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Messaggi - Eutidemo

#1171
Varie / Re: Spie!
21 Ottobre 2023, 06:32:29 AM
- Perchè ha telefonato alle cinque e cinque esatte, mio caro!-

Orario che, in molti cellulari, virgola a parte, è pressochè identico ad un SOS! ;D
#1172
Varie / Spie!
17 Ottobre 2023, 12:38:25 PM
Erano passate da poco le cinque di mattina, quando "Serpente Corallo", "agente tutor" del controspionaggio, sentì squillare il proprio cellulare; era una chiamata da parte di "Black Mamba", uno dei suoi "tutorati".
Ma non fece in tempo a rispondere, perchè "Black Mamba" riattaccò immediatamente; senza poi effettuare alcun tentativo di richiamata.
***
- Perchè non provi a richiamarlo tu?- gli chiese l'agente "Crotalo", che era con lui.
- Assolutamente no; se "Black Mamba" non richiama, vuol dire che non può. Però ci ha comunque comunicato che è in pericolo; per cui dobbiamo subito "geoposizionarlo" e poi correre immediatamente in suo soccorso.-
- Ci ha comunicato che è in pericolo?- chiese stupefatto "Crotalo" - E come diamine ha fatto, visto che ha riattaccato subito dopo il primo squillo?-
#1173
Racconti Inediti / Doppio suicidio
15 Ottobre 2023, 16:27:14 PM
(Ogni riferimento a persone, luoghi o ad eventi reali, è puramente casuale)
CAPITOLO 1
Quando il commissario Giulio Altieri, accompagnato dall'ispettore Carlo Serra, entrò nel salotto, dove già erano all'opera i tecnici della polizia scientifica, gli si presentò davanti una scena surreale: i coniugi Aldo Belmonte e Gina Coppi, duchi di Curtatone,  sembravano tranquillamente seduti al tavolo da pranzo, come se avessero appena finito di cenare.
Avevano entrambi la testa reclinata sul tavolo, morti stecchiti; però in una posa molto signorile, perchè erano entrambi tipi notoriamente molto "chic"!
***
La duchessa Gina  Coppi, vicino al piatto di zuppa quasi finita, aveva davanti a sè una "flute" di "champagne" ormai vuota con a fianco la relativa bottiglia, ed un flacone di veleno anch'esso vuoto; il  duca Aldo Belmonte, che era anche un illustre chirurgo, seduto all'altro lato del piccolo tavolo,  aveva il braccio sinistro con le vene tagliate all'altezza del polso, e con vicino un bisturi ancora insanguinato, in una pozza di sangue solo in parte assorbita dalla tovaglia.
***
- A prima vista sembrerebbe un evidente caso di doppio suicidio!- commentò Altieri.
- Già!- commentò Serra -Ma sentiamo cosa ha da dirci la cameriera.-
- "Infermiera", prego!- lo corresse, un po' piccata, Lucia Santi - Anche se, di fatto, svolgevo anche il ruolo di cameriera -
***
- Mi perdoni!- si scusò Serra - Cosa può dirci di come si sono svolti i fatti ierisera, per quanto risulta a lei?-
***
- Dunque...- iniziò a raccontare Lucia Santi -...tre giorni fa, dopo aver effettuato un'operazione chirurgica in ospedale, il Dott.Belmonte scivolò sul pavimento del corridoio appena lavato, e battè violentemente la nuca; ed infatti, come potete vedere, ha la testa ancora fasciata.
Venne subito ricoverato con prognosi riservata, temendosi il rischio di un possibile esito infausto; ma lui, una volta ripresosi, ieri volle subito tornare in casa dalla moglie malata.
Ed infatti la signora Coppi soffre di un lento male degenerativo, il quale sta peggiorando sempre di più; anche se molto gradualmente -
***
- Mi scusi, signora, ma a noi interessa soltanto di ierisera- la interruppe il Commissario Altieri.
- La mia era una premessa necessaria, Commissario!- ribattè, stizzita, l'infermiera.
- Ed infatti, ierisera, io preparai e serviii ad entrambi la cena alle ore nove circa; però, senza neanche aver assaggiato la sua zuppa, il Dott.Belmonte sentì di nuovo acuirsi il dolore alla nuca, per cui uscì di casa di corsa per tornare di nuovo in ospedale per un controllo.
Io vidi per l'ultima volta la signora poco dopo averle servito la cena, verso le nove e cinque, e poi andai a dormire; però, verso le dieci, mi svegliai, perchè dal rumore della porta d'ingresso, capii che il Dott.Belmonte era tornato in casa.
Poi mi addormentai fino alla mattina successiva -
- E cosa vide la mattina successiva?- chiese Serra.
***
- La mattina successiva, verso le otto, vidi esattamente quello che state vedendo voi; e, una volta constatato che i miei due datori di lavoro erano deceduti, telefonai alla polizia -
***
.
CAPITOLO 2
Due giorni dopo il medico legale Antonio Curti si recò in Commissariato per riferire i risultati delle autopsie.
