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Messaggi - sgiombo

#1186
Concordo con gli ultimi due interventi, con la precisazione che anche volentieri, o meglio ancora "indifferentemente", senza farsene un problema esistenziale e non necessariamente "per costrizione subita obtorto collo", come crollo di una dolce illusione, si può ritenere tutto il nostro agire non-libero da condizionamenti intrinseci ma determinato da cause e condizioni "nostre proprie" ed agire come se il libero arbitrio esistesse, in quanto non è possibile conoscere tutte le infinite cause e condizioni che fanno scegliere A invece che B .

E che tra i fenomeni mentali e quelli fisici permane una forte dose di incertezza che fornisce combustibile all'esistenza dell' illusione di un certo grado di libertà intesa come indeterminismo intrinseco, libertà illusoria che in teologia diventa  "libero arbitrio".

E inoltre che in Contesti, come quello di Spartaco o di uno schiavo alla catena, é la libertà da costrizioni estrinseche (non l' indeterministico libero arbitrio) per le quale lottare fino all' ultimo respiro ad occupare tutto l'orizzonte esistenziale, mentre tende facilmente ad essere lasciarla sonnecchiare come imperativo categorico nel migliore dei mondi possibili in altri contesti.

Firmato: il solito pignolissimo rompiballe.
#1187
Citazione di: Lou il 10 Dicembre 2018, 18:55:07 PM

Di contro si potrebbe obiettare: se io sono volontà e se la volontà è automa, io non sono forse libero unicamente nel volere? Non sono libero dallo schiantarmi se sono in caduta da un ponte, ma resto libero di volermi non schiantare o schiantare? Sono libero di volere A o nonA? È preservata la libertà di volere?

Resti libera di volerti non schiantare o schiantare se nessuno ti impedisce di schiantarti (non ti trattiene nessuno) né di non schiantarti (non ti getta a forza giù dal ponte nessuno), a seconda di come il tuo modo di essere ti determina ad agire o meno: é preservata la tua libertà da coercizioni estrinseche.
#1188
Citazione di: Ipazia il 10 Dicembre 2018, 18:48:00 PM
Non ho messo a caso le "" su "scientificamente". La scienza deve essere deterministica, ovvero deduttiva, per svolgere il suo lavoro. Non è detto che la realtà lo sia altrettanto. E il tuo Hume mi pare ne abbia pure parlato. Calcoli astronomici e orientamento funzionavano anche con la scienza geocentrica. Col mercurio, che funzionava alla grande contro alcune infezioni, si sono avvelenate secoli di generazioni umane, incluso pare Mozart.
Citazione
Se la scienza (le teorie scientifiche) é deterministica ma la realtà (materiale naturale) no, che cosa conosce (descrive) la scienza?

La fantasia?
La realtà metafisica?
Le idee platoniche?
Le coorti angeliche?
L' inconscio freudiano?

Certo che il "mio" Hume ha avuto la consapevolezza del carattere non dimostrabile logicamente né constatabile empiricamente del divenire ordinato secondo concatenazioni cause-effetti della natura.
Ma ciò non toglie che o la natura diviene in siffatto modo, oppure la conoscenza scientifica (che compie inferenze sia deduttive, sia induttive) é falsa. Almeno le scienze naturali, rimanendo vere le solo scienze logico-matematiche.

Che ci siano state anche teorie scientifiche che hanno funzionato in pratica essendo solo molto limitatamente vere e in larga misura false (in generale le conoscenze scientifiche non sono mai conoscenze vere in assoluto, integrali, compiute, "perfette" della natura; questo l' ho imparato quando ero giovane da Materialismo ed empiriocriticismo di Lenin) non fa che ulteriormente corroborare le geniali considerazioni di Hume (già inattaccabili di loro).



Credo che i residui di religiosità li abbia chi pensa che il determinismo scientifico abbia preso il posto della Verità rivelata dai numi.
Citazione
Infatti io non penso affatto che il determinismo scientifico abbia preso il posto della Verità rivelata dei numi

Non per niente cito sempre il "mio" Hume, che ammiro più di qualsiasi altro filosofo, il quale per primo (almeno in epoca moderna) ne ha messo in evidenza la insuperabile incertezza, dubitabilità:

altro che "Verità rivelata dei numi" ! ! !

