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Messaggi - Carlo Pierini

#1261
Citazione di: jsebastianB il 27 Agosto 2017, 22:48:31 PM(1)  Tu scrivi: E Kung si pronuncia sul tema della storicità o meno di Cristo ?
Quindi parrebbe che tu non hai mai letto un suo libro. E' cosi' ?
                                     -----------------------------------------
(2) Tu scrivi:  dal mio punto di vista  questa discussione ha poca importanza,
Curioso... apri una discussione, citi il codardo come attendibile fonte, sostieni ( con assoluta certezza ) la tua opinione - e quando ti cito alcuni autori che sostengo questo storico di corte / come il bugiardo di prima grandezza.. eccc.. ..eccc... manifesti il tuo disinteressamento..
Molto pittoresco .
(1) No, non ho letto niente di lui.

(2) Ripeto per la terza volta: non ho citato Flavio come fonte attendibile, ma solo per sottolineare che il pezzo "...E venne un uomo...", riportato nel suo testo (Antiquitates, libro XVIII, 63 e ss.) e che molti millantano come prova dell'esistenza storica di Gesù, è soltanto un falso, un'aggiunta indebita. Tutto qui.
#1262
Citazione di: altamarea il 28 Agosto 2017, 07:50:03 AM
Scusami Carlo, ho bisogno di un ulteriore chiarimento.

Nel mio precedente post ho quotato la frase di Angelo che dice: "Simbolo significa segno" ed io ho risposto dicendo che simbolo e segno sono due entità diverse.

Tu hai replicato per dire: "Esattamente. Anche il simbolo è un segno." ed hai spiegato la tua opinione. Però non capisco se concordi con Carlo o con me.


Forse volevi dire ...se concordo con Angelo (hai scritto "con Carlo") o con te. Concordo con te nella necessità di una distinzione tra segno e simbolo; ma questa distinzione è riferita alle diverse proprietà dell'uno e dell'altro, non alla loro categoria di appartenenza. Nel senso che, sia il segno che il simbolo sono significanti che trovano il loro significato in "altro da sé", nella "cosa" che indicano e che rappresentano sul piano del linguaggio; ed è questa caratteristica comune che li colloca all'interno di una medesima categoria di appartenenza (infatti, molto spesso, specialmente in teologia, "segno" e "simbolo" sono usati come sinonimi; p. es.: "...i segni del Cielo"). Ma mentre il segno si associa univocamente (e convenzionalmente) a qualcosa di noto, i grandi simboli associano analogicamente qualcosa di noto a qualcosa di sconosciuto o di non ancora conosciuto, cioè, mettono sapientemente in relazione il sensibile con il sovrasensibile, l'immanente con il trascendente; ed è proprio questa loro singolare e misteriosa saggezza nel mostrare il reale come metafora (o allegoria o analogia) del "metafisico" che induce da sempre l'uomo a vederli, appunto, come "segni del Cielo", come "lingua degli dèi". Scrive Alleau:

"Il latino symbolum (propriamente 'caratteristica, segno') deriva dal greco sumbolon, 'segno', da sumballein, 'gettare insieme, riunire'». (...) Si tratta cioè di evocare un movimento che 'riunisce', che 'accomuna' degli elementi precedentemente separati gli uni dagli altri, e designarne i risultati. Di conseguenza, se si tratta dell''atto di riunione' che unisce delle parti contraenti giuridicamente e per iscritto, si chiama il suo redattore, il notaio professionista, sumbolai graphos, letteralmente «colui che scrive il simbolo giuridico». Perciò i documenti redatti dai notai privati erano detti sumbolaia o, più esattamente, sumbolaiaagoraia, nell'accezione giuridica giustinianea". [RENÉ ALLEAU: La scienza dei simboli - pg.27]

"La lingua universale dell'analogia e dei simboli, è non soltanto la 'lingua degli dei', ma anche la lingua della natura, del 'sovrumano' e dell"infraumano', la lingua dello spirito ma anche quella delle profondità del corpo".   [RENÉ ALLEAU: La scienza dei simboli - pg.69]