- Gina Coppi è morta avvelenata in conseguenza dell'ingerimento  di una dose letale di veleno, all'incirca verso nove e un quarto di sera; quindi, quando il marito è tornato, alle dieci di sera, lei era sicuramente già deceduta.
Il marito, invece, è morto dissanguato verso le ore undici della stessa sera; per cui deve essersi reciso le vene del polso sinistro poco dopo essere tornato in casa, ed aver trovato la moglie morta.
***
- E tu cosa mi dici, Fulvio?- chiese Altieri a Fulvio Giordani, il dirigente della squadra della polizia scientifica che aveva svolto i rilievi sulla scena del presunto doppio suicidio; mentre, nel frattempo, continuava ad esaminare sul PC di servizio in vari esiti delle indagini.
***
- Abbiamo trovato tracce residue di veleno soltanto nella "flute" di "champagne" posata sul tavolo accanto alla morta, ma in nessun altro cibo o bevanda apparecchiata sul tavolo stesso; ed infatti il piatto di zuppa di Gina Coppi, che  era ormai quasi vuoto, non conteneva assolutamente nessun veleno.
!l piatto di zuppa del marito, che era ancora pieno, non conteneva neanch'esso alcun  veleno; così, come ho già detto, nessun altro cibo o bevanda apparecchiata sul tavolo stesso.
-
***
- E le impronte digitali cosa ci dicono?- chiese Serra.
***
Sulla "flute" e sulla bottiglia di "champagne",  nonchè sul flacone di veleno, c'erano soltanto le impronte di Gina Coppi; il che vuol dire che è lei che li è andati a prendere dopo che la domestica (o meglio l'infermiera) si era allontanata dal salotto per  andare a dormire.
Ovviamente, sulle altre stoviglie, c'erano anche le impronte digitali di Lucia Santi; perchè era lei che aveva cucinato e servito in tavola.
Sul bisturi con cui Aldo Belmonte si è suicidato, invece, c'erano soltanto le sue impronte!-
***
- Be', a questo punto mi sembra ovvio che si siano entrambi suicidati- osservò il medico - La moglie approfittando del temporaneo allontamento del marito, e ben sapendo di essere affetta da una incurabile malattia degenerativa; il marito, tornando in casa e trovando la moglie morte sucida, ha pensato bene di fare la stessa cosa.
Per cui si è reciso "chirurgicamente" le vene del polso sinistro. -
***
- Che senso dà all'averbio "chirurgicamente", dottore?"- chiese il Commissario Altieri, staccandosi per un momento dal computer - Vuole forse sottintendere che soltanto un "chirurgo" della levatura di Belmonte avrebbe potuto effettuare un taglio di quella precisione!-
- Non intendevo dire questo Commissario!- rispose il dottor Curti - Chiunque sia maggiorenne e vaccinato ormai sa benissimo come ci si tagliano i polsi; e, se è minorenne, basta che segua le dettagliate istruzioni che può trovare ovunque su INTERNET!
Un taglio così avrebbe potuto farlo (quasi) chiunque!-
***
- D'altronde non vedo nessuna ipotesi alternativa a quella del "doppio suicidio"- intervenne Serra - Ed infatti...-
Ma Altieri, alzandosi di scatto dalla sedia, lo interruppe, ed esclamò tutto eccitato, puntando un dito sul monitor: - Diamine ragazzi! Questi due non si sono affatto suicidati, ma sono stati uccisi!-
***
.
CAPITOLO 3
Udendo tale affermazione, rimasero tutti allibiti, e Serra esclamò: - Capo, come fai ad affermare una cosa del genere?-
***
Come risposta, Altieri indicò il monitor- Guardate le impronte sul bicchiere, così come rielaborate in 3D dal computer:
- Ebbene?- chiese Fulvio Giordani, il dirigente della squadra della polizia scientifica - A me sembra che corrispondano tutte al modo in cui si afferra normalmente un bicchiere, o no?-
- Forse per prendere il calice dall'armadio e portarlo al tavolo; ma non certo per berci dentro!-
- Non capisco!- scosse la testa Giordani.
***
- Voglio dire, hai per caso rilevato impronte anche dallo "stelo"?- chiese sibilinnamente il Commissario.
- No, perchè era troppo sottile per poterci rilevare delle impronte digitali "leggibili"; però posso garantire che quel "gambo" non è mai stato toccato dalle dita di una mano. E' completalente "pulito"; nè ci sono tracce di DNA -
***
- Ecco, era proprio quello che volevo sentirti dire!- esclamò battendo le mani il Commissario - Il che vuol dire che la duchessa Gina Coppi non ha "mai" bevuto da quel bicchiere!-
- E perchè mai?- chiese il medico.
