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Messaggi - doxa

#1186
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
23 Marzo 2019, 00:12:23 AM
Ciao Jean, l'Antinferno l'ho citato  solo come nome descrivendo il Limbo. Mi sono attenuto alla classica suddivisione: Paradiso, Inferno, Purgatorio, Limbo, anche se quest'ultimo è stato eliminato dal pontefice Benedetto XVI il 20 aprile 2007, perché dava una visione restrittiva della salvezza. 

Il papa fa e disfa. Ma quelli che per secoli sono stati collocati in quel settore, dove sono finiti  dopo l'estinzione del Limbo ? La Chiesa ha pensato soltanto a distruggere l'accampamento abusivo, lasciando vagare le anime. Se queste incontrano  quelle dannate e le seguono nelle loro processioni dionisiache e poi diventano traviate di chi la colpa ? della Santa Sede ? Sulla parola "santa" è meglio sorvolare. Io, comunque,  quando penso a quelle anime vaganti, senza fissa dimora, senza un tetto cui ripararsi, ho disturbi del sonno. Cosa mi consigli di fare ?

Jean io vorrei dare degna collocazione agli ignavi, ma Santa Madre Chiesa mi dice che posso orientarmi solo su tre zone: Paradiso, Purgatorio ed Inferno. Se non sbaglio l'Antinferno non è citato nel Catechismo della Chiesa cattolica. Allora che fare ? Gli ignavi li mando tutti all'Inferno ?  :)  ;)
Buonanotte Jean
#1187
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
18 Marzo 2019, 12:02:34 PM
Sariputra ha scritto
CitazioneMa...se ci sono quelli che stanno "dilà" cosa penserenno di loro stessi? Che stanno "diqua"e noi invece che stiamo "aldilà"?


Nell'aldilà sarò un "senza tetto", un "senza fissa dimora", errante tra il Paradiso, l'Inferno, il Purgatorio e il Limbo.

Il Paradiso lo frequenterò poco. Mi hanno detto che spesso ci si annoia. Si va in estasi, si hanno visioni beatifiche. Però per brevi periodi ci si può stare perché è un luogo solare, si mangia bene e per rallegrare gli astanti San Pietro a volte chiama gli angeli musicanti per far cantare e ballare gli ospiti. San Pietro è un galantuomo. Lui pensa a tutto e tutto promette a tutti. 

All'Inferno ci andrò spesso perché è un ambiente vivace.  I peccatori sono simpatici, allegri, non hanno rimorsi. Spero di diventare amico di alcuni suoi inquilini, per esempio di Paolo e Francesca, Insieme leggeremo l'Ars amatoria di Ovidio e il Kamasutra.

Ogni tanto farò delle brevi soste anche in Purgatorio. Questo luogo di purificazione, somiglia agli stabilimenti termali dove ci si va per la cura dell'apparato biliare, dell'intestino, del fegato. Le anime di coloro che muoiono in uno stato di grazia bevono molta acqua minerale per depurarsi e prepararsi per accedere nel Paradiso. Secondo la teologia cattolica è "la condizione di coloro che, morti nella grazia di Dio, non sono ancora perfettamente purificati e devono quindi purificarsi al fine di ottenere la santità necessaria per essere ammessi alla visione di Dio".
Secondo alcuni storici della Chiesa il Purgatorio fu inventato per lucrare ai fedeli il pagamento delle preghiere, destinate ad attenuare le pene cui i penitenti defunti erano sottoposti. In effetti Dante Alighieri sottolinea più volte nella Cantica che i fedeli possono abbreviare la permanenza delle anime nel Purgatorio, ma ciò indipendentemente dal denaro versato o meno alle istituzioni ecclesiastiche. 

