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Messaggi - Jacopus

#1186
Ipazia. La contrazione riguarda sia la Russia che l'Europa. L'Europa ha abdicato nel 1945, la Russia nel 1991. I veri poteri che vi sono all'alba del xxi secolo sono USA e Cina. La Russia è solo il simulacro di ciò che era. Ha dalla sua esclusivamente un arsenale nucleare e un territorio vasto, che però è nulla rispetto alla rete di alleanze imbastito nell'ultimo secolo dagli USA. Quest'ultima è una grande potenza con interessi imperialistici, lungi da me pensarla come una associazione di crocerossini. Ma hanno digerito la lezione della civiltà romana e sono stati finora in grado di condividere parte del loro benessere in una società aperta, dove è possibile persino criticarli. Lo stesso non si può dire di Russia, Cina e paesi simili, dove anche un forum come questo sarebbe stato chiuso e noi poveri moderatori rinchiusi in qualche campo rieducativo. Quindi finché un minimo di beni materiali è sufficientemente condiviso, preferisco ampiamente stare da questa parte del mondo, piuttosto che con i tiranni asiatici.
#1187
Duc, ti chiedo di spiegarmi un passaggio. Se la fede da sola basta per salvarsi, mettiamo il caso di un pluriomicida di bambini o qualsiasi altro tipo di umanità brutale. Al termine della vita, questo soggetto magari si pente sinceramente del tenore della sua vita, anche se il suo ultimo omicidio lo ha compiuto il giorno precedente, magari sputando sul cadavere del bambino. Si salva quest'uomo, visto che nell'ultimo giorno della sua vita si è pentito ed è stato pervaso dalla fede? Si tratta di un esempio un po' estremo, mi rendo contro ma serve per capire la logica della dottrina cattolica.
#1188
Aggiungo un altro concetto che mi sembra importante rispetto all'insegnamento della storia, che in questo funziona quasi come un essere vivente. Vi è infatti nella storia, un movimento di lungo periodo, filogenetico e un movimento di breve periodo, ontogenetico. Nella storia di lungo periodo si struttura una storia che fa riconoscere la sua fisionomia a distanza di millenni. Ad esempio i paesi europei che sono di lingua romanza o neo-latina hanno notevoli caratteri comuni, al punto che probabilmente una Unione Europea limitata a solo Italia, Francia, Belgio, Spagna e Portogallo avrebbe avuto un livello di coesione notevole. In questa storia di lungo periodo, che articola in profondità il pensiero e le idee di quelle società, vi è una storia di breve periodo, costellata di episodi più o meno in divergenza con quella articolazione e che lentamente può creare i presupposti per una nuova articolazione. La storia, come aveva già notato Nietzsche è un grande peso inerziale che condiziona il nostro presente ed il nostro futuro. Sta a noi essere in grado di modificare quel potere inerziale in un diverso modello, "sperabilmente" nell'intento di migliorare eticamente la società umana, pur nella considerazione stoica ma reale, che niente viene in automatico, non esistono "magnifiche sorti e progressive", ma solo il contendere più o meno conflittuale fra classi e gruppi più o meno istituzionalizzati.
#1189
Sapa scrisse:
CitazioneO la storia è verità, oppure è intrattenimento, nella migliore dell'ipotesi, e propaganda, nella peggiore.
Prima della storia, di ogni storia, vi è la lente che indossiamo per indagarla. La storia testimonia non una ma mille verità. E' più storia vera quella della corte di Re Sole, o la storia di Damiens, regicida e legato a quattro cavalli spinti in direzioni diverse, finchè non fu squartato e i suoi resti bruciati? E' storia vera la colonizzazione come processo di civilizzazione degli europei superiori, o si trattò di semplice rapina? E' storia vera il concetto stesso di libertà individuale o e meglio concepirlo come libertà della società nel suo complesso? E' storia vera il socialismo reale come tentativo di emancipazione dei proletari oppure è storia vera il socialismo come forma di autoritarismo violento?
