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Messaggi - green demetr

#1261
Tematiche Spirituali / Re: Io e Dio
16 Febbraio 2023, 16:06:59 PM
Citazione di: Kobayashi il 16 Febbraio 2023, 08:51:20 AMPenso che si tratti solo della fase iniziale, poi viene la consapevolezza di essere, come gli altri, "portatore" del divino.

In ottica cristiana Giovanni Vannucci scriveva: "Attesa da millenni, preannunciata da generazioni di ispirati, la Parola ha costruito la sua dimora in Cristo [...] , punto di comunione tra la luce divina e la densità terrestre, il ponte benedetto dell'incontro tra la materia e lo spirito".

L'emergere di questo "punto di comunione" io me lo immagino come una specie di processo straziante, viscerale, ma necessario (perché verso il suo compimento siamo richiamati da mille segnali), sempre sul punto di regredire.

"Attraverso il ponte che riunisce l'abisso divino all'abisso umano, la silenziosa ed operosa presenza della Parola giunge e si espande su tutta l'umanità. Dio è in noi, l'immenso mistero dimora nella carne umana".
"[...] Dio è in noi, non in pochi privilegiati, ma in ognuno. È in noi nonostante le bassezze, le opacità, le perversioni, gli istinti confusi della nostra natura".
"La più esigente necessità, dopo l'Incarnazione, è accoglierlo [...]. L'ignorarlo od il sopprimerlo è la causa delle più dure sofferenze".

E conclude Vannucci descrivendo come la consapevolezza di questa presenza renda i nostri affetti universali. L'affinità è ora rivolta verso il tutto, verso l'unità dell'umanità.

A mio parere però non è così ovvio questo processo verso l'universale. Non si può semplicemente riprendere la dedizione greca (e poi cristiana) al logos universale, le nostre esigenze di introspezione così finemente trattate dalla letteratura degli ultimi due secoli e studiate da psicoanalisi ed esistenzialismo non possono semplicemente essere messe da parte come materiale di scarto.
Voglio dire: questo tema, quello della mistica greca dell'Uno (che poi ha attraversato tutta la nostra cultura fino a Hegel), la quale parte dall'ascesa dell'eros individuale verso l'universale, l'eterno, un processo quindi alimentato dalla purificazione dal contingente psicologico, da ciò che è più soggettivo, è un tema problematico...
Penso che il tema della comunità che viene dalla sofferenza dell'umanità è il tema stesso della Bibbia.
Capire le bassezze a cui l'umanità giunge, comprese l'affibiazione della colpa a un Dio che chiaramente non esiste, delle colpe morali dell'uno verso l'altro.
Riprendendo un attimo le intuizioni che mi venivano dal Genesi, e poi dall'Esodo.
Il popolo che attraversa il deserto è il tema che anche Nietzche pone come preambolo a ogni futuro pensiero della comunità.
Il compito è la custodia delle LEGGI, ossia della Bibbia stessa in versione più allargata.
Quando si dice non avrai altro Dio che me, si DEVE intendere che non avrai altro scopo nella vita che ricordare quanto male l'uomo fa all'altro uomo.
E' l'esatto opposto di quanto ci è stato insegnato, e per cui rimaniamo in uno stato perennemente infantile, in cui vi è un Dio che perdona.
Il Dio biblico è da leggere esattamente al contrario.
E' un Dio che è metafora della colpa che ogni uomo porta verso un altro uomo solo per quell'infinito numero di nefandezze a cui egli sceglie di porre fondamento come sua esistenza, e di cui appunto la bibbia non è altro che un resoconto.
A questo resoconto vi si contrappone naturalmente un ethos, ossia appunto al comunità stessa.
La comunità che faccia a meno di DIO è la futura comunità della reciproca consapevolezza di quanto noi possiamo essere bestie.
Ciò che unisce è proprio questo dolore, questo dover far a meno del Dio (mistica), del papà (psicanalisi) e affrontare quell'abisso come Nietzche lo chiamava che è l'uomo.
Solo all'interno della comunità è pensabile la grandezza di un Kafka e di un Dostoevsky (probabilmente di un Proust, di un Musil che avevo appena iniziato a leggere).
Altri autori non mi vengono in mente.
Purtroppo questa penuria intellettuale mi fa solo capire come la strada sia lunga, lunghissima. E purtroppo i tempi caotici che si stanno per abbattare su di noi lasciano far intendere poca pochissima speranza per il futuro prossimo e anche remoto.

