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Messaggi - Duc in altum!

#1276
Tematiche Spirituali / Re:Considerazioni sulla Fede
08 Settembre 2016, 07:20:51 AM
**  scritto da acquario69:
Citazione...e pensare che persino il papa attuale ha detto:
"chi sono io per poter giudicare?"
...e questo non sarebbe (sterile) sentimentalismo?!..percio pure un chiaro incitamento al caos.
(Solo per chiarire, senza voler giudicare nessuno)

No, Papa Francesco ha detto: "...chi sono io per poter giudicare una persona che cerca il Signore e ha buona volontà?!?!..." - quindi automaticamente, chi non cerca il Signore con buona volontà è più che giudicabile da parte di chi serve umilmente e sinceramente il Signore.
Infatti in un altro momento Papa Francesco sostiene:
«Davanti a Dio siamo tutti peccatori e bisognosi di perdono. Tutti! Gesù infatti ci ha detto di non giudicare. La correzione fraterna è un aspetto dell'amore e ...della comunione che devono regnare nella comunità cristiana, è un servizio reciproco che possiamo e dobbiamo renderci gli uni gli altri. Ma correggere il fratello è un servizio ed è possibile ed efficace solo se ciascuno si riconosce peccatore e bisognoso del perdono del Signore. La stessa coscienza che mi fa riconoscere lo sbaglio dell'altro, prima ancora mi ricorda che io stesso ho sbagliato e sbaglio tante volte».
Papa Francesco all'Angelus
Ricordiamoci che Gesù è morto proprio per testimoniare che non si può fare tutto quel che ci pare e piace, è il Vangelo a dettare la dottrina e il redarguire per la salvezza dell'anima.
#1277
Tematiche Spirituali / Re:Ma Dio...è buono o cattivo?
07 Settembre 2016, 11:48:04 AM
**  scritto da Sariputra:
CitazioneSono molto dubbioso che la fede possa reggersi sul sentimento, sulla sensazione del sentirsi "connessi" a Dio. Questa sensazione, come tutte le sensazioni e sentimenti, è mutevole e si rischia , al suo svanire, di trovarsi in preda all'angoscia , del sentirsi vuoti e privi di quella fede che ci dava tanta gioia e speranza. Una fede senza il supporto della ragione è più simile ad un uomo infatuato di una bellissima donna e che scambia questa passione per vero amore .  In più l'inganno della mente è sempre in agguato. Noi finiamo sempre per credere in quello in cui vogliamo credere. La fede si alimenta della volontà di aver fede, nonostante tutto e nonostante il dubbio della ragione.


Stamattina mentre ero a Messa, al momento di ricevere la "comunione"(come tutte le mattine per grazia ricevuta), ossia, quando sono ritornato alla mia panca con l'Eucaristia nella mia bocca, mentre incominciava a disgregarsi sulla mia lingua, intanto che ero lì in ginocchio come sempre tutto raccolto, il mio pensiero, invece di focalizzarsi sulle mie consuete orazioni e meditazioni, è stato illuminato da un'intuizione inaspettata, improvvisa, che mi diceva: "...dai prova a spiegarti razionalmente che diamine hai ingerito?..." - "...fai come se adesso dovessi esporre con logica a te stesso - o agli amici del @Forum - che quel Dio di cui tu hai fede è nel tuo palato..." - "...come puoi far credere che in questo cerchietto di pane vi sia contenuta tutta la potenza divina che ha creato l'universo e l'amore?!..." - "...dai, sforzati, perdinci sei senza parole, delucidati con un esempio razionale che non solo Dio è in corpo, sangue, anima e divinità dentro di te, ma che, contro ogni legge fisica universale conosciuta, e contro il principio di scissione dell'atomo, è presente con la stessa potenza salvifica- e in ognuna delle particole distribuite ogni giorno in tutto il mondo, nella stessa maniera, incluso nelle briciole sminuzzate, anche quelle poco visibili all'occhio umano che cadono nella patena - e con la stessa eternità dello Spirito Santo, in ognuno dei fedeli a te vicini !..." -