Prima di Marx, la storia era lo studio di guerre, battaglie e dinastie (salvo poche eccezioni, prevalentemente offerte da filosofi politici). Dopo Marx la lente si è spostata sui fenomeni economici e sulle masse. Con la fenomenologia e gli annales di Marc Bloch la lente si è nuovamente spostata sui microfenomeni storici, che saranno esaltati da Foucault. Battaglie e guerre sono vere, come veri sono i fenomeni storici legati all'avvento del proletariato come soggetto della storia e vera è anche la "microfisica del potere". La lettura della storia è un prisma che racchiude molte verità, alcune contrastanti o contradditorie.
E nella storia, in grande, come nella vita di ognuno di noi, in piccolo, è compreso sia ciò che hegelianamente è perchè è reale, sia ciò che "dovrebbe essere" perchè è giusto. E la giustizia interviene fin dall'oggetto che lo storico decide di studiare. Escludo in ogni caso che la storia possa fornire qualcosa che sia simile epistemologicamente al concetto di verità, a meno che non si scelga il significato originario sanscrito di verità, ovvero verità come fede e non verità come certezza, che è invece il significato a cui siamo abituati da Aristotele in poi.
#1190
La storia Sapa non si ripete. Ma è anche vero che farlo credere può avere i suoi vantaggi per alcuni a discapito di altri. Se la storia si ripetesse non saremmo umani ma formiche o zanzare. Il nostro "essere umani" ci permette una storia che non è mai stata ciclica. Potresti pensare ad una Italia dove si vieta di guidare alle donne, oppure che i contadini siano di proprietà dei nobili e che possano essere venduti con le terre che coltivano? Pensi che sia possibile lapidare o mettere al rogo una persona che dichiari che Dio non esiste? Oppure credi sia possibile tornare in una società che pensava che gli scarafaggi fossero generati dallo sporco, o che riteneva quella casa in fondo alla via infestata dagli spiriti maligni? O che i neri siano biologicamente inferiori ai bianchi, come le donne? Pensi che sia possibile tornare in una società dove vi erano fino a 100 omicidi ogni 100.000 abitanti (oggi in Italia siamo a 1,5)? O una società dove un grande scienziato come Galilei doveva fare l'astrologo per vivere?

Detto questo, sicuramente perché la storia sia la più cristallina possibile, servirebbe una istruzione mediamente più alta, che servirebbe per farsi un'idea più veritiera ed anche critica della storia e delle sue fonti. Ma che la storia possa essere ideologizzata, credo che sia nell'ordine delle cose, poiché prima dell'insegnamento della storia, bisogna intendersi sul significato etico di quella storia. Per alcuni Stalingrado fu il grande successo del comunismo, per altri la prova della decadenza dello spirito ariano. Per alcuni il colonialismo può essere il giusto confronto fra società più o meno avanzate, per altri un retaggio di una mentalità da predatori. Prima della storia vi sono le nostre posizioni rispetto al mondo, compresa quella che crede che la storia si ripete. Posizioni che hanno il potere di fare la storia, se sono sufficientemente condivise.
#1191
Iano@. Dipende, secondo me, quanta dimestichezza hai con questi temi. Se hai già letto qualcosa sulla fisiologia umana, sull' etologia e sulla psicologia umana è meglio, ovviamente. Questo testo è comunque molto scorrevole, con frequenti incursioni nel mondo della letteratura, della filosofia e dell'antropologia. Non a caso a 10 anni dalla prima pubblicazione è già un piccolo classico della materia. Se non l'hai letti inizia con Harari: "sapiens" o con Jared Diamond "armi, acciaio, malattie".
#1192
CitazioneNessun essere vivente però presumo potremmo descrivere  con uno dei due estremi, perchè uno comporta conseguenze così prevedibili da potersi dire determinate, cioè la non vita della materia, e l'altro impossibilitato ad esprimere il libero arbitrio, perchè incapace di qualunque scelta, non potrebbe parimenti dirsi vivo.
