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Messaggi - daniele22

#1201
Citazione di: bobmax il 18 Gennaio 2023, 15:22:33 PMNon so quanto la matematica influisca sul mio modo di esprimermi.
Di certo lo è la mia lunga esperienza nella analisi della realtà.
Soprattutto per quel che riguarda la ricerca del semplice.

Tuttavia, il Nulla è per me una consapevolezza originaria. Direi che è "la" consapevolezza che plasma tutta la mia vita.

Vi è l'esser-ci, cioè il mondo rassicurante con i suoi qualcosa, e vi è la percezione, per lo più sotterranea ma sempre pronta a mostrarsi, della loro assoluta nullità.

L'esser-ci non è Vero!
Questo è quello che dice il Nulla.
E solo questo può dire.

Ha poco a che vedere con la matematica. Perché la matematica è già tutta nell'esserci.
Anche con il suo zero, che non è il nulla. Perché lo zero indica l'assenza di qualcosa che potrebbe invece esserci.
Mentre il Nulla è la negazione di questa possibilità.

Riguardo al Paradiso terrestre, sono convinto che sia stato del tutto frainteso.
Perché quello era il paradiso dell'ignoranza, della inconsapevolezza.

Adamo ed Eva sono equivalenti al prigioniero che, liberatosi della catene, esce dalla grotta platonica.
E infatti Caino rappresenta l'effetto pratico della raggiunta consapevolezza.
È il primo uomo a pentirsi per il male fatto!
Non per niente Caino è agricoltore mentre Abele è pastore.

La civiltà avanza e diventiamo consapevoli del bene e del male.
È sufficiente intendere la voce di Dio come l'interiorità dell'uomo e tutto torna.

Il bene non ci riconduce al Paradiso terrestre.
Potremmo tornarvi solo a patto di rinnegare la consapevolezza acquisita del bene e del male.

È invece il male che, rifiutandolo perché vero ma inaccettabile, ci costringe ad avanzare, ci fa tornare al Padre.

Dal nulla nasce nulla Bob, come può una consapevolezza originaria essere il nulla?
#1202
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
18 Gennaio 2023, 15:26:31 PM
Citazione di: iano il 18 Gennaio 2023, 10:29:19 AM@ Daniele.
la mancata puntualità che sempre più insistentemente lamenti di risposte ai tuoi post temo preluda ad una tua fuoriuscita dal forum, cosa che considero come un impoverimento del forum, e quindi un impoverimento personale facendone parte.
Lascia quindi che faccia un tentativo di scongiurare ciò, dicendo che non credo ci sia qualcuno che si sentirebbe di darti torto, perchè non credo che vi sia alcuno in questo forum che non si sia trovato a modo suo, e continui trovarsi, nel frangente che lamenti.
Io mi ci trovo una volta si e una volta no.
Mi sembra a volte di parlare da solo, ma alla fine ho dovuto realizzare, non cedendo al nervosismo, che questo parlarsi da soli a cui a volte si riduce la comunicazione ha comunque un suo valore, se quando raramente mi succede di rileggere qualche mio post, specie se molto vecchio, mi sembra sia stato scritto da un altro.
Anzi giuro che, se sopra non leggessi Iano, difficilmente lo riconoscerei per mio, e non riconoscendolo come mio potrei decidere di ''rispondermi'', ma anche no.
A volte così mi chiedo se vale davvero la pena di continuare a parlare con un me stesso che non sempre mi risponde.
Ma tu potresti davvero giurare di essere nella posizione di quello che non riceve risposte, e non anche nella condizione di quello che non ne dà?
Non sempre di risposte ne abbiamo, a volte facciamo solo Rock 'n' Roll. Sono solo canzonette Daniele, non metterci alle strette.
Vogliaci dunqueperdonare in anticipo e a prescindere, come noi ti perdoniamo, per le risposte che non ci daremo. :)
Magari è solo che a volte lasciamo talmente maturare le nostre risposte che alla fine cadono.
Magari se ne riparla poi alla prossima fioritura e alle prossime mele, che sembrano le stesse dell'anno prima, ma che non sono mai uguali.
A volte le cogliamo, a volte cadono.



