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Messaggi - doxa

#1171
Nel mio precedente post ho citato il genetista Edoardo Boncinelli ed il suo libro: "La scienza non ha bisogno di Dio", nel quale afferma che l'inizio della vita è dipesa  dall'interazione tra il materiale biochimico e le condizioni dell'ambiente (la temperatura, l'atmosfera, le radiazioni solari); da lì in poi la vita degli organismi fu plasmata dall'evoluzione e dalla selezione naturale. Due le sequenze decisive: il passaggio degli organismi alla riproduzione sessuata (circa due miliardi di anni fa), l'azione delle piante e dei miliardi di microrganismi fotosintetici, senza i quali non sarebbe esistito  e non esisterebbe l'ossigeno che respiriamo.

Risultato di vincoli fisico-matematici, proprietà biochimiche e pressioni selettive, ogni essere vivente è una determinata quantità di materia organizzata, limitata nel tempo e nello spazio, capace di metabolizzare, riprodursi ed evolvere in modo autonomo, come dimostra la differenza  tra i batteri  (vincitori nella lotta evolutiva) e i virus, genomi vacanti che devono parassitarsi ad altri organismi.
Le fasi della complessa cadenza spazio-temporale   tra i geni e le proteine (da prodursi nel posto giusto al momento giusto); cadenza che innesca  il differenziarsi ed il moltiplicarsi delle cellule, portandole ad aggregarsi in tessuti, organi, apparati, fino all'organismo compiuto.  All'armonica orchestrazione contribuiscono gli incanalamenti molecolari (che determinano, per esempio, un condotto auricolare), lo sviluppo, l'ambiente, l'esperienza individuale.

La catena di eventi  e processi biologici necessitano, perché l'evoluzione non si fermi,  di errori di "copiatura" nella trascrizione dell'informazione del Dna all'Rna messaggero nella fase intermedia  verso l'attivazione delle proteine e del differenziamento cellulare. La copia Rna è infatti una strategia, "appresa" in milioni di anni, per prevenire danneggiamenti del genoma, ma l'errore, raro,  è alla base di quelle "mutazioni" necessarie nell'adattamento degli organismi all'ambiente.

Certo, le mutazioni sono anche responsabili delle patologie, ma ci ricordano  che la vita, in quanto evoluzione dei genomi, sia una tessitura di continuità e variabilità, di conservazione e incessante riorganizzazione della materia.
#1172
Attualità / Re:I bulli e la scuola
04 Maggio 2018, 23:30:20 PM
Angelo, la tua opinione sul concetto di autorità mi sorprende, perché penso al tuo retaggio culturale di tipo religioso cristiano, invece mi sembra che dimostri un'ideologia da ex sessantottino. :)  

Lo  Stato democratico come entità politica sovrana è basato  sullo stato di diritto, poiché il bisogno di legittimazione del potere centrale necessita  del consenso popolare.  L'autorità legittima è quella dello Stato, fondato sul consenso dei cittadini tramite il voto parlamentare.

Posso concordare con la tua opinione se ti riferisci all'autorevolezza e non all'autorità.
Anche se linguisticamente deriva da "autorità" , l'autorevolezza è diversa dall'autoritarismo , è una condizione di superiorità morale che gli altri riconoscono e che li induce ad obbedire spontaneamente, nella maggior parte. In tal caso, però,  non bisogna confondere la necessaria autorità con l'auspicata autorevolezza, in questo caso dei docenti, quelli capaci di insegnare e che sanno far amare ai discenti la disciplina che insegnano.

Nello stato di diritto c'è la ragione della distinzione tra auctoritas e potestas: questa  evoca l'idea di una forza materiale esterna, che è in grado di costringere all'obbedienza i suoi destinatari.
#1173
Comunque "La scienza non ha bisogno di Dio": questa affermazione  è del genetista Edoardo Boncinelli, che l'ha usata  come titolo di un suo libro.

La scienza cerca la verità  tramite ipotesi da verificare e dati da controllare. Invece  la Chiesa cattolica si crede depositaria della verità, la sua verità, opinabile. 

La scienza lascia la trascendenza alle elucubrazioni teologiche e filosofiche. 