Del limbo c'è poco da dire. In questo luogo ci sono le anime appartenute a persone buone morte prima della resurrezione di Gesù e i bambini morti ancora non battezzati, che non hanno commesso alcun peccato personale, ma non sono stati liberati dal peccato originale tramite il battesimo, perciò sono affidati alla misericordia di Dio. Sono anime che non meritano l'Inferno e neanche il cammino verso Il Paradiso. 
Nella Divina Commedia di Dante Alighieri il Limbo è il primo cerchio dell'Inferno (nel canto IV dell'Inferno). È complanare all'Antinferno, separati dal fiume Acheronte. Oltre ai bambini morti senza battesimo, il poeta vi colloca le anime di quanti non furono cristiani, ma vissero da uomini giusti e perciò non meritarono l'Inferno vero e proprio.
#1188
perché tra i rei ci sono gli psicopatici che non possono essere rieducati.

Come pena alternativa al carcere si potrebbero allestire dei "campi di rieducazione" , come quelli cinesi ai tempi di Mao.

Per esempio gli spacciatori di droga  perché non condannarli ai lavori forzati nelle miniere come scopo educativo ?  Invece dopo pochi giorni di carcere  escono e ricominciano.
#1189
Tematiche Spirituali / Re:Lo spirito privo di sensi
18 Febbraio 2019, 15:46:56 PM
Socrate ha scritto:
Citazionesi nega Dio perché fa comodo non dover rispondere a niente e a nessuno delle proprie azioni.

Delle proprie azioni si risponde in primis alla propria coscienza e poi alla giustizia, ma non quella divina.

Si nega Dio perché non esiste un dio. La mia certezza nella sua inesistenza equivale alla tua certezza nel crederlo esistente.  
Ovviamente non credo nell'aldilà, negli angeli , nei santi, nei demoni, ecc..

Lo so, l'ateismo è percepito come un pericolo dai credenti e dalle istituzioni religiose, perciò oggetto di avversione e intolleranza.
Eliminare la religione e le false credenze connesse ad ogni religione è impossibile, perché ci sono tante, troppe, persone che hanno bisogno del trascendente, delle consolazioni. Nessuno avversa i loro bisogni spirituali, ma almeno avessero la compiacenza di non criticare chi non crede nel loro dio e l'apparato religioso che lo officia.
#1190
Tematiche Spirituali / Re:Lo spirito privo di sensi
12 Febbraio 2019, 22:31:58 PM
Freedom ha scritto:
CitazioneQuando dici "chi crede in Dio" e ne definisci la sua sintesi comportamentale crei una etichetta ed evidenzi tutta la prepotenza del tuo schema mentale. Io, per esempio, ho una visione delle cose del tutto diversa. E, francamente, l'ho evidenziata negli anni di permanenza nel Forum: basta leggermi.

Freedom non tentare di cambiare le carte in tavola per difendere Socrate e attribuire a me la prepotenza dello schema mentale.  Per favore fai replicare a Socrate, che sa difendersi da solo.

Dici che hai una visione delle cose diversa. "E, francamente, l'ho evidenziata negli anni di permanenza nel Forum: basta leggermi."
Mi sembra che ti autoincensi. La modestia dov'è ?
Il moderatore deve essere super partes e tu a volte non lo sei. Hai più volte cancellato mie repliche in vari topic con la scusa che le mie risposte erano troppo brevi o altre banalità.

Anthonyi ha scritto
CitazioneAltamarea, non è possibile nessuna discriminante sulla base della fede, perché la fede è un fatto interiore. La discriminante, semmai, puoi farla sulla base della religione professata pubblicamente".


Anthonyi lo so che la fede non è la religione, ma in essa trova espressione. La fede è un atteggiamento interiore  personale, mediante il quale l'individuo accoglie la proposta di vita indicata da una religione.

Dal punto di vista cristiano fede significa adesione  alla religione cristiana, fondata sull'accettazione di una realtà invisibile, non evidente,  ma accolta come vera.

Il cristianesimo  vuol dimostrare che religione e fede esaudiscono il naturale desiderio del credente  di stabi­lire un rapporto con Dio.
Le religioni sono sistemi culturali che propongono modelli di relazione con Dio o altra divinità. Hanno contenuti, credenze, riti, rappresentazioni che coinvolgono i fedeli nell'esperienza trascendentale.

