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Messaggi - daniele22

#1246
Attualità / Re: Alika
01 Agosto 2022, 12:27:47 PM
Citazione di: anthonyi il 01 Agosto 2022, 09:39:00 AMAnche nel caso di Civitanova Marche sembra ci sia qualche problema psichico.
D'altronde non credo faccia differenza, si può parimenti sostenere che la colpa di un omicidio sia del "sistema capitalista", così come si puó sostenere che la colpa della patologia mentale di chi ha ucciso sia del "sistema capitalista". In entrambi i casi il problema é provarlo.
Siamo tutti figli del "sistema capitalista", sistema dal quale dipende molto di ciò che abbiamo, nel bene o nel male.
La diseguaglianza della quale tu parli, però, non mi sembra derivata dal "sistema capitalista", c'era anche prima, c'é sempre stata, il mondo non ha mai conosciuto una società di eguali, neanche quando si é applicato il più ortodosso socialismo.
ciao anthonyi, sono d'accordo però se è vero che il capitalismo non è responsabile di una scarsa equità, così come non può dirsi l'eroina responsabile dei livelli di tossicodipendenza in cui può incappare un individuo, potrebbe forse attribuirsi una misura di responsabilità al modo in cui esso viene percepito
#1247
Buona sera. 
Secondo me il Dio che salva è semplicemente una legittima speranza. Piuttosto non mi è chiara l'ipotesi
#1248
Citazione di: Ipazia il 28 Giugno 2022, 07:32:22 AML'amore erotico connesso all'innamoramento è certamente più intenso e carico di energia vitale, ma questa carica ne aumenta anche la pericolosita e il rischio di slittamento verso morbosità patologiche. La parte apollinea dell'amore è l'antidoto al bozzolo amoroso, spesso soffocante, che la foga dionisiaca genera.

Pertanto non vedo un decadimento nella transizione dalla passione alla consuetudine amorosa, all'empatia, che, meno tumultuosamente, ha energia adeguata a riempire di senso la vita umana, riscegliendola e riprogettandola ad ogni risveglio.
Ipazia, un pensiero del genere è da far innamorare ... si perdoni la scarsa argomentazione razionale dell'intervento
#1249
Citazione di: green demetr il 17 Giugno 2022, 15:06:47 PMSi concordo, come già detto la dimensione armonica eveniente non interessa tanto hegel, quanto quella dei due funtori della correlazione.

Il tempo della conoscenza di questa correlazione è lasciato cadere in una domanda, a cui credo Hegel appunto non può rispondere.

Nel senso che la correlazione è anzitutto istantanea, l'oggetto conosce te, solo quanto tu conosci l'oggetto.

E' proprio per via della impossibilità temporale di conoscere quel quid che permette la correlazione che porta Hegel in direzione spirituale.

La dimensione successiva a quella istantanea diviene così proprio per via del mistero di quel quid qualcosa a cui si dedica la ricerca dialettica ossia storica.

Ossia noi conosciamo solo dopo, perciò tutte le considerazioni che hai fatto sono valide.

Mancherebbe la questione avanzata da Hegel sulla radicalità di quel quid istantaneo.

In questo senso l'oggetto di Hegel diviene l'oggetto conoscitore del dopo, ossia il soggetto.

La filosofia indaga la nascita del soggetto come soggetto del dopo, e infin dei conti come fine della storia. A partire dalla fine della storia.
Ma questo sarà oggetto successivo al nostro dialogo. Ciao!!