Scienza e fede cristiana: due visioni del mondo incompatibili,  specie sull'origine dell'universo.
Il racconto della creazione di tutto ciò che esiste è stato, per millenni, monopolio del mito e della religione. Poi il successo della scienza nel descrivere l'universo e la sua evoluzione ha costretto  la Chiesa ad enfatizzare la compatibilità tra scienza e fede.  Nel 1952 il pontefice Pio XII affermò che l'origine dell'universo descritta dal modello del big bang era in accordo con il "fiat lux" della Genesi.

Periodicamente ritorna  il dibattito tra scienziati e religiosi riguardo i primi istanti di vita del cosmo. L'ultima presa di posizione in ordine di tempo è quella di Papa Francesco, che ha voluto sottolineare come la teoria del big bang non escluda l'intervento di un creatore.

Per la religione cristiana cattolica  l'intervento divino fu  indispensabile per motivare l'esistenza dell'universo, a prescindere se nacque dal big bang. La religione va in cerca del senso di ciò che esiste, mentre la scienza cerca la spiegazione.
#1174
Attualità / Re:I bulli e la scuola
04 Maggio 2018, 17:55:38 PM
Angelo ha scritto:
CitazioneÈ normale e giusto che non si tolleri più la parola autorità, perché le vecchie generazioni l'hanno fondata sul niente. L'articolo fa riferimento anche a "educazione", che sarebbe la cosa giusta, ma a quanto pare anche l'educazione, in questo caso, viene intesa come educazione al rispetto dell'autorità, quindi un'educazione vuota di significato.

Ciao Angelo, credo sia necessario distinguere tra "auctoritas" ed autoritarismo.

Il concetto di autorità comprende la legittimazione, la giustificazione ed il diritto di esercitare un potere da parte di un soggetto od una istituzione se assegnato da leggi, norme, tradizione o carisma (vedi Max Weber). Autorità e potere alle quali ci si deve assoggettare per raggiungere determinati scopi, anche se, nel caso degli insegnanti, non tutti sono capaci.

Gli studiosi di diritto distinguono tra autorità de facto e autorità de jure.

Con l'autorità de facto un individuo o  un gruppo accetta che un potere venga esercitato su di loro ed obbedisce agli ordini o ai comandi di coloro che detengono quel potere;

con l'autorità de jure l'esercizio del potere è accettato come giusto e viene giustificato da coloro nei cui confronti viene esercitato.

Per potere, in termini giuridici, si intende la capacità, la facoltà o l'autorità di agire, per  raggiungere determinati scopi, personali o collettivi.

L'attribuzione di un potere ad un soggetto o ad una istituzione comporta una corrispondente situazione giuridica soggettiva. La fonte del potere sono le leggi, le norme, i regolamenti.

L'autoritarismo, invece, anche se deriva dal lemma "autorità" si distingue da questa per l'abuso di autorità nei confronti di persone o istituzioni. L'autoritarismo induce a tendenze antidemocratiche, a rapporti sociali basati sulla gerarchia e l'oppressione (vedi Theodor Adorno). L'autoritarismo è tratto caratteristico delle negative personalità autoritarie.  
Ovviamente l'abuso di potere infrange le libertà individuali, ma quando è necessario non lo considero in modo negativo.

Un ultimo elemento da tener presente è la "gerarchia", che vige ovunque, nell'ambito militare, nel lavoro, nella scuola, nelle istituzioni religiose, ecc.,  come reciproco rapporto di supremazia e subordinazione tra uffici e tra le persone .
#1175
Attualità / Re:I bulli e la scuola
04 Maggio 2018, 09:00:42 AM
 
Vi voglio far leggere un articolo  scritto da Paola Mastrocola, docente in pensione, e pubblicato sul quotidiano "Il Sole 24 Ore" lo scorso 29 aprile col titolo "Mettiamoli in castigo".  L'elaborato lega l'emergenza bullismo all'incapacità da parte degli insegnanti e dei genitori di punire i piccoli bulli, anche perché da circa 60 anni si teme o non si tollera la parola "autorità", considerata non democratica e discriminante.

