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Messaggi - doxa

#1231
Socrate tra creazionisti ed evoluzionisti non c'è nulla da dimostrare. Il tuo è un atto di fede in ciò che è scritto in un libro che tu pensi ispirato da Dio. Ma la tua fede non deve illuderti di suscitare dubbi negli evoluzionisti.

La teoria di Darwin sulla selezione naturale ha lacune ancora inspiegabili, ma non m'inducono ad avvicinarmi alla favola per bambini titolata  "creazionismo" o "disegno intelligente".

Certamente nella sezione "filosofia" il tuo topic può trovare alimento per inutili chiacchiere.
#1232
Attualità / Re:I bulli e la scuola
03 Maggio 2018, 16:43:01 PM
Il bullo adolescente preconizza l'adulto delinquente ? Penso di si se non viene represso con reazioni sociali, da parte della scuola, della famiglia, del gruppo dei pari; se necessario anche con la giustizia penale.

Se il bullismo deriva da una psicopatologia o dal tratto caratteriale aggressivo diventa ardua l'educazione etica.

Per la prevenzione è sufficiente la comunicazione interpersonale tramite le agenzie educative ? Nei casi difficili sono necessari anche psicologi, sociologi, assistenti sociali perché il minore disadattato è questione sociale e la sua tutela e formazione è interesse della collettività.

La crescita di un giovane in un contesto sociale, anche virtuale,  che premia l'arroganza e la sopraffazione è un grave problema che non va trascurato.

Se l'adolescente "socialmente difficile" viene emarginato, è indotto a cercare suoi simili per  non sentirsi solo, per sentirsi parte di un gruppo. Per evitare di farlo entrare in una "banda di delinquenti" il minore va tutelato, "rieducato".
#1233
Socrate, c'è chi crede alla Befana, chi crede che l'universo sia stato creato in sei giorni dal  tuo Dio,  e chi crede all'evoluzionismo.

Gli esperimenti e l'osservazione confermano la teoria dell'evoluzione.
Numerosi scienziati hanno constatato che negli organismi viventi, con il susseguirsi delle generazioni, avvengono lievi variazioni. Per esempio, gli allevatori di razze  canine possono incrociare selettivamente esemplari di cani in modo che i discendenti  abbiano caratteristiche come zampe più corte o pelo più lungo. Secondo gli evoluzionisti i piccoli cambiamenti si sarebbero sommati nei millenni ed avrebbero realizzato i cambiamenti necessari perché i pesci si evolvessero in anfibi.
Charles Darwin insegnava che i piccoli cambiamenti che si possono osservare dimostrano che sono possibili anche grandi cambiamenti nel corso di lunghi periodi di tempo.

I ricercatori hanno scoperto che le mutazioni possono provocare cambiamenti ereditari nelle piante e negli animali. Anche il citoplasma, la membrana ed altre strutture della cellula hanno un ruolo importante nello sviluppo morfologico e fisiologico di un organismo.
#1234
Attualità / Re:I bulli e la scuola
25 Aprile 2018, 19:02:56 PM
Il nick Stefano nella risposta a Jacopus ha scritto la frase "giustificazionismo sociale", che considero importante.

Jacopus accantoniamo il '68 e soffermiamoci sul "giustificazionismo", sulla tendenza a giustificare  comportamenti negativi da parte di alcuni studenti.

L'episodio nella scuola a Lucca è eclatante. Ignorando le regole scolastiche e l'educazione l'adolescente-Frankenstein col casco da motociclista sulla testa  sbraita e minaccia l'inerme professore, reclamando una sufficienza. Sfila il registro dalle mani dell'insegnante, urla parolacce, mortifica il docente davanti la classe, calpesta il suo ruolo, beandosi delle risa degli altri studenti per la sua irresponsabile azione.  Esibizione narcisista ed espressione della propria maleducazione.
Il professore appare sorpreso, attonito, in balìa degli scherzi demenziali e delle iniziative dei suoi studenti. La scena mi provoca sconforto.

I ragazzi che superano i confini del lecito con un docente o i compagni stessi, sono abituati a farlo anche a casa. Sono completamente sfuggiti di mano alla famiglia, o spesso la famiglia è sfuggita loro. Ma queste criticità dei singoli dovrebbero trovare all'interno del sistema sociale e scolastico una possibile soluzione.

