Citazione di: Duc in altum! il 08 Ottobre 2024, 16:37:04 PME' sempre questione di credere o non credere...Ma in ogni caso non sarebbe la parola di Dio a verificarsi, ma una sua interpretazione, che sia la tua o quella di chiunque altro.
Secondo la tua di fede potrei depistare chi legge... e ci sta... chi vivrà vedrà e chi vedrà vivra!
I linguaggi possono prestarsi diversamente ad essere interpretati, ma quanto più diventano precisi, tanto più si svuotano di significato, per cui se la bibbia fosse scritta nel linguaggio formale della logica, perderebbe ogni valore.
Quindi in qualche modo l'interprete si fa parte attiva nell'interpretare la parola di Dio, non essendo la sua interpretazione l'unica possibile.
La sua interpretazione potrebbe pure essere stata supportata dallo spirito santo, ma allora quante volte deve esso intervenire, se prima interviene nella stesura degli scritti sacri e poi nelle sue successive interpretazioni?
Non voglio dire con ciò che uno scritto, che sia considerato sacro o meno, perda perciò ogni valore, ma considerare sacro un testo non mi sembra sostanzialmente diverso dal considerare sacra una vacca. Si tratta in ogni caso di idolatria.
Non mi sento perciò allo stesso modo di condannare chi idolatra un testo o una vacca , limitandomi a dare un valore alla fede in sè, considerando la capacità di credere una componente essenziale dell'uomo.
Un uomo che non crede nulla non è un vero uomo, e un uomo che nega le proprie fedi semplicemente non sa di averle.
In questo senso la fede dichiarata in qualcosa, che sia un Dio o altro, non è la più potente delle fedi, essendo la più potente quella che agendo in te in incoscienza tu non puoi contrastare.
Che questa fede si riesca ancora a trattenere anche quando esca allo scoperto, è per me cosa mirabile, e da ciò deriva tutto il mio rispetto verso chi dichiara la propria fede senza che questa perciò vacilli.
Però questa ''grazia'' a me non è data, ma allo stesso tempo non ne sento la mancanza , e anzi mi sento graziato del contrario, perchè mi pare di poter governare così la realtà attraverso le sue descrizioni, senza lasciarmi da esse governare.
Posso cosi descrivere la società come fatta da uomini e donne, al fine di regolamentarla, senza che tale descrizione diventi però un dogma, confondendo la realtà con una sua descrizione, e che questa descrizione si trovi dentro un testo che sia sacro oppure no, compresi quelli scientifici, non fa per me differenza, perchè nessun testo per me, per quanto possa ispirarmi, assurgerà mai al ruolo di un idolo.

