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Messaggi - Jacopus

#1291
Il passato è ciò che ci rende quello che siamo. Ma Prometeo ci ha insegnato che il passato non solo può ma deve essere superato. In questo sta la missione dell'uomo. Essersi svincolato dall'eterno ripetersi della natura lo ha reso protagonista di questo viaggio artificiale. Se non fosse avvenuto ciò saremmo solo un primate particolarmente abile che popola le savane. Ovvio che questo ruolo andrebbe gestito con maggiore responsabilità ma neppure si può invocare la tradizione e il passato per ogni nefandezza delle società del passato e fra queste una particolarmente nefanda è proprio il patriarcato.
E qui si manifesta un altro corto circuito delle società occidentali e specialmente di quelle periferiche come la nostra. Ovvero il pensiero liberale/capitalistico che ha (apparentemente) un grande vantaggio di diffusione e di interiorizzazione dei valori, non riesce ad abbattere questi valori patriarcali che sono esattamente il contrario del liberalismo.
#1292
buonasera Viator. Io ho letto la precisa distinzione che fai fra storia umana e storia naturale. Fatto sta che la storia umana provoca dei cambiamenti molto rilevanti nel mondo delle società umane, e gli esempi che ti ho fatto sono solo alcuni dei millemila che potrei proporti e pertanto:

CitazioneLa Storia ha la molto più limitata e formale funzione di permettere di CELEBRARE oppure di CRITICARE la generazione precedente e tutte le altre ancora ancora precedenti, i cui componenti umani verranno via via inghiottiti dall'oblio.

questa tua dichiarazione, permettimi di dirlo, è falsificabile in due secondi.
#1293
Salve Viator. Ma davvero non capisco. Visto che la storia non insegna nulla e noi poveri fessi invece speriamo il contrario, perché con il tuo esempio non ci mostri quello che dichiari? Sarebbe molto istruttivo vederti indossare una pelle di leopardo e trascinare per i capelli la tua donna. Oppure organizzare un banchetto per chiedere il ripristino della schiavitù per tutti i debitori insolventi. O anche la più semplice cancellazione della legge di violenza sessuale con il ritorno della mitica "offesa al senso del pudore", perché si sa, la donna è sempre un po' prostituta dentro. Non so, dimmi tu cosa ne pensi.
#1294
Non hai tutti i torti Inverno. Anzi hai ragioni da vendere. Intervenire sulle parole può diventare un'alibi piuttosto grottesco per mantenere differenze materiali ben più consistenti e pesanti. Eppure penso che vi sia una interazione fra mondo materiale (economico) e mondo culturale, meno triviale della relazione univoca struttura-sovrastruttura di certo marxismo semplificato. Si tratta effettivamente di un percorso culturale che non può solo essere attivato dall'alto ma contemporaneamente da quelle due dimensioni che Husserl chiamava System (alto) e Lebenswelt (basso).
Credere di poterlo fare solo dall'alto, si ottengono risultati buffi o dittatoriali, che non fanno che replicare un odioso dominio. Credere di poterlo fare solo dal basso, non fa altro che rimandare alle calende greche un possibile cambiamento, perchè in questo campo la riproduzione del modello culturale è certamente molto più conservatore che innovativo.

