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Messaggi - Duc in altum!

#1201
**  scritto da Sariputra:
CitazioneCome può lo "spirito" trovare un fondamento etico al suo agire se tutto cambia continuamente, il senso del giusto e dell'ingiusto, del morale e dell'immorale, del bello e del brutto...?
La verità, qualunque essa sia, non cambia, quindi è essa il fondamento etico che discerne, attraverso la sapienza, il senso del giusto, del morale e del bello.
Ciò che appare come cambiamento non è altro che una trasformazione dell'individuo (o di tanti individui, quindi trasformazione della società) verso ciò che uno ritiene sia quella verità, unica ed assoluta, che permette di essere felici ed appagati.

Chi considera che i giudici di Norimberga (o i partigiani) furono più che giustificati a commettere un'ingiustizia sommaria, o che l'omosessualità (nell'atto sessuale) sia un sentimento dignitoso, o che ci sia differenza tra la Shoah e quel che fa Israele a Gaza od a Betlemme, non sta facendo altro che associarsi, soprattutto con lo spirito (o l'anima, o la coscienza), con un pensiero etico (una Fede) che si pensi sia vero per tutti, adeguandosi al mondo per sopravvivere.
Io penso che esistiamo per vivere e non per sopravvivere, è tutto qua la differenza.

CitazioneIl giorno dopo le dimissioni del precedente pontefice i miei vecchi genitori erano inebetiti, scossi, non trovavano senso alcuno. Il loro vecchio mondo in cui avevano creduto per tutta una vita si stava sgretolando, ancora una volta irrompeva il cambiamento e non riuscivano ad assimilarlo e, assimilandolo, modificare, adattare il proprio spirito agli eventi. Provavano angoscia...

Esatto, avevano creduto (con tutto il rispetto per i tuoi genitori, spero di non essere impertinente) nel mondo, in un mondo che è ciò che tu giustamente affermi che cambia, e che questo mutamento, questi stimoli molteplici condizionino il nostro pensiero e la nostra fede sulla verità. Ma la croce, anzi il segno (il settimo per Gv) di quella Croce (da cui provenne la scelta santifica ed illuminante di Benedetto XVI) non cambia, è sempre fissa, è qualcosa che non si sgretola, incrollabile per l'eternità, quindi sì che esiste un fondamento etico che non accetta compromessi, che osserva il cambiamento e le stimolazioni innovative come un inganno, come il velo che l'uomo ha da togliere per vedere nitidamente ciò che quel velo già non può più totalmente occultare, proprio perché velo, effimero, provvisorio, momentaneo e destinato a sparire, per non poter più frodare il pensiero, la conoscenza e la fede umana.
#1202
**  scritto da cvc:
CitazioneNon credo che essere cinici nel senso de "il fine giustifica i mezzi" sia un comportamento che possa definirsi morale, quale fine può garantire di essere sempre giusto qualsiasi sia il sacrificio di mezzi che comporta?
Il bene collettivo, l'uguaglianza sociale, l'amore verso il prossimo.


