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Messaggi - baylham

#1261
Ho la sensazione che la realtà dei fatti sia sempre più complessa, ambigua, oscura, di quanto appaia netta, semplice, chiara. Si potrebbe definire pirandelliana.
Ho fatto un semplice esercizio in questo senso, non avendo letto i verbali non sono in grado di costruire altre ipotesi alternative.

Il giudizio è comunque delicato, specialmente quando riguarda figure politiche istituzionali, che non possono essere rimosse sulla base della sola testimonianza d'accusa di qualcuno non sostenuta da altri elementi.

C'è la parola di uno, o due, contro la parola di un altro, che fino a prova contraria sono pari. Se il mentitore è uno, il mantenimento o la rimozione dagli incarichi di entrambi comporta una sicura ingiustizia.
Riparare la giustizia è un problema difficile, se non impossibile.
#1262
Dal punto di vista logico la questione di chi sia il mentitore è indecidibile. Di conseguenza, dal punto di vista morale e giuridico, qualunque soluzione è ingiusta. 
E questo è un serio e grave problema.

Tuttavia poiché la logica è parte della realtà, ma non è la realtà, una spiegazione terza non è affatto esclusa: potrebbe esserci alla base un fraintendimento tra i due (un ragionamento ipotetico scambiato per una informazione reale)  combinato con una o più coincidenze casuali (l'effettiva presenza delle microspie).
E' solo un'ipotesi ad hoc, non sono documentato sulla vicenda.
#1263
Non ho nessuna contestazione morale da opporre al suicidio, è di per sé una scelta sofferta, estrema, cui riconosco il massimo rispetto e dignità.

Volevo far risultare il fatto che normalmente il suicidio è una scelta individuale, non condivisa con altri, che per questo definisco egoistica, sebbene le motivazioni possano anche essere altruistiche.

Ciò che invece apprezzo del suicidio assistito è proprio la sua preparazione, partecipazione collettiva.

Ripeto che il suicidio assistito e l'eutanasia sono per me legalizzabili soltanto in casi ben determinati, per anticipare una morte che si prevede dolorosa, per porre un limite alla sofferenza.

Ho la personale certezza che la morte sia la fine di ogni sofferenza, come di ogni piacere.
#1264
Tematiche Filosofiche / Re:Relativismo/Assolutismo
15 Marzo 2017, 10:16:36 AM
A me sembra che basti un granellino di sabbia, qualunque cosa esso sia, per mettere in eterna contraddizione, se non mandare in soffitta, le costruzioni metafisiche, gli universali, gli assoluti, i principi, gli uni, gli dei, i vuoti, i tutti.



#1265
Citazione di: Sariputra il 15 Marzo 2017, 08:35:47 AM
Presumo che il suicida sia un essere sostanzialmente 'ottimista' e infatti , se non lo fosse, non spererebbe di migliorare la sua situazione uccidendosi. Il pessimista radicale invece dubita che il suicidarsi migliori la sua situazione, proprio perchè, essendo pessimista, teme anzi che la peggiori ( il famoso cadere dalla padella nella brace...)  ;D 

Probabilmente un pessimista radicale sceglierà la soluzione meno pessimistica.

Citazione di: Sariputra il 15 Marzo 2017, 08:35:47 AM
Mi viene in mente il caso di un medico che , diagnosticatogli un tumore al cervello, si è lanciato dal nono piano dell'ospedale. Avendo uno dei figli che frequentava la classe della mia, un giorno torna a casa e mi racconta che il ragazzo era scoppiato in pianto in classe. Quando l'insegnante ha tentato di confortarlo dicendogli che doveva vedere l'atto del padre come un gesto d'amore verso di loro, così che non soffrissero per vedere in che condizioni si sarebbe ridotto, il ragazzo è esploso: "Ma io volevo soffrire insieme a lui! Perché me lo ha impedito?"... Non ci sono risposte :'(

Secondo me il giudizio dell'insegnante era infondato: il medico ha immaginato la propria morte dolorosa e ha scelto egoisticamente di suicidarsi.
La reazione del ragazzo è altrettanto egoista.
#1266
Tematiche Filosofiche / Re:Relativismo/Assolutismo
10 Marzo 2017, 15:51:40 PM
Sono in difficoltà, non so se sto andando fuori tema, termino con questa risposta a donquixote.

