Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - daniele22

#1321
Tematiche Filosofiche / Re: SOLIPSISMO 2
22 Dicembre 2022, 08:27:19 AM
Poco di personale e molto di ideologico Ipazia: questo in riferimento al mio ultimo intervento a te diretto. Anarchismo e comunismo. A parte il fatto che poco o nulla so della loro dottrina, immagino ben che l'anarchico fosse percepito come la peste nera per quelli che sarebbero poi divenuti l'Unione Sovietica. Questo soprattutto perché la Russia doveva per forza di cose fronteggiare altre nazioni che non erano certamente inclini al comunismo. E l'accesa disputa che vede addirittura il POUM, spaccatosi dai filo bolscevichi, agire contro questi ultimi alleandosi più o meno con gli anarchici, tale disputa appunto emerge ancora nell'estate del '37 a Barcelona ed è ben descritta da Orwell nel suo "Omaggio alla Catalogna". Ma oggi, di fronte alla necessità di pensare ad un ordine mondiale, e dato pure che qualche Re sembra averlo già bello e pronto, dico, dobbiamo tirarla ancora per le lunghe? Ti preoccupa l'etica? Io, daniele, posso dirti della mia etica: non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. Non posso costituirmi come ordine per un altro, altrimenti che anarchico sarei? Siccome poi succede pure che magari uno voglia farti del bene e invece tu lo percepisci come male, starebbe a te dirglielo per l'intanto. E a niko dico che io ce l'ho tanto col capitalismo, ma di fatto lo sostengo proprio come te. Fatti una ragione pertanto sulle tue responsabilità, almeno come individuo indefinito, perché quelle sono, né più, né meno.
Abbandonando ora il misto personale-ideologico sarebbe da segnalare che l'anarchico, tra l'altro, ha una particolare sensibilità nei confronti del Re , e ne ha ben pieno diritto dato che corrisponde alla sua perfetta antitesi. Balzo quindi al tema posto da Eutidemo sulle congetture di Vero Tarca nel quale io diedi ragione ad Eutidemo (vedi: tematiche filosofiche – Negazione e differenza, secondo la concezione di Vero Tarca – aperto da Eutidemo il 4 marzo 2022 – Post numero 19). Visto che Eutidemo giudicò un po' complesso il mio ragionamento lo spiegherò allora qui a tutti. Da anarchico quale mi ritengo essere mi identifico come l'antitesi al Re, anche senza ben sapere quello che sarebbe nei desideri del Re, ma son certo che di promesse si tratta. Però, al tempo stesso, da eretico, avendo espresso la validità della tesi di Eutidemo contro le congetture di Vero Tarca, mi insedio nei mondi delle menti umancelesti proponendomi come sintesi alla tesi di Eraclito, che considero la prima tesi filosofica mondana (affermazione, positivo, verità), e all'antitesi di Parmenide (negazione, negativo, falsità) e i suoi derivati. Volevo cioè dire nel mio intervento di allora che in senso temporale il positivo (la verità), il logos viene prima del negativo che vuole negarla, cioè l'essere. Mettendo un attimo da parte Vero Tarca e ritornando a noi, significo che non accetto in senso filosofico quel che venne dopo Parmenide. Per altre vie mi sembra di averne parlato sconfessando il noumeno a favore del fenomeno. E in questo senso sconfesso anche la concezione del marxismo, ovvero ribaltandola, sostenendo cioè che il fenomeno corrisponda alla materia, mentre il noumeno corrisponda all'ideologia. Cioè, la sensazione prodotta dal fenomeno produce l'ideologia, così come ne ho parlato con Green Demetr nell'ultimo post che ho fatto in: Tematiche filosofiche – Fenomenologia dello Spirito di Hegel – aperto da Green Demetr il 30 novembre 2021 – Post numero 117 e successivi. Lì parlavo appunto di fede in qualcosa, e un'ideologia è senz'altro qualcosa. A titolo di precisazione quando parlo di una cosa o di qualcosa io intendo qualsiasi cosa che la nostra mente possa imbrigliare tanto da poterne parlare, anche a vanvera. Lasciando così Zenone alle sue pretese di negare lo spazio quando invece, con lo stesso ragionamento poteva dedicarsi a negare il tempo, giungo quindi alla sintesi già esposta a Ipazia nel topic "La realtà e la percezione del tempo" , e che mi ha fatto perdere la pazienza:
l'essere è fatto della stessa sostanza del divenire, solo che l'essere non si mostra e il divenire è invece percepibile (dal corpo-mente). Se è vero che tutto quel che la nostra mente può realizzare può farlo solo se ciò che realizza riesce ad inquadrarlo in qualche misura nel divenire, questo significa pure implicitamente che la mente ha realizzato l'esistenza di una causa che sarebbe quella che l'oggetto realizzato produce nei confronti nostri e/o di altre cose. Allora, visto che l'essere è comunque un oggetto mentale (una parola, un sintagma, un qualcosa di cui si può parlare anche a vanvera) e quindi per forza di cose realizzato dalla nostra mente, questo significherà per quanto detto prima che la nostra mente, o forse la prima mente che lo espresse in forma di parola, tale mente appunto avrebbe colto in qualche misura il suo divenire. Allora, quale sarebbe 'sto benedetto divenire dell'essere? Il divenire dell'essere sta nel considerarlo come la sua possibilità di percepire una causa e, assimilandone l'effetto, in successione temporale produrre vari effetti che a loro volta, nel proseguire del divenire diverranno altre cause. Questo marchio invisibile, che si potrebbe chiamare il logos dell'essere, è lo stesso marchio che sta in ciascuna cosa, noi stessi compresi, che è percepibile dalla mente tramite i sensi nel suo divenire, e che noi enti umani esterniamo tramite il nostro logos umano: il verbo, la parola, il discorso.
