Risposta a Freedom:
Secondo me ogni atto altruistico si fa per avere in cambio qualcosa. Nel mio intervento volevo solo sottolineare come quello scambio sia stato reso tossico dall'ideologia capitalistica. Anche la soddisfazione interiore è avere in cambio qualcosa, anche se si tratta di uno scambio altamente onorevole. Essere considerati una persona che fa del bene, rende quella persona apprezzabile e benvoluta. Non credo che quella persona se ne dispiacerà e non credo neppure che questo scambio sia orrendo o meschino. Anche chi tratta bene i propri figli lo fa per fini che non sono solo altruistici, protezione dei propri geni, desiderio di rivalsa rispetto ai propri sogni, speranza che si venga trattati bene da vecchi. Ma questo scambio fa parte della normale dialettica umana. Esiste anche l'altruismo come estremo sacrificio, ma oltre ad essere piuttosto patologico, ricordo, en passant, l'ammonimento brechtiano, secondo cui sarebbe meglio vivere in una patria senza eroi (e aggiungo neppure martiri).
Ciò che il capitalismo 2.0 ha innestato nei nostri cuori è il sospetto che ogni atto altruistico abbia dei fini "pelosi", ovvero sostanzialmente di guadagno e di arricchimento, diretto o indiretto, disumanizzando così un'indole comunque presente nell'uomo (insieme a tante altre), ovvero la solidarietà e la reciproca collaborazione. L'orribile termine "buonismo" è il distillato di questa deriva. Il capitalismo da questa degradazione ottiene il vantaggio di non sentirsi colpevole della propria ideologia disumanizzante, perchè cerca di far credere che risponda alle stesse logiche capitalistiche anche ciò che viene "spacciato" per solidarietà e altruismo. La disumanizzazione diventa così uno spazio culturale sempre più capillarmente colonizzato da questo pensiero connesso al "fare soldi". Basta guardare la serie più famosa di Netflix, Breaking Bad, per averne una amara conferma.
Secondo me ogni atto altruistico si fa per avere in cambio qualcosa. Nel mio intervento volevo solo sottolineare come quello scambio sia stato reso tossico dall'ideologia capitalistica. Anche la soddisfazione interiore è avere in cambio qualcosa, anche se si tratta di uno scambio altamente onorevole. Essere considerati una persona che fa del bene, rende quella persona apprezzabile e benvoluta. Non credo che quella persona se ne dispiacerà e non credo neppure che questo scambio sia orrendo o meschino. Anche chi tratta bene i propri figli lo fa per fini che non sono solo altruistici, protezione dei propri geni, desiderio di rivalsa rispetto ai propri sogni, speranza che si venga trattati bene da vecchi. Ma questo scambio fa parte della normale dialettica umana. Esiste anche l'altruismo come estremo sacrificio, ma oltre ad essere piuttosto patologico, ricordo, en passant, l'ammonimento brechtiano, secondo cui sarebbe meglio vivere in una patria senza eroi (e aggiungo neppure martiri).
Ciò che il capitalismo 2.0 ha innestato nei nostri cuori è il sospetto che ogni atto altruistico abbia dei fini "pelosi", ovvero sostanzialmente di guadagno e di arricchimento, diretto o indiretto, disumanizzando così un'indole comunque presente nell'uomo (insieme a tante altre), ovvero la solidarietà e la reciproca collaborazione. L'orribile termine "buonismo" è il distillato di questa deriva. Il capitalismo da questa degradazione ottiene il vantaggio di non sentirsi colpevole della propria ideologia disumanizzante, perchè cerca di far credere che risponda alle stesse logiche capitalistiche anche ciò che viene "spacciato" per solidarietà e altruismo. La disumanizzazione diventa così uno spazio culturale sempre più capillarmente colonizzato da questo pensiero connesso al "fare soldi". Basta guardare la serie più famosa di Netflix, Breaking Bad, per averne una amara conferma.