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Messaggi - doxa

#1171
Nel mio precedente post ho scritto: "Una bella donna d'oggi sarebbe stata giudicata bella anche nei secoli scorsi".

Ed anche un bella donna dei secoli scorsi anche oggi sarebbe giudicata bella.

Per esempio, la fulva modella che posò per Sandro Botticelli per raffigurare la "Nascita di Venere" nel 1482 circa,  nel nostro tempo sarebbe considerata una donna brutta ?

A prescindere se sono più belle le donne "in carne"  raffigurate da Tiziano.

Non c'è canone che tenga. La bellezza corporea sfida i secoli ed è continuamente apprezzata.

E quando argomentiamo di bellezza cerchiamo di dimenticare le opinioni di Platone, Aristotele, Plotino, Agostino, Tommaso d'Aquino ed altri.

Parliamo della bellezza oggi, dell'attrazione fisica. L'Eros non vuole pensieri, né riguardo al "bene" né al "vero".

p. s. Bravo Viator, ti sei ricordato di rispondermi senza iniziare il tuo post con "Salve" e non l'hai concluso con "Saluti". :) 
#1172
Ma non vi sembra il caso di abbandonare ciò che dicono i filosofi sulla bellezza ? Essi di solito sono noiosi, contorti nel manifestare il proprio pensiero (perciò incapaci di scrivere articoli per un giornale) e penso siano pure brutti fisicamente :)


La bellezza corporea  è oggettiva o soggettiva?
La percezione della "bellezza" è  di solito "soggettiva", ma lo  psicologo Marco Costa nel volume titolato "Psicologia della bellezza", dice che le persone  generalmente concordano nel giudizio sulla bellezza di volti e corpi. La concordanza persiste anche  nel giudizio verso persone di etnia diversa o di diversa età. Quindi  il criterio per definire la bellezza non è completamente soggettivo.  

Anche il professor Stefano Zecchi nel suo libro "Le promesse della bellezza" dice che le persone sanno riconoscere la bellezza nella minoranza degli esseri umani che possiedono qualità estetiche indiscutibili e concordano nel giudizio, anche se c'è chi preferisce i capelli corti invece che lunghi, gli occhi chiari anziché scuri, ma la questione è se una persona sia bella o brutta indipendentemente dai gusti di chi l'osserva. 

Una bella donna d'oggi sarebbe stata giudicata bella anche nei secoli scorsi.
#1173
Per gli antichi Greci l'ideale era "bello e buono" (kalòs kai agathòs). Etica ed estetica erano sullo stesso piano, avevano lo stesso valore, erano la base della virtù, addirittura della filosofia.

Il termine "etica" è  compreso nella parola "est-etica". È la nostra cultura, abituata a dividere, che ci fa percepire una scissione, un'esclusione anche laddove  c'è armonia, unione.

Wittgenstein in una proposizione nella parte conclusiva del suo "Tractatus logico-philosophicus" (1921) sostiene  che etica ed estetica sono tutt'uno. Egli intende l'etica, ("ricerca su ciò che è bene") equivalente alla"ricerca su ciò che ha valore".

Nel nostro tempo La bellezza regna. È diventata un imperativo: o sei bello oppure, almeno, risparmiaci la tua bruttezza. :) 
#1174
Prima di domandarsi il senso della vita bisogna chiedersi cos'è la vita, cos'è un essere vivente.

Interrogarsi sul senso della vita significa indagare anche il significato della morte. Vita e morte sono in tandem.

Il biologo e genetista Edoardo Boncinelli nel suo saggio titolato "Vita" dice che un essere vivente è materia organizzata,  limitata nel tempo e nello spazio, capace di metabolizzare, riprodursi ed evolvere.

I costituenti sono cellule e macromolecole, ma è  il possesso del genoma che fa l'essere vivente. 

la consapevolezza di dover morire è un peso che accompagna l'uomo in ogni circostanza, per quanto si sforzi di vivere come se così non fosse. E proprio per sopportare questo pesante fardello, l'uomo ha inventato l'anima, affinché almeno una parte di sé potesse essere immortale e incorruttibile, non deperire col tempo e non essere annientata.
#1175
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la verità
18 Novembre 2018, 09:30:00 AM
Avete compilato 15 pagine per non farmi capire cos'è secondo voi la verità, in dieci parole ! Ma vi sembra normale ?
#1176
Jacopus ha scritto:
CitazioneIo, pur nella mia situazione di non credente collaboro da bravo cattocomunista con la Caritas di Genova.


