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Messaggi - green demetr

#1231
Tematiche Filosofiche / Re: Edonismo unica via?
15 Febbraio 2023, 03:23:22 AM
Citazione di: iano il 07 Febbraio 2023, 00:45:28 AMBenvenuto Gennaro.
Ma , secondo me dovremmo focalizzare meglio l'origine della nostra preoccupazione di essere ''una umanità che brancola nel nulla''.
Potrebbe anche essere che brancoliamo nel nulla, ma perchè ci preoccupa così tanto?
Se riusciamo a comprendere l'origine di questa preoccupazione forse possiamo meglio sviluppare il tema senza condannarlo necessariamente a un pessimismo cosmico.
Insomma stiamo dicendo che il nostro problema non ha soluzione, come se conoscessimo bene l'origine del problema. Ma è proprio così?
Il problema della ricerca di un senso nella vita non è un problema della vita se non per quella parte di vita consapevole.
E quale problema risolverebbe il trovare, o il credere di trovare, il senso della vita?
Risolverebbe il problema che ha l'essere consapevole, che è quello di dover prendere decisioni, perchè una volta conosciuto quel senso certamente tenderebbe a conformare le sue decisioni a quel senso, togliendosi di dosso le pesanti responsabilità che gli derivano dall' essere consapevole.
Le sue decisioni tenderebbero a divenire di fatto ''non decisioni'', e pur restando un essere consapevole di fatto non lo sarebbe più.
Un inutile spreco di consapevolezza.

Il brancolare nel buio del popolo equino e cioè somaro è rilevante per via del sentimento dell'angoscia, così ben argomentato da Heidegger.
E per cui la consapevolezza di non poter fare a meno di cercare un senso nella vita, rimane come l'unica alternativa possibile.
Peccato che questo tempo vada nella direzioni sbagliata, infatti la direzione giusta è quella metafisica.
#1232
Tematiche Filosofiche / Re: Edonismo unica via?
15 Febbraio 2023, 03:19:47 AM
Citazione di: GennaroDeSia il 06 Febbraio 2023, 22:09:41 PMCiao Jacopus. Solo qualche osservazione: ''a meno che non si sia attratti dalla ricerca del dispiacere, ognuno di noi fa quello che può per vivere nel migliore dei mondi possibili''. Anche in quel caso si tratta di ricerca del piacere, in quanto ''si è attratti'' (parola chiave) dalla ricerca del dispiacere. Se io sono attratto da ciò che dispiace, lo sto comunque cercando perché mi piace, dunque anche in quel caso vi è una ricerca edonistica. Si riconferma il discorso di Valla: tutto è piacere. A buon diritto si potrebbe parlare di ''panedonismo'' antropologico. Non c'è una sola azione umana che non sia finalizzata all'edoné. Riflettici. Esiste una sola azione umana che non sia orientata all'autosoddisfacimento? Pertanto affermare che l'uomo è alla sola ricerca del piacere significa tutto, altro che nulla. La mia domanda virava verso altre direzioni, comunque, e andava più o meno decodificata