___________________

**  scritto da baylhaM:
Citazione"Realpolitik significa politica che mira dritto allo scopo, preoccupandosi in secondo luogo o affatto dell'etica."
Il bene personale, l'autodeterminazione del desiderio, l'amor proprio (secondo Rosseau).
#1203
Tematiche Spirituali / Re:Considerazioni sulla Fede
11 Settembre 2016, 20:47:32 PM
:: scritto da giona2068:
Citazionema sappi che non c'è misericordia senza pentimento.
...e il pentimento incomincia con il dichiarare, senza sotterfugi, di essere peccatori.
#1204
Tematiche Spirituali / Re:Ma Dio...è buono o cattivo?
11 Settembre 2016, 20:23:58 PM
Tratto dalla seconda lettura di oggi a Messa:
Rendo grazie a colui che mi ha dato la forza, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia chiamandomi al ministero: io che per l'innanzi ero stato un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza (senza saperlo), lontano dalla fede; così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù. 1Tm 1,12-14
...
Sperimentare che Dio solo può colmare la nostra ignoranza (anche essendo più che dotti come lo era Saulo) è possibile per grazia ricevuta o per grazia richiesta.
#1205
Tematiche Spirituali / Re:Considerazioni sulla Fede
11 Settembre 2016, 20:13:23 PM
**  scritto da giona2068:
CitazioneCaro Duc in altum, io  ho risposto molto chiaramente alla domanda da te postami, cioè se ho smesso di peccare, dicendo che faccio attenzione a non cadere. Devi sapere che anche se smettiamo di  peccare nel senso di non compiere il gesto, fino a quando non ci liberiamo dello spirito che ci induce a peccare anche contro la ns volontà, siamo ancora peccatori. S. Paolo ai Rm: Non faccio quello che voglio e faccio ciò che più mi ripugna.
Personalmente non faccio cose che mi ripugnano ma se non sono santo qualcosa dentro ancora c'è. In ogni caso anche la poca fede è già un peccato.
Chiarito questo, docet con il punto di domanda stava ad indicare: Tu ti limiti a rispondere  sì e no oppure ti dilunghi?
Non so dove tu abbia visto competizione, ma io ho detto che se il tuo linguaggio è sì o no lo si vedrà nei post a seguire e questo partendo dal presupposto che coerenza vuole che si viva quello che si fa notare ad altri.
Transeat sulle altre sparate.
Buona domenica anche a te.
Transeat o meno (questa è una tua faccenda), a mio parere, continui a rispondere in politichese, anche se (ripeto senza voler giudicare nessuno!) prendo atto, da queste tue parole, che la tua risposta è: "no, non ho smesso di peccare. Quindi, per adesso (poi, forse, anche a me capiterà di essere contraddittorio, anche se ad una tale domanda non esiterò mai), chi è venuto meno alla coerenza di non vivere quel che fa notare ad altri, sei tu:
Citazionel'omosessuale non può avere buona volontà di smettere essendo sovrastato dal peccato stesso che toglie ogni potere sul volere.
Dove, così come per un omosessuale che cerca il Padre di Gesù, anche la nostra buona volontà potrebbe essere ancora sovrastata dal peccato stesso, quindi sia benedetta l'affermazione di Papa Francesco che ci rimanda, tutti, a sperare nella misericordia divina, e non a "sdoganizzare" il peccato.
#1206
Tematiche Spirituali / Re:Considerazioni sulla Fede
11 Settembre 2016, 13:27:47 PM
**  scritto da giona2068:
Citazione......... ma Duc in altum docet?
Non è nessun "docet", perché avresti potuto rispondere anche sì, ma rispondere ad una semplice domanda: tu hai smesso di peccare?, con un'omelia, evidenzia i nei del tuo rigore fideista, che ti annebbia e ti conduce a delirare sostenendo che il Papa (e quindi la Chiesa) abbia "sdoganizzato" l'atto sessuale omosessuale.

Intransigenza oggettiva confermata dall'esclamazione:
CitazioneLo vedremo con i prossimi post!

ehy hermano rilassati!! ...discutere riflettendo con gli altri non è una gara, e molto meno una battaglia dove chi risponde giusto vince il mongolino d'oro.
Mi dispiace @giona calmati! Dio esiste ma non sei tu!...buona domenica.
#1207
Tematiche Spirituali / Re:Ma Dio...è buono o cattivo?
09 Settembre 2016, 09:56:03 AM
**  scritto da Sariputra:
CitazioneRiprendendo l'amaro interrogativo  dell'inizio, ""Dio...quel Dio...è buono o cattivo?", e spulciando l'immensa biblioteca di Villa Sariputra, Sotto il Monte, di là della Contea, ho cercato risposta negli scritti dei fratelli maggiori nella Fede, gli Ebrei . Ho pensato che, essendo la spiegazione intimamente connessa con il linguaggio usato nei testi sacri, chi poteva spiegarla in modo più preciso di coloro che hanno scritto quei testi e usato per secoli la lingua?
Certamente può risultare interessante la spiegazione ebraica, ma senza la luce del Nuovo Testamento, resta un'interpretazione limitata, così come la teoria della retribuzione, che gli ebrei continuano a venerare, dalla Genesi (senza tener conto di 1Gv4,8.16: Dio è amore; stop, non esiste il male in Dio), come coordinata da seguire per comprendere il perché accadano o accadano delle situazioni, buone o cattive, all'uomo.