Per la teologia cristiana la fede  è una delle tre virtù teologali, dono divino che dispone il seguace ad avere fiducia in ciò che insegna la religione cristiana, accettando misteri non razionalmente dimostrabili ma considerati veri dal credente. 
#1191
Tematiche Spirituali / Re:Lo spirito privo di sensi
11 Febbraio 2019, 21:54:20 PM
Freedom ha scritto:  
Citazione]Io sostenevo che la lingua italiana consentiva di attribuire loro la maiuscola mentre lui affermava che era necessario usare la minuscola come diminutio del male. In effetti, leggendo la Bibbia si rileva che satana è sempre scritto con la minuscola.
E a me piace riconoscere che avevo torto: è bene usare la minuscola.


No Freedom, non hai torto..., la grammatica italiana ancora prevede per i nomi propri la maiuscola e non la minuscola. Se poi i "fedeli devoti", i superstiziosi, gli insicuri della loro fede credono nell'esistenza di Lucifero,  liberi di farlo ma non possono pensare di condizionare gli altri e in modo erroneo.
#1192
Tematiche Spirituali / Re:Lo spirito privo di sensi
11 Febbraio 2019, 21:32:57 PM
Socrate ha scritto:  
CitazioneMa tanto con voi atei è inutile parlare, perché partite dal presupposto che tutte le credenze siano  strumentale, falso, e chi ci crede sia solo un ingenuo senza senso critico, in pratica una specie di non-adulto che crede ancora alle favole o agli incubi che dir si voglia.


Socrate , anche per gli atei è una perdita di tempo dialogare con gli ostinati credenti come te.

Ognuno rimane con le proprie convinzioni, sia religiose sia politiche.

Chi crede in Dio guarda il mondo esclusivamente dal  suo punto di vista, dividendolo in quanti credono o non credono. In questa etichettatura c'è tutta la prepotenza del suo schema mentale, che fa della  sua  fede la discriminante tra  le persone.
#1193
Percorsi ed Esperienze / Re:Sulla solitudine
26 Gennaio 2019, 22:53:32 PM
Era seduto davanti lo specchio per cercare compagnia nell'immagine riflessa. L'unica compagnia che avesse quell'uomo solo nella sera di Natale.

Alzò il bicchiere con dentro il vino per fare un brindisi.

Con tono lirico disse: "Brindo al bambino che fui. Egli ha solo  me al mondo che possa ricordargli quanto fosse pieno di sogni e di tenerezza".

Poi posò il bicchiere sul tavolo e pianse. Le calde lacrime rigarono il suo volto.

Addio vecchio bambino.

dal Salmo 87 (88)
...
15 Perché, Signore, mi respingi,
perché mi nascondi il tuo volto?
16 Sono infelice e morente dall'infanzia,
sono sfinito, oppresso dai tuoi terrori.
17 Sopra di me è passata la tua ira,
i tuoi spaventi mi hanno annientato,
18 mi circondano come acqua tutto il giorno,
tutti insieme mi avvolgono.
19 Hai allontanato da me amici e conoscenti,
mi sono compagne solo le tenebre.
#1194
Percorsi ed Esperienze / Re:Sulla solitudine
25 Gennaio 2019, 15:00:56 PM
Ciao Sileno,  ti va di dirci qual è il tuo atteggiamento nei confronti della tua  eventuale solitudine  temporanea o permanente ?

"Attraversare la solitudine" non significa  abbandonarsi alla malinconia. C'è la solitudine interiore e la solitudine fisica. Quella interiore dà la possibilità di riflettere, distinguere, essere creativi, in modo da vivere tempi e spazi proficui. 

La solitudine può fare apprezzare la piacevolezza della relazione con gli altri.

In questo topic ho letto nei post le citazioni di vari autori. Partecipo anch'io citando tre versetti dell'Ecclesiaste (4, 9 – 12): "Meglio essere in due che uno solo, perché due hanno un miglior compenso nella fatica. Infatti, se vengono a cadere, l'uno rialza l'altro. Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi. Inoltre, se due dormono insieme, si possono riscaldare; ma uno solo come fa a riscaldarsi? Se uno aggredisce, in due gli possono resistere e una corda a tre capi non si rompe tanto presto".

