Citazione di: Jacopus il 19 Gennaio 2022, 21:24:29 PMQui ritorni però alla tendenza all'oggettivazione della scienza.
Fatte le debite attenzioni va, però, nuovamente ribadita la distinzione fra verità "fisica" e verità "etica". Infatti nel primo caso è difficile trovare argomenti a contrario rispetto al fatto che la forza di gravità è una realtà "vera". Anche nel caso in cui non vi fosse condivisione e gli scienziati pensassero che la gravità sia causata da una potente calamita posta sotto il monte Bianco, sarebbe sempre la massa del pianeta Terra a determinare la forza di gravità. Quella realtà esiste indipendentemente da come viene descritta.
L'unica cosa che esiste e continuerà a esistere è il fenomeno della caduta di una cosa.
La spiegazione scientifica di tale fenomeno, ovvero che la massa della Terra esercita una forza di attrazione, è un'interpretazione che nel futuro sarà sostituita da altri racconti, in concomitanza con cambi di paradigma della fisica.
Ciò che conta per la scienza è la validità operativa della formula. Questa rimarrà anche dopo eventuali cambi di paradigma. Ma una formula non è una spiegazione, non è l'esposizione del significato del fenomeno che si sta studiando.
Questo per dire quanto la scienza sia contemporaneamente potente nel calcolo e ottusa nella comprensione.
Secondo me il problema dell'ambiguità del concetto di verità sta nel fatto che tradizionalmente la ricerca del sapere si è svolta cercando di capire che cos'è un certo fenomeno, che cos'è la sua essenza.
E i fenomeni apparentemente permanenti dovevano avere per forza un'essenza altrettanto permanente. Quindi eterna, universale etc.
I greci, che hanno sviscerato la cosa fino alla follia, avevano però una concezione del tempo ciclica. Erano ossessionati dal rapporto divenire-essere, cioè dal rapporto tra il continuo processo di trasformazione della natura e il fatto che da essa continuino a venir fuori cose identiche (o meglio simili).
Con la tradizione giudaico-cristiana ci siamo abituati alla concezione lineare del tempo, e all'idea di sviluppo, di evoluzione.
Questo ha avuto un impatto sia per quanto riguarda il modo di interpretare la storia che la natura. Ora "sappiamo" che i modi di vivere hanno subito radicali cambiamenti, e non c'è nulla che faccia pensare che non possano continuare a mutare.
Ora "sappiamo" che la natura stessa, le sue forme, sono cambiate nel corso dei millenni, e che continueranno a farlo.
Ma nello stesso tempo abbiamo a che fare con un concetto di verità che nel tempo ha accumulato varie stratificazioni, e continua a mantenere in se' quel rimando alle essenze eterne accanto all'accezione relativamente recente di interpretazione (personale o genericamente pubblica, convalidata dal sapere pubblico).