Direi che è proprio così e aggiungerei che, considerata l'universalità della struttura in due emisferi del cervello dei vertebrati, si tratta di una duplice funzione di successo, che regola la sopravvivenza attraverso modalità contrastanti, come ho già scritto qui:
https://www.riflessioni.it/logos/scienza-e-tecnologia/biemisfericita-del-cervello/

Probabilmente la disfunzionalità che mette a rischio la specie si presenta quando una modalità prende il sopravvento sull'altra, senza giungere al suo estremo, che, come fai notare, è solo un estremo ideale. Chi fosse completamente dominato dalla categorizzazione dell'emisfero sinistro non apprenderebbe mai nulla, perchè prima della categorizzazione occorre elaborare il materiale da categorizzare. Chi fosse completamente dominato dall'approccio fenomenologico dell'emisfero destro non farebbe altro che meravigliarsi continuamente del mondo, ma non saprebbe adottare alcuna strategia, perchè non sarebbe mai sicuro delle sue scelte e morirebbe di fame o non saprebbe scegliere la sua partner o non saprebbe trovare la strada di casa e così via.
La stessa disfunzionalità avviene a livello sociale, quando si accoglie un'idea come assoluta e certa, priva di contraddizioni e di controindicazioni e come dicevo, questa disfunzionalità può riguardare le religioni ma anche le idee politiche o quelle sociali o qualsiasi mix di queste idee. Dall'altro lato, invece, vi è il famoso nichilismo, che mettendo in discussione ogni verità, blocca l'azione.
#1193
Premessa: ognuno crede, perché altrimenti sarebbe difficile perfino vivere. Ma il binomio credere/non credere può essere indagato anche a partire dalla struttura del cervello e della sua divisione funzionale in due emisferi specializzati. L'emisfero destro è infatti specializzato nel mettere in dubbio la realtà: quando pensa o dice "credo", intende un "credo" come probabilità plausibile ma non certa, perché ha in mente l'incertezza della vita reale e fenomenologica, nella quale le certezze sono ben poche. L'emisfero sinistro, detto anche dominante, è invece quello che categorizza e classifica. Senza questa attività non sarebbe stato possibile evolverci, perché con essa decidiamo se cacciare o pescare o corteggiare e come farlo. Questo perché l'emisfero sinistro ha categorizzato e semplificato precedenti esperienze e le ripete sulla base di un assunto di certezza e di ripetitività. Non a caso l'area di Broca, addetta all'elaborazione del linguaggio è situata nell'emisfero sinistro e il linguaggio secondo Nietzsche "serve a rendere comune ciò che comune non è".
Questo approccio neurologico può essere applicato anche alla scienza oltre che alla religione. Quando lo scienziato afferma la propria certezza rispetto ad una tesi usa l'emisfero sinistro così come il credente che assume la sua religione come un dogma privo di dubbi e punti oscuri. La scelta di credere in senso "forte", quindi, oltre ad altri fattori di cui non parlo per non fare un trattato, dipende anche da quale emisfero abbiamo privilegiato. Ciò non toglie che si può anche credere in senso critico, lasciando spazio al dubbio e alle interazioni che quel tipo di "credere" mette in moto nel mondo, funzione tipica dell'emisfero destro. Ripeto, anche questo secondo approccio può essere usato religiosamente e secondo me, in modo più proficuo e meno pericoloso per la società, rispetto a sempre possibili soluzioni talebane. Soluzione talebane a cui non è immune neppure la scienza o il pensiero politico o qualsiasi altro pensiero dominato dalla elaborazione dell'emisfero sinistro.
#1194
Scienza e Tecnologia / Organi vestigiali
26 Gennaio 2023, 10:45:04 AM
Gli organi vestigiali possono essere anche definiti i cecchini definitivi di ogni teoria negazionista dell'evoluzionismo. Infatti sono organi che la specie umana possiede ancora ma che sono la prova concreta ed organica del nostro passato biologico. L'organismo non si è ancora disfatto di questi organi, come le branchie o i piedi prensili, ma ci ricordano come le nostre forme vitali sono in continuo cambiamento, anche se il cambiamento si misura (come minimo) in decine di migliaia di anni.
