Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - Phil

#1171
Tematiche Filosofiche / Re:sull' etica
17 Marzo 2020, 18:24:35 PM
@green demetr

Non so se hai avuto la pazienza di leggere il mio ultimo lungo post; comunque provo a sintetizzare:
- non è la macchina a decidere, anche se così appare esteriormente, perché essa agisce secondo programmi scritti e decisi da umani (e l'apprendere delle AI mi pare ancora troppo formalizzato, troppo poco interpretante e plastico per essere paragonato ad una acerba ragione umana); per cui non si tratta di paventare che la giurisprudenza si applichi anche alle macchine in quanto "soggetti" giuridici; il piano è infatti etico molto più che giuridico

- la questione è realmente etica nel momento in cui il programmatore, o chi per lui, deve impartire ordini alla macchina in caso di situazione etica critica: l'auto, per voce di chi la progetta o chi la userà, "chiede" «cosa devo fare se c'è un ostacolo dietro una curva e secondo i miei calcoli non posso fermarmi in tempo, ma posso percorrere una traiettoria che salvaguarda il mio passeggero, uccidendo però un altro umano sul marciapiede?». A questo quesito etico, a differenza di ogni guidatore umano, il programmatore deve impostare adesso una risposta (la programmazione è l'a priori dell'AI), che determini il comportamento dell'auto in quell'eventualità. Si tratta di una necessità di programmazione reale e non procrastinabile, a cui seguiranno eventualmente conseguenze non solo reali, ma persino vitali.
Si può poi sperare che le auto a guida autonoma non vengano mai usate; eppure, intanto, vengono di fatto sperimentate e programmate, per cui la questione posta non mi pare irreale o fantasiosa (inoltre, come già detto, mette l'etica con le spalle al muro, per cui è filosoficamente più cogente, per me, di quella dell'archè o altre)

- l'uomo si sta "robotizzando" dall'invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutemberg; adesso le macchine non si stanno affatto umanizzando (secondo me), ma diventa sempre più evidente che con l'aumentare della potenza tecnologica aumenta anche la radicalità delle questioni, soprattutto etiche, che vengono sollevate dalla tecnologia (aggiornamento del tema della technè già in risalto nel '900). Certamente c'è una connessione fra tecnologia e mercato; la principale è che il tempo per riflettere su queste problematiche è sempre poco perché è il mercato (fatto da uomini) a non aver pazienza (lui è al galoppo mentre la filosofia trotterella, dicevo). Se la riflessione filosofica vuole direzionare l'"agire etico" di tali dispositivi (in cui siamo sempre più immersi, fino all'abitarci dentro, v. IoT etc.), deve cercare di stare al passo con i loro stadi di prevendita, perché modifiche successive possono essere tardive o allungare ulteriormente i loro tempi di applicazione (ad altre questioni filosofiche, magari con minor impatto nelle vite umane, sono consentiti dalla prassi sociale tempi più lunghi).
#1172
Tematiche Filosofiche / Re:sull' etica
17 Marzo 2020, 15:47:13 PM
Citazione di: paul11 il 17 Marzo 2020, 11:54:37 AM
La parte giuridica è sempre in qualche modo relazionata alla morale ed etica, anche se agisce prevalentemente sugli effetti, quando avviene un danno ,un dolo.
Il tema giuridico in cui convergono dolo e intermediazione tecnologica è tanto più intricato quanto più tale intermediazione aumenta: i dispositivi informatico-tecnologici agiscono sempre più, tuttavia non sono giuridicamente responsabili delle loro azioni; se l'auto a guida autonoma uccide per un glitch o un generico problema tecnico, abbiamo un morto senza assassino, probabilmente classificabile come decesso accidentale. Chiaramente se tale problema tecnico sia stato causato con dolo dissimulato da qualcuno o sia autenticamente accidentale è questione di perizia tecnica.

