Non utilizzo la matematica ottale, esadecimale e binaria, ma senza la quale non usufruirei di un computer,
Tutto serve direttamente o indirettamente, persino gli errori.
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Mostra messaggi MenuCitazione di: green demetr il 04 Novembre 2017, 14:03:20 PMIl pensiero esiste o non esiste? Lo scienziato riduzionista non lo vede, vede solo attività cerebrali nelle imaging.Citazione di: paul11 il 26 Ottobre 2017, 19:00:48 PM
Davintro,
sono d'accordo su tutta la parte di premessa, ho delle perplessità che la fenomenologia di Husserl a cui fai riferimento sia la strada "giusta". C'è un problema ontologico nel suo epochè o giudizio in sospensione.
Husserl è stato importante storicamente nel togliere lo steccato fra oggetto e soggetto, aprendo a due strade,
una filosofica che è l'esistenzialismo ,ma non in "senso stretto" e l'altro alla scienza naturale, perché dopo di lui
diverse branche di scienze hanno accettato questo nuovo approccio scientifico ,dalla psicologia alla corrente costruttivista.
Alla scienza chiederei semplicemente: ci sono 4 forze o interazioni fondamentali, elettromagnetismo, gravità ,
interazione nucleare debole, interazione nucleare forte.
Il pensiero a quale delle 4 forze risulterebbe? Le imaging utilizzano l'elettromagnetismo, un computer lavora sull'energia elettromagnetica ,il nostro corpo percepisce sensitivamente l'elettromagnetismo dai sensi.
Allora perché non appaiono i nostri pensieri? Siamo sicuri che è dominio fisico, quale energia porta al pensiero e quale energia costituisce il pensiero?
Non ho ben capito.
Comunque si parla di epifenomeno, qualcosa di fenomenico oltre il fenomenico.
Il punto è se vi sia una coincidenza o meno, tra mondi fenomenici.
Esattamente come per le forze da te elencate avviene.
Ossia la coincidenza è proprio la presunzione che queste forze esistano.
Cioè siano calcolabili rispetto al mondo fenomenico percepito.
Voglio dire vedo il sasso cadere, vedo una noce cadere, ipotizzo sia calcolabile esista epifenomenicamente qualcosa come la forza di gravità etc....
Hai ragione a far notare come esista comunque una fenomenologia dlle scienze naturali, come il pittorialismo, neologismo da me inventato (prima o poi devo fare il 3d in cui espongo tutte le correnti contemporanee...è che le odio tutte!)
Per me invece è meglio ragionare in termini di computazione. (vedi la mia risposta a Davintro, tu cosa ne pensi?)
Citazione di: sgiombo il 04 Novembre 2017, 20:54:58 PMDipende cosa intendi per irrazionale.
X Paul11
Concordo che giustizia e ingiustizia, violenza e carità, egoismo e generosità, ecc. sono indipendenti da qualsiasi cedo (religioso o meno, nell' anima o in qualsiasi altra cosa): sono qualità personali, positive e negative, ben presenti tanto fra i credenti in qualsiasi fede quanto fra i non credenti.
Dissento dal fatto che avrebbe vinto il pensiero laico e scientifico e oggi viviamo il risultato, nel bene e nel male.
Secondo me sta di fatto vincendo l' irrazionalismo (in varie declinazioni, laiche e religiose).
Citazione di: green demetr il 04 Novembre 2017, 10:19:30 AMGreen,Citazione di: paul11 il 01 Novembre 2017, 21:56:20 PM
Ribadisco, l'anima non c'entra nulla in tutto questo.
Capisco che per te sia ambiti separati quello religioso e quello politico.
Ma nel momento stesso che dici, che la religione codifica per canalizzare la violenza, dovresti da solo, senza il mio aiuto, capire che l'anima c'entra eccome.
Perchè anche il concetto di anima, come ogni cosa, è frutto della tradizione culturale che la avvalla.
A mio parere la codificazione è già in sè una violenza, per cui non solo la avvalla, in quanto violenza dissimulata (e su questo sono d'accordo con Sgiombo), ma addirittura la presuppone.
Ora capisco che forse è un passaggio indigesto, ma rimane il fatto che è così.