nel seguente modo: poiché la metafisica è stata demolita, come la religione, e qualsivoglia altro sistema di 'senso', che cosa rimane all'individuo? Mi stavo chiaramente riferendo a quel passo dell'Umano, troppo umano in cui Nietzsche afferma:  "La morale, in quanto dovere, è stata distrutta dalla nostra visione delle cose, e così pure la religione" (...) "La conoscenza può lasciar sussistere come motivi solo il piacere e il dolore" (...) "Tutta la vita umana è immersa nella menzogna". Insomma, date le premesse, sono giuste le conclusioni? Io trovo di sì, sennonché il sopracitato Nietzsche si è - a mio modesto avviso - contraddetto lanciando la figura dell'oltreuomo. Ma questo è un altro argomento. Grazie comunque per la risposta.
Il fatto che tu voglia vivere nell'edonismo non vuol dire che Nietzche si sia contradetto, ma che tu non abbia capito alcunchè di nulla del Nostro.
Ps. Io sono il difensore a spada tratta del Nice nel forum, a proposito benvenuto, non ti far intimorire  ;)  
#1233
Tematiche Filosofiche / Re: Edonismo unica via?
15 Febbraio 2023, 03:14:12 AM
Citazione di: GennaroDeSia il 06 Febbraio 2023, 19:12:35 PML'uomo vive esclusivamente per fugare il dolore e quindi ricercare il piacere. Dato che la metafisica è un'anticaglia superata, un'alterità non conoscibile, e la religione una scienza timida e balbettante, come la definiva Frazer nel Ramo d'oro... che cosa rimane di profondo all'individuo? L'individuo è privo di scopi, senso e profondità. Non ha una componente spirituale nella vita e là dove ne possiede una, questa è saldamente ancorata a quella materiale. Allora possiamo dire senza tema di errore che Valla, filosofo del primo rinascimento, non si sbagliava quando diceva che il ''piacere è l'unico fine possibile di tutte le attività umane''? Che tutte le arti liberali, dalla medicina, alla giurisprudenza, alla poesia, all'oratoria alla stessa filosofia hanno tutte per fine il piacere (o almeno l'utilità, che è ciò che conduce al piacere)? Anche il cristianesimo ha per fine il piacere; tuttavia non quello mondano, quello oltramondano. Il religioso è proiettato nell'aldilà: rinuncia al piacere del corpo solo in quanto tende a quello celeste. D'altronde non erano proprio le Sacre Scritture a parlare di piacere beatifico, eterno, dell'ineguagliabile sensazione di felicità con la quale si viene ricompensati quando si schiudono le porte del Regno celeste? E non era quel moralista di Platone - padre illegittimo del cristianesimo - a dire nelle Leggi che la vita giusta e santa è anche la più piacevole? Come vedete c'è solo una costante: il piacere. Esiste anche altro? O il riduzionismo edonistico del Beccaria ''siamo fluidi alla costante ricerca del piacere, intesa quale fuga dal dolore'' è l'unica chiave interpretativa possibile di un'umanità che brancola nel nulla?