Una vera "rivoluzione" in atto (questa sì filosofica e non solo) è per me proprio quella che propone un apparato tecnologico, o meglio, il software che lo comanda, come autonomamente agente in situazioni dal possibile risvolto etico; il che non significa ovviamente che il macchinario diventi soggetto etico, ma che la sua programmazione (finché è fatta da uomini) contempla scenari etici e "comandamenti" etici rigidi, con il dispositivo che va quindi impostato secondo paradigmi che non risultano solo esecutivi-performativi ma anche, "progettualmente etici". La scelta di tali "comandamenti" mette l'etica (o meglio, concedetemelo, le etiche) con le spalle al muro, senza troppe possibilità di attesa/proroga (il galoppo tecnologico non aspetta il pensoso trotterellare delle teoresi filosofiche) e con la necessità di limitare o almeno mitigare le divergenze culturali (salvo diversificare tali software a seconda della nazione di impiego). Non c'è più solo la situazione in cui un uomo può usare eticamente o meno un dispositivo (ad esempio una penna, per scrivere o per conficcarla nel cuore di una vittima), ovvero un oggetto di per sé eticamente neutro. Nel momento in cui un programma esegue comandi con possibili ricadute etiche (filtrare i curricula dei candidati per un posto di lavoro, guidare un'auto in situazioni critiche di "scelta omicida", dare una valutazione numerica agli avvenimenti biografici come nel caso del sistema di "credito sociale" cinese, etc.), tale programma non può, a differenza di un giudicante/giudice umano (quindi nel bene e nel male), contemplare la deroga, la revisione o la sospensione dei comandi/comandamenti etici su cui è impostato (comandi che possono comprendere una lista chiusa di casi speciali, quindi comunque preimpostati), rendendo l'esecuzione di tali "principi etici", con annesse ripercussioni, impeccabilmente e inderogabilmente conformi a quanto ordinato dai dettami (prestabiliti dal programmatore che a sua volta li ha ricevuti da chi ha commissionato il programma).

Detto altrimenti, sta emergendo sempre più la differenza fra dispositivi che non hanno scelta, come il distributore di bevande che eroga ciò che gli viene chiesto secondo una procedura, e dispositivi che compiono delle "scelte" algoritmiche (metaforicamente "etiche") preimpostate, come l'auto che, ad esempio, decide di preservare il suo passeggero dall'urto con un grosso oggetto imprevisto che occupa la carreggiata, "decidendo" di travolgere una persona sul marciapiede (se così è stata programmata l'auto). Sotto il "cofano" di tali apparenti scelte c'è, ma potrei sbagliarmi, una programmazione logica basata principalmente sul meccanismo «se... allora... altrimenti...» (usando operatori come «if», «elif», «else», «try», «except», «finally», etc.), quindi ciò che appare esternamente come una "scelta" del programma, in verità è l'applicazione di una diramazione del tipo se/allora, già preventivata (sicuramente nei casi più complessi di machine learning il gioco non è così semplice, salvo intendere tale «learning» come l'acquisizione/elaborazione di ulteriori scritture condizionali se/allora).

Da notare per inciso che il convitato di pietra è sempre la "potente delicatezza" dell'informatica: una volta implementata una gestione informatica dello sterzo, dell'accelerazione, etc. dal self driving al remote control via hacking, a pensar male (come diceva un saggio), il passo è breve... questa è una scena smaccatamente hollywoodiana, con tutti i "machismi" tipicamente made in Usa, comunque, al netto dell'apocalisse di metallo e circuiti, credo renda l'idea (scusate la poca raffinatezza della fonte cinematografica, ma citare «il carretto fantasma» di Ingmar Bergman non mi sembrava troppo a tema, pur trattandosi, a suo modo, sempre di "guida non umana" in cui l'uomo è mero passeggero).
#1173
Tematiche Filosofiche / Re:sull' etica
16 Marzo 2020, 23:56:56 PM
Citazione di: paul11 il 16 Marzo 2020, 19:38:55 PM
Ma lo complico io con un vecchio dilemma simile.
Se quella unica persona sul binario fosse un eminente scienziato che sta sperimentando il vaccino contro il coronavirus attuale? Sarebbe ancora sacrificabile rispetto alle altre cinque?
Mutando il peso specifico si entra ancora di più  in crisi.
La struttura dell'esperimento mentale si presta infatti a molte varianti (reperibili online o improvvisabili), tutte volte a capire con quali criteri diamo valore alle vite altrui e non solo: se la persona sul binario unico fossi io, urlerei a chi comanda la leva di deviare il treno sul mio binario (universalità della morale "5 > 1")? E se io fossi alla leva e la persona singola fosse la mia compagna/moglie/altro e i 5 fossero dottori a un passo dalla cura per il cancro (dilemma egoismo/filantropia)? E se la persona singola fosse una pensionata reduce dai lager e i 5 giovani nazisti (valore della vita rispetto all'età e all'accettabilità sociale)? E se il singolo fosse un neonato e i 5 fossero già condannati alla pena di morte (questione di pro o contro pena capitale)?
Lo stesso si potrebbe fare con l'uomo grasso sul ponte: e se fosse... ad libitum.
Citazione di: paul11 il 16 Marzo 2020, 19:38:55 PM
La morale è del progettista del programma dell' automobile automatica.
Con quale criterio decide la sacrificabilità? Deve dare delle norme rigide innanzitutto in funzione del codice della strada. Il conducente di un tempo, ora diventerebbe un passeggero comune.
[...] Il passeggero ex conducente diventa sacrificabile o inviolabile?
L'ex conducente davanti ad uno scenario, magari avrebbe scelto di andare contro un muro o fare una manovra comunque alternativa,sicuramente con danni a cose piuttosto che a persone. E' una ipotesi dove il rischio lo prende l'automobile automatizzata che rischia un danno notevole e persino l'incolumità del suo passeggero.
[...]