Non ho incontrato parole razionali, in quel determinato momento, che potessero spiegarmi logicamente quel che stavo vivendo, ho semplicemente portato le mani giunte alla faccia e con maggiore partecipazione ho ricordato che la fede è la prova di quel che non si vede, e subito lo stupore di quella rara inquietudine, io che uno stinco di santo non sono, si è trasformata in gioia, in una meravigliosa gioia di sentirmi consapevole di essere amato, e con ulteriore fede, conferitami dal gustare con maggior consapevolezza quel grano e acqua consacrati nella mia bocca, ho avvertito che la logica di quel rito era corrispondere con amore sincero e vero all'amore ricevuto in precedenza. Ed ho sorriso in lacrime e con una pace sconosciuta al crocifisso eretto glorioso sull'altare, mentre il sacerdote intonava: "...Mistero della fede...", che non dovrebbe essere interpretato come ciò che per il momento rimane ancora oscuro dei contenuti della fede, ma come presupposto e fondamento di ogni relazione con Dio: la sua esistenza e la sua azione di salvezza: "...Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta..."
La fede è anche percezione certa, più che sicura, della "connessione" a Dio, quando la fede è rendersi responsabili all'amore che Dio nutre per noi.
#1278
Tematiche Spirituali / Re:Considerazioni sulla Fede
07 Settembre 2016, 10:21:19 AM
La fede è in tutto ciò che noi facciamo, è la manifestazione del nostro essere personale interno espresso attraverso la corteccia corporea.
La questione è che noi impieghiamo la fede sin dalla tenera età, ripeto: in ogni circostanza, senza riflettere sulla sua origine, come se ci fosse dovuta, utilizzandola come se fosse un organo qualsiasi, come un'abitudine istintiva: tipo andare al bagno più volte al giorno. E solo quando ci rendiamo conto che forse un merito ontologico non è (se non il solo suo uso), o che, forse, non è lì per caso, che la sua imponente potenzialità sul senso dell'esistenza ci travolge.

Fede è credere di terminare gli studi e poter poi lavorare con passione, per poi restare invalido il giorno dopo della laurea; fede è decidere che vagabondare per il globo sia l'unica cosa che davvero sviluppi positivamente l'uomo, per poi darti all'alcool dopo aver scoperto di avere 7 figli orfani sparsi per il mondo; fede è scrivere una lettera o un sms ad una ragazza che non ti fila, per poi sposarla a 50 anni dopo che ha divorziato dal tuo migliore amico; fede è bramare che il Napoli vinca lo scudetto anche senza Higuain (ricordo che sono napoletano, anche se vivo all'estero), per poi osservare per l'ennesima volta lo J-Stadium festeggiare; fede è ritenere che l'onestà ripaga, per poi ritrovarti a votare un partito perché ti raccomandi.

Sono tante le considerazioni sulla fede, io preferisco associarmi a quella ben interpretata da don Cuba, prete caro ai fiorentini, in cui il sacerdote diceva: Dio mi ama e tutto quello che mi capita è il meglio per me.
Solo con la fede in Dio la speranza del laureato, dell'alcolista, dell'innamorato, del tifoso, del virtuoso, prende vigore nell'accezione che tutto ha un senso, anche la sconfitta e il fallimento, e non che le circostanze debbano per forza dare dei frutti.
#1279
Tematiche Spirituali / Re:Ma Dio...è buono o cattivo?
06 Settembre 2016, 11:25:39 AM
**  scritto da Sariputra:
CitazioneNessun giudizio deve tentarsi su Dio, solo accettare supinamente e con devozione il suo inspiegabile agire, anche quando questo sembra cozzare con la ragione e la logica. Ossia viene ad anteporsi il credere al capire. Se credi puoi capire, ma non puoi capire per poter poi credere. Però il credere senza poter capire ha un reale significato? Si può veramente sopprimere il perché che nasce spontaneamente nel cuore?
[Hola Sariputra]

Il perché è sinonimo di dubbio, ed è il dubbio che alimenta la nostra fede, ossia, è dal dubbio che infine poi dobbiamo obbligatoriamente dare una risposta al perché, soprattutto (visto che dopo le missioni cattoliche per gli eschimesi nessuno può più dire: "io non lo sapevo o non ne avevo sentito parlare"!) a quei perché che riguardano Gesù, suo Padre e la potenza divina d'amore, alias: Spirito Santo.