Il godimento (di cui l'edonismo è la perversione disanimata vissuta e vissuta male dal popolo equino nel senso di somaro, dissanguata) è la base da cui partire certo.

L'eros però come insegna Platone può diventare filia.
Come farlo a capire a questo tempo? manca l'impegno, la volontà e anche semplicemente l'avvertimento che qualcosa non torna e non torna mai nelle nostre vite, ad mortem per vitam, ah se solo qualcuno lo capisse ancora. 8)


#1234
Tematiche Filosofiche / Re: Materialismo vs idealismo.
15 Febbraio 2023, 03:03:40 AM
Ma l'incomprensione dialogica è dovuta al fatto che ogni tanto ci dimentichiamo di esporre le premesse, gli assiomi da cui partiamo.
Evidentemente c'è una gran fretta di entrare in res della questione aperta.
Risultato: un gran casino.
Rispondo dunque a Iano, e poi per chi volesse di seguito.
Mi pare di capire che l'inizio dei tuoi post fosse una ricerca di una condivisibile opinione riguardo una riappacificazione tra idealismo e materialismo.
Il punto che ti rimporvero è che non specifichi di quale idealismo e di quale materialismo parli.
Leggendo molto velocemente ho estratto qua e là le direzioni dei discorsi, e devo dire la verità, non c'ho capito niente.
Frattanto espongo la mia visione di questa dicotomia insanabile tra idealismo e materialismo.
Tu parli di evidenza come centralità della questione, e sono anche d'accordo, anche se non partirei mai da quella.
E' evidente che per il materialista la res extensa coincide con la res cogitans.
Il materialismo è cioè un riduzionismo che confina e più spesso sconfina con lo scientismo dilagante dei nostri tempi.
Per l'idealismo, e per idealismo io intendo sempre Hegel, e giammai Platone come invece qualcuno continua a pensare, è diverso.
La res extensa è l'evidenza che esista un res cogitans, e dunque le due res sono assolutamente irriducibili l'una all'altra.
Infatti l'idealista sincero, e ne conosco pochi, conosce direttamente la presenza di Dio. Che Dio esista è una evidenza.
Per il materialista questa cosa è eresia.
Infatti egli pensa che Dio è lontano e irraggiungibile, e che la res cogitans è mera res extensa, e dunque indegna di raggiungere Dio.
Il materialismo è perciò senza dubbi il cristianesimo, come ha già detto Nietzche.
Questa fede senza fondamento, se non una ipotesi ardita che nega l'esistenza di Dio, arriva a cavalcare il mondo contemporaneo sulle ali del cavallo alato dell'impero americano e tutte le sue scienze alleate.
Il materialismo è nient'altro che l'utilitarismo inglese, invocato ed evocato dall'immensa figura di Hume, fattosi prostituta è diventata filosofia analitica.
La filosofia analitica ha preso il posto dell'idealismo, che è durato una stagione giusto il tempo del categgio tra Hegel e Schelling, per morire subito dopo.
Passeranno i secoli prima che venga ripreso adeguatamente.
L'evidenza di questo tempo è una fede che Dio non esista.

In questo senso la cosmologia platonica è contraria all'ideologia tedesca.
In quanto per Platone la res cogitans coincide con la res extensa.
Hume non fa altro che dire che l'uguaglianza non si costituisce tramite le idee dirette sul mondo, ma dal mondo alle idee.
In questo senso per entrambi Dio (o gli Dei) è solo una utopia.

Infine il materialismo marxiano fa una macedonia senza testa nè coda, affermando che la res extensa è Dio. Tale nefandezza era già stata fatta da Spinoza, giustamente buttato fuori dal tempio.

E' una questione di educazione e di esperienza, non ci potrebbe essere nulla di più diverso come negare l'esistenza di Dio e nel frattempo asserirla su carta bianca, così depensata ad fidem dei gonzi e degli imbroglioni del nostro tempo.

Che tempi BUJ e ridicoli, GROTTESCHI non trovi?
#1235
Citazione di: daniele22 il 29 Gennaio 2023, 09:50:39 AM
Volevo fare una piccola aggiunta forse sulla scia del pensiero di Marx, che ovviamente non conosco, e riguarda la concezione della materia. Il punto di dissidio che ebbi sia con Paul11 che con Green Demetr durante lo svolgimento della tematica "Fenomenologia dello Spirito di Hegel" riguardava i dati sensibili. Per vie diverse sia l'uno che l'altro non accettavano il "discorso" come dato sensibile. Replicai loro, argomentando, che non fosse legittima tale "non accettazione", ma evidentemente almeno Green Demetr non accetta ancora le mie istanze. Volevo quindi dire che tale accettazione comporta che l'effimero discorso, poco effimero qualora venga costantemente ripetuto o addirittura messo giù in forma di testo, debba essere necessariamente incluso come facente parte della materia. Le leggi della fisica equivarrebbero, nel discorso, alla logica e alla ragione che la supporta. E il metro ci sarebbe per determinarne la correttezza, almeno quando fosse nota la ragione che sostiene la nostra ragione. Dal mio punto di vita, a livelli macroscopici la cosa è più che nota, a livelli individuali resta imperscrutabile, ma comunque conforme nella sostanza ai livelli macroscopici

Ciò che nego non è tanto la materialità del discorso, perchè è ovvio che la scrittura è un mezzo fisico per raggiungere un pubblico più vasto.
Quanto piuttosto che quel discorso corrisponda a niente proprio nella realtà fisica.
Un mezzo fisico che è slegato all'oggetto che vorrebbe indicare, è un mezzo solo per scopi ideologici e di propaganda. Chiamerei quelle astrazioni fumose piuttosto che il pensiero astratto che ne mette a nudo le caratteristiche.
Poi che vuoi l'uomo di strada deve far la spesa. Bene così.