Quindi il problema morale a mio parere viene delegato al progettista del sistema che deve imputare scelte gerarchiche.
Credo che il progettista dovrà a sua volta attenersi al progetto dei "piani alti" che probabilmente si baseranno anche su ricerche demoscopiche come quelle che ho linkato in precedenza. Il secondo link del p.s. del primo messaggio presenta proprio le differenti casistiche in cui l'auto a guida autonoma (incapacitata a frenare efficacemente per guasti, distanza o altro) deve scegliere fra tutelare i propri passeggeri oppure chi attraversa la strada, distinguendo anche diverse tipologie di pedoni (per età, ruolo sociale, etc.) che attraversano con il verde oppure il rosso pedonale.
Per verificare i risultati delle nazioni intervistate, confrontandole fra loro e alla media globale, in termini di preferenze riscontrate (salvare di più alcune categorie rispetto ad altre) c'è questo link, anche se non mi pare ci sia il numero di votazioni per paese su cui è basato il risultato (che quindi è da prendere con la dovuta cautela), si sa solo che il minimo è stato di 101 votanti il massimo quasi 450.000.
Per i campanilisti che se lo stessero chiedendo, l'Italia ha dato risultati maggiormente simili alla Bulgaria e più divergenti rispetto alla Palestina (le nazioni sono confrontabili due alla volta), dimostrandosi fra le più attente a salvare vite umane (rispetto agli animali, ma non rispetto alla massima quantità possibile) e in particolare quella dei giovani.
Per risultati più dettagliati questo è il link.
#1174
Tematiche Filosofiche / Re:sull' etica
16 Marzo 2020, 15:49:41 PM
Citazione di: Ipazia il 16 Marzo 2020, 07:31:56 AM
Se non si può frenare la questione non è etica ma deterministica. Ogni guidatore agirà per quello che può e sa fare: scalerà le marce, cercherà di schivare l'ostacolo umano, ...
[...]
Tra tante alternative etiche reali, produrre simulazioni artificiali e trarre da esse responsi etici affidabili mi pare una stupidaggine.
Se si crede nel libero arbitrio (come mi pare tu faccia, pur non volendo qui approfondire il tema già trattato altrove), la questione non può essere deterministica, ma necessariamente e inaggirabilmente etica. Provo a sintetizzare il caso del carrello (quello dell'auto può risultare più ambiguo e più complesso): se il carrello sta procedendo verso la morte di 5 persone e il mio intervento sulla leva di scambio può ucciderne una sola (sull'altra rotaia), la scelta di come e se intervenire è etica (non deterministica, seppur decisamente determinante).
Certo, posso "evadere" da tale situazione mutando forzosamente la narrativa, dicendo che le 5 persone si liberano da sole o la singola persona si scansa perché gli ho urlato di farlo, ma sono tutti sintomi della volontà di evitamento (ovvero di un legittimo non stare al gioco dell'esperimento per preservarci dalla sua portata perturbante; il che ci è concesso solo finché siamo in un esperimento: ho già accennato al parallelismo con il virus, caso meno ipotetico e meno "riscrivibile"...).