Giudicare Dio, da parte degli uomini, è all'ordine del giorno, ma questo dovrebbe far riflettere, più dell'essere buono o cattivo, che allora Dio esiste, e se esiste quale dei tanti sul mercato non è quello contraffatto, qual è quello vero?
Quindi suggerisco la lettura di Giobbe, ed eventuali esegesi su quel libro, in particolare perché Giobbe è un personaggio mai esistito, ma passa dal suo giudicare Dio, alla fede in Dio per corrispondere al suo amore.

Per quel che riguarda l'accettare passivamente l'inspiegabile agire del Creatore è bene ricordare che molte volte, anzi spesso, da adolescenti ci rifiutiamo di accogliere, servilmente, consigli o esempi da parte di chi ci vuol bene (e bene davvero!), per poi giungere, in età avanzata o adulta, a riconoscere che sarebbe stato cosa buona e giusta accettare supinamente, per il nostro bene, quegli enigmatici ammonimenti.

Anche Gesù, ad un certo punto, non comprese bene la volontà del Padre di far decedere Dio giusto, perfetto e misericordioso, per mano dell'uomo caduco, falso ed egoista: "...In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra..." (Lc 22,44).
Ebbe un perché? Eppure compì ed eseguì il volere misterioso divino per fede, fede che poi gl'illuminò la ragione, e da cui Sant'Agostino trasse: "Nisi credideritis, non intelligetis"!, "Se non credete, non capirete"!
Ebbene sì, per incontrare in noi la verità evangelica (e quindi biblica, incluse le metafore della Genesi) bisogna anteporre il credere al capire (così come, alla fin fine, si ama il prossimo, o il consorte, o il nemico, cozzando con logica e ragione!)
E' il mistero trascendentale che illumina la ragione umana, e mai il contrario... credo io questo?


Dunque i perché non si esauriranno mai dal cuore dell'uomo (anche se con la fede si riducono, rendendosi poveri di perplessità, trasformandosi in azione decisiva), forse ne incontreremo di nuovi e più suggestivi anche dopo la morte terrestre, ma, secondo me, è proprio il viverli secondo fede, più che incocciare a spiegarli ad ogni costo, uno dei fattori che rendono speciale e meravigliosa la nostra permanenza in questo mondo.
#1280
**  scritto da davintro:
CitazioneA questo punto andrebbe fatta una distinzione fondamentale. Si parla della paura della nostra morte e della morte degli altri?
Della paura personale, il riferimento al decesso del mio amico era solo uno spunto di riflessione che non esiste morte prematura, tranne che nel suicidio.