A questo punto, seguendo il filo del mio pensiero relativo a Vero Tarca, la sintesi avrebbe aggiustato la tesi in quanto il divenire che è in me non può rinunciare ad una fede sul divenire dell'essere poiché il divenire dell' "essere individuo" soggiace al divenire dell' "essere del genere umano" almeno in prima battuta ed essendo io daniele un mondano. Ridimensiona pure l'antitesi nella sua pretesa che l'essere non sia assoggettato al tempo, che sia cioè immoto e sola causa. A questo punto, riferendomi al pensiero sul tema della concezione di Vero Tarca, la sintesi diventa nuova tesi affermando a sua volta che:
Qui si entra nei terreni del solipsismo andando innanzitutto a rilevare che Heidegger sulla scia di Hegel si è inventato "l'esserci" tirando fuori di fatto dall'indagine sul reale "l'essere dell'individuo" e qui compie l'errore, il quale si manifesta eclatante tanto in questo forum, quanto nelle piazzole degli autogrill in autostrada dove, oltre a Re-Enzi, c'è chi ancora appronta tavoli clandestini per il gioco delle tre carte. E non parliamo di altri luoghi, non ce n'è proprio bisogno. Mica sono scemo!! Ma voi pensate che un sito internet dove in teoria si dovrebbe parlare di cultura non sia in qualche modo monitorato quand'anche usato da persone asservite da qualche interesse di cui noi nulla si sa? Io lo pensavo, prima di entrare nel forum, da buon ingenuo. Mi pareva proprio impensabile che in uno dei tempietti della cultura potesse esservi corruzione, anche se mai mi si è svelata finora in modi palesi. Mi sono reso conto infine di quello che mai potrò sapere almeno fintanto che non sia disposto a tirare la corda fino alle estreme conseguenze. Mi son reso conto che la personalità, in combutta con l'io che ne modula l'onestà o la disonestà governa il mondo intero. E io dovrei tenere fuori dalla disamina del mondo in cui vivo il problema di come e quanto il conoscitore possa influenzare i campi di indagine del conosciuto? In tutta sincerità mi sembrerebbe una cosa da fuori di testa. L'ho già detto, il metodo scientifico funziona, ma ci è dato di sapere chi c'è dietro i selezionatori delle ricerche che sono da farsi o non farsi?
In fondo si tratta solo di capire che noi individui non dovremmo stare più di tanto attenti al fatto che la Terra gira attorno al Sole, questo già lo sappiamo e lo abbiamo indagato assai, questo accade da sempre anche in astronomia. Dovremmo invece renderci conto che le cose che accadono dentro di noi sono rovesciate rispetto al mondo presunto là fuori, e giustamente pretenderemmo che fosse il Sole a girare intorno a noi, ma tutti noi, non una parte.
Pertanto, se qualcuno ha qualcosa da chiedere o contestare ... dica pure
P.s.: Ovvio che la concezione in voga per quel che attiene l'evoluzione viene messa in discussione affermando che il caso non esiste e che l'evoluzione sia direzionata
#1322
Attualità / Re: Renzi rinviato a giudizio
19 Dicembre 2022, 11:20:47 AM
Al di là della questione Renzi  mi rivolgo a Eutidemo per chiedere lumi su un aspetto  dell'articolo 617 septiem,  che naturalmente si appoggia all'articolo 617 nel quale si parla di fraudolenza nell'acquisizione di informazioni. Io penso che la fraudolenza non possa riferirsi al fatto che io mi travesta o mi camuffi, penso bensì che tale fraudolenza possa costituirsi solo quando nell'acquisizione vi sia un'azione fraudolenta ai sensi del codice penale del tipo che io mi introduca nella casa di Renzi e metta ad esempio un microfono nascosto. Pertanto, che io mi mimetizzi, in linea generale e di sicuro in questo caso, non avrebbe nulla a che vedere con la fraudolenza. Per quel che riguarda invece il fatto di diffondere al fine di recare danno, mi sembra che qui ci si arrampichi proprio sugli specchi. Posso anche capire a cosa voglia mirare tale articolo, ma nel momento in cui l'informazione che io intercetto non è fraudolenta non capisco proprio cosa possa ostare al fatto che la divulghi. Un saluto
#1323
Citazione di: Ipazia il 16 Dicembre 2022, 19:09:05 PMNon mi balocco con l'essere metafisico dei sofisti. A me interessa innanzitutto l'essere antropologico e delle cose che lo circondono, i quali hanno una consistenza materica e psichica gettata nel divenire, rispetto al quale resistono, conservando la loro "sostanza" intesa in senso aristotelico. L'essere è personale, il divenire impersonale. L'essere ha intenzionalità, il divenire no. Etc.