Jacopus, su coraggio, prosegui imperterrito nel tuo volontariato. La tua ideologia è la tua forza, "cadente", ma serve a sostenerti. Non c'è bisogno del tuo outing politico, del tuo autosvelamento ideologico: sei un "cattocomunista" ? Ma che novità !
E' noto fin dal primo post sugli emigranti il tuo orientamento, contrario del mio.

Per me non è importante lo "scontro" con te, ma che il tuo partito di riferimento sia all'opposizione di questo governo e che perda le elezioni politiche.
 
CitazioneAlcuni paesi islamici o con forte minoranza islamica hanno già avuto un primo ministro donna. In Italia questo deve ancora avvenire


CitazioneQual'e  l'ingenuità a proposito della nomina di primi ministri donne nei paesi mussulmani? Spiegamelo e spiegalo magari anche a Benazir Bhutto che è stata assassinata per quel ruolo che ricopriva.


Jacopus fammmi capire ciò che intendi con queste due tue ultime proposizioni che ho quotato.  Vuoi forse dire che mentre questa Italia ancora "patriarcale" finora non è riuscita a far nominare una donna come capo del governo, l'islamico  popolo del Pakistan, più democratico del nostro..., negli scorsi anni riuscì a far eleggere come primo ministro una donna, Benazir Bhutto (poi uccisa nel 2007) ? Fu un "agnello sacrificale" ? 

E' lo stesso popolo islamico del Pakistan che ha condannato a morte per "blasfemia" la cristiana Asia Bibi, tenuta in carcere circa 10 anni ?

La scorsa settimana la Corte Suprema del Pakistan ha assolto Bibi  per quel "reato". Il verdetto  ha scatenato la protesta di migliaia di musulmani, anzi il Pakistan è in rivolta. 

Asia Bibi era in procinto di partire per raggiungere l'Europa ma è stata rimessa in carcere. Il suo avvocato ha ricevuto minacce di morte ed è stato costretto a lasciare il Pakistan. La Corte Suprema è stata costretta a ridiscutere il caso e dovrà emettere un'altra sentenza, diversa dalla prima, ovviamente quella di morte per Asia Bibi.

Vedi Jacopus cosa combina la religione ? Qui in Italia siamo quasi tutti blasfemi ma non c'è pericolo di morte.

Non ti crucciare, Continua imperterrito nel tuo apostolato di redenzione ed integrazione anche degli islamici, se ci riesci. Però ti prego di non tralasciare quegli africani che vivono, spacciano e combinano casini tra i carrugi di Genova. Ne vedo tanti ogni volta che vengo  nel capoluogo ligure e m'inoltro per le vie prospicienti il porto e il Galata  Museo del Mare, per recarmi verso il duomo e piazza De Ferrari.
#1177
Tematiche Filosofiche / Re:Antropologia sociopsichica
28 Ottobre 2018, 15:17:13 PM
Simpatico Viator, non sai il male che mi fai escludendomi dai tuoi saluti iniziali... :(

Meno male che di solito i tuoi saluti li ripeti alla fine e non mi rendono completamente escluso da te.  :D

Ovviamente sto scherzando, però vorrei che ti rendessi conto leggendo gli altri topic che non c'è nessuno di noi che continuamente saluta gli altri. Nei forum non è necessario. Ma se preferisci distinguerti dalla "massa", me ne farò una ragione dei tuoi saluti.  ::)

"Antropologia sociopsichica" ? Viator il titolo sintetico del tuo post si dirama in tre discipline (antropologia culturale, sociologia e psicologia) che nulla hanno che fare con la tua riduttiva statistica soggettiva. Ma se pensi che invece le tre materie sono coinvolte allora abbia la pazienza di spiegarmi in che modo ?  :)
#1178
Jacopus ha scritto:
CitazioneIl fatto che pochi intervengano dipende da un lato lo scarso livello culturale e dall'altro il disinteresse o la paura di fare brutta figura
Jacopus meriti una bacchettata sulla mano. Ma quali dati hai per dire che la scarsa affluenza di nick dipende anche dallo "scarso livello culturale" ?