I docenti sono demotivati e "disarmati", temono le aggressioni. Il giustificazionismo uccide il diritto, non solo nella scuola ma ovunque. Per ampliare gli esempi, vado brevemente in OT.

Perché giustificare le occupazioni abusive degli appartamenti ? Perché ci sono in servizio magistrati che sottomettono le loro sentenze a principi ideologici e non giuridici, facendo grandi danni alla democrazia liberale ?

Perché c'è la tendenza, di origine catto-comunista e anarcoide, a far prevalere un giustificazionismo sociale dei comportamenti illegali, una tendenza che rischia di scatenare, in chi è vittima di tale modo d'intendere la giustizia, risentimenti che potrebbero avere esiti anche drammatici ?

Rispetto  a chi infrange la legge o ha comportamenti devianti, c'è sempre  il "progressista immaginario" in servizio permanente che provvede a giustificare e ad assolvere il deviante con una qualche motivazione sociale e/o politica.  

E anche la scuola ha le sue colpe per non aver saputo formare cittadini dotati di senso civico, di senso di responsabilità e del senso stesso della legalità e dello Stato. Sono troppi i docenti che insegnano a scuola solo per avere lo stipendio fregandosene dell'apprendimento degli studenti.

E'  comunque necessario stigmatizzare il diffuso giustificazionismo verso i comportamenti scorretti, e persino illegali, degli studenti e purtroppo anche di alcuni insegnanti.  

Non è più tollerabile che il tempo destinato alla formazione dei giovani sia vanificato da iniziative non autorizzate né utili, come le autogestioni studentesche con l'occupazione di aule o dell'intero plesso scolastico.

Le forze dell'ordine quando vengono chiamate dal dirigente scolastico anziché limitarsi a prendere nota dell'occupazione, come hanno fatto finora, devono entrare nelle aule e farle sgomberare. Se ci sono atti di ribellione devono rispondere in modo adeguato alle circostanze.  


Diventano titoli di quotidiani soltanto gli episodi di cronaca più eclatanti, e cioè le aggressioni agli insegnanti da parte di studenti o anche da parte di genitori, ma la relazione scuola/famiglia è diventata negli ultimi anni sempre più problematica e tesa.
Il  patto di corresponsabilità educativa è un documento fondante, sebbene si scopra alle volte che alcune famiglie continuino a ignorarne l'esistenza, ma soprattutto l'importanza.

C'è lo scollamento etico. Ci sono famiglie che  chiedono alla scuola maggiore indulgenza, maggiore comprensione, un "venire incontro" che spesso non ha alcun fondamento pedagogico.

Qualche giorno fa, il filosofo Umberto Galimberti è intervenuto affermando che bisognerebbe "espellere" i genitori dalle scuole, "a loro non interessa quasi mai della formazione dei loro figli, il loro scopo è la promozione del ragazzo a costo di fare un ricorso al Tar, altro istituto che andrebbe eliminato per legge".

È chiaro che non sempre è così. Ci sono anche famiglie attente ed impegnate nel percorso educativo dei propri figli, ma in generale la tendenza sociale della "orizzontalizzazione" delle relazioni genitori-figli e il dilagare di un permissivismo spacciato per "emancipazione" mettono in crisi il rapporto con la scuola, che ha anche un'anima normativa.

Ma non è soltanto questo il motivo degli scontri. Spesso il confronto alza i toni proprio nell'ambito della valutazione disciplinare dello studente. Negli ultimi anni c'è stato tutto un fiorire di certificazioni per disturbi dell'apprendimento, nonché di profili psicologici "a rischio" che in un certo senso chiedono alla scuola di edulcorare giudizi e valutazioni. In molti casi si tratta di diagnosi fondate, in altri casi molto discutibili. Anche perché una volta ottenuto "il lasciapassare", nonostante le dichiarazioni di intenti e i seminari formativi degli esperti, la scuola resta sola a cercare strategie che portino a una reale acquisizione delle competenze da parte del ragazzo.
C'è bisogno che scuola e famiglia si ritrovino, e non soltanto tra le righe di un patto formale.


