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Messaggi - daniele22

#1201
Tematiche Filosofiche / Re: SOLIPSISMO 2
13 Dicembre 2022, 18:23:24 PM
Citazione di: niko il 13 Dicembre 2022, 12:51:17 PMForse sono stato troppo lungo e non chiaro...

Sostanzialmente il solipsismo si puo' intendere in due modi, quindi, possiamo dire ci sono due tipi di solipsismo: o (1) io proietto il mondo come un Dio gnostico o biblico, quindi secondo autocoscienza E secondo volonta' , facendone di fatto un sogno lucido in cui io decido cosa succede e chi incontro, oppure (2) io proietto il mondo si', ma come un semplice e scalcagnato IO (tipico di certa filosofia moderna da Cartesio in poi), cioe' in qualche modo lo proietto SOLO secondo autocoscienza, in maniera "meramente" proiettiva ed illusiva, con la volonta' che resta sullo sfondo e puo' ben essere frustrata, lasciando spazio all'implicazione della sofferenza.

Ora, la 1 la si scarta subito perche' chiunque con un minimo di sale in zucca puo' constatare che lui non e' onnipotente e beato  come il Dio biblico: al mondo c'e' la sofferenza, e lui stesso soffre.

Con cio', fine del solipsismo del Dio, resta solo da analizzare il solipsismo dell'io.

La 2 e' aporetica, nessuno puo' dimostrare ne' che sia vera, ne' che sia falsa.

Pero' e aporetica ed inquietante, perche' io, proiettando il mondo a prescindere dalla mia volonta', sono RESPONSABILE, di tutta la sofferenza che c'e' nel mondo, e della mia sofferenza; se il mondo e' interamente e senza residuo proiezione dell'io, e l'io soffre, e l'io non sa e non "ammette" di voler soffrire, allora ci sono parti e frazioni dell'io, altrettanto proiettive del mondo, ma non manifeste e non espresse, che in qualche modo vogliono soffrire e lo fanno soffrire.

Insomma se al mondo ci sono solo io, la sofferenza non si spiega in altro modo se non che von una mia responsabilita' personale, per quanto non volontaria.




