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Messaggi - Jacopus

#1306
Mauro. La scienza si basa su studi e prove empiriche misurabili e ripetibili che dimostrano teorie. La possibilità di estrarre dna dai fossili ha reso la teoria evoluzionistica certa come la teoria nucleare o la teoria per cui il sole è al centro del sistema solare. Invece di menare il can per l'aia, ti invito a elencare gli studi in peer rewiew che sostengono le tue tesi. In caso non lo facessi, non stai facendo scienza ma stai sostenendo le tue idee, attività rispettabile ma non scientifica. La tua stessa affermazione finale, secondo la quale mi avresti smentito aprioristicamente è contraria al metodo scientifico. Per il metodo scientifico non esiste alcun a-priori, se non il metodo scientifico stesso.
#1307
CitazioneL'evoluzionismo può funzionare solo quale metodo, la teoria deve fondarsi sullo stesso concetto di evoluzione, da un punto di vista biologico generale, senza ricorrere a nessun ismo. Il tentativo di trasformare il metodo evoluzionista in teoria si attua facendo ricorso a varie altre scienze senza considerare i limiti dell'interdisciplinarità.
Questa distinzione fra evoluzionismo ed evoluzione nasce attorno all'inizio del XXI secolo ed è anticipato da una lettera di papa Woytila del 1996, che apriva all'evoluzione come ipotesi scientifica, ma all'interno di un "disegno intelligente" e "superiore". Successivamente, con il successo della lista di Forza Italia, nelle elezioni del 2001, le forze retrograde del nostro paese, in una sorta di revanchismo, per sopprimere l'insopportabile pensiero che per 5 anni erano stati governati dai comunisti, se la presero anche con il povero Darwin, cancellandolo dai programmi delle scuole dell'obbligo. Fu necessario un documento firmato da più di 40 illustrissimi scienziati per reintrodurlo nei programmi, con il nuovo termine di evoluzione (appunto), che lasciava aperte molte strade interpretative.
Il pedagogista Giuseppe Bertagna, nel 2004, consulente per la revisione dei programmi, assunse una posizione molto simile a quella di Mauro Pastore, per spiegare perchè l'evoluzionismo non andava insegnato. Ovvero che andavano differenziati gli evoluzionismi dalle teorie dell'evoluzione. Considerato che vi "sarebbero" molte teorie dell'evoluzione, queste andrebbero tutte illustrate agli alunni perchè degne, mentre l'evoluzionismo, finendo in "ismo" è ideologico e quindi non insegnabile. Insomma, far passare per ideologica una teoria scientifica che ha accumulato nell'ultimo secolo e mezzo una miriade di prove è stata una vera opera d'arte della manipolazione (ideologica). A questo punto perchè non far passare per ideologica anche la matematica, o la teoria termodinamica o la tavola degli elementi? Evidentemente queste materie non sono così sensibili rispetto alla possibile presenza di una divinità a noi superiore.
Rispetto ai limiti dell'interdisciplinarietà c'è solo da sorridere (o forse da piangere), visto che è proprio attraverso l'interdisciplinarietà che si ottengono i più straordinari risultati dalla ricerca, visto che la conoscenza è una materia universale e con innumerevoli collegamenti. Senza interdisciplinarietà non avremo i personal computer, i viaggi spaziali, i vaccini per il covid, le automobili, gli studi climatici, l'abolizione della pena di morte, la costituzione italiana.

CitazioneCon la scienza etnologica si dimostra che le più radicali differenze umane sono dovute alle etnie soltanto.
Interessante. E quali sarebbero queste radicali differenze umane? Bisognerebbe essere al corrente che le differenze del nostro corredo genetico, fra un essere umano e l'altro è di circa lo 0,1 per cento e in quello 0,1 per cento vi sono le nostre differenze individuali, colore dei capelli, della pelle, propensione a viaggiare ad ammalarci di diabete e così via. Gli esseri umani radicalmente differenti non esistono, se non nei sogni segreti dei razzisti. Ed è anche semplice da spiegare. Homo sapiens è una specie estremamente mobile. In circa 40.000 anni ha colonizzato il mondo intero ed ha continuato ad essere mobile e pertanto ha continuato a mescolare il suo dna fra tutti i suoi componenti. Non è impossibile che da homo sapiens possa essere sviluppata una nuova specie, ma servirebbe per una speciazione, che una popolazione di homo sapiens sia segregata in un isola e non possa più spostarsi da quell'isola per qualche decina di migliaia di anni. Sicuramente al termine di quel periodo avremo una nuova specie umana.