#1236
Citazione di: daniele22 il 28 Gennaio 2023, 11:11:51 AM
Ciao Green, vorrei essere chiaro. Qui hai aperto un topic sull'identità della sinistra vs qualcosa d'altro. Io faccio una spietata critica al capitalismo cercando in questo punto il discrimine tra due identità opposte. Non mi sembra però che tu sia attratto da questa ricerca di un'identità, però è forse un'impressione, anche perché il qualcosa d'altro corrisponderebbe necessariamente ad un'altra identità. Il terzo sarebbe un'identità liquida in cui gli opposti cercano un equilibrio donde eventualmente ripartire. Comunque, quello che più importa sarebbe cosa dovrebbe fare la sinistra una volta presa coscienza della sua identità, oppure una volta presa coscienza di dover essere qualcos'altro.
Una cosa è certa: siamo in democrazia e in democrazia si vince coi voti.
Alle persone normali, per votarti, deve essere chiara qual è la tua posizione. Ultimamente son bastati in successione: "Vi toglierò l'Imu" ... Beppe Grillo ... "vi do ottanta euro in più". Mica male.
Ora, spesso mi parli di Preve, di Fusaro e tanti altri coi quali non posso nemmeno parlare. Mi proponi un video di un'ora e mezzo ... e da ultimo mi parli di:
- "Ci interessa poco perchè ormai siamo dentro una socialità discorsiva il cui unico interesse è la veritatività del discorso e non l'oggetto di indagine effettivo."
Io ti chiedo:
- "Vorresti dire che il dialogo non tiene conto del motivo del dialogo? ... ovvero della sua storia?"
Tu mi rispondi:
- "Anche la storia è all'interno di un movimento di falsificazione, diciamo che non teniamo presente per niente quegli obiettivi, quelle mete, che sbaglio dopo sbaglio avevamo ri-creato.
La filosofia a martello di Nietzche non è altro che questo ammonimento."
Allora Green, intanto mi piacerebbe sapere cosa intendi con quel "noi". Dopodiché, una persona della strada come me vorrebbe capire. Per cosa credi che noi popolo volgare si dica che sono tutti uguali? La "socialità discorsiva il cui unico interesse è la veritatività del discorso" e "la storia è all'interno di un movimento di falsificazione etc etc" appaiono così come delle espressioni fumose, non voglio dire irrilevanti, ma ai miei occhi sicuramente arbitrarie. Allora, i concetti non sono difficili da comprendere; o tu ti spieghi con il tuo pensiero in termini più chiari e senza ricorrere a questo o a quell'altro, oppure l'uomo della strada che non va alle urne non ti voterà mai. E gli altri continueranno a votare assecondando il giocoliere di turno che, grazie alle tecnologie di ascolto, sempre meglio riesce a gestire la sfera dei tuoi desideri e delle tue paure, dandoti a volte una legge, a volte una mancia, a volte un giocattolo, a volte una guerra. Buon sabato

In tempo di fine della democrazia e fine dello stato di diritto (agamben nel suo blog presso la casa editrice) porsi la domanda dell'identità di sinistra è piuttosto risibile.

L'uomo della strada che volesse capire deve anzitutto chiarire le idee a se stesso.
Non si può avere la moglie ubriaca (la propria anima) e la botte piena (un minimo basilare di astrazione in concetti e fatti).

Io non disdegno il godimento, visto che è da 20 anni che lo coltivo, io disdegno la mancanza di astrazione dell'uomo di strada.

Tifare il milan fa dell'uomo di sinistra, un uomo di sinistra fatto e finito? Bene, ma mi è difficile proseguire a parlare se non che dietro un bicchiere di vino e accettando la semplicità di chi mi sta davanti.