Una parte non può essere in relazione col tutto, con l'assoluto, sia perché l'assoluto sarebbe allora una parte, sia perché allora la parte sarebbe in relazione con sé stessa. Impossibile.
Questa è la ragione profonda del mio ateismo.


#1267
Tematiche Filosofiche / Re:Relativismo/Assolutismo
10 Marzo 2017, 14:22:52 PM
Essere parte dell'assoluto non significa essere in relazione con l'assoluto, impossibile, ma con altre parti.
#1268
Tematiche Filosofiche / Re:Relativismo/Assolutismo
10 Marzo 2017, 12:02:01 PM
Citazione di: Sariputra il 10 Marzo 2017, 11:31:57 AM
Citazione di: baylham il 10 Marzo 2017, 11:20:22 AM
Citazione di: donquixote il 10 Marzo 2017, 10:46:07 AMSono anni che scrivo che il problema non è l'assoluto (che essendo ab-solutus ovverosia slegato è in sé e per sé e non necessita di altro che di se stesso) ma l'assolutizzazione del relativo, che a quanto pare è un concetto molto difficile da comprendere. Tutto dipende dall'assoluto ed è relativo ad esso (ovvero in relazione di dipendenza con questo), e porre come assoluto qualcosa che non lo è (sia questo la vita, il bene, l'uomo, la natura, un dio particolare, l'economia, l'uguaglianza o qualunque altro relativo) è proprio ciò che genera la violenza di doverlo imporre, dato che essendo un relativo non si può imporre da solo, determinando conseguenze disastrose. Solo assumendo il punto di vista dell'assoluto si può riuscire a comprendere tutti i relativi (e anche le relazioni sussistenti non solo con l'assoluto ma anche fra di loro) e dar loro il corretto valore senza necessità di alcun tipo di imposizione.
Trovo contraddittorio che il problema sia anche la soluzione: assumere il punto di vista dell'assoluto equivale proprio ad assolutizzare il relativo.

Non si può assumere il punto di vista dell'assoluto, in quanto l' assoluto non ha punti di vista  ( al massimo comprende tutti i punti di vista), ossia è Vuoto di punti di vista realmente esistenti. Attingere all'assoluto non attaccandosi ai punti di vista non è la soluzione del problema, in quanto il problema non sussiste. Il problema è una creazione del pensiero. Il problema sorge sempre dall'attaccamento ai punti di vista. Non attaccamento ai punti di vista non significa non operare per necessità di vita, ma essere consapevole che questi punti di vista sono semplicemente necessari ( per la sopravvivenza).

Il problema o la soluzione è relativo alla parte, che tu sei e rimarrai, pensiero o non pensiero, attaccamento o non attaccamento.
#1269
Tematiche Filosofiche / Re:Relativismo/Assolutismo
10 Marzo 2017, 11:30:18 AM
Citazione di: Sariputra il 10 Marzo 2017, 10:53:30 AM

E' nell'assoluto che si risolvono le apparenti ( per l'uomo) contraddizioni del relativo. Come si 'attinge' all'assoluto per risolvere le contraddizioni? Si potrebbe forse iniziare con il non-attaccarsi e identificarsi con le contraddizioni relative?...Chiaro che non si deve trattare di formulare l'ennesima teoria ( relativa) sull'assoluto...