Soffermarsi a ragionare troppo sul fatto che il male è inevitabilmente un volere divino, e non un'opera del libero arbitrio, conduce senz'altro a credere, quindi ad aver fede, che se Dio l'ha voluto, io sono più che giustificato nel commettere il male.
San Paolo è chiarissimo: "...Se alcuno crede di sapere qualche cosa, non ha ancora imparato come bisogna sapere. Chi invece ama Dio, è da lui conosciuto..." (1Cor8,2b-3) --- gli Ebrei credono (ancora oggi) di sapere, ma non amando il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, nella fattispecie di Gesù, non sono più conosciuti da Dio (anche se Dio essendo fedele mai verrà meno alla sua alleanza con il popolo giudeo, infatti nessuno mai riuscirà ad eliminarli, come invece è già accaduto per romani, fenici e persiani, grazie a Dio e non perché bravi e belli), dove conoscere sta per fare esperienza pratica, conoscere empiricamente, avere un rapporto di amicizia, fare conoscenza di qualcuno: "...ora Adamo conobbe Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino --- e se dunque non facciamo "conoscenza" di Dio è solo per mancanza di fede (e si ricomincia daccapo), che altro non significa: poco amare, poco amare Dio o non amarlo per niente.
Dio non può essere cattivo, il male non può esistere dove esiste Dio, altrimenti siamo robot o personaggi animati nel suo video-game, e il merito nello scegliere e decidere non esiste ...o no?!?!
#1208
Tematiche Spirituali / Re:Considerazioni sulla Fede
08 Settembre 2016, 19:17:01 PM
**  scritto da giona2068:
CitazioneSe per te ammonire è sinonimo di giudicare vuol dire che se senti qualcuno bestemmiare ti giri dall'altra parte. L'ammonimento riguarda il fatto non l'essere della persona e deve nascere dall'amore nel quale c'è il volere bene. Ciò che qualifica quello che facciamo è il perché lo facciamo.
Quanto alla mia buona volontà sto cercando di recuperarla facendo attenzione a non cadere, ma non penso che chi vive l'omosessualità sia tanto avanti.
Colui che ha detto a costoro: Chi sono io per giudicare chi ha buona volontà, si è riferito ad un universo tipo che la volontà di smettere ancora non ce l'ha.
Tu chiamalo giudizio ma, se le opere sono testimoni fedeli, questa si chiama costatazione.
Il fatto è che: Io amo le persone omosex e desidero che si ravvedano, chi non le ama avalla, sbagliando, il loro sbaglio.
L'amore è correzione, innanzitutto verso noi stessi.
Girarsi dall'altra parte non solo non giova ma danneggia.
In ogni caso non siamo su questo forum per stabilire chi di noi è più o meno peccatore, questo attiene alla propria coscienza, e nessuno conosce le opere degli altri perché non ci conosciamo, ma siamo qui  per renderci conto di cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Prendendo spunto da questo passo: "...Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno..." (Mt5,37)  - potevi semplicemente rispondere "no" alla mia sollecitazione.
Pace&Bene
#1209
Tematiche Spirituali / Re:Considerazioni sulla Fede
08 Settembre 2016, 16:24:31 PM
**  scritto da giona2068:
CitazioneGirala come vuoi, ma il papa dicendo: Chi sono io per giudicare gli omosessuali se cercano Dio ed hanno buona volontà ha finito per sdoganare l'omosessualità. Certo se uno ha buona volontà e cerca Dio è sulla buona via, ma se veramente ha buona volontà smette di peccare.
Dunque, secondo questa tua personale rispettabile interpretazione, continuando nel non voler giudicare nessuno: tu hai smesso di peccare?
#1210
Tematiche Spirituali / Re:Considerazioni sulla Fede
08 Settembre 2016, 07:20:51 AM
**  scritto da acquario69:
Citazione...e pensare che persino il papa attuale ha detto:
"chi sono io per poter giudicare?"
...e questo non sarebbe (sterile) sentimentalismo?!..percio pure un chiaro incitamento al caos.
(Solo per chiarire, senza voler giudicare nessuno)