Ciao niko, intervengo perché mi sembrava che il tuo post fosse diretto a me, più che a Pio, comunque Pio può benissimo sentirsi parte in causa, non so. Il tuo discorso non mi sembra più di tanto sensato. Intanto parli di mente sempre dimenticando il corpo. Riguardo al punto 1 non ti sembra che un semplice individuo come E.Musk faccia già quel che vuole abbastanza senza peraltro sapere se si tratti di un solipsista? Forse dovrà accontentarsi di essere un Dio tra altri Dei, ma si dice che chi si accontenta gode. Al punto 2 fai entrare in scena la volontà di cui parlerò più avanti. Ti dirò quindi che il solipsismo è solo un modo di approcciarsi alla conoscenza rispetto ad un altro. Non vi sarebbe nulla di più. O separi il conoscitore da quel che conosce, o non lo separi. Pertanto, visto che almeno nella nostra tradizione abbiamo sempre agito separandolo (il conoscitore dal conosciuto), possiamo ovviamente constatare che i prodotti della nostra conoscenza attuale sono nelle nostre mani, perfettibili ma abbastanza efficienti mi sembra. Ora si tratta di decidere se sia il caso di introdurre l'individuo con la sua conoscenza personale integrandolo con la nostra conoscenza collettiva, oppure no. Cosa cambia? Prima di dire cosa cambia ci sarebbero da fare un paio di osservazioni. La prima è un distinguo tra la conoscenza collettiva e quella individuale. Il distinguo è rivolto alla qualità e non all'adeguatezza o alla quantità. La seconda riguarda la volontà. Per quel che attiene alla volontà bisogna pur dire che tu eserciti più o meno costantemente una volontà: pochi sarebbero cioè i momenti di completo abbandono. Pertanto, quando scrivi qui dentro eserciti una volontà che di sicuro è quella che ti fa digitare i pensieri, ma non è che l'espressione di questi pensieri sia avulsa da una volontà che a noi è senz'altro sconosciuta in tutto e per tutto. E' però cosa certa che quel che scrivi attinge ad una conoscenza, ma questa conoscenza a cui attingi è appunto qualitativamente identificabile con la conoscenza collettiva? No, dico io, qui si tratta di una conoscenza costituitasi su una memoria personale che è al tempo stesso emozionale e razionale, mentre la conoscenza collettiva resta praticamente nei campi di esistenza della sola memoria razionale. Dato che qui siamo in un luogo dove sembra ci sia poco da guadagnare, sia in termini di danaro che di potere, il problema più di tanto non si pone, ma in altri luoghi? Evidenzio quindi un problema abbastanza attuale. Come fai a distinguere una persona onesta nella sua azione o nella sua espressione di pensiero, da una disonesta? In parole povere, quanta vita collettiva è inquinata da coscienze o conoscenze individuali che non agiscono in modo onesto, ovvero agiscono conformemente alle leggi, ma non conformemente all'etica di una persona per bene in tutti i sensi? Per tale motivo io auspicherei che il conoscitore sarebbe meglio integrarlo nel conosciuto, e vedere così da fuori l'unità criticandola sotto una nuova luce, tutto al fine di intervenire in modi più efficaci per noi nella nostra cara realtà umana
#1202
Tematiche Filosofiche / Re: SOLIPSISMO 2
13 Dicembre 2022, 12:45:50 PM
@Eutidemo : Non ti devi certo scusare con tutti dato che il topic in questione l'ho aperto io. Piuttosto avresti potuto rispondere a me, dato il tuo avallo sul manifesto del solipsismo sul quale invece io ti contestavo l'esistenza di un errore grossolano che però è pure fondamentale. Tra l'altro segnalo quella che a mio giudizio è una cosa poco sostenibile, o espressa male e sarebbe determinata dall'errore grossolano non evidenziato nel manifesto: il nesso causale tra il noumeno ed il fenomeno può essere certamente una fede mentale, ma sarebbe in prima battuta una fede sul fatto che se lasci la mano sul fuoco te la bruci. Un saluto
@ Pio : Circa la tua riflessione sull'onda: qualche giorno fa Kobayashi, contestando qualcuno che sosteneva che il male è assenza di bene rilevava giustamente che viviamo più che altro in mezzo al male e che il bene venga più che altro come sollievo dal male. Pertando, il mare sarebbe il dolore, mentre l'onda la naturalezza con la quale il pensiero cerca di sfuggire al mare
@niko : Contesto la prima parte del discorso, ma per ora lasciamo perdere. Delle due ipotesi che metti in campo la seconda non mi è del tutto chiara, ma la numero 1 è senz'altro vera e così mi collego a @Ipazia la quale nel suo ultimo intervento sostiene che tutti i parti della mente sono legittimi, ma è la realtà il giudice che li assolve e condanna una volta cresciuti. Mi vien da chiederle  se prevede che la realtà li risolverà con rivolte sanguinose, con guerre oppure con la ragione, dato pure, e qui mi si conceda un po' di propaganda, che il capitalismo senza dubbio alcuno è un parto metafisico. Alla fine mi sembra che l'intervento di @iano sia il più sensato di tutti, anche se ventilato da Ipazia.  