Ciao Green e buon relax, mi riposerò pure io almeno fintanto che non si torni ad un clima accettabile. Speriamo pure che gli eventi bellici giungano a soluzione adesso che Draghi pensa di essere il presidente degli Usa. Purtroppo non conosco il pensiero hegeliano se non per brandelli di ricordi scolastici, pur tuttavia mi son tuffato nel mucchio ben sapendo che alla fine si arriva sempre al nodo irrisolto di chi noi si sia, che è il punto cruciale del mio pensiero. E' per me palese che questo nodo, semmai potesse essere sciolto, giungerà infine ad esprimere una teoria linguistica ecumenica ... perché di fatto tale teoria non c'è. Tralasciando ... Siccome a me interessa l'etica reputerei ozioso parlare del nulla, ma forse tu stai seguendo un percorso di cui non conosco il fine.
Forse io reputo interessante il nodo irrisolto perché a mio giudizio l'avrei risolto, ma purtroppo, e sarebbe bello poterlo ricordare, non ricordo come io pensassi prima di risolverlo. Certo so che ero vicinissimo allo scetticismo, ma non ricordo il nascere di un mio pensiero dell'epoca nel momento in cui esprimevo un'opinione. E questa dimenticanza l'addebito tutta al fatto che uno stato interiore non lo riproduci se non a parole, ma sarebbe proprio quel momento, all'interno di una interiorità più o meno sedimentata, a far emergere il bisogno di esprimere un'opinione ... e sarebbe questo a muovere il mondo. Comunque il vero problema che a me interessava riguardava l'etica e mi ricordo che ero pure giunto alla conclusione che l'unica etica sana doveva non ricorrere al solito ritornello "bisognerebbe agire in questo o quell'altro modo", e giù poi con leggi che fissano paletti. Voglio quindi dire che la soluzione del nodo irrisolto doveva risolvere pure la questione dell'etica, altrimenti il nodo irrisolto avrei potuto gettarlo tranquillamente alle ortiche. E penso ora, col senno di poi, che una teoria del linguaggio ecumenica sia necessaria allo svolgimento di un'etica corretta che dovrebbe autoimporsi a fronte di una nuova consapevolezza generata dalle evidenze di cui già abbiamo notizia in modo un poco distorto.
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Per quel che riguarda il tuo intervento riprendo queste due righe:
"Nel senso che la correlazione è anzitutto istantanea, l'oggetto conosce te, solo quanto tu conosci l'oggetto.
E' proprio per via della impossibilità temporale di conoscere quel quid che permette la correlazione che porta Hegel in direzione spirituale."
Non so cosa tu intenda, o cosa Hegel intenda con: "l'oggetto conosce te solo quanto tu conosci l'oggetto". L'oggetto può senz'altro modificarmi, ma per me è difficile pensare che l'oggetto conosca me, essendo per me più spontaneo pensare invece che l'oggetto mi chieda di essere conosciuto. L'atto di conoscenza lo faccio io, mica l'oggetto. Nel senso che tu accetti l'esistere dell'oggetto nel tuo mondo perché hai accettato la sua richiesta. E sono propenso a pensare che il fatto che l'oggetto ti ponga tale richiesta non sia del tutto irrisolvibile, anzi sarebbe vero il contrario
Ciao

