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Messaggi - bobmax

#1216
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 18 Gennaio 2023, 16:31:02 PMStando a ciò che ho letto sull'argomento (e che devo ammettere, non mi dispiace), lo scopo finale di ogni anima dovrebbe essere la purificazione attraverso una serie di prove, di nascite e rinascite in questa valle di lacrime. Sempre stando alla teoria della metempsicosi (o reincarnazione che dir si voglia) la mia anima avrebbe scelto la strada più impegnativa per purificarsi il più possibile nel minor tempo possibile. Però è una teoria, per l'appunto, che ha bisogno di indizi e/o prove a conferma (come mi pare tipico di ogni teoria).

Può anche essere così.

Ma non penso potrai mai avere una prova definitiva.
Perché per averla dovresti uscire da questa vita per poi ritornarci.

Tuttavia ritengo che l'idea della reincarnazione nasca da esperienze realmente vissute. Cioè reminiscenze, vivide visioni, dove ci si ritrova in un altro corpo.

Ho avuto anch'io occasione di sperimentare situazioni di questo tipo.
Ma non le ho interpretate come possibili reincarnazioni.
Ho invece supposto si trattasse dell'Uno.
#1217
Citazione di: daniele22 il 18 Gennaio 2023, 15:43:24 PMNon conosco molto la matematica, però mi ha colpito la presenza di due 1 consecutivi nella serie di Fibonacci, anche se la loro presenza sarebbe più che giustificata qualora il primo numero fosse però lo 0. Forse non c'entra nulla, mi è venuta così

Ma il primo numero è 0.
A prescindere se solo sottinteso o esplicitato.
#1218
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 18 Gennaio 2023, 15:57:07 PMForse intendi che io ho deciso di reincarnarmi e quindi, di accelerare il processo di purificazione della mia anima, attraverso esperienze "estreme"? Grazie

Non ho idea se vi sia una metempsicosi delle anime.
Ma che esista o meno mi sembra comunque inessenziale. Perché non farebbe che riproporre un nuovo esserci. 
Cioè l'essere gettati ancora nel mondo e così via...

Il loop per avere senso deve comunque concludersi.
E allora perché non fermarsi ad una sola vita?

E qui, in questa vita, chi sono io?

Senza rimandare ad altre possibili vite, che non fanno che complicare le cose.
Qui, ora, chi sono io?

La risposta può essere una sola, sebbene nella sua totale ambiguità:

Tu sei nulla e... questo nulla è Dio.

#1219
Citazione di: daniele22 il 18 Gennaio 2023, 15:36:48 PM
Dal nulla nasce nulla Bob, come può una consapevolezza originaria essere il nulla?

È proprio così.
Dal nulla nasce nulla.

Ma anche qui... che grave diffuso fraintendimento.

Che qualcosa possa nascere dal nulla è considerata la più grande assurdità.
E questo perché si dà per sottinteso che il qualcosa sia la negazione del nulla.

Mentre è proprio questa contrapposizione ad essere erronea.

Il qualcosa in se stesso è puro nulla.

Infatti Essere = Nulla

Orrore...?

Per niente, se ciò che conta per davvero è ed è soltanto l'Amore.
#1220
Citazione di: daniele22 il 18 Gennaio 2023, 14:27:21 PM
Faccio sempre fatica a comprenderti Bob, forse perché ti presenti in modi più matematici che discorsivi. Infatti, quello che per te è il nulla, quindi lo zero immagino, per me sarebbe invece l'individuo che accetta di portare avanti le sue maschere. Quindi, immaginando di seguire il tuo discorso, l'uno, cioè chi dismette la maschera, nega lo zero, cioè chi continua ad indossarla.
Poi tu dici questo:
"Quindi il male è, diciamo così...
da un lato lo scarto di ciò che viene rifiutato man mano nella ricerca e dall'altro la motivazione della ricerca stessa."
A suo tempo, parlando con Donald Duck ebbi a dire che secondo me le scoperte costituiscono delle provocazioni, pur riscontrando che anch'io cercassi di provocare con la mia scoperta. Concludevo chiedendo: Ci sarà pur un motivo se mi contraddico accettando di essere così facendo un provocatore?
Concludi poi:
"Senza il male, rimarremmo nel Paradiso terrestre. Cioè saremmo davvero perduti."
Ecco, io dico invece: Con il male siamo usciti dal Paradiso terrestre e grazie al bene potremmo forse ritornarci. Un saluto

Non so quanto la matematica influisca sul mio modo di esprimermi.
Di certo lo è la mia lunga esperienza nella analisi della realtà.
Soprattutto per quel che riguarda la ricerca del semplice.

Tuttavia, il Nulla è per me una consapevolezza originaria. Direi che è "la" consapevolezza che plasma tutta la mia vita.