L'intersoggettività intesa pure come forma di espressione democratica dovrebbe essere infatti il metro con cui si afferma l'individuo, però al solipsismo che nulla è se non una parola come tante altre, riconosco senz'altro un valore pratico determinante nella società odierna: cioè che la sua sentenza sul fondamentale egoismo dell'individuo sia importante. Un egoismo che dovrebbe manifestarsi anche come altruismo di gruppo, di affettività, di compassione reciproca, anche tra pochi singoli, cosa di cui abbiamo quotidianamente anche testimonianza. Un egoismo quindi che in teoria dovrebbe manifestarsi più marcatamente altruista, ma ne sarebbe inibito e impedito da un mostro metafisico che ci domina e da una mentalità un po' "soggetto a rischio". E allora è facile per il solipsista riconoscere chi è altruista da chi vende chiacchiere spacciandole per potenziali azioni altruistiche, proprio perché è ben trincerato nella convinzione che l'altruismo è una concessione dell'egoismo, e siccome la realtà odierna ci ha condotti ad una diffidenza esasperata, renderla manifesta, data una eventuale pubblica ammissione della pregnanza dell'egoismo nell'individuo, contribuirebbe a mettere molto più agevolmente il venditore di fumo con le spalle al muro
@Bobmax : ciao vecchio Bob, l'altro giorno ti ho chiesto qualcosa circa le colpe dei padri e la salvezza dei credenti. Beh, io non credo in Dio, ma dato che sarebbe infinitamente più potente di me lascio a lui l'incombenza semmai di giudicarmi. Nel topic che ho in piedi con Green Demetr, speriamo stia bene, sulla "Fenomenologia dello Spirito di Hegel" dico pure che secondo me la sensazione (interiore) è quella che darebbe origine a qualsiasi tipologia di fede. Siccome le sensazioni a volte si rilevano esatte potrebbe essere benissimo che il Dio dei cristiani esista, per quel che ne so io. Ma da solipsista consapevole, in virtù della consapevolezza dell'egoismo che è nell'individuo, pretendo pure la coerenza alla dottrina di Cristo per quelli che si dicono cristiani, specialmente dal Papa; non ci si accontenta più del siamo peccatori, pena il loro essere reclutati subito tra i venditori di chiacchiere metafisiche senza star lì a pensarci tanto. E' per questo che ti chiedevo sulla salvezza
Bene, se qualcuno deve aggiungere qualcosa lo faccia
#1203
Tematiche Filosofiche / Re: SOLIPSISMO 2
12 Dicembre 2022, 22:12:33 PM
Citazione di: Ipazia il 12 Dicembre 2022, 20:40:52 PMPer una filosofia della prassi, il solipsismo è impraticabile in quanto viviamo in un mondo in cui, anche restando nell'immanenza, tutto è relazionato.
Una mente coerentemente solipsista non riuscirebbe nemmeno a garantire il mantenimento del corpo che la contiene. E non avrebbe nemmeno una lingua - prodotto assolutamente intersoggettivo - con cui dirsi.
Grazie per il tuo intervento Ipazia, soprattutto perché ti ho sempre pensata come persona abbastanza ostile al solipsismo, sicuramente in modo non dogmatico per quel che ne so.
Ovvio che viviamo in un mondo relazionato, ma non vedo come il solipsismo non possa sostenere, coltivandolo pure, tale mondo relazionato, ma questo tuo pensiero forse dipende molto da quello che esprimi in successione.
Il termine solipsismo purtroppo esiste anche in psicologia e sicuramente da questa disciplina non viene dipinto in termini positivi, anzi, tutt'altro. Questo fatto può anche influenzare. Personalmente, e qui ti devi fidare, non ho alcun problema con l'alterità, anche se a volte posso perdere le staffe né più né meno di quanto fanno tutti. Per il linguaggio non so proprio che dire, se vuoi che approfondiamo l'argomento sono a disposizione, ma quello di cui parli è riferibile a un imbecille cerebroleso, non al solipsismo. Il corpo Ipazia! Il corpo! Senza corpo col suo sistema nervoso non può esistere alcuna realtà. Non! "Senza la mente non esiste alcuna realtà". Il corpo tiene la mente coi piedi per terra, non può non farlo perché il corpo sa cos'è il bene, ma soprattutto cos'è il male. E la mente lo sa benissimo, e se questa compie voli pindarici al limite del ridicolo pur che il corpo goda o non stia male non è certo imputabile al solipsismo, almeno quello filosofico. Il solipsista filosofico, e qui te lo dico per esperienza personale, è quello che si rende conto chiaramente che il suo altruismo è un gesto egoistico, o per il corpo o per la mente; oppure, se vuoi metterla in termini discutibili a livello filosofico, il solipsista è quello che si rende conto che il suo discorso (il suo logos) dialoga col proprio corpo prima che esca fuori di lui. E' in questa comprensione che egli realizza che la realtà è una proiezione del proprio corpo mente. Fine di tutta la faccenda. Preciso pure che io ho scoperto per caso di essere un solipsista, me l'ha detto in modo indiretto viator. Avevo qualche sospetto che il mio pensiero fosse eretico, ma non l'avevo inquadrato con una parola. Saluti, anche all'illustrissimo, una tra le menti più vere del forum