Non preoccuparti iano, ti ringrazio per il messaggio, ma non so proprio come ti sia venuta questa idea ... sei un bel diavoletto pure tu. Non me ne vado proprio dal forum, ma come? non hai ancora capito che sono in missione per conto di io?, o Dio, decidi tu. Quello che dico sulle mancate risposte è solo un invito ad una serietà che qualora manchi in un sito dedicato alla cultura lo farebbe cadere di molto, relegandolo alle categorie più basse dei cosiddetti social. Va ben che questa è la sbobba che ci dobbiamo mangiare quotidianamente, ma almeno ho il coraggio di dirlo chiaro e forte. Soprattutto perché è un invito anche al dovuto rispetto che si deve alle persone, nonostante queste stesse persone a cui manca tale rispetto si ergano poi a paladini della giustizia sociale. Belle facce di bronzo! ... E magari ti tacciano di essere un venditore di fumo, ma scartando sempre il dialogo sul piano logico razionale. Iano non è a te che imputo in particolare queste non risposte, comunque pur non giurando che non si sa mai, da quando son qui le risposte le do sempre a meno di non avvisare prima. Dopo, più o meno da quando andossene l'illustrissimo, la buona sorte sia sempre con lui, ho cambiato registro, son divenuto un po' più aggressivo e ora come ora proprio non considero più certe figure a meno che non si presentino loro a me e in panni almeno decenti. Ciao
#1203
Storia / Re: Il mistero delle grandi menti del passato
18 Gennaio 2023, 14:46:33 PM
Ciao Claudia, ti riporto qui il mio primo pensiero in questo Topic:
"Le grandi menti per me sono solo fanfalucche. Un mito che non ha una solida ragione d'essere. Per come la vedo esisterebbero solo persone che si dedicano con grande passione verso tematiche da cui sono attratte. Se uno lavora con dedizione e serietà raggiungerà alti obiettivi. Certo può intervenire un talento naturale, e forse questa coincidenza tra talento, dedizione e serietà può far nascere ciò che noi chiamiamo un capolavoro. Si tratterebbe quindi anche di fortuna."
Naturalmente tendo sempre ad esagerare, però la sostanza c'è tutta. Comunque sottoscrivo tutto quello che dici, ma faccio una precisazione sul tuo ultimo pensiero. Riguardo all'ordine dell'universo immagino possa esser vero che tutto sia causale, ma un alieno che vive in pianeti difformi dal nostro difficilmente vedrà l'ordine che vediamo noi, ne vedrà invece uno suo proprio. Un saluto
#1204
Citazione di: bobmax il 18 Gennaio 2023, 09:25:30 AMMi sto convincendo, che il male che commettiamo altro non sia che un frutto dell'amore.
Così come d'altronde lo è tutto quello che avviene.

Perché l'amore governa ogni cosa.

Ciò può sembrare assurdo, in quanto con amore si intende volere il bene, non il male!
Ma non è proprio così...

Perché ciò che brama l'amore è il Bene in quanto Uno.
E l'Uno è negazione della negazione.
Ossia annullamento di ogni contrapposizione.

Quindi il male è, diciamo così...
da un lato lo scarto di ciò che viene rifiutato man mano nella ricerca e dall'altro la motivazione della ricerca stessa.

Senza il male, rimarremmo nel Paradiso terrestre. Cioè saremmo davvero perduti.
 