CitazioneNel primo caso, dal punto di vista dell'Io non avrebbe senso parlare di una paura della "morte in sè", ma di ciò che ci sarebbe eventualmente dopo cioè il Nulla (credo che anche l'inferno al di là delle varie letterarie rappresentazioni figurative, le fiamme, il diavolo con le corna e il forcone, sia identificabile teologicamente con questo Nulla, la dimensione di annicchilimento nel quale la persona perde il contatto con l'Essere perchè si è definitivamente allontanato dalla sorgente dell'Essere e fondamento del suo esistere, Dio). Quindi riferendosi a se stesso l'Io sarebbe certamente sollevato da ogni timore nella misura in cui crede che giungerà ad un'eterna e paradisiaca beatitudine.
Esatto, la paura della morte in sé è più facile da sconfiggere, dacché essa è un fattore inevitabile dell'uomo, come il mangiare, il dormire, ecc. ecc., ci si abitua un po' all'idea. La cosa si complica quando si riflette sul cosa c'è dopo la morte, e se c'è qualcosa dopo essere morti.
Certamente, dal punto di vista cristiano il nulla non è l'inferno, il nulla non concede alla coscienza di continuare ad esistere, l'inferno invece sì. Il nulla non concerne un merito particolare alle gesta personali in vita, l'inferno sì. Forse è questa eventualità che infonde paura.
#1281
**  scritto da vrdeidea:
CitazioneQuindi, mentre il cristianesimo in quelle terre si era affermato senza violenze, l'Islam si è sempre affermato con la forza degli eserciti dal 7°secolo, per più di dieci secoli...
Da tempo sostengo che se la religione islamica concedesse la libertà di scelta di culto ai propri fedeli (così come lo tollerano le altre professioni di fede), cesserebbe d'esistere nel tempo di tre generazioni.
#1282
**  scritto da davintro:
CitazioneLa morte, intesa come andare nel Nulla, è l'interruzione di ogni possibilità di adeguamento dell'essere reale al "dover essere" ideale. In nome di tale condizione umana ontologica, ogni morte è prematura, o meglio ogni morte non può che essere percepita come prematura.
Ecco perché in tanti non intendiamo la morte come andare nel Nulla, ma quale esperienza ontologica per far parte, definitivamente e per sempre, del Tutto.
Solo allora la morte diventa il valore attraverso il quale si distingue il dover essere, reale ed ideale, se stessi. Dimensione (l'essere se stessi) che annulla la facoltà di avere paura di morire, giacché la morte (ossia l'interruzione di ogni possibilità di adeguarsi al Tutto) non fa parte del Tutto.

Anni fa mi struggevo nel cercare il perché un mio amico fosse morte prematuramente ed invece io avevo avuto un'altra possibilità, poi un giorno, confessando questa mia inquietudine, qualcuno mi disse: "...e come puoi essere certo che il tuo amico non abbia avuto già un'altra possibilità?!?!...".
Da allora avverto, intuitivamente, per fede, che non è morto invano e neanche prematuramente.
#1283
**  scritto da Aniel:
CitazioneBuon giorno a tutti, abbiamo cosi' paura della morte perche' non la conosciamo, ci sono stati dati molti insegnamenti ma non abbiamo nessun tipo di esperienza al riguardo, se non nelle vite passate.
Beh, più che esperienza empirica, quella delle "esistenze" passate è possibile considerarla soltanto come ragione di fede, dunque la paura della morte, anche in questo caso, svanisce o diminuisce per fiducia in una dimensione trascendentale enigmatica, forse anche eterna.


CitazioneGli insegnamenti dicono che solo cosi' puoi vincere la morte, perche' se la morte e' trasformazione, a questo punto non hai piu' niente in cui trasformarti,ed essendo in pace non hai piu' paura. Hai vinto te stesso e hai vinto la morte, sei gia' morto a te stesso prima di morire!!!
Questo insegna il Buddhismo e infondo anche il Cristianesimo nella sua essenza. Cristo dice: 'Io e il Padre siamo UNO' .