Si dice che i topi siano abbastanza intelligenti nell'azione di smascherare i veleni. Ho impiegato un anno e mezzo a stabilire che la tua pastura è un veleno e ho impiegato così tanto tempo perché di natura non sono malizioso. Ramon Mercader, se volesse farmi fuori proditoriamente, impiegherebbe un ottavo del tempo rispetto a quello che dedicò a Trotsky. Il disprezzo che hai espresso per quelli che tu chiami straccioni mi ha colpito fin da subito comunque. O cambi registro, oppure continua a dispensare pure il tuo veleno. Un saluto
#1324
Citazione di: Ipazia il 13 Dicembre 2022, 16:07:28 PMIl divenire ha le sue ragioni che l'essere non conosce.
Perdona Ipazia, premettendo che Eutidemo ti ha già fornito una risposta adeguata, vorrei aggiungere questo: tu non ti rendi conto, secondo me, che l'essere è fatto della stessa sostanza del divenire, solo che l'essere è invisibile e il divenire visibile. Se è vero che tutto quel che la nostra mente può cogliere lo può cogliere solo se quel che è stato colto sta nel divenire, lo coglie quindi perché coglie una causa (un ordine di attenzione) che può essere messa in moto da quel che è stato colto. Allora, visto che l'essere è stato realizzato dalla nostra mente, vuol dire che la nostra mente ha colto in qualche misura il suo divenire. Allora qual è il divenire dell'essere? Il divenire dell'essere sta nel considerarlo come la sua possibilità di percepire una causa e, digerendone l'effetto, in successione temporale produrre vari effetti, che a loro volta, nel proseguire del divenire diverranno altre cause
#1325
Tematiche Filosofiche / Re: SOLIPSISMO 2
16 Dicembre 2022, 10:53:49 AM
Citazione di: Eutidemo il 16 Dicembre 2022, 05:47:53 AM
Ciao Daniele22.
L'informazione che l' "io" viene strutturato dal "sé", ovvero dalla personalità, è assolutamente corretta a livello psicologico; ma non c'entra assolutamente niente con la contrapposizione Vedanta tra l'"io individuale" ed il "sè universale".
Si tratta di approcci completamente diversi.
***
Ed infatti:
a)
Secondo la concezione psicologica, quando muore l'"io individuale", muore anche il "sè individuale"; il che è esattissimo, perchè anche secondo me nessuno dei due sopravvive alla nostra morte.
b)
Secondo la concezione Vedanta, invece:
- quando muore l'"io individuale", non si spegne affatto l'autentica "realtà", ma solo l'illusoria "realtà" che "appare" alla "mente individuale";
- quando muore l'"io individuale", invece, si accede all'autentica "realtà" della "mente universale" (ovvero dell'Essere, del , dell'Uno o di Dio, come preferisci chiamarla).
***
Solo una volta morti sapremo se tutto questo è vero o no; ma, finchè siamo vivi, hai ragione nello scrivere che tale questione è ininfluente ai fini pratici.
***
Il tuo seguente ragionamento sui sogni è interessantissimo, molto intrigante, ed in gran parte condivisibile.
Però devi tenere presente che un conto è come ragioni da sveglio, ed un conto è come ragioni mentre sogni; in entrambi i casi, infatti, sei convinto di essere sveglio, sebbene, una volta desto, poi ti sembra che il sogno si era svolto in modo irrazionale e insensato.
***
Ad esempio, mi è accaduto di sognare che, accingendomi a radermi, pur avendo soltanto 23 anni, vedevo molto realisticamente nello specchio un volto da settantenne; terrorizzato dalla cosa, mi sono svegliato urlando nel letto, a fianco della mia ragazza.
Una volta raccontatole l'orribile sogno, lei cercò di tranquillizzarmi facendomi vedere nel suo specchietto della cipria che avevo soltanto 23 anni, e che il mio era stato soltanto un incubo.
Poi, mentre mi specchiavo guardando rassicurato il mio volto giovanile, mi sono svegliato di nuovo, anche da quel sogno; e mi sono accorto che ho effettivamente più di settanta anni, e che la mia ragazza è morta di leucemia più di quaranta anni fa, a 21 anni. :'(
L'ho sognato la settimana scorsa!
***
Spesso mi capita di svegliarmi da un sogno in un altro sogno; una volta anche per la terza volta!
***
Tu ti chiedi: "Di cosa sono fatti i sogni?"
Io mi chiedo: "Di cosa siamo fatti noi?".
E Shakespeare risponde: "Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e la nostra breve vita è circondata dal sonno!" (SHAKESPEARE, da La tempesta, atto IV, scena 1).
***
Un saluto! :)
***