In questo caso sento le parole di BlueMax lontanissime e sbagliatissime.
L'altro che sprofonda non è Dio, è la sua negazione.

Se vi è qualcosa di divino dentro di noi, e io non lo penso affatto (il divino sta in uno spazio creato da uno sforzo del pensiero), allora comunque siamo chiamati ad uno sforzo di pensare intellettualmente ad uno spazio dove finalmente Dio si manifesti.L'etos è solo l'anticamera di ciò che è veramente importante, cosi come il deserto è propedeutico alle profezie, ai mondi spirituali che successivamente la tradizione ci ha consegnato in forma di libri.
Questo spazio è la comunità. Questi mondi sono la comunità.

In questo senso non sono d'accordo con te o bob o lo stesso Agamben, perchè lo spazio della rinuncia a me pare uno spazio impossibile.
Comunque può essere che manchi della sensibilità giusta.
In questo senso mi metto a lato della discussione.
Lavoro meglio in addizione che in sotrazione come il buon Carmelo Bene.
Siamo anime barocche.
#1262
Tematiche Filosofiche / Re: Realtà e Verità
16 Febbraio 2023, 15:33:55 PM
Citazione di: Alberto Knox il 16 Febbraio 2023, 15:22:48 PMma anche già dagli scettici antichi a  Cartesio,Hegel  fino a Wittgestein  , Cartesio per quanto riguarda il dubitare dei nostri sensi ma senza però voler dire che dal momento che possono esistere degli inganni, allora non è sempre scontato bruciarsi con il fuoco. Tuttavia noi costruiamo una conoscenza sulla base di una "realtà incontrata" e sulla base di questo il pericolo è quello di giungere alla conclusione che l interpretazione di fenomeni particolari sia la realtà propio come avviene nella matematica in cui conoscere che 7 +5 fa 12 equivale a costruire l addizzione 7+5 =12 .
Certo, kant è vero che ci invita a pensare che dietro l oggetto fenomenico x esista un oggetto neumenico Y (e qui appunto la trascendenza in kant per come lo capita) una cosa in sè e per noi inaccessibile , ma questo non toglie che la sfera dell essere (con le 12 categorie e tutti gli a priori del caso) coincide in larghissima misura con quella del conoscibile , e che il conoscibile equivalga essenzialmente al costruibile. All origine della fallacia dell "essere e sapere" c'è dunque un intreccio di argomenti.  Seguendo e radicalizzando kant , i costruzionisti confonderanno sempre l'ontologia con l epistemologia , quello che c'è ( e non dipende da schemi concettuali) e quello che sappiamo (e dipende da schemi concettuali). Le due cose , ovviamente non si equivalgono perchè il fatto di sapere che questa chiave mi apre la porta di casa (epistemologia) non mi permette di aprire la porta di casa nel caso in cui io abbia perso la chiave in questione (ontologia). L asserto di kant non avrebbe in realtà nulla di problematico, in quanto ci sono più circostanze in cui si può applicare senza nessuna difficoltà e appare ampiamente giustificato, basti pensare a quanto sia impossibile agire sensatamente nella ricerca scientifica o nelle dinamiche politiche o sociali se non si è muniti di concetti. Il problema è però che kant itendeva che fossero necessari concetti per avere una qualsiasi esperienza. é questo il mio disappunto principale, perchè dico questo? bhè non mi serve avere nessun cencetto per scivolare su una lastra di ghiaccio.
Ma figurati hai capito benissimo sia i pregi della coppia cartesio-kant che i difetti, quello di aver dato troppo importanza all'intelletto.
E' quello che Hegel poi criticherà di kant infatti.