"Un'educazione troppo indulgente è dannosa perché fiacca tutti gli slanci della mente e tutto il vigore del corpo", scrisse l'antico oratore e maestro di retorica Marco Fabio Quintiliano  (35 d. C. circa – 96 d. C.), che veniva stipendiato dal fiscus imperiale.
#1235
Tematiche Filosofiche / Re:T'amo non t'amo
24 Aprile 2018, 22:03:42 PM
 Nei 6 post precedenti a questo non ho letto cos'è per voi l'amore, cosa s'intende per amore. Avete tentato di ammantare questo sentimento ricorrendo alla poesia, alla religione, alla filosofia, tre ambiti diversi dall'amore di coppia, che nasce senza premesse e con molte conseguenze.

L'esperienza iniziale dell'amore è unilaterale, indipendente dalla persona amata.

L'amore per lei/lui  si costruisce e si approfondisce col tempo, con gesti e atteggiamenti che esprimono il proprio amore verso lei/lui.
L'amore è dono reciproco.

L'amore comporta il reciproco impegno della coppia.

Il percorso per giungere all'amore permette l'incontro di due individui, l'io va verso il tu per formare il noi.

 "Ti amo" significa che sono affettivamente coinvolto verso di te.

Nel linguaggio comune l'espressione "vero amore" si riferisce all'amore incondizionato, unico nella vita di una persona e definitivo.
L'espressione "vero amore" lo distingue dall'innamoramento, dall'infatuazione, dal desiderio sessuale.

L'amore dà gioia nella vicinanza della persona amata. Si vuole il suo bene, si cerca la sua compagnia.

Nella persona che amiamo consideriamo le caratteristiche ed i tratti caratteriali che ci sembrano necessari per affrontare insieme il rapporto di coppia nella quotidianità.

Amare il/la partner per ciò che è, con i suoi difetti ed i suoi pregi.

Amare è una libera scelta che presuppone la reciprocità come condizione della relazione. L'amore è una dono reciproco e libero.
La capacità di amare è il punto di arrivo del processo di maturazione di un individuo. Viene sviluppata tramite l'espressione delle emozioni, dei sentimenti, della sessualità, dei valori.

L'amore comprende la passionalità, l'impegno, l'amicizia. La combinazione di questi elementi crea il rapporto amoroso. 
#1236
Socrate non ti sembra generica la tua affermazione nel rapporto tra religioni e sessualità ?

Rimanendo nel nostro ambito, quello del cristianesimo, sei sicuro che ancora persista lo stereotipo, il pregiudizio della sessuofobia nella Chiesa cattolica, secondo la quale piacere è colpa, il sesso è peccato, perciò da praticare con parsimonia e disagio esclusivamente nel matrimonio e solo con l'intenzione di procreare figli ?

Si, nel passato la Chiesa tramite la confessione dei penitenti usò verso la sessualità repressione e clemenza per governare le "anime" dei fedeli.
 
La teologia cristiana considerava il rapporto sessuale tra un uomo ed una donna metafora del rapporto fra l'anima e Dio, anticipo del piacere d'amore che si vivrà in "paradiso". Come tale,  il rapporto sessuale doveva essere pervaso di significati spirituali, privato dell'aspetto ludico ed erotico che lo aveva contrassegnato nel mondo pagano.


I mutamenti culturali indotti dall'Illuminismo e l'affermarsi dell'individuo come soggetto di diritti sottrassero progressivamente il sesso alla dimensione religiosa, riuscirono a togliere la sovranità esclusiva del diritto canonico sui comportamenti sessuali.

Il conflitto cominciò alla fine del 18/esimo secolo e proseguì nei secoli successivi quando la competenza sulla sessualità venne attribuita a medici, biologi, antropologi e poi psicoanalisti, che negavano alla Chiesa il diritto di imporre norme universali e ai teologi la capacità di definire il senso ed il valore dell'atto sessuale, depotenziato di ogni significato spirituale.


Anche il controllo delle nascite fu oggetto di contesa che divise società e Chiesa dal XIX secolo. L'ostinato rifiuto del controllo delle nascite la Chiesa lo sancì con due encicliche, la "Casti connubii" del 1930 e l'"Humanae vitae"! del 1968, che ribadiscono l'opposizione della Chiesa fra sessualità e riproduzione.