- Perchè un tipo "snob" come lei, non avrebbe "mai" bevuto "champagne" se non tenendo il bicchiere per il gambo; gente del genere non farebbe "mai" niente di diverso neanche nel momento in cui si suicida. Fa parte proprio della loro seconda natura!-
***
- Non è certo una "prova"!- disse il dottore - Però, in effetti, potrebbe anche essere un possibile "indizio" che, dopo che era morta,  un eventuale assassino le possa aver messo le dita sul bicchiere nel modo "sbagliato"; ma allora come ha fatto lo "champagne" avvelenato ad arrivare nello stomaco di Gina Coppi?  Ed infatti io è lì che l'ho trovato durante l'autopsia!-
***
- Una cosa per volta!- replicò il commissario - Ora, dottore, mi faccia vedere come lei si sarebbe tagliato le vene del polso sinistro- e gli mise in mano un bisturi - O meglio, mi faccia vedere in che modo lei avrebbe tenuto in mano il bisturi per fare una cosa del genere-
***
Antonio Curti, col bisturi in mano, spiegò: -  Occorre impugnare il bisturi tra il pollice e la parte interna della falange intermedia del dito medio; e poi posizionare l'indice sulla parte superiore del bisturi all'inizio della lama, sul lato non tagliente.
Più o meno così -
***
- E dal taglio sull'avambraccio sinistro del cadavere, lei ritiene che il bisturi sia stato usato tenendolo nel modo che ci ha appena descritto?-
- Direi senz'altro di sì!- confermò il medico.
***
- Ed ora guardi nel monitor le impronte digitali sul bisturi, così come ricostruite schematicamente dal computer!-
***
- Non può essere!- scosse la testa Curti - Così si impugna un coltello per colpire dall'alto in basso, non certo per tagliarsi le vene.-
E mimò il gesto!
***
- Be', sì!- ammise il dottore - Anche questa non è una "prova", però è indubbiamente un possibile "indizio" che, dopo che il dottore era stato ucciso tagliandogli le vene nel "modo giusto",  un eventuale assassino gli abbia messo le dita sul bisturi per farci pensare che si era ucciso da sè; però, nella fretta,  mettendocele sopra nel "modo sbagliato"-
***
- Però mi sembra davvero strano che il dottor Belmonte si sia fatto tagliare le vene senza reagire, per poi morire lentamente dissanguato, o no?- chiese perplesso Serra.
- Se fosse stato prima stordito colpendolo alla nuca per fargli perdere conoscenza, è possibilissimo!- replicò Altieri.
***
- Già!- interloquì con aria colpevole l'anatomopatologo - In effetti, visto che era morto tagliandosi i polsi, non abbiamo neanche rimosso la fasciatura che aveva in testa per il colpo che aveva ricevuto giorni prima, in quanto ci è sembrato del tutto inutile; per cui, se qualcuno lo ha colpito di nuovo in testa la sera della sua morte, per fargli perdere i sensi e poi tagliargli le vene, noi non abbiamo potuto rilevarlo dall'autopsia.-
- E allora rilevatelo  subito,  "adesso", per cortesia!- ordinò bruscamente il Commissario.
.
CAPITOLO 4
- Lei ha il diritto di rimanere in silenzio - disse il P.M. Guido Silvestri a Lucia Santi, seduta di fronte a lui dall'altra parte del tavolo della sala interrogatori del commissariato.
- Ed infatti l'avviso che qualsiasi cosa dirà potrà essere (e sarà) usata contro di lei in tribunale; per cui ha il diritto di essere assistita da un avvocato durante questo interrogatorio. Se non può permettersi un avvocato, gliene sarà assegnato uno d'ufficio -
Lucia Santi rimase in silenzio.
***
- Guardi che le conviene parlare!- le suggerì il commissario Altieri - Ed infatti, dopo aver tolto le bende dalla testa del cadavere, anche alla presenza del medico che gli aveva controllato la ferita quella sera in ospedale, abbiamo rilevato che Belmonte era stato colpito nuovamente in un tempo successivo alla visita, sempre sulla nuca, ma in una zona differente.
E, tra la visita all'ospedale e la sua morte, l'unica persona che può averlo colpito, per stordirlo e poi ucciderlo, non può essere stata che lei; ed infatti la videocamera di sorveglianza sulla porta, riprende distintamente Belmonte mentre rientra in casa dall'ospedale, vivo e vegeto, verso le dieci di sera.
E in quella casa, oltre alla moglie, c'era soltanto lei; come attestano anche tutte le altre videocamera di sorveglianza della casa!-
***
- Avrò qualche vantaggio se confesso spontaneamente, rinunciando ad un avvocato?- chiese Lucia Santi.
- Certamente!- rispose sorridendo il P.M. Guido Silvestri.
- Va bene, allora vi racconto tutto; tanto, a questo punto, mi rendo conto che negare mi servirebbe a poco!-
***
- Il mio piano originario era quello di avvelenare entrambi, mettendo del veleno insapore nella loro zuppa-
Ma il P.M. ribattè: - Però, a parte il fatto che nei piatti e negli altri bicchieri noi non abbiamo trovato tracce di veleno, poi, evidentemente, lei, almeno la moglie, l'ha avvelenata facendole bere dello "champagne" avvelenato!-
- E' vero!- lo appoggiò il medico legale Antonio Curti - Ed infatti, a parte i residui di veleno nel bicchiere, nello stomaco di Gina Coppi, insieme alla zuppa c'erano abbondanti resti di "champagne" mescolato col veleno!-
***
- Ah, ah ah...- rise l'imputata - Si vede che voi avete gusti plebei!-
- Che cosa vuol dire?- domandò irritato il P.M.