CitazioneResta che l'unica idea ritenuta accettabile dai falsi teorici è la trasformazione bestia-uomo e questa assumono dogmaticamente. Gli studi sui cataclismi biologici risalenti alle epoche presunte della presunta trasformazione bestia-uomo avevano dimostrato l'insufficienza dello stesso metodo evoluzionista per stabilire qualcosa circa la nostra origine ma i falsi teorici li hanno fatti boicottare e li fanno boicottare.
Qui andiamo un pò sull'esoterico. In realtà, ad essere ancora più radicali non si tratta di una trasformazione bestia-uomo, ma di una trasformazione batterio-uomo. Tutti gli esseri viventi discendono dai batteri, da queste forme molto semplici di vita, che tuttora, per quanto minuscole continuano a vivere e continueranno a farlo anche quando homo sapiens si sarà naturalmente estinto. A proposito dei cataclismi biologici che avrebbero permesso la trasformazione bestia-uomo e della loro insufficienza per spiegare la nostra origine, non so che dire. Dovresti darmi delle fonti per poterti rispondere. Detto così mi sembrano parole a caso. Se ti riferisci all'impatto del meteorite dello Yucatan che ha fatto estinguere i dinosauri ed ha permesso l'ascesa dei mammiferi, non si tratta di ipotesi, ma di un "fatto". Del meteorite si conosce la massa, la forza dell'impatto, il punto di caduta e gli effetti geologici, climatici e biologici con una certa precisione. In realtà la domanda da porsi, da parte di chi crede in una divinità è: "ma perchè Dio ha creato i dinosauri (e prima di loro gli arcosauri, e prima di loro i trilobiti). E perchè, successivamente li ha fatti estinguere?

CitazioneL'idea assai popolare un tempo in Africa ora anche altrove che si possa pensare la nascita dell'umanità solo come trasformazione di uno scimmione o pressappoco tale, è la premessa fallace che muove un gigantesco ambiente subculturale intromesso negli ambienti della vera cultura della scienza.
L'unica subcultura che io vedo è quella di chi sottoscrive una affermazione del genere. Vi sono studi di tutti tipi, paleontologici e genetici soprattutto ma anche biologici e zoologici che confermano il fatto che noi siamo "primati", e che i nostri più vicini parenti, dai quali ci siamo staccati fra i 5 e i 6 milioni di anni fa sono gli scimpanzè, i gorilla e gli urang-tang. I passaggi successivi sono stati la creazione per selezione e caso di ulteriori specie, che non hanno riguardato solo i nostri predecessori ma anche quelli degli scimpanzè, dei gorilla e degli urang-tang. Anche le loro filiazioni hanno creato delle differenze rispetto agli scimpanzè, gorilla e urang-tang di 6 milioni di anni fa. Con gli scimpanzè, condividiamo il 98,2 per cento del DNA. Mi sembra una prova "scientifica" piuttosto forte, rispetto alla nostra origine, a meno che non si preferisca negare l'evidenza (e negare anche l'esistenza di migliaia di fossili di ogni tipo che ci raccontano la storia delle specie viventi).
CitazioneE in effetti i falsi teorici dell'evoluzionismo sono rimasti legati all'illusione che l'intelligenza umana sia proporzionale alla grandezza del cranio.
Sono curioso di sapere dove prendi questi informazioni. Il cervello di Homo neanderthalensis era più grande di quello di homo sapiens, eppure noi siamo qui e homo neanderthalensis no. La grandezza del cervello è relativamente collegata all'intelligenza ma molto di più dipende dalla struttura del cervello e dai suoi collegamenti interni, detti sinapsi. Per farti un esempio. Un uomo obeso ed uno muscoloso pesano 100 chili entrambi, ma le capacità di movimento dell'uno e dell'altro saranno molto diverse. Anche il cervello va allenato e l'allenamento produce sinapsi. Queste non sono esplicitamente misurabili come "intelligenza" ma sicuramente aiutano. In ogni caso, nessun evoluzionista ha mai avuto questa illusione.