In nome (la dissimulazione) dell'anima io codifico una controviolenza, una violenza preventiva nei confronti della potenziale violenza umana.
Che è poi il preambolo ad ogni futuro e presente fascismo. Vedere Orwell come al solito esempio illuminante.
Certamente va a colpire al cuore, e quindi sembra controintuitivo, perchè di solito intendiamo l'anima come qualcosa che è slegato al politico.
Ma invece è una parola codificata, che ha nel suo range di senso, sicuramente la pretesa di dislocare la soggettività su un campo astratto, di modo tale che le soggettività siano TUTTE dimenticate in nome di un anima pretesa.
E l'anima è collegata al Dio legislatore.
Più che Dio, è proprio l'anima ad essere il nodo cruciale di svolta e cioè di indagine.
Poichè si giudica l'anima della persona nel canone occidentale.
Che poi l'anima diventi la mente, è solo un risultato del riduzionismo contemporaneo.
Che viene raddoppiato dal canone giuridico, dove è specificato se il reato è nella mente o meno dell'indagato.
Vi è uno stretto legame tra indagine condanna e confessione condanna.
Ne ha parlato a lungo Focault nei suoi libri. (Storia della sessualità).
Poichè ci conosciamo (virtualmente) da un pò, capisco che probabilmente tu ti riferisci all'anima, come Anima Mundi.
E quindi ritieni di dovere esentare il politico dall'interferire con qualcosa che gli è antecedente.
Certamente è una operazione necessaria, ma non bisogna mai dimenticare che noi siamo dentro al discorso, possiamo parlare dell'anima rispetto all'originario, facendo supposizioni e inferenze. Ma facendo sempre attenzione agli errori psicologici, che si traducono in inferenze e supposizioni del tutto fallimentari.
In questo senso parlare della storia del concetto di anima, e dei suoi usi, che sono politici, non dovrebbe arrecare al ricercatore spirituale troppo danno.
Anzi dovrebbe aiutarlo a fare i conti con il linguaggio, la storia e la cultura che lo supportano ad essere ad avere un certo tipo di soggettività.
Anche nel caso che tu vagheggi, che la soggettività si possa determinare tramite un attento vaglio del fluire storico degli eventi a partire dall'originario, e quindi si possa determinare come anima reale, come anima mundi, ti rimarrebbe da spiegare l'utilizzo storico dei concetti.
E fra questi quello di anima.
E poichè il concetto di anima è nell'anima, non capisco perchè tu senta il bisogno di dire che l'anima non c'entra con la violenza.
Tra l'altro anche logicamente non torna, perchè se l'uomo è potenzialmente violento, mancherebbe da parte tua una analisi del rapporto tra potenza violenta e anima dell'uomo.
a te la risposta.
Citazione di: green demetr il 01 Novembre 2017, 18:15:53 PMGreen,
Poichè non leggo come Paul la religione occidentale come un naturalismo, ma piuttosto a ben pensarci come un Mistero.
Il problema del rapporto Spirito Carne, si impone, non tanto come vizio virtù, bensì come Libertà contro Storia.
.............
Citazione di: sgiombo il 31 Ottobre 2017, 21:10:04 PME riemerge il tuo determinismo....... Non penso affatto che libertà e volontà siano nel piano deterministico, per cui il criminale segue il suo piano delittuoso perché è così che deve andare e il saggio scrive e dice cose sapienti, perché è cosi che era già scritto.
Per Domingo94 e Paul11
Ma se noi siamo stati creati da Dio, allora siano come siamo a seconda di come Dio ci ha creati, e di conseguenza agiamo: bene nella misura in cui Dio ci ha creati buoni, male nella misura in cui ci ha creati malvagi.
Non dobbiamo confondere la libertà da coercizioni che impediscano di agire come si vuole con la casualità del volere
Ingiusto é negare a qualcuno la libertà di agire come vuole, impedendoglielo con la violenza.
Ma uno vuole agire come vuole agire a seconda di come é (e costringerlo ad volere diversamente da come vuole o a non avere la volontà che ha sarebbe pure ingiusto, e non significherebbe concedergli alcuna libertà); ed é (se l' ha creato Dio) a seconda di come Dio l' ha creato.