#1250
Citazione di: green demetr il 12 Giugno 2022, 13:50:17 PM"Nei meandri della psicologia"...è vero piuttosto il contrario, chi non ragiona sulla psicologia cade nei meandri del linguaggio.
Ma un passo per volta, in Hegel il dato sensibile non è "relativo", una mela è sempre una mela, non diventa una pera, ma lo è rispetto ad un soggetto.
Tu menzioni l'attenzione, ma questa attenzione avviene detro un tempo, e il tempo da husserl in poi è psicologia dell'oggetto.
Ovvero un ulteriore approfondimento rispetto ad Hegel che invece lascia cadere questo assunto.
Ma sul fatto che sia il tempo a determinare le visioni del tempo non vi è dubbio (non è su questo che dissentiamo).
Dunque la polemica (mia ed hegeliana come ci siamo trovati a rimanere bloccati rispetto alla introduzione hegeliana) è piuttosto sulla correlazione.
La mela è sempre dentro una relazione con te che la vedi e la riconosci come tale.
Dunque nel concetto di mela ci DEVE essere anche il concetto dell'osservatore e del conoscitore.
Lasciare andare uno dei due capi, significa avere una visione del mondo diversa da Hegel.
Ma come dicevo a Niko, una visione che conteggi solo la mela, non conteggia il fatto che il linguaggio della mela è di tipo universale, atemporale, e dunque facilmente catturabile dalla menzogna della politica.
Ragionare sul tempo catturato dalla menzogna della politica, diventa un esercizio, a mio avviso sterile, non mi è mai interessato a livello filosofico, ma solo politico (ovviamente in polemica con esso) ma appunto questo discussione è filosofica.
Questa è la risposta personale. 8)
Apro qui sotto una considerazione generale che stia sul pezzo coi tempi, non necessariamente riferita a te
Ciao Green, lasciamo il professor Sini al suo corso, forse hai toccato un tasto particolare, quindi dovrei chiederti che tipo di distinzione attui tra osservatore e conoscitore. Per come la penso, non vi sarebbe alcuna distinzione tra questi soggetti. Nel senso che tu non potresti realizzare qualcosa fintanto che questo qualcosa non venga armonizzato nel divenire. Per essere realizzato (ovvero armonizzato) questo qualcosa dovrebbe compiere almeno qualcosa nel tempo (o nello spazio, che è lo stesso). Dato questo principio, nel momento in cui tu realizzi sei osservatore e conoscitore, poiché conosci quel che fa il qualcosa. Al contrario tu non potresti realizzare qualcosa partendo da una semplice immagine immota. In sintesi, il processo della conoscenza non è posto in atto prima da un osservare e poi da un conoscere. Osservazione e conoscenza partono dal medesimo punto temporale che si dà nel notare ... notare quel che fa una cosa a prescindere che quel che si nota sia l'informazione più adeguata o condivisa per quella cosa. Tu citi la mela, è pur vero che una mela è sempre una mela, ma nella realtà diveniente un conto è una mela che stai per addentare, altro è una mela che ti sta giungendo nel muso scagliata da qualcuno. Una mela per un operaio, o un dirigente della Melinda non è la mela per uno che vive a cento km da un albero di mele e magari se ne va a spasso tutto il giorno col suo gregge. Nel mondo del divenire il concetto diviene molto fluido, sicuramente storico, ma sempre effimero nel suo presentarsi ad un dato istante al cospetto del tuo presente
#1251
Citazione di: viator il 21 Maggio 2022, 15:00:21 PMSalve. Mi sono ormai abituato ai rimproveri di alcuni amici utenti per la superficialità (per non dire di assai peggio) di molti miei temi ed interventi. In pratica, io non sarei (NON SONO) in possesso degli strumenti adatti a cavare i ragni dal buco.
I seri cultori delle discipline filosofiche (prima di tutti, i Maestri della filosofia classica, moderna e contemporanea) sembra invece che possiedano tali strumenti.
