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Messaggi - Carlo Pierini

#1171
Citazione di: sgiombo il 03 Settembre 2017, 13:13:36 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 02 Settembre 2017, 18:26:00 PM
CitazioneLa teoria di Popper é filosofica (gnoseologica ovvero epistemologica) e non scientifica, é per così dire una "metaconsiderazione critica" sulla conoscenza scientifica, il suo significato, i suoi metodi, criteri, condizioni di verità, e dunque ovviamente non si può razionalmente, logicamente pretendere di applicarla alla critica di se stessa; può casomai essere criticata con altri argomenti (filosofici).

Sì, Sgiombo, ma non si può fare filosofia della scienza senza tenere conto della scienza reale e della sua storia. "Astrarre" non significa lanciare a briglia sciolta la fantasia su idee fasulle come quella della "...neve che è bianca se, e solo se, la neve è bianca" (Tarski) o sulla labilità di affermazioni come "tutti i corvi sono neri" (Popper). "Astrarre" significa "trarre da-", cioè, trarre dall'esperienza del reale, fondare le proprie "metaconsiderazioni critiche" sull'osservazione analitica delle conoscenze reali della scienza, così come la scienza fonda le proprie conoscenze sull'osservazione dei fenomeni reali. Altrimenti contribuiamo alla diffusione di quel virus intellettuale che nega la verità e degrada, così, non solo la conoscenza, ma l'intera cultura dal rango dei più alti ed ambìti ideali umani a quello di miserabile pettegolezzo da salotto, di insignificante "flatus vocis".

SGIOMBO
Comunque confondi la debolezza intrinseca al relativismo (la pretesa che tutte le teorie siano incerte e confutabili, tranne la teoria relativista) con un atteggiamento di tipo scettico, che non consiste nel negare con certezza la conoscenza, bensì nel riconoscerne l' incertezza, nel dubitare, sospendere il giudizio (su tutto, anche sul dubbio, incertezza, sospensione del giudizio stessa; e se ti piacciono i regressi all' infinito, anche sul dubbio circa il dubbi e così via senza fine...).

CARLO
Il dubbio e lo scetticismo sono come il sale o il peperoncino per la cucina: se li mettiamo dappertutto o se non li dosiamo con equilibrio, rendono i cibi immangiabili.


L'angolo musicale:
AZUCAR MORENO: Vén, devòrame otra vez
https://youtu.be/wzgh2fHfle0
#1172
Citazione di: Lou il 03 Settembre 2017, 11:40:28 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 01 Settembre 2017, 21:49:42 PM
Citazione di: Lou il 01 Settembre 2017, 21:26:16 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 31 Agosto 2017, 20:41:54 PM
Citazione di: Lou il 31 Agosto 2017, 18:31:32 PM
Carlo:
"poiché l'uno esprime la negazione frontale dell'altro; cioè, la realizzazione dell'uno comporta l'annullamento dell'altro"

Lou:
Sì, ma come fai a capire che significa salute senza rapporto, anzi meglio - correlazione - con malattia e viceversa? Solo così assumono significato i termini.
L'uno presuppone l'altro e viceversa, è una identità-nella-differenza.

Anche in questo caso si ha una complementarità debole, anzi, più che complementarità si ha una correlazione concettuale, come giustamente hai detto tu. Ma la correlazione è ben altro dalla complementarità ontologica a cui ho accennato sopra.

Sì probabile sia altro, avanzo la sgangherata ipotesi che la codradditorietà, anzi che "essere-contraddittori" sia un modo della correlazione. O li trovi del tutto irrelati  giorno e notte?

Come ho già accennato, il caso reale più emblematico della Complementarità yin-yang-Tao è costituito dalla triade uomo-donna-amore. Ecco, ci vedi qualche affinità con salute-malattia-...?


L'angolo musicale:
SIA: Cheap Thrills
https://youtu.be/iujQgWDFZc4
salute-malattia...-vita

Avremo "salute-malattia-vita" solo se la salute sconfigge la malattia; altrimenti si avrà "salute-malattia-morte".
Mentre nel caso "uomo-donna-amore", il tertium "amore" non richiede la sconfitta di uno degli opposti, ma l'armonizzazione reciproca e, paradossalmente, l'esaltazione della dualità (l'amore porta al suo compimento, elevandole, la femminilità della donna e la virilità dell'uomo; in Spagna, gli innamorati si scambiano dei teneri: "...mi reina", "...mi rey"). Laddove, invece, uno dei due termini è sconfitto dall'altro, è sconfitto anche l'amore (checché ne dicano certi "maschilisti" o certe "femministe").

...Per esempio...
A. BRANDUARDI & P. MONTECORVINO: Tango
https://youtu.be/2W8VLRK15s0

...Si notino le corone regali sulle teste dei due ...amanti ofidici:
https://4.bp.blogspot.com/-u_Bu7RRGo1c/WavdFgOt9uI/AAAAAAAAALA/mn8m195t7F4aun4dG5VGh1Yn9Q_NDpIMgCLcBGAs/s1600/CADUCEO%252C%2BFROBEN.JPG
#1173
Citazione di: Angelo Cannata il 03 Settembre 2017, 08:38:48 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 03 Settembre 2017, 03:27:23 AMQual è il fine del "principio" di falsificazione?
Il fine del principio di falsificazione non è individuare criteri di verità filosofica o assoluta. Il fine del principio di falsificazione è restringere il campo delle teorie accettabili come scientifiche. Prima di Popper si accettavano come scientifiche le teorie verificabili. Popper ha mostrato che il verificazionismo non basta, perché non prende in considerazione la ricerca di eventuale dimostrabilità del contrario di una qualsiasi teoria.