Citazione di: green demetr il 16 Marzo 2020, 13:51:04 PM
Ma non capisci che questi test sono finalizzati ad aumentare e a suffragare una volta (anche qui spero di non viverlo) inocultati nel pensiero comune, la dimensione antagonista, gerarchica e cinica, che già contraddistingue questo mondo?
Più che «aumentare e suffragare» direi «riflettere su ed allenarsi ad affrontare» ciò che già è nel mondo (piaccia o meno, quello è un altro discorso).
Sono esperimenti mentali che spesso generano repulsione proprio perché chiamano in causa i fondamenti della nostra etica (e sappiamo come il trattare esplicitamente i fondamenti in filosofia costituisca il "tabù dell'apodittico"): che «uccidere è sbagliato» è un motto banale e universalmente accettato (con le dovute postille, secondo alcuni, ma non divaghiamo), quindi è ovvio che in generale è meglio fermare il carrello senza far vittime... tuttavia, se proprio non è possibile? Questo è ciò che chiede l'esperimento. E non ci piace perché ci costringe a declinare la nostra etica fuori dalla zona di comfort del condiviso «uccidere è sbagliato», chiedendoci di farci carico di una responsabilità etica tanto rilevante quanto inquisitoria (ed è per condividere la bruta sfida di questo "input inquietante" che ho postato i link, non perché mi interessi fare una casistica di risposte fra i forumisti o perché ritenga tali esperimenti dei capolavori del pensiero filosofico).
#1175
Sul rapporto fra memoria e digitale, archiviazione e fruizione, verità e prassi sociali, etc. segnalo il terzo episodio della prima stagione di Black Mirror, intitolato "Ricordi pericolosi"; l'ho trovato molto suggestivo.
#1176
Tematiche Filosofiche / Re:sull' etica
16 Marzo 2020, 00:04:21 AM
La questione etica si pone solo a partire dal presupposto implicito che non ci sia lo spazio sufficiente o il modo per frenare (i freni siano rotti, etc.); che poi sia la macchina a calcolarlo oppure il guidatore umano, non toglie che l'esperimento si basa sull'inevitabilità fattuale (non certo morale) di dover non poter non uccidere qualcuno.
#1177
Ultimo libro letto / Re:Memoria digitale
15 Marzo 2020, 23:22:41 PM
Citazione di: altamarea il 15 Marzo 2020, 21:32:57 PM
Nella nostra epoca "digitale" l'umanità non sembra d'accordo se è meglio o peggio dimenticare, e si affida alla costruzione di una memoria totale, alla conservazione di un passato che non passa, perché registrato in un immenso archivio digitale, sempre disponibile e consultabile. E' come un'enciclopedia, scritta in presa diretta ma a futura memoria.

E' in questo orizzonte che Davide Sisto nel suo libro titolato "Ricordati di me. La rivoluzione digitale tra memoria e oblio", da filosofo e con l'aiuto dei filosofi pone la questione in un abile intreccio di conoscenze scientifiche e di riflessioni sull'evoluzione dei social network.
Una delle cause dell'invenzione della scrittura è stato probabilmente anche il desiderio di ricordare dei dati per riutilizzarli (riscuotere un credito, sancire una legge, etc.); oggi, con il digitale, l'esigenza si è sdoppiata anche nel suo rovescio: il tema del diritto all'oblio, della necessità di non lasciare traccia (e cookies), di poter rimuovere dalla rete immagini e informazioni sgradevoli. Estremizzando un po', si è passati dal voler lasciare la propria impronta sulle pareti di una caverna a cercare di ridurre il "fingerprinting" del proprio dispositivo.
Significativamente, il memorizzare un file o un'impostazione (su un dispositivo) viene detto «salvare»; salvare da cosa, se non dalla cancellazione nel/del tempo?