Lo pensa invece, evidenziando a mio parere residui insuperati (e magari inconsapevoli) di credenza nella "soprannaturalità" (la quale é una "grossa", molto importante componente della religiosità) chi vorrebbe negare il determinismo naturale perché si sente sminuito come persona umana qualora "funzionasse" divenisse, vivesse come un qualsiasi banale evento naturale o una qualsiasi macchina artificiale, cioé se non si crede dotata di libero arbitrio, ovvero di qualcosa che nega il divenire naturale deterministico, che letteralmente gli é "superiore" o che comunque é necessario a fare delle persone umane qualcosa di suffficientemente degno di considerazione, senza il quale sarebbero ridotte a banali "cose" materiali, a volgari processi meccanici.

Io mi limito a porre, per quanto possibile, alcune evidenze, come la volontà umana, su binari altrettanto rigorosi, con tutti i loro limiti, delle scienze esatte, restringendo il campo contestuale fino al livello di comportamenti umani realmente liberi di elaborare strategie per esseri liberi da le catene che glielo impediscono. Tanto nelle grandi (etica) che nelle piccole (gusto) cose.
Citazione
Evidente é che se la conoscenza scientifica é vera tutto ciò che accade nel mondo materiale - naturale, compreso il comportamento umano, accade deterministicamente (almeno in senso debole); dunque il comportamento umano può essere più o meno libero da coercizioni estrinseche (coartazioni della sua volontà), ma non arbitrario (non non deterministicamente regolato, in particolare quanto alla sua volontà considerata astrattamente, indipendentemente dalla sua realizzazione di fatto o frustrazione per cause di forza maggiore).

Essere liberi di elaborare strategie per esseri liberi da le catene che glielo impediscono é diversa cosa dal libero arbitrio (= essere liberi di elaborare strategie per esseri liberi da le proprie intrinseche condizioni che le causano, le determinano, gliele impongono).
#1189
Citazione di: and1972rea il 10 Dicembre 2018, 19:52:31 PM
Rammento sommessamente, solo per fare un poco di chiarezza, che il motore a scoppio è solo una delle tipologie di motori a combustione, fra questi il motore a combustione esterna è il più antico; le centrali termoelettriche in particolare, che sono le più diffuse al mondo, contengono al loro interno delle macchine rotanti mosse dall'energia prodotta dalla combustione di petrolio, carbone ed altre tipologie di combustibile di origine fossile; ecco, quindi , quando mi riferisco al motore a combustione non penso solamente a quello endotermico, ma a tutto ciò che trasforma l'energia solare accumulata dagli organismi viventi in centinaia di milioni di anni in energia meccanica convertibile in cinetica od elettrica al bisogno.
Citazione
Grazie, ma faccio sommessamente presente che lo sapevo già dai tempi -ahimé assai lontani- del liceo...


E che ciò che ho detto nella risposta #40 del motore endotermico vale pari pari per tutti i motori termici e più in generale per gli artefatti tecnici che consumano (rectius: trasformano) risorse naturali non rinnovabili in tempi storici o ancor più in generale che tendono a far aumentare l' entropia nel sistema termodinamico terrestre in maggior misura di quanto tenda a farla diminuire la sua apertura (in particolare e soprattutto all' apporto energetico del sole).



Il fatto che questo tipo di meccanismo risulti per l'uomo più nocivo che utile non è ovviamente una inferenza , ma una semplice evidenza, una constatazione di un dato di fatto già posto,già rilevato, nonostante qualche amico di Hume insista ancora a non vedere una correlazione fra attività umane e cambiamenti climatici...🤔😆
Citazione
Il fatto (comunque discutibile e non indiscriminato) che finora si sia rivelato di fatto più nocivo che utile non é in' inferenza, ma invece il fatto che lo sia in assoluto (che lo sarà anche in futuro, sempre e comunque, indipendentemente da qualsiasi riferimento a singoli fatti determinati, quali che siano gli assetti sociali e la quantità e qualità del suo impiego) la é eccome!
Anche se é un' induzione errata, a mio parere.


