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Messaggi - Jacopus

#1291
Non so che dirti Ipazia. Il tuo, mi sembra, un atteggiamento poco razionale e poco scientifico, basato su pregiudizi non altrimenti spiegati, se non a partire da certezze basate su convinzioni personali. La scienza, te lo ripeto, funziona in un altro modo, modo che conosci anche tu.
#1292
I link, Ipazia. La scienza funziona con dimostrazioni e controdimostrazioni in peer rewiew. Le invettive lasciamole ai satanisti.
#1293
@Ipazia. Aldilà delle invettive, in nome della scienza senza $, puoi fornire i "link" che smentiscono il dato di ISS di una mortalità inferiore di 7 volte fra i vaccinati? Possibilmente da fonti attendibili e non da Imola Oggi? Altrimenti puoi continuare a cantartela e a suonartela come vuoi, in nome della "Senza" (che è ulteriormente diversa sia dalla $cienza che dalla Scienza).
#1294
Un classico. Vi saranno almeno una dozzina di topic simili, a tenersi bassi. :D .Confesso che scrivere qui, mi serve anche per chiarire le idee a me stesso e valutare se quello che ho in testa può essere comunicato in modo accettabile (Di solito c'è Viator che mi fa notare dove sbaglio).
Fatto sta che tutta l'odierna riflessione è partita da una notizia banale, ovvero una donna denunciata perchè usufruiva del reddito di cittadinanza nonostante abitasse in uno dei quartieri più esclusivi di Genova, usufruisse di yacht e di altri beni di lusso. Non voglio sminuire la responsabilità di chi truffa con il reddito di cittadinanza, ma magari non se la passa così bene, come i tanti extracomunitari o italiani che lavorano in nero e percepiscono il reddito. Questa però è una situazione diversa. Una signora benestante, immagino senza bisogno di "sbarcare il lunario", che decide di truffare il prossimo.
Ho provato a mettermi nei panni di questa signora (l'empatia funziona anche in questi casi). E' possibile che abbia visto altre sue conoscenti, dello stesso rango, fare la stessa cosa e quindi si sia detta: "ma io sono la più scema? Ora me lo piglio anch'io questo reddito di cittadinanza". Oppure o in aggiunta, potrebbe esserci una sorta di revanchismo delle classi abbienti, che si sentono defraudate della differenza di status, "minacciate" da questa misura: "ma come, dopo tutti gli sforzi che ho fatto per diventare ricca, ed ora basta dire di essere poveri per avere dei soldi? Qui bisogna attrezzarsi per recuperare le distanze".
Dopo averlo fatto ed aver usufruito dei soldi per parecchi mesi (il controllo a Genova ha riguardato una sessantina di persone con un danno erariale calcolato in 350 mila euro), però occore giustificarlo. soprattutto a sè stessi. Non è proprio bello dirsi "Sono una delinquente che merita di stare in galera". Anche perchè se fosse in grado di dirsi una cosa del genere, non avrebbe mai compiuto questa truffa.
Fatto sta che l'azione della truffa e la sua successiva razionalizzazione creano un sistema motivazionale che si autoalimenta. La donna potrà dire "Ma intanto lo fanno tutti", oppure "Figurati che cosa ho fatto, c'è chi uccide", oppure ancora "Se non lo faccio io, lo farà qualcun altro e non voglio essere da meno de Scià Pittaluga, che me g'ha dettu che se poé vive de lungo co u' redditu da sittadinansa".
Fino alla sua declinazione filosofica (ma qui la signora non è detto che ci arrivi) dell'homo homini lupus. La naturalizzazione delle inclinazioni umane è un potentissimo fattore giustificativo. Basti pensare alla lunghissima e tuttora vigente teorizzazione del giusnaturalismo come fonte del diritto.
Più persone la pensano così e più quel comportamento si radicherà, e diventerà difficile estirparlo. Il suo funzionamento, anche se a livello di azione sociale è simile a quello di una epidemia, che può strutturarsi in pandemia.

In una Genova distopica, abitata da un maggior numero di persone che invece basassero le loro azioni quotidiane in un ipotetico homo homini amicus, avverrebbe una pandemia di tipo diverso, i cui sintomi sarebbero il rispetto delle regole e l'impossibilità di truffare. Anche qui vi sarebbe la necessità di una razionalizzazione del proprio rispetto come ad esempio "a me non interessa se qualcuno truffa, io voglio sentirmi in pace con la mia coscienza", oppure "ho una paura matta che mi scoprono, non posso vivere con quest'ansia addosso", oppure "E' giusto rispettare le leggi, anche quelle ingiuste, visto che la democrazia funziona così".