Un anno fa  il governo britannico ha nominato Tracey Crouch ministro per la Solitudine,  con l'obiettivo di combattere,  secondo la premier Theresa May,  "la triste realtà della vita moderna" che colpisce milioni di persone.
#1195
Sgiombo ha scritto:
CitazioneNOn credo proprio che Le neuroscienze stiano contribuendo a saldare la cesura tra cervello e mente (psiche), tra la dimensione biologica e quella psicologica dell'esperienza estetica.
Per me le neuroscienze stanno consentendoci di conoscere sempre meglio i rapporti di necessaria coesistenza fra determinati eventi neurofisiologici cerebrali (e non altri) e determinati eventi di coscienza (e non altri), i quali ultimi sono ben altre cose che i determinati eventi neurofisiologici cerebrali di cui sopra (anche se necessariamente ad essi coesistenti).


Concordo con quanto hai scritto. Ma che ne pensi delle ricerche del "neuroscienziato" Semir Zeki su "neuroestetica e bellezza" per la comprensione della risposta estetica negli esseri umani ?

La "neuroestetica" è un settore di studi della psicologia. Questa nuova disciplina utilizza l'opera d'arte  per comprendere il cervello e la sua attività di fronte a specifiche stimolazioni; essa si propone di studiare il misterioso processo percettivo e chimico che si attiva nel momento in cui i nostri occhi incontrano un'opera d'arte: un processo visivo costruttore dell'immagine percepita e in grado di generare in noi quelle sensazioni di bellezza e piacere che le opere d'arte e la Natura sono in grado di regalarci.

Seki considera il processo visivo come una strada che si percorre per costruire nella mente l'immagine della realtà. Affinché sia possibile percepire un'immagine è necessario il coinvolgimento non solo del sistema visivo ma anche del complesso sistema di cognizioni-emozioni-valori.

Questo sistema prende forma nel rapporto tra individuo e realtà, nel  dialogo tra cervello e ambiente. Col nostro sistema cognitivo ci creiamo aspettative, diamo significato e valore a ciò che vediamo e viviamo, creiamo quindi concetti e significati.

Semir Zeki sostiene che anche la bellezza e il piacere nascono dall'integrazione di concetti presenti nel nostro cervello, creazioni di aspettative fortemente influenzate dalla cultura, soggette quindi a differenze individuali e culturali.
#1196
Sgiombo ha scritto:
CitazioneIl gusto estetico é qualcosa di istintivo: non "dimostra" chi e che cosa é bello e chi e che cosa é brutto, ma lo fa "avvertire", sentire.


Certamente il gusto è istintivo, essendo uno dei nostri cinque sensi. Ma nell'ambito della filosofia estetica l'astratto gusto "estetico" è coinvolto dal "giudizio estetico" nella definizione del bello sia naturale sia artistico, nella capacità di percepire la bellezza e sentirsene soddisfatti. Infatti il gusto estetico è in relazione  anche con il "piacere estetico" o "enjoyment". Entrambi sono soggettivi, attivano le emozioni, i sentimenti, le preferenze personali. Derivano dalla contemplazione (di un'opera d'arte, un paesaggio, una persona, ecc.) ma anche dai neuroni. Le neuroscienze stanno contribuendo a saldare la cesura tra cervello e mente (psiche), tra la dimensione biologica e quella psicologica dell'esperienza estetica.  

Sono d'accordo con te che il "giudizio estetico" sulla bellezza è individuale e nel tempo può mutare nella persona. Non è la bellezza che cambia ma è il nostro modo di valutarla che si modifica. 

Rimanendo alla bellezza fisica, questa è testimone dei modi diversi in cui è stata giudicata nel tempo e l'abbiamo accolta nei nostri schemi mentali, morali e sociali.
#1197
Nel mio precedente post ho scritto: "Una bella donna d'oggi sarebbe stata giudicata bella anche nei secoli scorsi".