Dunque agisce a seconda di come Dio l' ha creato.
Se le pene dell' inferno fossero semplicemente il rimorso per il male fatto (che però a occhio e croce mi sembra una tesi un po' eretica), non credo che ciò dovrebbe durare in eterno: di solito quando uno si pente di qualcosa dopo un tempo più o meno lungo se ne fa una ragione e pensa ad agire meglio nel futuro.
Se così non fosse, dal momento che tutti siamo, chi più chi meno, "peccatori", la vita diventerebbe ben presto insopportabile per chiunque.
Mi sembra che tutto ciò che é per qualche riguardo infinito (per esempio la durata del' inferno) dovrebbe avere senso piuttosto nel dominio dello spirito divino (che per definizione é infinito) e non nel dominio degli uomini (che sono di fatto finiti).
Citazione di: Angelo Cannata il 28 Ottobre 2017, 19:59:08 PMSono d'accordo. lavorare sui motivi per cui ci si sente a proprio agio o disagio, capire perché ci sono momenti che viviamo come felici e infelici, significa lavorare su stessi per capire noi stessi, quali nodi gordiani abbiamo da risolvere o quali ci portano a star bene. Riuscire a capire questo significa anche poter capire gli altri e aiutare, consigliare. o semplicemente confrontare i propri vissuti e a nostra volta imparare o meglio ancora crescere insieme.La spiritualità è anche qualcosa di profondo in tutti noi che ci accomuna e ha un suo linguaggio da estrapolare, comunicare
Mi sembra che porre la questione in questo modo sia impoverente, perché si limita a porre l'alternativa stare bene / stare male. Se si sta male, ciò che bisogna cercare è stare bene, se si raggiunge lo stare bene è tutto risolto. Questo per me è impoverente, se la spiritualità dovesse ridurre a questo i suoi scopi, sarebbe una ben misera cosa.
Qualsiasi male, in questo caso il problema della solitudine, piuttosto che essere affrontato concentrandosi interamente ed esclusivamente verso la sua eliminazione, verso il raggiungimento dello stare bene, può essere sfruttato per esplorare più a fondo gli interi universi a cui esso è connesso, in questo caso le dinamiche dell'io. Ridurre le dinamiche dell'io ad uno star bene / star male con sé stessi mi risulta impoverente. Trovo più arricchente in questo caso esplorare le dinamiche che portano a star bene o star male con sé stessi, quindi il mondo delle relazioni col nostro io e con gli altri, in cui entrano in gioco un'infinità di fattori: consapevolezza, fiducia, amore, concorrenza, emozioni, aspettative, significati, ricerca, fisionomie, storia, illusioni... Allora sì che la questione diventa arricchente. Al confronto, un ridursi a voler stare bene, in pace, è troppo simile alla morte: riposa in pace, amen.
Citazione di: Jacopus il 30 Ottobre 2017, 09:29:09 AMCi sono contraddizioni , Jacopus, che sono interpretative e ormai assodate come se fossero verità.
Nei secoli nei quali le religioni hanno avuto il predominio si e' di solito assistito a forme di violenza e a veri e propri genocidi (i crociati distrussero molte comunita ebraiche in medio oriente, i catari furono tutti sterminati). Per far confessare un eretico si usavano mezzi di tortura rispettl ai quali i carcerieri di Guantanamo sono dei boy-scout.
La tesi che formulo e' la seguente: la convinzione che vi sia un'anima rende possibile un livello di violenza che oggi e' solo sopita per la concorrenza di altri modelli e filosofie di vita.
Oggi essendo piu' importante la vita fisiologica essa viene tutelata e non passa piu' in secondo piano rispetto all'anima.
Un altro esempio per chiarire cio' di cui parlo: nel medioevo una donna accusata di stregoneria poteva venire lanciata su un lago dentro ad un sacco. Se galleggiava era la prova di stregoneria e veniva arsa. Se affondava era innocente ma moriva ugualmente ma almeno la sua anima era salva.
Pensare alla salvezza delle anime comporta percio' sempre un surplus di violenza?