Non si risolvono le contraddizioni e non si attinge all'assoluto, si è relativi. Solo il relativo può porsi un problema, tra cui quello impossibile di diventare assoluto.
#1270
Tematiche Filosofiche / Re:Relativismo/Assolutismo
10 Marzo 2017, 11:20:22 AM
Citazione di: donquixote il 10 Marzo 2017, 10:46:07 AM
Sono anni che scrivo che il problema non è l'assoluto (che essendo ab-solutus ovverosia slegato è in sé e per sé e non necessita di altro che di se stesso) ma l'assolutizzazione del relativo, che a quanto pare è un concetto molto difficile da comprendere. Tutto dipende dall'assoluto ed è relativo ad esso (ovvero in relazione di dipendenza con questo), e porre come assoluto qualcosa che non lo è (sia questo la vita, il bene, l'uomo, la natura, un dio particolare, l'economia, l'uguaglianza o qualunque altro relativo) è proprio ciò che genera la violenza di doverlo imporre, dato che essendo un relativo non si può imporre da solo, determinando conseguenze disastrose. Solo assumendo il punto di vista dell'assoluto si può riuscire a comprendere tutti i relativi (e anche le relazioni sussistenti non solo con l'assoluto ma anche fra di loro) e dar loro il corretto valore senza necessità di alcun tipo di imposizione.

Trovo contraddittorio che il problema sia anche la soluzione: assumere il punto di vista dell'assoluto equivale proprio ad assolutizzare il relativo.
#1271
Tematiche Filosofiche / Re:Relativismo/Assolutismo
10 Marzo 2017, 10:08:21 AM
L'assoluto non è tollerante o intollerante, violento o non violento, l'assoluto non dipende dalla forza o dalla debolezza, semmai è il relativo ad essere tollerante o intollerante, violento o nonviolento, a dipendere dalla forza o dalla debolezza. E' appunto il relativo che pretende di essere assoluto a diventare violento o non violento, tollerante o intollerante. L'assoluto è tutto, comprende ogni parte, ogni uomo è parte del tutto, quindi relativo.
#1272
Attualità / Re:IL PROBLEMA OCCUPAZIONALE
09 Marzo 2017, 16:11:44 PM
Il concetto di sovrappopolazione è relativo. L'eccesso va riferito alla scarsità di qualcosa, che indico nelle risorse naturali ed ambientali, in particolare il consumo di fonti di energia e la produzione di rifiuti, leggasi inquinamento, degradazione dell'ambiente in senso generale.

La crescita della produttività, anche attraverso l'automatizzazione del processo produttivo, è necessaria se si vuole contemporaneamente una crescita della popolazione, una riduzione dell'uso delle risorse naturali, una riduzione dei rifiuti e un aumento dei redditi e dei consumi. Ma l'ottenimento di tutti questi obiettivi non è affatto garantito dal cambiamento tecnologico, è più probabile il risultato contrario. L'aumento della popolazione assieme all'aumento della produzione si ottiene generalmente con un aumento del consumo di fonti di energia e di produzione dei rifiuti. Questo è l'aspetto problematico, drammatico, di qualunque sistema economico, anche il più statico e conservativo.

La concezione sovranista della politica economica è una reazione anacronistica verso un processo ormai inarrestabile quale è la globalizzazione, l'internazionalizzazione delle relazioni economiche.
Lo Stato non aveva e non avrà il pieno controllo del sistema economico interno attraverso la sua politica, a maggior ragione in un sistema ormai fortemente integrato internazionalmente. Le ricette pseudo keynesiane per la piena occupazione (attribuirne la paternità a Keynes è scorretto) si sono rivelate praticamente inefficaci, col risultato che all'instabilità degli investimenti e del sistema finanziario si è aggiunta l'instabilità finanziaria dello Stato. La manovra sui cambi, deprezzamento o svalutazione, come politica espansiva di uno Stato può essere efficace per l'occupazione ma è contrastabile da una analoga manovra degli altri Stati.

Sono convinto che l'affermarsi del nazionalismo e protezionismo e la dissoluzione dell'Unione come risposta alla crisi in Europa, per l'Italia avrà il risultato di portare al rapido default dello Stato. Le conseguenze non sono prevedibili, ma immagino saranno tragiche.
#1273
Tematiche Filosofiche / Re:Relativismo/Assolutismo
09 Marzo 2017, 10:42:04 AM
Fede non significa dare per certo qualcosa, semmai il contrario. Si tira in ballo la fede perché non si è certi di qualcosa. Infatti la fede non ha alcun fondamento, può credere a qualunque cosa, anche la più assurda. La fede è l'ultima resistenza di qualcosa, di indifendibile e nello stesso tempo di invincibile.