Popper non ha capito - e non l'hai ancora capito nemmeno tu - che esistono conoscenze definitivamente verificabili, come quelle da me segnalate (più altre centinaia), e altre conoscenze che non saranno mai direttamente e definitivamente verificate, come, per esempio, quelle del Multiverso, del Big Bang, delle Stringhe, dell'evoluzione darwiniana, dell'identità mente-cervello, o dell'esistenza di Dio, e persino quella sull'esistenza dell'atomo, poiché si riferiscono a "oggetti" inosservabili in quanto trascendenti in misura maggiore o minore lo spazio e il tempo, o a causa della limitatezza dei nostri strumenti di osservazione. Ma, anche in questo secondo caso, è comunque sempre possibile raccogliere un numero tale di osservazioni convergenti verso ciascuna di queste teorie, tale da rendere ragionevole la loro validità. La teoria dell'atomo, per esempio, è la più ragionevole di tutte, poiché, sebbene esso non sia osservabile, sono invece osservabili e verificabili moltissimi fenomeni coerenti-complementari con l'ipotesi della sua esistenza. E questo vale, sebbene in misura minore, anche per tutte le altre teorie sopra citate, le quali, lo ripeto per la terza volta, secondo il criterio di Popper sarebbero non-scientifiche (non essendo possibile immaginare alcun esperimento che possa invalidarle), ma questa etichetta di non-scientificità non serve a una minchia, perché non aggiunge né toglie niente a quanto già sappiamo circa la loro validità o meno. Tant'è che gli scienziati continuano a considerare scientifiche la teoria darwiniana, quella dell'identità mente-cervello e tante altre teorie che popperianamente dovrebbero considerarsi "non-scientifiche"; e questo basta a dimostrare l'insignificanza del sedicente "principio" del nostro "epistemologo".

Citazione da: Carlo Pierini - Oggi alle 03:27:23
CitazioneIo non devo sapere cosa dicono i chiacchieroni della "critica della conoscenza" per sapere che la Terra non è piatta.Sei tu che devi dirmi perché non dovrebbe essere una verità assoluta

"Assoluto" da ab-solutus, significa sciolto, slegato, indipendente da qualsiasi cosa.
Una verità si può considerare assoluta se si riesce a dimostrare la sua indipendenza da tutto e da tutti.

CARLO
Non mi sembra opportuno riscrivere con altre parole il pezzo che ho già scritto e che è stato da te (e da tutti gli altri) pressoché ignorato. Per cui, lo copio-incollo e lo ripropongo di nuovo come risposta alle tue obiezioni. Se vorrai replicare, sei pregato di farlo punto per punto, altrimenti non risponderò ad altre tue eventuali obiezioni-monologo. Scrivevo:

1 - I relativisti distorcono il significato di verità assoluta attribuendogli la valenza di "onniscienza", mentre anche una affermazione che dichiari esplicitamente il proprio grado di approssimazione può essere una verità assoluta, sempreché corrisponda con l'osservazione (per esempio, l'enunciato "la Terra non è piatta, ma approssimativamente sferica" è una verità assoluta, poiché c'è piena corrispondenza tra ciò che si dice e ciò che è);

2 - essi fanno di tutta l'erba un fascio tra mappe accurate o adeguate e mappe ...alla cazzo di cane (cioè viziate da errori paradigmatici), senza rendersi conto che c'è modo e modo di costruire mappe, per quanto nessuna di esse possa identificarsi col territorio. Ma soprattutto non si rendono conto che la conoscenza di un certo oggetto non è mai costituita da una sola mappa, ma da una molteplicità di mappe reciprocamente coerenti tra loro e riguardanti altrettanti diversi aspetti dello stesso oggetto.

3 - essi non tengono conto di ciò che sottolineavo nel topic "La conoscenza è una complementarità di opposti" (sezione "Tematiche spirituali"), dove mostravo tutte le buone ragioni che supportano l'idea di una complementarità strutturale/ontologica tra "soggetto" e "oggetto", cioè, tra archetipi soggettivi (come gli archetipi numerici) e fenomeni oggettivi.

Pertanto, solo se sommiamo tutti questi vizi filosofici, possiamo giungere alla conclusione che "non-identità tra mappa e territorio" significhi "relatività del sapere empirico" e quindi "assoluta inaffidabilità della conoscenza". Ma si tratta, appunto, solo di un vizio filosofico, tanto più grave in quanto pretende di esprimere la verità, cioè, pretende che la sua mappa corrisponda in modo assoluto col territorio epistemologico che descrive. Secondo loro, cioè, nessuna mappa corrisponde col territorio, tranne la loro mappa. Ci vuole una bella faccia tosta per avanzare simili pretese!!



L'angolo musicale:
A. KENDRICK: Cups
https://youtu.be/cmSbXsFE3l8
#1174
Citazione di: Angelo Cannata il 03 Settembre 2017, 02:19:31 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 02 Settembre 2017, 22:40:15 PMNon si tratta di una richiesta di controlli (gli scienziati non hanno bisogno di Popper per effettuare i controlli che sono necessari), ma si tratta, come già ti ho fatto notare una volta, di una richiesta di distinzione tra teorie scientifiche e teorie non scientifiche; distinzione, questa, assolutamente inutile perché non ci dice nulla sulla validità o meno di una eventuale teoria che risultasse non-scientifica.
Che senso ha dichiarare inutile un principio che si occupa di teorie scientifiche, a causa del fatto che esso non dice nulla su teorie non scientifiche? È come dichiarare inutile una macelleria perché non vende aspirapolveri; o dichiarare inutile un teologo perché non sa dire nulla sul perché la mia automobile non vuole mettersi in moto. Che senso ha?
No, è come dichiarare inutile un macellaio che non vende carne.
Qual è il fine del "principio" di falsificazione?

Citazione di: Carlo Pierini il 02 Settembre 2017, 22:40:15 PME comunque, qui non stavamo parlando della falsificabilità, ma dell'affermazione secondo cui nessuna verifica empirica può garantire la verità di una conoscenza. Io ho smentito questa affermazione mostrando 4 casi (ma potrebbero essere centinaia) di teorie già verificate definitivamente e inconfutabilmente. Ma nessuno vuol prenderne atto perché, come sempre, la fede dogmatica non si schioda nemmeno di fronte all'evidenza.
ANGELO
Bisogna vedere cosa intendi per "verità di una conoscenza". Visto che consideri inconfutabili i quattro casi che hai citato, ne consegue che il tuo concetto di "verità di una conoscenza" non ha niente a che vedere con la critica filosofica della conoscenza, del concetto di verità e del concetto di essere. Una volta chiarito questo, nessuno può obiettarti nulla.

CARLO
Io non devo sapere cosa dicono i chiacchieroni della "critica della conoscenza" per sapere che la Terra non è piatta. Sei tu che devi dirmi perché non dovrebbe essere una verità assoluta, visto che questa è la prova inconfutabile:

http://www.boorp.com/sfondi_gratis_desktop_pc/sfondi_gratis/sfondi_spazio_pianeti_nebulose/la_terra_vista_dallo_spazio.jpg
#1175
Citazione di: Phil il 02 Settembre 2017, 23:42:05 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 02 Settembre 2017, 20:16:13 PM
Citazione di: Phil il 02 Settembre 2017, 16:54:30 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 31 Agosto 2017, 15:46:21 PM
Il Tao generò l'Uno,
l'Uno generò il Due,
il Due generò il Tre,
il Tre generò le diecimila creature.
è esplicito come il Tao non sia la conciliazione "sintetica" del "due categoriale" (yin e yang), ma il Tao pone l'Uno (quindi il Tao non è l'Uno!), ed è infatti dall'Uno che deriva il Due, non dal Tao...