@niko : ti risponderò domani
#1204
Tematiche Filosofiche / Re: SOLIPSISMO 2
12 Dicembre 2022, 15:11:27 PM
Citazione di: Eutidemo il 12 Dicembre 2022, 11:57:25 AM
Ciao Daniele22. :)
Sotto un profilo strettamente logico, il "manifesto solipsista" di DonaldDuck non fa una piega; ed infatti non c'è dubbio alcuno che "Tutto quello di cui possiamo parlare è racchiuso nella mente; nè si dà, per quanto possiamo sapere o concepire, nessuna realtà senza mente, dato che la realtà è definita dalla mente stessa."
***
Il punto debole del "solipsismo individualistico" in senso stretto di DonaldDuck, è che, se è vero quello che dice, allora lui, tu, e tutto il resto del mondo non esistono in modo oggettivo, ma sono soltanto un parto della mia fantasia individuale; così come lo sono anche il mio stesso corpo, e la mano che sta scrivendo queste parole.
Dovrei quindi usare unicamente la "prima persona singolare" dei verbi, in quanto la "prima persona plurale" sarebbe soltanto un'illusione; ed infatti, così come nella discussione con tre miei amici in un sogno, il "noi", in realtà, è soltanto il mio "io" sognante.
***
Ciao Eutidemo, grazie per l'intervento, anche se non mi sembra che tu sia maldisposto nei confronti del solipsismo. Io non so quale fosse l'intenzione di Donalduck quando espresse quel pensiero, ma quel pensiero non corrisponde al mio se gli si vuole attribuire la dimensione di manifesto del solipsismo. E tra l'altro il fatto che io mi definisca un solipsista non c'entra nulla con l'obiezione che voglio fare a siffatto manifesto. Cioè dico, non bisogna mica essere solipsisti per svelare un errore grossolano. Semplicemente la realtà non è definita dalla mente stessa, ma dal corpo e dalla mente stessi. Non c'è nessun parto della fantasia, pur essendocene molti anche in questo forum. Ordunque, va anche bene che il mio personale pensiero sia in transito su quest'universo ... diciamo che non sono molto interessato ... ma purtroppo il mio corpo non la pensa così. E come la pensa il mio corpo? La pensa più o meno come tutti gli altri corpi
#1205
Beh, non sapevo proprio del risvolto tragicomico dell'osteria sull'onda del cogli l'attimo, grazie per la risposta Eutidemo
#1206
Tematiche Filosofiche / SOLIPSISMO 2
12 Dicembre 2022, 09:47:08 AM
Buongiono. Avevo visto un post di ieri sera a cura dell'illustre viator al quale volevo rispondere, ma non l'ho più trovato ... forse ho avuto un'allucinazione. Visto poi che volevo aprire questo topic mi son reso conto che l'illustrissimo già l'aveva a suo tempo aperto e allora riporto il suo incipit sull'argomento:
********
"Salve. Lo spunto per questo argomento mi è stato fornito da DonaldDuck attraverso il seguente suo intervento comparso in "Tutto Bene e niente Male" : Cito : "Anche il fatto che si possa parlare di "esistenza" prescindendo dalla mente mi sembra un'altra supposizione gratuita. Tutto quello di cui possiamo parlare è racchiuso nella mente, non si dà, per quanto possiamo sapere o concepire, nessuna realtà senza mente (intesa come centro di coscienza, di soggettività), dato che la realtà è definita dalla mente stessa. Non smetto mai di stupirmi di come si continui ad ignorare questa semplice evidenza".