Mi pare più di sinsitra quel bicchiere nel simposio dell'amicizia depensata, che qualsiasi altro burlone che si fa votare.
#1237
Tematiche Filosofiche / Re: Realtà e Verità
15 Febbraio 2023, 02:03:59 AM
Citazione di: Alberto Knox il 28 Gennaio 2023, 11:37:34 AMPer raggiungere l'inafferabile realtà dell'essere, occorre un altro pensiero ,la Trascendenza, in grado di portarci al cospetto della presenza.
L'ontologia si chiede: "Che cosa è?", e in base a questa domanda, costruisce un quadro delle determinazioni dell'essere, un edificio di enti, perché quello che essa vuole è un sistema di enti.
La periecontolgia si chiede: "In che cosa consiste l'essere?", e in base a questa domanda non costruisce un quadro delle determinazioni dell'essere, non costruisce un edificio di enti, perché quello che essa vuole è una sistematica di cio che è.
Ma questo "dare la precedenza all'essere" non è di tipo logico, perché l'essere è, per così dire, nascosto nel rapporto solidale con le sue determinazioni. Dunque non può precederle (anche se qualcosa del genere accadde nel pensiero di Antonio Rosmini) ma deve "passare per loro". La periecontologia deve sostenere questa compresenza di essere e di enti.

Non conosco la periecontologia, nè Rosmini, anche se avevo iniziato il suo commento al vangelo di giovanni.

La trascendenza che tu convochi a mio modo di vedere esiste solo come pensiero della trascendenza, non esiste una trascendenza in sè.

Coloro come i santi che si dicono investiti da essa, per me parlano d'altro.

Infatti compito dell'uomo è fare silenzio del soggetto che si è. In questo senso mi avvicino al misticismo occidentale e orientale.

Ma fatto il silenzio di quel vento che soffia forte sulle acque di tradizione ebraica, va fatto pensiero, tematizzato dentro il soggetto che è da venire e non quello che rimane impigliato negli enti del mondo.
Ossia il soggetto che viene smosso dal vento.
Il soggetto contemporaneo è arido e non è più in grado di andare avanti con la tradizione ebraica o con quella di nice, che poi sono la stessa cosa.
Potremmo riferirci banalmente al mondo spirituale contro quello modaiolo con scappellamento a destra dell'oggi contemporaneo.
#1238
Citazione di: daniele22 il 27 Gennaio 2023, 14:36:00 PMVorresti dire che il dialogo non tiene conto del motivo del dialogo? ... ovvero della sua storia?
Anche la storia è all'interno di un movimento di falsificazione, diciamo che non teniamo presente per niente quegli obiettivi, quelle mete, che sbaglio dopo sbaglio avevamo ri-creato.
La filosofia a martello di Nietzche non è altro che questo ammonimento.
Ma l'umanità è ancora bambina, infantile, e non ascolta e non ricorda.
Per questo come nel video che ho messo in  calce (il migliore dell'anno per distacco)a firma, si devono creare giardini di pensiero, che a mio parere devono essere i forum...putroppo le discussioni oggi sono quasi tutte su twitter.
Un errore gigantesco. Io rimango dove esiste forum, e spazio di enunciazione.
Altrimenti sono solo sfoghi.
#1239
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
27 Gennaio 2023, 21:04:48 PM
Citazione di: iano il 27 Gennaio 2023, 12:17:52 PME' lo spazio della nostra attenzione se volete, dove le distanze si misurano col metro della coscienza.
Esiste una metafisica trascendente che cioè pensa a Dio, e una metafisica trascendentale ossia che pensa alla realtà ultima.
In questo senso la seconda è in grado di essere assai più affascinante perchè è in grado di relazionarsi con enti sensibili (direttamente o indirittemante).
In questo senso la metafisica newtoniana è più diretta di quella eisteniana e della scuola danese che si occupano di spazi molto vasti (la prima) e molto piccoli (la seconda).
Sarà almeno un ventennio che sento gli scienziati criticare i filosofi di aver occupato lo spazio pubblico di interesse.
Sembra che l'uomo sia più appassionato di chimere o metafore, piuttosto che di cose reali.
Sono d'accordo con loro, in linea di massima, la fisica dovrebbe avere un seguito molto maggiore.
Grazie alla presa del potere dei tecnocrati però nel futuro qualcosa si dovrebbe sgelare.
#1240
Tematiche Filosofiche / Re: Realtà e Verità
27 Gennaio 2023, 20:44:06 PM
Citazione di: bobmax il 27 Gennaio 2023, 13:11:26 PMCi si potrebbe chiedere come può annullarsi la possibile falsità rimanendo la sola verità...

