vogliono scrivere "difficile", in maniera astrusa, contorta,  ma sbagliano "facile".

Allargare l'orizzonte dei cosiddetti filosofi verso la psicologia fa male ?

Senza tanti post filosofici,  alla psicologia ne basterebbe uno per dire brevemente e con chiarezza che l'identità dipende dalla percezione che ogni individuo ha di se stesso e in relazione con altri individui, con i quali forma un gruppo sociale, per esempio: famiglia, associazioni, comunità.

L'identità può essere oggettiva e soggettiva.

L'identità oggettiva è data da quanto gli altri vedono in noi: non solo il nostro viso, il nostro carattere, il nostro modo di vestire ma anche la nostra collocazione familiare e sociale.

L'identità soggettiva è l'insieme delle nostre caratteristiche,  così come noi le vediamo e le descriviamo. E' la consapevolezza di sé come individuo.

Per una corretta e costante identità soggettiva e oggettiva, è necessario che i punti di riferimento siano solidi; ogni alterazione o cambiamento crea dissonanze cognitive, alienazioni.

La percezione di avere una propria identità e l'esigenza che gli altri la riconoscono è condizione necessaria per una vita socialmente equilibrata.

Il nostro nome è la nostra identità, ma concorrono a formarla le nostre relazioni, le nostre conoscenze, le nostre scelte, le nostre emozioni e i nostri sentimenti.
#1166
baylham, prima di "sputare" sentenze informati meglio: la Tunisia e Malta sono "porti sicuri" e sono più vicini alla Libia.

Cerca di avere il coraggio di ammettere  che la ricca ereditiera nullafacente, cosiddetta "comandante" della "nave" "Sea Watch 3", ha il marchio del centro sociale, guarda la sua schifosa, posticcia "coda di cavallo" a treccine.

Qui si sta facendo lotta politica altro che soccorso a finti naufraghi che hanno pagato tremila dollari per farsi portare in Europa.

Informati quanto riceve ogni nave che "soccorre" quei finti naufraghi.

Dimmi chi finanzia quei parassiti delle navi "Sea Watch".

Salvini è troppo morbido. Dopo il rifiuto dell'Olanda a ricevere quei "disperati economici" io li farei sbarcare e con un aereo subito rimpatriati.  Ovviamente quel peschereccio va sequestrato e affondato.

Le "farneticazioni" non sono di Salvini ma dei sinistrati della sinistra ed i cattolici seguaci di papa Francesco.

Salvini "bulletto" ? Fratoianni allora è un gentleman?

Casarin, se non sbaglio è un pregiudicato, che ogni tanto riappare, questa volta nella ONG. Una volta in vita sua vorrei vederlo lavorare.

baylham, consideri questo governo "incompetente e criminogeno", mentre il governo precedente era formato da eccelse menti competenti ? Ma non farmi ridere.
#1167
Refuso: Nel precedente post ho scritto "Gli atei credono che Dio non esiste....", anziché non esista".
I moderatori possono spiegarmi perché è stato deciso di togliere la  possibilità dio modifica dopo 5 minuti ?  Di solito agli utenti si dà la possibilità  per almeno 24 ore.
#1168
Carlo al tuo paradosso permittimi un altro paradosso: gli atei sono gli autentici credenti !  :)


Gli atei credono che Dio non esiste, c'è il "nulla divino" o, per dirla con Nietzsche, "Dio è morto". 

L'ateo è percepito dai credenti e dai clerici incerti nella fede un pericolo, temono di venire convertiti all'ateismo, perciò la Chiesa intollerante e, nel passato, anche violenta, teme e avversa l'ateismo, come l'arcangelo Michele sfodera la "spada" per combattere Satana.
Non basta. Le religioni temono il pluralismo religioso, perché relativizza i loro assoluti, e lottano silenziosamente tra di loro, ognuna rivendica di essere latrice della "verità".

L'ateismo, invece, non contende lo spazio del sacro alle religioni, e per paradosso la fede nel nulla dell'ateo è forse più autentica di quella di un credente in un dio giudice onnipotente, in quanto autonoma, indipendente da premi o castighi.


Ci sono persone atee che sanno tutto su Gesù, su Dio, dogmaticamente convinti del loro "credo". 

Papa Francesco ha detto: "meglio ateo che ipocrita". Sono meglio gli atei degli ipocriti in chiesa. I cristiani che vivono odiando altre persone sono uno scandalo.
#1169
Tematiche Spirituali / Re:Coscienza
27 Maggio 2019, 18:50:15 PM
Maria, ti consiglio di leggere il recente libro del neuroscienziato Michael Gazzaniga, titolato: "La coscienza è un istinto. Il legame misterioso tra il cervello e la mente" Raffaello Cortina edit.). L'autore  mette a confronto nuove ipotesi sulla coscienza ed evidenzia che il termine "coscienza" non ha ancora una definizione accettata da tutti.


Oggi è opinione largamente condivisa  che la natura della coscienza non è alla portata della scienza e ancor meno della filosofia della mente, che, secondo la neurobiologa e neurofilosofa Patricia S. Churchland ha riempito le biblioteche senza spiegare nulla.
#1170
Tematiche Spirituali / Re:Coscienza
27 Maggio 2019, 16:16:55 PM
Maria ha scritto
CitazioneCiascuno può ritenere valida la definizione di coscienza che più gli risuona, in questo senso quella del vocabolario va benissimo. Personalmente dopo aver approfondito per anni questi temi ho preferito accogliere un nuovo modo di vedere le cose. 
Ora, se il percorso spirituale che ho scelto usa i termini in modo diverso e dà una chiave di lettura della realtà assolutamente non in linea con quanto fino ad ora ci era stato insegnato, che problema c'è? Non ritengo che questo percorso sia l'unico che ci può ricondurre a "Casa", non mi interessa convincere nessuno della giustezza di quanto vado esponendo, la mia vuole solo essere una condivisione su qualcosa che per me e stata la risposta a quanto stavo cercando da sempre.

Non c'è nessun problema se il tuo percorso spirituale ti fa apprendere nozioni diverse dalle nostre sul concetto di coscienza. Ma devi tener presente che nelle relazioni interpersonali oltre ad avere in comune il codice linguistico si deve avere in comune anche la terminologia per discettare in modo reciprocamente comprensibile, altrimenti come si fa a dialogare ?


Tu dici
CitazioneCiascuno può ritenere valida la definizione di coscienza che più gli risuona
. Questa tua affermazione è un'ovvietà, però hai anche la curiosità di confrontare la tua convinzione con la nostra.

Comunque, quale eventuale novità  ti aspetti di sapere da noi che possa farti cambiare o confermare la tua opinione  sul concetto di coscienza ?