Alla stesura dell'enciclica  sociale "Humanae vitae" contribuì l'allora cardinale Karol Wojtyla. Tale "lettera" contiene i temi che sono ancora al centro della discussione "che divide la concezione della Chiesa da quella della società laica: la legge di natura, il valore del matrimonio, l'indivisione dei due aspetti dell'atto sessuale (corporale e spirituale), l'unione fra gli sposi e la procreazione, e la richiesta alla scienza di percorrere strade di ricerca rispettose della morale cattolica". Temi questi che hanno aperto un solco profondo tra la Chiesa e le donne, nel passato considerate le "custodi" dei valori religiosi e le alleate della Chiesa. 


Con l'enciclica "Humanae vitae" e con il pontificato da Giovanni Paolo II che durò dal 1978 al 2005, la Chiesa cattolica tentò di riaffermare l'unità fra corpo e spirito che aveva caratterizzato la specificità del cristianesimo rispetto al paganesimo.

Questo papa ripropose all'Occidente cristiano il significato spirituale del coito, il rapporto sessuale non separato dall'intenzione  della procreazione di figli. Ma la società occidentale era ormai orientata in modo diverso: il controllo delle nascite, il piacere sessuale come atto in sé, a prescindere dalla procreazione. Ciò è stato possibile anche con la scoperta degli antifecondativi per la donna e la cosiddetta "rivoluzione femminile".
#1237
Idee per migliorare il forum / Re:Cercasi Moderatori
24 Aprile 2018, 18:14:13 PM
Nella scelta dei moderatori è importante tener presente anche il loro spiccato orientamento politico, per evitare incresciosi "incidenti diplomatici" e facili bannature. 

Il moderatore deve anzitutto moderare se stesso e poi giudicare o richiamare all'ordine chi eccede, ma con garbo. 

Altamarea.
#1238
Attualità / Re:I bulli e la scuola
21 Aprile 2018, 00:11:48 AM
Jacopus ha scritto:
Citazione vi è stata nel corso dell'ultimo mezzo secolo una parabola discendente dei professori e del concetto stesso di cultura, accompagnato parallelamente da una discesa sociale ed economica dei professori stessi.
Ne è stata intaccata, soprattutto negli istituti professionali e tecnici (dove avvengono la stragrande maggioranza di questi episodi, nei licei scientifici e classici è molto più difficile), la dignità del professore, che diventa così un obiettivo molto più facile da aggredire da parte di soggetti mediamente disturbati, come ce ne sono sempre in una classe.

Jacopus, aiutami a capire per favore. Cinquant'anni fa ci fu il movimento studentesco del '68, e giustamente affermi che da cinquant'anni continua la  parabola discendente, di tipo sociale, dei professori. Io penso che le critiche sessantottine all'autorità e all'autoritarismo dei docenti abbiano funzionato da innesco a tale crisi, specchio della contestazione all'autoritas del pater familias. 

Molti genitori per sentirsi al passo con i tempi s'inventarono di essere amici dei figli e non "padre padrone", lasciando far fare ai "pupi" ciò che volevano, con nefaste conseguenze.

Per quel che ne so cinquant'anni fa la droga (in particolare cocaina) veniva usata da pochi benestanti economicamente. Perché si è diffusa in tutti gli strati sociali, riducendo sul lastrico singoli individui e famiglie ? Di chi la colpa ? 
#1239
Attualità / Re:I bulli e la scuola
20 Aprile 2018, 23:47:38 PM
Un altro grave episodio è avvenuto nel dicembre 2016, ma si è saputo soltanto in questi giorni, è accaduto a Velletri, in provincia di Roma.  Il quotidiano Il Messaggero ha raccontato lo scorso 7 aprile la notizia del video sulle minacce alla docente dell'istituto tecnico veliterno. Le immagini hanno ripreso  con un cellulare un atto di intimidazione di uno studente minorenne verso la professoressa. La procura di Velletri ha deciso di procedere per il reato di minacce e oltraggio ad un pubblico ufficiale. 

Molti lo ignorano, o fanno finta di non saperlo,  che un insegnante nell'esercizio delle sue funzioni è un pubblico ufficiale. 

Nel video si vede e si ode il ragazzo che aggredisce verbalmente la docente, dicendole, in dialetto: "Te faccio scioie in mezzo all'acido, te manno all'ospedale".

Il video dura circa 10 minuti.
#1240
Attualità / Re:I bulli e la scuola
20 Aprile 2018, 23:31:22 PM
Ciao Jacopus, molto interessanti le tue riflessioni. 