CitazioneDi fatto non abbiamo una vera psicologia in comune con le scimmie ma con le fiere, non a caso non esistono veri affetti amicali tra scimmie e umani ma tra fiere e umani... C'è grande amicizia con cani e gatti, in ambienti selvaggi anche con lupi, orsi, linci, leoni... non con le scimmie.
Anche questa mi sembra tratta più da un libro miniato medievale che dall'osservazione scientifica. Che in ambienti selvaggi vi sia amicizia con lupi, orsi, linci leoni, te lo auguro, ma ti auguro anche di non trovarti mai vicino a loro. Cani e gatti hanno una storia diversa, che si chiama domesticazione. Sulle similitudini, non solo psicologiche ma anche "morali" fra uomo e "scimmioni" ti consiglio di leggere Frans de Waal: Il bonobo e l'ateo.
CitazioneMa tutte le osservazioni non solo spicciole che pongono in crisi quell'idolo sono fideisticamente rifiutate dai fautori dell'idolo...
Questa invece si chiama proiezione, ovvero attribuire all'avversario i propri limiti. La scienza, almeno quella vera, non è mai idolatra ed è per questo che ha uno statuto debole, come la democrazia. Perchè è difficile che si accontenti della prima soluzione o di quello che ha detto il tipo che urla più forte. E' sempre alla ricerca e la ricerca può anche modificare le scoperte precedenti. Ma il darwinismo (proprio con ismo) ha ormai uno statuto scientifico così solido, che solo in paesi ancora semifeudali come il nostro (o gli USA) può essere messo in discussione.
#1308
Anthonyi, mi dai la possibilità di descrivere un altro evento che illustra molto bene come funzionano i meccanismi evolutivi (ed hai anche ragione sull'ambiguità del termine evoluzione. Darwin avrebbe preferito trasmutazione delle specie viventi).
Una volta che i primi nostri antenati bipedi hanno conquistato la posizione eretta, questa conquista ha avuto tutta una serie di ulteriori conseguenze. La prima, il restringimento delle anche e pertanto la diminuzione dei feti per ogni gestazione e la pericolosità del parto che portava in passato a molte morti. La seconda, la maggior cura nei confronti dei figli nati, proprio a causa del loro numero così basso. La terza, l'allenamento del cervello nella sua neuro plasticità a prendersi cura della prole proprio a causa della rarità dei parti che andavano a buon fine. La quarta, l'uso degli arti superiori per manipolare l'ambiente, facendoci diventare nel corso dei millenni da prede a super predatori.
In sostanza c'è un ambiente che limita in termini di risorse e impedimenti di vario tipo e che muta in continuazione. Dall'altro ci sono gli esseri viventi che devono rispondere a questo paesaggio dinamico con altrettanto dinamismo. Si crea così una  sorta di danza, senza alcuna finalità verso una evoluzione, intesa come progresso. Anzi si tratta di una danza che oltre ad essere causale, perché finalizzata alla sopravvivenza è contemporaneamente anche casuale (necessità e caso come scriveva Monod). L'unica finalità di questa sinfonia fondata su caso e necessità è la sopravvivenza, ma senza alcuna garanzia di successo, nè di miglioramento progressivo in termini di intelligenza, forza o altro. La novità di homo sapiens deriva dal fatto che il suo impatto stesso sulla terra ha modificato l'ambiente e quindi diventa egli stesso un fattore ambientale a cui si deve adattare. E tutto ciò è avvenuto nell'arco di massimo duecentomila anni, questa è l'età della specie homo sapiens, una inezia rispetto ad altre specie, anche complesse, che hanno una storia intraspecifica di milioni di anni.