Gli "amici di Hume" di cui parli (non li conosco) sono tutt' altra gente che me, amicissimo di Hume e ben consapevole da almeno 35 anni (non so te...) dell' evidentissima correlazione fra attività umane [svolte in regime di proprietà privata tanto più se capitalistica, secondo la "logica", le dinamiche oggettivamente ineluttabili proprie di tali assetti sociali; i quali invece non sono affatto ineluttabili, per quanto di assai difficile, purtroppo improbabile superamento tempestivo, N. d. R.] e cambiamenti climatici...
#1190
Citazione di: Ipazia il 10 Dicembre 2018, 12:52:59 PM
La dimostrazione sta nell'evidenza. Com'è evidente che la coperta causale, ciascuno la tira dalla sua parte. Come giustamente sottolineava Jacopus, la questione è razionalmente indecidibile. Quindi ognuno si tenga le sue (in)determinazioni e bias causali. Contrariamente all'assolutismo metafisico, la realtà ha infinite sfumature di possibile e la sintesi avviene per dosi variabili di contrari. L'unica oggettività possibile è sul dosaggio della sintesi. Sul grado di libertà. Doppiamente metadiscorso. Perchè anche il contesto va definito prima delle antitesi. Dato il contesto e le sue possibilità si può "scientificamente" definire il range di libertà praticabile. Più ampio nel contesto proprio della creatività artistica e logica, più ridotto nelle interazioni con la natura. Intermedio nel contesto etico che è sintesi di natura e creatività. Questo è il regno della libertà umana.


Come ci ha insegnato David Hume, é indecidibile la questione se il mondo materiale naturale é una successione ordinata (deterministica) di cause da effetti o meno.

Ma se si vuole pensare e parlare sensatamente, non autocontraddittoriamente, allora non si può affermare che é possibile la conoscenza scientifica, ovvero che sono conoscibili le leggi del succedersi o "concatenarsi" causale degli eventi (il che implica necessariamente che esse realmente "vigano", non potendosi conoscere veracemente che qualcosa esiste realmente se tale cosa non esiste realmente; id est: implica necessariamente la realtà del determinismo, per lo meno in un' accezione debole, probabilistica-statistica), ed inoltre -contraddicendosi- che é reale l' indeterminismo (in generale, e dunque anche la sua fattispecie "libero arbitrio" nell' ambito dell' agire umano o animale).

In caso di possibilità della conoscenza scientifica, conoscere (non sempre possibile di fatto) il ventaglio dei possibili, indeterminati eventi futuri non può essere non contraddittoriamente, sensatamente inteso che come la loro soggettiva calcolabilità e prevedibilità (dato un determinato contesto noto, cioé data la -limitata- conoscenza soggettiva di un determinato contesto), nell' ambito del loro oggettivo accadere necessariamente determinato (per lo meno nei loro rapporti quantitativi complessivi, se non anche in ciascuno di essi) secondo regole o modalità  iderogabilmente determinate, e dunque univocamente, necessariamente in un unico modo. Mentre solo se non "vigessero" realmente tali regole o modalità  iderogabilmente determinate (ergo: se non fosse possibile al conoscenza scientifica), allora non autocontraddittoriamente, sensatamente si potrebbe pensare realmente possibile l' indeterminismo in generale, e nel suo ambito in particolare l'indeterminismo (ovvero: il libero arbitrio) dell' agire umano.
Questa é una dimostrazione logica della sicura, certa incompatibilità dell' indeterminismo, per lo meno in senso forte, con la conoscenza scientifica.
Circa la (eventuale; qui non dimostrata impossibile) compatibilità con la conoscenza scientifica di un indeterminismo debole (probabilistico - statistico), a proposito della questione del libero arbitrio essa si limiterebbe a stabilire che ciascuna singola azione umana é casuale (indeterminata: ergo del tutto casuale, fortuita, come se ogni singola scelta umana conseguisse a un "interiore lancio di un dado o più dadi non truccati": una certa opzione se uscisse un certo numero da 1 a 6 oppure da 1 a 12 o da 1 a 64, ecc., una qualche altra opzione se, del tutto a casaccio, uscisse un qualche altro numero), mentre il comportamento complessivo di ogni uomo (il rapporto fra le scelte più o meno buone e quelle più o meno malvagie, ovvero quello che ne stabilirebbe le caratteristiche etiche, posto che nessuno é perfetto e anche i migliori prima o poi compiono qualche azione riprovevole e anche i peggiori qualche azione encomiabile), sarebbe comunque inderogabilmente deterministico.
Credo che chi (coltivando di fatto in questo modo dentro di sé un insuperato "residuo di religiosità" o di "soprannaturalismo"; magari suo malgrado: ti invito senza sicumera, amichevolmente a rifletterci...) aspiri ad essere dotato di libero arbitrio ritenendo aprioristicamente, soggettivamente "degradante" o in qualche modo "sminuente" la propria umanità il fatto di agire nel modo in cui funzionerebbe una qualsiasi macchina, non potrebbe esserne troppo soddisfatto (per lo meno, se anche non ne fosse  invece completamente deluso nella sua aspirazione; che personalmente non condivido).