"Tutte le tradizioni iniziatiche e religiose hanno ammesso la necessità dell'interpretazione della «lingua degli dèi», sia nelle sue forme arcaiche, di tipo divinatorio e oracolare, sia nelle sue complesse espressioni di insegnamenti trasmessi da testi sacri. La casta sacerdotale, costituendo nel suo insieme un organo di relazione tra gli uomini e gli dèi era necessariamente investita del potere e del compito di riunire conservare e spiegare le istruzioni, gli avvertimenti, i consigli, le visioni, i presagi e i segni ricevuti dagli indovini e dai profeti".  [RENÉ ALLEAU: La scienza dei simboli - pg.171]
#1263
Citazione di: green demetr il 28 Agosto 2017, 07:09:54 AM
Devo dire che queste tue ipotesi caro Carlo non reggono minimamente.
Come per Sgiombo, credi di ipotizzare un dualismo, ma come lui alla fine sei un monista riduzionista.
Dammi delle buone ragioni per essere d'accordo con te.  :)
#1264
Citazione di: green demetr il 28 Agosto 2017, 07:11:29 AM
E' la mente ad essere un aspetto del Pensiero, mai viceversa.
Dammi delle buone ragioni per essere d'accordo con te.
#1265
Tematiche Spirituali / Re:Una visione ...zodiacale!
28 Agosto 2017, 12:18:56 PM
Citazione di: acquario69 il 28 Agosto 2017, 10:17:04 AM
la percezione e' vincolata all'interno del soggetto rimanendo più o meno chiusa nella sfera del sensibile


mentre la visione viene in atto quando il soggetto o (l'ego) sparisce e "non si mette di mezzo"..in pratica nel primo caso e' come avere un paio di occhiali scuri o deformanti che non permettono di guardare nitidamente e realmente le cose

Più che "sparire", l'ego contempla i contenuti della visione, nello stesso modo in cui gli occhi contemplano un evento oggettivo. Non a caso si ricorre al termine di "visione" e, in certe tradizioni esoteriche, si parla di un "terzo occhio". Si tratta di un "vedere" ciò che è invisibile ai sensi. Il pensiero, cioè,  per un brevissimo intervallo temporale si trasforma da evento soggettivo in una realtà "oggettiva" indipendente dall'io.
#1266
Tematiche Spirituali / Re:Una visione ...zodiacale!
28 Agosto 2017, 11:57:52 AM
Citazione di: green demetr il 28 Agosto 2017, 07:49:49 AM
Anche a me piace parecchio Jung, non tanto per le sue considerazioni personali che reputo mediocri fino alla bassezza vera e propria, frutto della sua bassezza morale.

Se esprimi un giudizio così avventato, evidentemente non conosci a sufficienza la sua opera. Cosa hai letto di lui?
#1267
ANGELO
Vedere innocenza in una cosa qualsiasi non serve ad altro che ad autoprivarci apriori delle possibilità di difenderci dai suoi inganni, anche se al momento non sappiamo quali siano. Ma il fatto che al presente non vediamo gli inganni di una cosa, un'idea, un principio qualsiasi, non significa affatto che tali inganni non ci siano.

CARLO
Si può combattere l'inganno solo contrapponendogli la verità. Ma finché si predica dissennatamente e falsamente l'assenza di ogni verità, invece di cercarla con passione, allora non esisterà nemmeno l'inganno e varrà solo la legge del più forte. Tertium non datur.
#1268
Citazione di: paul11 il 23 Agosto 2017, 23:42:15 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 23 Agosto 2017, 01:45:16 AM
E' vero. Ma l'idea solo intuita, seppur presente in qualche modo in noi, è sfocata, nebulosa. E per coglierne la profondità, l'estensione e la ricchezza ci si deve lavorare sopra, dobbiamo frequentarla e diventarne amici (riflessione). Altrimenti facciamo come gli atei: la crediamo un'illusione, un fantasma irreale, e la neghiamo.
Tradotta in linguaggio junghiano questa stessa riflessione suonerebbe più o meno così (come scrissi successivamente all'interlocutore di cui sopra):