Solo una condivisa direzione top/down può dare dei risultati duraturi. Mutatis mutandis, mi viene da pensare al rispetto delle leggi esistente in Germania, rispetto alla nostra simpatica anarchia. Il suddetto rispetto proviene da un duplice flusso culturale. Dall'alto perchè la legge viene fatta rispettare da una organizzazione giudiziaria che funziona e che rende certa la sanzione, qualunque essa sia (anche una sanzione alternativa, la pulizia del parco, la multa) e dal basso per la storia culturale di quel paese, che però viene in qualche modo rinforzata dal contesto burocratico_giudiziario_statuale. Noi partiamo svantaggiati, perchè dal basso, i valori culturali sono estremamente conservatori, familistici, materiali, poco avvezzi allo sforzo ed invece inclini ad un atteggiamento fatalistico, nei casi più gravi cristallizzato in forme di pensiero che si credono immutabili. Per reazione, probabilmente, si crede che agire dall'alto possa compensare questo ritardo, ma in realtà si ottiene l'effetto contrario. In ogni caso, un reale miglioramento della nostra società potrà avvenire solo quando si comprenderà che l'uguaglianza fra i generi, compresi i generi non-binari, non è un capriccio da società che balla sul Titanic, ma una esigenza che potenzialmente potrebbe suscitare un profondo mutamento dei rapporti sociali, nel senso di una democrazia sostanziale e non solo formale.
#1295
Ciao Inverno. Ti linko un articolo che mi sembra ben fatto e può essere introduttivo rispetto a ciò che penso sull'argomento. Ovviamente conosco le teorie neuroscientifiche sull'universalità della sintassi, il cui precursore è stato Chomsky, ma qui ci muoviamo in un campo diverso che non è sintattico, ma storico-culturale, o meglio, ci troviamo all'incrocio reciprocamente condizionante di cultura, lingua e cervello.
Una lettura che non è peer rewiew ma che trovo illuminante ed anche tragica per il momento in cui fu scritta è LTI, la lingua del terzo Reich, di V. Klemperer, ovvero l'anticipazione storico-filologica della neolingua orwelliana.
Qui sotto, invece, il link,

