Citazione di: paul11 il 09 Ottobre 2016, 16:32:13 PM...sì, ma assecondo il tuo discorso e dico: solo un oggetto, ente non costituito di parti non è convenzionale? Se così fosse l'uomo in quale categoria ontologica apparterrebbe? Una molecola d'acqua è composta da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, ma ognuno di essi ha proprietà e caratteristiche diverse La convenzione è lessicale, linguistica in quanto denotando un nome ed essendo il linguaggio naturale conosciuto da tutti noi, se dici sedia io so cosa indichi, perchè mi evochi un'immagine che la parola identifica. L'arbitrarietà può essere il termine linguistico utilizzato; in italiano, inglese, tedesco,ecc, ma non l'ente o l'oggetto denotato Il fattore temporale, il celebre divenire filosofico, è sempre stato oggetto anche dalla scienza fin dai tempi di Bacone, di una problematica mai definitivamente risolta. Il problema è la sussistenza identitaria di un ente o oggetto e quale sia l'essere che permette la continuità identificativa. Questa problematica della teoria mereologica è posta dai metafisici della persistenza, detti anche tridimensionalisti o ancora endurantisti, ma temo che ci porterebbe oltre questa tematica, essendo di per sè molto ampia. Ma è importante sapere che organicamente l'uomo mantiene la continuità dell'essere, di ente, di "io" pur mutando cellule continuamente e ricostruendone altre, perchè questo cambiamento di parti relazionato all'intero avviene in tempi successivi per cui l'"io" mantiene la continuità.Sempre ammesso e non concesso che questo "io", ente o essere possa essere ricondotto solo ad un ontologia fisico-materiale. La nostra mente nel momento in cui denota un oggetto in fondo lo separa dal mondo, dal tutto. Ma se così come lo stessa mente umana costruisce teorie mereologiche, significa che è consapevole di categorizzazioni, tassonomie, ovvero non si ferma al concetto, ma sa costruire una concatenazione logica che dall'infinitesimamente piccolo, va al grande, costruendo ordini nelle diversi domini ontologici. Quì sta infatti un' altra complessità ,se un ente complesso o le parti di esso siano solo e soltanto dentro un dominio, come ad esempio la foglia che è parte di una pianta vegetale, ma può anche essere simbolo, significato dentro domini psicologici, metafisici,ecc. La mereologia è una teoria con due assiomi fondamentali che si muove nella conoscenza attraverso la logica formale costruendo altre formulazioni lessicali,ecc. Vuol dire che tenta di togliere ambiguità arbitrarie .
Sapevo di essere stato "estremo", però per capire il mio punto di vista lasciami dare una definizione di "ente assolutamente reale/perfetto", sperando di non andare off-topic. Un ente di questo tipo esiste senza dipendere da alcuna condizione (ad esempio non è composto di parti, non nasce per un certo motivo, non può essere distrutto ecc). Solo un ente di tale tipo è veramente reale perchè la sua identità non dipende da nulla. Un ente che può essere distrutto non è "veramente reale" in quanto appunto dipende da altri "enti" o comunque è contingente. E ciò che è contingente non ha né un'essenza nè un'identità ben definita. Detto questo torniamo in topic.
Allora capisco anche io che una sedia è un qualcosa di tangibile e quando parliamo di sedie sappiamo di cosa stiamo parlando. Non nego cioè l'esistenza delle cose formate da parti. Quello che nego è che abbiano un'essenza o un'identità ben definita. Inoltre noi sappiamo che la "sedia" è una "sedia" perchè siamo immersi in una cultura che ci permette di dare a quell'oggetto un utilizzo (posso immaginarmi culture in cui il concetto di "sedia" non esiste - qui riprendo un po' il secondo Wittgenstein). Nell'altro esempio della molecola d'acqua. Allora una molecola d'acqua è propriamente ciò che hai descritto, tuttavia anche qui il fatto che la consideriamo un "ente" è arbitrario. Per quanto riguarda un essere umano: l'"io" è reale a mio giudizio solo se esiste una cosa come l'anima (l'anima infatti è pensata come un qualcosa di "fondamentale"). In assenza di anima si può dire che la nostra identità è in parte "illusoria".
Detto questo non nego certamente che ad esempio la Terra, il Sistema Solare, la specie umana ecc siano per così dire "entità". Non nego che abbiano un qualche "grado di realtà", però nego che siano "assolutamente reali". Tuttavia certamente questi enti non possono ridursi alle loro parti ("olismo"), sono un qualcosa in più ma questo qualcosa in più è contingente, dipende da certe condizioni ecc.
Per farti un esempio prova a pensare l'Italia. L'Italia è certamente un "oggetto composto da parti". Ha una certa sua identità, interagisce come un tutt'uno con gli altri stati. Tuttavia è solamente per una convenzione che l'Italia è quella che è:) per quanto riguarda l'essere umano, anche qui c'è arbitrarietà. Ci sono esseri umani con tutte le loro peculiari caratteristiche, ma l'"uomo" non c'è. Nella pratica e nell'etica chiaramente dobbiamo pensare in termini di "esseri umani", "io" e così via.
Nell'esempio della foglia. Anche qua quando vedi una foglia attaccata ad un ramo, dimmi precisamente ad esempio dove finisce la foglia e dove inizia il ramo. A livello atomico non si riesce a dire, a livello sub-atomico ancora meno. Certo che l'esigenza pratica ci "costringe" a parlare di "foglie" però il concetto che ci facciamo nella pratica non corrisponde esattamente alla realtà.
In sostanza non nego la loro esistenza (cioè di tutti gli "enti" contingenti) in toto e non l'affermo in toto. Prendo una via di mezzo, non sono nè totalmente reali nè totalmente irreali.
Per la questione della persistenza si potrebbe aprire un'altra discussione.