Infatti, io l'ho citato solo perché gravita attorno alla giusta intuizione di una Triade ultima, ma essa è espressa in forma primitiva e presenta delle incongruenze. La forma corretta (che è coerente con le altre concezioni trinitarie e con la logica) dovrebbe essere:
<<Il Tao-Uno generò il Due; il Due "generò" il Tre unificante ...e scoprì che il Tre non era altro che l'Uno. E dall'unificazione dei Due nel Tao-Uno nacquero le diecimila creature, ...che sono anch'esse delle Triadi fatte a immagine e somiglianza del Tao-Uno-e-Trino>>.

Bene, ora che abbiamo il primo capitolo del "Carlo te ching"  ;D (versione rivista e corretta di quella bozza incongruente nota come "Tao te ching"), il Carlismo può entrare di diritto e di fatto nel novero delle filosofie (o delle religioni? o delle epistemologie? o in tutti e tre?).

Vuoi dire il Pierinesimo? ...Of course!   ;D  Come ho già detto, se un Principio è davvero universale - e ormai ho una valanga di buoni motivi per pensare che la Complementarità lo sia - sarà principio logico nella logica (la dialogica), psicologico nella psicologia (il Sé), simbolico-archetipico nella simbologia (il Tao, il Caduceo, l'Opus alchemicum, ecc.), storico nella storia (vedi le tre ere di Gioachino da Fiore), filosofico nella filosofia (la Dialettica), teologico in teologia, ecc.. Manca soltanto la ciliegina finale di dimostrarne la validità nella Fisica!
Sarà difficile, ma se riuscirò in quest'ultima impresa, ...altro che rivoluzione scientifica!! E se non ci riuscirò io, un giorno altri ci riusciranno, perché la verità prima o poi viene a galla.
Ma, venendo a noi, le mie interpretazioni non sono estemporanee e personali, ma si basano su un'osservazione comparata ventennale dei più svariati simbolismi. Non sono io che attribuisco questo o quel significato, ma i simboli stessi. Come accennavo a Apeiron, tutti i simbolismi e le "sacre scritture" del mondo non sono che le diverse angolazioni di significato da cui si guarda al medesimo "oggetto": Dio. Per cui, una tale molteplicità di punti di vista è come un'immensa "stele di Rosetta": diventa sommamente più facile decodificare il linguaggio dei simboli, perché l'aspetto oscuro di una certa variante si illumina nell'accostamento con altre varianti simili.

PHIL
Scherzi a parte (non prendertela, è l'atmosfera gaia del sabato sera!), capisco che il tuo sincretismo unificante debba rimodellare testi e tradizioni per renderli maggiormente integrabili, simili e convergenti... è un'stanza esegetica molto forte (e talvolta persino irriverentemente parodistica), ma è inevitabile per poter far tornare i conti, sempre e comunque  ;) .

CARLO
...Ari-ripeto: il mio non è un gioco, non attribuisco significati arbitrari "per far tornare i conti"; ma i conti tornano perché, come diceva Eliade, i simboli di tutto il mondo costituiscono un unico sistema di significati complementari tra loro; naturalmente, al netto delle distorsioni idiosincratiche "locali". Ma è lo stesso metodo comparativo che permette di individuare queste distorsioni e di ...separare il grano dal loglio.

"Le polarità, le opposizioni e gli antagonismi non hanno un'origine sociale, né possono essere spiegati con gli avvenimenti storici. Piuttosto, essi sono espressioni di un sistema perfettamente coerente, che informa l'attività inconscia del pensiero. In ultima analisi, ciò che qui è implicito è una struttura della vita, (...) e non vi è una soluzione di continuità tra le polarità e le opposizioni colte al livello della materia, della vita, della psiche profonda, del linguaggio o dell'organizzazione sociale, e quelle afferrate al livello delle creazioni mitologiche o religiose. (...) La comprensione della funzione delle polarità nella vita religiosa e nel pensiero delle società arcaiche e tradizionali richiede uno sforzo ermeneutico, e non una demistificazione. I nostri documenti - siano essi miti o teologie, sistemi di divisione dello spazio o rituali officiati da due gruppi antagonisti, dualità divine o dualismo religioso, ecc., - costituiscono, ciascuno secondo il proprio specifico modo di essere, tante creazioni del pensiero umano. Noi non abbiamo il diritto di trattarli in modo diverso dal modo in cui trattiamo, diciamo, le tragedie greche o una delle grandi religioni. Non abbiamo il diritto di ridurli a qualcosa di diverso da ciò che sono, vale a dire creazioni spirituali. Di conseguenza, è il loro significato e contenuto che deve essere afferrato. Per questa ragione presenterò un certo numero di documenti scelti tra differenti culture.  Li ho selezionati in modo da mostrare la sorprendente varietà di soluzioni offerte agli enigmi della polarità e della rottura, antagonismo e alternanza, dualismo e unione di opposti".   [M. ELIADE: La nostalgia delle origini - pp.148/51]




L'angolo musicale: la stupenda Anna Netrebko.
DONIZETTI: Quando rapito in estasi, op. Lucia di Lammermoor" (fino a 9'45")  
https://youtu.be/--WH9j11q8Y?t=299

GOUNOD: Je veux vivre, op. Romeo e Giulietta
https://youtu.be/reFulcDIfIU?t=18

DVORAK: Canto alla luna, op. Rusalka
https://youtu.be/MwuNqcKUxto?t=6
#1176
Citazione di: Angelo Cannata il 02 Settembre 2017, 19:26:48 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 02 Settembre 2017, 18:26:00 PMLa sua teoria, infatti è inapplicabile alla sua teoria.
Quindi che senso ha voler applicare il principio di falsificabilità di Popper a se stesso? Il principio di falsificabilità non è né vero né falso, è solo una richiesta di controlli, controllare se un'affermazione può essere falsificata. Che senso ha dire che una richiesta di controlli non è applicabile a se stessa? Richiesta di controlli significa sospetto, mancanza di fiducia. Il principio di falsificabilità di Popper è una messa in guardia, un invito a non avere fiducia. Che senso ha dire che una mancanza di fiducia non è applicabile a se stessa?