Attualmente la mole di dati creati e immagazzinati al secondo (nel mondo) è abnorme rispetto a solo una decina di anni fa; compresi alcuni dati che ci appartengono e su cui non abbiamo il controllo. Questa è una dinamica tanto incalzante quanto impattante, per il singolo e per la società, per l'orizzonte esistenziale e per l'etica (e per le digital humanities); fortunatamente, alcuni filosofi e/o pensatori (anche italiani: Ferraris, Diodato, Floridi, Benanti, Fabris, etc.) hanno bene inteso come sia pane (fresco) per i loro denti.
#1178
Tematiche Filosofiche / Re:sull' etica
15 Marzo 2020, 19:55:27 PM
Citazione di: Ipazia il 15 Marzo 2020, 19:09:55 PM
Se si esclude il fatto che il paziente 0 si possa isolare e curare e i 5 legati sul binario si possano liberare si cade nel mero divertissement della giocosità mediatica e si truccano i risultati.
Pare che il "paziente zero" venga isolato solitamente dopo che il carrello è già andato abbastanza avanti; i 5 legati sul binario fanno parte del fatto che «lo scenario proposto è chiaramente coercitivo, in modo da spingere a scelte estreme (evitando l'happy ending che qui non avrebbe valore)» (autocit.). Nella simulazione, una volta spiegata la situazione, non c'è trucco e non c'è inganno (ma può esserci disagio e volontà di non rispondere; infatti, proprio come il bambino del video, si può anche scegliere di non stare al gioco dell'esperimento...).

Citazione di: Ipazia il 15 Marzo 2020, 19:09:55 PM
Se si fanno auto a guida automatica bisogna anche fare strade a sicurezza totale. L'etica va fondata dall'inizio, non da uno stadio intermedio taroccato da fondamenta etiche marce in cui bisogna insegnare alle macchine chi uccidere. Se non si è capaci di fare ciò, semplicemente non le si producono.
Questa normatività morale (che presuppone valori implicitamente accettati, etc.) del tipo «se... allora...», qualora non sia condivisa da chi le auto le produce (come temo), sarà chiamata a coniugarsi con la controfattualità della realtà: quelle auto sono di fatto già in fase di sperimentazione (e hanno già causato alcuni morti); non conviene cercare di giocare d'anticipo (ormai per quanto è possibile) e simulare il futuro prossimo, riflettendo "democraticamente" su chi debbano uccidere?
Anche perché è chiaro che non si tratta necessariamente solo di auto: ci si potrebbe chiedere «se fossi io a guidare, che farei»?
Lo so, a mente fredda non vale, ma la filosofia, solitamente, si concede il lusso di ragionare a mente fredda.
#1179
Tematiche Filosofiche / Re:sull' etica
15 Marzo 2020, 17:04:57 PM
Quello che tali esperimenti mentali (a suo modo si tratta di "sperimentazione filosofica", seppur ipotetica) e i dati che ne derivano possono apportare, sono considerazioni pertinenti principalmente tre ambiti: quello dall'autocomprensione etica (su quali principi fondo le mie scelte, con quanta "rigidità", quale caso può costituire un'eccezione, etc.); quello dell'analisi socio-antropologica (come mai in una cultura/continente c'è una determinata tendenza omogenea o meno, etc.); quello dell'applicazione nell'AI (se l'auto a guida autonoma deve compiere tale scelta, quale sarà l'esito maggiormente ritenuto "giusto" dalla società, dai potenziali acquirenti, etc. "via al televoto!").

Lo scenario proposto è chiaramente coercitivo, in modo da spingere a scelte estreme (evitando l'happy ending che qui non avrebbe valore); tuttavia, in fondo, quanto tale contesto simulato si discosta nettamente da quello, decisamente poco conciliante e poco romanzato, in cui ci troviamo nella realtà del caso del virus?
Se (vado a braccio, senza spaccare il capello) mettiamo il virus a posto del carrello, il "paziente zero" al posto dell'obeso, gli anziani al posto del soggetto nel binario parallelo, i lavoratori che producono PIL al posto delle vittime, la politica al posto dell'uomo che decide, etc. e altri parallelismi si potrebbero fare, considerando ad esempio le scelte individuali (parlando di treni, senso civico, etc.), forse l'«infimo livello qualitativo»(cit.) dei "risultati" di tali esercizi mentali, diventano qualcosa di più stimolante di una «banalizzazione dell'etica»(cit.) a fini commerciali o di un mero divertissement della giocosità filosofica d'oltremanica (fermo restando che fra il dire e il fare... c'è il simulare).
#1180
Tematiche Filosofiche / Re:sull' etica
15 Marzo 2020, 14:51:37 PM
Il "tormentone etico" del noto problema del carrello (trolley problem) ha recentemente avuto uno sviluppo statistico con una ricerca pubblicata circa un mese fa, consultabile in inglese qui, che ha coinvolto 70000 partecipanti di 42 nazioni sparse per il globo.
Ovviamente un pensiero laterale, tipico dei bambini, potrebbe proporre ulteriori soluzioni.