Per te è persona colta soltanto chi ha letto alcuni libri di filosofia ? ... "con la quale o senza la quale si rimane tale e quale"... diceva il mio docente di filosofia.
#1179
Ciao Viator, scusami se non comincio il post con "salve", ma a me quel "salve" che inserisci all'inizio di tutti i tuoi post "mi stanno antipatici". Perché non li eviti. Abbiamo bisogno della tua opinione e non dei tuoi saluti.  :)

All'analisi quantitativa dovresti aggiungere l'analisi sociologica  qualitativa, per capire perché numerosi nick scrivono poco, altrimenti la tua statistica è sterile.  

Per esempio, per quanto mi riguarda, dei topic filosofici che avete proposto finora solo alcuni li ho trovati interessanti nei primi post. Poi alcuni "filosofi" cominciano ad attorcigliarsi nelle argomentazioni, a polemizzare e andare fuori tema.  

Altri tendono nella sezione attualità ad inserire topic riguardanti la politica per constatare gli orientamenti altrui ed evidenziare la propria ideologia sinistrese, per poi finire in polemica.
#1180
Tematiche Filosofiche / Re:L'etica del nemico
18 Agosto 2018, 11:54:59 AM
Phil ha scritto:
CitazioneUsare categorie belliche, guerriere (nemico, alleato, combattere, conquistare, ritirarsi, sconfiggere, etc.), in contesti di pace, è un modo proiettivo per alimentare quell'aggressività sopita ma non estinta (che è sfruttata dai manipolatori anche come leva subliminale), che può, se non addomesticata, spingere non alla competizione ma alla violenza (per quanto non necessaria).


Un esempio sono le tifoserie calcistiche ?

Per rimanere in tema ed approfondire l'etica del nemico si dovrebbe esaminare pure l'etica militare, accennata da Phil, perché collegata alle norme di comportamento dei militari in caso di guerra.

Tale etica, evoluta nel tempo, fino ad arrivare alla  sua codificazione nella legislazione internazionale, sancisce diritti e doveri dei soldati anche nei confronti dei militari nemici.

Nell'antica Roma, epoca repubblicana, vigeva la regola del "murum aries attigit". In base a questo precetto  una città sotto assedio aveva tempo per arrendersi prima che l'ariete da guerra  colpisse la prima volta le mura fortificate. Dopo l'evento, tutti gli abitanti indistintamente sarebbero stati uccisi e qualunque richiesta di tregua o proposta di resa successiva sarebbe stata ignorata. (vedi "De bello Gallico", libro II, capitolo XXXII). Simile noncuranza, era caratteristica della scarsa o nulla considerazione per le popolazioni avversarie, i cui effetti si ripercuotevano anche nella interpretazione delle garanzie per i messaggeri nemici.

La letteratura epica anche greca  o del medioevo cristiano offrono numerosi esempi di etica guerriera.

Nella letteratura epica cristiana è noto il "De Laude novae militiae" scritto da Bernardo da Chiaravalle per il   "bellator" templare. Il celebre abate dice che le sue parole sono rivolte  "a tutti coloro che intendono rinunciare a seguire le proprie volontà". Il sacrificio della voluntas, la scelta della via guerriera come rinuncia di sé per trovare Dio e servirlo, questa è la vera via guerriera. Non per denaro o per interessi, ma per morire e rinascere nella "grazia".
#1181
Jacopus ha scritto:
CitazionePer Altamarea: da un lato ritieni Dio inesistente e immaginario. Dall'altro invece richiami quella stessa tradizione religiosa per corroborare la tesi della pena di morte. Non capisco.


Jacopus, il richiamo alla "tradizione" religiosa l'ho scritto non per rinforzare la mia opinione ma per far riflettere Sara, per farle constatare  che nell'Antico Testamento ci sono inviti alla vendetta.

Pensa a chi uccidono un figlio o la persona amata. Dovrebbe perdonare ?

Io caratterialmente non faccio parte di chi perdona.