Non si tratta di una richiesta di controlli (gli scienziati non hanno bisogno di Popper per effettuare i controlli che sono necessari), ma si tratta, come già ti ho fatto notare una volta, di una richiesta di distinzione tra teorie scientifiche e teorie non scientifiche; distinzione, questa, assolutamente inutile perché non ci dice nulla sulla validità o meno di una eventuale teoria che risultasse non-scientifica.
E comunque, qui non stavamo parlando della falsificabilità, ma dell'affermazione secondo cui nessuna verifica empirica può garantire la verità di una conoscenza. Io ho smentito questa affermazione mostrando 4 casi (ma potrebbero essere centinaia) di teorie già verificate definitivamente e inconfutabilmente. Ma nessuno vuol prenderne atto perché, come sempre, la fede dogmatica non si schioda nemmeno di fronte all'evidenza.
Meglio ascoltare un po' di buona musica, va'! ...E questa volta abbiamo una soprano che è una gioia per gli occhi e per il cuore: Anna Netrebko.


L'angolo musicale:
PUCCINI: Quando m'en vo', op. La Bohème
https://youtu.be/IDvE8uKWznc

PUCCINI: O mio babbino caro, op. Gianni Schicchi
https://youtu.be/x-4TSWg2h3w

OFFENBACH: Barcarolle, op. Racconti di Hoffmann
https://youtu.be/0u0M4CMq7uI?t=25
#1177
Citazione di: Phil il 02 Settembre 2017, 16:54:30 PM
@Apeiron

Provo a fornire una improvvisata chiave di lettura del taoismo in merito alle tue considerazioni, che, come vedrai, condivido.
Fare appello ai testi aiuta, talvolta persino con il taoismo; prendiamo questo brano del Tao te ching già citato da Carlo:
Citazione di: Carlo Pierini il 31 Agosto 2017, 15:46:21 PM
Il Tao generò l'Uno,
l'Uno generò il Due,
il Due generò il Tre,
il Tre generò le diecimila creature.
è esplicito come il Tao non sia la conciliazione "sintetica" del "due categoriale" (yin e yang), ma il Tao pone l'Uno (quindi il Tao non è l'Uno!), ed è infatti dall'Uno che deriva il Due, non dal Tao...

Infatti, io l'ho citato solo perché gravita attorno alla giusta intuizione di una Triade ultima, ma essa è espressa in forma primitiva e presenta delle incongruenze. La forma corretta (che è coerente con le altre concezioni trinitarie e con la logica) dovrebbe essere:
<<Il Tao-Uno generò il Due; il Due "generò" il Tre unificante ...e scoprì che il Tre non era altro che l'Uno. E dall'unificazione dei Due nel Tao-Uno nacquero le diecimila creature, ...che sono anch'esse delle Triadi fatte a immagine e somiglianza del Tao-Uno-e-Trino>>.

Ho scritto "generò" tra virgolette, poiché va inteso nel senso paradossale secondo il quale Dio (o il Tao) è nostro Padre e, nello stesso tempo, è nostro Figlio (deve essere "coltivato", "allevato" dentro di noi come Sé, o fra di noi come Amore), come scriveva l'alchimista Angelus Silesius:

<<Sono fanciullo e figlio di Dio, egli a sua volta è fanciullo mio; ma com'è dunque che ambedue sono l'uno e l'altro? Dio è il mio centro se io me lo chiudo ma è il mio circolo se per amore in lui mi struggo>>. (Angelus Silesius: Il pellegrino cherubico - m.148)

PHIL
Se poi chiamiamo in causa Chuang Tzu (con il passo che ho già citato nel topic "assolutismo/relativismo"), otteniamo un altro spunto:
"Nel Grande Inizio vi era il nulla: non vi erano esseri, né nomi.
Dal nulla emerse l'Uno: vi era l'Uno, ma non aveva forma.
Dall'Uno nacquero gli esseri
"
(Chuang Tzu, 12)
Qui abbiamo che il principio è il nulla, prima abbiamo letto che era il Tao... possiamo quindi capire in che senso il Tao è assimilabile al nulla: non in senso esclusivamente onto-nichilistico (all'occidentale), ma in senso di identità logica (e, come è noto, senza principio di identità, il principio di non contraddizione non può porsi), ovvero nel senso della "nominabilità" dell'identità: infatti, "senza nome è il principio" (Tao te ching, 1).

CARLO
Se il Principio è senza nome in quanto inosservabile-trascendente - e come tale è, rispetto a noi, anche "nulla" -, la sua incarnazione immanente è "qualcosa", ed ha un nome: si chiama Principio di Complementarità degli opposti. I simbolismi di tutto il mondo brulicano di "incarnazioni" nominabili del "Principio senza nome": da Gesù a Quetzalcoatl, da Mercurio a Osiride, da Mithra a Thor, ecc.

PHIL
Non a caso anche in altri paragrafi il nesso fra esistenza ed identificazione rende plausibile questa interpretazione dell'identità come perno logico, prima ancora che onto-logico. Ad esempio: "quel che non ha esistenza penetra là dove non sono interstizi" (Tao te ching, 43) sembra un illogicità, ma diventa chiaro se ricolleghiamo, come suggerito, l'esistenza all'identificazione: "quel che non è identificato penetra dove non sono interstizi"(parafrasi), e cos'è che non è identificabile? Il Tao, proprio ciò che penetra tutto (metaforicamente) ma di cui non ci si può appropriare e quindi non lo si nomina-identifica con precisione (poiché "tutto quello che ha un nome viene trattato come proprio", Tao te ching, 32) e infatti la stessa parola "tao" invita etimologicamente al divenire, all'impermanenza, a qualcosa di dinamico e concreto.

CARLO
Io infatti non voglio appropriarmi del Tao inosservabile-trascendente in sé, ma della sua manifestazione come Principio della realtà esperibile. Se il Tao fosse assolutamente trascendente, assolutamente separato dal mondo immanente, nessuno ne avrebbe mai parlato. Il Principio di complementarità non è il Tao-Dio, ma è l'intermediario tra l'uomo e il Tao-Dio, perché è fatto a sua immagine e somiglianza, proprio come Gesù, detto anche Logos o Verbo.