<<Gli archetipi sono sì idee pre-esistenti, ma non sono già formulate o rappresentazioni già scodellate e pronte all'uso, ma sono entità *ordinatrici* delle idee umane, modelli di espressione del pensiero cosciente (quando c'è comunicazione col Sé); cioè, sono degli inosservabili la cui pre-esistenza si può desumere solo a-posteriori dall'osservazione comparata delle rappresentazioni umane sia individuali (sogni, visioni, opere ispirate, ecc.) che collettive (simboli sacri, miti, riti, idee religiose) e della loro tendenza a strutturarsi secondo modelli universali espressi in ogni tempo e in ogni luogo. E nel passaggio dall'archetipo alla sua formulazione come idea o come immagine simbolica, la psiche umana ha un ruolo fondamentale, intanto perché deve "riempire" di contenuti queste strutture originarie e, in secondo luogo, perché la loro proiezione nella psiche sarà più o meno "deformata" a seconda dello stato di equilibrio mentale del soggetto che ne è ispirato. I cosiddetti pazzi, infatti, non "producono" idee archetipiche, ma frammenti distorti e mutilati di idee archetipiche, così come è frammentato e deformato il loro "io". Il "terzo Reich" hitleriano, per esempio, non è altro che una variante mutilata e distorta dell'archetipo del "Terzo Regno". E' per questo che i religiosi considerano assolutamente prioritaria la cosiddetta "purezza dell'anima", che noi chiameremmo "salute mentale".>>

Quindi, tornando all'argomento del thread, non è l'uomo che proietta un'immagine illusoria di Dio, ma è Dio che proietta nell'anima umana un'immagine di sé; e questa immagine sarà tanto più "vera" quanto più "lo schermo" dell'anima sarà "teso" o privo di "macchie" o "strappi".
Ecco, quì mi è più chiaro l'archetipo, ma non i dubbi su cosa e come ontologicamente strutturi l'archetipo Jung.
E' un oggetto ontologico preesistente di cui consciamente non lo conosciamo, ma che interviene nel processo conoscitivo e quindi lo potremmo percepire come effetto epistemologico, ma non come apriori.
Gli archetipi sono degli a-priori presenti nel Sé. Dopodiché, esistono tre possibilità:

1 - C'è chi - per varie ragioni tutte da approfondire a parte - entra in contatto SANO più o meno profondo/diretto con la dimensione archetipica (intuizione, ispirazione artistica, esperienza estatica, sogno "mitopoietico", ecc.) - e allora i CONTENUTI delle sue idee saranno influenzati/orientati da essa;

2 - c'è chi - per altre varie ragioni tutte da approfondire a parte - entra in contatto PATOLOGICO con la dimensione archetipica (percezione distorta degli archetipi) - e allora avremo dei mistici fanatici e fondamentalisti, cioè degli squilibrati mentali posseduti da archetipi mutilati;

3 - c'è chi - per altre varie ragioni tutte da approfondire a parte - non entra in contatto con la dimensione archetipica (o, se ci entra, la liquida come fantasia irreale e quindi ne resta impermeabile) - e allora avremo la gente cosiddetta "normale" o "razionale" che non esprimerà alcunché di archetipico ma anzi, che respingerà tutto ciò che odora di "simbolico", proprio come te, come me quando ero giovane, e come la maggior parte della gente "...che ha cose ben più serie e ragionevoli a cui pensare...!!"
#1269
Citazione di: davintro il 27 Agosto 2017, 19:01:28 PM
l'esempio suggerito c'entra poco col discorso che intendevo fare sull'impossibilità di fondare attraverso verificazioni empiriche la pretesa di assolutezza delle verità dell'esperienza sensibile. 

La tua affermazione: <<è impossibile fondare attraverso verificazioni empiriche la pretesa di assolutezza delle verità dell'esperienza sensibile>>, esprime una verità assoluta? Oppure è confutabile?

DAVINTRO
"Pecora" è una definizione, che sono libero di utilizzare o meno per classificare degli enti individuali, le singole pecore, ma nulla vieta in futuro di utilizzare la parola "pecora" anche per animali che non hanno quattro zampe, 

CARLO
Lo stesso discorso vale anche per la tua definizione di "triangolo" o di "quadrato", quindi non usare due pesi e due misure.
E, comunque, io non ti ho chiesto se "le pecore avranno in futuro 4 zampe....", ma ho declinato il verbo al presente: <<le pecore sane hanno 4 zampe>> è una verità confutabile? Attendo una risposta.
E se questa ti sembra una domanda troppo difficile, te ne pongo una più facile. L'enunciato <<La Terra gira intorno al sole, non viceversa>> è una verità confutabile? 