Penso che però Hegel si riferisca più che alle scivolate sulle lastre di ghiaccio, all'esperienza del contatto con Dio o Uno o Assoluto o Negativo, come abbiamo già visto il nostro fa un pò di casino. ;)
#1263
Citazione di: daniele22 il 16 Febbraio 2023, 08:57:48 AM
Mi piacerebbe proprio conoscerlo questo Agamben e i suoi arbitrii.
L'uomo di sinistra seduto in parlamento, non quello della strada, dovrebbe chiarire le idee a se stesso. L'uomo della strada, giustamente, non vorrebbe e non dovrebbe occuparsi di tali faccende avendo altro a cui pensare. Ed è infatti per tale motivo che delega altri perché se ne occupino. Ma quelli che stanno in parlamento, nella migliore delle ipotesi, si occupano innanzitutto del benessere della loro bandiera confidando che tale benessere si estenda ai propri elettori.
La sinistra dovrebbe infine chiarirsi il motivo per cui non riesce più a contrastare la destra. Il motivo sta tutto dietro alla mancanza di identità che può recuperarsi a mio giudizio solo schierandosi apertamente contro il capitalismo, ovvero contro al fatto che non si può servire due padroni allo stesso tempo. Infatti, se anni fa è stato coniato da qualcuno il termine "buonismo", la realtà di questo aspetto disdicevole attribuito alla sinistra è dovuto al fatto che la sinistra pretende di solidalizzare con i più disperati usando le stesse tecniche che contribuiscono a renderli disperati. Risolvano dunque questa contraddizione prima di dire che sia risibile il senso della domanda sull'identità. Domani, voglia la buona sorte, ti rispondo sulla materia. Un saluto

Se vogliamo aprire un 3d su quale dovrebbe essere l'identitò di sinistra per me si può fare.
Se vogliamo dire che la sinistra ha una identità storica chiara e pura, io non ci sto.
La sinistra non ha mai fatto cose di sinistra. Questo è il punto.
Chi è antropologicamente l'uomo di sinistra, o meglio chi era?
Chi è che vota questi traditori della repubblica?
E' la gente che ho sempre frequentato....tante belle idee, ma nessuna conoscenza storica, tante belle idee ma nessun progetto credibile.
In un periodo storico dove la figura antropologica dell'uomo tout-court sta per essere cambiata da una manciata (ok poche migliaia di ricchi) di folli autocrati.
In un periodo storico dove la merce della democrazia non ha più alcuna senso...l'uomo di strada sta per finire nel tritacarne della medicina sgangherata che verrà.
Digital ID, Cure mediche obbligatorie, Eccesso di risparmio, Eccesso di consumi, Eccesso di acqua consumata...
L'uomo di strada va tranquillo a vedersi la sua partita ed è già oggi pronto a ubbidire.
L'intellettualità è una prostituta aberrante.
Ma qui sul forum (unico forum in italia) di che si parla? Si parla di gnoseologia e di vecchie antiquate ideologie.
Bah, meglio di niente eh  ;) meglio dei forum su facebook dove tra una cornicetta e un altra, tra un meme e una frase celebre estrapolata a casa, l'uomo di strada continua a ciabattare le sue verità.
Voler rispondere per tutta questa gente, e cioè proprio al loro posto, caro Daniele22 mi pare un atto di generosità estrema.
La storia non la sapevo, e ora che continuo a non saperla poi cosi tanto, per quel poco che ho imparato o meglio capito..ciò da vomitare per i prossimi anni a venire.

Si ecco appunto basta parlare di cose del passato, al massimo degli errori del passato. Parliamo del futuro.
Tu dici una sinistra anti-capitalista....mica intenderai come quella cinese, col suo credito sociale, l'id di massa, il blocco del conto corrente....

ah ma  non ti devi preoccupare...altro che 2030, è già ora a primavera 2023 (id digitale, moneta digitale...)
sono molto preoccupato che anche l'id medico gli verrà subito attaccato...caspita era appena finito un incubo...che sta arrivando quello vero! :D 8) ???

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
E, Montale
#1264
Tematiche Filosofiche / Re: Materialismo vs idealismo.
16 Febbraio 2023, 15:03:18 PM
Citazione di: daniele22 il 16 Febbraio 2023, 08:21:47 AM
Ero stanco ... Non è propriamente l'ebraismo, o religione giudaica, la causa di tutti i nostri mali ... dico solo che detta religione ha fatto "pezo tacon che sbrego". Ovviamente mi riferisco alla posizione arbitraria e addirittura fuorviante (la donna estratta dalla costola di Adamo mentre dovrebbe essere a rigor di logica il contrario) assunta nei confronti della donna rendendola responsabile principale della disobbedienza a Dio ... robe dell'altro mondo