L'angolo musicale:
ELECTRIC L.O.: Rock 'n roll is king
https://youtu.be/XLkyQsuDxac
#1178
Citazione di: davintro il 02 Settembre 2017, 15:07:06 PM
concordo con Sgiombo

vorrei chiedere a Carlo Pierini, che mi pare ponga i giudizi fondati sull'osservazione sensibile come delle verità assolute e inconfutabili: quale dovrebbe essere il numero di verifiche sufficienti da svolgere prima di essere sicuri che i risultati ricavati rispecchino davvero la realtà oggettiva?

Nel caso n. 1 della mia lista  di verità scientifiche assolute e inconfutabili ("la Terra non è piatta ma sferoidale") basta solo una verifica, questa:

http://www.boorp.com/sfondi_gratis_desktop_pc/sfondi_gratis/sfondi_spazio_pianeti_nebulose/la_terra_vista_dallo_spazio.jpg

Per gli altri casi ne sono servite un po' di più (quelle cinematiche di Keplero prima, e poi quelle dinamiche di Newton), ma da almeno 200 anni non abbiamo bisogno di nessun'altra verifica: ormai lo sanno anche i bambini che è la Terra che gira intorno al Sole, e non viceversa.
Riguardo a Popper, non è un epistemologo, ma un ruba-galline. La sua teoria, infatti è inapplicabile alla sua teoria. E' la vecchia, infantile pretenziosità dei relativisti: tutte le teorie sono incerte e confutabili, tranne la teoria relativista! Ci vuole la faccia come il cu.o per avanzare una simile pretesa!


L'angolo musicale:
TOTO: Hold the line
https://youtu.be/8mkmUdUYgH0
#1179
Citazione di: lorenzo il 02 Settembre 2017, 15:01:34 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 02 Settembre 2017, 13:03:15 PM4 - Che il sangue del nostro corpo non è statico (come si credeva prima di William Harvey), ma che circola nelle vene, pompato dal cuore.

Ma no Carlo, anche tu? Il cuore non è una pompa
https://www.arnoldehret.it/il-cuore-non-e-una-pompa
https://luiginamarchese.wordpress.com/2016/06/16/il-cuore-non-e-una-pompa/

A me sembrano minchiate! Chi ha scritto quest'articolo (un certo Luciano Ganazza) non ha il senso della misura. Scrive:

<<Il cuore, un organo del peso di circa trecento grammi, si suppone che "pompi" circa otto mila litri di sangue al giorno a riposo e molto di più durante l'attività, senza fatica. In termini di lavoro meccanico, questo rappresenta il sollevamento di circa 45 chilogrammi all'altezza di un chilometro e mezzo!>>

Cioè, secondo questi dati, la circolazione sanguigna richiede un'energia pari a 45x1.500=67.500 Kgm al giorno, che corrisponderebbe, in termini di calorie, a 67.500/427=158 Kcal, che è l'energia posseduta da circa 30 grammi di biscotti, cioè, la dodicesima parte dell'energia totale (circa 2000 kcal) di cui ha bisogno giornalmente l'intero organismo. In altre parole serve una pompa da meno di 10 Watt per fornire quest'energia. E perché un cuore di 300 grammi non dovrebbe fornire una potenza così ragionevole?

...E comunque ai fini del nostro discorso non cambia nulla; rimane il fatto che il sangue circola e non è statico come si è creduto fino al XVI° secolo. E questa è una verità inconfutabile, come le altre della lista, ...più altre centinaia!

P.S. Bravo, anche tu hai istituito l'angolo musicale. Facciamolo tutti; ciascuno linki la colonna sonora della propria vita!  :)


L'angolo musicale:
M. MAGALHÃES: Velha e louca
https://youtu.be/f7UBDGt8VK8
#1180
Cit. CARLO
Capisco ciò che vuoi dire a proposito del problema della <<...contraddizione del dualismo dei fenomeni>>; ma se vuoi riconoscere due ontologie (mente e cervello) di pari dignità e reciprocamente trascendenti, non esiste altra possibilità se non quella suggerita, per esempio, dal Taoismo (ma anche dalla dialettica hegeliana e dalla filosofia alchemica), che configura mente e corpo (spirito e materia) come le due polarità complementari di un Principio Uno che trascende entrambe e in cui entrambe trovano la propria armonizzazione unitaria. Cioè, si devono concepire tre livelli dell'essere reciprocamente trascendenti: la materia, la mente e il Principio Ultimo, così come esprimono i simbolismi delle grandi Triadi presenti presso le filosofie più avanzate della tradizione umana (dalla Trinità cristiana, alla triade cinese Wang, a quella già citata yin-yang-Tao, e molte altre).

Cit. SGIOMBO
Propongo un' unica ontologia "complessa, articolata" comprendente fenomeni e noumeno o realtà in sé; mentre quest' ultima è monistica, i fenomeni costituiscono un ambito dualistico della realtà, comprendendo "res extensa" e "res cogitans" e non essendo l' una identificabile o riducibile all'altra.


CARLO
Se si deve concepire una mente che trascenda il cervello, che sia compiutamente autonoma da esso (e dico "compiutamente", non "assolutamente", altrimenti sarebbe impossibile qualunque interazione), e la cui attività (pensiero, sogno, finalismo, idealità, ecc.) non sia governata dalle leggi fisiche, allora non ha senso far rientrare queste due entità in una medesima ontologia, l'ontologia del mondo fisico, perché in un medesimo ambito ontologico, 2 non può essere uguale ad 1. O riconosciamo due enti ("ontologia" deriva da "ente"), oppure la tua suddivisione "fenomeno/noumeno" deve essere considerata solo apparente, non sostanziale.
Per cui, dovendo riconoscere due ontologie distinte (perché le "leggi" della mente non sono riducibili a quelle della materia, come dici tu stesso), allora l'unica scappattoia da un dualismo "cosmico" ("la Realtà non sarebbe una, ma avremmo due Realtà schizofrenicamente separate) è quella di riconoscere una complementarità strutturale-originaria tra le due ontologie dovuta, appunto, alla comune discendenza da un Principio superiore ultimo che le trascende entrambe e verso cui entrambe convergono armonizzandosi unitariamente senza annullarsi nell'Uno. Avremmo cioè tre livelli ontologici dell'Essere: Mondo fisico, Mente, Principio Uno, i quali grazie alla complementarità reciproca, compongono una unità armonica (armonica, non aritmetica).
Quello che ti ho detto non è niente di nuovo: l'idea di uni-trinitarietà dell'Essere, e di complementarità degli opposti, per quanto mai chiarita, è presente nella storia del pensiero umano da almeno duemila anni: dal Taoismo, al "dualismo" eracliteo, alla "Grande Triade cinese Wang, alla Dialettica medioevale e poi hegeliana, alla filosofia alchimistica.