DAVINTRO
Volendo fare un esempio più attinente col tema potremmo chiederci: qual è il livello di nitidezza della percezione sensibile entro cui il pensiero di avere di fronte una pecora diviene una verità assoluta e certe, e non invece il frutto di un inganno percettivo come può essere l'aver bevuto un bicchiere di troppo o un'allucinazione?

CARLO
Sono io che lo chiedo a te: perché è assolutamente vero che tua madre non è una pecora?
#1270
Tematiche Spirituali / Re:Una visione ...zodiacale!
27 Agosto 2017, 19:32:05 PM
Citazione di: Sariputra il 27 Agosto 2017, 19:03:35 PM
InVerno scrive:
Se dovessimo prendere sul serio tutte le allucinazioni (pertanto non volute) saremmo in gravi guai..

Credo ci sia una certa differenza tra allucinazione e visione. Nell'allucinazione il soggetto è inconsapevole che sta percependo qualcosa di irreale e anzi non dubita minimamente che quello che sta percependo lo sia, visto che l'allucnazione quasi sempre si sovrappone all'ambiente reale.
Nella visione invece il soggetto è consapevole che sta percependo qualcosa di inconsueto e si mette in posizione critica verso l'oggetto della percezione.

Sono d'accordo. E' più o meno la stessa distinzione che Jung opera tra il "percepire" delle immagini inconsce e l'"esser posseduti" da esse:

"La visione di immagini e fantasie archetipiche, non è in sé patologica. Il momento patologico consiste unicamente nel modo in cui l'individuo reagisce o afferra tali motivi. L'elemento caratteristico di una reazione patologica è anzitutto l'"identificazione con l'archetipo". [...] In tutti i casi l'identificazione con l'inconscio implica un certo indebolimento della coscienza. Non "ci si identifica", ma si subisce l'identità con l'archetipo, se ne è posseduti. [...] A seconda che siano esattamente o erroneamente afferrate, le esperienze psichiche esercitano effetti molto diversi sullo sviluppo di una persona. [...] Se il processo non è compreso, per non sprofondare nuovamente nell'inconscio senza alcun risultato, deve possedere un'intensità eccezionale". [JUNG: Archetipi e inconscio collettivo - pg.340]
#1271
Tematiche Spirituali / Re:Una visione ...zodiacale!
27 Agosto 2017, 19:11:21 PM
Citazione di: InVerno il 27 Agosto 2017, 17:35:23 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 27 Agosto 2017, 13:29:10 PM
Citazione di: paul11 il 27 Agosto 2017, 10:39:58 AM
O.K, sull'evoluzione spirtuale.

Su razze precedentemente non evolute, non farmi fare un'inventario, di immagini e reperti che gli storici hanno liquidato semplicisticamente come "non classificato" o ignorandoli per non mettere in discussione le loro teorie o altre..
La  natura stessa  della tavola smerladina di Ermete Trismegisto.
La mappa Piri reis che è vista dall'alto.
I vimana, le macchine volanti  descritti nel testi vedici indiani

Non limitarti a indicazioni generiche, ma scendi un po' più nel dettaglio. Per esempio, dimmi qualcosa di più sulla "natura della Tavola Smeraldina".
Riguardo alla mappa di Piri Reis, potrebbe essere spiegata della capacità della psiche - in condizioni estreme - di relativizzare sia lo spazio che il tempo (vedi anche il mio 3d: "Un'esperienza impressionante con "l'erba"). Senti cosa racconta Jung:

« All'inizio del 1944 mi fratturai una gamba, e a questa disavventura seguì un infarto miocardico. In stato di incoscienza ebbi deliri e visioni che dovettero cominciare quando ero in pericolo di vita e mi curavano con ossigeno e iniezioni di canfora (...). Mi pareva di essere sospeso nello spazio e, sotto di me, lontano vedevo il globo terrestre avvolto in una splendida luce azzurrina e distinguevo i continenti e l'azzurro scuro del mare. Proprio ai miei piedi c'era Ceylon e dinanzi a me, a distanza, l'India. La mia visuale comprendeva tutta la terra; la sua forma sferica era chiaramente visibile e i suoi contorni splendevano di un bagliore argenteo, in quella meravigliosa luce azzurra. In molti punti il globo sembrava colorato o macchiato di verde scuro, come argento ossidato.
Sulla sinistra, in fondo, c'era una vasta distesa, il deserto giallo rossastro dell'Arabia; come se l'argento della terra in quel punto avesse preso una sfumatura di oro massiccio. Poi seguiva il Mar Rosso e lontano - come a sinistra in alto su una carta geografica - potevo scorgere anche un lembo del Mediterraneo, oggetto particolare della mia attenzione. Tutto il resto appariva indistinto. Vedevo anche i nevai dell'Himalaya coperti di neve, ma a quella distanza c'era nebbia e nuvole. Non guardai per nulla verso destra. Sapevo di essere sul punto di lasciare la terra.
Più tardi mi informai dell'altezza a cui si dovrebbe stare nello spazio per avere una vista così ampia: circa 1500 chilometri. La vista della terra a tale altezza è la cosa più meravigliosa che avessi mai visto >>. [C.G. JUNG: Ricordi, sogni, riflessioni - pg. 144]
Se dovessimo prendere sul serio tutte le allucinazioni (pertanto non volute) saremmo in gravi guai..
Allucinazioni o esperienze mistiche? Tu sai tracciare la differenza tra le due?
E, comunque, meglio che prendere sul serio (alla lettera) dei racconti su "bighe volanti" guidate da dèi, tratti da raccolte di miti epici e di inni sacri!
Sono centinaia i racconti sacri in cui compaiono dei "carri di fuoco" e decine i racconti biblici in cui il Divino è rappresentato come "carro di fuoco" o "nuvola di luce", o figurazioni analoghe. Qualche esempio:

<<...Or avvenne che, mentre essi camminavano, e parlavano insieme, ecco un carro di fuoco, e de' cavalli di fuoco, che li partirono l'uno dall'altro. Ed Elia salì al cielo in un turbine>>. (2Re, 2:11)

<<...Io dunque vidi, ed ecco un vento tempestoso, che veniva dal Settentrione, ed una grossa nuvola, e fuoco guizzante e fulgore tutto intorno; e di mezzo di quel fuoco appariva come la sembianza di fin rame scintillante. [...] E di mezzo a esso era la somiglianza di quattro creature viventi [...] e ciascuna aveva quattro facce e quattro ali>>. (Ezechiele, 1:4)

<<...E il Signore camminava davanti a loro; di giorno, in una colonna di nuvola, per guidarli per il cammino; e di notte, in una colonna di fuoco, per illuminarli; acciocchè camminassero giorno e notte>>. (Esodo, 13:21)

<<...E Gesù prese seco Pietro, Giacomo e Giovanni, suo fratello, e li condusse sopra un alto monte, in disparte. E fu trasfigurato in lor presenza, e la sua faccia risplendè come il sole, e i suoi vestimenti divennero candidi come la luce. Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che ragionavano con lui. (...) Mentre egli parlava ancora, ecco, una nuvola luminosa li coprì; ed ecco, una voce venne dalla nuvola, dicendo: Questo è il mio diletto Figliuolo, in cui ho preso il mio compiacimento; ascoltatelo. E i discepoli, udito ciò, caddero sopra le lor facce, e temettero grandemente.  Ma Gesù, accostatosi, li toccò, e disse: Levatevi, e non temiate. Ed essi, alzati gli occhi, non videro alcuno, se non Gesù tutto solo>>. (Matteo, 17:1-7)

<<Poi noi viventi, che saremo rimasti, saremo insieme con loro rapiti nelle nuvole per incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre col Signore>>.  (1Tessalonicesi, 4:17)
#1272
Tematiche Spirituali / Re:Una visione ...zodiacale!
27 Agosto 2017, 13:29:10 PM
Citazione di: paul11 il 27 Agosto 2017, 10:39:58 AM
O.K, sull'evoluzione spirtuale.