Ed anche un bella donna dei secoli scorsi anche oggi sarebbe giudicata bella.

Per esempio, la fulva modella che posò per Sandro Botticelli per raffigurare la "Nascita di Venere" nel 1482 circa,  nel nostro tempo sarebbe considerata una donna brutta ?

A prescindere se sono più belle le donne "in carne"  raffigurate da Tiziano.

Non c'è canone che tenga. La bellezza corporea sfida i secoli ed è continuamente apprezzata.

E quando argomentiamo di bellezza cerchiamo di dimenticare le opinioni di Platone, Aristotele, Plotino, Agostino, Tommaso d'Aquino ed altri.

Parliamo della bellezza oggi, dell'attrazione fisica. L'Eros non vuole pensieri, né riguardo al "bene" né al "vero".

p. s. Bravo Viator, ti sei ricordato di rispondermi senza iniziare il tuo post con "Salve" e non l'hai concluso con "Saluti". :) 
#1198
Ma non vi sembra il caso di abbandonare ciò che dicono i filosofi sulla bellezza ? Essi di solito sono noiosi, contorti nel manifestare il proprio pensiero (perciò incapaci di scrivere articoli per un giornale) e penso siano pure brutti fisicamente :)


La bellezza corporea  è oggettiva o soggettiva?
La percezione della "bellezza" è  di solito "soggettiva", ma lo  psicologo Marco Costa nel volume titolato "Psicologia della bellezza", dice che le persone  generalmente concordano nel giudizio sulla bellezza di volti e corpi. La concordanza persiste anche  nel giudizio verso persone di etnia diversa o di diversa età. Quindi  il criterio per definire la bellezza non è completamente soggettivo.  

Anche il professor Stefano Zecchi nel suo libro "Le promesse della bellezza" dice che le persone sanno riconoscere la bellezza nella minoranza degli esseri umani che possiedono qualità estetiche indiscutibili e concordano nel giudizio, anche se c'è chi preferisce i capelli corti invece che lunghi, gli occhi chiari anziché scuri, ma la questione è se una persona sia bella o brutta indipendentemente dai gusti di chi l'osserva. 

Una bella donna d'oggi sarebbe stata giudicata bella anche nei secoli scorsi.
#1199
Per gli antichi Greci l'ideale era "bello e buono" (kalòs kai agathòs). Etica ed estetica erano sullo stesso piano, avevano lo stesso valore, erano la base della virtù, addirittura della filosofia.

Il termine "etica" è  compreso nella parola "est-etica". È la nostra cultura, abituata a dividere, che ci fa percepire una scissione, un'esclusione anche laddove  c'è armonia, unione.

Wittgenstein in una proposizione nella parte conclusiva del suo "Tractatus logico-philosophicus" (1921) sostiene  che etica ed estetica sono tutt'uno. Egli intende l'etica, ("ricerca su ciò che è bene") equivalente alla"ricerca su ciò che ha valore".

Nel nostro tempo La bellezza regna. È diventata un imperativo: o sei bello oppure, almeno, risparmiaci la tua bruttezza. :) 
#1200
Prima di domandarsi il senso della vita bisogna chiedersi cos'è la vita, cos'è un essere vivente.

Interrogarsi sul senso della vita significa indagare anche il significato della morte. Vita e morte sono in tandem.

Il biologo e genetista Edoardo Boncinelli nel suo saggio titolato "Vita" dice che un essere vivente è materia organizzata,  limitata nel tempo e nello spazio, capace di metabolizzare, riprodursi ed evolvere.

I costituenti sono cellule e macromolecole, ma è  il possesso del genoma che fa l'essere vivente. 

la consapevolezza di dover morire è un peso che accompagna l'uomo in ogni circostanza, per quanto si sforzi di vivere come se così non fosse. E proprio per sopportare questo pesante fardello, l'uomo ha inventato l'anima, affinché almeno una parte di sé potesse essere immortale e incorruttibile, non deperire col tempo e non essere annientata.