No, Papa Francesco ha detto: "...chi sono io per poter giudicare una persona che cerca il Signore e ha buona volontà?!?!..." - quindi automaticamente, chi non cerca il Signore con buona volontà è più che giudicabile da parte di chi serve umilmente e sinceramente il Signore.
Infatti in un altro momento Papa Francesco sostiene:
«Davanti a Dio siamo tutti peccatori e bisognosi di perdono. Tutti! Gesù infatti ci ha detto di non giudicare. La correzione fraterna è un aspetto dell'amore e ...della comunione che devono regnare nella comunità cristiana, è un servizio reciproco che possiamo e dobbiamo renderci gli uni gli altri. Ma correggere il fratello è un servizio ed è possibile ed efficace solo se ciascuno si riconosce peccatore e bisognoso del perdono del Signore. La stessa coscienza che mi fa riconoscere lo sbaglio dell'altro, prima ancora mi ricorda che io stesso ho sbagliato e sbaglio tante volte».
Papa Francesco all'Angelus
Ricordiamoci che Gesù è morto proprio per testimoniare che non si può fare tutto quel che ci pare e piace, è il Vangelo a dettare la dottrina e il redarguire per la salvezza dell'anima.
#1211
Tematiche Spirituali / Re:Ma Dio...è buono o cattivo?
07 Settembre 2016, 11:48:04 AM
**  scritto da Sariputra:
CitazioneSono molto dubbioso che la fede possa reggersi sul sentimento, sulla sensazione del sentirsi "connessi" a Dio. Questa sensazione, come tutte le sensazioni e sentimenti, è mutevole e si rischia , al suo svanire, di trovarsi in preda all'angoscia , del sentirsi vuoti e privi di quella fede che ci dava tanta gioia e speranza. Una fede senza il supporto della ragione è più simile ad un uomo infatuato di una bellissima donna e che scambia questa passione per vero amore .  In più l'inganno della mente è sempre in agguato. Noi finiamo sempre per credere in quello in cui vogliamo credere. La fede si alimenta della volontà di aver fede, nonostante tutto e nonostante il dubbio della ragione.


Stamattina mentre ero a Messa, al momento di ricevere la "comunione"(come tutte le mattine per grazia ricevuta), ossia, quando sono ritornato alla mia panca con l'Eucaristia nella mia bocca, mentre incominciava a disgregarsi sulla mia lingua, intanto che ero lì in ginocchio come sempre tutto raccolto, il mio pensiero, invece di focalizzarsi sulle mie consuete orazioni e meditazioni, è stato illuminato da un'intuizione inaspettata, improvvisa, che mi diceva: "...dai prova a spiegarti razionalmente che diamine hai ingerito?..." - "...fai come se adesso dovessi esporre con logica a te stesso - o agli amici del @Forum - che quel Dio di cui tu hai fede è nel tuo palato..." - "...come puoi far credere che in questo cerchietto di pane vi sia contenuta tutta la potenza divina che ha creato l'universo e l'amore?!..." - "...dai, sforzati, perdinci sei senza parole, delucidati con un esempio razionale che non solo Dio è in corpo, sangue, anima e divinità dentro di te, ma che, contro ogni legge fisica universale conosciuta, e contro il principio di scissione dell'atomo, è presente con la stessa potenza salvifica- e in ognuna delle particole distribuite ogni giorno in tutto il mondo, nella stessa maniera, incluso nelle briciole sminuzzate, anche quelle poco visibili all'occhio umano che cadono nella patena - e con la stessa eternità dello Spirito Santo, in ognuno dei fedeli a te vicini !..." -