P.s.
Se l'inglese non è un problema (o siete pratici di traduttori online) e volete partecipare alla casistica di qualche esperimento mentale a carattere etico, potete sollazzarvi qui e qui.
#1181
Tematiche Filosofiche / Re:Libri di filosofia
12 Marzo 2020, 23:52:16 PM
Se pensi di valutare la possibilità di iscriverti davvero alla facoltà di filosofia, per me è decisamente meglio un manuale, perché ti darà un'idea delle differenti tipologie di autori e correnti che dovrai studiare (anche se non ti piaceranno o la pensano molto diversamente da te).
Se invece vuoi accostarti alla filosofia per formazione personale... è comunque consigliabile un manuale, perché ti consente di scegliere con più "apertura", prospettandoti i differenti ambiti del filosofare, presentandoti correnti ed autori che, se ti incuriosiranno, potrai poi approfondire personalmente con dei loro testi, tralasciando gli altri che meno ti ispirano.
Detto diversamente: se tu decidessi di iniziare a mangiare cibo neozelandese, credi sarebbe meglio dare un'occhiata al menù (in italiano) e scegliere ciò che potrebbe piacerti, oppure pensi sia meglio fidarti totalmente dei gusti di qualcuno che già lo conosce un po'? Chiaramente, non c'è una riposta "assolutamente" giusta, è solo una questione di scelta di approccio.

Nel mio piccolo ti sconsiglio di iniziare con un testo di un autore filosofico: oltre ad avere un'immagine molto parziale della filosofia, se non ti piacerà ciò che leggerai rischierai di avere anche un brutto imprinting con la materia (e magari ti precluderai ulteriori letture). Se già hai un ambito filosofico di interesse (estetica, politica, esistenzialismo, epistemologia, etc.), potresti provare ad approfondirlo con una raccolta di saggi di differenti autori, in modo da avere più punti di vista su un unico tema che ti intriga.
#1182
Tematiche Filosofiche / Re:Il ruolo della filosofia
11 Marzo 2020, 09:36:50 AM
Citazione di: Ipazia il 11 Marzo 2020, 00:27:06 AM
Citazione di: Phil il 10 Marzo 2020, 21:56:52 PM
Parlavo di guardarsi intorno, ovvero di prestare attenzione alle proposte delle altre discipline, di conciliare le tematiche classiche con l'attualità, ma probabilmente il "nutrirsi" a cui alludi va ben oltre tutto ciò: infatti, che la filosofia funga da «collante» (cit.) tra gli altri saperi, curiosamente lo affermano quasi solamente i filosofi (e mi pare fatichino poi a dimostrarlo nella loro prassi filosofica), per quanto forse ciò voglia essere un accademico auspicio o un'ambizione, più che una constatazione "diagnostica".

Ma anche no. Le figure più innovative della conoscenza hanno sempre effettuato questo collegamento, perchè il cambio dei paradigmi scientifici accompagnò in ogni epoca un rivolgimento della visione del mondo dei contemporanei e posteri.
Forse è una questione di metafore: se parliamo di "guardarsi intorno" rivolgendosi anche alle altre discipline, ne va dell'attualità delle riflessioni filosofiche; se parliamo di "nutrimento", quindi di apporto vitale, bisogna prendere atto che ci sono filosofie che (soprav)vivono egregiamente anche senza il confronto attento con la contemporaneità; se parliamo di "collante", ovvero qualcosa che media e/o lega due o più elementi, non direi che occuparsi di filosofia e scienza, o leggere filosoficamente l'economia, etc. significhi usare la filosofia come «collante razionale dell'accumularsi di conoscenze» (cit.); se parliamo di "collegamento" già descriviamo meglio, secondo me, un rapporto meno gerarchico, più verosimile e tuttavia non necessario (anche se lo trovo preferibile).
#1183
Tematiche Filosofiche / Re:Il ruolo della filosofia
10 Marzo 2020, 21:56:52 PM
Parlare della filosofia come qualcosa di unitario, o addirittura di una disciplina che abbia un ruolo o un programma o un obiettivo, contrasta per me con tutto ciò che la filosofia è stata, è e potrà essere: ovvero un insieme estremamente eterogeneo di temi, proposte, approcci, discorsi, etc. Osservare che il denominatore comune di tale "inventario" sia l'attività del riflettere, non rende giustizia alla qualità (e agli strumenti) del pensare definibile «filosofico» (basta uscire a fare una passeggiata per poter affermare «faccio sport» o «sono uno sportivo»? Se muovere le gambe non è sempre fare sport, riflettere non è sempre fare filosofia).
La filosofia, intesa non come attività ma come insieme storico-dinamico delle proposte filosofiche, è l'antitesi del "pensiero unico", essendo intimamente plurale (e talvolta persino pluralista); eppure spesso viene, per ironia del suo "destino", dipinta come "singolarità coesa": come una impostazione che ha un fine "centripeto", come una disciplina che fra i suoi stessi temi deve mirare a questo ma non a quello, etc. Gli stessi filosofi, proponendo ognuno la sua definizione (qui alcuni esempi) non fanno che confermare, loro malgrado, che l'insieme (e l'attività) della filosofia non ha un unico criterio denotativo, al punto che l'insieme stesso contiene o non contiene alcuni pensatori/correnti a seconda di chi decide quale criterio usare (e quindi impone alla sua filosofia il suo progetto).

