** scritto da davintro:
Certamente, dal punto di vista cristiano il nulla non è l'inferno, il nulla non concede alla coscienza di continuare ad esistere, l'inferno invece sì. Il nulla non concerne un merito particolare alle gesta personali in vita, l'inferno sì. Forse è questa eventualità che infonde paura.
CitazioneA questo punto andrebbe fatta una distinzione fondamentale. Si parla della paura della nostra morte e della morte degli altri?Della paura personale, il riferimento al decesso del mio amico era solo uno spunto di riflessione che non esiste morte prematura, tranne che nel suicidio.
CitazioneNel primo caso, dal punto di vista dell'Io non avrebbe senso parlare di una paura della "morte in sè", ma di ciò che ci sarebbe eventualmente dopo cioè il Nulla (credo che anche l'inferno al di là delle varie letterarie rappresentazioni figurative, le fiamme, il diavolo con le corna e il forcone, sia identificabile teologicamente con questo Nulla, la dimensione di annicchilimento nel quale la persona perde il contatto con l'Essere perchè si è definitivamente allontanato dalla sorgente dell'Essere e fondamento del suo esistere, Dio). Quindi riferendosi a se stesso l'Io sarebbe certamente sollevato da ogni timore nella misura in cui crede che giungerà ad un'eterna e paradisiaca beatitudine.Esatto, la paura della morte in sé è più facile da sconfiggere, dacché essa è un fattore inevitabile dell'uomo, come il mangiare, il dormire, ecc. ecc., ci si abitua un po' all'idea. La cosa si complica quando si riflette sul cosa c'è dopo la morte, e se c'è qualcosa dopo essere morti.
Certamente, dal punto di vista cristiano il nulla non è l'inferno, il nulla non concede alla coscienza di continuare ad esistere, l'inferno invece sì. Il nulla non concerne un merito particolare alle gesta personali in vita, l'inferno sì. Forse è questa eventualità che infonde paura.