#1309
Mauro. Tutta la scienza moderna è un metodo, ovvero il metodo sperimentale. Senza dimostrazione e condivisione degli esperti non c'è scienza. Se il metodo generale scientifico dimostra qualcosa, quel qualcosa può essere sistematizzato e diventare una teoria scientifica. Che sia scientismo è errato. L'evoluzionismo come ipotesi nasce addirittura con la filosofia greca, ma assume i connotati di teoria scientifica con Darwin e dal viaggio di Darwin con il Beagle sono passati circa 200 anni e in questi duecento anni si sono accumulate talmente tante prove a favore della teoria evoluzionistica che potremmo scriverci una enciclopedia. Prove paleontologiche, geologiche, archeologiche, biologiche e genetiche conducono tutte verso la teoria evoluzionistica. La teoria del gene egoista di Dawkins non capisco perché la citi. Dawkins era un evoluzionista che ha semplicemente preferito osservare il fenomeno evolutivo a livello di gene piuttosto che di individuo ma le conclusioni sono comunque evoluzionistiche. Dopo Dawkins, che scriveva negli anni 70 del XX secolo, l'evoluzionismo ha fatto passi da gigante. Le grandi scoperte genetiche degli ultimi 20 anni sono state la definitiva prova della solidità della teoria evoluzionistica. L'unico ma fondamentale anello mancante è quello del passaggio da sostanza inorganica a organica. Nessuno sa dire come sia avvenuto questo passaggio, ovvero la venuta sulla terra dei primi batteri circa 3 miliardi e mezzo di anni fa, dai quali discendono tutte le attuali forme di vita.
#1310
In effetti non "sembrerebbe" ma è proprio così.  L'evoluzionismo è una teoria scientifica con ormai tante prove alle sue spalle che ha lo stesso status e rigore (se non di più) della teoria della relatività di Einstein. Questo volerla continuamente farla passare per una opinione, una idea bislacca di qualche scienziato o un programma antireligioso è veramente stucchevole. Sarebbe come dire che il sole non è al centro del Sistema solare ma la terra e magari processare per eresia chi lo teorizza (questo forse è già accaduto).
La teoria dell'evoluzione come un passaggio lineare da una specie all'altra e quindi la sua confutazione per l'assenza di un anello che giustifichi il passaggio da uomo a scimmia è una teoria che l'evoluzionismo, come teoria, ha superato da almeno trenta anni. E l'ha superata anche grazie alla genetica.
Se fosse un passaggio così matematico da specie meno evoluta e specie più evoluta non si comprenderebbe neppure perché le scimmie siano ancora fra noi. La teoria evoluzionistica sintetica, che è quella attuale, ritiene che l'evoluzione non procede linearmente ma a "cespuglio", attraverso continue modifiche da altre specie. Tanto per intenderci. Omicron 5 non ha necessariamente soppiantato tutte le altre specie di virus di covid 19 (che è diventata una famiglia di specie). È diventata solo la specie dominante perché più diffusa. Puoi anche non crederci ma fino a 50 mila anni fa vi erano cinque o sei specie umane differenti, tutte con la loro cultura e tecnologia, poiché accanto ai loro scheletri sono stati trovati armi e altri manufatti oltre a cimiteri per seppellire i morti. In Siria sono stati trovati i resti di due villaggi molto vicini. Uno era di homo sapiens e l'altro di homo Neanderthalensis. Quest'ultimo poteva ancora accoppiarsi con sapiens, poiché non vi era stata ancora la definitiva "speciazione" che rende impossibile il passaggio ereditario di cromosomi. Ed infatti noi abbiamo dal 4 al 6 per cento di dna proveniente da Neanderthal. Pensa quanto sono pignoli gli scienziati. Hanno perfino dimostrato che il diabete lo abbiamo ereditato da Neanderthal. Ed anche questa piccola scoperta non fa che confermare la teoria evoluzionistica. Infatti Neanderthal era stato protagonista del secondo "out of Africa", cioè della fuoriuscita dall'Africa dei nostri progenitori e si stabilì in Europa, che allora (200.000 anni fa) era molto fredda. Neanderthal riuscì ad ambientarsi attraverso la capacità di accumulare grasso, poiché non c'erano ancora nè termosifoni né vetri, nè case ma al massimo pellicce di lupo o di orso ( i Neanderthal non sapevano cacciare i mammut). Ma il grasso accumulato tendeva a creare altri problemi di salute come l'ipertensione o il diabete. Infatti il diabete lo abbiamo prevalentemente noi europei e asiatici, che abbiamo ereditato un pochino di Neanderthal. Gli africani puri, che sono sapiens al cento per cento non si ammalavano di diabete, fino all'avvento del cibo spazzatura di oggi. https://www.siditalia.it/ricerca/journal-club/genetica-del-diabete-e-delle-complicanze/2381-genome-wide-association-study-of-type-2-diabetes-in-africa.