Per alcuni interrogativi su come si possa intendere la filosofia suggerisco, fra i tanti, questo video.


P.s.
Citazione di: Ipazia il 09 Marzo 2020, 08:36:03 AM
In tale significato riprenderei la felice osservazione di phil in altra discussione che ha generato questa: in ogni epoca i filosofi si sono occupati di tutto il sapere che stava loro intorno e ne hanno tratto nutrimento per il loro sapere. Direi che questo è il ruolo più importante che la filosofia ha storicamente svolto e che è cresciuto via via che il sapere cresceva e con esso le sue specializzazioni. Fungere la collante razionale dell'accumularsi di conoscenze
Parlavo di guardarsi intorno, ovvero di prestare attenzione alle proposte delle altre discipline, di conciliare le tematiche classiche con l'attualità, ma probabilmente il "nutrirsi" a cui alludi va ben oltre tutto ciò: infatti, che la filosofia funga da «collante» (cit.) tra gli altri saperi, curiosamente lo affermano quasi solamente i filosofi (e mi pare fatichino poi a dimostrarlo nella loro prassi filosofica), per quanto forse ciò voglia essere un accademico auspicio o un'ambizione, più che una constatazione "diagnostica".
#1184
Tematiche Filosofiche / Re:Libri di filosofia
09 Marzo 2020, 11:12:27 AM
Più che un libro, mi permetto di suggerirti questo video, in cui si tratteggiano le principali dinamiche del pensare filosofico (sta a te valutare se l'attività filosofica sia traducibile in un lavoro o debba restare un hobby: "non di solo pensiero vive l'uomo...").
#1185
Mi pare che un dato tanto importante quanto trascurato siano le guarigioni: monitorare il loro andamento contribuirebbe a definire meglio la situazione. Sembra che in Cina, che avendo iniziato per prima è più avanti nella "curva" di andamento del virus (anche se ovviamente tale curva dipende molto dalle contromisure attuate, dalla tempestività d'intervento, dalle infrastrutture, dalla situazione climatica, dal comportamento della popolazione, etc.) già una settimana fa i contagi quotidiani abbiano iniziato ad essere inferiori alle guarigioni, che attualmente pare si attestino circa al 70% dei casi (erano al 53% una settimana fa e al 7% il 12 febbraio).
In Italia, oltre all'impennata dei contagi e dei decessi, c'è una proporzionale impennata dalle guarigioni, sempre considerando che molti contagi sono recentissimi e non si guarisce in tempi brevissimi?
Pare che su 5883 casi accertati, finora 589 siano guariti (a fronte di 233 decessi), ma è l'andamento cronologico che sarebbe secondo me un dato interessante (in rete, dopo rapida ricerca, non l'ho trovato) e che forse aiuterebbe l'opinione pubblica ad essere più consapevole del contesto (sebbene capisco che presentare pubblicamente l'eventuale impennata delle guarigioni potrebbe innescare ulteriori comportamenti irresponsabili, forse è più saggio ammonire citando contagi e morti... meglio comunque non deviare il discorso verso tematiche troppo social-filosofiche, qui il topic è molto specifico).