Se vuoi che tela dica tutta, penso che la concezione epicurea del divenire, con il "clinamen", trattata con evidente approvazione da Marx nella sua tesi di laurea, é incompatibile con la possibilità della conoscenza scientifica, contrariamente a quella democritea.

Circa la maggiore apparente "libertà" dell' agire umano rispetto al resto del divenire naturale (in caso di conoscibilità scientifica), essa si riduce puramente e semplicemente alla molto maggiore complessità e dunque soggettiva imprevedibilità o incalcolabilità di fatto del primo rispetto al secondo, nell' oggettivo identico divenire deterministico per lo meno in senso debole: tutto lì!
#1191
Citazione di: Ipazia il 10 Dicembre 2018, 08:03:00 AM
Citazione di: sgiombo il 09 Dicembre 2018, 11:42:34 AM

Quella della libertà o meno da costrizioni estrinseche mi sembra tutt' altra questione, molto più filosoficamente (sia ben chiaro: per quanto riguarda la conoscenza della realtà astrattamente considerata) banale: ...

....Ma la libertà da costrizioni e inique limitazioni estrinseche della propria volontà (cui aspira chi lotta per questo nobilissimo scopo) non é né "libertà terra terra" (anzi!), né la libertà intesa "filosoficamente" coma libero arbitrio (per chi come me crede che si tratti di un' illusione; e anche per chi lo ritiene reale).


Di questa nobilissima libertà è tempo che la filosofia, almeno quella della prassi, si faccia carico, scendendo dall'Olimpo delle Idee Assolute che ormai hanno sfondato tutti i muri della banalità.
Citazione
MI pare abbia almeno cominciato a farlo (più o meno bene) da tempo.


Il comportamento umano è territorio di (in)determinismo debole segnato dal bivio dell'opzione che trasforma, con rigore filosofico "assoluto", la questione l.a. in questione etica.
Citazione
Questo però andrebbe dimotrato, non solo enunciato.


Spalancando con ciò le enormi praterie filosofiche non solo di una Spartaco che lotta contro le "coercizioni estrinseche", ma pure di un Engels e di un Marx che superando le "coercizioni intrinseche" di classe si mettono a scrivere la Bibbia degli esclusi.
Citazione
Le scelte degli intellettuali borghesi Marx ed  Engeks di stare dalla parte della classe del proletariato contro la "propria" non sono una confutazione del determinismo: niente impedisce che ciò accada deterministicamente in seguito alle vicende personali e sociali di ogni soggetto umano.

Citazione di: sgiombo il 09 Dicembre 2018, 11:42:34 AM

Che mio figlio quando era piccolo soggettivamente fosse convinto (illusoriamente) di voler fare incondizionatamente, per libero arbitrio quello che talora gli ho impedito (o a volte tentato vanamente di impedire) che facesse non inficia minimamente il fatto che invece lo voleva come effetto deterministico inevitabile di cause costituite dal suo "modo di essere" (tanto per intenderci).


Quel "vanamente" sconsolato dimostra quanto debole diventi il determinismo una volta installatosi nella psiche di un cucciolo  ;D Un determinismo autocontraddittorio a partire dalle sue stesse pulsioni, come se la natura, che teleologica non è, si fosse sfidata da sola, producendo materia vivente teleologica assai. Dialettica pura, in cui la causa finale emerge dal sua negativo ...
Citazione
Non vedo proprio dove stia la dimostrazione (e nemmeno la sconsolatezza": mi pare semplice realismo).