L'unico ragno che a me sembra (in realtà, mi illudo) di essere riuscito di cavare da uno dei numerosi buchi dell'esistenza, e della "realtà".........è quello dello scetticismo. Forse perchè lo scetticismo sistematico è quello che mi permette contemporaneamente di credere ad una Verità Assoluta ("Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza") e – appunto simultaneamente – di credere al concetto "top" dello stesso scetticismo ("Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza").
Questo è il mio unico ragnetto, e non riesco a capire quali altri ragnetti e ragnoni qualcuno sia mai riuscito a cavare dall'impervio e corrugatissimo muro della conoscenza.
Voi direte : ma se tu – come sembra – sottintendi che esista un solo ragno e che tu (non solo io....anche pochi altri di una sparuta compagnia) l'abbia cavato...........perchè mai continui a rompere le palle con la tua ignoranza e la tua supponenza, facendo magari le "pulci" (toh, un altro insetto !) ai tanti che il ragno stanno ancora cercandolo (magari equipaggiati degli strumenti giusti) ? Ma che altro cerchi ancora ?.
E' che cerco di capire – non lo nego, divertendomi un poco bizzarramente – quali sono gli eventuali, vantati o presunti, ragni che la storia e l'attualità della filosofia affermano di essere riusciti a cavare dai loro buchi.
Naturalmente, essendo privo di formazione, letture, educazione letterario-umanistica...........so benissimo che mai e poi mai capirò qualcosa di filosofia. Già in altra occasione ebbi a dire di star considerandomi solamente un giullare intellettuale dalla mentalità poco più che contadina.
Epperò (prendetemi pure per un pervertito) il passatempo-distrazione-divertimento.....pure all'interno del buio delle mie ignoranze......restano.
Ma quante decine e centinaia di migliaia di affermazioni, supposizioni, deduzioni sono state scritte da tutti coloro i quali si sono sinora occupati "seriamente e dottrinalmente" di filosofia, a partire dalla data dell'invenzione della scrittura sino ad oggi?.
Ma, all'interno di tanta "sapienza", quali sono le conclusioni incontestabili, quelle che dovrebbero mettere a tacere gli ignoranti come me?
Non esistono conclusioni incontestabili in filosofia. Non è necessario leggere opere e storia della filosofia per contestare una qualsiasi tesi e conclusione filosofica. E' sufficiente saper leggere, scrivere e possedere una intelligenza appena normale.
Ciò perchè appunto, come da titolo, la filosofia consiste nel CERCARE i ragni nel buco senza tuttavia riuscire a CAVARNE neppure uno.
Naturalmente tale conclusione è orripilante per chi di filosofia deve campare o comunque trarne un utile oppure un lustro anche solo di prestigio intellettuale.
Mi piacerebbe conoscere le opinioni di qualcuno di voi che si considera un "filosofo" dilettante, amatoriale. Saluti.
Illustrissimo viator ... non potevo certo mancare a questo invito. Cosa potrei però dirti del mio ragno che già non sai. Lo so ben che per te il mio ragno vale quanto il tuo, ma non è così. Mi intrallazzo allora raccontandoti che tra i miei amici fino ad una quindicina di anni orsono ero descritto come il grande scettico. Accadde in seguito e in un momento che estrassi il mio ragno dal mio buco e divenni .... cosa divenni? Ti sembra giusto o illustrissimo che mi sia stato dato questo tragico destino? Comunque come dici tu e sono perfettamente d'accordo solo l'amore ci salverà, ma bisogna mondarlo, e non solo dall'odio
#1252
Citazione di: viator il 31 Maggio 2022, 19:02:12 PMAve, caro daniele22. Chiedermi di darti ragione ? Ma scherzi ? A parte il fatto che la ragione, sul punto 4), ce l'hai veramente tutta e fuor da ogni metafora................anche se trovassi che tu - a parer mio - non abbia ragione................sarebbe per me sforzo lievissimo ed anzi piacevolissimo il dartela.