Ciao Eutidemo, proprio bello il riferimento alla Tempesta, ma da sensato solipsista agnostico, e infine fondamentalmente pratico, cosa vuoi che possa fare se non accompagnarti alla realtà molto più terra terra della scommessa e della sconfitta accusata da Shylock nel Mercante di Venezia ... doge o chi per esso permettendo. 
Circa i sogni ti dirò che ho esperienza di doppio, forse a volte anche triplo sogno, ma in un incubo che avevo, quasi sicuramente abbandonandomi, cioè senza più oppormi ad esso, mi è capitato di riuscire ad intervenire nel sogno così da svelarlo. E dopo essersi svelato ogni qualvolta che l'incubo tornava intervenivo ogni volta svelandolo, e poi nel giro di breve tempo l'incubo scomparve. Comunque, a parte questo, da buon pragmatico, penso sempre che in qualche modo, di riffa o di raffa, mi adeguo al sogno in cui mi trovo
#1326
Citazione di: viator il 12 Novembre 2022, 11:32:26 AMSalve carissimo daniele22.



Citazione di: viator il 12 Novembre 2022, 11:32:26 AMSalve carissimo daniele22.



Citandoti è uscito solo questo, illustrissimo, lo giuro, vorrei quindi disambiguare ... non si pensi che siamo amanti ... Volevo dire che non è finito tutto nel 1989, il comunismo forse sì, ma ci sono storici che pensano che ci sia una guerra civile europea ancora in corso, e che tale guerra dura non si sa bene se dal 1914 o dal 1917; ora non so bene di cosa si tratti e se l'informazione sia attendibile, ma tant'è. Un saluto
#1327
Tematiche Filosofiche / Re: SOLIPSISMO 2
15 Dicembre 2022, 21:56:26 PM
@niko : Mi sembra che tu carichi del tutto ingiustificatamente il solipsismo filosofico con le negatività del solipsismo in psicologia. Detto ciò, la tua definizione mi sembra condivisibile, ma io te ne offro un aspetto da altro angolo, più connesso all'etica che alla teoria, e mi sembra pure di averlo già detto. Ti sembra giusto che io, a prescindere che tu sappia se sono o no un solipsista in senso filosofico, nella prospettiva di compiere uno studio sulla realtà non debba tener conto di come il conoscitore influenzi i campi del conosciuto? Penso che sarebbe stoltissima cosa non farlo, roba che si fa attualmente