D'altra parte proprio la fede è relativa, individuale, non trasmissibile: ciascuno ha la propria. Il numero dei fedeli in qualcosa è importante per altri aspetti, ma non cambia la sostanziale individualità della fede.

Quindi il problema è a monte dell'imposizione della propria fede agli altri, il problema è che comunque si ha una fede che non sempre corrisponde a quella degli altri. Il relativismo è una fede alla pari dell'assolutismo, al limite ha fede di non aver fede.

Tuttavia condivido l'atteggiamento relativista, anche nella forma radicale espressa da Angelo Cannata, perché lo avverto come più esplorativo, innovativo, libero ed umanamente conviviale rispetto all'atteggiamento assolutista.
#1274
Tematiche Filosofiche / Re:Relativismo/Assolutismo
07 Marzo 2017, 19:56:09 PM
Citazione di: Angelo Cannata il 07 Marzo 2017, 19:27:50 PM
Ma dice "mi sembra", non "non puoi". Il relativista non può mai pronunciare la frase "non puoi" riguardo a nulla, perché il relativista non pone limiti a nessuno; chi per mestiere pronuncia "non puoi" dalla mattina alla sera è il metafisico.

Rilevo una contraddizione.
#1275
Tematiche Filosofiche / Re:Relativismo/Assolutismo
06 Marzo 2017, 18:14:21 PM
Citazione di: Jacopus il 05 Marzo 2017, 16:46:13 PM
Stavo dando un'occhiata al libro di Croce: "Perchè non possiamo non dirci cristiani", e ho intuito che il fondamento del relativismo moderno sta proprio nel Cristianesimo, nel suo accettare l'uomo, qualsiasi uomo. Il rovesciamento attuato dal capro espiatorio, cioè Gesù che storicamente muore sulla croce da innocente, apre un varco incommensurabile. Il primo diventa l'ultiimo e gli ultimi saranno i primi. L'umanità è unica e l'uomo è tenuto ad amare il prossimo suo come sè stesso, indipendentemente da colore della pelle, credo religioso, convinzioni o cultura. Cosa c'è di più relativo di ciò? Se bisogna amare anche il nostro carnefice e porgere l'altra guancia non si può certo distinguere un comportamento da un altro. Per certi versi l'assolutismo dell'amore sulla terra sfocia in un relativismo assoluto dei valori, poichè ogni valore deve essere accettato dall'essere cristiano che tutto e tutti ama.
......
Da quel momento è nato nella storia della cultura dell'uomo, in termini assai più diffusi ed universali, il principio della pietà, della tolleranza. E' dalla figura di Cristo che nasce la nostra stessa supposta debolezza, che autorizza le costruzioni delle sinagoghe e delle moschee, che ci avverte di non scagliare la prima pietra perchè siamo tutti peccatori. Proprio in questo modo si è sviluppata la cultura occidentale così come la conosciamo, una medusa dalla mille teste, che confluiscono tutte verso un cuore cristiano.

Non sono affatto d'accordo che il relativismo o la tolleranza abbiano origine con Gesù e col cristianesimo, tantomeno che la cultura occidentale abbia un cuore cristiano.
Il messaggio dei Vangeli è troppo incoerente, contradditorio, può prendere molte direzioni come la storia del cristianesimo dimostra con tutte le sue ramificazioni.  Involontariamente l'incoerenza, la contraddittorietà, ha favorito la pluralità, la concorrenza nel cristianesimo dando un apporto essenziale agli esiti relativistici.
Un riconoscimento cristiano della relatività di ciascun individuo è dato dalla parabola del seminatore, ma non prefigura affatto propositi di tolleranza o di amore.