Faccio sempre fatica a comprenderti Bob, forse perché ti presenti in modi più matematici che discorsivi. Infatti, quello che per te è il nulla, quindi lo zero immagino, per me sarebbe invece l'individuo che accetta di portare avanti le sue maschere. Quindi, immaginando di seguire il tuo discorso, l'uno, cioè chi dismette la maschera, nega lo zero, cioè chi continua ad indossarla.
Poi tu dici questo:
"Quindi il male è, diciamo così...
da un lato lo scarto di ciò che viene rifiutato man mano nella ricerca e dall'altro la motivazione della ricerca stessa."
A suo tempo, parlando con Donald Duck ebbi a dire che secondo me le scoperte costituiscono delle provocazioni, pur riscontrando che anch'io cercassi di provocare con la mia scoperta. Concludevo chiedendo: Ci sarà pur un motivo se mi contraddico accettando di essere così facendo un provocatore?
Concludi poi:
"Senza il male, rimarremmo nel Paradiso terrestre. Cioè saremmo davvero perduti."
Ecco, io dico invece: Con il male siamo usciti dal Paradiso terrestre e grazie al bene potremmo forse ritornarci. Un saluto
#1205
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
18 Gennaio 2023, 09:28:27 AM
Citazione di: Ipazia il 18 Gennaio 2023, 08:03:00 AMPerchè follia ? L'Everest (la montagna cui abbiamo attribuito quel significante condiviso) esiste solo quando qualcuno l'osserva ? Prima non esisteva (i giochini sul significante non valgono come risposta) ?
Quando la gente mi dice che la luna esiste anche se non la guardo io sorrido tra me e me e lascio perdere. Ma quando me lo dice una persona che si dice sensibile alle questioni filosofiche un po' mi fa innervosire. Intanto, per come la vedo io, avresti forse dovuto dire che è l'essere ad esistere a prescindere dal rapporto osservatore-osservato e non l'esserci, ma non sarebbe sostenibile ugualmente. In ogni caso l'essere sarebbe comunque un conio umano dovuto all'osservazione che compie l'esserci. Quindi dimentichiamoci di esistenze a prescindere dagli osservatori osservanti. Quello che poi queste persone esperte non intendono comprendere, dimostrandosi anzi assai ostinate al riguardo, sarebbe che è vero che l'Everest esiste anche se non lo guardo, ma fatalità io non l'ho mai visto. Io però non ho alcun dubbio sul fatto che l'Everest esista, ma quel che cerco di spiegare a costoro che mi fanno innervosire sarebbe che non è importante il fatto che l'Everest esista anche se non lo guardo, bensì che l'Everest esista comunque nella mia testa. E questo accade perché qualcuno mi ha detto che esiste l'Everest e io gli credo. Siccome me l'ha detto il libro di scuola diciamo che son così propenso a fidarmi. Resta il fatto che l'Everest, per quel che mi riguarda, esiste solo nella mia testa, dato appunto che non l'ho mai visto. A questo punto, siccome in questo forum da parte di qualcuno c'è molta maleducazione e poco rispetto per il tempo che uno dedica al dialogo gradirei che tu rispondessi e non che ti dileguassi come fanno tanti che gettano il sasso e poi li rivedi che si dedicano ad altro senza curarsi minimamente del tuo tempo sprecato, perché a 'sto punto è proprio sprecato, a parlare con loro. Dopo poco che entrai nel forum mi hai detto al proposito che forse si vergognavano a farlo data la pochezza del mio pensare. A parte che questo non sarebbe secondo me un motivo sufficiente per non rispondere, puoi benissimo dirmelo ancora una volta se è questo che devi dire, mica mi offendo. Un saluto
#1206
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
17 Gennaio 2023, 23:27:15 PM
Citazione di: Ipazia il 15 Gennaio 2023, 16:03:45 PML'esistere, o l'esser-ci, se preferite, è fondato nel tempo di vita di ogni ente indipendentemente dal rapporto soggetto-oggetto, osservatore-osservato. La montagna, sequoia, umano, gatto, hanno un tempo di vita che resiste a qualsiasi sofisma, che al massimo può attaccare il significante loro attribuito da un intelletto umano. Laddove il reale si fa razionale e comunicabile.
Scusa Ipazia, questa me l'ero persa e l'ho notata solo perché l'ha ripresa niko. Vorresti spiegare meglio cosa intendi dicendo che "l'esserci" è fondato nel tempo di vita di ogni ente indipendentemente dal rapporto soggetto-oggetto, osservatore osservato? Infatti io avevo ripreso il tema buttandolo sul ridicolo con niko, essendo per me al limite dell'assurdo. Visto però che la metti pure tu in questi termini ribadisco che tale pensiero corrisponda a pura follia ... e pensare che io mi sono autocertificato folle
#1207
Citazione di: bobmax il 17 Gennaio 2023, 19:44:20 PMSì, sì... noi lo sappiamo cosa è male e cosa è bene.
Perché allora io ho scelto tante volte il male?