Concetti autocontraddittori come quello di "natura, che teleologica non è" ma che " si fosse sfidata da sola, producendo materia vivente teleologica assai" per me sono del tutto senza senso.
#1192
Citazione di: Ipazia il 10 Dicembre 2018, 09:00:32 AM
Il tertium è la causa finale, la sintesi dialettica, il processo deduttivo-induttivo che inventa il futuro nell'arco logico che va dalla ricerca scientifica più avanzata al gettare la moneta per aria. Salvo, duemila anni dopo, accorgersi che era meglio se usciva "testa". Pur non sapendo se sarebbe stato veramente così. E neppure fra duemila anni lo sapremo. Se ci arriveremo. Perchè, accidenti a parte, abbiamo scardinato anche il rassicurante codice genetico previsto da mamma Natura. Rasentando veramente il libero arbitrio.


Le cause finali (se proprio vogliamo continuare a tenere in considerazione oltre i limiti della storia della filosofia, entro i quali é certamente di notevole interesse, questo reperto archeologico aristotelico), e comunque le intenzioni e gli scopi umani, non dimostrano il libero arbitrio essendo compatibilissimi con il determinismo (anche nelle scelte di intervenire tecnicamente sul codice genetico, oltre alle molteplici altre); mentre la ricerca scientifica addirittura ne necessita (per lo meno in forma debole).
#1193
X Everlost e Iacopus

Sia quando si agisce senza sforzarsi di scegliere a ragion veduta (perché magari si compiono azioni ripetitive, banali, comunque irrilevanti e sicuramente non pericolose), sia quando si pondera una scelta e la si compie a ragion veduta, logica impone che ciò accade in quanto determinato dalle circostanze (innanzitutto interiori, quanto alla volontà in sé, alle intenzioni), oppure in maniera non determinata da alcunché, id est: casuale.

O scegliamo più o meno bene perché siamo persone più o meno buone buone e più o meno male perché siamo persona più o meno malvagie, oppure scegliamo più o meno "bene" (in realtà: fortunatamente) o più o meno male (in realtà: sfortunatamente) senza alcun motivo determinate, id est: a casaccio.

IL "tertium", se esiste, me lo dovreste mostrare (e il flatus vocis "libero arbitrio" non ne é di certo un esemplare). 
#1194
Citazione di: and1972rea il 09 Dicembre 2018, 22:02:45 PM
Lo sviluppo del motore a combustione , per esempio, è un prodotto della logica induttivista, ed il suo utilizzo apparentemente vantaggioso produsse per secoli ciò che solo ora , nel momento in cui il danno è giunto, abbiamo compreso essere più nocivo che utile;
Citazione
A parte il fatto che la maggiore o minore utilità o dannosità del motore endotermico non é una sua quelità assoluta ma dipende dal come e quanto viene prodotto ed usato,

rilevo che "solo ora , nel momento in cui il danno è giunto, abbiamo compreso essere più nocivo che utile"

é un' induzione

(altrimenti avresti dovuto limitari a scrivere che "finora, nel passato e fino al presente ha fatto più male che bene", ma sul futuro e in generale (al di là della somma pedisseque delle singole osservazioni particolari di cui disponiamo e disporremo) non si può sapere nulla (nemmeno se il motore a scoppio é -sarà, si rivelerà essere- più dannoso che utile o viceversa)

Con l' induzione si possono fare e avere conoscere generali - astratte più o meno buone o cattive (e si può ovviamente anche sbagliare, come i tacchini di Bertrand Russell), ma senza induzione non si può conoscere null' altro che l' immediato presente e agire che a casaccio (se speri che così facendo hai più probabilità di vivere bene e a lungo dei tacchini, auguri!).

Allo stesso modo il tacchino panciuto ha proseguito nelle sue stolte inferenze sino all'evidenza della mannaia,ma in tutto questo la conoscenza scientifica e la verità dell'induzione non hanno potuto prevedere nulla che non si fosse già abbattuto sui poveri colli degli sprovveduti animali...
L' impotenza della logica induttivista rispetto alla propria incapacità di prevedere il reale, quindi, è palese.
Citazione
No, é solo palese la dubitabilità in linea di principio dell' induzione.
Rispetto alla quale non esiste comunque alcuna minimamente valida alternativa possibilità di conoscenza generale astratta e di calcolabilità del futuro che consenta di agire a ragion veduta, con fondate speranze di conseguire i propri scopi (purché realistici, ovviamente) e non finire male.