Sono talmente indignato del comportamento dei cosiddetti bulli nei confronti dei docenti, che non posso esimermi di aggiungere anche l'articolo scritto da Claudia Guasco col titolo: Nella scuola dei bulli:  "Noi quei ragazzi vogliamo recuperarli", pubblicato anche questo nell'edizione odierna del quotidiaNO "Il Messaggero". Ecco il testo: 
Lucca. L'istituto tecnico Carrara, proprio di fronte alla cinta di mura del Cinquecento, non è una scuola di periferia. E nemmeno un istituto per perdigiorno. «È riconosciuta la precisione e la severità del suo corpo docente», tiene a sottolineare il preside Cesare Lazzari. Eppure che ci fossero problemi in quella classe del biennio lo sapevano tutti: c'è chi racconta di un banco scagliato contro il muro da uno studente ripreso per la scarsa attenzione, di un casco lanciato a un professore. Poi, una decina di giorni fa, su Whatsapp cominciano a circolare video in cui l'insegnante di storia e italiano, 64 anni, diventa il bersaglio di un'intera classe. Insulti, aggressioni, minacce. Umiliazioni riprese con due cellulari mentre i compagni ridono, incitano e bestemmiano. Ora quattro ragazzi sono indagati per ingiurie e violenza privata, la procura dei minori di Firenze ha aperto un fascicolo, Digos e polizia postale sono al lavoro per risalire a chi, per primo, ha messo in rete le immagini. 

Uno studente ha già ammesso tutto, un altro lo stanno ancora cercando per quattro video che vanno ben oltre la bravata. E il numero degli indagati è destinato ad aumentare man mano che gli alunni vengono identificati. C'è un ragazzo che si infila un casco integrale e comincia a colpire sul petto il professore che gli chiede di smettere. Lui però continua, si avvicina a pochi centimetri dal volto e ruggisce. 

Cambio di scena: lo stesso alunno copre la faccia del docente con una giacca, mentre un compagno in sottofondo esclama «buffone» e un altro impila due cestini della spazzatura facendoli cadere addosso all'insegnante che è diventato un bersaglio: «Le piace prof la torre di Pisa?». Poi i toni si fanno ancora più offensivi, le domande incalzanti: «Le piace il pi..? Lo dica, le piace o preferisce altro?». Il docente non perde la calma, non reagisce, scuote la testa ed esorta gli alunni a tornare al loro posto. Nel suo comportamento c'è una sorta di rassegnazione, non va dal preside a denunciare le aggressioni. E infatti il dirigente Cesare Lazzari scopre tutto quando ormai i video circolano ovunque. «Stiamo valutando anche questo aspetto, il clima che c'era in classe. Sono questioni complesse, abbiamo ascoltato anche gli altri insegnanti per capire», spiega. Da due giorni il professore di italiano e storia è assente, se ne è andato anche da casa per cercare un po' di tranquillità in un posto isolato. Oggi pomeriggio però si ritroverà nuovamente di fronte agli studenti, convocati con i genitori per il consiglio di classe. «Uno perderà sicuramente l'anno. Non tutti, anche perché la scuola deve rappresentare un'occasione di crescita e di recupero. Valuteremo le sospensioni, che in questi casi possono arrivare a quindici giorni. Intanto d'accordo con le famiglie abbiamo deciso di lasciare i ragazzi a casa per qualche giorno: bisognerà valutare la posizione dei singoli», spiega il preside. 