Vi è l'esser-ci, cioè il mondo rassicurante con i suoi qualcosa, e vi è la percezione, per lo più sotterranea ma sempre pronta a mostrarsi, della loro assoluta nullità.

L'esser-ci non è Vero!
Questo è quello che dice il Nulla.
E solo questo può dire.

Ha poco a che vedere con la matematica. Perché la matematica è già tutta nell'esserci.
Anche con il suo zero, che non è il nulla. Perché lo zero indica l'assenza di qualcosa che potrebbe invece esserci.
Mentre il Nulla è la negazione di questa possibilità.

Riguardo al Paradiso terrestre, sono convinto che sia stato del tutto frainteso.
Perché quello era il paradiso dell'ignoranza, della inconsapevolezza.

Adamo ed Eva sono equivalenti al prigioniero che, liberatosi della catene, esce dalla grotta platonica.
E infatti Caino rappresenta l'effetto pratico della raggiunta consapevolezza.
È il primo uomo a pentirsi per il male fatto!
Non per niente Caino è agricoltore mentre Abele è pastore.

La civiltà avanza e diventiamo consapevoli del bene e del male.
È sufficiente intendere la voce di Dio come l'interiorità dell'uomo e tutto torna.

Il bene non ci riconduce al Paradiso terrestre.
Potremmo tornarvi solo a patto di rinnegare la consapevolezza acquisita del bene e del male.

È invece il male che, rifiutandolo perché vero ma inaccettabile, ci costringe ad avanzare, ci fa tornare al Padre.
#1221
La risposta è che sei stato gettato nel mondo.

Ma chi ti ha gettato sei ancora tu.

Questa volta, nella tua assoluta libertà, hai voluto darti pochi talenti e stai a guardare come te la cavi.

Ma non importa quanti talenti ti sei concesso, importa come giocherai.

Perché questo è solo un tuo sogno.
Che finirà quando deciderai di svegliarti.
#1222
Vorrei aggiungere, sempre con il rischio di fare un passo più lungo della mia gamba, ma un rischio bisogna comunque prenderselo... che Giobbe si arrende davanti al Caos.

Cioè la risposta è celata in quella stessa unica libertà che davvero esiste.

E questa libertà è il Caos.

Per trovare la risposta al nostro esserci al mondo dovremmo allora chiederci:
"Se l'origine è il Caos, io chi sono?"

E la risposta non può che essere: "Sei il figlio del Caos"

E sei figlio finché ci sei, finché esisti.
Ma quando smetterai di esistere tornerai a essere ciò che in realtà sei sempre stato: il Padre.
#1223
Citazione di: Ipazia il 17 Gennaio 2023, 21:51:11 PMLa mia vita ha avuto alti e bassi ma continuo a riconoscere me stessa almeno fin dall'età in cui ho dei ricordi (3-4 anni). Il grembo accogliente di mia zia Erminia sempre elegante, i capelli di seta di mia madre, la forti braccia di mio padre, e avanti col Cristo (me stessa) fino ad ora. E' grave ?

È grave questo tuo non drizzare le orecchie, questo non allungare lo sguardo.

Insomma... è grave non voler provare a cogliere i mille segnali, presenti nei capelli di tua madre o nelle braccia di tuo padre.

Soprattutto è grave se, come penso, questi segnali non ti sono poi così sconosciuti...
#1224
Citazione di: daniele22 il 17 Gennaio 2023, 22:24:05 PM
E' chiaro che alla tua domanda di sicuro non posso certo rispondere io. Però parli di tante volte e non tutte le volte. A mio vedere, per quel che riguarda il male che gli uomini compiono si potrebbero disegnare due tipologie, a partire da un singolo individuo: una che comprende sia i capi di organizzazioni criminali sia i governi di tutte le nazioni ufficiali. Questo sarebbe un male di serie B, premeditato e comprensibile diciamo e certamente giustificabile da parte di quelli che lo compiono. Di morti ammazzati, comunque, ce n'è per tutti; c'è poi chi va di fino e chi di pesante. Poi ci sarebbe il male di serie A. Tanto per capirci quello evocato dal famoso racconto lungo: "Lo strano caso del dottor Jeckill e del signor Hyde", a mio vedere un piccolo gioiello in forma e contenuto. Ma evocato pure in una forma particolare in "Cuore di Tenebra" (alias "Apocalypse now" - Coppola) di Conrad tanto che le ultime parole di mr. Kurtz furono "l'orrore" ... quasi a commento di quel che aveva vissuto nella giungla perduta. C'è da dire pure che le due tipologie (serie A e serie B) potrebbero sussistere in una persona anche contemporaneamente generando così una tempesta perfetta di malefatte. Però dico che violentare le persone, oppure godere del male altrui, farsi erigere a Dio e giustificare nefandezze compiute a tuo nome, o altre cose che non mi vengono in mente, fanno parte di qualcosa che noi è difficile che si riesca a dominare, così come invece può senz'altro farsi per i mali di serie B. Ma questa azione malvagia non rappresenta la vera natura di una persona. Cioè, rappresenta "la vera natura" perché di fatto la persona agisce così. Ma se nelle mie intenzioni non fosse presente l'intenzione di agire in tal modo non vedo di cosa dovrei ritenermi in colpa. Certamente responsabile, e per questo, il dolore di aver fatto una cosa disdicevole ci sta tutto. Potrebbe pure essere che tu abbia l'intenzione, ma allora deve spiegarsi, nel tuo caso, perché tante volte e non sempre. Naturalmente tutto ciò dovrebbe stimolarci alla ricerca interiore della verità (causa) che fa emergere questo fenotipo malvagio. Un saluto