Mi sono persuaso, che le scelte non avvengono per ciò che si conosce, ma per quello che si è.

Per cui posso benissimo sapere che una certa scelta non è bene... eppure farla lo stesso!
E in questo modo mostro a me stesso non solo la mia malvagità, ma che io stesso sono il male!

Quindi l'inferno è assicurato. Non quando morirò, ma proprio adesso. Perché è adesso che mi ci condanno.

Resta tuttavia una questione aperta.
Se è il mio essere la causa del male, io in effetti non scelgo. Perché agisco in quanto questo sono.

Non vi è cioè alcun libero arbitrio.

E tuttavia la colpa rimane...
Il male resta tale, certissimo.
E quindi il dolore.

Penso che questo significhi che la mia anima deve morire.

E' chiaro che alla tua domanda di sicuro non posso certo rispondere io. Però parli di tante volte e non tutte le volte. A mio vedere, per quel che riguarda il male che gli uomini compiono si potrebbero disegnare due tipologie, a partire da un singolo individuo: una che comprende sia i capi di organizzazioni criminali sia i governi di tutte le nazioni ufficiali. Questo sarebbe un male di serie B, premeditato e comprensibile diciamo e certamente giustificabile da parte di quelli che lo compiono. Di morti ammazzati, comunque, ce n'è per tutti; c'è poi chi va di fino e chi di pesante. Poi ci sarebbe il male di serie A. Tanto per capirci quello evocato dal famoso racconto lungo: "Lo strano caso del dottor Jeckill e del signor Hyde", a mio vedere un piccolo gioiello in forma e contenuto. Ma evocato pure in una forma particolare in "Cuore di Tenebra" (alias "Apocalypse now" - Coppola) di Conrad tanto che le ultime parole di mr. Kurtz furono "l'orrore" ... quasi a commento di quel che aveva vissuto nella giungla perduta. C'è da dire pure che le due tipologie (serie A e serie B) potrebbero sussistere in una persona anche contemporaneamente generando così una tempesta perfetta di malefatte. Però dico che violentare le persone, oppure godere del male altrui, farsi erigere a Dio e giustificare nefandezze compiute a tuo nome, o altre cose che non mi vengono in mente, fanno parte di qualcosa che noi è difficile che si riesca a dominare, così come invece può senz'altro farsi per i mali di serie B. Ma questa azione malvagia non rappresenta la vera natura di una persona. Cioè, rappresenta "la vera natura" perché di fatto la persona agisce così. Ma se nelle mie intenzioni non fosse presente l'intenzione di agire in tal modo non vedo di cosa dovrei ritenermi in colpa. Certamente responsabile, e per questo, il dolore di aver fatto una cosa disdicevole ci sta tutto. Potrebbe pure essere che tu abbia l'intenzione, ma allora deve spiegarsi, nel tuo caso, perché tante volte e non sempre. Naturalmente tutto ciò dovrebbe stimolarci alla ricerca interiore della verità (causa) che fa emergere questo fenotipo malvagio. Un saluto
#1208
Storia / Re: Il mistero delle grandi menti del passato
17 Gennaio 2023, 19:16:03 PM
Secondo me l'opera del genio, a prescindere dai meriti che gli vengano conferiti, viene riconosciuta perché affascina. Affascina la sua forma e al tempo stesso il suo contenuto, là dove appunto questi si fondono. Nell'opera d'arte prevale l'estetica, nella teoria scientifica il contenuto, ma in ognuna di queste due è d'obbligo la presenza di tali componenti che sono tra loro complementari. Raggiungere il top in tutte e due le cose forse ne fa emergere il capolavoro.
Direi poi che lo sguardo è forse più per l'artista, mentre la mente per lo scienziato. Penso inoltre che l'intuizione, che sarebbe un momento di preveggenza comunque relativo alla conoscenza comprensiva pure delle sue sedimentazioni emotive, giunga temporalmente prima dell'opera, ovviamente. Lo scienziato la vivrebbe poi dimostrandola e l'artista al contrario, producendola, anche se a onor del vero tutti e due producono qualcosa ... ma questo dipende pure dal fatto che il tempo va sempre avanti
#1209
Citazione di: bobmax il 17 Gennaio 2023, 17:56:08 PMPenso di aver compreso almeno un poco il tuo approccio.