Su razze precedentemente non evolute, non farmi fare un'inventario, di immagini e reperti che gli storici hanno liquidato semplicisticamente come "non classificato" o ignorandoli per non mettere in discussione le loro teorie o altre..
La  natura stessa  della tavola smerladina di Ermete Trismegisto.
La mappa Piri reis che è vista dall'alto.
I vimana, le macchine volanti  descritti nel testi vedici indiani

Non limitarti a indicazioni generiche, ma scendi un po' più nel dettaglio. Per esempio, dimmi qualcosa di più sulla "natura della Tavola Smeraldina".
Riguardo alla mappa di Piri Reis, potrebbe essere spiegata dalla capacità della psiche - in condizioni estreme - di relativizzare sia lo spazio che il tempo (vedi anche il mio 3d: "Un'esperienza impressionante con "l'erba"). Senti cosa racconta Jung:

« All'inizio del 1944 mi fratturai una gamba, e a questa disavventura seguì un infarto miocardico. In stato di incoscienza ebbi deliri e visioni che dovettero cominciare quando ero in pericolo di vita e mi curavano con ossigeno e iniezioni di canfora (...). Mi pareva di essere sospeso nello spazio e, sotto di me, lontano vedevo il globo terrestre avvolto in una splendida luce azzurrina e distinguevo i continenti e l'azzurro scuro del mare. Proprio ai miei piedi c'era Ceylon e dinanzi a me, a distanza, l'India. La mia visuale comprendeva tutta la terra; la sua forma sferica era chiaramente visibile e i suoi contorni splendevano di un bagliore argenteo, in quella meravigliosa luce azzurra. In molti punti il globo sembrava colorato o macchiato di verde scuro, come argento ossidato.
Sulla sinistra, in fondo, c'era una vasta distesa, il deserto giallo rossastro dell'Arabia; come se l'argento della terra in quel punto avesse preso una sfumatura di oro massiccio. Poi seguiva il Mar Rosso e lontano - come a sinistra in alto su una carta geografica - potevo scorgere anche un lembo del Mediterraneo, oggetto particolare della mia attenzione. Tutto il resto appariva indistinto. Vedevo anche i nevai dell'Himalaya coperti di neve, ma a quella distanza c'era nebbia e nuvole. Non guardai per nulla verso destra. Sapevo di essere sul punto di lasciare la terra.
Più tardi mi informai dell'altezza a cui si dovrebbe stare nello spazio per avere una vista così ampia: circa 1500 chilometri. La vista della terra a tale altezza è la cosa più meravigliosa che avessi mai visto >>. [C.G. JUNG: Ricordi, sogni, riflessioni - pg. 144]
#1273
Tematiche Spirituali / Re:Una visione ...zodiacale!
27 Agosto 2017, 03:21:32 AM
Citazione di: paul11 il 27 Agosto 2017, 01:46:55 AM
Nei testi originari prima viene una cosmologia e poi l'interpretazione di questa in chiave spirituale e infine in chiave morale.
prendere l'ultima chiave interpretativa (ad esempio la morale) e risalire alla spiritualità e infine  alla cosmologia corrisponde all'inverso delle sequenze originarie creando vizi "visionari", perchè ci si allontana dal testo reale originario.
Questo modo di procedere salta la storia producendo attualizzazioni interpretative di significati a volte diversi.

Nessun testo inizia con una morale e poi con la spiritualità e poi con la cosmologia.
L'archetipo junghiano potrebbe salvarsi, dico potrebbe perchè è da provare che quell'umanità primordiale "comandata" da razze evolute fosse in grado da sola di sostenere una spiritualità e una morale, che  viene dopo.
prima semplicemente ubbidisce ai "comandanti" e ai "comandamenti" proprio perchè non è emancipata a livello morale/spirituale, questa fu la strumentalizzazione religiosa del sacro, la costruzione di vincolo artificioso per tenere unito un popolo socialmente. La Torah, vine scritta da Mosè insieme ai comandamenti ricevuti.I Vedanta vengono dopo le cosmologie vediche, i grandi "maestri"spirituali sono in epoca troppo  tarda rispetto ai primordi umani.
Il fatto che Genesi che occuperebbe un lunghissimo lasso di tempo è molto più breve, di fatto finisce con il diluvio con Noè e inizia con Cam, jafet e Sem (i semiti), la "nuova" storia che si fa spirituale da  Esodo, in poi  significa che troppe notizie dell'origine era state perse e vivevano nella tradizione talmudistica orale e scritta, parallele ai testi sacri.
E' da Sem, figlio di Noè, che inizia la spiritualità e i relativi simboli.
Se andiamo alla tradizione sumerico/accadica c'è poco o nulla di spirituale, quella egizia idem, sono le ritualità semmai che tengono unite i rapporti "dei"con gli  umani.