O  credi forse di cavartela meglio dei tacchini di Russell con gli oroscopi e i tarocchi?
#1195
La stragrande maggioranza (la quasi-unanimità) dei responsabili (in varia misura, a vario titolo) del nefasto destino che attende l' umanità non si é mai posta il problema dell' attendibilità delle nostre conoscenze (scientifiche e non) ma agisce istintivamente, seguendo senza senso critico credenze e pulsioni conformisticamente diffuse.
La stessa comprensione dell' ineluttabilità di tale destino (se non si realizzeranno presto profondissime trasformazioni degli assetti sociali vigenti; improbabili, purtroppo: il tempo stringe terribilmente!) si fonda sulla conoscenza scientifica e sulla confidenza nella verità dell' induzione (seppure indimostrabile, come ci ha insegnato Hume); senza la quale nessuna considerazione circa i destini stessi dell' umanità avrebbe fondamento alcuno.

E le flebili speranze di scampare a tale ingloriosa fine stanno tutte in un' adeguata e tempestiva comprensione razionale, scientifica sufficientemente diffusa a livello di massa della realtà in cui viviamo.
#1196
Citazione di: Ipazia il 09 Dicembre 2018, 19:06:38 PM
Ma neppure per sogno. I più impuniti, riusciti e prolungati genocidi contro l'umanità si sono commessi with God on their side ben prima del XX secolo.
Citazione
Questo lo ritengo per lo meno discutibile (per lo meno in rapporto a tempo che hanno avuto a disposizione i genocidi di turno): in quattro anni la seconda guerra mondiale ha fatto fra i 65 e i 70 milioni di vittime. E in due giorni le bombe atomiche amerikane 60 000 in due soli giorni (48 ore; senza contare le ulteriori decine di migliaia dei decenni successivi); peraltro anche l' imperialismo amerikano, come del resto quello nazista, pretende di avere Dio al suo fianco.
Se  -ammesso e non concesso, per assurdo- "le cose potessero continuare così" indefinitamente, sospetto che tutti peggiori "rekord di barbarie" del mondo pre-moderno sarebbero inesorabilmente superati.
"Grazie" alla maggiore potenza dei mezzi a disposizione, ovviamente.


Ma tutto questo che c'entra con Hume ?
Citazione
Beh, siamo andati alquanto fuori tema.
#1197
Citazione di: and1972rea il 09 Dicembre 2018, 18:19:25 PM
Citazione di: Ipazia il 09 Dicembre 2018, 12:47:57 PM
Citazione di: and1972rea il 09 Dicembre 2018, 12:32:28 PM

...ma siamo davvero certi che i bimbi schiavi che stanno morendo nelle miniere di coltan appartengano alla barbarie di un passato pre-scientifico, e che oggi il mondo così ben spiegato alle nostre lucide menti sia più giusto ed evoluto  di quello in cui il grande libro della natura fatto di simboli e riferimenti sacri seminava pericolosa superstizione nelle ingenue fantasie di poveri ignoranti?...

Direi proprio di sì visto che nel grande libro della natura uno può continuare a vederci simboli e riferimenti sacri, ma altri ci trovano anche i rimedi alla salute di coloro che ci vedono solo simboli e riferimenti sacri, con grande giovamento per tutti. La barbarie c'è anche col progresso della conoscenza, ma senza quel progresso c'è solo barbarie.
Il ventesimo secolo, il secolo del progresso della conoscenza, ha prodotto più barbarie di tutti i precedenti messi insieme, portando l'inciviltà e la disumanità ai livelli più elevati della storia. I dati di oggettivi, quindi, sembrano affermare una sola scientifica considerazione: la civiltà ed il progresso della conoscenza procede di pari passo con l'involuzione dei costumi e con la disennata propensione umana all'autodistruzione.È quindi evidente che le due tendenze non sono distinte ,il progresso ha portato alla barbarie,ed il resto delle considerazioni rimangono fuffa e alibi per poter proseguire egoisticamente a massacrare il nostro mondo e la nostra umanità.