La traduzione della Bibbia è quanto mai difficile impresa.
Per questo parlavo di ebraismo onirico, ossia una mia personale re-interpretazione delle parole della Bibbia rifelttendo e ragionando sui grandi commentari del pensiero ebraico.
Progetto che si è fermato drammaticamente.
Per fare un esempio, leggevo su alcuni forum italiani di comunità ebree, che adamo significa corazza d'oro....capiamo già da questo che qualcosa è andato storto nelle traduzioni che a loro volta hanno costruito tradizioni.
Molto difficile parlarne, se non in un contesto di visione fantastica.
#1265
Tematiche Filosofiche / Re: Materialismo vs idealismo.
16 Febbraio 2023, 14:58:15 PM
Citazione di: daniele22 il 15 Febbraio 2023, 22:09:02 PM
Brevemente Green, sono un po' stanco e senz'altro rimanderò le risposte sull'altro fronte. Non ti ho fatto critiche Green, ti ho dato solo ragione e poi ho aggiunto una puntualizzazione.
Il sostantivo si riferisce a qualcosa. Nei confronti di certe cose noi sviluppiamo delle affettività positive/negative che spesso nascondiamo, soprattutto quelle negative. Nel sostantivo, che è il protagonista nel discorso e nel discorso può essere parte centrale di una contesa, possono focalizzarsi delle forti polarizzazioni determinate dalle affettività nei confronti di quello che il sostantivo indica nella realtà, siano esse ideologie, fedi di vario genere e oggetti materiali; quando parli di chiarezza nella premessa, ebbene questa premessa è retta da una affettività.
Non so cosa sia l'ebraismo onirico.
Se per cristianesimo intendi le chiese sono senz'altro d'accordo. Se parli della figura di Cristo forse bisognerebbe spiegarci un po'. Un saluto

Ps: Modifica. L'ebraismo è una delle cause di tutti i nostri mali, non il cristianesimo

Sulla questione dell'affezione che precede il giudizio, persino quello critico, con me sfondi una porta aperta.
Per me l'affezione proviene da Dio. (a meno che tu stai parlando della moda introdotta dalla macelleria intellettuale della propaganda americana: i bias e amenità varie a scendere).
Su questo potremmo aprire centinaia di thread...purtroppo non riesco a uscire da un ventennio di indolenza e non riesco a lavorare, mettici il crollo politico-morale-etico-giuridico, e il futuro di controllo militare totale, che ho la testa lievemente pesante.
Per certi argomenti serve l'otium romano, serve la leggerezza necessaria.
La figura del Cristo, se letta in chiave gnostica, non una gnostica nichilista come quella che viene portata avanti dalle elite (che magari sono in prevalenza famiglie ebraiche, che portano avanti un certo tipo di ebraismo gnostico, non dovrebbe dare adito a fenomeni come quello dell'antiebraismo GENERALE che continua a sussitere a livello globale, e che mai capirò) a me affascina, ma poi appena prima della covidemia mi ero deciso a seguire la vecchia religione.
Dare colpa poi all'ebraismo storico è ridicolo, è stato spazzato via insieme a tante altre religioni da ROMA e dal loro alleato storico il cristianesimo, ovviamente della chiesa, che mi pare parte integrante del discorso cristiano.
#1266
Tematiche Filosofiche / Re: Materialismo vs idealismo.
16 Febbraio 2023, 14:44:08 PM
Citazione di: Ipazia il 15 Febbraio 2023, 21:28:27 PMNo, è un dato di storia della filosofia il rovesciamento dell'idealismo dialettico in dialettica materialistica, coi piedi per terra ed una filosofia della prassi dai risvolti anche metafisici.

La scolastica ha avuto molte sfaccettature e correnti e la questione res è stata al centro delle sue dispute. Cartesio la risolve analiticamente, certo per la sua testolina matematica, ma senza Cartesio neppure Kant, con le sue ultranalitiche categorie.

Non c'entra con i fondamenti del materialismo filosofico e con il realismo fondato sull'immanenza. L'etica è discorso che va oltre, e gli incubi a cielo aperto hanno molteplici paternità, tutte rintracciabili da un'analisi materialistica della storia, pur in assenza di ricette salvavita. Cosa che non sa fare una concezione idealistica della storia, che si limita a ricette alla Dulcamara.