Un secondo aneddoto molto istruttivo. Alcuni di noi sono affetti da microcitemia che è una modifica genetica dei globuli rossi, che sono più piccoli e di forma leggermente ellittica. Se un microcitemico si accoppia con una microcitemica il rischio di generare figli affetti da anemia falciforme è alto e l'anemia falciforme o "mediterranea" è una brutta malattia. Qual'è allora il vantaggio evolutivo. Semplicemente i microcitemici sono gli eredi di quelle popolazioni che abitavano le zone paludose del mediterraneo, infestate dalle zanzare anophele, portatrici della malaria. I microcitemici infatti, grazie alla modifica dei loro globuli rossi sopportano molto meglio la malattia della malaria e non muoiono mai a causa di essa.
Potrei continuare fino a domani mattina elencando tutte le prove accumulate dalla teoria del l'evoluzionismo ma capisco che si tratta di inchiostro digitale sprecato. Chi vuole pensare che l'evoluzionismo sia una stupidaggine continuerà a farlo, rinfrancato nelle proprie echo chambers. Io non posso far altro, nel mio piccolo, che continuare a testimoniare la verità scientifica, che per quanto sempre modificabile, si basa su solidissime prove e non sulla tradizione.
#1311
Discorso interessante Phil, che pone l'accento sulla costruzione artificiale e pertanto giuridica di vita umana. Nel caso della IVG siamo di fronte a un tipico caso di valori giuridici entrambi meritevoli di tutela ma contrastanti fra di loro. Il legislatore fa quello che può, più o meno bene, poiché anche il diritto è una tecnica che risponde a sue regole interne (distinzione fra diritto sostanziale e procedurale). Si possono fare molti discorso pro e contro su questo argomento e molti saranno validi, sia in un senso che nell'altro, senza dover essere necessariamente pro patriarcato o contra Deus. Vivendo però in una società aperta, considerato che il problema "estinzione umana" non proviene da IVG, considerato che giustamente far nascere un essere umano impone un alto senso di responsabilità, appurato che gli aiuti alle nascite indesiderate sono ridicolmente bassi e inadeguati in quasi tutte (o tutte) le società attuali, preso atto che le battaglie pro-life sono spesso battaglie ipocrite e politiche che si disinteressano della nuova vita non appena è venuta alla luce, per poi rivendicarne la sacralità solo alcuni decenni dopo, quando sarà affetta da sclerosi multipla amiotrofica, per tutti questi motivi, la regolamentazione della IVG è necessaria ed uno dei criteri per distinguere una società libera da una società oppressa. Quello che bisognerebbe però fare di più, anche accettando la necessità della IVG, è tutelare chi non ha diritto di parola, in questo caso il feto/embrione/futuro umano. Una tutela del genere però, se affrontata realmente, significherebbe rovesciare i rapporti di potere e gli stessi rapporti familiari delle società avanzate. I pro-life  non mi sembra che abbiano queste velleità.
#1312
Attualità / Re: Democrazia e informazione
03 Luglio 2022, 19:49:21 PM
Un quadretto inquietante. Il primo pensiero che ho avuto è stato: "Da cosa è stato causato questo degrado?" Su Netflix dovrebbe ancora esserci una serie molto nota, "Breaking Bad" che forse può darci delle risposte. Si parla di un professore di chimica che stanco del suo status da "perdente" in quanto semplice professore di una scuola superiore, inizia a produrre droghe per il mercato dello spaccio. Interessante vedere come questo professore, per arrotondare, faccia, come secondo lavoro, l'inserviente in un autolavaggio. Non vi racconto tutto il plot, anche perchè è molto lungo e complesso. Ma il senso radicale della serie è
1)"non c'è più una morale, se anche un professore WASP, si inchina al denaro per dimostrare di essere "arrivato" e quindi di aver dimostrato il suo successo."