Altruismo ed egoismo, entrambi facenti parte del carattere di ognuno di noi, in maggiore o minore misura, diventano così i protagonisti di questa specie di conteggio statistico e di diffusione di certe motivazioni, rispetto ad altre, che possono piegare il comportamento sociale complessivo di una società in una direzione piuttosto che in un altra. Ma il passaggio da un sistema motivazionale (egoismo/homo homini lupus) a un altro (altruismo/homo homini amicus) è piuttosto arduo, perchè si fonda sulla necessità di sviluppare degli anticorpi a partire dai più intimi insegnamenti familiari, impartiti quando ancora si è bambini e provenienti da coloro che noi consideriamo dei semidei, ovvero i nostri genitori. E ancora andrebbe curato negli spazi culturali di maggior impatto.
Compito impossibile in un periodo in cui si considerano le lezioni morali pubbliche come una intromissione molesta nella vita "privata" di ognuno. Per cui rassegniamoci a continuare a vivere in un mondo dove il principio naturalizzato (ma non naturale) dell'homo homini lupus continuerà a prosperare. Chi ha voglia di sentirsi un pochino eroe, faccia del suo meglio per inclinare la bilancia dalla parte dell'altruismo, con la consapevolezza che anche l'egoismo, entro certi limiti, è assolutamente normale e talvolta necessario.
#1295
L'ultimo dato dell'ISS, dichiara che i vaccinati al di sopra dei dodici anni, con tre dosi completate, sono a rischio mortalità COVID-correlata, 7 volte meno dei non vaccinati. Ora delle due una: o l'ISS è un ente asservito a big pharma e quindi si entra in una logica complottista, oppure il vaccino è efficace, almeno rispetto alle conseguenze mortali della malattia.
#1296
Che dire Iano. Hai scritto in modo molto elegante una sintesi della teoria evoluzionistica e del metodo scientifico. L'unico appunto che posso farti è il seguente: le specie esistono. Il processo di speciazione si definisce, in linea di massima, quando una determinata specie può riprodursi solo al suo interno e finché questa situazione "temporanea" sussiste, possiamo parlare di specie. Ad esempio leone e tigre possono accoppiarsi e nasce anche un cucciolo, chiamato ligre, estremamente massiccio, ma sterile, come accade al mulo, cucciolo di cavallo ed asina. Questa capacità di generare un discendente prova che la divisione fra le specie leone-tigre e cavallo-asino è molto recente. La distanza temporale della separazione fra insetti e mammiferi rende invece impossibile l'accoppiamento fra la formica regina e un topo. In altri casi invece, pur trovandoci di fronte a due specie diverse è possibile la trasmissione non sterile di prole e quindi la commistione di materiale genetico e in questo caso, la speciazione è ancora meno lontana nel tempo e potrebbe addirittura portare ad una nuova fusione fra specie, come è accaduto parzialmente fra sapiens e Neanderthal.
Completamente d'accordo rispetto alla differenza scienza/religione. La vera scienza non dobbiamo rispettarla nè perché afferma delle teorie "vere", nè perché afferma delle teorie "funzionanti", ma perché afferma delle teorie vere e funzionanti in un certo momento storico, salva la possibilità di trovare teorie più vere e più funzionanti in futuro, anche grazie alle teorie disfunzionali del passato. O che funzionano in modo più generale, senza smentire il funzionamento delle precedenti teorie, in campi più ristretti (come è accaduto con la relatività e la teoria gravitazionale di Newton). Non è tanto l'aver ragione il punto della scienza ma aver seguito un metodo, che diventa patrimonio collettivo. In questo senso vi è una sottile affinità fra scienza e democrazia così come fra religione monoteistica e dittatura.
#1297
L'empatia prescinde dal pensare o desiderare quello che può pensare o desiderare qualcun altro. E' empatica anche la madre che quando ha il suo embrione che scorrazza nella sua pancia, lo sogna e lo desidera e crea con lui tanti castelli in aria. E tutto sommato forse si tratta del fatto che abbiamo sensibilità molto diverse, date da esperienze di vita molto diverse.
#1298
Viator, citandoti:
"Se noi - individui più o meno compiuti  quindi dotati della benedetta o maledetta "coscienza" dovessimo immedesimarci in un embrione (privo di coscienza).....come potremmo fare ad "in noi medesimi" assimilare ciò o colui che è privo di ciò che appunto permetterebbe a noi di fare ciò che ci inviti a praticare (l'immedesimazione) ?. Saluti."