Secondo il cristianesimo la morte non è qualcosa che si può vincere, giacché è Cristo/Dio che l'ha sconfitta e non l'uomo. Ciò che però può renderci partecipi, "coeredi", di questo evento glorioso, è solo la rinascita in vita (unica poiché sottoposta a giudizio divino), smettendo di opporci allo Spirito Santo che agisce in tutti ed in tutto.
Ulteriore differenza tra buddhismo e cristianesimo è nella trasformazione ultima, il cristianesimo non concede metodi per chiudere l'utero (è ciò che ricordo da quel che ho letto nel Libro dei Morti Tibetano, non ce l'ho fatta a finirlo, troppi passaggi, troppi marchingegni da provocare od evitare, troppo difficile, adesso, per me ) ed evitare di reincarnarsi. Con la morte, paura o meno, la trasformazione è per sempre ed in virtù del nostro libero arbitrio.
#1284
**  scritto da Freedom:
CitazioneLa morte fa paura perché noi vogliamo vivere, vivere e ancora vivere. E' questione di DNA e non solo di DNA. E cosa è vivere? Vivere è aver coscienza delle cose. E, allo stato attuale, la morte promette l'annientamento dell'io cioè dell'aver coscienza delle cose.
Certo, forse la paura di morire è quell'intima consapevolezza di non avere più coscienza, ma, in tanti, proprio in virtù di non aver osato il distacco dalla religiosità alla spiritualità, credo che abbiano paura di morire per un eventuale giudizio posteriore, il quale, se seguisse i canoni, li incontrerebbe più che condannabili; e quest'ultimo è il principio che genera questa riflessione: "Chi non segue Gesù per timore di soffrire come lui, allo stesso modo non vivrà (sopravvivrà aggiungo io) per paura di morire". (Quindi senza accorgersene si è già morti, già si esiste con tanta paura)
#1285
**  scritto da anthonyi:
CitazioneUn saluto al lettore, il presente post ha un obiettivo, cioè quello di mettere in discussione una visione del rapporto fede razionalità che confina la fede nell'ambito dell'irrazionale e, quasi per reazione istintiva, produce l'idea che la ragione sia una sorta di anti fede.
Affermare che la fede è irrazionale produce un effetto per chi si considera portatore di ragione, cioè quello di renderne difficile l'indagine in partenza.
La fede (per metterci in discussione) non è irrazionale, ma è un salto nel buio, ossia, non è se avere o meno delle argomentazioni o delle esperienze che ci diano certezza sull'esito del salto, ma è lanciarsi con tutto noi stessi; consegnarci totalmente  a quel mistero indeterminato che è l'essere, la vita e il suo fine.

La ragione di fede è la giustificazione personale, conseguita attraverso l'intuito, l'esperienza, la cultura, le relazioni, che il mio salto è quello giusto, o sarà quello vincente. Ecco perché la fede è un percorso e non uno studio, forse un'esplorazione, ma mai un'indagine. Visto che per fede, forse, non tutti riusciremo a centrare l'obiettivo.

Per me cattolico, non c'è niente, a riguardo, di più bello e armonioso: "Non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio" (Benedetto XVI)
#1286
**  scritto da acquario69:

Citazioneio avrei anche un altra curiosità...mi sembra che per i cristiani la vita sia un dono...ma cosa ne pensano davvero i cristiani?..
Non solo la vita è una grazia, ma il senso della vita è donarla (a nostra volta!).

Per quel che riguarda la paura di morire, da cattolico, preferisco rispondere così: "Nell'amore non c'è timore, al contrario l'amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell'amore". (1Gv 4, 18)
#1287
**  scritto da Freedom:
CitazionePerò, per motivi che sostanzialmente ignoro, le combinazioni che scattano in ognuno di noi assumono valenze diverse.
Anche se diverse, tocca a noi condurre quelle valenze all'Unità nelle diversità. Questo è l'unico merito umano dopo tanta grazia divina.

Oggi ho visto un'atleta cinese (altra cultura, altra religione, altra filosofia: ma pur sempre uomo), in diretta mondiale, chiedere la mano alla fidanzata (altra cultura, altra religione, altra filosofia: ma pur sempre donna), mentre essa veniva premiata con la medaglia d'argento: una prova ulteriore (per chi desidera vedere) che l'amore e le coordinate per cercarlo, incontrarlo e vivere sono le stesse per tutti, anche se ognuno ha le sue combinazioni ontologiche misteriose.

CitazionePer essere chiaro: ho sostenuto e rifiutato tentazioni d'amore che, a mio modesto avviso, avrebbero messo in difficoltà un santo. E l'ho fatto e lo faccio anche oggi! con una certa eleganza e padronanza.

Benissimo, ma perché l'hai fatto: per paura, per amore o per che? E soprattutto, ancora più importante, per chi sarà, anche in silenzio, d'esempio, questa tua scelta?