Jacopus ha scritto:
Citazione. La pena di morte è uno spettacolo dedicato agli istinti morbosi del pubblico


Non siamo più al tempo della Rivoluzione francese con la ghigliottina sulla pubblica piazza. Adesso tutto viene fatto con "discrezione".

Jacopus ha scritto
Citazioneper sfamare i sentimenti di ingiustizia del "popolo" che può rifarsi su uno ancora più disgraziato di loro, invece che prendersela con i suoi veri affamatori.


Non comprendo il nesso tra la tua frase e la vendetta  privata o la giustizia distributiva da parte dello Stato.
#1182
 
Sara se ti è possibile cerca di leggere meno testi di religione e di ragionare di più con la tua testa.
Sara ha scritto:
Citazioneil diritto alla vita o alla morte di un individuo spetta solo a Dio,creatore della vita


E per chi non crede nel tuo inesistente ed  immaginario Dio creatore della vita a chi spetta il diritto di vita o di morte ?

Non dimenticare che nell'antichità esisteva la cosiddetta "legge del taglione". In Wikipedia si legge che era "un principio di diritto consistente nella possibilità riconosciuta a una persona che avesse ricevuto intenzionalmente un danno  causato da un'altra persona, di infliggere a quest'ultima un danno, anche uguale all'offesa ricevuta.

In opere letterarie, sebbene influenzate da testi "sacri", si preferisce parlare di legge del contrappasso, in particolare del caso di "contrappasso per analogia".

Il principio è comunemente espresso dalla locuzione "occhio per occhio, dente per dente", che appare anche nel biblico libro del Levitico: "Se uno farà una lesione al suo prossimo, si farà a lui come egli ha fatto all'altro: frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente; gli si farà la stessa lesione che egli ha fatto all'altro". 
#1183
Jacopus che fai mi prendi in giro ? Io ricordo a te il tuo incarico di moderatore e tu replichi dicendo a me che sei un moderatore ?

Non è vero che ciò che dice Elia sono "modalità irrisorie, che sono irritanti nei confronti di qualunque membro della comunità". Forse sono irritanti per chi la pensa diversamente.

A me sembra che tu non difendi un modello gerarchico ma soltanto la tua ideologia.

Comunque, per quanto mi riguarda smetto qui. Continuerò a leggerti  e a dissentire senza intervenire.  :)
#1184
Jacopus, permettimi di rammentarti che sei un moderatore. Non puoi "aggredire" Elia o chi non la pensa come te.

Jacopus ha scritto:
CitazioneLe migrazioni epocali di oggi sono il frutto del sistema capitalistico, per tanti motivi che non ti sto neppure a spiegare perché anche se li capissi li rifiuteresti per partito preso. Lasciami solo la soddisfazioni di rispondere alla tua somma insulsa di pregiudizi e parole fatte.

Dopo le elezioni politiche dello scorso marzo devi prendere atto e rassegnarti che la tua ideologia, è  fallimentare e minoritaria rispetto al volere politico della  maggioranza del popolo italiano riguardo gli immigrati. 

Io evito di rispondere ai tuoi post perché sono agli antipodi dei tuoi pregiudizi e della tua ideologia. Mi accontento di Salvini e del suo operato. Spero che questo ministro dell'Interno  prosciughi il finanziamento alle tante cooperative  nate per far soldi con la scusa dell'assistenza ai migranti.

Intanto leggi cosa ha detto Ferdinando Lolli, già comandante generale della Guardia costiera, in un'intervista al quotidiano "Il Messaggero": "I migranti non sono naufraghi, vanno in mare per farsi salvare. Le convenzioni del mare dicono che chi rischia di morire va soccorso. Queste convenzioni, come quella di Amburgo del 1979, sono pensate per soccorrere chi è in grave pericolo di vita. E' la solidarietà del navigante verso un altro navigante. Ma questi migranti s'imbarcano per essere soccorsi, in termini giuridici non sono naufraghi. Il gommone dei migranti è fatto per sgonfiarsi. I mezzi di trasporto sono costruiti e gestiti in violazione di tutte le norme di sicurezza. La legge impone di salvarli e li si salva anche per obbligo morale, ma dopo il loro salvamento il problema diventa politico.