Si siamo d'accordo, ma non chiamiamolo materialismo allora, chiamiamolo storicismo, chiamiamola politica di matrice storicista etc...
La vulgata dell'idealismo hegeliano storicista, a me non torna, e non è mai tornata.
Mettiamo che sia vera, mettiamo che da qualche parte Hegel compia un errore importante, allora non sarei MAI d'accordo con lui. Le ricette di Dulcamara le lascio anch'io volentieri alle anime belle.
Su questo concordiamo nonostante le premesse diverse.
#1267
Tematiche Filosofiche / Re: Realtà e Verità
16 Febbraio 2023, 14:36:16 PM
Citazione di: Alberto Knox il 15 Febbraio 2023, 21:17:27 PMcon trascendenza non mi riferisco a visioni mariane e visioni ultraterrene ovviamente. La trascendenza è l'autonomia del mondo rispetto agli schemi concettuali e gli apparati percettivi , la sua trascendenza rispetto al pensiero.
Penso a un mondo interno e a un mondo esterno, il mondo interno sono le categorie con i quali strutturiamo il sapere , gli schemi concettuali " sulla luna ci sono montagne alte 4000 metri" davvero potremmo dire che sulla luna ci sono montagne se non possedessimo i concetti o le parole "montagna" , "luna" ecc? . La realtà possiede un nesso strutturale ( e strutturato) che non solo è indipendente dagli schemi concettuali ma li precede. Propio per questo il concetto di "mondo esterno" va inteso primariamente come esterno ai nostri schemi e ai nostri apparati percettivi. Un tale mondo esiste altrimenti ogni nostro sapere sarebbe indistinguibile da un sogno.
Posso anche essere totalmente a digiuno di ogni sapere ma il fuoco continuerà a bruciare , il sole ad accecare e la ciabatta a starsene lì sul tappeto. Considerando l'indipendenza della realtà rispetto al sapere concettuale si smaschera la fallacia dell "essere/sapere"  di matrice ermeneutica o kantina  che ritiene , invece, che anche il fatto che sulla luna si trovino montagne alte 4000 metri non sia indipendente dai nostri schemi concettuali o anche solo dalle parole che usiamo. Questa posizione filosofica ritiene insomma che parti più o meno grandi della realtà siano costruite dai nostri schemi concettuali e dai nostri apparati percettivi.
In realtà siamo sulla stessa posizione, anche io non credo che la realtà sia compresa dal nostro intelletto.
Ossia non esiste una adequazione dell'oggetto all'intelletto, ma una adeguazione dell'intelletto alla cosa.
Nel primo caso siamo nel nominalismo aristotelico-tommasiano-kantiano (che anch'io critico)
Nel secondo caso siamo a Dun Scoto e Heidegger.
PS.
anche se questo non c'entra niente con la trascendenza, ma con la gnoseologia. ma l'importante è capirsi.
#1268
Tematiche Filosofiche / Re: Edonismo unica via?
16 Febbraio 2023, 14:28:43 PM
Citazione di: Ipazia il 16 Febbraio 2023, 09:20:28 AMQuesto è l'argomento, la pars costruens, tutt'altro che contraddittoria. L'oltreuomo ha che fare con una morale "oggettiva", con una nuova metafisica, e col superamento di "sgangherati culti di un fantomatico "Dio de Niente"". Così come Marx attua un rovesciamento epistemologico ed etico dell'idealismo hegeliano nei grandi eventi storici, Nietzsche rovescia le fasi dell'estremo idealismo etico di Kierkegaard, passando dal religioso, all'etico, all'estetico.