Sì, il relativismo non è mai superato del tutto.
Perché è animato dalla stessa nostra fede nella Verità. Che non ci permette di adagiarci su qualcosa di definitivo.

Tuttavia proprio questa fede richiede a noi di prendere posizione, di rischiare, in nome del Vero.
Che non conosciamo...

È come se il Vero dipendesse da noi.
E noi dal Vero.

D'altronde, che altro siamo, come essenza, se non la Verità?
Mi fa senz'altro piacere che tu abbia compreso qualcosa di me. Certo che bisogna prendere posizione in nome del Vero ... tu dici poi "che non conosciamo" ... noi conosciamo in parte noi stessi dico io, ma questo "in parte", secondo me, è dovuto tutto al fatto che noi non sappiamo come possiamo comportarci in determinati momenti critici; cioè noi pensiamo, speriamo, ma non v'è certezza fino all'ipotetica ora della verità che magari ci denuda in modo inaspettato e ripugnante. Però lo sappiamo benissimo cos'è il male e cos'è il bene, e dovremmo pure sapere come applicare questa formula nel caso volessimo seguire la norma di non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. Un saluto
#1210
Citazione di: bobmax il 17 Gennaio 2023, 11:35:12 AMNon posso che rispettare la tua posizione.

Ho tuttavia l'impressione che la tua sia una fase, diciamo così, relativistica.

Il relativismo è un momento necessario.
Ma non può durare indefinitamente. Perché poi ne consegue il nostro vivere.