Mi sto convincendo, che il male che commettiamo altro non sia che un frutto dell'amore.
Così come d'altronde lo è tutto quello che avviene.

Perché l'amore governa ogni cosa.

Ciò può sembrare assurdo, in quanto con amore si intende volere il bene, non il male!
Ma non è proprio così...

Perché ciò che brama l'amore è il Bene in quanto Uno.
E l'Uno è negazione della negazione.
Ossia annullamento di ogni contrapposizione.

Quindi il male è, diciamo così...
da un lato lo scarto di ciò che viene rifiutato man mano nella ricerca e dall'altro la motivazione della ricerca stessa.

Senza il male, rimarremmo nel Paradiso terrestre. Cioè saremmo davvero perduti.
 
#1225
Citazione di: Ipazia il 17 Gennaio 2023, 20:58:11 PMMe, come mi riconosco
dalla nascita alla morte,
quando mi scotto un dito,
guardo un tramonto,
apro la finestra all'alba
inondo di sole e colori
la mia tana e mi preparo
al giorno in cui non sarò più.

Ma chi si riconosce dalla nascita, apre la finestra, si prepara alla morte, sei davvero tu?
Tu sei quella lì?

Oppure solo credi, fermissimamente, ma soltanto credi di essere lei?

E se questo tuo convincimento fosse sbagliato?

Osservala bene questa Ipazia che credi di essere.
Davvero sempre è stata te stessa?

Oppure in qualche momento è comparso lo stupore nel ritrovarti ad essere lei...

Sì, forse si è trattato di un momento di dissociazione psicologica.
Ma se vi fosse sotto ben altro?
#1226
Citazione di: daniele22 il 17 Gennaio 2023, 19:06:13 PM
Mi fa senz'altro piacere che tu abbia compreso qualcosa di me. Certo che bisogna prendere posizione in nome del Vero ... tu dici poi "che non conosciamo" ... noi conosciamo in parte noi stessi dico io, ma questo "in parte", secondo me, è dovuto tutto al fatto che noi non sappiamo come possiamo comportarci in determinati momenti critici; cioè noi pensiamo, speriamo, ma non v'è certezza fino all'ipotetica ora della verità che magari ci denuda in modo inaspettato e ripugnante. Però lo sappiamo benissimo cos'è il male e cos'è il bene, e dovremmo pure sapere come applicare questa formula nel caso volessimo seguire la norma di non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. Un saluto

Sì, sì... noi lo sappiamo cosa è male e cosa è bene.
Perché allora io ho scelto tante volte il male?

Mi sono persuaso, che le scelte non avvengono per ciò che si conosce, ma per quello che si è.

Per cui posso benissimo sapere che una certa scelta non è bene... eppure farla lo stesso!
E in questo modo mostro a me stesso non solo la mia malvagità, ma che io stesso sono il male!

Quindi l'inferno è assicurato. Non quando morirò, ma proprio adesso. Perché è adesso che mi ci condanno.

Resta tuttavia una questione aperta.
Se è il mio essere la causa del male, io in effetti non scelgo. Perché agisco in quanto questo sono.

Non vi è cioè alcun libero arbitrio.

E tuttavia la colpa rimane...
Il male resta tale, certissimo.
E quindi il dolore.