Livello estetico che non va confuso con un disperato culto anestetico del piacere, ma posto nell'ambito dell'ethos umano, contrassegnato dalla contraddizione tra bene e male (eros e thanatos sintetizzando molto) che ho sopra postato. Ethos, dalla cui matericità biologica autocosciente emerge la domanda di senso rivolta all'unico spirito che può rispondere, lo spirito della terra (Erdgeist) con le sue implacabili leggi naturali. Tanto spazio per nuove metafisiche che sappiano giocare a proprio vantaggio queste leggi (livello etico), nell'oltreumanesimo non privo, come ogni avventura antropologica, di inganni, pericoli e sentieri interrotti.
Quest'ultima elaborazione sembra un elogio del transumanesimo.
Io quando penso allo spirito della terra, penso allo spirito e non alla terra.
Potrei quasi dire che è uno spirito che aleggia sulla terra, esattamente come la tempesta che solca le acque del Bereshit.
#1269
Tematiche Filosofiche / Re: Edonismo unica via?
16 Febbraio 2023, 14:22:38 PM
Citazione di: Phil il 15 Febbraio 2023, 16:57:37 PMIl "mondo oltre il mondo" è a suo modo una realtà, ma non tutte le realtà sono ontologiche, così come non tutte le visioni hanno un contenuto reale. Parimenti la libido c'è (e non rientra nella metafisica), ma non sempre l'oggetto cui tende è ontologicamente reale.
Se (de)pensiamo il nichilismo come uno sgangherato culto di un fantomatico "Dio del niente" o come riduzione di ogni concetto a niente o come distruzione capricciosa da sovversivo adolescenziale, allora è comprensibile che diventi uno spauracchio buono solo per goffe parodie, e non una fase prodromica agli sviluppi del pensiero contemporaneo, che è «post-metafisico» per chi ha metabolizzato il nichilismo, ma «nichilista» per chi è rimasto arroccato al di qua del nichilismo, sotto l'egida della metafisica e del suo "secondo mondo".
Non mi ritengo nichilista in alcuna maniera, altrimenti non leggerei Niezche.
Tu parli di ontologia, ma l'ontologia è la scienza che lega gli enti.
Mentra la metafisica si occupa dell'essere, e delle sue manifestazioni che sono totalmente astratte.
La libido è una astrazione, considerarla un ente è l'errore permanente dello scientismo da Pinel ai maghi dell' IA.
Non ho parlato di un Dio del niente, ma del fare di Dio un niente.
Il nichilismo metabolizzato dal positivismo, è semplicemente la manifestazione più evidente del nichilismo in atto.
Prendo atto dell'ennesimo punto in cui siamo agli antipodi.
#1270
Tematiche Filosofiche / Re: Edonismo unica via?
15 Febbraio 2023, 16:24:15 PM
Citazione di: Phil il 15 Febbraio 2023, 15:55:54 PMSe si è insabbiati dentro la domanda/esigenza di senso, significa che si è amanti passionali della metafisica, quindi il nichilismo è una sfida tutta ancora da affrontare, da esorcizzare, da evitare o altro (magari nella convinzione che ciò sia "superarlo"). Interrogare la neurologia sul senso è un gesto "sensato" solo per la metafisica che vuole "vincere facile", come quel farmacista che chiede al cuoco se le sue pietanze guariscano malattie (v. il "malessere metafisico"). Andare a caccia di "sensi" oltre il mondo è pulsione tipica per, come li definì qualcuno, «quegli stregoni alla rovescia i quali, invece di creare il mondo dal nulla, del mondo fanno un nulla».
Il mondo oltre il mondo è una realtà, il fatto che il tuo edonismo mischiato con il tuo nichilismo, o a voler essere gentili, con il nichilismo del mondo, non ti permetta di vederlo è affare degli animali di questo tempo storico che continuano a chiamare Dio un niente.
Peccato perchè la libido freudiana mi pare materia di pensiero assai feconda, anche per chi vuole proprio fare voto di distruzione e auto-distruzione, e in questo caso non mi sto riferendo a te, ma al tempo storico odierno del popolo equino.
E per inciso la libido non è un niente, almeno quella dovrebbe essere una spinta talmente forte che è impossibile negarla.
Chiamasi evidenza.
#1271
Tematiche Filosofiche / Re: Materialismo vs idealismo.
15 Febbraio 2023, 16:16:37 PM
Citazione di: Ipazia il 15 Febbraio 2023, 14:46:07 PMLa distinzione tra res cogitans e res extensa è figlia legittima della scolastica medioevale che a sua volta si fonda sul razionalismo aristotelico.

Il materialismo filo-sofico ha oltrpassato questa fase, appoggiandosi all'estrema sintesi dell'idealismo, ovvero la dialettica hegeliana, rimettendo l'episteme filosofica coi piedi per terra, nell'immanenza.

La quale, attraverso l'autocoscienza della "materia", trascende se stessa oltre i limiti del determinismo naturale, inventando aree di creazionismo intelligente, fondato tutto nella realtà immanente e sulle leggi naturali via via disvelate. (un reverente pensiero a Spinoza, giustamente espunto dall'ebraismo).