E allora la "verità" finisce di svolazzare. Se non in teoria, certamente nella vita pratica.
Allora, vivendo, o c'è l'assoluto (comunque inconoscibile) oppure il cinismo.
E' in parte vero Bob che io sono relativista, ma è in parte vero che sono un assolutista. E la chiave sta nell'aver io detto: "La verità poi sai benissimo che quando l'hai scoperta è già volata da qualche altra parte ... e lasciala che voli, forse la rincorreremo ancora".
Da un punto di vista filosofico io metto in discussione quello di cui siamo convinti fin dalla notte dei tempi dimenticati. Metto cioè in discussione il punto di riferimento di tutto il nostro parlare, ovvero il riferirsi alla realtà fuori di noi ... un inganno del demonio verrebbe quasi da dire ... ma lasciamo il demonio da parte, oppure no, mi identifico io col demonio. Ecco, la mia opinione è che questa che abbiamo vissuto fino a questo momento costituisce la verità del fatto che il nostro punto di riferimento è la "realtà esterna" e posso ben considerarla una sorta di verità assoluta, anche se in realtà non sarebbe vero. Infatti io la contraddico affermando il contrario. Pertanto anch'io starei affermando una verità assoluta, ma non è così, si tratta invece di un relativismo dal sapore temporale, un continuo gioco di tesi e antitesi, di dire e contraddire. Quella che chiamiamo sintesi è in realtà solo la base di accordo per una nuova tesi, per un nuovo dire. E allora magari qualcuno dirà "no! il principio non sta nel fuoco, ormai è già risaputo chi siamo. Il principio sta nell'acqua!" ... o chissà che altro si dirà. E' chiaro poi che il tempo che corre tra la tesi " quel fatto è andato così" e l'antitesi "no il fatto è andato cosà" e l'eventuale accordo per andare oltre non avrebbe la stessa dimensione temporale che dire "la realtà" sta fuori e la realtà "sta dentro". Per quel che mi riguarda inoltre, il concetto di verità, fintanto che si parla di essa, presuppone comunque un'aspettativa. Pertanto, se vivi nella verità non dovrebbe esserci il tempo. C'hai voglia prima che ci si arrivi a vivere senza il tempo, forse un giorno, mai dire mai. Ti ho chiarito un po' meglio la mia posizione?
Un saluto
#1211
Scienza e Tecnologia / Re: Il supercecchino!
17 Gennaio 2023, 14:23:01 PM
Se la storia fosse vera, secondo me il successo (sempre che di successo si tratti) dipenderebbe molto dalla scuola che possiede il cecchino. Chi è il cecchino insomma, la sua cultura e dove vive, ma soprattutto la sua scuola. Infine, se si affida di più alla tecnologia o all'intuito. Il fatto che avesse un cannocchiale un po' in difetto può dire qualcosa, ma pure l'anemometro di ottima marca. Secondo me è uno di scuola orientale
#1212
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
16 Gennaio 2023, 23:21:03 PM
Citazione di: niko il 16 Gennaio 2023, 20:08:31 PMNoi, incatenati all'unita' della nostra autocoscienza, ci rapportiamo al mondo, degli oggetti inanimati, e degli altri viventi, con cui non ci potremo mai fino in fondo identificare, tramite quello che con il resto del mondo, e con il resto degli altri vivi, abbiamo in comune: la materia.

Si fa un gran parlare, di comunicazione, ma per essere, qualcosa in comune con X, bisogna avere, qualcosa in comune con X.

E questo qualcosa, e' la materia.

Lo avevano capito gli antichi Greci, nell'era omerica e presocratica, con la loro teoria degli effluvi.

Contro cui si scaglio' Platone. Con esiti non proprio felici.

Certo, che siamo materia e apparteniamo alla materia.

La condizione umana non e' :

"sapere di non sapere"

ma e':

"non sapere se si sa o se non si sa".
Il primo pensiero non lo considero, perché poco chiaro a meno di qualche errore che hai fatto.
Siamo materia e apparteniamo alla materia ... bene ... io mi accontentavo di essere un animale, ma se vuoi andiamo pure oltre. Beh, a questo punto dovrei chiederti se sei d'accordo che, per quanto riguarda la propria esistenza, io posso disporre di un gioco superiore di tecniche per sopravvivere rispetto a un pezzo di ferro. Lui dipende moltissimo dalla temperatura, o anche da qualcosa di potente che lo possa spezzare, ma anche da un acido. Noi disponiamo delle mani, dei piedi, delle parole, nonostante tu continui a fare orecchie da mercante, e della possibilità di uccidere il pezzo di ferro in misura di molto superiore a quella che ha lui per uccidere noi. Andiamo avanti? Vorresti portarmi a dire che tutto è scritto e che noi siamo un film dove Atropo taglia il nastro quando vuole? Per me va benissimo, tanto cambia nulla saperlo o non saperlo.
La condizione umana non è "sapere di non sapere", dici tu.
Giusto dico io, semmai sarebbe "presumere di non sapere".
Ma sapere cosa? Allora dico che "presumere" è sostituito a "sapere" poiché io non riconosco propriamente come sapere il sapere appunto che Marte ha due satelliti, tanto per dire.
Allora tu dici che la condizione umana sarebbe quella di non sapere se si sa o non si sa.
Ma sapere cosa? Io riconosco come unico sapere quello che ci dice chi siamo, o almeno questa è sempre stata la mia domanda.
Allora, dal mio punto di vista tu ti trovi nella condizione di sapere e non ti rendi conto di saperlo ... oppure menti spudoratamente.
Facendo poi finta di essere te, che è il punto di vista di quasi tutti, direi che la nostra condizione è quella di non sapere, anche se ci verrebbe da pensare che sappiamo. E ci sarà pure un motivo se ci viene da pensare che sappiamo. Il motivo salta fuori dal fatto che sapere serve e di sicuro tu "sai" che se vuoi attraversare la strada devi prima sapere che non possano investirti 
Un saluto