https://www.che-fare.com/almanacco/societa/diritti/linguaggio-visione-politica-pensiero/
#1296
Credo, come Niko, che vi siano, in questo campo, moltissimi insulsi pregiudizi anche da parte di una numerosa schiera di sedicenti progressisti. L'anima degli italiani è molto "nera", anche se parecchi cercano di aggiustarsela o di non farla vedere, neppure ai propri occhi. È un po' la stessa cosa che è accaduta a Freedom. Lui è diventato paritario, perché ha visto ed emulato suo padre. I suoi principi morali, la sua visione del mondo, come quella di tutti noi, proviene da quanto abbiamo appreso dalle figure rilevanti che ci hanno accudito da piccoli. Non possiamo farci niente. I processi rieducativi di soggetti traumatizzati da genitori maltrattanti durano anni se non decenni, proprio perché la forza dell'imprinting culturale nei nostri primi anni di vita è straordinariamente potente. Una società patriarcale si basa su questo passaggio generazionale e se non c'è un percorso politico correttivo, una corrente culturale alternativa, un processo economico o tutte queste dinamiche insieme, il patriarcato non cambierà. E per cambiarlo va bene tutto, compresa la lingua, la quale non è così neutra come si crede. Chi pensa in italiano ha una conformazione cerebrale completamente diversa da chi pensa in inglese, per non parlare di chi parla due o più lingue o di chi ha la fortuna di avere come madre lingua una lingua ideo/grammatica. Non credo che la massificazione o la minaccia alla democrazia provenga da qui. Mi sembra piuttosto un capovolgimento delle cause dei problemi. Il femminicidio è causato da una cultura per la quale vi è una sottomissione e una oggettificazione della donna, che è la stessa cultura che tende a sottomettere e ad oggettificare lo straniero, il povero o il marginale. Combattere la differenza di genere come fondamento di potere maschile sul genere femminile significa combattere le disparità di ogni tipo, perché quella è la disparità archetipica, "naturale", che giustifica le altre ed è anche per questo che il dibattito non si esaurisce tanto facilmente.
Faccio un esempio interessante. La sentenza 131 della corte costituzionale datata 31 maggio 2022 ha reso possibile la scelta da parte dei genitori di attribuire il cognome ai figli, che possono così prendere quello del padre o della madre. Attenzione: l'Italia è stata l'ultima nazione dell'Occidente classico a rendere possibile questa opzione. Fino al 30 maggio la nostra legislazione era analoga a quella dei paesi arabi e africani tradizionalisti. Una sentenza ha reso paritario questo aspetto delle relazioni uomo/donna. Su trans, utero in affitto ha spiegato tutto molto bene Niko e non mi dilungo, se non per dire che vi è trasmissione di dna, fra placenta e feto anche se nella placenta è innestato un ovulo estraneo geneticamente alla portatrice. L'affitto dell'utero è una pratica che sottolinea ancora una volta il dominio dell'inanimato (denaro) sulla vita ma non c'entra nulla rispetto al percorso che conduce alla parità di genere.
#1297
Precisazione: il femminicidio è l'omicidio di una donna in quanto donna e quindi non va confuso con l'omicidio generico. Sono omicidi che si sviluppano all'interno delle relazioni familiari, come ad esempio una figlia che non porta il velo, che non accetta un marito combinato, che vuole divorziare o semplicemente andare a lavorare e quindi non restare sotto il controllo assoluto del compagno. Secondo l'istat nel 2021, reati di questo genere hanno fatto condannare per il 98,3 per cento degli uomini e per l'1,7 delle donne, gran parte delle quali, quest'ultime, come complici degli uomini che uccidono. Con questi numeri parlare di maschicidio è o il frutto di malafede o di una profonda ideologia misogina.
#1298
Ipazia. Il tuo ultimo intervento mi ha acceso una lucina. Nella tua descrizione, che condivido ampiamente (tranne nella soluzione, il comunismo, che non è altro che la riproposizione delle stesse regole, senza libertà), mi sono chiesto: "ma questo nuovo modello teologico, l'Economics, come aliena i suoi fedeli? Come li rende estranei a sè stesso per poterli controllare? Infatti è noto che le religioni classiche alienano i fedeli, posticipando la felicità ad un metafisico regno "ultraterreno". Finché siamo sulla terra dobbiamo "peccare" come dominatori e "soffrire" come dominati. L'alienazione, al netto della differenza di classe, agisce in entrambe le direzioni, anche se cono effetti  agli antipodi.
Ma l'Economics quali dispositivi alienanti mette in campo, essendo la religione non più efficace come nel passato? Molto pragmaticamente, il Capitalismo ha sempre usato quello che c'era, per il suo interesse fondamentale, l'accumulazione. Nel passato infatti non ha certo lesinato un uso ideologico delle religioni, e le stesse religioni riformate sono legate a doppio filo all'ascesa del Capitalismo. Ma oggi, non è più possibile a causa della velocità dei mutamenti sociali, incompatibili con un mondo religioso, fondato sulla tradizione e sulla ciclicità del tempo. O meglio, è possibile come risorsa di riserva per certi strati della popolazione. Ma servono strumenti di alienazione molto più potenti per mantenere il controllo sociale. Mi domando se questi strumenti non possano essere:
1) L'Ascensore sociale. Infondere il messaggio che se ci si impegnerà a fondo, l'attuale situazione di disagio si trasformerà in successo. È l'ideologia della scala sociale sempre in movimento, che premia il merito e condanna il demerito.
2) L'individualismo. Frammentare la società, imponendo il messaggio che ognuno di noi deve fare per sè, perché in fondo è sempre valido l'adagio di Plauto, ripreso prima da Hobbes e poi da Freud, secondo cui "homo homini lupus". L'alienazione è servita se nessun nostro simile può essere un nostro compagno di lotta e di vita. A fronte della caduta progressiva della strategia 1), poiché è sempre più evidente che la società occidentale si sta sempre più cristallizzando e non c'è più il movimento di promozione sociale del passato, la strategia 2) sta diventando quella preminente, con conseguenze sul controllo sociale imprevedibili ma anche, a naso, preoccupanti.
#1299
Tematiche Spirituali / Re: Esperienze di eternità
23 Ottobre 2022, 16:13:19 PM
Anthonyi. Non credo, altrimenti ogni pensiero, per il solo fatto di essere pensato è reale. Questo accade nel pensiero magico e nella mente infantile. Ad esempio se penso che la terra sia piatta, allora la terra diventa piatta? E se penso che esista l'unicorno rosa o le sirene che incantano i marinai, allora si materializzano? In realtà torniamo sempre al nocciolo del problema, ovvero alla nostra plasticità neuronale + cultura complessa. Infatti è anche vero che solo pensandola in anticipo una cosa può essere progettata. Colombo fece i suoi viaggi perché immaginava la terra rotonda. Senza quell'immaginazione non sarebbe mai partito. Credo che la posizione ideale sia quella di chi riesce ad "immaginare" scenari inesistenti, fondandoli però su dati di realtà. In questa dialettica si esprime il cammino culturale dell'uomo.
#1300
CitazioneChe il mercato sia libero o no, rimane il fatto che in una economia specializzata, con la divisione del lavoro, si forma una contrattazione tra gli individui e quindi un mercato. Mercati le cui origini risalgono a millenni di anni fa, ben prima dell'economia capitalistica, e proseguiranno nei prossimi anni fino alla scomparsa dell'umanità.
 