[...] "E veniamo all'oggi. Al caso ormai noto del professore di Lucca, umiliato dal suo allievo che gli impone di mettergli sei e di inginocchiarsi. A cui se ne aggiungono infiniti altri: studente che minaccia la prof di scioglierla nell'acido, studentessa che scaraventa il banco in testa alla prof, padre che molla un pugno all'insegnante del figlio. E altro, linguacce, insulti, gomme forate, sfregi...
Ho inanellato questa serie di scenette, così diverse e lontane tra di loro, perché credo che siano invece straordinariamente legate, e unite da una parola cruciale: autorità.

È questa parola che non tolleriamo più, da una sessantina d'anni. Per ragioni ideologiche (l'autorità non è democratica, discrimina, colloca qualcuno in basso e qualcuno in alto), ma anche per ragioni più esterne che attengono a quel che chiamiamo progresso: perché viviamo immersi nei social, in questo universo della rete che ci attrae in modo esorbitante e morboso, e in cui nessuno ha ed è un'autorità, tutti possono dire la loro, sparare ognuno il loro pensiero, anche delirante, ignorante, volgare, offensivo, stupido. Tutti possono parlare, insegnare, scrivere, governare l'Italia. Tutti, di qualsiasi ceto, età, provenienza, etnia, ruolo, professione, cultura. A nessuno è riconosciuta alcuna superiorità: culturale, morale. Non occorre un titolo, né aver dimostrato di saper fare o di sapere qualcosa più degli altri. Occorre soltanto esserci. Farsi notare, apparire in video, essere citato, cliccato, condiviso, likato. Azzerata qualsiasi competenza. Se arrivi a essere in un video, sei. Se no, non esisti.


Visto che abbiamo in odio qualsiasi forma di autorità, abbiamo smesso di educare. Nesso causale molto stretto. Educazione e autorità, per quanto molti fatichino ad ammetterlo, sono piuttosto legate.
Abbiamo smesso di educare quando abbiamo rifiutato, consapevolmente e deliberatamente, il concetto di autorità. E l'abbiamo fermamente voluta, decisa, e perseguita con grande determinazione, questa dismissione dell'autorità. A partire dagli auctores in senso letterale: via gli autori grandi del passato, i classici e ogni ipse dixit, conta l'ultimo libro pubblicato, l'ultimo messaggino su twitter. Uno vale uno.


Certo, nei casi di bullismo tra ragazzi emerge anche il non rispetto dell'altro, l'assenza di ogni limite, il narcisistico parossismo dell'apparire e dell'occupare la scena del mondo ad ogni costo. Ma il bullismo verso gli insegnanti è altro. È disprezzo per l'autorità.
C'è un verbo che ho sentito pronunciare da un ragazzo, intervistato a proposito dell'episodio di Lucca: Non bisognerebbe permettersi, io non mi sarei permesso. Mi viene in mente che un tempo dicevamo: Ma come ti permetti? Ecco, il verbo permettere. Noi abbiamo permesso.


Abbiamo permesso che i nostri figli non obbediscano. Che i nostri studenti non studino (anzi, abbiamo persino smesso di dare ordini e di imporre doveri, così il problema nemmeno esiste).


Ma non basta. Non solo non educhiamo. Abbiamo anche permesso che i media e i social dominino le nostre vite.
E tutto questo inizia dall'inizio, questo è il punto: inizia quando un bambino nasce. Il punto cruciale è la famiglia, siamo noi, che oggi siamo gli adulti. Siamo noi genitori che decidiamo, di fronte al figlio appena nato, se lasciarlo piangere o no, se dargli o no uno scapaccione, se ficcargli in mano a due anni un telefonino, se rabbonirlo e placarlo con un filmato, un cartone, un videogioco, per essere lasciati in pace. Siamo noi che decidiamo di rimproverare o lasciar correre, punire o premiare o non fare nessuna delle due cose. Siamo noi che permettiamo che i figli ci saltino in testa mentre ceniamo, parlino mentre stiamo parlando noi, urlino, distruggano oggetti, insultino la madre, il padre e la babysitter, non facciano i compiti, copino dai compagni, non aprano un libro, non si alzino per far sedere un anziano, non salutino il vicino di casa in ascensore. Siamo noi che li promuoviamo anche se non studiano, che permettiamo che facciano il chiasso più inverosimile in classe mentre stiamo facendo lezione. Noi siamo i primi a non essere rispettosi di noi stessi.