Riguardo alla fortuna di avere un Viator in circolazione..............dal momento che trovo spessissimo frizzanti e qualche volta addirittura pirotecnici i tuoi interventi......sappi che son io a ringraziarti della tua presenza in questo (a parer mio abbastanza spesso troppo plumbeo) ambiente virtuale. Salutissimi.
Perdona illustrissimo la mia scarsa intelligenza linguistica e soprattutto buongiorno ... avrei dovuto dire di fornirmi la tua ragione ... ma tant'è che hai dovuto compiere quasi un giro della morte che ci ho messo un bel po' a comprendere. Chissà poi cos'avrò capito ... Hai perfettamente ragione intrepidissimo .... è proprio plumbeo l'ambiente ... restiamo dunque nelle nostre vesti di giullari e cerchiamo di tenere il palco
#1253
Citazione di: viator il 30 Maggio 2022, 21:51:58 PMBeh,certo che funziona così. Se costruisci un privilegio sei poi costretto lavorare per mantenerlo.

Accumulare fortune e benefici e contemporaneamete distribuirle agli astanti meno fortunati sono attività tra loro contrastanti.

Lo schiavo va tenuto in vita per poter provvedere ai privilegi altrui mica certo ai propri.

Se abolissimo previlegiati e schiavi, inesorabilmente regrediremmo alla condizione  animale, cioè a quella dalla quale vorremmo fuggire e nella quale :


  • saremmo liberi (almeno sinchè non incontrassimo umani)
  • saremmo uguali (tra individui della stessa specie)
  • partiremmo tutti da una origine sociale assimilabile
  • saremmo tutti privi di immaginazone
  • saremmi tutti ugualmente altruisti (poco !)
  • saremmo tutti ugualmente egoisti (tanto!)
  • saremmo tutti governati dai bisogni e non avremmo facoltà
Saluti.

Salute illustrissimo viator, prima di dirti una cosa richiamo il commento di Jacopus che condivido:
"Ci mancherebbe Viator, fai tutti i discorsi che vuoi. Mica limito la tua libertà di espressione. Ti facevo solo notare che continuare il ritornello liberalismo contro comunismo ha un po' il fiato corto, specialmente, con chi come me, non "crede" nè nel Vangelo canonico nè in altri tipi di vangeli politici. Il liberalismo attuale è inguardabile. In altri momenti, quando è dovuto scendere a compromessi per ragioni geopolitiche, si sono date condizioni di vita migliori di quelle attuali. Il liberalismo odierno è molto simile (per certi versi, per altri è completamente diverso) a quello ottocentesco e non a caso il marxismo è proprio nato in quel periodo e per contrastarlo, anche le teorie autoritarie di segno opposto. Insomma dei liberali un po' lungimiranti qualche domanda dovrebbero iniziare a porsela, a meno che non vogliano  ripetere errori già fatti."