Dissento.

Il progresso umano (che nessuna provvidenza garantisce ma si può perseguire solamente in un' "eterna" lotta contro l' inciviltà), é qualcosa di non affatto lineare e incontrastato, non procede in una sorta di ininterrotta e inesorabile "marcia trionfale" ma invece presenta fasi alterne di avanzata e di involuzione.

Ciò che é aumentato indubbiamente nel corso della storia e in misura particolarmente drammatica negli ultimi secoli é l' umano potere di trasformare (tanto in meglio quanto in peggio) la natura (nell' inderogabile rispetto-applicazione più o meno conseguentemente consapevole e finalizzata delle leggi oggettive del suo divenire), che ha amplificato a dismisura la portata e le conseguenze dell' attività umane nel bene e nel male, non l' iniquità o la malvagità umana.

Il terribile problema che abbiano davanti a noi, uomini del XXI secolo, é che tale spropositato aumento della potenza trasformatrice della natura da parte nostra (tanto in meglio quanto in peggio), affinché non porti all' estinzione prematura e di sua propria mano del nostro stesso genere umano, esige oggettivamente a brevissimo termine il superamento (rivoluzionario) dei dominanti rapporti di produzione capitalistici; i quali, implicando necessariamente la concorrenza fra imprese produttive di beni e servizi reciprocamente indipendenti nella ricerca a qualunque costo e a breve termine temporale del massimo profitto possibile, inevitabilmente determina un incremento tendenzialmente illimitato di produzioni e consumi con conseguente inevitabilmente crescente alterazione distruttiva delle risorse naturali necessarie alla nostra sopravvivenza in un' ambiente realisticamente (e non fantascientificamente o ideologicamente: ideologia scientista) a noi disponibile e da noi praticabile limitato.

Fino alla metà del secolo scorso questa drammatica condizione poteva non apparire evidente, stanti i limiti dello sviluppo fino ad allora raggiunto dalla conoscenza scientifica e dalle altre forze produttive-distruttive umane, cosicché ci si poteva illudere che il discontinuo e non incontrastato sviluppo della civiltà umana comunque prima o poi ("questione di tempo") avrebbe consentito sicuramente di superare rapporti di produzione capitalistici (oltre tutto iniqui e tendenzialmente sempre più gravemente iniqui); ora invece é del tutto evidente (per chi non voglia deliberatamente foderarsi gli occhi di spesse fette di salame) che "il tempo stringe" terribilmente, e potrebbe "benissimo" darsi che prima che si consegua questo non facile risultato storico le condizioni fisiche, chimiche e biologiche obiettivamente, ineluttabilmente necessarie alla nostra sopravvivenza come specie vengano irrimediabilmente distrutte.
#1198
Varie / Re:Varie
09 Dicembre 2018, 13:45:51 PM
E anche Phil mi "ruba" le risposte (le prime due che ha dato, le altre due mi sembrano sbagliate); mannaggia!

Me ne rimane almeno una terza: una parte (che unitamente a tutte le altre parti scompare lasciando luogo a un tutto; unitamente a qualche altra parte diventa un' altra, diversa parte).
#1199
"Tremenda" Ipa, mi hai "rubato" la risposta!
#1200
Citazione di: and1972rea il 08 Dicembre 2018, 22:44:15 PM
Citazione di: Ipazia il 08 Dicembre 2018, 18:35:00 PM
Ci fossimo fermati all'inconoscibilità del Vero e alla speranza in "Qualcuno" che vegli su di noi saremmo ancora fermi ai sacrifici umani e alle processioni di fronte a qualsiasi avversità naturale.
...ora, fortunatamente, siamo progrediti a tal punto e sul punto di poter distruggere finalmente noi stessi insieme all'intero pianeta  in modo scientifico e del tutto civilmente... 😉👍

Ma anche al punto di poter lottare per impedirlo e consentire un ulteriore sviluppo delle civiltà umana.

E comunque il fatto che l' esito della lotta potrà essere (anche) l' autoestinzione dell' umanità non giustifica in alcun modo la barbarie e l' inciviltà del passato pre-scientifico.