Dopo l'articolo della Valensise scrivo la mia riflessione sull'eredità del '68 cinquant'anni dopo. Sono consapevole che l'argomento è ancora arduo da affrontare con pacatezza. Ma io non voglio polemizzare, desidero soltanto esprimere la mia opinione, giusta o sbagliata che sia, a seconda di chi la legge, condizionato dal suo ambiente socio-culturale e politico.
La chiamarono "rivoluzione culturale", rivolta antiautoritaria. Quali sono i risultati ? Imperversa il bullismo giovanile in strada e nelle scuole: dei bulli si permettono di beffeggiare gli insegnanti. Colpa del lassismo dei loro genitori, dell'ambiente sociale violento in cui vivono ?
Cinquant'anni fa nell'esercito ancora c'erano reparti dove venivano addestrati quelli che oggi chiamiamo "bulli" e vi assicuro che con le buone o le cattive venivano ammansiti. Io sono fautore del servizio militare obbligatorio per questi tipi, ma anche per chi si droga. Per chi spaccia la droga merita i lavori forzati a vita (spero breve) nelle miniere di carbone.
I fautori delle agitazioni studentesche del '68 miravano ad abbattere l'autorità dei docenti nelle università con le occupazioni di numerose sedi universitarie; volevano il metodo assembleare, eliminando ogni verticismo e dando vita alla "democrazia libertaria"; volevano il 18 politico nelle università o il 6 politico nelle scuole superiori; pretendevano di essere promossi senza aver studiato, cose da matti; lodavano l'organizzazione dei contro-corsi, basati su liberi gruppi di studio che chiamavano per l'approfondimento dei temi prescelti liberamente degli "esperti" interni o esterni al mondo universitario.
Oggetto della contestazione era il potere statale, quello della famiglia autoritaria, del potere autoritario del professore in aula o del caporeparto nella fabbrica. Contestavano le forze armate, la magistratura, la Chiesa cattolica. Con il patrocinio di alcuni partiti della sinistra e dell'estrema sinistra riuscirono a mettere in crisi le istituzioni sociali in cui l'autorità si esprimeva, a volte in modo sbagliato, ne sono consapevole.
Ma non basta. Ci furono tentativi di dar vita alla "comune" al posto della famiglia, l'assemblea e la democrazia diretta anziché le deleghe e la democrazia rappresentativa, con lo scopo di rovesciare il potere costituito e creare uno spazio autonomo , anche con la tattica dell'occupazione nelle scuole.
Dopo 50 anni quali sono i risultati ? La droga fra i giovani e i meno giovani dilaga; è diffusa la fragilità psicologica giovanile. Ovviamente non penso assolutamente che la colpa sia del'68, ne presumo un concorso di colpa.
Io considero gli insegnanti con molto rispetto. Intoccabili come se fossero preti o monache. E' sbagliato ?
La chiamarono "rivoluzione culturale", rivolta antiautoritaria. Quali sono i risultati ? Imperversa il bullismo giovanile in strada e nelle scuole: dei bulli si permettono di beffeggiare gli insegnanti. Colpa del lassismo dei loro genitori, dell'ambiente sociale violento in cui vivono ?
Cinquant'anni fa nell'esercito ancora c'erano reparti dove venivano addestrati quelli che oggi chiamiamo "bulli" e vi assicuro che con le buone o le cattive venivano ammansiti. Io sono fautore del servizio militare obbligatorio per questi tipi, ma anche per chi si droga. Per chi spaccia la droga merita i lavori forzati a vita (spero breve) nelle miniere di carbone.
I fautori delle agitazioni studentesche del '68 miravano ad abbattere l'autorità dei docenti nelle università con le occupazioni di numerose sedi universitarie; volevano il metodo assembleare, eliminando ogni verticismo e dando vita alla "democrazia libertaria"; volevano il 18 politico nelle università o il 6 politico nelle scuole superiori; pretendevano di essere promossi senza aver studiato, cose da matti; lodavano l'organizzazione dei contro-corsi, basati su liberi gruppi di studio che chiamavano per l'approfondimento dei temi prescelti liberamente degli "esperti" interni o esterni al mondo universitario.
Oggetto della contestazione era il potere statale, quello della famiglia autoritaria, del potere autoritario del professore in aula o del caporeparto nella fabbrica. Contestavano le forze armate, la magistratura, la Chiesa cattolica. Con il patrocinio di alcuni partiti della sinistra e dell'estrema sinistra riuscirono a mettere in crisi le istituzioni sociali in cui l'autorità si esprimeva, a volte in modo sbagliato, ne sono consapevole.
Ma non basta. Ci furono tentativi di dar vita alla "comune" al posto della famiglia, l'assemblea e la democrazia diretta anziché le deleghe e la democrazia rappresentativa, con lo scopo di rovesciare il potere costituito e creare uno spazio autonomo , anche con la tattica dell'occupazione nelle scuole.
Dopo 50 anni quali sono i risultati ? La droga fra i giovani e i meno giovani dilaga; è diffusa la fragilità psicologica giovanile. Ovviamente non penso assolutamente che la colpa sia del'68, ne presumo un concorso di colpa.
Io considero gli insegnanti con molto rispetto. Intoccabili come se fossero preti o monache. E' sbagliato ?