Probabilmente anche gli adoratori del dio Mazda, dicevano la stessa cosa rispetto alle origini del loro culto e sulla certezza che detto culto sarebbe rimasto vitale fino alla scomparsa dell'umanità (ecc. ecc.)
#1302
 Viator. Si può credere di vivere nel migliore dei mondi possibili. E non è una questione di fede. Inoltre proprio perché non è una questione di fede, non credo neppure nel marxismo. Ciò non toglie che il capitalismo attuale è necrofilia economicamente applicata.
#1303
Anthonyi. Immaginati con la tua casetta in Garfagnana. Hai il tuo piccolo reddito agricolo. Le galline fanno le uova che vai a vendere al mercato. Hai una rete di vicinato che ti fa sentire meno solo. Ad un certo punto arriva un signore con un casco, fa delle misurazioni, qualche buco per terra. Dopo una settimana arriva l'esercito e requisisce tutto, perché nel tuo campo hanno trovato gas, terre rare, uranio, decidi tu. Tu con la tua famiglia (numerosa), vai a vivere in qualche ghetto di Firenze e magari qualche tuo figlia già incinta proverà ad arrivare in Africa e forse ce la farà e forse no.
Questo è quello che accade nel mondo, fuori dalla immaginaria Garfagnana che ho descritto. Al di fuori dei bordi dell'Occidente, al di fuori del miliardo di privilegiati che vivono sulle spalle degli altri sette miliardi di dannati della terra. Possiamo anche fingere che viviamo nel migliore dei mondi possibili, oppure pensare che noi questi privilegi ce li siamo meritati oppure che quelli che vivono nella povertà sono così perché non si impegnano abbastanza. Personalmente a queste frottole io non ci credo più, ed è in questa disparità che consiste la ferocia del capitalismo. È più il tempo passa, più questi meccanismi di disparità si allargano, affondando sempre maggiori strati della popolazione. Il capitalismo, senza controllo, si comporta esattamente come un delinquente, perché questa è la sua attuale natura. Non mi tiro fuori, ovviamente. Per farlo dovrei combattere questo sistema, ed invece sono anch'io parte di questo meccanismo della ferocia. E sono schierato con i dominatori. Non cè la faccio però a dormire sonni tranquilli e non posso che denunciare questo stato di cose.

Lettura consigliata: Conrad: cuore di tenebra.
#1304
Per Ipazia. Sulla tua descrizione sono assolutamente d'accordo. Il capitalismo attuale si sta abbattendo sul "mondo" con una ferocia vissuta soltanto nel lontano ottocento. Ma che il marxismo sia la soluzione, ho i miei dubbi, rientrando il marxismo nella stessa tradizione di "consumo" del mondo, che il capitalismo ha edificato.
#1305
CitazioneAristotele parlava di schiavi veri, non di uomini liberi di scegliere cosa fare della loro vita, cosa che il libero mercato garantisce
Una doppia metafisica inquina questi discorsi. Che vi siano uomini liberi di scegliere cosa fare è smentito da secoli di storia economica e che il marxismo renda liberi e felici è ugualmente smentito da un secolo (corto) di storia. Magari senza puntare a un modello puro, bisognerebbe pensare a qualcosa che stia in mezzo e che ragioni in termini meno assoluti?