- Vuol dire che ignorate l'esistenza di uno dei piatti più raffinati della cucina francese, per il quale i coniugi Belmonte andavano matti!-
- Cioè?-
- La "Zuppa di Champagne"!- rispose l'accusata - Che è un "primo piatto" che viene cucinato bollendo il brodo con la cannella, con il pepe di caienna e, appunto, con lo "champagne"; i tuorli d'uovo con la panna liquida vanno preparati a parte, e poi si mescolano alla zuppa non appena essa bolle.-
***
- Io avevo messo una dose di veleno in entrambi i piatti; una più concentrata in quella della moglie, per farla morire un po' prima, ed un'altra meno concentrata in quella del marito, per farlo morire un po' dopo.
Una volta morti entrambi, se tutto fosse andato secondo i miei piani originari, avrei lavato accuratamente i loro piatti, e quindi  ci avrei rimesso dentro i resti della stessa identica zuppa; ma, ovviamente, quella che avevo cucinato a parte, senza alcuna traccia nè di veleno nè di "champagne".
Poi avrei posato davanti a ciascuno dei due una "flute" di "champagne", con sul fondo tracce di veleno, e un flacone semivuoto dello stesso veleno; in tal modo si sarebbe pensato che entrambi, dopo aver degustato il primo piatto (una normale zuppa), avessero deciso di suicidarsi insieme in modo "chic", brindando con lo "champagne"!
Di motivi ne avevano; e nessuno avrebbe pensato che lo "champagne" era già nella minestra!-
E rise di nuovo sguaiatamente.
***
- Ma perchè mai aveva messo una dose più concentrata nella zuppa della moglie, per farla morire un po' prima, ed un'altra meno concentrata in quella del marito, per farlo morire un po' dopo?- chiese perplesso il magistrato.
***
La donna smise di ridere, e spiegò:
- Belmonte aveva recentemente fatto un testamento, nel quale, in caso di "premorienza" della moglie, al suo posto avrei ereditato tutto io; in quanto erano anni che la assistevo con costante dedizione.
Ma se, invece, Belmonte fosse stato lui a morire "prima" della moglie, era lei che avrebbe ereditato tutto il suo ingente patrimonio; e, quando poi fosse morta anche lei, questo sarebbe finito tutto quanto agli enti di beneficenza ai quali Gina Coppi aveva già devoluto testamentariamente tutto suo il patrimonio al momento della propria dipartita.
Quindi, soltanto se dall'autopsia fosse risultato che Belmonte era deceduto "successivamente" alla moglie, sarebbe andato tutto a me; per questo era necessario che la moglie risultasse deceduta per prima-
***
- Ma lei, di mestiere, fa l'infermiera o il notaio?- non potè risparmiarsi la battuta Altieri.
***
- Il mio piano andò a monte quando Belmonte uscì di casa per andare in ospedale, senza neanche aver assaggiato la mia zuppa!- riprese a raccontare la donna.
- Gina Coppi, invece, già ne aveva mangiata un po'; per cui dovetti modificare il mio piano originario.
Attesi che il dottore tornasse, alle dieci, e, dopo averlo colpito a tradimento alle spalle, fui io a tagliargli le vene; lo avevo assistito varie volte in camera operatoria, e sapevo benissimo come si manovra un bisturi!
Ovviamente, il suo piatto, dopo averlo accuratamente svuotato e lavato, lo avevo riempito di nuovo, fino all'orlo, con una normale zuppa-
***
- Peccato, però, che poi lei abbia commesso un doppio errore, nel lasciare le impronte digitali delle sue vittime sul bicchiere e sul bisturi!- osservò Altieri.
- Sì, è vero!- ammise l'assassina - Ed infatti ho accuratamente ripulito le mie impronte sia sul bicchiere di "champagne", sia sul flacone di veleno, sia sul  bisturi; però non ho riflettutto che, sul primo e sul terzo, le impronte delle vittime non andavano messe a caso, bensì studiandone bene la posizione.
Cosa che io non ho fatto!
                                               FINE
#1174
PREMESSE
Prima di esaminare se lo "spray al peperoncino" possa effettivamente costituire un "valido mezzo di difesa" non letale da portare con sè fuori di casa, ritengo opportune tre importanti premesse:
.
A)
Lo "spray al peperoncino", a prescindere dalla circostanza che sia "efficace" o meno per respingere un'aggressione, è l'"unico legittimo mezzo di difesa non letale  che il cittadino può portare con sè fuori di casa"; tutti gli altri "legittimi mezzi di difesa non letali, invece, possono essere usati solo nella propria abitazione", ma non possono essere portati con sè fuori di casa.