@Eutidemo: Grazie per il consiglio sulla traduzione. Riprendo dunque la tua conclusione e vediamo quel che ho capito.
"Pertanto se metto una mano sul fuoco me la brucio senz'altro:
- O a livello "onirico psicologico", se mi sto sognando la cosa come un "io individuale" che dorme, e che ancora non si è risvegliato, nel suo letto, alla sua coscienza "individuale".
- Ovvero a livello "onirico fenomenologico", se mi sto sognando la cosa come "Sè universale", che ancora non si è risvegliato alla sua vera natura cosmica, non avendo ancora perso la sua illusione "individuale".
Sono andato su WP per darmi un'idea della distinzione tra "sé" ed "io" e ne ho raccolto, io, l'informazione che l' "io" venga strutturato dal "sé", ovvero dalla personalità.
Interpretazione della tua conclusione:
Sarei dunque io, daniele22, presuntamente desto e calato nella mia realtà presunta vera, che esprimo un pensiero sui sogni per farmi un'idea dei rischi che corro presumendo che la mia realtà sia presunta vera, reale, pesante, o non sia invece solo un parto della mia mente. Nel mio caso personale quando mi posi il problema, forse perché di natura sono un pragmatico, lo giudicai ininfluente ai fini pratici e lo gettai subito alle ortiche. Ma dovendomelo porre rifletterei per prima cosa sul fatto che io sono consapevole dell'esistenza dei sogni. Di cosa sono fatti i sogni? Di fenomeni, dico io. Quindi, fintanto che sogno del rischio di bruciarmi o di non bruciarmi mettendo una mano sul fuoco, quando mi sveglio mi rendo conto che era solo un sogno ... e finita lì. Ma se mi sognassi degli amici che mi dicono delle cose sul fuoco, sulla mano che si brucia o non si brucia, sognando quindi cose in cui interviene il logos di altri, e poi mi svegliassi, forse potrei anche chiedermi a chi si debba attribuire la paternità di quei logos intervenuti nel sogno. In ogni caso io sogno sempre dei fenomeni, e che questi siano frutto della mia mente onirica non vi sarebbe alcun dubbio, visto che il sognatore sarei io. Però nel sogno accade che tali fenomeni subiscano a volte delle deformazioni che non sono illogiche in senso stretto, ma solo poco conformi alla realtà come ci appare in stato di veglia. Ad esempio, a volte sogno che precipito da una montagna, ma non provo paura, o meglio la provo, ma solo quando inizio a cadere perché poi precipito senza accelerazione e ad una velocità talmente ridicola che certamente non mi arrecherebbe danno alcuno. Un'amica mi raccontava inoltre che uno psicologo le disse che la persona che le diceva quelle cose in sogno non era quella persona che lei pensava che fosse, bensì suo padre. Mi disse che fu vivamente toccata dal dire dello psicologo riconoscendo subito come vero quel che diceva. Allora, daniele22, cioè io, non mi sono fatto alcuna idea di quanto l'io possa intervenire sul sé. Immagino solo che possa in certa misura comprenderlo e strumentalizzarlo, però prima dovrebbe comprenderlo qualora intenda strumentalizzarlo a fini socialmente utili. Altrimenti che continui pure a strumentalizzarlo per i cavoli suoi. Ma come si fa a rendersene conto a livello razionale? Innanzitutto criticando. Criticando cosa? Immagino vi siano varie vie, io ne butto qui una a caso, visto pure che mi sto contraddicendo avendone parlato precedentemente come cose distinte. Secondo me, il noumeno e il fenomeno sono sostanzialmente la stessa cosa. Anzi, direi che a esistere sia il fenomeno, mentre il noumeno sarebbe una spiritosa invenzione
#1328
Tematiche Filosofiche / Re: SOLIPSISMO 2
14 Dicembre 2022, 23:10:35 PM
Mi scuso ancora una volta con niko, ti risponderò domani voglia la buona sorte.
Scuse più che accettate Eutidemo, ci mancherebbe. Una volta stazionai in India durante un paio di mesi. Nei primi dieci giorni mi pareva di vivere in fumetto di Jacovitti, hai presente? Salami, matite e quant'altro a confonderti la testa. Mi ritenni davvero fortunato del fatto che fossimo in due. Dell'induismo conosco la Bhagavad Gita di cui ho letto il testo e devo dire che mi ha davvero sorpreso. Mi ha colpito intanto, in relazione alla conoscenza, la descrizione delle tre qualità in cui si trova a vivere l'individuo: le traduceva con Purezza Passione e Ignoranza. Ma quel che mi ha sorpreso fu che queste tre non fossero libere, bensì vincolate da qualcosa che non ricordo bene cosa fosse. La traduzione del testo era esplicitamente dedicata al lettore di lingua italiana. Insomma, l'ho trovata ben articolata e calzante. Però, sinceramente, mi è dispiaciuto che il guerriero Arjuna si sia fatto convincere da Krishna alla battaglia, pure se ho espresso ben altre opinioni sulla guerra in corso, ma almeno non avevo Krishna di fronte a me. Sarei quasi curioso di rileggerlo con gli occhi di oggi e son quasi certo che convincerei Krishna che non vale la pena, o in alternativa Arjuna a disobbedire.
La tua simpatica storiella mi fa pensare a due cose:
a) per fortuna che c'era l'albero, che non è poco; infatti il monarca probabilmente lo vedeva pure lui, ma forse non si è posto più di tanto il problema.
b) che quell'unico lemma (solipsismo) per due discipline diverse intobida le acque al punto che se volessimo intenderlo in senso filosofico forse sarebbe quasi meglio dimenticarselo senza sostituirlo
Da ultimo, non mi è chiaro il concetto di Sè universale, ma proprio non riesco a cogliere quello che vuoi dire
#1329
Tematiche Filosofiche / Re: SOLIPSISMO 2
13 Dicembre 2022, 18:23:24 PM
Citazione di: niko il 13 Dicembre 2022, 12:51:17 PMForse sono stato troppo lungo e non chiaro...