«Con il docente ho parlato e ci riparlerò - aggiunge Lazzari - Era sconvolto, rattristato, anche lui ha presentato denuncia contro i ragazzi. Ci sono ancora diverse cose da chiarire, compreso il contesto. Quella classe, già in passato, aveva dato qualche problema ma di rilevanza assai inferiore rispetto a oggi». Uno dei protagonisti dei filmati è già stato sospeso per tre giorni tra fine febbraio e inizio marzo, «sembra però che tali provvedimenti abbiano fatto da detonatore e siano stati presi come una sorta di sfida da parte di alcuni studenti», rileva il dirigente. «Con quei ragazzi stavamo lavorando per far sì che continuassero un percorso scolastico, per convincerli a cercare un nuovo orientamento ma, con il loro gesto, sembra quasi abbiano cercato di farsi buttare fuori». Non provengono da contesti difficili, anzi: famiglie della media borghesia, normali e collaborative con la scuola. E allora perché sono andati malamente fuori strada? Chi li conosce, li descrive come studenti svogliati, senza alcun interesse per i libri, vorrebbero andare a lavorare subito ma non si rendono conto delle difficoltà di trovare un posto. Non leggono libri né giornali, nonostante l'iniziativa dell'istituto del quotidiano in classe, «a noi basta internet, il resto non ci interessa», ripetono. L'istituto ha anche avviato un percorso psicologico di sostegno, evidentemente del tutto inutile. I bulli se la prendono con il mondo, con l'insegnante e con i compagni: «Puzzi di m...., non puoi stare lì», dice uno al vicino di banco. E quando una ragazza passa davanti a un telefonino che sta riprendendo l'insegnante vessato, l'autore sbotta in malo modo: «levati di mezzo, boiler del c...o». Adesso gli atti sono sul tavolo del capo della procura dei minori di Firenze Antonio Sangermano, tra questi c'è anche la denuncia fatta dal preside, oltre ai primi rapporti della polizia. L'inchiesta è solo all'inizio, prima arriveranno le sanzioni della scuola: per domani è convocato il consiglio d'istituto che deciderà il futuro scolastico dei ragazzi. 
#1241
Attualità / Re:I bulli e la scuola
20 Aprile 2018, 22:38:18 PM
Concludo il mio intervento facendovi leggere cosa ha scritto Roberto Gervaso nella sua rubrica "A tu per tu", pubblicata oggi  sul quotidiano "Il Messaggero". L'articolo è titolato: " Tutte le fedi vanno rispettate", in cui, fra l'altro, dice: "La famiglia, pur con tutte le sue magagne e le sue insolvenze, resta un caposaldo della società.

Quella di oggi non è più quella di ieri, chiusa e patriarcale, afflitta da tabù e pregiudizi, con una gerarchia rigida ma rassicurante, con un codice discutibile, ma che insegnava a scegliere. Se a volte trascendeva in autoritarismo, la sua funzione era comunque benefica. A contestarla e invalidarla fu il Sessantotto che, in nome di utopie assurde e allucinanti, folli e confuse, facendo di ogni erba borghese un fascio, mise sul banco degli imputati la famiglia denunciandone vizi reali e vizi immaginari. Molti genitori, di fronte a queste chiamate di correo, a queste esecuzioni sommarie, cosa fecero ?  Abdicarono vilmente al loro ruolo di educatori e vigilantes, concedendo quello che avrebbero dovuto negare, subendo la volontà dei figli anziché far sentire la propria, con amore, ma anche con fermezza.
Venuti meno ai loro compiti di madri e padri, persero il rispetto dei figli che, non potendo sostituirsi a loro, li destituirono, spogliandoli di sacrosanti diritti.

Una vera e propria delegittimazione che certi partiti, certi mass media mendacemente progressisti, e quell'intellighenzia che cavalca la tigre delle pseudo-avanguardie, favorirono  per aggiudicarsi i consensi e mietere i voti dei giovani, cui tutto fu permesso e tutto perdonato.

A far le spese di questo sovvertimento e pervertimento delle gerarchie non sono stati solo i defraudati genitori, ma anche i figli, cui sono venuti a mancare quegli ancoraggi morali e pedagogici che li rassicuravano con le certezze, li educavano con i compiti da svolgere e gli esempi da seguire.

Tanti giovani, avendo troppo preteso, e più ancora ottenuto per la pusillanime acquiescenza degli adulti, succubi delle loro arroganti e apocalittiche rivendicazioni, prenderanno la via della droga, micidiale surrogato di valori perduti".
#1242
Attualità / Re:I bulli e la scuola
20 Aprile 2018, 22:34:19 PM
Dopo l'articolo della Valensise scrivo la mia riflessione sull'eredità del '68 cinquant'anni dopo. Sono consapevole  che l'argomento è ancora arduo da affrontare con pacatezza.  Ma io non voglio polemizzare, desidero soltanto esprimere la mia opinione, giusta o sbagliata che sia, a seconda di chi la legge, condizionato dal suo ambiente socio-culturale e politico.