Perché abbiamo permesso tutto questo?
Credo che sia perché ci fa comodo. Per quieto vivere. Ma ancor di più per lieto vivere: goderci la vita, prenderci i nostri piaceri in santa pace. Edonismo. Troppa fatica educare, pretendere, rimproverare, punire. Poco gratificante e autolesionista. Meglio lasciar perdere. Va bene, abbiamo di conseguenza figli e allievi ormai ingestibili. Selvaggi senza regole, cavalli imbizzarriti (Susanna Tamaro ha scritto proprio pochi giorni fa un articolo stupendo su questo tema: «I ragazzi selvaggi e il tramonto dell'educazione»). Ma pazienza, gli somministriamo lo zuccherino: un video, un cartone, gli mettiamo in mano un tablet, uno smartphone, e tutto si risolve. Loro si placano, scende il silenzio e noi possiamo cenare, guardarci un film, parlare con gli amici, berci una birra, farci un aperitivo in piazza, chattare in rete.


Le conseguenze di tutto ciò le abbiamo chiamate «bullismo». Non dovremmo stupirci se uno studente prende a testate con tanto di casco da moto indosso un prof. Quel che sta succedendo è molto semplice: quei ragazzi non educati ora rivolgono la loro non-educazione contro di noi. Siamo noi le vittime. Ma siamo stai noi la causa, noi che li abbiamo privati di regole e principi, limiti e divieti. E ora non possiamo che tacere. Il professore di Lucca che non dice, non denuncia e occulta il fatto di cui è vittima, la dice lunga. Silenzio. E non è nemmeno il silenzio degli innocenti, perché noi non siamo innocenti.


Siamo noi che abbiamo creato il «bullismo». E ora ci inventiamo i modi per combatterlo. Geniale! Corsi. Convegni. Petizioni. Piattaforme dove lanciamo s.o.s. Centri anti-bullismo, associazioni, portali. Parliamo, discutiamo nei talk show. Auspichiamo leggi, provvedimenti ministeriali (da una ministra che sta rendendo obbligatorio l'uso dei telefonini in classe come strumento didattico?).
E non basta, facciamo ancora di più: ne parliamo a iosa! Occupiamo i giornali e i telegiornali, i siti, twittiamo e condividiamo, moltiplicando così a dismisura la notizia. Per esempio, a ogni edizione e riedizione di un tg, mandiamo in onda il video del prof oltraggiato. Così, se per caso qualcuno si fosse perso il video sul cellulare, se per disgrazia non fosse stato raggiunto dal solerte popolo del web, ecco che ci pensano i giornalisti, gli opinionisti, i signori del talk show.


Ma allora vorrei esagerare: già che tutto è video, vorrei vedere non solo il video dei ragazzi che oltraggiano il professore, ma anche il video in cui si prendono le loro responsabilità, rendono conto, chiedono scusa. E pagano per quel che hanno commesso. Pubblicamente, davanti a tutti. Se ogni cosa dev'essere mediatica, lo sia anche la sanzione, non solo l'ingiuria. Non occhio per occhio, dente per dente. Ma video per video".
#1176
Nel 1987 la Corte Suprema U.S.A. stabilì che insegnare la teoria creazionista a scuola è incostituzionale.

Per aggirare l'ostacolo i detrattori di Darwin, i creazionisti, cominciarono a sostenere la "teoria del disegno intelligente" o progetto intelligente da parte di Dio. Tale "teoria" in maniera subdola cominciarono a diffonderla anche col nome di "creazionismo scientifico". Ma cosa ha di scientifico non riesco a comprenderlo. Infatti la comunità scientifica l'ha respinta sdegnata.

Per quei creazionisti alcune caratteristiche dell'universo e delle cose viventi sono  meglio spiegabili  tramite una causa intelligente anziché  con la selezione naturale.

Papa Ratzinger durante il suo pontificato intervenne più volte sulla questione creazionismo, evoluzionismo. Benedetto XVI non negava la teoria dell'evoluzione ma neanche sosteneva la scientificità del disegno intelligente. E su questo la Chiesa è concorde.