Se una simile opinione deve venir presa alla lettera senza nulla aggiungervi da parte dell'Autore, questo sarebbe un ottimo Manifesto del Solipsismo."
***********

Apro questo topic poiché definendomi un solipsista consapevole mi sento quasi offeso dalle opinioni che non solo in questo forum vengono espresse nei confronti di tale posizione. E' altresì ovvio che lo faccio in questa sede perché anche qui sento spesso prese di posizione nei suoi confronti che a mio vedere si costitiscono in giudizi dal sapore vagamente dogmatico. Naturalmente posso anche sbagliarmi, dato che un solipsista non è così sciocco da pensare che la realtà in cui è calato abbia pure delle lacune per consapevolezze che in lui sarebbero evidentemente mal fondate. Auspicherei pertanto che le ostative a questa posizione filosofica venissero espresse da qualcuno di voi, specialmente da parte dei piu scettici al riguardo. Questo invito viene rivolto poiché ho il dubbio che quelli che hanno dato vita a questa corrente filosofica non avessero del tutto chiaro ciò che con essa si dovrebbe intendere. Ringrazio per eventuali interventi
#1207
Tematiche Spirituali / Re: Distacco
11 Dicembre 2022, 21:44:30 PM
Ciao vecchio Bob, immagino sia stata anche la critica di Kobayashy a farti aprire questo topic. Chissà, non ha importanza. Tempo fa eravamo d'accordo nel definire i protagonisti dell'ultimo racconto dei Dubliners "i morti" come fossero quelli che tu chiami, o il maestro chiama, "quelli che non vivono nell'essere". E siamo d'accordo. Se però la maschera, che in sottofondo è la protagonista del racconto, serve a vivere secondo la consuetudine dovrai ammettere che ci voglia un gran coraggio a dismettere questa maschera, roba da santi tanto per capirci. A meno che uno non intraprenda una vita da santo per sua scelta sarebbe quindi difficile che un individuo normale intraprenda la via che lo condurrebbe a vivere nel mondo di quelli che tu o il maestro considerate gli individui "esistenti", quelli cioè che vivono nell'essere. Ma noi, individui di oggi, non possiamo pure caricarci della responsabilità che abbiamo ereditato dai nostri padri, che quelle maschere ci trasmisero come corredo di vita. Cosa si dice in proposito? Come ci salviamo quando ci siamo resi conto che la nostra volontà non è proprio la nostra?
#1208
Non mi sono mai interessato del caso Moro anche perché mi è sembrato e mi sembra ancora uno di quei casi che in un certo senso sarebbero dovuti accadere quasi a prescindere da chi poi di fatto li abbia compiuti. Ricorda in un certo senso anche il doppio attentato nella stessa giornata all'arciduca Ferdinando a Sarajevo, ma la storia è piena di tali faccende. Mi sembra comunque più che giustificata l'idea che vi sia stata una mano occulta a dirigere, e la prova quasi provata di ciò sarebbe la non reperibilità delle registrazioni della sala operativa, a meno che non vi fosse sciatteria nella gestione di tali documenti
#1209
Citazione di: viator il 10 Dicembre 2022, 13:44:19 PMSalve daniele22. Citandoti : " Dello spiritualismo non so bene cosa si intenda o intendi ... una specie di via ascetica?".

Le fedi e le credenze (non gli armadi, che sono altra cosa) spiritualistiche, senza addentrarsi in una loro descrizione di ambito metafisico........sono, per esempio, quelle che escludono dal loro pensiero (diversamente da politeismo e monoteismo) la esistenza di deità specifiche pur ammettendo e coltivando dottrine trascendetalistiche (quindi appunto di ordine filosofico-spiritualistico).

Esse sono coltivate da centinaia di milioni di adepti. Basta pensare - che so - al Buddismo, il quale è fede-disciplina di vita basata sugli insegnamenti di un qualche profeta o "maestro" di umanissima nascita, il quale ha proposto esempio di vita interiore od esteriore basata su virtù ed etiche che tralasciano precetti assolutistici, privi di qualsiasi "copyright" divino. Saluti.