Il Vero trionfa perché l'essere è in accordo con se stesso.


E la verità dell'essere implica l'unica autentica libertà.
Infatti libero è colui che decide solo seguendo la propria verità, cioè se stesso.


PS
L'ontologia è lo studio dell'ente.
Quindi è già verità che necessita della falsità, per negarla.
Viceversa la periecontologia è apertura all'essere.


Quindi l'ontologia caratterizza la scienza.
Mentre la filosofia o è periecontologia oppure non è.

Proprio cosi', e per aprirsi all'essere bisogna aprire al proprio essere enti dentro i fenomeni, questa per me è metafisica.
#1241
Tematiche Filosofiche / Re: Realtà e Verità
27 Gennaio 2023, 20:40:59 PM
Citazione di: PhilP.s.
Impopolare opinione personale: nel momento in cui si perde il "contatto" con «questo è un albero» e con la riflessione sulla fenomenologia implicita in questa affermazione, la filosofia sfuma in poesia; affascinante, ma tutto un altro "gioco".

Siamo d'accordo dunque,forse impopolare per altri, anche secondo me la filosofia che non sia consapevole dell'essere all'interno di discorsi falsificanti (fin dall'infanzia certo koba)e che non faccia un discorso dentro la fenomenologia, non solo è la filosofia che gioca (il postmodernismo) ma è anche la filosofia degli ipocriti che tanto non sopporto.

#1242
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
26 Gennaio 2023, 22:30:39 PM
Citazione di: Ipazia il 26 Gennaio 2023, 19:31:52 PMBene, ma che ci azzecca un ferro vecchio metafisico come la "cosa in sè" o noumeno con una realtà di cui è già tanto se riusciamo a comprendere e relare i suoi fenomeni, che sono gli unici fatti che possiamo esperire.

Qui ha davvero ragione bobmax: se cerchi la Maia, tolto l'ultimo velo, trovi nulla. Ancor meno del Nulla metafisico.

Serve a mantenere alta l'attenzione sul fatto che la relazione che abbiamo trovato tra fenomeni, non sia in realtà la relazione corretta. Almeno questo era lo scopo di Iano che io ho colto. Risponderà meglio lui se ritiene.
Rispetto alla critica di bobmax e kobayashi ho già risposto prima, lo trovo un nichilismo, come nichilistica è la non-dualità di matrice induista.
#1243
Citazione di: daniele22 il 26 Gennaio 2023, 18:08:19 PM
Non conosco la storia della psicologia, ma mi sembra che William James, fratello di Henry, possa considerarsi uno tra i padri della psicologia .. e fatalità lui era senz'altro un filosofo, connesso a gente come Pierce che era anche matematico e semiologo. Però nel corso del tempo tutto quel che era rivolto alla psiche si è più che altro sviluppato in seno allo studio delle malattie psichiche lasciando un po' la filosofia a quello che era il suo status precedente. Peccato.
Non so se ho bene inteso quel che dici sul noumeno.
Se il noumeno, come tu sostieni, dovesse manifestarsi in una risoluzione futura, questo conferma che ad oggi il noumeno corrisponda solo ad una ideologia.
Se tuttavia questa risoluzione si risolvesse assegnando un giusto valore alla x potrebbe essere benissimo che tale noumeno assuma vesti meno ideologiche di come si pone attualmente. In un certo senso, e in teoria, tutto ciò darebbe validità al pensiero di niko, ma questo non può accadere fintanto che l'incognita non sia nota.
In ogni caso nel nostro sistema attuale è sempre l'osservatore a conferire un principio di realtà condivisa, nel senso che lo si potrà escludere nelle nostre speculazioni quando sarà chiaro e certo il valore delle sue interferenze sulla realtà, cosa di cui sembra che attualmente ci si interessi poco