Per quanto riguarda Zichichi lo considero un'opportunista.
#1177
Socrate tra creazionisti ed evoluzionisti non c'è nulla da dimostrare. Il tuo è un atto di fede in ciò che è scritto in un libro che tu pensi ispirato da Dio. Ma la tua fede non deve illuderti di suscitare dubbi negli evoluzionisti.

La teoria di Darwin sulla selezione naturale ha lacune ancora inspiegabili, ma non m'inducono ad avvicinarmi alla favola per bambini titolata  "creazionismo" o "disegno intelligente".

Certamente nella sezione "filosofia" il tuo topic può trovare alimento per inutili chiacchiere.
#1178
Attualità / Re:I bulli e la scuola
03 Maggio 2018, 16:43:01 PM
Il bullo adolescente preconizza l'adulto delinquente ? Penso di si se non viene represso con reazioni sociali, da parte della scuola, della famiglia, del gruppo dei pari; se necessario anche con la giustizia penale.

Se il bullismo deriva da una psicopatologia o dal tratto caratteriale aggressivo diventa ardua l'educazione etica.

Per la prevenzione è sufficiente la comunicazione interpersonale tramite le agenzie educative ? Nei casi difficili sono necessari anche psicologi, sociologi, assistenti sociali perché il minore disadattato è questione sociale e la sua tutela e formazione è interesse della collettività.

La crescita di un giovane in un contesto sociale, anche virtuale,  che premia l'arroganza e la sopraffazione è un grave problema che non va trascurato.

Se l'adolescente "socialmente difficile" viene emarginato, è indotto a cercare suoi simili per  non sentirsi solo, per sentirsi parte di un gruppo. Per evitare di farlo entrare in una "banda di delinquenti" il minore va tutelato, "rieducato".
#1179
Socrate, c'è chi crede alla Befana, chi crede che l'universo sia stato creato in sei giorni dal  tuo Dio,  e chi crede all'evoluzionismo.

Gli esperimenti e l'osservazione confermano la teoria dell'evoluzione.
Numerosi scienziati hanno constatato che negli organismi viventi, con il susseguirsi delle generazioni, avvengono lievi variazioni. Per esempio, gli allevatori di razze  canine possono incrociare selettivamente esemplari di cani in modo che i discendenti  abbiano caratteristiche come zampe più corte o pelo più lungo. Secondo gli evoluzionisti i piccoli cambiamenti si sarebbero sommati nei millenni ed avrebbero realizzato i cambiamenti necessari perché i pesci si evolvessero in anfibi.
Charles Darwin insegnava che i piccoli cambiamenti che si possono osservare dimostrano che sono possibili anche grandi cambiamenti nel corso di lunghi periodi di tempo.

I ricercatori hanno scoperto che le mutazioni possono provocare cambiamenti ereditari nelle piante e negli animali. Anche il citoplasma, la membrana ed altre strutture della cellula hanno un ruolo importante nello sviluppo morfologico e fisiologico di un organismo.
#1180
Attualità / Re:I bulli e la scuola
25 Aprile 2018, 19:02:56 PM
Il nick Stefano nella risposta a Jacopus ha scritto la frase "giustificazionismo sociale", che considero importante.

Jacopus accantoniamo il '68 e soffermiamoci sul "giustificazionismo", sulla tendenza a giustificare  comportamenti negativi da parte di alcuni studenti.

L'episodio nella scuola a Lucca è eclatante. Ignorando le regole scolastiche e l'educazione l'adolescente-Frankenstein col casco da motociclista sulla testa  sbraita e minaccia l'inerme professore, reclamando una sufficienza. Sfila il registro dalle mani dell'insegnante, urla parolacce, mortifica il docente davanti la classe, calpesta il suo ruolo, beandosi delle risa degli altri studenti per la sua irresponsabile azione.  Esibizione narcisista ed espressione della propria maleducazione.
Il professore appare sorpreso, attonito, in balìa degli scherzi demenziali e delle iniziative dei suoi studenti. La scena mi provoca sconforto.

I ragazzi che superano i confini del lecito con un docente o i compagni stessi, sono abituati a farlo anche a casa. Sono completamente sfuggiti di mano alla famiglia, o spesso la famiglia è sfuggita loro. Ma queste criticità dei singoli dovrebbero trovare all'interno del sistema sociale e scolastico una possibile soluzione.