Non ho incontrato parole razionali, in quel determinato momento, che potessero spiegarmi logicamente quel che stavo vivendo, ho semplicemente portato le mani giunte alla faccia e con maggiore partecipazione ho ricordato che la fede è la prova di quel che non si vede, e subito lo stupore di quella rara inquietudine, io che uno stinco di santo non sono, si è trasformata in gioia, in una meravigliosa gioia di sentirmi consapevole di essere amato, e con ulteriore fede, conferitami dal gustare con maggior consapevolezza quel grano e acqua consacrati nella mia bocca, ho avvertito che la logica di quel rito era corrispondere con amore sincero e vero all'amore ricevuto in precedenza. Ed ho sorriso in lacrime e con una pace sconosciuta al crocifisso eretto glorioso sull'altare, mentre il sacerdote intonava: "...Mistero della fede...", che non dovrebbe essere interpretato come ciò che per il momento rimane ancora oscuro dei contenuti della fede, ma come presupposto e fondamento di ogni relazione con Dio: la sua esistenza e la sua azione di salvezza: "...Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta..."
La fede è anche percezione certa, più che sicura, della "connessione" a Dio, quando la fede è rendersi responsabili all'amore che Dio nutre per noi.
#1212
Tematiche Spirituali / Re:Considerazioni sulla Fede
07 Settembre 2016, 10:21:19 AM
La fede è in tutto ciò che noi facciamo, è la manifestazione del nostro essere personale interno espresso attraverso la corteccia corporea.
La questione è che noi impieghiamo la fede sin dalla tenera età, ripeto: in ogni circostanza, senza riflettere sulla sua origine, come se ci fosse dovuta, utilizzandola come se fosse un organo qualsiasi, come un'abitudine istintiva: tipo andare al bagno più volte al giorno. E solo quando ci rendiamo conto che forse un merito ontologico non è (se non il solo suo uso), o che, forse, non è lì per caso, che la sua imponente potenzialità sul senso dell'esistenza ci travolge.

Fede è credere di terminare gli studi e poter poi lavorare con passione, per poi restare invalido il giorno dopo della laurea; fede è decidere che vagabondare per il globo sia l'unica cosa che davvero sviluppi positivamente l'uomo, per poi darti all'alcool dopo aver scoperto di avere 7 figli orfani sparsi per il mondo; fede è scrivere una lettera o un sms ad una ragazza che non ti fila, per poi sposarla a 50 anni dopo che ha divorziato dal tuo migliore amico; fede è bramare che il Napoli vinca lo scudetto anche senza Higuain (ricordo che sono napoletano, anche se vivo all'estero), per poi osservare per l'ennesima volta lo J-Stadium festeggiare; fede è ritenere che l'onestà ripaga, per poi ritrovarti a votare un partito perché ti raccomandi.

Sono tante le considerazioni sulla fede, io preferisco associarmi a quella ben interpretata da don Cuba, prete caro ai fiorentini, in cui il sacerdote diceva: Dio mi ama e tutto quello che mi capita è il meglio per me.
Solo con la fede in Dio la speranza del laureato, dell'alcolista, dell'innamorato, del tifoso, del virtuoso, prende vigore nell'accezione che tutto ha un senso, anche la sconfitta e il fallimento, e non che le circostanze debbano per forza dare dei frutti.
#1213
Tematiche Spirituali / Re:Ma Dio...è buono o cattivo?
06 Settembre 2016, 11:25:39 AM
**  scritto da Sariputra:
CitazioneNessun giudizio deve tentarsi su Dio, solo accettare supinamente e con devozione il suo inspiegabile agire, anche quando questo sembra cozzare con la ragione e la logica. Ossia viene ad anteporsi il credere al capire. Se credi puoi capire, ma non puoi capire per poter poi credere. Però il credere senza poter capire ha un reale significato? Si può veramente sopprimere il perché che nasce spontaneamente nel cuore?
[Hola Sariputra]

Il perché è sinonimo di dubbio, ed è il dubbio che alimenta la nostra fede, ossia, è dal dubbio che infine poi dobbiamo obbligatoriamente dare una risposta al perché, soprattutto (visto che dopo le missioni cattoliche per gli eschimesi nessuno può più dire: "io non lo sapevo o non ne avevo sentito parlare"!) a quei perché che riguardano Gesù, suo Padre e la potenza divina d'amore, alias: Spirito Santo.