Sostanzialmente il solipsismo si puo' intendere in due modi, quindi, possiamo dire ci sono due tipi di solipsismo: o (1) io proietto il mondo come un Dio gnostico o biblico, quindi secondo autocoscienza E secondo volonta' , facendone di fatto un sogno lucido in cui io decido cosa succede e chi incontro, oppure (2) io proietto il mondo si', ma come un semplice e scalcagnato IO (tipico di certa filosofia moderna da Cartesio in poi), cioe' in qualche modo lo proietto SOLO secondo autocoscienza, in maniera "meramente" proiettiva ed illusiva, con la volonta' che resta sullo sfondo e puo' ben essere frustrata, lasciando spazio all'implicazione della sofferenza.

Ora, la 1 la si scarta subito perche' chiunque con un minimo di sale in zucca puo' constatare che lui non e' onnipotente e beato  come il Dio biblico: al mondo c'e' la sofferenza, e lui stesso soffre.

Con cio', fine del solipsismo del Dio, resta solo da analizzare il solipsismo dell'io.

La 2 e' aporetica, nessuno puo' dimostrare ne' che sia vera, ne' che sia falsa.

Pero' e aporetica ed inquietante, perche' io, proiettando il mondo a prescindere dalla mia volonta', sono RESPONSABILE, di tutta la sofferenza che c'e' nel mondo, e della mia sofferenza; se il mondo e' interamente e senza residuo proiezione dell'io, e l'io soffre, e l'io non sa e non "ammette" di voler soffrire, allora ci sono parti e frazioni dell'io, altrettanto proiettive del mondo, ma non manifeste e non espresse, che in qualche modo vogliono soffrire e lo fanno soffrire.

Insomma se al mondo ci sono solo io, la sofferenza non si spiega in altro modo se non che von una mia responsabilita' personale, per quanto non volontaria.