#1213
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
16 Gennaio 2023, 18:40:44 PM
Citazione di: niko il 16 Gennaio 2023, 17:53:13 PMNon e' il rapporto tra soggetto e oggetto che produce l'esserci, ma la materia e le leggi della fisica.

La vita e' una conseguenza prevista dall'ordine naturale e cosmico, non lo trascende.

Perdona niko, e il soggetto non si rapporta con nessuno?, a meno che tu non ti intenda come facente parte della materia, ma spero proprio di no.
Mi sembra che tu non ti dia proprio conto che la nostra lingua e l'uso che noi se ne fa è compresa nell'ordine naturale delle cose alle quali noi dedichiamo la nostra attenzione. C'è gente che vorrebbe trascenderlo con le proprie circonvoluzioni letterarie, ma è impossibile poterlo fare. In questo caso si può proprio dire che non ci si può alzare da terra tirandosi per i capelli. Comunque, il discorso che fai tu, eliminando la lingua e i testi dall'indagine sul reale, l'ho già fatto sia con Paul11 e con Green Demetr l'anno scorso nel tema filosofico sulla fenomenologia dello spirito. E c'eri anche tu che ogni tanto intervenivi, ma non con me, né io con te. E nessuno dei due ha replicato alla fine; io aspetto sempre comunque. Se vuoi lo riprendiamo io e te. Scegli tu il punto dove intervenire, anche se sai benissimo qual è
#1214
Citazione di: bobmax il 16 Gennaio 2023, 11:11:55 AMDovremmo però chiederci come mai è così difficile questa ricerca di noi stessi.
Perché rimaniamo nel vuoto chiacchiericcio materialista e non prendiamo il toro per le corna?

Secondo la mia esperienza, ciò non avviene perché la ricerca della Verità implica grande sofferenza.

Perché della Verità si tratta quando cerchiamo noi stessi. E infatti possiamo sia indagare nel nostro intimo, sia inoltrarci nel mondo. Ciò che conta è la nostra fede nella Verità.

La ricerca può seguire sostanzialmente due differenti strade, entrambe lastricate dal dolore, in quanto hanno la medesima meta: la Verità.

Una strada è quella razionale. Che consiste nel giungere al limite del comprensibile e lì resistere.
Ci ritroviamo così davanti l'abisso del Nulla. Perché il nostro rassicurante esserci, con tutto quello a cui siamo attaccati, incomincia a vacillare...
Ci ritroviamo perduti.

L'altra strada è quella etica.
Cioè porci la questione del male.
Il male che è nel mondo e che è in noi, il male che noi stessi siamo!
Scavando perciò in noi stessi per svelare ogni ipocrisia, ogni bugia che ci siamo raccontati.
Questa ricerca può avere solo un esito: l'inferno.

Perciò le due strade portano entrambe alla perdizione.
Ma è il prezzo della Verità.

Allora, forse, potremo finalmente conoscere chi siamo davvero.