Ve li elenco:
Organo vomeronasale: Si tratta di un recettore che è dentro il nostro naso, che servirebbe a captare gli odori delle femmine, per capire quando sono in "calore" e quindi capaci di riprodursi. Nella specie umana, questo organo è stato staccato dal sistema nervoso centrale e quindi non svolge più la sua funzione originaria.
Capezzoli maschili: Non svolgono nessuna funzione e non si è a conoscenza di quale funzione avessero potuto svolgere in passato.
Muscolo palmare lungo: E' un muscolo fra la mano e l'avambraccio ed ha una funzione tipica di aiuto ad aggrapparsi agli alberi. Il 14 per cento della popolazione umana, l'ha perso e la tendenza è progressiva.
Plica della congiuntiva: è una piccola piega all'interno dell'occhio ed è ciò che resta della terza palpebra, che molti animali ancora possiedono, chiamata palpebra nittitante, che serve a mantenere la visione, proteggendo l'occhio dai raggi solari: una sorta di palpebra sottilissima, come se fossero degli occhiali da sole.
Tubercolo di Darwin: è una piccola protuberanza che abbiamo in alto sull'orecchio ed è il ricordo di quando potevamo direzionare le orecchie per ascoltare meglio i rumori.
Appendice: Un prolungamento fastidioso e inutile dell'intestino, che è ciò che è rimasto del nostro intestino precedente, molto più adatto a digerire solo cibi vegetali, che oggi non possiamo più mangiare come foglie e ortaggi che oggi mangiamo solo da cotti.
Coccige: E' la parte finale della spina dorsale, formata da 3 a 6 vertebre, ed è ciò che resta della coda che i nostri antenati possedevano. Il fatto che vi sia tanta differenza individuale nel numero di vertebre indica che la perdita della coda è piuttosto recente, ovvero circa 20 milioni di anni fa.
Denti del giudizio: attualmente servono solo ad arricchire i dentisti. Nel nostro passato servivano per triturare cibi molto resistenti, visto che non avevamo ancora accesso alle tecniche di cottura del cibo.

#1195
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
24 Gennaio 2023, 23:51:20 PM
CitazioneNon capisco come fai a dire una cosa del genere: il transumanesimo non è un andare oltre il corpo, ma oltre l'uomo come unione di spirito e carne.

Quando parlano di controllo di corpi, del nuovo essere umano cibernetico, della necessità di fare dell'umanità un enorme massa da cannone, a cosa pensi alludano: a Platone? Non capisco.
Penso a Platone come primo esponente più autorevole (con i dovuti distinguo e ambiguità per evitare una categorizzazione troppo netta a proposito di un gigante come Platone) della tradizione della separazione corpo-mente e quindi anima-corpo e di tutte le dualità polarizzanti su cui si è costruita la realtà filosofica occidentale almeno fino a Schopenhauer. La riscoperta del corpo come Leib contrapposto a Körper della filosofia di Husserl. In realtà pensavo a questo. Ma sono solo pensieri fuggevoli, non sistematici che andrebbero approfonditi. La fonte di questi pensieri è il mio interesse per il sè incarnato, ovvero per la coscienza che lungi dall'essere nel cervello, nella mente o nell'anima è nel corpo e nell'Unione dei corpi, considerati nel loro insieme di cellule, indifferenziate e non gerarchizzate, come invece pretendeva Menenio Agrippa. Ti ripeto però sono solo pensieri che si aggirano pigri nella mia mente, ed essendo pigri non ho voglia di renderli più chiari. E magari sono semplicemente fragili.
#1196
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
24 Gennaio 2023, 08:08:52 AM
Non voglio parlare in nome di Niko, ma l'importanza del corpo come protagonista della storia è il contrario del transumanesimo. Potrei apoditticamente sentenziare che il corpo è l'antitesi della tradizione filosofica da Platone a Cartesio, fino a giungere agli ultimi epigoni transumani.