Grazie viator, detta così è molto semplice rispetto ad altre descrizioni
#1210
Ciao Eutidemo, avevo inteso letteralmente che il sogno fosse di Dio e quindi proponevo la mia versione, il sogno umano, che corrisponderebbe al trionfo del solipsismo inconsapevole. Gli è però che io sono perfettamente consapevole del mio solispsismo che è per nulla ideologico, bensì di fatto. Ma il solipsismo inconsapevole, che si traveste con fogge assai diverse spesso ideologiche, nulla di meglio fa purtroppo che mettere in scena la nostra ostinazione a riferirsi ad una realtà esterna a noi. Nelle tue risposte a Iano e a viator ho notato che ti è ben chiara questa separazione che vi è tra quel che vive dentro la nostra mente e quel che dovrebbe vivere fuori della nostra mente, anche se vi ho scorto qualche imprecisione, ma tralascio. Vien quasi da chiedersi su quali basi si stia discutendo quando si parla. E infatti, per far chiarezza tu ti rivolgi al presunto noumeno che è forse l'entità per eccellenza adatta a reggere questa discussa e controversa realtà esterna, chissà chi ne avrà parlato per la prima volta, e mi fa piacere che dici presunto noumeno perché a mio giudizio si tratterebbe di una entità metafisica del tutto inutile e addirittura fuorviante per come la vedo io. Detto ciò c'è da ricordare che la conoscenza si sviluppa separando il conoscitore da quel che conosce, e qui ci troveremmo già tra le sabbie mobili. Puntualizzo inoltre che noi, la nostra mente, viva di immagini la cui realizzazione mentale ed integrazione ci viene permessa dall'esistenza di tutti i nostri organi di senso. Sarebbe in questo senso vero che vi sono immagini che per lo più non impattano col corpo, a meno delle sensazioni che possano generare, tipo quelle visive o auditive, e sarebbe pur vero che vi sono immagini che invece ce l'hanno permanente il contatto col corpo, tipo quelle tattili o gustative ... ma pur sempre e comunque di immagini si tratta, le quali sarebbero in primo luogo connesse con le relazioni anche inconfessate che sussistono tra mente e corpo. Avremmo dunque tutto quel che ci occorre per esercitare un corretto pensiero coi piedi per terra, pertanto, che senso avrebbe parlare dell'essenza inconoscibile delle cose, rappresentandola quasi come fosse un problema, se non sappiamo neppure che quando parliamo parliamo riferendoci all'unica realtà possibile certa, cioè quella dentro di noi comprensiva di tutte le parole che circolano nella nostra testa? Che ce ne facciamo del noumeno che sembra quasi uno specchietto per le allodole atto a farci perdere sicuramente tempo? ... e c'è più tempo che vita
#1211
Citazione di: viator il 08 Dicembre 2022, 19:23:47 PMSalve. Riflessione :


  • Il politeismo è fede-convinzione che induce al fatalismo. Il fedele ha a che fare con una quasi sempre mostruosa burocrazia teologica, in cui esistono deità troppo numerose e litigiose, le quali si occupano di ogni minuto aspetto della vita e dei destini. Meglio lasciar fare agli dei, e quel che deve essere sarà.


  • Lo spiritualismo è atteggiamento-convinzione che tende a rifuggire dall'affermazione della esistenza di uno o più deità, preferendo privilegiare il trascendentalismo. Esso sembra proprio che voglia occuparsi essenzialmente di una visione non teistica, ma che che si esprima concentrandosi su valori etici e filosofici di specie metafisica e fondati sulla sensibilità personale assai più che su dogmi dottrinali.


  • Il monoteismo (le tre grandi religioni, cristianesimo, ebraismo, islamismo) sembra proprio fatto apposta per accentarsi sul fanatismo. Richiamandosi alla assolutezza di un unico un Dio, esso inevitabilmente accentua la negazione quanto più – appunto - possibilmente assoluta di ogni e qualsiasi alternativa (arrivando spesso a perseguire e perseguitare ogni genere di dubbiosità dottrinale e gerarchica ed essendo (sempre il monoteismo) costantemente tentato ad ergersi in teocrazia (forse la storia passata e presente ci dice qualcosa in proposito).


