Ciao Bobmax, Iano e Knox.
Le vostre sono tutte considerazioni ragionevolissime; ma, soprattutto, lo è quella di Knox, quando scrive: "Questi paradossi che girano attorno all'autoreferenzialità si possono costruire facilmente e sono molto interessanti... in quanto esse generano inevitabili <<proposizioni indecidibili>> ed è questa l'essenza del teorema di incompletezza di Godel!"
Al riguardo, infatti, osservo:
.
1)
Bobmax ha ragione quando dice che "la frase A non può essere falsa"; però non tiene conto che "la frase A non può neanche essere vera"!
Ed infatti, se la frase A fosse "vera", la frase B dovrebbe essere necessariamente "falsa"; e se la frase B fosse "falsa", non dovrebbe essere assolutamente "vero", come essa afferma, che la frase A è "vera" (la sua stessa verità la renderebbe falsa, e la sua stessa falsità la renderebbe vera).
E' una sorta di "aporia" molto simile a quella del "mentitore"; cioè, "un serpente che si morde la coda!"
.
2)
Quanto alla "verità parziale", occorre distinguere tra:
- "verità assoluta", che non può mai essere "parziale";
- "verità relativa", che può anche essere "parziale" (come nel mio esempio della bicicletta).
.
3)
Per rispondere a Iano, io non avevo affatto scritto che l'avverbio "''almeno'' deve essere interpretato"; avevo scritto, invece, che "tutto sta a come si interpreta l'avverbio "almeno"".
Il che è completamente diverso!
Il che è completamente diverso!
Intendevo dire, infatti, che se l'avverbio "''almeno'' viene interpretato in modo difforme dal suo significato letterale in lingua italiana (vedi Treccani), si cade facilmente in errore.
***
.
***
Un ringraziamento ed un cordiale saluto a tutti gli intervenuti!
***