In estrema sintesi, tanto per darvi un'idea semplificata al massimo,con riferimento ai più comuni "legittimi mezzi di difesa non letali", la differenza potrebbe essere "molto sommariamente" rappresentata come segue:
Tuttavia la realtà commerciale (e legale) è "molto" più complessa ed articolata di così!
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B)
Comunemente si pensa che lo "spray al peperoncino" sia  un "legittimo mezzo di difesa non letale riservato alle donne"; ma tale diffusa convinzione è assolutamente erronea ed infondata.
Ed infatti, poichè ormai  lo "spray al peperoncino" è l'"unico legittimo mezzo di difesa non letale", utilizzabile a distanza, che il cittadino può portare con sè fuori di casa, se gli uomini, all'occorrenza, non potessero disporne anche loro così come fanno le donne, si dovrebbe presumere che gli uomini debbano e possano sempre difendersi soltanto "a mani nude":
- rischiando di finire all'ospedale o al cimitero se l'aggressore è più forte o abile di loro nel combattimento (oppure se è armato);
- rischiando di mandare all'ospedale o al cimitero l'aggressore, se sono più forti o abili di lui nel combattimento.
Le quali conseguenze, secondo me, sono entrambi da evitare; la cosa migliore, infatti, è sempre quella di "evitare sempre il contatto fisico" con l'aggressore!
***
Tuttavia, sebbene sia un "pregiudizio" che lo "spray al peperoncino" sia  riservato alle sole donne, non c'è alcun dubbio che esse ne siano comunque le "destinatarie privilegiate"; ed infatti un uomo, al limite, può anche farne a meno, ma una donna, se è davvero intelligente, assolutamente "no" (salvo che non viva in un luogo assolutamente sicuro, come un paesino di montagna).
***
.
C)
Nel caso di cittadini dotati di porto d'armi, si potrebbe presumere che portarsi dietro, oltre alla pistola, anche lo "spray al peperoncino" sia inutile, superfluo, ed anche un po' "ridicolo"; ma, almeno  secondo me, anche tale diffusa convinzione è assolutamente erronea ed infondata.
Ed infatti, se io venissi aggredito in strada, pur avendo a disposizione un'"arma da fuoco", sempre che le circostanze me lo consentissero preferirei di gran lunga difendermi dall'aggressore soltanto con un (efficace) "spruzzatore di peperoncino" piuttosto che con la mia "pistola".
Ed infatti:
a)
Sparare ad un uomo non è difficile (basta premere il grilletto); quello che invece è difficile, è poi convivere con tale ricordo.
b)
In ogni caso, il difetto della pistola rispetto allo spruzzatore del peperoncino, è che, nel primo caso, si può avere qualche remora psicologica che ci fa ritardare a sparare, e, quindi, c'è il rischio di essere prevenuto dall'avversario (vedi "La guerra di Piero"); mentre, nel secondo caso, sapendo che l'arma non è letale, la reazione dell'aggredito può risultare molto più disinibita, rapida e veloce.
c)
Infine, se poi si scopre che l'aggressore non era poi così pericolosamente armato, sparargli addosso può configurare il reato di "eccesso colposo in legittima difesa"; mentre questo, invece, non accadrà mai se ci si difende soltanto con uno spruzzatore al peperoncino
***
Attenzione, però: tutto dipende:
- dalle persone;
- dal contesto;
- dalle circostanze.
***
.
LO SPRAY AL PEPERONCINO
Premesso quanto sopra, occorre tenere presente quanto segue.
.
1)
LE CARATTERISTICHE LEGALI E TECNICHE CHE DEVE AVERE LO LO SPRAY AL PEPERONCINO.
Le caratteristiche tecniche dei prodotti a base di peperoncino, in attuazione dell'"articolo 3, comma 32, della legge n.94/2009", sono stati regolamentati dal "Decreto Ministeriale n. 103 del 12 maggio 2011", che contiene il "Regolamento concernente la definizione delle caratteristiche tecniche degli strumenti di autodifesa che nebulizzano un principio attivo naturale a base di Oleoresin Capsicum e che non abbiano attitudine a recare offesa alla persona".
Sintetizzando il contenuto di tale normativa, occorre verificare che:
- la bomboletta non deve superare i 20 ml di liquido;
- il getto non deve superare i 3 metri;
- la miscela eiettabile deve essere a base di "Oleoresin Capsicum" (sostanza urticante ricavata dalla pianta Cayenna);
- la concentrazione massima di sostanza urticante non deve essere superiore al 2,5%;
- la bomboletta deve essere sigillata al momento della vendita;
- l'etichetta deve, appunto, contenere l'indicazione degli effetti e dei requisiti del prodotto e segnalare che la vendita è consentita esclusivamente a persone maggiori di 16 anni;
- la miscela non deve contenere sostanze infiammabili, corrosive, tossiche, cancerogene e aggressivi chimici.