La chiamarono "rivoluzione culturale", rivolta antiautoritaria. Quali sono i risultati ?  Imperversa il bullismo giovanile in strada e nelle scuole:  dei bulli si permettono di beffeggiare gli insegnanti. Colpa del lassismo dei loro genitori, dell'ambiente sociale violento in cui vivono ?

Cinquant'anni fa nell'esercito ancora c'erano reparti dove venivano addestrati quelli che oggi chiamiamo "bulli" e vi assicuro che con le buone o le cattive venivano ammansiti. Io sono fautore del servizio militare obbligatorio per questi tipi, ma anche per chi si droga. Per chi spaccia la droga merita i lavori forzati a vita (spero breve) nelle miniere di carbone.

I fautori delle agitazioni studentesche del '68 miravano ad abbattere l'autorità dei docenti nelle università con le occupazioni di numerose sedi universitarie; volevano il metodo assembleare, eliminando ogni verticismo e dando vita alla "democrazia libertaria"; volevano il 18 politico nelle università o il 6 politico nelle scuole superiori; pretendevano di essere promossi senza aver studiato, cose da matti; lodavano l'organizzazione dei contro-corsi, basati su liberi gruppi di studio che chiamavano per l'approfondimento dei temi prescelti liberamente degli "esperti" interni o esterni al mondo universitario.

Oggetto della contestazione era il potere statale, quello della famiglia autoritaria,  del potere autoritario del  professore in aula o del  caporeparto nella fabbrica. Contestavano le forze armate, la magistratura, la Chiesa cattolica. Con il patrocinio di alcuni partiti della sinistra e dell'estrema sinistra riuscirono a mettere in crisi le istituzioni sociali in cui l'autorità si esprimeva, a volte in modo sbagliato, ne sono consapevole.

Ma non basta.  Ci furono tentativi di dar vita alla "comune" al posto della famiglia, l'assemblea e la democrazia diretta anziché le deleghe e la democrazia rappresentativa, con lo scopo di rovesciare il potere costituito e creare uno spazio autonomo , anche con la tattica dell'occupazione nelle scuole.

Dopo 50 anni quali sono i risultati ? La droga fra i giovani e i meno giovani dilaga; è diffusa la fragilità psicologica giovanile. Ovviamente non penso assolutamente che la colpa sia del'68, ne presumo un concorso di colpa.

Io considero gli insegnanti con molto rispetto. Intoccabili come se fossero preti o monache. E' sbagliato ?
#1243
Attualità / I bulli e la scuola
20 Aprile 2018, 22:28:50 PM
Vi posto un articolo pubblicato oggi sul quotidiano "Il Messaggero e scritto da Marina Valensise col titolo
"Quel che resta della scuola se l'autorità è perduta".
 
"Il video dei bulli che al liceo di Lucca molestano il professore non è solo virale ma raccapricciante. Un ragazzino s'infila un casco e inizia a dare testate al professore come se fosse un ariete, un altro gli sfila il registro dalle mani, e un terzo, non sapendo come rendersi interessante agli occhi dei compagni che filmano la scena col telefonino, solleva di peso due cartoni dell'immondizia per piazzarli sulla cattedra.

Raccapriccio, vergogna... ma soprattutto commiserazione per questi bulletti di paese abbandonati a se stessi da genitori lassisti, da professori impotenti, da presidi incapaci. Se nessuno è in grado di valutare esattamente il danno che tali comportamenti infliggono a breve e a lungo termine all'intera collettività, urge riflettere su un episodio che purtroppo non sembra isolato e comporta un totale ribaltamento nel nostro orizzonte di senso.

Siamo passati dal rispetto per il dogma dell'autorità, fondato sull'idea che il professore avesse sempre e comunque ragione, anche se era in torto, al compiacimento in forma di lazzo ludico-teppistico nei confronti del professore che ha sempre e comunque torto, e per questo si presta a diventare lo zimbello della classe. Quale effetto perverso abbia innescato tale ribaltamento di orizzonte non sta a noi dirlo.