SGIOMBO
"Due polarità complementari di un Principio Ultimo che trascende entrambe e in cui entrambe trovano la propria armonizzazione unitaria" (con tanto di maiuscole!) è una frase che mi risulta notevolmente oscura e incomprensibile (a meno che il "principio ultimo", che però per me (malgrado le evidenti affinità con la Sostanza Divina di Spinoza) non ha nulla di divino o comunque "speciale" e dunque va scritto con le iniziali minuscole, non sia altro che la realtà in sé o noumeno).

CARLO
Posso capire le tue resistenze anche al solo menzionare qualcosa come la "Sostanza Divina" (sono stato anch'io un fiero teorico dell'ateismo), ma non esistono scappatoie logiche e coerenti alternative al monismo. O si riconoscono due ontologie e, quindi necessariamente una terza ed ultima che le unifica grazie alla complementarità, oppure ti infogni in un circolo vizioso privo di soluzione.

SGIOMBO
Ma l' unica cosa che conosco discretamente fra quelle che citi come "simbolismo esprimente il Principio Ultimo", e cioè la trinità cristiana (autocontraddittoria, illogica!), è evidentemente tutt' altro.

CARLO
Ripeto, la Trinità è auto-contraddittoria solo se ignoriamo il concetto di complementarità tra gli enti. Senza di essa, la trinità non potrebbe in alcun caso essere una unità.
Ma è vero che mente e corpo sono complementari? Beh, leggi il mio topic: "Siamo liberi di pensare ciò che vogliamo?" e ci troverai un esempio reale di complementarità mente-corpo.


Cit. CARLO
Con la chiusura causale del mondo fisico complichi solo il problema, diventando impossibile concepire sia l'azione causale degli istinti e delle percezioni dei sensi sulla psiche, sia, nella direzione opposta, le azioni intenzionali della mente sul corpo.

SGIOMBO
Mi dispiace per le (forse inevitabili) complicazioni, ma la conoscenza scientifica si fonda necessariamente (ne siano consapevoli o meno gli stessi ricercatori scientifici) sulla chiusura causale del mondo fisico:


CARLO
Col paradigma interazionista di Eccles, la chiusura al mondo fisico è solo parziale; il corpo può agire sulla mente, così come la mente può agire sul corpo, ma l'attività di ciascuno dei due enti ha un ampio margine di autonomia e di autodeterminazione rispetto all'altro. Proprio come in una relazione dialettica. Per cui, non ha senso voler applicare le leggi della fisica o della M.Q. all'attività mentale (pensiero, libero arbitrio, onirismo ecc.). Solo nella tua prospettiva mono-ontologica diventa necessario, e, quindi, si è costretti a negare il libero arbitrio, ma non nella prospettiva dialettica di Eccles-Pierini.  ;)

SGIOMBO
ritengo che la necessità di negare il libero arbitrioin senso assolutostia nella chiusura causale del mondo fisico, mentre mi sembra per lo meno problematico un libero arbitrio limitato entro certi margini probabilistici inderogabili, piuttosto una sorta di quasi libero arbitrio"

CARLO
Il probabilismo fa parte dell'ontologia del mondo fisico, mentre per la mente valgono altre "regole". Conosci la psicologia junghiana?

SGIOMBO
Concordo dunque che il "dualismo interzionista" cartesiano-ecclesiano non può essere scartato a-priori (in ossequio ad un pregiudizio materialistico comune a moltissimi scienziati e non pochi filosofi), ma penso che debba comunque essere scartato a posteriori perché di fatto si rileva che le scelte delle azioni che accadono a livello cerebrale (coesistenti e biunivocamente corrispondenti ai pensieri di esse mentalmente presenti nell' esperienza cosciente di chi le compie) sono invece determinate da precedenti eventi fisiologici, in ultima analisi fisici, materiali, secondo le modalità della neurofisiologia cerebrale riducibile alla fisica-chimica.

CARLO
L'idea secondo cui ogni aspetto dell'attività mentale deriverebbe dall'attività bio-neuronale è priva di fondamento, deriva solo dall'ideologia materialista (che non ha niente di scientifico) e dal non tener conto di considerazioni generali come le seguenti (che ripropongo ancora). Scrivevo tempo fa:

Se io propendo per il dualismo è per ragioni di carattere generale, e cioè  per il fatto che per mezzo dell'ipotesi riduzionista non ha alcun senso la possibilità di derivare:

1 - un finalismo mentale (la mente è capace di progetti, cioè è finalista) da una biologia non finalista;
2 - un solo "io" soggettivo da miliardi di cellule oggettive;
3 - il pensiero da una biologia non pensante;
4 - il sogno da una biologia non sognante;
5 - una "percezione" del proprio corpo senza distinguere il corpo dal soggetto che lo percepisce;
6 - una "repressione degli istinti" senza distinguere gli istinti dal soggetto che li reprime;
7 - un comportamento etico-filosofico-religioso da una animalità non-etica-filosofico-religiosa;
8 - una evoluzione culturale da una non-evoluzione biologica (la cultura umana si è evoluta in assenza di modificazioni genetiche);
9 - una mente femminile da un corpo maschile, e viceversa (omosessualità).

Sono queste le considerazioni che più inclinano l'ago della bilancia a favole del "dualismo", anzi, io direi della "dialettica mente-cervello", non le osservazioni di laboratorio, le quali sono comunque ambigue, cioè, interpretabili sia in una prospettiva dialettica che monista.



L'angolo musicale:
ROD STEWART: I don't want to talk about it
https://youtu.be/MjxL3U2mCyg
#1181
Citazione di: sgiombo il 01 Settembre 2017, 23:11:17 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 01 Settembre 2017, 22:51:47 PM
...E invece quello che dice Popper è confermabile (filosoficamente) oltre ogni possibile dubbio?
CitazioneInvece di chiedermelo credo che dovresti provare a proporre qualche possibile dubbio in proposito, se sei in grado di farlo.

Già l'ho fatto, elencando 4 verità assolute (tra le centinaia che potrei aggiungere), cioè, delle verità confermate oltre ogni possibile dubbio:

1 - Che la Terra non è piatta (fino a questo momento)
2 - Che la terra gira intorno al sole e non viceversa (fino a questo momento)
3 - Che il fuoco non è una sostanza (come si credeva prima di Lavoisier), ma una reazione chimica;
4 - Che il sangue del nostro corpo non è statico (come si credeva prima di William Harvey), ma che circola nelle vene, pompato dal cuore.