***
Occorre prestare molta attenzione a tali requisiti, in quanto qualora uno spray al peperoncino "non a norma" provocasse danni a una persona, l'utilizzatore potrebbe essere accusato di "getto pericoloso di cose" ex art. 674 c.p., e/o di "lesioni personali" ex art. 582 c.p.; e lo stesso vale anche, ovviamente, per chi utilizzi uno spray legale al peperoncino per "aggredire" invece che per "difendersi  da un'aggressione".
***
Per cui occorre fare molta attenzione a non acquistare e fare uso di prodotti contrari a tale normativa, che si trovano ancora in commercio su INTERNET; come, ad esempio, il tedesco "REIZGAS", lontano parente di altri gas un tempo molto alla moda in Germania.
***
.
2)
LE TIPOLOGIE "MORFOLOGICHE" DELLO SPRAY AL PEPERONCINO
Esistono due "tipologie morfologiche", perfettamente legali, di "spruzzatori" al peperoncino:
a)
A forma a "flacone", che è senz'altro quella più comune; pertanto è prodotta da un'infinità di marche diverse.
***
E' il tipo più diffuso, in quanto, in base al "pregiudizio" da me criticato sub B),  e, cioè, ritenendo che lo "spray al peperoncino" sia  principalmente riservato alle donne, si è pensato che la forma a "flacone", per le sue ridotte dimensioni, sia la più "portabile" in borsetta.
***
Però, secondo me, tale tipologia presenta alcuni difetti.
***
Ed infatti, per quanto riguarda le donne, la forma a "flacone":
- per le sue ridotte dimensioni e la sua confondibilità con altri oggetti che si trovano nella borsetta ("lipstick" ecc.), potrebbe essere più difficilmente "individuabile" ed "impugnabile" con rapidità al momento del bisogno, mentre, invece, la forma di una pistoletta è inconfondibile anche alla sola ricerca tattile;
- se la "corona di protezione" dell'ugello e del pulsante non è ben dimensionata, potrebbe essere difficilmente utilizzato da chi porta le unghie lunghe, oppure ( d'inverno) porta i guanti.
- in assenza di "canna", il getto non può essere "mirato" molto bene a distanza, per cui bisogna usarlo  a distanza ravvicinata dell'aggressore.
***
Per quanto, invece, riguarda gli uomini, la forma a "flacone":
- se la "corona di protezione" dell'ugello e del pulsante non è ben dimensionata, potrebbe essere difficilmente utilizzato da chi ha mani grandi, oppure ( d'inverno) porta i guanti.
- in assenza di "canna", il getto non può essere "mirato" molto bene a distanza, per cui bisogna usarlo  a distanza ravvicinata dell'aggressore (per cui anche il difensore può rimanere parzialmente intossicato).
***
b)
La forma a"pistola", è meno comune; ma, comunque, anch'essa è prodotta da un'infinità di marche diverse.
***
Tale forma ha il difetto di essere (relativamente) più "ingombrante"; però presenta anche degli indubbi vantaggi.
Ed infatti:
- è molto più facilmente "individuabile", ed "impugnabile", con rapidità al momento del bisogno;
- il grilletto può essere agevolmente premuto anche da chi ha le unghie lunghe, le mani grandi, o, d'inverno, porta i guanti;
- visto che è dotato di una canna direzionale, il getto può essere più agevolmente "mirato" anche a distanza di due o tre metri, per cui non c'è il rischio che anche il difensore possa  rimanere parzialmente intossicato.
***
.
3)
LE TIPOLOGIE "BALISTICHE" DELLO SPRAY AL PEPERONCINO
Esistono due "tipologie balistiche", perfettamente legali, di "spruzzatori" al peperoncino:
a)
 A "nebulizzazione".
In tal caso, si tratta di "nebulizzatori " molto simili a quelli dei "profumi" e dei "deodoranti"; e, in genere (ma non necessariamente), sono associati agli "spray" a forma di "flacone".
A distanza ravvicinata hanno il vantaggio di non mancare "mai" il bersaglio  (e, a volte, anche il bersagliatore); il quale  bersaglio  però, viene coinvolto solo in parte dalla nuvola di "capsicina", anche se, in genere, in misura più che sufficiente a metterlo fuori combattimento.
a)
A "getto".
In tal caso, si tratta di "eiettori " molto simili alle "pistole ad acqua"; e, in genere (ma non necessariamente), sono associati agli "spray" a forma di "pistola".
Avendo un minimo di mira, possono colpire il bersaglio anche alla distanza di due o tre metri; tuttavia non è necessario colpirlo proprio in faccia, in quanto basta colpirlo al petto per metterlo comunque fuori combattimento.
***
#1175
Varie / Re: L'enigma del fango.
12 Ottobre 2023, 16:11:42 PM
Citazione di: iano il 12 Ottobre 2023, 12:41:22 PMBravo Eutidemo.
La domanda è la stessa ripetuta due volte, ma la seconda volta che viene fatta le sorelle hanno acquisito nuove informazioni dal loro stesso comportamento in risposta alla prima domanda, che gli permettono quindi di rispondere in modo diverso la seconda volta.