Abbiamo delle funzioni neurologiche molto sofisticate, Viator, che ci permettono addirittura di identificarci in esseri soprannaturali, nei nostri genitori o in un cavallo, come accadde a Nietzsche. Non è difficile mettersi nei panni di un embrione della nostra specie.
#1299
Che i vaccini siano stati inefficaci è una bugia grossa come una casa. La psicologa ragiona come una Free-rider. Ovvio che ora cambia poco se si vaccina oppure no, ma deve questo "cambia poco" ai milioni di persone che si sono responsabilmente vaccinate. Il problema sta nella velocità di mutazione dei virus a rna, non nei vaccini.
#1300
Effettivamente è difficile dire cosa sia coscienza. Hanno provato a definirla come residente in parti specifiche del cervello ma senza prove risolutive. Altri hanno provato a definirla culturalmente ed altri ancora in molteplici mix cultura/cervello (che sono a mio parere le ipotesi più attraenti). Sicuramente ha moltissimo a che fare con la genesi del SNC che avviene fra la terza e la quarta settimana di gravidanza. Prima di allora non c'è sicuramente alcuna coscienza, se non futura e potenziale. Ma la coscienza è assente anche in altre situazione extra-embrionali, senza che questo autorizzi la soppressione di quei soggetti: la prima è il coma profondo, la seconda è la malattia mentale grave, nel qual caso possono sussistere più coscienze o una coscienza profondamente alterata. Tutto ciò però continua a non essere sufficiente per giustificare in via di principio l'IVG. Provate a mettervi nei panni di quell'embrione, magari anche ipotizzando che sappia cosa significa nascere da madre violenta e insensibile e padre tossicodipendente. Quell'embrione vorrà comunque nascere, perché le leggi biologiche funzionano così. Di fronte a questa constatazione sta la tragicità dell'IVG, per quanto, ribadisco necessaria e utile ad una società libera e non opprimente. Però la non oppressività di questa società sta anche nel riconoscere questo lato tragico e fare in modo che sia sempre meno usato. Per fare questo seriamente però, ancora una volta, bisognerebbe rivoluzionare la società ed allora tanto meglio schierarsi in uno dei due campi, che poco cambiano in termini culturali di lungo respiro.
#1301
Ipazia. Non siamo ancora giunti al mondo di Minority Report e non sappiamo se la persona che scaturirà dall'ovulo sarà un farabutto o un santo. Ripeto ancora una volta il mio pensiero, magari sottolineando un aspetto che forse non è risaltato a sufficienza. L'aborto è comunque una tragedia e se la madre del figlio abortito non la sente come tale, ha fatto bene ad abortire. Quindi premesso che:
l'IVG è un diritto che va comunque tutelato,
bisognerebbe attrezzarsi affinché le IVG siano nel minor numero possibile. Per fare ciò occorre sentirsi esattamente come J. Donne e pensare che ogni vita non è un affare privato della "famigghia". Ogni bambino è un appartenente alla razza umana ed ha diritto al suo posto nella famiglia umana. L'IVG è solo uno strumento necessario, che tiene conto anche delle diversissime condizioni attuali. Come fai giustamente notare, siamo in una condizione di sovrappopolazione (anche a causa dei vaccini ;D).
Se iniziano ad essere dibattuti i diritti delle piante e degli animali (giustamente), magari anche gli embrioni avrebbero bisogno di qualche avvocato difensore. Poiché altrimenti le posizioni contrapposte non fanno altro che perpetuare questo mondo. Per i pro-aborto, c'è l'IVG e quindi non bisogna interrogarsi sulla questione. Per i pro-life c'è il divieto di aborto e poi saranno caxxi della madre.
Se un giorno ci renderemo conto che sono anche caxxi nostri, il mondo sarà un posto migliore.
#1302
Non avere un snc in un embrione è normale, così come è normale che lo avrà a breve se non viene abortito. A me pare che il feto/embrione venga considerato una sorta di "oggetto", privo di ogni diritto. Per questo lo equiparo ai migranti o ai poveri e ai disadattati o agli emarginati. Insomma a chi non ha voce. Ogni vita anche potenziale è disegnata per mantenersi in vita e vivere più possibile. Interrompere quella vita è, lo ripeto, una tragedia, perché come nell'Edipo Re, qualunque scelta si faccia, sarà contemporaneamente, giusta e sbagliata.