Prova a proporre qualche possibile motivo di dubbio in proposito, cioè qualche dubbio fondato su fatti reali



L'angolo musicale:
STEFANO ROSSO: Letto 26
https://youtu.be/qoGJIBIOoqk
#1182
Citazione di: green demetr il 01 Settembre 2017, 07:15:29 AM
CARLO
"Resta da capire se il "Padre-super-io" sia il padre carnale idealizzato, oppure l'immagine interiore  del Padre archetipico, la cui autorità naturale viene proiettata sul padre carnale. In tal caso, il padre reale sarebbe "solo" il simbolo del Padre archetipico, la sua "incarnazione" terrena; e ciò spiegherebbe lo spontaneo atteggiamento di ammirazione-sottomissione che il bambino ha nei confronti del padre naturale (lo stesso discorso vale, ovviamente anche per la madre/Madre)."


Non credo esista il padre archetipico, informami se sbagli comunque.
Rimane da correggere il punto che il bambino non è naturalmente portato ad ammirare il padre.
Come non lo è della madre.
Anche nel bambino il fenomeno di adattamento e di fissazione delle emozioni è dovuto al grado relazionale che padre o madre riescono a mettere con lui.
E con relazionale intendo anche l'allattamento etc...
Non è dunque questione naturale, ma strutturale. (dibattiti a ferro e fuoco, sono già avvenuti e avverrano sempre più per quanto riguarda un'altra delle grandi aberrazionin del mondo di Oggi, ossia l'Educazione. Quale scienza?)

Gli archetipi si manifestano come tendenze, come inclinazioni, non come rigide leggi causali. Inclinazioni che, poi, la relazione affettiva reale può consolidare e fissare nel tempo, oppure può contraddire conflittualmente nel caso di genitori squilibrati o nevrotici o comunque umanamente carenti.
Nel periodo in cui ero in analisi (avevo 33 anni) feci un breve sogno, ma molto intenso e significativo.
Ero in una stanza completamente buia, ma sentivo la presenza di qualcuno. Poi, all'improvviso, nella parte alta dell'immagine (o della non-immagine) vidi muoversi verso di me una sagoma umana scura che, nello spostarsi, lasciò entrare nella stanza una luce molto intensa (ma calda e accogliente) proveniente da una porta che era alle sue spalle e che aveva la medesima forma esatta dei suoi contorni. Il buio iniziale, cioè, era dovuto al fatto che la figura umana occupava perfettamente, coprendola, l'area della porta. Ebbene, nei movimenti di quella figura riconobbi i movimenti, tipici, di mio padre. E mi svegliai.
Ecco, non credo che ci sia bisogno di tante elucubrazioni per spiegare cosa sia l'archetipo paterno. Posso solo precisare che mio padre con me era sempre stato molto freddo, severo, e talvolta anche violento; cioè un uomo che, tradotto nel linguaggio simbolico del sogno, non lasciava filtrare nemmeno un raggio di quella luce calda e accogliente del Padre originario (archetipico).



L'angolo musicale:
HÄNDEL: Heart the seat of soft delight, op. Aci and Galatea
https://youtu.be/Ol-4qvobc5w
#1183
Citazione di: Apeiron il 01 Settembre 2017, 22:31:03 PM
@Carlo
Da quanto ho capito distingui vari tipi di "complementarietà" e ci può anche stare in realtà. Tant'è che ogni tanto parli di "complementarietà debole"... motivo per cui continuo a pensare che le nostre idee non siano poi così differenti. Anche se ho citato opposti come "bello-brutto" e "nord-sud" non ho mai detto che il modo con cui essi si complementano è lo stesso (e mi pento di non averlo precisato). Ho detto invece che c'è una complementarietà che si rivela anzitutto come una relazione tra i concetti. Motivo per cui pensavo che la "mia definizione" fosse più "universale". Più leggo i tuoi messaggi e più mi convinco che l'equivoco nasce dal considerare come "complementari" quel tipo di opposti che hanno nella loro relazione "quel qualcosa in più". Si potrebbe fare forse una distinzione tra complementarietà epistemica e ontologica (e magari dividere le stesse in sotto-livelli). Questo forse aiuta alla discussione anche con @Lou e @Phil (con i quali mi pare di concordare abbastanza bene...liberi di dissentire ovviamente  ;D )


Riporto qui per comodità lo schema sintetico del paradigma della complementarità, già postato ieri nella pagina precedente:

1 - La Complementarità degli opposti (o Dialettica) realizzata è canonicamente strutturata in una triade: una coppia di opposti + un "Tertium" verso cui essi convergono complementariamente;
2 - il Tertium giace su un piano superiore (trascendente) rispetto al piano degli opposti (o ai piani degli opposti, se si tratta di un'opposizione di tipo verticale);
3 - il Tertium "unifica" gli opposti, ma non nel senso aritmetico di annullamento della dualità sottostante, bensì nel senso di "armonizzazione/complementarizzazione" in un significato superiore comune (per esempio: uomo/donna uniti nel Tertium dell'Amore)
4 - il Tertium è sempre una analogia o un attributo del Principio Primo, della Realtà Ultima (nell'esempio precedente: Dio è Amore)

Per cui bello-brutto, nord-sud, verità-falsità, ecc., sono essenzialmente contraddittori quindi non rientrano minimamente in questo schema. Per stabilire se due significati opposti sono contraddittori, basta attribuirli ad un medesimo oggetto del discorso e si capisce immediatamente se possono coesistere nello stesso tempo e sotto il medesimo rispetto. Per esempio i due enunciati: <<E' vero che Gaetano è un cane>> e <<E'' falso che Gaetano è un cane>> possono coesistere nello stesso tempo e sotto il medesimo rispetto?
Oppure: <<Luigi è bello>> e <<Luigi è brutto>> possono coesistere nello stesso tempo e sotto il medesimo rispetto? Se non possono coesistere si tratta di contraddittori assoluti e quindi il p.d.n.c. impone l'eliminazione del termine non rispondente al vero. Se invece possono coesistere in tempi diversi o sotto diversi rispetti, allora non si tratta di contraddittori.

APEIRON
Sul taoismo: non capisco perchè lo usi come esempio. Il Dao trascende lo yin e lo yang, nel senso che a livello del Dao yin e yang "non esistono più" (mentre a livello dell'amore tra uomo e donna, uomo e donna ci sono ancora - e ci mancherebbe  ;D ).