CitazioneIn altri campi (ne cito uno a caso: il fumo) sono molto più debole. Mi sto battendo come un leone e la guerra, in certi momenti, assume aspetti grotteschi. Smetto, ricomincio, torno a smettere e torno a ricominciare. E tutta la vicenda assume toni di cui francamente mi vergogno (a volte mi trovo ad elemosinare una sigaretta da uno sconosciuto o a cercare nel bidone della spazzatura il pacchetto che ho buttato alcune ore prima).
Io ho fatto di peggio per quel che riguarda il vizio delle sigarette (per non parlare delle "droghe"), eppure, incredibile ma vero, sono guarito, dalla sera alla mattina, dopo 23 anni: prendila come la spina nel cuore accennata da San Paolo nelle sue lettere. Ma sappi che speranza non significa che le cose daranno frutti, che si guarisce dai vizi (anche se la fede corona sempre), ma che tutto ha un senso, anche gli aspetti grotteschi e le scivolate nella "buona battaglia".

CitazioneInsomma mi fa piacere la tua sincerità alla quale rispondo denudandomi anch'io senza timore e mi sembra di cogliere la verità che siamo tutti uguali e, allo stesso tempo, tutti diversi.
"...Il cammino dei cristiani e delle Chiese particolari deve sempre confrontarsi con quello della Chiesa una e cattolica, e armonizzarsi con esso, ha detto il Pontefice. Ciò non significa che l'unità creata dallo Spirito Santo sia una specie di egualitarismo. Al contrario, questo è piuttosto il modello di Babele, cioè l'imposizione di una cultura dell'unità che potremmo definire 'tecnica'.  La Chiesa, unità nella diversità..."
- Benedetto XVI



Buon Ferragosto a tutti
#1288
**  scritto da Freedom:
CitazioneSei sposato? Ami tua moglie? Non hai mai subito la tentazione del tradimento? Nessuna donna ha mai suscitato in te desiderio al di fuori di tua moglie?

Certo, chi può esentarsi dalla tentazione?
Ma io parlo per esperienza personale vissuta, sono fedele solo da quando amo davvero, dopo 25 anni di tante, tantissime relazioni, e sempre adultero, mai una senza fallire l'obiettivo: tradire l'amore col sesso.

Non pensavo di poterlo essere (fedele per amore) per 6 anni di fila, quando il mio record era di 4 mesi e 20 giorni. Eppure, anche se osservo le bellezze nostrane, non guardo per desiderare, giacché la tentazione, come ci esorta Papa Francesco, può essere vinta solo con la Parola di Dio, il famoso "...sta scritto anche..." enunciato da Gesù nel deserto
Se si ama, anche se ci presentassero una coniglietta Playboy, certo non potremmo fare a meno di ammirare tanta bontà, ma poi, il pensiero di "adulterare" quella meravigliosa relazione d'amore, condurrebbe il desiderio ad altre circostanze.
#1289
**  scritto da Fredom:
CitazioneE sulle corna penso che non si debbano fare e basta. E, possibilmente, nemmeno ricevere!
Ma le corna non sono altro che la mancanza di amore. Nessuno che ama davvero ha mai tradito il partner. Il principio è fondato sulla Divina Alleanza: Dio, Gesù e lo Spirito Santo, non hanno mai tradito e mai lo faranno. Infatti il sacramento del matrimonio riporta all'unione fedele tra Dio e Israele, e tra Gesù e la Chiesa, anche se Israele e la Chiesa tradiscono, Loro no, mai. E' a questo che si dovrebbe anelare quando si decide di sposarsi cattolicamente.

Certo il discorso di amore fedele tra Creatore e creatura non è lo stesso tra creatura e creatura (qui ci si scanna, non c'è sempre la Misericordia che perdona tutto e tutti), ma con il Sinodo e con l'enciclica Amoreis Leititia, il Papa ci sta conducendo a riflettere e distinguere, caso per caso, sulle cause di una separazione, di un divorzio. 
Fatto sta, come c'insegna il Vangelo, bisogna perdonare l'infedeltà (vedi Apostoli, soprattutto Pietro e Tommaso), ma da soli è impossibile riuscirvi.
#1290
**  scritto da paul11:
Citazionesì è Maria Maddalena quella cui stavano lapidando.

A che si deve questa novità??  ...forse un'intuizione naif?!?!

:D