Ciao Bob ... da tempo ho percepito che ti muovi sulla stessa onda del mio pensiero. Certo, c'è qualche piccola differenza, ma non sostanziale. Io della tua esperienza conosco nulla, a parte quel che mi dicesti durante un dialogo l'anno scorso. Perché non prendiamo il toro per le corna? La mia esperienza mi racconta invece che io l'ho ben preso per le corna, ma non ho sofferto più di quel che una persona qualsiasi possa soffrire. E' evidente quindi che proveniamo da esperienze di se stessi diverse. Quel che non capisco è perché entrambe le strade porterebbero alla perdizione. E' vero che la via razionale ti porta davanti all'abisso, ma l'abisso è stretto anche se sembra largo. Hai mai guardato? La verità poi sai benissimo che quando l'hai scoperta è già volata da qualche altra parte ... e lasciala che voli, forse la rincorreremo ancora 
#1215
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
16 Gennaio 2023, 17:32:23 PM
Citazione di: niko il 16 Gennaio 2023, 15:13:45 PMSecondo me ha ragione Ipazia, quando ha parlato contro i sofismi dell'esserci...

Esiste la materia come equivalente concettuale del "noumeno" rispetto al fenomeno/percezione, e la via, diciamo cosi', berkeleyana (ma anche heideggeriana) di collegare l'esserci alla soggettivita' e' abbastanza fallimentare: i pini esistono solo se qualcuno li guarda?

Solo se qualcuno li immaggina?

Solo se qualcuno di relativamente intelligente a un certo punto del tempo ha concretamente visto un pino, e allora egli fa galoppare la fantasia (o al limite la logica) e immaggina che, nell'immensita' del tempo e dello spazio, vi possano essere altri pini, anche da lui non visti?

Suvvia...

Le forze dipendono dalla relazione tra i corpi, relazione che genera anche la loro posizione, perche' si e' in posizione solo se si e' in relazione, e il concetto di campo le spiega.

Se proprio devo assumere un punto di vista non materialistico, allora ne assumo uno vitalistico:

I pini esistono solo se qualcuno vive, gode e soffre, e deve in qualche modo concettualizzare i pini come parte di un proggetto utile alla vita, alla sua propria vita.

Chi ama i pini, e ne gode, ne invochera' il ritorno; chi non li ama, e ne soffre, la trasfigurazione in altro.

E c'e' il tempo, con le sue due facce, il grande flusso che tutto ripropone e tutto trasfigura, pronto ad accontentare le istanze di tutt'eddue.

Ma, se non avesse amanti e non amanti da accontentare, dei pini come di qualsiasi altra cosa, forse il tempo non scorrerebbe.

Questa e' l'unica concessione che faccio, al soggettivismo.








Non so a chi tu voglia riferirti con questo tuo esordio niko ... sei spesso ambiguo in certi tuoi interventi e tendi pure a glissare o a non rispondere quando ti chiedo qualcosa. Mi sembra di avere già sconfessato il noumeno come feticcio per le proprie fuorviate convinzioni personali. Nel fenomeno c'è tutta la materia di questo mondo parole comprese ... non vi sono i pensieri, anche se la loro esistenza è ammessa da tutti. Quindi, la pietra che ti arriva sul piede produce un immagine tattile, oltre al dolore. Un cavallo che corre produce immagini visive. Il sole, se lo guardi ti brucia la retina. Un colpo di mortaio può assordarti. Le parole, se le ascolti troppo ti fanno fare quello che vogliono loro. Ti preoccupa il fatto che io non consideri gli altri (individui e cose). Gli altri sono fenomeni e io quando vivo mi occupo dei fenomeni. Ma nei fenomeni c'è pure un'affettività a questi, e questo vale tanto per le cose, quanto per le persone, quanto per le idee delle persone. Ci si cura delle immagini nel tempo, fenomeni ... quella è l'unica realtà agibile. Non v'è nessun'altra realtà oltre questa, a meno che tu non la cerchi in modo casuale, sempre ammesso che esista il caso, cosa sulla quale ho fortissimi dubbi. Del caso mosso dagli umani diffido proprio. Ribadisco infine per l'ennesima volta il primato della sensazione nella conoscenza. Qualora ti degnassi di dare una risposta te ne sarei grato. Un saluto