Riflessioni vostre ?. Saluti.
Illustre compare di forum, certo che poni questioni un po' particolari per addentrarsi senza il rischio di dire qualche stupidata. Comunque l'intervento di Kobayashy, a parte la parte finale che ho più intuito (penso giusto) che ben compreso, mi è sembrato profondo e pertinente. Non sono certo un entusiasta della vita viator, ma mi ci trovo tutto sommato anche bene. Nulla è importante! sdrammatizzando. Non conosco i motivi per cui hai aperto siffatto topic, ma per me forse hai ragione nel dire che il politeismo induce ad un certo fatalismo. O forse è il contrario. Del monoteismo ne ha già parlato Kobayashy in modo più che esauriente. Dello spiritualismo non so bene cosa si intenda o intendi ... una specie di via ascetica? Comunque, proprio per adeguarmi al rischio di dire una stupidata ti dirò che ho riflettuto sui vizi, che sono un po' come gli Dei, ma al contrario. Beh, ora non vengo certo qui a raccontarti delle mie pirandelliane carriole, o di vari vizi capitali che possano affliggermi, ma mi son fatto convinto che se uno è tendenzialmente affetto da molti vizi possa essere anche tendenzialmente un fatalista. O forse anche qui è il contrario. Ci sarebbe comunque in lui, nel polivizista dico, una specie di abbandono che si conforta del fatto che in mancanza di un vizio ve ne sarà sempre un altro pronto all'uso e così di seguito in questa danza di compensazioni fino a quando si stancherà, o morirà. Non so se il paragone possa calzare, comunque l'importante è la salute ... saluti
#1212
Citazione di: Eutidemo il 09 Dicembre 2022, 11:31:49 AM
Trovo estremamente acuta ed arguta la tua idea di considerare il tempo come un "ordine di attenzione" dettato da un essere superiore; anche questo mi ricorda molto la concezione di Berkeley, secondo la quale,  nel suo "Trattato sui principi della conoscenza umana" del 1710, in sostanza, tutto ciò che esiste (in quanto percepito), non è altro che una sorta di "sogno di Dio"! 
Ed è singolare che un empirista inglese, abbia espresso un concetto, per molti versi, simile all'"Advaita Vedanta".
Mi fa piacere Eutidemo. Preciso: considero il tempo come un ordine di attenzione dettato per certo anche da un essere superiore. Infatti non più di tre settimane fa ho percepito nettamente in pochi stanti un ordine di attenzione dettato da una scossa di terremoto, in questo caso l'essere superiore di turno. A volte però ci viene concesso di conferire una gerarchia tra i vari ordini che ci si propongono. A mezzogiorno di oggi potevo anche risponderti, ma ho percepito nettamente un ordine di attenzione segnalato dal mio stomaco, al quale mi sono adeguato nel frattempo. Quindi ho messo da parte momentaneamente l'ordine di attenzione percepito da me in merito al tuo intervento. Volgendomi ora verso altri ordini ci sarà in ogni caso qualcuno che si farà dettare l'ordine di attenzione imposto dall'uscita dell'ultima trovata tecnologica. Ci sono pure le ideologie. Insomma, a ciascuno i suoi ordini e i suoi tempi personali durante i quali balza tra l'uno e l'altro. Ordunque e sinteticamente prendo senz'altro per buona la concezione di Berkeley, ma il sogno non sarebbe quello di Dio, con tutto il rispetto per gli inglesi, bensì il sogno di Io, con tutte le conseguenze del caso
#1213
All'idea di Dio associo spesso l'idea di Tempo. Eutidemo, mi intriga assai che un uomo che si intende di legge apra un argomento il cui protagonista sia il Tempo. Quando penso al Tempo devo dire che da molto tempo ho smesso di pensarvi in termini di flusso continuo, avendolo inquadrato per lo più come un ordine di attenzione, e una legge è senz'altro un ordine di attenzione. Pertanto la mia visione del Tempo assomiglia molto ad un'opera teatrale in cui vi è un incipit dettato da un ordine di attenzione, una storia che fluisce all'interno dell'ordine imposto dall'incipit, e naturalmente una fine. A prescindere ora dalla legge intesa come norma giuridica vorrei dire che il fluire continuo del tempo venga determinato dalla sottomissione ad un ordine di attenzione. In parole povere un determinato ente, animato o inanimato che sia, verrebbe assoggettato ad un fluire del Tempo dall'ordine di attenzione che questi impone quando possa influire più o meno sull'eventuale ente che lo percepisce