Mi fa molto piacere che tu condivida la mia soluzione.
Cordiali saluti! :)
#1176
Varie / Re: L'enigma del fango.
12 Ottobre 2023, 12:32:29 PM
P.S.
Se si dà per scontato che il padre non possa mentire, l'unica soluzione possibile, almeno secondo me, è la seconda!
#1177
Varie / Re: L'enigma del fango.
12 Ottobre 2023, 12:16:13 PM
Ciao Iano. :)
Però, a ben vedere, se vogliamo ritenere che l'avvertimento del padre ("almeno una delle due" ha il viso sporco di fango) valga sia per la prima che per la seconda domanda,  può esserci anche un'altra ben diversa  soluzione, basata sulla "teoria dei giochi" e sulla mera "logica" (senza tenere conto dei "neuroni specchio").
***
Anche in tal caso, occorre distinguere varie ipotesi:
a)
Dopo la prima domanda, se A vedesse che B ha la faccia sporca di fango, potrebbe sperare che la sua, invece, sia rimasta pulita; quindi non fa nessun passo avanti, sperando che sia la sorella a farlo.
E poichè lo stesso ragionamento, all'inverso, fa B, nessuna delle due si muove!
b)
Ed invero, se A vedesse che B ha la faccia pulita, ne dedurrebbe che (almeno se il padre non mente)  è sicuramente lei quella che ha la faccia sporca di fango; e, quindi, farebbe un passo avanti subito dopo la prima domanda.
Idem ragiona B.
***
Pertanto, stando all'indovinello, visto che non fa un passo avanti nessuna delle due dopo la prima domanda, se ne deduce che entrambe hanno la faccia sporca di fango (caso a).
***
Se così è, quando il padre fa di nuovo la domanda, fanno entrambe un passo avanti; ed infatti sono ormai tutte e due sicure, visto il comportamento della sorella alla precedente domanda, di avere il volto sporco di fango!
***
Un cordiale saluto! :)
***
#1178
Varie / Re: L'enigma del fango.
12 Ottobre 2023, 11:37:06 AM
Ciao Iano. :)
Innanzitutto, grazie per il tuo intrigante enigma; che è molto interessante, perchè, a mio parere, coinvolge (almeno in una certa misura), il meccanismo dei "neuroni specchio".
Si tratta di un tipo di "neuroni" che si attiva involontariamente sia quando un individuo esegue un'azione, sia quando lo stesso individuo osserva la medesima azione compiuta da un altro soggetto (soprattutto se l'ha compiuta insieme a lui); la denominazione deriva dal fatto che tali neuroni "rispecchiano" la stessa azione, eseguita da sé stessi o da altri individui.
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Quanto al fatto di A e B, due sorelle, che giocavano in giardino, è ovvio che, quando rientrano in casa, ognuna vede la faccia dell'altra, ma non la propria; però, anche senza uno "specchio" fisico, entrambe hanno a disposizione i "neuroni specchio" (e la logica)!
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Per cui, detto in parole povere:
- se A vede che B ha la faccia sporca di fango, è logico che presuma di averla sporca di fango anche lei;
- se A vede che B non ha la faccia sporca di fango, è logico che presuma di averla pulita anche lei;
- se B vede che A ha la faccia sporca di fango, è logico che presuma di averla sporca di fango anche lei;
- se B vede che A non ha la faccia sporca di fango, è logico che presuma di averla pulita anche lei.
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Indi per cui poscia, almeno secondo me (ma posso sbagliarmi):
.
1)
Quando il padre, che le vede entrambe,  comunica che "almeno una delle due" ha il viso sporco di fango, e poi le fa mettere con le spalle al muro e dice :  ''Faccia un passo avanti chi ha la faccia sporca di fango '', ovviamente non accade nulla; ed infatti nessuna delle due può sapere con certezza a chi si riferisca l'avverbio "almeno".
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2)
Quando, invece, il padre ripete: ''Faccia un passo avanti chi ha la faccia sporca di fango'', senza ripetere di nuovo "almeno", possono verificarsi i seguenti casi:
a)
- se A vede che B ha la faccia sporca di fango, è logico che presuma di averla sporca di fango anche lei, per cui fa un passo avanti;
- se A vede che B non ha la faccia sporca di fango, è logico che presuma di averla pulita anche lei, per cui non fa nessun passo avanti.
b)
- se B vede che A ha la faccia sporca di fango, è logico che presuma di averla sporca di fango anche lei, per cui fa un passo avanti;
- se B vede che A non ha la faccia sporca di fango, è logico che presuma di averla pulita anche lei, per cui non fa nessun passo avanti.
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Un cordiale saluto! :)
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#1179
Varie / Re: Rastislav e l'enigma delle sale
11 Ottobre 2023, 16:30:17 PM
Ciao Phil. :)
Bravissimo; il percorso migliore è proprio quello!