Non penso che l'uomo sia "fuoriuscito" dalla natura secondo la teoria dell'evoluzione, ma semmai penso che solo ad un certo punto della storia l'uomo abbia cominciato a porsi certe domande spirituali e quindi avere una conseguente psiche che "sorreggesse" a criteri di intellegibilità umana più complessi.Ed è quello che temevano quegli "dei comandanti" che soggiogavano l'uomo.

Tutte le tue osservazioni sono perfettamente compatibili con l'idea di una evoluzione spirituale progressiva dell'umanità, senza alcuna necessità di ipotizzare razze evolute primordiali di cui non esiste traccia. L'alba è un passaggio progressivo dal buio alla luce; e solo alla fine si vede spuntare il sole (Dio) nella sua interezza. All'inizio l'uomo arcaico "vede" solo le stelle e i pianeti (gli dèi del politeismo) poi vede la luce dell'aurora (spiritualità), e solo all'alba vede il sole pieno (il Dio-uno del monoteismo). Proprio come è successo a me: alle 6 di mattina ...ho "visto" il simbolo di Dio, all'età di 38 anni. ...E a me, quel simbolo lì, non me l'ha rivelato nessuna razza superiore!  :)
#1274
Citazione di: Angelo Cannata il 26 Agosto 2017, 17:19:27 PM
Citazione di: davintro il 26 Agosto 2017, 16:15:15 PMIl dubbio è un atto razionale nella misura in cui riesce a individuare zone d'ombra nei suoi oggetti
Quando si riteneva che la terra fosse piatta, quest'idea veniva percepita senza alcuna zona d'ombra, era un'idea perfetta, funzionante. Ancora più perfetta, addirittura bella, era l'idea che il pianeta terra fosse il centro dell'universo. Eppure erano idee che oggi ci risultano completamente sbagliate. Questo mostra che, per mettere in dubbio un'idea o un principio qualsiasi, non c'è alcun bisogno che di esso si debbano vedere zone oscure o difetti di cui ci si possa rendere conto.
L'idea di "Terra piatta" ha funzionato perfettamente fin quando, dal VI secolo a.C. in poi, non hanno cominciato a circolare certe voci che gettavano ombre sempre più scure su questa credenza: molti marinai raccontavano che, viaggiando in nave verso certe coste montuose, le montagne lontane sembravano emergere dal mare via via che si avvicinavano. Altri raccontavano che il sole di mezzogiorno variava la sua inclinazione a mano a mano che si allontanavano dal luogo di partenza; altri ancora dicevano la stessa cosa della Stella Polare, ...e così via! Indizi che mettevano progressivamente in dubbio l'idea che la Terra fosse davvero piatta.

Nel tuo caso, invece, si tratta di dubbi privi di qualunque indizio, cioè, privi di fondamento e quindi epistemologicamente insignificanti.
#1275
Citazione di: davintro il 26 Agosto 2017, 16:15:15 PM
condivido l'affermazione per la quale la conoscenza reale deve avere di mira la riproduzione fedele delle cose oggettive, ma scorgo il tuo errore di prospettiva nel momento in cui tra le righe identifichi il piano delle cose oggettive con il "mondo esterno", affermando, in linea con le posizioni del realismo ingenuo, che la riproduzione fedele delle cose si attui alla luce di una certa quantità di verifiche empiriche, senza che sia chiaro fino a che punto tale quantità sia sufficiente a legittimare la pretesa di aver raggiunto risultati inconfutabili e non più smentibili.

Questa tua riflessione è errata, perché non si confronta con la conoscenza reale.
Torniamo all'esempio elementare (fino alla banalità) della pecora. Secondo te, affermare che "le pecore (sane) hanno 4 zampe" è una verità confutabile?