I docenti sono demotivati e "disarmati", temono le aggressioni. Il giustificazionismo uccide il diritto, non solo nella scuola ma ovunque. Per ampliare gli esempi, vado brevemente in OT.

Perché giustificare le occupazioni abusive degli appartamenti ? Perché ci sono in servizio magistrati che sottomettono le loro sentenze a principi ideologici e non giuridici, facendo grandi danni alla democrazia liberale ?

Perché c'è la tendenza, di origine catto-comunista e anarcoide, a far prevalere un giustificazionismo sociale dei comportamenti illegali, una tendenza che rischia di scatenare, in chi è vittima di tale modo d'intendere la giustizia, risentimenti che potrebbero avere esiti anche drammatici ?

Rispetto  a chi infrange la legge o ha comportamenti devianti, c'è sempre  il "progressista immaginario" in servizio permanente che provvede a giustificare e ad assolvere il deviante con una qualche motivazione sociale e/o politica.  

E anche la scuola ha le sue colpe per non aver saputo formare cittadini dotati di senso civico, di senso di responsabilità e del senso stesso della legalità e dello Stato. Sono troppi i docenti che insegnano a scuola solo per avere lo stipendio fregandosene dell'apprendimento degli studenti.

E'  comunque necessario stigmatizzare il diffuso giustificazionismo verso i comportamenti scorretti, e persino illegali, degli studenti e purtroppo anche di alcuni insegnanti.  

Non è più tollerabile che il tempo destinato alla formazione dei giovani sia vanificato da iniziative non autorizzate né utili, come le autogestioni studentesche con l'occupazione di aule o dell'intero plesso scolastico.

Le forze dell'ordine quando vengono chiamate dal dirigente scolastico anziché limitarsi a prendere nota dell'occupazione, come hanno fatto finora, devono entrare nelle aule e farle sgomberare. Se ci sono atti di ribellione devono rispondere in modo adeguato alle circostanze.  


Diventano titoli di quotidiani soltanto gli episodi di cronaca più eclatanti, e cioè le aggressioni agli insegnanti da parte di studenti o anche da parte di genitori, ma la relazione scuola/famiglia è diventata negli ultimi anni sempre più problematica e tesa.
Il  patto di corresponsabilità educativa è un documento fondante, sebbene si scopra alle volte che alcune famiglie continuino a ignorarne l'esistenza, ma soprattutto l'importanza.

C'è lo scollamento etico. Ci sono famiglie che  chiedono alla scuola maggiore indulgenza, maggiore comprensione, un "venire incontro" che spesso non ha alcun fondamento pedagogico.

Qualche giorno fa, il filosofo Umberto Galimberti è intervenuto affermando che bisognerebbe "espellere" i genitori dalle scuole, "a loro non interessa quasi mai della formazione dei loro figli, il loro scopo è la promozione del ragazzo a costo di fare un ricorso al Tar, altro istituto che andrebbe eliminato per legge".

È chiaro che non sempre è così. Ci sono anche famiglie attente ed impegnate nel percorso educativo dei propri figli, ma in generale la tendenza sociale della "orizzontalizzazione" delle relazioni genitori-figli e il dilagare di un permissivismo spacciato per "emancipazione" mettono in crisi il rapporto con la scuola, che ha anche un'anima normativa.

Ma non è soltanto questo il motivo degli scontri. Spesso il confronto alza i toni proprio nell'ambito della valutazione disciplinare dello studente. Negli ultimi anni c'è stato tutto un fiorire di certificazioni per disturbi dell'apprendimento, nonché di profili psicologici "a rischio" che in un certo senso chiedono alla scuola di edulcorare giudizi e valutazioni. In molti casi si tratta di diagnosi fondate, in altri casi molto discutibili. Anche perché una volta ottenuto "il lasciapassare", nonostante le dichiarazioni di intenti e i seminari formativi degli esperti, la scuola resta sola a cercare strategie che portino a una reale acquisizione delle competenze da parte del ragazzo.
C'è bisogno che scuola e famiglia si ritrovino, e non soltanto tra le righe di un patto formale.