2)"non c'è più morale se un insegnante deve svolgere un secondo lavoro per poter essere ritenuto un degno cittadino".
Immaginiamo ora tanti Walter White (è il nome del professore) che si aggirano come tanti "spettri" nel mondo occidentale. Non tutti hanno la faccia tosta di produrre metanfetamina, o non ne hanno le competenze, ma resta il loro urlo sordo, il risentimento, il sentirsi dire che non hanno avuto successo per qualche loro indubbia tara. E nello stesso tempo emerge, per la prima volta, da qualche secolo, la certezza che la generazione successiva non starà meglio di quella precedente. Una dinamica che è presente nella storia, senza esagerare, almeno dall'inizio del XIX secolo. Quindi, io sono un fallito ed anche mio figlio lo sarà. Di qualcuno dovrà pur essere la "colpa". Tutto ciò aggravato da un clima culturale fondato sul narcisismo, sull'individualismo, sulla competizione, sullo spettacolo e sull'esibizionismo, con le istituzioni dedicate al supporto sociale, deprivate di ogni potere materiale e simbolico (come la scuola ma anche la religione).
Personalmente, a costo di essere ripetitivo, so a chi dare la colpa, ovvero alla incapacità del capitalismo di autoregolarsi, se non quando sente il becchino che bussa alla porta. Finora, bene o male è riuscito sempre a metterci una pezza. Ora la situazione mi sembra estremamente complicata, come nei giochi elettronici: dopo aver sconfitto un boss (Pandemia), ne arriva uno più forte (Putin) a cui ne segue un altro (Disinformazione e anarchia) a cui ne segue un altro, che credo sarà definitivo (Cambiamento Climatico).
Verrebbe voglia di trovare un'isoletta e sparire.
#1313
Comincia ad essere un thread sostanzioso. :)). ringrazio comunque Mauro per la sua tenacia e per il suo eroismo, visto che combatte "quasi" da solo, con qualche tiro di artiglieria leggera  Anthonyi II/75. Provo a prendere il discorso da un altro lato.
Assioma 1. Noi siamo animali. Nel senso che apparteniamo alla natura e al regno animale. Quindi nessun senso trascendente in questo mio intervento.
Detto questo, i valori veri della vita sono necessariamente anche valori biologici. E questo lo dico come forma di tutela dell'umanità, visto che troppo spesso si è offesa la vita umana, volendone salvare l'anima. Siamo fatti di membrane, muscoli, organi, sudore, pensieri, cultura, musica, ricordi, ma senza il corpo biologico temo che sarebbe dura essere tutte queste cose.
Infine, la nostra biologia è stata condizionata da moltissime scelte evolutive, che ci ha reso quel che siamo. Teoricamente, prima che la tecnologia prendesse il sopravvento, l'aborto non era contemplabile, come del resto il diritto di proprietà, l'usucapione, l'assicurazione o il testamento. Con l'avvento della tecnica (Severino), il mondo cambia e si devono fare dei compromessi regolati dal diritto. Perché il diritto nasce dalle società complesse. I babbuini, per quanto rispettabilissimi primati non hanno un diritto. L'interruzione volontaria di gravidanza è uno di questi compromessi. Una scelta "grigia" a cui ci si augura non dover mai arrivare ma è meglio che ci sia, visto lo scempio che noi maschietti abbiamo fatto, nel corso della storia, con le  donne. Questo è quanto, con l'ulteriore ripetizione che IVG e obbligo a partorire sono soluzioni violente entrambe e occorrerebbe lavorare ex/ante, rispettando le aspettative della madre, del padre, del feto e della società. Il riconoscimento intersoggettivo è alla base di questo argomento, che deve tuttavia utilizzare, quando necessario, la dolorosa stampella della regolamentazione giuridica. 