Allora ... dopo aver letto i sette punti da te partoriti, alcuni opinabili, non mi pronuncio se non per chiederti di darmi ragione per il quarto di essi ... per fortuna che viator c'è ... salutoni
#1254
Citazione di: viator il 28 Maggio 2022, 11:05:17 AMSalve serenissimo daniele22. Scusami. Come al solito non ho capito un tubo. Dovreste aver ragione tu e - per la sua  parte - nico. Saluti ad entrambi.
Illustrissimo viator, cercherò di darti qualche lume perché tu possa esprimerti più a tuo agio ... intanto la ragione è di chi se la prende, e purtroppo io non figuro tra questi ... Lasciamo perdere per il momento i relativi fasulli eccetera eccetera. La democrazia dovrebbe fondarsi sulla dialettica cioè su di un confronto tra opinioni. Le opinioni si fondano sulla conoscenza. Ma se la conoscenza perde di consistenza dove va a finire la dialettica? Se prendiamo l'informazione mediatica ad oggi, come fa un cittadino a distinguere cosa è vero da cosa è falso quando è possibile dire tutto e il contrario di tutto senza che nulla di certo si possa stabilire? E bada che questo non accade solo per covid o guerra ... Qui si è solo portato il tutto all'estremo per ovvi motivi. Lo stesso sta accadendo da molto tempo ormai con toni più pacati a discipline come la medicina o la storia. Sorgono eretici che nel torto o nella ragione minano l'ufficialità pure con ampi consensi. Questo non significa che l'ufficialità abbia la ragione, ma solo che la gestisce, cioè gestisce e norma la conoscenza. Parti critiche dell'apparato della benedetta conoscenza condivisa fanno dunque acqua da tutte le parti. Nell'individuo vi è perdita di fiducia, egli sopporta un sovraccarico ormai insostenibile di diffidenza, quando questa non sconfini nella supponenza trascinandolo nella insofferenza. A questo punto della faccenda lo scetticismo resta l'unico rifugio per una mente sana. Si può socialmente campare bene così? Può essere, ma non per me. Infine, non vi sarebbe più spazio e tempo all'interno di uno scontro bipolare che risulta essere indecidibile (relativismo fasullo) per trovare una via che ci porti a principi di realtà più ampiamente condivisibili. Tale via viene preclusa assecondando il nostro modello di conoscenza (modello che viene superato da un relativismo autentico). Quindi, il relativismo fasullo è quello che determina che l'opinione si manifesti bipolare, mentre quello autentico è quello che supera la bipolarità dell'opinione la quale diverrebbe approssimativamente unipolare, trasferendo invece la bipolarità solamente all'azione da compiersi verso il futuro ... la famosa libertà di scelta. Ribadisco pertanto ancora il concetto: spetta agli umiliati e offesi disarcionare i potenti senza offenderli intellettualmente e spiritualmente intendo, oppure li si offenda a titolo di rivincita ... tipo, "hai visto razza di scemo che sei, tu e tutta la tua superiorità" ... e morta lì ... Tirem inanz
#1255
Illustrissimo e provocatorio viator ... primo, non sono il famoso marchese, e secondo, faccio sicuramente parte delle schiere degli umiliati e offesi. Non sono distantissimo dalle posizioni di niko, dico inoltre che non so nemmeno dell'esistenza del socialismo egualitarista. Semplicemente trovo che qualsiasi idea che si appelli all'egualitarismo come fine sia fallimentare ... Penso che qualsiasi pretesa democratica in questo senso sia fallimentare perché pretende un'opposizione che è già presente allo stato attuale delle cose. La democrazia si ispira in un certo senso al relativismo, ma purtroppo questo relativismo da noi applicato è fasullo poiché non si rende conto che vi è un assoluto relativo che non abbiamo ancora conquistato. Tale assoluto relativo viene scambiato per un assoluto assoluto, e forse per questo osteggiato, ma ciò dipende dalla nostra ignoranza (non la mia in questo caso). Sai bene di quale ignoranza parlo. Ha quindi ragione niko, o viator, quando dice sostanzialmente che spazio e tempo hanno dei limiti. Pensa solo alla crisi dell'informazione ... guarda ben che in questi due anni ne abbiamo viste delle belle ... Come ne usciremo, mentalmente parlando? Certo che uno come te, come me pure, così versato all'autosufficienza etica non viene più di tanto toccato, ma la maggior parte delle persone non è come noi due ... è gente che ha bisogno di fidarsi di qualcuno ... E di chi si fideranno più costoro? Probabilmente alle prossime politiche voteranno Fedez.
Por lo tanto ribadisco il concetto già espresso, ovvero che debbano essere gli umiliati e offesi a dover dare soluzioni senza offendere a loro volta
#1256
Il problema. Un problema da cosa viene generato se non da un conflitto? Retrocediamo nel tempo. Il conflitto da cosa è generato? Da una maggior potenza di qualcosa rispetto ad una minor potenza di qualcos'altro. Nel nostro tessuto sociale sappiamo più o meno tutti quali siano le cose che danno maggior potenza.
Se il minor potente pretende di togliere potere al maggior potente lo farà probabilmente in ordine a motivazioni di giustizia sociale, a problemi di giustizia. Naturalmente il maggior potente dirà che è ingiusto, che al limite si può concedere qualcosa. Egli è più che motivato, e anche lui qualora fosse soggiogato dal minor potente si rivolgerà a problemi di giustizia sociale. Se le regole del gioco erano quelle per quale motivo dovrei adeguarmi a quel che mi imponi ora? Se io credo di esser meglio di te, per quale motivo dovrei ricevere lo stesso premio? Ok hai vinto tu, ma da oggi in avanti ti remerò contro.
Insomma, tutti e due si appellano a problemi di giustizia. Però chi governa il mondo è quel che di fatto è sotto i nostri occhi, l'altra è un'ipotesi alternativa.
Ma allora, se un conflitto è generato da una maggiore potenza rispetto a una minore potenza, la maggiore potenza da cosa è generata? La risposta più ovvia è: dalla natura. Stringendo ne consegue che il capitalismo è generato dalla natura.
La natura sembra dunque imporre la legge del più forte ... Giustamente, nel nostro caso speciale umano, la natura genera pure i problemi del più debole. Sarebbero dunque gli offesi a generare il problema. Spetta dunque agli offesi, se cercano giustizia e pace, trovare un modo di agire che non offenda i capitalisti
#1257
Citazione di: niko il 25 Maggio 2022, 15:09:08 PMLa libertà è l'eguaglianza vanno perfettamente d'accordo, basta che la disuguaglianza che il singolo può acquisire per merito o per doti naturali non si traduca nella possibilità di essere più ricchi degli altri o di esercitare un potere arbitrario sugli altri.