Giudicare Dio, da parte degli uomini, è all'ordine del giorno, ma questo dovrebbe far riflettere, più dell'essere buono o cattivo, che allora Dio esiste, e se esiste quale dei tanti sul mercato non è quello contraffatto, qual è quello vero?
Quindi suggerisco la lettura di Giobbe, ed eventuali esegesi su quel libro, in particolare perché Giobbe è un personaggio mai esistito, ma passa dal suo giudicare Dio, alla fede in Dio per corrispondere al suo amore.

Per quel che riguarda l'accettare passivamente l'inspiegabile agire del Creatore è bene ricordare che molte volte, anzi spesso, da adolescenti ci rifiutiamo di accogliere, servilmente, consigli o esempi da parte di chi ci vuol bene (e bene davvero!), per poi giungere, in età avanzata o adulta, a riconoscere che sarebbe stato cosa buona e giusta accettare supinamente, per il nostro bene, quegli enigmatici ammonimenti.

Anche Gesù, ad un certo punto, non comprese bene la volontà del Padre di far decedere Dio giusto, perfetto e misericordioso, per mano dell'uomo caduco, falso ed egoista: "...In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra..." (Lc 22,44).
Ebbe un perché? Eppure compì ed eseguì il volere misterioso divino per fede, fede che poi gl'illuminò la ragione, e da cui Sant'Agostino trasse: "Nisi credideritis, non intelligetis"!, "Se non credete, non capirete"!
Ebbene sì, per incontrare in noi la verità evangelica (e quindi biblica, incluse le metafore della Genesi) bisogna anteporre il credere al capire (così come, alla fin fine, si ama il prossimo, o il consorte, o il nemico, cozzando con logica e ragione!)
E' il mistero trascendentale che illumina la ragione umana, e mai il contrario... credo io questo?


Dunque i perché non si esauriranno mai dal cuore dell'uomo (anche se con la fede si riducono, rendendosi poveri di perplessità, trasformandosi in azione decisiva), forse ne incontreremo di nuovi e più suggestivi anche dopo la morte terrestre, ma, secondo me, è proprio il viverli secondo fede, più che incocciare a spiegarli ad ogni costo, uno dei fattori che rendono speciale e meravigliosa la nostra permanenza in questo mondo.
#1214
**  scritto da davintro:
CitazioneA questo punto andrebbe fatta una distinzione fondamentale. Si parla della paura della nostra morte e della morte degli altri?
Della paura personale, il riferimento al decesso del mio amico era solo uno spunto di riflessione che non esiste morte prematura, tranne che nel suicidio.


CitazioneNel primo caso, dal punto di vista dell'Io non avrebbe senso parlare di una paura della "morte in sè", ma di ciò che ci sarebbe eventualmente dopo cioè il Nulla (credo che anche l'inferno al di là delle varie letterarie rappresentazioni figurative, le fiamme, il diavolo con le corna e il forcone, sia identificabile teologicamente con questo Nulla, la dimensione di annicchilimento nel quale la persona perde il contatto con l'Essere perchè si è definitivamente allontanato dalla sorgente dell'Essere e fondamento del suo esistere, Dio). Quindi riferendosi a se stesso l'Io sarebbe certamente sollevato da ogni timore nella misura in cui crede che giungerà ad un'eterna e paradisiaca beatitudine.
Esatto, la paura della morte in sé è più facile da sconfiggere, dacché essa è un fattore inevitabile dell'uomo, come il mangiare, il dormire, ecc. ecc., ci si abitua un po' all'idea. La cosa si complica quando si riflette sul cosa c'è dopo la morte, e se c'è qualcosa dopo essere morti.
Certamente, dal punto di vista cristiano il nulla non è l'inferno, il nulla non concede alla coscienza di continuare ad esistere, l'inferno invece sì. Il nulla non concerne un merito particolare alle gesta personali in vita, l'inferno sì. Forse è questa eventualità che infonde paura.
#1215
**  scritto da vrdeidea:
CitazioneQuindi, mentre il cristianesimo in quelle terre si era affermato senza violenze, l'Islam si è sempre affermato con la forza degli eserciti dal 7°secolo, per più di dieci secoli...
Da tempo sostengo che se la religione islamica concedesse la libertà di scelta di culto ai propri fedeli (così come lo tollerano le altre professioni di fede), cesserebbe d'esistere nel tempo di tre generazioni.