Ps: molto corretta la considerazione che spesso divieto di aborto e pena di morte convivono nelle leggi di molti stati e viceversa IVG e abolizione della pena di morte.
#1314
Mauro. A questo punto è difficile capire se la tua è una difesa del feto di tipo religioso/tradizionale oppure vitalistico/nietzschiano. Nel primo caso non avrei nulla da obiettare. Nel secondo caso credo che sia importante considerare la specie homo sapiens come una delle tante della storia biologica del pianeta terra. Una specie che dovrebbe vivere in armonia con il resto delle specie e della natura. È possibile che detta armonia sia raccomandata anche da molte religioni tradizionali. Questa armonia è sempre più compromessa da noi, in virtù del nostro numero e dei consumi di una parte rilevante di noi. Predicare un "crescete e moltiplicatevi" di questi tempi è solo un modo indiretto per pregare l'imminente arrivo di una Apocalisse (che potrebbe comunque esserci, i fenomeni climatici non si guidano a comando). Quindi questa supposta cultura della morte, in realtà potrebbe essere vista come una cultura della vita e della tutela di Gaia. Con questo non nego che il problema della interruzione della gravidanza sia tragico, nel senso dell'Antica Grecia. Chiunque di noi, se fosse un feto, desidererebbe vivere, anche con una madre psicotica e un padre alcolista. La soluzione come ho già scritto è nell'aver ben presente la differenza fra soluzioni ex ante e soluzioni ex post. L'aborto e l'obbligo alla nascita di una vita non voluta sono soluzioni ex post molto simili in teoria, anche se in pratica divergono. Le soluzioni ex ante sono molto più complesse ma sono quelle che potrebbero sciogliere quel nodo tragico e questa solita commedia paranoica fra pro e contro. Le soluzioni ex ante ci costringono a guardarci dentro e a capire che per avere un mondo con il minimo di tragedia possibile dobbiamo aiutarci l'un l'altro e l'altro è contemporaneamente, il feto, la madre e le condizioni di vita della madre.
#1315
Attualità / Re: La strage di melilla
28 Giugno 2022, 19:26:47 PM
In proposito proporrei delle soluzioni rivoluzionarie. In primo luogo incriminare gli evasori fiscali, così almeno siamo tutti Pantalone e qualcuno non è più Pantalone degli altri. In secondo luogo opterei per una accoglienza vera fatta di integrazione e condivisione, anche grazie alla lotta all'evasione (ricordo che in Italia il livello di evasione fiscale è uno dei più alti dell'ocse, credo che ci batta solo il Messico). Le persone bene accolte potranno esprimere meglio le loro qualità e chi ci guadagnerà sarà l'Italia nel suo complesso, cosa che già accade tra l'altro se si fa la differenza fra Pil prodotto dai migranti in Italia e spese investite per la loro integrazione. Penso però che sia un discorso difficile da comprendere anche se totalmente razionale.
#1316
Un amore completamente oblativo è probabilmente un tipo di amore particolare, quasi mistico, ma che nel classico rapporto di coppia diventa maligno o semplicemente inconsistente. L'amore è vivere insieme. Il vero amore terreno, fragile e finito, si fonda sulla reciprocità dei sentimenti, sul rispecchiamento più o meno profondo, sulla compensazione, sulla accettazione e sul perdono. Subentra poi con il tempo un affetto profondo, che forse non è più amore ma è condivisione dei ricordi, della vita che diventa memoria e attraverso quella memoria avviene una sorta di fusione e diventa così facile quasi leggere nel pensiero dell'altro/a.
Quindi, quell'amore gratuito è sicuramente prezioso ma non crea alcun legame. Si dissolve nella sua gratuità. L'amore vissuto è sempre quello che gioca a cavallo di due mondi, quello terrestre del "do tu des" e quello celeste del rispecchiamento, del vivere con l'anima gemella, che a poco a poco diventa una specie di sè alternativo, sicuro come sei, che lei/lui è diventato una parte importante della tua stessa mente. Il dolore è il prezzo da pagare nel caso di fallimento di questo amore, mentre l'altro nella sua apollineità non crea nè gioia nè dolore, perché non c'è perdita, non c'è lutto e non c'è neppure rischio di perdita o di lutto.