Nessun porto italiano è stato chiuso, ma è legittimo negare l'accosto ad una nave. Se la nave di soccorso migranti viene dalle acque territoriali libiche  e non ha osservato le regole , si può non farla entrare. Se il soccorso è avvenuto in area SAR italiana, si possono accogliere i profughi e non i migranti economici, da rimandare nei Paesi di provenienza.  Per ottenere l'accosto non è sufficiente che sulla nave possano esserci  dei profughi. Specie se la ONG non ha accettato poliziotti o finanzieri a bordo in grado di verificare. (Il Messaggero, 15 – 7 – 2018).

L'Italia ha tutto il diritto di non voler più accogliere migranti ma profughi.


I signori del male che in Libia hanno creato un'organizzazione mafiosa, addestrano i migranti africani a costringere chiunque li raccolga a non riportarli in Libia. Ecco perché la ribellione di quei due sul rimorchiatore.
#1185
Tematiche Culturali e Sociali / "Prisma"
11 Luglio 2018, 07:13:02 AM
Nell'ambito della geometria il prisma è un poliedro limitato da due poligoni uguali e paralleli (basi) e da tanti parallelogrammi (facce laterali) quanti sono i lati del poligono di base.

Ma il prisma è anche simbolo ed immagine della società globalizzata, della complessità sociale, che implica una fitta rete di interdipendenze e interconnessioni, una sorta di processo di omogeneizzazione che unisce le società del mondo in un "villaggio globale", un sistema diffuso che produce un'economia su scala mondiale, una cultura transnazionale e movimenti internazionali.

Viviamo e agiamo nel "villaggio globale", non solo dal punto di vista economico, finanziario, della comunicazione e dell'informazione, la globalizzazione influisce anche nell'ambito culturale, sociale, politico e religioso. 

Nella società contemporanea la religione deve confrontarsi con i processi di laicità e globalizzazione. 
Il processo di laicità induce il progressivo emanciparsi dei valori, della cultura, e della società dal controllo delle istituzioni ecclesiastiche;
la globalizzazione, invece, causa il crollo di barriere identitarie e la riduzione delle distanze tra i popoli, permette l'incontro tra religioni e culture diverse che convivono anche nello stesso luogo. 

I cambiamenti producono la riorganizzazione dell'esperienza soggettiva, ma nell'individuo permane sempre il bisogno di un orizzonte ultimo, assoluto, capace di unificare i frammenti del tempo e dell'opera umana in un disegno in grado di motivare la passione e l'impegno.

Tutti abbiamo bisogno di dare un senso alla nostra vita, a ciò che siamo, a ciò che facciamo, e se si sommano i significati possibili di tutte le scelte e le azioni vissute senza unificarli in un senso ultimo, la domanda resta inappagata. 

Credenti e non credenti sono sullo stesso cammino, nonostante le solite ripartizioni tra fede e ragione, religione e laicità. Infatti gli interrogativi che da sempre assillano l'individuo sono: il significato della vita, della morte, del dolore, la speranza, il bisogno d'amore. 

La sofferenza è l'esperienza umana universale, da cui nasce l'urgenza di scorgere la meta dell'orizzonte ultimo. 

Ai credenti Dio si offre al dolore come Volto che spezza la catena dell'eterno ritorno e restituisce dignità alla fatica di vivere, motivando il giudizio su quanto facciamo, l'apprezzamento del bene e il rifiuto del male.

Agli agnostici quel Dio lontano o inesistente li induce sospendere il giudizio su di lui per l'impossibilità di conoscere la verità sulla sua esistenza. Ma gli agnostici non sono necessariamente indifferenti al problema della fede e all'attività spirituale o religiosa. 

Agli atei l'inesistenza di una divinità non crea problemi. Cercano in loro stessi la forza di vivere, senza preoccuparsi di ciò che accade dopo la morte, perché sono convinti che dopo il trapasso c'è il nulla. 

Se è il dolore a porre la domanda sull'esistenza di Dio, non di meno è l'amore l'esperienza vitale che dà valore alla vita. 
Unicamente amando acquista significato la fatica dei giorni. 

Nasce all'amore solo chi si sente amato. Il neonato cerca un volto amoroso, materno – paterno, capace di accogliere, custodire.

Siamo mendicanti di amore e ci realizziamo sentendoci amati e imparando ad amare.