"Un'educazione troppo indulgente è dannosa perché fiacca tutti gli slanci della mente e tutto il vigore del corpo", scrisse l'antico oratore e maestro di retorica Marco Fabio Quintiliano  (35 d. C. circa – 96 d. C.), che veniva stipendiato dal fiscus imperiale.
#1181
Tematiche Filosofiche / Re:T'amo non t'amo
24 Aprile 2018, 22:03:42 PM
 Nei 6 post precedenti a questo non ho letto cos'è per voi l'amore, cosa s'intende per amore. Avete tentato di ammantare questo sentimento ricorrendo alla poesia, alla religione, alla filosofia, tre ambiti diversi dall'amore di coppia, che nasce senza premesse e con molte conseguenze.

L'esperienza iniziale dell'amore è unilaterale, indipendente dalla persona amata.

L'amore per lei/lui  si costruisce e si approfondisce col tempo, con gesti e atteggiamenti che esprimono il proprio amore verso lei/lui.
L'amore è dono reciproco.

L'amore comporta il reciproco impegno della coppia.

Il percorso per giungere all'amore permette l'incontro di due individui, l'io va verso il tu per formare il noi.

 "Ti amo" significa che sono affettivamente coinvolto verso di te.

Nel linguaggio comune l'espressione "vero amore" si riferisce all'amore incondizionato, unico nella vita di una persona e definitivo.
L'espressione "vero amore" lo distingue dall'innamoramento, dall'infatuazione, dal desiderio sessuale.

L'amore dà gioia nella vicinanza della persona amata. Si vuole il suo bene, si cerca la sua compagnia.

Nella persona che amiamo consideriamo le caratteristiche ed i tratti caratteriali che ci sembrano necessari per affrontare insieme il rapporto di coppia nella quotidianità.

Amare il/la partner per ciò che è, con i suoi difetti ed i suoi pregi.

Amare è una libera scelta che presuppone la reciprocità come condizione della relazione. L'amore è una dono reciproco e libero.
La capacità di amare è il punto di arrivo del processo di maturazione di un individuo. Viene sviluppata tramite l'espressione delle emozioni, dei sentimenti, della sessualità, dei valori.

L'amore comprende la passionalità, l'impegno, l'amicizia. La combinazione di questi elementi crea il rapporto amoroso. 
#1182
Socrate non ti sembra generica la tua affermazione nel rapporto tra religioni e sessualità ?

Rimanendo nel nostro ambito, quello del cristianesimo, sei sicuro che ancora persista lo stereotipo, il pregiudizio della sessuofobia nella Chiesa cattolica, secondo la quale piacere è colpa, il sesso è peccato, perciò da praticare con parsimonia e disagio esclusivamente nel matrimonio e solo con l'intenzione di procreare figli ?

Si, nel passato la Chiesa tramite la confessione dei penitenti usò verso la sessualità repressione e clemenza per governare le "anime" dei fedeli.
 
La teologia cristiana considerava il rapporto sessuale tra un uomo ed una donna metafora del rapporto fra l'anima e Dio, anticipo del piacere d'amore che si vivrà in "paradiso". Come tale,  il rapporto sessuale doveva essere pervaso di significati spirituali, privato dell'aspetto ludico ed erotico che lo aveva contrassegnato nel mondo pagano.


I mutamenti culturali indotti dall'Illuminismo e l'affermarsi dell'individuo come soggetto di diritti sottrassero progressivamente il sesso alla dimensione religiosa, riuscirono a togliere la sovranità esclusiva del diritto canonico sui comportamenti sessuali.

Il conflitto cominciò alla fine del 18/esimo secolo e proseguì nei secoli successivi quando la competenza sulla sessualità venne attribuita a medici, biologi, antropologi e poi psicoanalisti, che negavano alla Chiesa il diritto di imporre norme universali e ai teologi la capacità di definire il senso ed il valore dell'atto sessuale, depotenziato di ogni significato spirituale.


Anche il controllo delle nascite fu oggetto di contesa che divise società e Chiesa dal XIX secolo. L'ostinato rifiuto del controllo delle nascite la Chiesa lo sancì con due encicliche, la "Casti connubii" del 1930 e l'"Humanae vitae"! del 1968, che ribadiscono l'opposizione della Chiesa fra sessualità e riproduzione.