La legge, o la costituzione della società egualitaria, deve vigilare proprio su questo: sul fatto che i "più dotati" di una società umana, se mai esistono in senso meritocratico, possano ben usare, legalmente e legittimamente, le loro doti per progredire cognitivamente o spiritualmente, non certo per "progredire" nella corsa all'accaparrarsi più ricchezza o più privilegio dei "meno dotati".

E' molto semplice in realtà: uno può essere più dotato degli altri in un campo che la cultura di appartenenza ritiene "meritevole" o "virtuoso", ma non per questo essere autorizzato ad usare indefinitamente le sue doti per appagare il suo egoismo accumulando potere arbitrario o ricchezza.

Anche in una società egualitaria, ci saranno dei geni dell'arte o della matematica per esempio, ma questi non diventeranno automaticamente più ricchi, o più potenti degli altri. Troveranno soddisfazioni più cognitive e spirituali, ad esempio, insegnando, o esercitando la loro arte. Il premio del loro sforzo potrà essere al massimo il prestigio, che è altra cosa dal potere.
La forma di vita di questi geni dovrà essere molto simile a quella di un uomo comune, in fatto di potere e ricchezza. Se vogliono coltivare la loro "genialità", ebbene la coltiveranno senza secondi fini. Sembra tanto strano, solo perché viviamo in una società capitalistica e ad essa siamo abituati, quindi abbiamo l'idea che, il genio, prima o poi vende un certo brevetto o vince un certo concorso, e comincia a fare i milioni, per sé e per la sua famiglia, e magari a influenzare le decisioni dei governi. E' appunto la nostra idea particolare di relazione tra merito e società, che non ha però valenza universale.

Ad esempio, uno dei tratti ispiratori e fondanti del socialismo, che è la forma prodromica del comunismo, è che ognuno al mondo percepisca la stessa somma di denaro come reddito, dal primo ministro, al grande artista o scienziato, al comune operaio o agricoltore. Ognuno con gli stessi soldi in tasca. In attesa dei presupposti politici e culturali per l'abolizione completa del denaro (comunismo pienamente realizzato).

Non potendo usare le proprie doti per fare più soldi, le doti non scompariranno, ma semplicemente, ognuno dovrà trovare metodi più originali, e pacifici, ed evolutivi, per usare le proprie doti.

Mentre i "più dotati" solo perché sono "figlio di" o cugino di", cioè la classe sociale non realmente meritocratica ma fondata sulla mera trasmissione ereditaria del privilegio, è proprio quello che una rivoluzione che instauri la società libera ed egualitaria dovrebbe eliminare.


Ciao niko, provo a riprendere il discorso in risposta di Atomista. Premetto che di tutto l'argomento ho letto solo il tuo post. La disuguaglianza sembra esistere in natura ... Perché dovrebbe essere castrata? Io penso che se tu attuassi quel che vorresti attuare ti troveresti di fronte un'opposizione insormontabile e questa opposizione si tradurrebbe in malanimo nell'approccio dei migliori col tessuto sociale. Probabilmente è il motivo per cui è imploso il comunismo nell'Urss, sempre a mio giudizio di incompetente. Il danaro va eliminato e i migliori che si fronteggino inneggiando uno spirito olimpico. Chi lavora meglio sarà senz'altro premiato in un modo o nell'altro, ma il danaro non è per nulla necessario. Per quelli presi con le bombe ci si farà l'onere di dargli una mano a campare dignitosamente
#1258
Citazione di: viator il 25 Maggio 2022, 11:04:57 AMI corpi hanno bisogno delle menti per vivere ? Anche quelli dei lombrichi ?.