A questo punto materialismo coincide con realismo, e la res torna unita nella sostanza e articolata nella funzione. Natura sive Deus. Se proprio ne abbiamo bisogno. Oppure: Natura, e basta. Con tutto il metafisico/trascendentale del caso.
Ti consiglio di andare a rileggere il 3d su Hegel, Hegel non mette la realtà sulla terra bensì nel cielo della metafisica.
Che poi Marx abbia capito che il cielo della metafisica sia sulla terra, è un problema tutto suo.
Figuriamoci il materialismo storico che nell'attesa del messia che scenda giù dal cielo ha dato vita al peggio del peggio che il socialismo abbia mai testimoniato, prima ovviamente che la Cina progetasse i futuri progrom dell'umanità.
La distinzione tra res cogitans e res extensa è l'eredità che Cartesio ha capito nella sua testolina matematica da animale da numeri.Direi di passare oltre ed arrivare subito a Kant.
La scolastica credo sia proprio altra cosa, sopratutto nella distinzione tra nominalismo e realismo. E per inciso io sono un realista alla Duns Scoto.
Se vogliamo fare un discorso storico direi di lasciar perdere le promesse mai mantenute del socialismo e vedere quello che è al giorno d'oggi: un incubo a cielo aperto. Direi che questa è la terra, non la "tua" a cui francamente non capisco come tu possa credere.
#1272
Tematiche Filosofiche / Re: Materialismo vs idealismo.
15 Febbraio 2023, 16:06:02 PM
Citazione di: daniele22 il 15 Febbraio 2023, 10:37:22 AM
Giusto Green, Io sì però, o almeno la mia premessa l'ho dichiarata da molto tempo. Se poi questa fosse falsa in quanto diabolicamente progettata a fini maligni dubito che te ne accorgeresti fino a quando io sveli l'inganno ... e sarebbe forse per te troppo tardi. La tua unica possibilità quindi consiste nel distruggere la mia premessa, o almeno di dire la tua che a me non è molto chiara. A suo tempo ti additai come un ebreo; il dubbio è in parte rimasto, magari un ebreo ateo qualora possano esistere. Comunque, un saluto davanti ad un bicchiere con un cin

Non ho capito minimamente nè il tuo discorso sul sostantivo, nè quale sia la critica che mi porti.
Più che dirti che non sono un ebreo non so che dirti.
Più che dirti che mi interessa un ebraismo onirico non so che dirti.
Se ti dà fastidio che indichi il cristianesimo come la causa di tutti i mali, non so che farci, la storia parla da sè.
#1273
Tematiche Filosofiche / Re: Materialismo vs idealismo.
15 Febbraio 2023, 15:57:20 PM
Citazione di: iano il 15 Febbraio 2023, 14:11:28 PMIl punto centrale secondo me è che, più che non esporre le premesse per fretta, non ne abbiamo consapevolezza, consapevolezza che quando arriva grazie al dialogo, sgonfia ogni apparente irriducibilità, e queste premesse ignote a chi ''le fà'' si rivelano poi sempre come metafisiche.
Per cui non c'è da preoccuparsi di andare in direzione metafisica, perchè non possiamo fare a meno di andarci, e quando sveliamo queste ipotesi, non stiamo facendo altro che sostituirle con altre ignote.
Possiamo superare l'opposizione fra materialismo e idealismo, ma solo per trovarci con opposizioni diverse ,ma simili nella sostanza.
Perchè dovremmo farlo allora?
Dobbiamo farlo se pensiamo che avere una visione del mondo sia per noi essenziale, e se inoltre pensiamo che, non essendo univoca, abbisogni di essere aggiornata.
Cosi' magari possiamo iniziare questo lavoro a partire dalla constatazione che se il materialismo è fondato sulla ''cosa estesa'', se poi acquisiamo consapevolezza che i suoi confini non sono così ben definibili, allora forse il materialismo si basa a sua volta su qualcosa di sfuggente e metafisico, al pari dell'idealismo.
La differenza alla fine sta nel diverso grado di ''sfuggevolezza''.
L'opposizione fra materialismo e idealismo si fondava ,immagino, sul fatto che se una idea non sembra avere un confine, la materia invece si, ma nessuno dei due in effetti ha un confine perfettamente precisabile.
Il materialismo, facendo un ragionamento ardito che solo un ignorante in materia come me può permettersi (voi non fatelo), è figlio illegittimo di Platone,
perchè solo se esistono confini perfetti, seppure in un iperuranio, siamo autorizzati a parlare di ''cosa estesa'' seppur dai confini imperfetti.
Ma col senno di poi, questi confini più che imperfetti dovrebbero risultarci imprecisabili, o, il che è lo stesso, possono essere definiti da una figura platonica scelta a caso, o ancor meglio secondo contingente convenienza teorica.
I fisici le chiamano ipotesi ad hoc, che però quando funzionano si materializzano, ma non si materializzano più come faceva la buona vecchia materia, come res estensa.
Il discorso mio è centrato sull'evidenza, perchè quando capisci l'origine di una evidenza hai smascherato la metafisica sottostante. Ma non si tratta di una campagna contro la metafisica, e anzi tutto il contrario, perchè si tratta di comprenderne  l'importanza per rinnovarne l'efficacia, rendendola attivamente attuale, adeguata ai tempi.
Vorrei così inaugurare un ''relativismo metafisico''?
Perchè no?