#1317
Risposta a Mauro #57. L'aborto è sicuramente un trauma. Sia per la potenziale madre che per il feto. Soprattutto al feto nessuno chiede il suo parere. In sostanza il feto fa parte di tutta quella schiera di "ultimi", di "non ascoltati". È una schiera simile alla carne di cannone degli eserciti, dei migranti che muoiono in fondo al mare.
Ma credo che sarebbe anche un trauma potenziale farlo vivere, perché senza amore dei propri genitori, il bambino svilupperà inevitabilmente tutta una serie di patologie che lo condurranno molto facilmente davanti uno psichiatra, o un assistente sociale o un poliziotto, mantenendo in vita per le successive generazioni, svariate tipologie di trauma. Aborto e nascita di un figlio non desiderato sono azioni molto simili, che potremmo definire ex/post. Quello che manca nelle nostre società ipercapitaliste è la visione ex/ante. Bisognerebbe intervenire prima che la frittata sia servita. Ma fare ciò significa modificare in profondità il modello sociale. Bisognerebbe tornare agli anni '70 dello scorso secolo e abbandonare l'ideologia reagan/Tatcheriana che è quella che domina nel mondo occidentale attuale. Ma per ottenere un simile risultato non bastano le elezioni politiche. Sono mutate in profondità le stesse coordinate culturali, al punto che molti partiti "supposti" di sinistra, ormai perseguono politiche liberali, con qualche piccola concessione sui diritti civili. Se non avviene un "risveglio" dal basso, non cambierà nulla e continueremo ad affrontare i problemi ex/post, nella questione del l'aborto, come nella questione degli incidenti sul lavoro, come sul clima o sulla giustizia.
#1318
Anthonyi #46. Se ci si limita a diffondere le proprie idee, sono del tutto favorevole. Sono il primo a ritenere importante che le future madri comprendano il trauma proveniente da una interruzione di gravidanza. Ma il principio che uno stato mantenga il diritto a questa interruzione fa parte di quei principi che ogni tanto si prova a estirpare. È anche sintomatico che questa battaglia si apra in un momento critico, durante il quale le magnifiche sorti dell'Occidente sono messe a dura prova. E se il progresso come fonte di legittimazione viene meno, allora vengono sempre bene i gendarmi e i sanfedisti.
#1319
Niko mette in gioco Dio e patria perché sono valori che mettono in secondo piano la libertà e in primo piano l'ubbidienza e il sacrificio senza alcun corrispettivo. Che la gravidanza sia solo fonte di piacere è fuorviante. È vero che il corpo viene sommerso di ormoni piacevoli, ma questo che senso ha? Il figlio poi nasce e gli ormoni scompaiono. Mi sembra quasi un inno alla tossicodipendenza ormonale. Se una donna facesse figli, uno dietro l'altro sarebbe sempre felice? Non mettersi contro gli istinti....la civiltà umana è un continuo combattere alcuni istinti, cioè quelli più egoistici e avidi, quelli che attivano la nostra aggressività. A meno che non si voglia tornare allo stato di natura la nostra è stata ed è una continua guerra ai nostri istinti, con battaglie vinte dall'una e dall'altra parte. Lo stesso messaggio evangelico è un messaggio contro istintivo e fondato sulla necessità di un catechismo universalistico. Se fosse istinto non ci sarebbe bisogno di alcun insegnamento.
#1320
Anthonyi: risposta a #40. La differenza sta nel fatto che io lascerei libera la donna di decidere se abortire oppure no. La responsabilità di crescere un nuovo essere umano è un compito troppo importante per essere lasciato anche a chi non lo vuole. Magari se proprio si vuol fare seriamente,  bisognerebbe aumentare gli strumenti per prevenire gli aborti, ma anche in questo caso bisogna trovare i soldi, mentre il divieto di aborto è tax-free (apparentemente, perché poi invece i soldi servono per comunità, poliziotti, giudici, carceri, psichiatri e così via.)