Le menti hanno bisogno dei corpi per vivere ? Anche quelle dei de-menti ?.
Da Jack lo squartatore ai lombrichi!!, potevi magari fermarti alla volpe o illustrissimo viator ... se non ci fossi tu ... Allora le domande sono due. Per quel che riguarda le volpi, quelle a quattro zampe intendo, la risposta è no.
I de-menti, così come magari li chiamo io ... ma è solo propaganda provocatoria, non è che siano dementi, mancherebbero infatti di una consapevolezza fondamentale. Ma non è che tali intelligenze scadute, così come pure le chiamo, siano tutte disorientate. C'è chi fiuta la via buona e la segue così come qualsiasi animale sa fare. La faccenda che il corpo abbia bisogno della mente per vivere è paradossale giacché sembra che sia proprio così. Sembra però, ma se tu pensi a come si strutturi spontaneamente una certa consapevolezza esperendola nel mondo, una volta che l'hai conseguita vedrai che essa si integrerà naturalmente nella tua economia di vita senza che tu debba spaccarti il cranio per cercare altre costruzioni mentali del tutto facoltative. La nuova consapevolezza diverrebbe in questo senso routine nell'ambito della tua economia di vita, fino almeno ad ulteriori nuove consapevolezze, sempre da esperirsi nel mondo. Spero di essere stato chiaro, altrimenti chiedi se vuoi. Ovvio che io mi trovo in minoranza assoluta, ma questo lo sappiamo tutti. Salutoni e bada alla salute
#1259
Citazione di: anthonyi il 25 Maggio 2022, 09:30:19 AMCiao eutidemo, questa soluzione mi sembra l'avevi già presentata. Il suo limite sta nelle affermazioni iniziali che fai, l'idea di fondare una soluzione su premesse di diritto, e non su equilibri di forza strategici.
purtroppo sono questi ultimi che contano.
Una qualsiasi soluzione giuridica non conta nulla se alla base non c'é la forza. Putin di patti sottoscritti dalla Russia, e da lui stesso, ne ha già stracciati tanti, e si prepara a stracciare qualsiasi nuovo patto per le parti che a lui non convengono. Per cui anche gli ucraini non possono fidarsi di nessun patto che li impegni.
La guerra continuerà, fino all'esaurimento delle forze che Putin può impegnare senza mettere in pericolo la stabilità interna. L'esaurimento ci sarà certamente perché gli ucraini combatteranno fino all'ultimo uomo, e fino all'ultima arma fornita dall'occidente.
Dopodiché rimarranno a presidiare, armati fino ai denti, i confini ucraini verso la Russia per chissà quanto tempo.
Questa é la mia previsione.
Ciao anthonyi, visto che sono filorusso e mi sei simpatico mi permetto di fare una considerazione. Più che giusta la tua considerazione fintanto che la rivolgi agli equilibri strategici. Per me però la Russia è andata oltre a tale visione di natura strategica pur muovendosi all'interno di essa. I russi, secondo me, voglio compiere la guerra totale. Pertanto, l'unico compromesso realizzabile ad oggi per porre fine alla guerra è il dialogo con la Russia ad armi pari. Quali sarebbero le armi? Essenzialmente due ideologie: la nostra, quella occidentale, è quella che dice che il corpo ha bisogno della mente per vivere. La mia, che solo immagino possa essere quella russa, è quella che dice l'esatto contrario: La mente ha bisogno del corpo per vivere. La vincente tra queste due forme dovrebbe determinare un nuovo ordine mondiale. Buona giornata
#1260
Per come la vedo io, così come per "spirituale", anche per "sacro" vi è una trasformazione di senso che resta invece intatto tra i credenti, almeno quelli veraci. 
Tempi moderni: "La partita di calcio è sacra, non toccarmela" ... blasfemità! ... Quel che oggi vi è di sacro - non toccarmelo! - è solo il culto alla propria professione. Idea molto scomoda ... in ogni caso valutate un po' voi in quale ginepraio ci siamo infilati