Che il bene sia l'oggetto della volontà è insensato. La volontà di Hitler era eliminare tutti gli ebrei dalla terra. Che tipo di bene è questo. Che la volontà presuppone l'autocoscienza è vero ma è proprio il marxismo a sottolineare la presenza di una falsa coscienza che produce alienazione e demagogia. Che autocoscienza può avere una ragazza che è vissuta in un villaggio patriarcale dell'Iran? Ha la stessa autocoscienza di una manager di New York?

Rispetto alle preferenze fra oggetti/beni certi e incerti ripeto quanto ho detto. Non esistono beni fragili di serie A e beni fragili di serie B. Il feto abortito è il fratello del migrante che muore annegato. Personalmente non ho niente a che fare con gli antiabortisti, anzi penso che siano piuttosto pericolosi per una società libera, ma ciò non mi distoglie dal pensiero che un aborto sia un atto violento.
#1303
È tragedia nella misura in cui proviamo a metterci nei panni di quell'embrione, senza considerarlo nè futura vita, nè attuale non nascita. Se noi fossimo al suo posto cosa vorremmo? A me fa sempre pensare questo scindere i nostri giudizi. Sembra che vi siano deboli di serie A (i proletari) e deboli di serie B ( i sottoproletari o gli embrioni). Non vogliamo fare questo lavoro di identificazione? Bene, ma non ergiamoci a paladini degli oppressi. L'embrione è un oppresso come il migrante che giunge sul barcone. Questa constatazione, da parte mia, è chiara. La tragedia consiste nella indecidibilità. Non c'è, in questa materia, la possibilità di dichiarare in modo univoco cosa è giusto e cosa no. Chi lo crede, sia in un senso che in un altro (pro o contro) è portatore di un pensiero lontano dal mio. Ogni regolamentazione dell'aborto è necessaria, perché non viviamo nell'empireo, ma in un mondo fatto di carne, drammi, povertà e insulti. Ma in un mondo non sopraffatto, come questo, da istanze materialistiche ed economicistiche, si potrebbe e si dovrebbe operare meglio ex/ante e non ex/post, quando far nascere/non far nascere diventano entrambe scelte tragiche.
#1304
Buon sabato anche a te Alexander. Quello che dici è vero. I figli ti danno una grande forza e credo che siano una delle poche cose per cui vale la pena vivere. Almeno tra i 3 e i 14 anni   :)). Ma riesci a fare degli uomini e delle donne passabili solo se anche tu hai avuto, a tua volta, una infanzia e una adolescenza passabile. Le persone traumatizzate invece, che siano alcoliste, emarginate, povere, violentate psicologicamente dai loro stessi parenti, spesso pensano di essere "cattive dentro" in modo profondissimo e sperano di riparare quella loro cattiveria mettendo dentro di loro (o contribuendo) un figlio. E cosa c'è di più buono di un cucciolo? Ma è solo una illusione, perché i figli poi vanno curati, sostenuti, accuditi e solo, appunto, chi ha avuto figli, sa quanto assomiglino a dei vampiri, almeno nei loro primi anni di età. Per far sì che questa catena si spezzi occorrerebbe agire in termini di welfare state in modo molto più determinato di oggi. Ed invece il trend attuale è smantellare lo stato sociale e chi è povero, emarginato, alcolizzato può andare tranquillamente a farsi fott.....
Mantenere una massa di emarginati è la diretta conseguenza di questo assetto economico e della restrostante struttura culturale. Mi aspetterei, quindi, da chi difende il diritto alla vita, una battaglia anche su questi temi, poiché altrimenti a rimetterci, come al solito sono solo gli ultimi, ovvero le madri e gli embrioni che non nascono, entrambi accomunati da un destino tragico.
#1305
Alexander. Qualche volta succede, ma sono più le volte in cui non si salva nessuno, né la madre, nè il figlio. Se non ci scappa il morto, magari continuano a vivere, ma accumulando dolore, fragilità, aggressività, rancore. L'alcolismo, la disperazione e l'emarginazione si tramandano così di madre in figlio. I rari casi in cui ciò non succede si spiegano solo con la presenza di altri caregiver che riescono ad aiutare la madre alcolista. Tra l'altro, per il solo fatto di avere una madre alcolista, il neonato avrà un cervello proporzionalmente danneggiato dal grado di alcolismo della madre.
Mi ripeto. Vogliamo davvero tutelare la maternità? Esentiamo del 50 per cento il carico fiscale a chi ha più di due figli. Concediamo periodi di aspettativa pagata di almeno 3 anni per madre e padre, da usufruire alternativamente. Aumentiamo i posti negli asili nido. Difendiamo la vita e scarichiamo tutto sulle donne? Andava bene 100 anni fa.