#1197
Questa discussione ha sollecitato in me una domanda singolare. Se fossi un credente che tipo di credente sarei? Eterogenesi dei fini e delle discussioni su un forum... il collegamento che spontaneamente è salito dall'archivio mnemonico alla coscienza è stato Spinoza. Inevitabilmente, il credente più ateo in circolazione. Effettivamente la sua distinzione fra natura naturante (Dio) e natura naturata (la vita effettiva nelle sue forme storiche e carnali) potrebbe soddisfarmi. Vi è un ente che decide "che sia vita", e da quel momento la vita procede seguendo una propria dinamica,  che obbedisce però sempre al primo impulso: "che sia vita". È la tensione fra vita potenziale ed illimitata e vita effettiva. Da questa visione consegue però la pari dignità di ogni forma vivente e quindi la necessità di concepire ogni singolo essere vivente, dal batterio fino ad homo sapiens, come esecutori di un concerto comune. In questa visione Dio diventa un principio vitale e gli esseri viventi le forme sempre mutevoli di quel principio. Non vedo però in questa ipotetica religione alcun passaggio in un aldilà salvifico. La natura naturata, proprio perché dipende dalla natura naturans (Dio), deve formarsi, sbocciare e sfiorire, poiché l'indeterminatezza e la potenzialità devono essere tutelate. Uno Jacopus eterno non sarebbe altro che una nuova natura naturans e questo mi sembra incoerente con questo modello religioso fantasticato in questa fredda serata di gennaio.
#1198
CitazioneL'idea di una fede consolatoria rispetto alle sofferenze non é una risposta esplicativa in senso evoluzionistico. Tutti noi abbiamo meccanismi di senso che ci producono dolore, e che hanno senso evoluzionistico proprio in questo perché ci impediscono di compiere movimenti per noi dannosi, anche la paura di morire ha lo stesso senso evoluzionistico, mentre il "credere" di non morire, o di continuare a vivere dopo la morte non ne ha alcuno e contrasta con la paura di morire che invece senso evoluzionistico ne ha. 
Io penso che abbia invece un grande valore in termini di sopravvivenza della specie. Infatti una volta asserita la "differenza" ultraterrena dell'uomo diventa legittimo sfruttare il pianeta Terra in tutte le sue componenti e questo è un vantaggio, quando bisogna giustificare la propria posizione dominante nel mondo. Ma la ricerca di storie, di miti, di fedi che raccontano le nostre origini è la conseguenza della stessa evoluzione culturale dell'uomo, che pur avendo delle basi biologiche, si è poi dilatata in spazi che non sono più biologici. Le religioni, come i miti, hanno bisogno almeno di una lingua orale, una lingua che metterà in moto ulteriori processi mentali, alla base dei quali, oltre all'impulso di vivere, vi sono altre esigenze fondamentali dell'uomo: il senso di giustizia, la cooperazione, la ricerca di una armonia fra uomini e fra uomini e natura, la speranza, tutte esigenze a cui assolvono le religioni o le mitologie.
#1199
Sul retropensiero su Wikipedia ti smentisco subito. Una pagina fake o ideologica su Wikipedia ha vita breve. Una come questa con dati così sensibili durerebbe forse qualche ora se contenesse dati falsi. Sul fatto che l'umanità non è solo quella del XXI secolo sono d'accordo. E se vuoi sono anche d'accordo (anche se non l'hai detto) sul fatto che ci sono credenti molto più simpatici e alla ricerca della giustizia di tanti atei. Il discorso è partito solo dalla tua proposta di far studiare le credenze religiose a qualche evoluzionista ( il che potrebbe anche essere accaduto: vedi alla voce Frans der Waal : il bonobo e l'ateo, cortina editore.)
#1200
Anthonyi. Nel link dei dati obiettivi:

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Demografia_dell%27ateismo

Se proprio volessimo dare una interpretazione evoluzionistica a questi dati, dovremmo concludere che i credenti europei sono molto più simili, evolutivamente, alle popolazioni africane che a quelle europee.