Perchè il fine dell'idealismo tedesco non è affatto il relativismo, ma di indicare che la mela è una mela, non sempre e comunque ma nel qui e ora.
Inoltre benchè la fisica del molto grande e del molto piccolo siano incommensurabili, non mi pare proprio che la Scienza si sia mai professata relativista.
A me le mezze frasi mi sono sospette.
#1274
Tematiche Filosofiche / Re: Vita, nascita e morte
15 Febbraio 2023, 03:52:10 AM
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 08 Febbraio 2023, 18:19:11 PMBuonasera, spesso mi capita di leggere qua e là della morte in contrapposizione alla vita, mentre la morte dovrebbe essere contrapposta alla nascita: muore unicamente ciò che nasce. O sbaglio?

Sbagli nel senso che non è tanto la morte come evento finale del corpo organico, ma l'idea della morte che si contrappone all'idea della vita.
E' una questione inerente la psicologia con cui si affronta la vita stessa, che sia organica o spirituale in questo caso poco conta.
#1275
Tematiche Filosofiche / Re: Edonismo unica via?
15 Febbraio 2023, 03:40:38 AM
Citazione di: Phil il 10 Febbraio 2023, 16:43:47 PML'utopia di un «sistema morale oggettivo» è tanto attuale quanto lo è la matafisica: "antiquariato" direbbe forse Nietzsche, nel senso che sussiste ancora ma ha perso la sua utilità originaria, trasfigurando il proprio valore in valore perlopiù estetico, piuttosto che funzionale (raramente si compra un oggetto di antiquariato per usarlo con il suo scopo originario, proprio perché vale più ora di quanto valesse all'epoca della sua "normale" presenza). Difficile (ma non impossibile) credere ancora di poter trovare la "pietra filosofale dell'etica" (o è già nei testi sacri, per cui "a ciascuno il suo", oppure dubito la troveremo indagando il cosmo fisico); ancor più difficile negare il contestualismo delle varie morali, ora che possiamo facilmente attingere alle differenti culture e storie dei popoli.
Per elaborare fino in fondo il lutto della metafisica si può anche partire da Nietzsche, tuttavia, come osservato da Jacopus, ancorarsi troppo a quell'autore (come a qualunque altro del millennio scorso, sia esso Marx o Kant o altri) significa restare comunque anacronistici e inattuali, seppur non in tutto (i grandi filosofi hanno l'ombra lunga, tuttavia se si sceglie di restare nella loro ombra ci si autolimita, e proprio lo stesso Nietzsche credo sconsigli di farlo).
Di vie da seguire ne esistono "oggettivamente" molte; quella che manca è l'unica Via da seguire predicata da assolutismi ormai desueti. Ciò rende ancora più interessante la questione di quale via seguire, proprio in assenza di ricompense o punizioni divine. La scelta non è mai neutra e, come ricordato da Jacopus, è inevitabilmente una questione di imprinting sociale, neuroplasticità, contingenze, etc.
Ribadisco la mia perplessità riguardo al "brancolare": è una reazione comprensibile nel momento in cui ci si accorge che il cielo non è pieno di dei, che non c'è oggettività nella metafisica, ma il nichilismo non è più qualcosa a cui «reagire», essendo stato metabolizzato e rimuginato per tutto il novecento, al punto che ora è altrettanto inattuale che la metafisica (salvo nostalgie "antiquarie"). Se non ci si accontenta del disincanto circa l'immanenza delle leggi umane, ma si pensa di dover/poter "reagire con disincanto al nichilismo", quasi a colmare lo spazio che il nichilismo ha rivelato vuoto (o quantomeno debolmente occupato), allora si olia nuovamente la ruota autoreferenziale dell'incanto oltre il mondo (meta-fisico), rinnovando la perduta "sacralità" della ricerca di quel «senso profondo» (nostalgia dell'impossibile) che certamente non è irrelato al piacere, ma forse sovraccarica semanticamente quest'ultimo, oltre la sua immanente radice terrena (neurologica, etc.).
Forse che la neurologia può dare una risposta di senso? e se sì, sarebbe di nuovo metafisica (e della peggiore). Ma lo sappiamo, tu per edonismo ti fermi prima.