Penso che questo significhi che la mia anima deve morire.
#1227
Citazione di: daniele22 il 17 Gennaio 2023, 15:43:36 PM
E' in parte vero Bob che io sono relativista, ma è in parte vero che sono un assolutista. E la chiave sta nell'aver io detto: "La verità poi sai benissimo che quando l'hai scoperta è già volata da qualche altra parte ... e lasciala che voli, forse la rincorreremo ancora".
Da un punto di vista filosofico io metto in discussione quello di cui siamo convinti fin dalla notte dei tempi dimenticati. Metto cioè in discussione il punto di riferimento di tutto il nostro parlare, ovvero il riferirsi alla realtà fuori di noi ... un inganno del demonio verrebbe quasi da dire ... ma lasciamo il demonio da parte, oppure no, mi identifico io col demonio. Ecco, la mia opinione è che questa che abbiamo vissuto fino a questo momento costituisce la verità del fatto che il nostro punto di riferimento è la "realtà esterna" e posso ben considerarla una sorta di verità assoluta, anche se in realtà non sarebbe vero. Infatti io la contraddico affermando il contrario. Pertanto anch'io starei affermando una verità assoluta, ma non è così, si tratta invece di un relativismo dal sapore temporale, un continuo gioco di tesi e antitesi, di dire e contraddire. Quella che chiamiamo sintesi è in realtà solo la base di accordo per una nuova tesi, per un nuovo dire. E allora magari qualcuno dirà "no! il principio non sta nel fuoco, ormai è già risaputo chi siamo. Il principio sta nell'acqua!" ... o chissà che altro si dirà. E' chiaro poi che il tempo che corre tra la tesi " quel fatto è andato così" e l'antitesi "no il fatto è andato cosà" e l'eventuale accordo per andare oltre non avrebbe la stessa dimensione temporale che dire "la realtà" sta fuori e la realtà "sta dentro". Per quel che mi riguarda inoltre, il concetto di verità, fintanto che si parla di essa, presuppone comunque un'aspettativa. Pertanto, se vivi nella verità non dovrebbe esserci il tempo. C'hai voglia prima che ci si arrivi a vivere senza il tempo, forse un giorno, mai dire mai. Ti ho chiarito un po' meglio la mia posizione?
Un saluto

Penso di aver compreso almeno un poco il tuo approccio.

Sì, il relativismo non è mai superato del tutto.
Perché è animato dalla stessa nostra fede nella Verità. Che non ci permette di adagiarci su qualcosa di definitivo.

Tuttavia proprio questa fede richiede a noi di prendere posizione, di rischiare, in nome del Vero.
Che non conosciamo...

È come se il Vero dipendesse da noi.
E noi dal Vero.

D'altronde, che altro siamo, come essenza, se non la Verità?
#1228
Citazione di: Ipazia il 16 Gennaio 2023, 15:13:00 PMGnothi seauton significa che l'unico nume a cui puoi chiedere aiuto e soccorso è te stesso.

Tuttavia...
te stesso chi?
#1229
Citazione di: daniele22 il 16 Gennaio 2023, 18:07:21 PM
Ciao Bob ... da tempo ho percepito che ti muovi sulla stessa onda del mio pensiero. Certo, c'è qualche piccola differenza, ma non sostanziale. Io della tua esperienza conosco nulla, a parte quel che mi dicesti durante un dialogo l'anno scorso. Perché non prendiamo il toro per le corna? La mia esperienza mi racconta invece che io l'ho ben preso per le corna, ma non ho sofferto più di quel che una persona qualsiasi possa soffrire. E' evidente quindi che proveniamo da esperienze di se stessi diverse. Quel che non capisco è perché entrambe le strade porterebbero alla perdizione. E' vero che la via razionale ti porta davanti all'abisso, ma l'abisso è stretto anche se sembra largo. Hai mai guardato? La verità poi sai benissimo che quando l'hai scoperta è già volata da qualche altra parte ... e lasciala che voli, forse la rincorreremo ancora 

Non posso che rispettare la tua posizione.

Ho tuttavia l'impressione che la tua sia una fase, diciamo così, relativistica.

Il relativismo è un momento necessario.
Ma non può durare indefinitamente. Perché poi ne consegue il nostro vivere.

E allora la "verità" finisce di svolazzare. Se non in teoria, certamente nella vita pratica.
Allora, vivendo, o c'è l'assoluto (comunque inconoscibile) oppure il cinismo.
#1230
Ritengo che un indizio per "la" risposta si possa trovare nel libro di Giobbe.

Solo un indizio però, perché pure lì al male non viene data risposta.

Nel libro, è infatti la domanda di senso ad essere portata fino in fondo.
Perché Giobbe vuole la Verità, costi quello che costi!

Se consideriamo l'arrivo di Dio, nel finale, come la conclusione del dialogo interiore di Giobbe (in quanto Dio non esiste), abbiamo un accenno alla risposta.

Che si può forse intuire nella resa di Giobbe di fronte alla Verità.
Perché l'imperscrutabilità di Dio significa che la Verità, per Giobbe, è Nulla.

Cioè Giobbe, con il suo domandare, viene ricacciato a se stesso.
Un se stesso annichilito dal suo stesso volere la Verità.

È l'io di Giobbe a svanire.