#1214
Citazione di: Socrate78 il 07 Dicembre 2022, 21:34:40 PMAttenzione Daniele, in realtà quando noi proviamo un'emozione perché abbiamo il ricordo di una cosa che in passato ci ha provocato piacere, gioia (o dolore), in effetti anche se non ce ne rendiamo conto operiamo una valutazione razionale, è come se dicessimo: "Siccome questa realtà in passato ci ha fatto stare bene, ALLORA è altamente probabile che ci dia ancora felicità!", dietro vi è un giudizio razionale sulla probabilità che quella realtà ci dia ancora piacere, ed è per questo che proviamo gioia!
Come vedi la ragione è presente a guidare l'emozione, si tratta di un giudizio sulla positività di quella realtà visto che in passato ci ha fatto stare bene.
Avevo detto che la tua opinione era plausibile, ma l'illustre viator evidentemente si è irritato di fronte a questo morbido mio pensare e ha deciso di esprimersi in proposito. Senza offesa e in tutta sincerità sembra pure a me che la tua visione sia difficilmente condivisibile, solo che finché uno fa i conti con se stesso, cioè con la propria esperienza personale, unica e intima, può anche pensare di essere un "diverso", e troppa sicurezza può infine rivelare una certa arroganza, ma evidentemente dopo la risposta di viator quella che prima sarebbe risultata come arroganza ora verrebbe ridimensionata ad una certa sicurezza che non risulterebbe più essere troppa. Sempre che non si sia, io e l'illustrissimo, due "diversi", ma uguali. In questo caso bisognerebbe rivolgersi allora alle funamboliche imprese espresse da altro pensiero, non il tuo, circa l'uguaglianza mela = frutta. Ma qui entriamo nella viatorica dimensione concessa solo alle menti umancelesti. Buona giornata
#1215
Citazione di: Socrate78 il 07 Dicembre 2022, 20:16:44 PMLe emozioni nascono dal giudizio semplicemente perché noi giudichiamo sempre e lo facciamo in ogni istante della nostra vita. Anche dal punto di vista cerebrale la corteccia dove ha sede la razionalità è connessa con il sistema limbico (emotivo), quindi è plausibile quello che dico quando dico che è il giudizio a comandare l'emozione e a scatenarla. Anche quando sembra che l'emozione sia istantanea, c'è sempre un giudizio immediato. Ad esempio nel momento in cui io faccio un incidente e vengo tamponato immediatamente GIUDICO il fatto come dannoso e negativo e quindi provo rabbia e mi scappa anche qualche imprecazione, ma è perché prima ho giudicato come negativa la cosa. Anche quando ci si innamora questo accade perché noi valutiamo che quella persona potrà darci in futuro molta gioia e felicità e staremo bene con lei, costruiremo uno splendido futuro insieme, e da quest'insieme di giudizi e aspettative nasce l'innamoramento, ma come si vede si tratta sempre di valutazioni che vengono fatte.
Che sia plausibile non lo nego di certo. Sul fatto che noi giudichiamo in ogni istante della nostra vita mi sembra cosa più che assodata. Sul fatto che l'emozione sia regolata da una valutazione razionale non sono per nulla d'accordo, ma la mia è solo un'opinione buona quanto la tua. La mia dettata dal fatto che la mia storia personale è anche il ricordo (conoscenza) delle cose che possono dare piacere o dolore etc etc; si tratta cioè anche di storia emotiva sedimentata. Ribadisco quindi che secondo me l'emozione si produce là dove l'immanenza a volte sorprendente della realtà incontra tale memoria; la ragione viene dopo e di solito la prima cosa che fa è quella di cercare di attribuire una responsabilità per quanto è accaduto