CARLO
Al livello del Tao, yin e yang non si annullano, ma sono perfettamente armonizzati-complementarizzati (vedi il punto 3 del mio schemino). Infatti il Tao è il Principio stesso dell'unità degli opposti, cioè l'archetipo trascendente che guida e ispira verso l'integrazione reciproca le coppie immanenti di opposti (il mondo come "analogia Entis", come "immagine speculare di Dio", concepita da Tommaso).
Anche nel Tao, cioè, si ripresenta il paradosso dell'uni-trinitarietà: come il Dio cristiano, anche il Tao è, insieme, Uno e Trino. E ho parlato di "paradosso", non di contraddizione, perché esso è Uno e Trino non sotto i medesimi rispetti. Ma finché non avrai analizzato decine e decine di casi reali, ti apparirà come un discorso assurdo, più che come un paradosso.

APEIRON
il Dio cristiano è in relazione comunitaria con noi mentre la "relazione" col Dao non è una vera relazione infatti quello che il daoista aspira è "l'unione" col (ossia l'assorbimento nel o la dissoluzione nel) Dao. Ergo: mentre puoi usare magari l'Amore come esempio credo che ciò non sia corretto col Dao (o almeno non con questo tipo di complementarietà). (Se vuole su questo punto @Phil può intervenire...)

CARLO
Tu parli di una interpretazione "regionale" e perdipiù vecchia di duemila anni. La realtà è che il Tao è solo uno tra le migliaia di simboli ispirati dello stesso Dio. Per cui i suoi attributi si ricavano dall'analisi comparata  dei diversi simbolismi e delle diverse dottrine religiose. Non è che ogni religione ha il suo Dio privato, ma ha solo uno dei Suoi simboli. Questo è il significato centrale di "ecumenismo": tutte le razze e tutte le sacre scritture del pianeta sono state ispirate dal medesimo Principio. Ed è per questo che si parla di archetipi del sacro (la Dualità, la Trinità, il Salvatore morto e risorto, l'ineffabilità, la trascendenza, l'onnipresenza, ecc.) presenti sempre uguali a se stessi in ogni tempo e in ogni luogo del Pianeta: perché ispirati dallo stesso Dio-Principio universale. E se l'Oriente ha percepito pienamente il Suo aspetto di dualità, in Occidente questo stesso aspetto non è del tutto in ombra. Scrive, per esempio, Nicola Cusano:

"Ho trovato un luogo in cui Tu sarai scoperto in maniera rivelata, luogo cinto dalla coincidenza degli opposti. Ed è questo il muro del paradiso nel quale tu abiti, la cui porta è custodita dallo spirito più alto della ragione, che bisogna vincere se si vuole che l'ingresso si apra. Ti si potrà vedere al di là della coincidenza degli opposti, ma mai al di qua".  [N. CUSANO: De visione Dei]



L'angolo musicale:
HÄNDEL: Non lo dirò col labbro, op. Tolomeo
https://youtu.be/_Ff0PDotr0A

VERDI: Scorrendo uniti, op. Rigoletto
https://youtu.be/_0-g5O6Kwds
#1184
Citazione di: sgiombo il 01 Settembre 2017, 21:11:31 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 01 Settembre 2017, 18:54:03 PM
Citazione di: sgiombo il 01 Settembre 2017, 17:01:51 PM
Citazione di: iano il 14 Agosto 2017, 08:33:12 AM
Credo che la capacità di credere sia fondamentale  per la scienza,in quanto essa non produce mai prove definitive.
Per quante volte un fenomeno previsto dalla scienza possa ripetersi,la scienza si basa sulla fede che esso si ripeterà,senza che vi sia a priori alcuna necessità che si ripeta.

Quando la pianterete voi relativisti di sparare simili panzane?
Sono centinaia le verità definitivamente provate dalla scienza. Te ne dico solo 4, le più elementari:

1 - Che la Terra non è piatta.
2 - Che la terra gira intorno al sole e non viceversa.
3 - Che il fuoco non è una sostanza (come si credeva prima di Lavoisier), ma una reazione chimica;
4 - Che il sangue del nostro corpo non è statico (come si credeva prima di William Harvey), ma che circola nelle vene, pompato dal cuore.

CitazioneOgni conoscenza scientifica é falsificabile (Popper) oppure confermabile dalle osservazioni empiriche oltre ogni "ragionevole" dubbio, ma non (filosoficamente) oltre ogni possibile dubbio in linea teorica o di principio.

...E invece quello che dice Popper è confermabile (filosoficamente) oltre ogni possibile dubbio?


L'angolo musicale:
ROSSINI: Questo è un nodo avviluppato, op. Cenerentola
https://youtu.be/NB14yuKef1s?t=48
#1185
Citazione di: sgiombo il 01 Settembre 2017, 21:38:57 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 01 Settembre 2017, 20:39:56 PM

Mi devi rispondere solo "sì" o "no", altrimenti, se per stabilire quante zampe ha una pecora zoppa, dobbiamo star qui a discutere una settimana, figuriamoci, che speranza avrei di convincerti che a me piacciono i films di fantascienza!
E devi rispondere anche all'altra domanda (con un sì o con un no, magari giustificando brevemente l'eventuale "no"): <<Perché è assolutamente vero che tua madre non è una pecora"?>>


L'angolo musicale:
CREEDENCE C.R.: Have you ever seen the rain?
https://youtu.be/xDGuyGPJ_JE
CitazioneUna seria analisi filosofica razionale impone spesso di non limitare le risposte a un sì o un no, ma di fare precisazioni.

Una pecora con una zampa tagliata (delle sue quattro) ha -sì- tre zampe, ma questa é una verità analitica a priori: non dice nulla di alcuna delle pecore realmente esistenti (o meno) di fatto.
E se vedo una pecora con tre zampe (perché una le é stata tagliata o patologicamente non si era sviluppata) ho una certezza sintetica a posteriori non scientifica ma "storica" o "episodica", cioé relativa a un fatto particolare concreto e non alle modalità generali astratte del divenire naturale; ed inoltre di durata effimera: ne sono certo fintanto che lo vedo, ma sucessivamente mi devo fidare della memoria che non é assolutamente infallibile.

..Beh, se dopo aver fatto tutte le analisi epistemologiche necessarie, non sai decidere se è vero o no che una pecora senza una zampa ha tre zampe, io mollo ogni inutile disputa e ti faccio ascoltare una bella canzone, così almeno ci capiamo.  :)


L'angolo musicale:
VAN MORRISON: Have i told you lately
https://youtu.be/c6V737LbfKE