Ci interessa poco perchè ormai siamo dentro una socialità discorsiva il cui unico interesse è la veritatività del discorso e non l'oggetto di indagine effettivo.

Vedi la x come il noumeno è una pura astrazione di qualsiasi cosa essa possa essere, ma non sappiamo ancora cosa effetivamente è.
Dunque non è che risolvendo la x di una equazione, allora tutte le x scompaiono.
Di x ve ne sono infinite, come di noumeno ve ne è uno solo, ossia che esista il reale, di modo che esista qualsiasi x che noi possiamo considerare da risolvere.

#1244
Tematiche Filosofiche / Re: Realtà e Verità
26 Gennaio 2023, 22:17:52 PM
Citazione di: Alberto Knox il 26 Gennaio 2023, 16:24:48 PMl esistenza precede l essenza direbbe Sartre. Il fatto che io esista è anteriore a ciò che io sia.
Esatto, rigiro la tua obiezione a Phil, attendendo con curiosità la risposta.
#1245
Tematiche Filosofiche / Re: Realtà e Verità
26 Gennaio 2023, 22:16:05 PM
Citazione di: Phil il 26 Gennaio 2023, 15:39:01 PML'oggetto ontologico viene as-tratto nel linguaggio, ma non per questo slegato radicalmente dal suo essere comunque ontologico. Esso infatti rimane, al contempo: in quanto oggetto ontologico, estraneo a verità/falsità; in quanto oggetto del discorso, causa della verità/falsità del discorso stesso.
Riprendendo il tuo esempio: se qualcuno ti dice che una mela è una pera, quell'oggetto ontologico (il refer-ente) non è né vero né falso, ma solo reale, esistente; nel momento in cui vuoi verificare la verità/falsità del discorso sull'oggetto, allora ti rivolgi con i sensi all'oggetto ontologico e constati la falsità del discorso su di esso (non la "falsità dell'oggetto ontologico", che sarebbe un non-senso).
La verità/falsità è dunque tutta interna al discorso, pur avendo la sua "causa" fuori da esso (nella realtà, nell'ontologia, negli eventi, etc.). Il rapporto fra verità/falsità e realtà è dunque profondamente asimmetrico per quanto riguarda le rispettive proprietà: la verità/falsità si applica/aggiunge alla realtà nel discorrerne; la realtà si amplia accogliendo tali discorsi su di essa (in quanto eventi); tuttavia la proprietà dicotomica di poter essere vero/falso non si applica alla realtà (che infatti non è un discorso ed ha un'unica dimensione: l'esistenza), così come la proprietà di essere esistente non può non essere applicabile al discorso (che in quanto tale è sempre evento reale, prima di essere vero/falso).
Ma l'ontologia si da solo come una fenomenologia, altrimenti qualsiasi entità sarebbe declinabile in qualsiasi modo capriccioso uno volesse.
E dunque la realtà del sole non è tanto quanto il discorso che se ne fa riguarda una referenza veritativa (che guarda io non contesto) ma sul fatto che direttamente io sento il calore sulla mia pelle.
Lo stesso wittgenstei su questo suo errore incommensurabile ha provato successivamente a mettere una pezza, purtroppo in cosa consista questa pezza non mi è dato di sapere, e nemmeno mi interessa.