Un cordiale saluto! :)
#1180
Varie / Rastislav e l'enigma delle sale
11 Ottobre 2023, 13:12:24 PM
Il palazzo dei ricevimenti del principe Rastislav è composto da varie sale, alcune più grandi ed altre più piccole; però sono tutte collegate da larghissime porte, prive di chiusura.
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Rastislav, dopo aver fatto loro vedere tale mappa per tre minuti esatti, indice una gara tra i suoi prigionieri, le cui regole sono le seguenti:
1)
Ciascuno di essi, dotato di un "gessetto rosso", deve entrare a turno nel palazzo segnando in terra, con una linea rossa, l'esatta traccia del tragitto che ha scelto per giungere all'uscita(sorvegliato da guardie).
2)
I prigionieri possono camminare soltanto "in linea retta", e possono svoltare soltanto "ad angolo retto, acuto o ottuso"; cioè non possono fare svolte in linea curva.
3)
L'obiettivo è quello di raggiungere l'uscita, passando per "tutte le sale", con "il minor numero di svolte possibili"; camminando soltanto in "linea retta", e svoltando soltanto " "ad angolo retto, acuto o ottuso" .
4)
Il tragitto di ciascun prigioniero verrà monitorato ed annotato su una mappa dal personale di sorveglianza; il quale, prima che entri il successivo prigioniero, provvederà a cancellare le tracce di gesso lasciate in terra dal prigioniero precedente.
5)
Vincono coloro che raggiungeranno l'uscita, passando il linea retta per tutte le sale, con il minor numero di svolte possibili (ed infatti possono essere più di uno ad azzeccarci).
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Se voi foste uno dei prigionieri, che percorso scegliereste?
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P.S.
Ovviamente le linee rette non possono attraversare i muri :)
#1181
Benvenuto Damiano! :)
#1182
Benvenuto Myškin!!! :)
#1183
Varie / Re: Rastislav e l'enigma della linea retta
09 Ottobre 2023, 05:52:50 AM
Citazione di: iano il 08 Ottobre 2023, 14:40:11 PMDiciamo che i freni critici che pongono gli alti prelati, o chi per loro, per quanto possano apparire ridicoli col senno di poi, hanno il pregio di rallentare il trasferimento da un vecchio mondo ad un nuovo mondo, di modo che anche chi và piano riesca ad effettuare la traversata.
Noi non ci saremo più per fortuna quando i posteri ridicolizzeranno i nostri paraocchi, perchè ogni epoca ha i suoi.
Personalmente ritengo che il fare una traversata tutti insieme abbia più valore della traversata in sè, senza perciò voler schiacciare il pedale del freno, perchè il processo è già lento per sua natura, e comunque non lo si può rallentare ad arte.
E' nella nostra natura procedere col freno tirato.
Basta che chi tiene il piede su freno non mandi chi ha il piede sull'acceleratore al rogo; che Galileo ha evitato per un pelo! ;)
#1184
Citazione di: iano il 08 Ottobre 2023, 14:11:58 PMSi può ben immaginare che questa sia l'origine delle figure.
Forse meno facile è immaginare che una volta nate le figure e i numeri acquisiscano vita autonoma e indipendente, e che quindi a loro volta possano figliare , per poi magari ritornare,  in forma tale da non esser più evidente la loro nascitura, come applicazioni nel luogo di loro origine, ma di questa vita indipendente degli oggetti teorici oggi è fatta la matematica.
Comunque adesso ho capito meglio il tuo pensiero.  :)
Grazie! :)
Ed infatti a me basta di essere capito, anche se poi non si è d'accordo con quello che scrivo; ed infatti è possibilissimo che quello che scrivo sia erroneo. ::)
#1185
Varie / Re: Rastislav e l'enigma della linea retta
08 Ottobre 2023, 12:25:54 PM
Ciao Iano. :)
Quello che hai scritto mi ricorda un po' di quando Galileo cercò di persuadere alcuni alti prelati vaticani, convinti "a priori" della teoria tolemaica della "perfetta sfericità dei corpi celesti", che, in realtà, non era affatto così come credevano loro; pertanto fece loro vedere ravvicinatamente la superficie della luna attraverso il suo telescopio.
E, così, essi si resero conto che tale superficie non era affatto "glabra", bensì era ricoperta di crateri e dislivelli vari.
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Ma sai come come si "salvarono in corner" gli alti prelati vaticani?
a)
Alcuni dissero che il telescopio era uno strumento diabolico, e che, quindi, non rappresentava il vero.
b)
Altri, molto più "sottilmente", ammisero che il telescopio rappresentava il vero, ma che la luna era tutta ricoperta di un "trasparentissimo strato di ghiaccio", completamente "sferico" e "liscio", molto più alto dei crateri e dei dislivelli; per cui la teoria telematica restava salva!
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Pertanto concordo con te, ma sono un po' più pessimista; ed infatti ritengo che sia difficile superare i nostri limiti, anche quando riusciamo a vederli.
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Un cordiale saluto! :)
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