Alla stesura dell'enciclica  sociale "Humanae vitae" contribuì l'allora cardinale Karol Wojtyla. Tale "lettera" contiene i temi che sono ancora al centro della discussione "che divide la concezione della Chiesa da quella della società laica: la legge di natura, il valore del matrimonio, l'indivisione dei due aspetti dell'atto sessuale (corporale e spirituale), l'unione fra gli sposi e la procreazione, e la richiesta alla scienza di percorrere strade di ricerca rispettose della morale cattolica". Temi questi che hanno aperto un solco profondo tra la Chiesa e le donne, nel passato considerate le "custodi" dei valori religiosi e le alleate della Chiesa. 


Con l'enciclica "Humanae vitae" e con il pontificato da Giovanni Paolo II che durò dal 1978 al 2005, la Chiesa cattolica tentò di riaffermare l'unità fra corpo e spirito che aveva caratterizzato la specificità del cristianesimo rispetto al paganesimo.

Questo papa ripropose all'Occidente cristiano il significato spirituale del coito, il rapporto sessuale non separato dall'intenzione  della procreazione di figli. Ma la società occidentale era ormai orientata in modo diverso: il controllo delle nascite, il piacere sessuale come atto in sé, a prescindere dalla procreazione. Ciò è stato possibile anche con la scoperta degli antifecondativi per la donna e la cosiddetta "rivoluzione femminile".
#1183
Idee per migliorare il forum / Re:Cercasi Moderatori
24 Aprile 2018, 18:14:13 PM
Nella scelta dei moderatori è importante tener presente anche il loro spiccato orientamento politico, per evitare incresciosi "incidenti diplomatici" e facili bannature. 

Il moderatore deve anzitutto moderare se stesso e poi giudicare o richiamare all'ordine chi eccede, ma con garbo. 

Altamarea.
#1184
Attualità / Re:I bulli e la scuola
21 Aprile 2018, 00:11:48 AM
Jacopus ha scritto:
Citazione vi è stata nel corso dell'ultimo mezzo secolo una parabola discendente dei professori e del concetto stesso di cultura, accompagnato parallelamente da una discesa sociale ed economica dei professori stessi.
Ne è stata intaccata, soprattutto negli istituti professionali e tecnici (dove avvengono la stragrande maggioranza di questi episodi, nei licei scientifici e classici è molto più difficile), la dignità del professore, che diventa così un obiettivo molto più facile da aggredire da parte di soggetti mediamente disturbati, come ce ne sono sempre in una classe.

Jacopus, aiutami a capire per favore. Cinquant'anni fa ci fu il movimento studentesco del '68, e giustamente affermi che da cinquant'anni continua la  parabola discendente, di tipo sociale, dei professori. Io penso che le critiche sessantottine all'autorità e all'autoritarismo dei docenti abbiano funzionato da innesco a tale crisi, specchio della contestazione all'autoritas del pater familias. 

Molti genitori per sentirsi al passo con i tempi s'inventarono di essere amici dei figli e non "padre padrone", lasciando far fare ai "pupi" ciò che volevano, con nefaste conseguenze.

Per quel che ne so cinquant'anni fa la droga (in particolare cocaina) veniva usata da pochi benestanti economicamente. Perché si è diffusa in tutti gli strati sociali, riducendo sul lastrico singoli individui e famiglie ? Di chi la colpa ? 
#1185
Attualità / Re:I bulli e la scuola
20 Aprile 2018, 23:47:38 PM
Un altro grave episodio è avvenuto nel dicembre 2016, ma si è saputo soltanto in questi giorni, è accaduto a Velletri, in provincia di Roma.  Il quotidiano Il Messaggero ha raccontato lo scorso 7 aprile la notizia del video sulle minacce alla docente dell'istituto tecnico veliterno. Le immagini hanno ripreso  con un cellulare un atto di intimidazione di uno studente minorenne verso la professoressa. La procura di Velletri ha deciso di procedere per il reato di minacce e oltraggio ad un pubblico ufficiale. 

Molti lo ignorano, o fanno finta di non saperlo,  che un insegnante nell'esercizio delle sue funzioni è un pubblico ufficiale. 

Nel video si vede e si ode il ragazzo che aggredisce verbalmente la docente, dicendole, in dialetto: "Te faccio scioie in mezzo all'acido, te manno all'ospedale".

Il video dura circa 10 minuti.