Lungi da noi puntare il dito contro i cascami della cultura antiautoritaria del '68, o denunciare le ultime fibrillazioni del permissivismo. Resta il fatto che l'educazione oggi sembra aver completamente perso la sua ragion d'essere, e la scuola come istituzione fondamentale per l'educazione del cittadino sembra aver smarrito la sua stessa missione sociale. Si tratta di un cambiamento subdolo, che emerge solo adesso come un fiume carsico in maniera virulenta. Nel giro di una o due generazioni è cambiato tutto. Ancora negli anni '70, se un liceale tornava a casa e protestava contro il professore che a scuola lo vessava ingiustamente, suo padre si sognava di dargli ragione e di presentarsi dal professore per prenderlo a calci o esigere il sei politico. "Mettiti a studiare, fai la persona seria. Non prendere in giro te stesso. Il professore ha ragione", gli diceva facendo fronte comune.

Oggi non è più così. Destituita di legittimità l'autorità di padri e madri, è crollata anche quella della scuola se il povero docente si ritrova in cattedra del tutto impotente davanti al bullismo, alla violenza e alla sopraffazione dei suoi allievi. In classe, sin dalle elementari, sono gli alunni più trasgressivi a essere i più popolari, sono i maleducati a suscitare il plauso dei mediocri, sono quelli che si divertono a fare strafalcioni, a prendere due al compito di matematica, a tenere testa ai professori e ad intimidire i più bravi, che vengono isolati come se fossero dei paria da tenere a distanza.

Il bullismo di Lucca sarà anche un episodio unico ed eccezionale, ma testimonia un fenomeno così diffuso, da non costituire un caso isolato. Nelle nostre scuole il bullismo si coltiva sin dalle elementari, e le classi diventano plotoni di esecuzione pronti a sparare non solo contro i migliori allievi ma ora anche contro i professori. E' questa la dialettica perversa che sovrintende alla selezione al rovescio, fondata sul premio ai peggiori, che ormai è invalsa anche nella vita pubblica. Allora, urge mobilitarsi prima che sia troppo tardi, e scongiurare il peggio, sempre in agguato e sempre vincente, ponendosi una semplice domanda: nel caso di una classe di bulli i presidi che cosa fanno ? Perché non agiscono in maniera preventiva ?  Perché non prendono iniziative per contenere, screditare e neutralizzare il bullo ?

Il fatto è che i presidi non intervengono se i professori si mostrano acquiescenti. E i professori non denunciano gli allievi violenti non solo perché ne hanno paura, paura fisica intendo, ma perché sanno di non trovare  più una sponda nei genitori degli allievi. Allora, prima di pensare alla prevenzione, occorre ricostruire la catena educativa dalla famiglia alla scuola, e magari iniziare col porre ai genitori una domanda chiave: che figli vorreste ritrovarvi al vostro capezzale ? Dei cinici seviziatori violenti ? O delle creature sensibili, capaci di compassione ?
 
 
#1244
Jacopus ha scritto:
CitazioneSpesso a sinistra si parla dopo essersi documentati. A sinistra, più che a destra si difende la cultura. E' un retaggio che distingue da sempre destra e sinistra. I libri in epoca nazista, se di autore ebraico, venivano dati alle fiamme, e un alto esponente di quel movimento coniò la famosa frase: "se sento parlare di cultura, io prendo in mano la rivoltella".


Jacopus, non andare fuori dal seminato evocando libri di autori ebraici in epoca nazista ! Il nazismo fu uguale al comunismo staliniano ! Questo  chiuse  scuole e centri culturali ebraici. Il patto Ribbentrop-Molotov accelerò le cose. Tra le conseguenze del patto ci fu in URSS l'epurazione degli ebrei dall'esercito, dalla diplomazia e dal commercio con l'estero. Fu un "omaggio" non richiesto dai nazisti.

Per quanto riguarda la "cultura", per non cadere negli equivoci  prendo in considerazione solo il concetto considerato dall'antropologia culturale.

Se intendi "cultura" come istruzione, "formazione alta", appannaggio di pochi" , allora debbo dirti che gli intellettuali di destra non hanno niente da invidiare a quelli di sinistra,  supervalutati ed incensati dai mass media.  
#1245
Come al solito gli avversari vanno irrisi. Fino a quando la sinistra e i sinistrorsi non la smetteranno continueranno a perdere le votazioni.
Nel frattempo, se vi va, cliccate sul link che vi allego.  Spero che servano come riflessione.

http://www.marcelloveneziani.com/articoli/ora-finitela-col-vostro-ditino-2/