Ciao niko, intervengo perché mi sembrava che il tuo post fosse diretto a me, più che a Pio, comunque Pio può benissimo sentirsi parte in causa, non so. Il tuo discorso non mi sembra più di tanto sensato. Intanto parli di mente sempre dimenticando il corpo. Riguardo al punto 1 non ti sembra che un semplice individuo come E.Musk faccia già quel che vuole abbastanza senza peraltro sapere se si tratti di un solipsista? Forse dovrà accontentarsi di essere un Dio tra altri Dei, ma si dice che chi si accontenta gode. Al punto 2 fai entrare in scena la volontà di cui parlerò più avanti. Ti dirò quindi che il solipsismo è solo un modo di approcciarsi alla conoscenza rispetto ad un altro. Non vi sarebbe nulla di più. O separi il conoscitore da quel che conosce, o non lo separi. Pertanto, visto che almeno nella nostra tradizione abbiamo sempre agito separandolo (il conoscitore dal conosciuto), possiamo ovviamente constatare che i prodotti della nostra conoscenza attuale sono nelle nostre mani, perfettibili ma abbastanza efficienti mi sembra. Ora si tratta di decidere se sia il caso di introdurre l'individuo con la sua conoscenza personale integrandolo con la nostra conoscenza collettiva, oppure no. Cosa cambia? Prima di dire cosa cambia ci sarebbero da fare un paio di osservazioni. La prima è un distinguo tra la conoscenza collettiva e quella individuale. Il distinguo è rivolto alla qualità e non all'adeguatezza o alla quantità. La seconda riguarda la volontà. Per quel che attiene alla volontà bisogna pur dire che tu eserciti più o meno costantemente una volontà: pochi sarebbero cioè i momenti di completo abbandono. Pertanto, quando scrivi qui dentro eserciti una volontà che di sicuro è quella che ti fa digitare i pensieri, ma non è che l'espressione di questi pensieri sia avulsa da una volontà che a noi è senz'altro sconosciuta in tutto e per tutto. E' però cosa certa che quel che scrivi attinge ad una conoscenza, ma questa conoscenza a cui attingi è appunto qualitativamente identificabile con la conoscenza collettiva? No, dico io, qui si tratta di una conoscenza costituitasi su una memoria personale che è al tempo stesso emozionale e razionale, mentre la conoscenza collettiva resta praticamente nei campi di esistenza della sola memoria razionale. Dato che qui siamo in un luogo dove sembra ci sia poco da guadagnare, sia in termini di danaro che di potere, il problema più di tanto non si pone, ma in altri luoghi? Evidenzio quindi un problema abbastanza attuale. Come fai a distinguere una persona onesta nella sua azione o nella sua espressione di pensiero, da una disonesta? In parole povere, quanta vita collettiva è inquinata da coscienze o conoscenze individuali che non agiscono in modo onesto, ovvero agiscono conformemente alle leggi, ma non conformemente all'etica di una persona per bene in tutti i sensi? Per tale motivo io auspicherei che il conoscitore sarebbe meglio integrarlo nel conosciuto, e vedere così da fuori l'unità criticandola sotto una nuova luce, tutto al fine di intervenire in modi più efficaci per noi nella nostra cara realtà umana
#1330
Tematiche Filosofiche / Re: SOLIPSISMO 2
13 Dicembre 2022, 12:45:50 PM
@Eutidemo : Non ti devi certo scusare con tutti dato che il topic in questione l'ho aperto io. Piuttosto avresti potuto rispondere a me, dato il tuo avallo sul manifesto del solipsismo sul quale invece io ti contestavo l'esistenza di un errore grossolano che però è pure fondamentale. Tra l'altro segnalo quella che a mio giudizio è una cosa poco sostenibile, o espressa male e sarebbe determinata dall'errore grossolano non evidenziato nel manifesto: il nesso causale tra il noumeno ed il fenomeno può essere certamente una fede mentale, ma sarebbe in prima battuta una fede sul fatto che se lasci la mano sul fuoco te la bruci. Un saluto
@ Pio : Circa la tua riflessione sull'onda: qualche giorno fa Kobayashi, contestando qualcuno che sosteneva che il male è assenza di bene rilevava giustamente che viviamo più che altro in mezzo al male e che il bene venga più che altro come sollievo dal male. Pertando, il mare sarebbe il dolore, mentre l'onda la naturalezza con la quale il pensiero cerca di sfuggire al mare
@niko : Contesto la prima parte del discorso, ma per ora lasciamo perdere. Delle due ipotesi che metti in campo la seconda non mi è del tutto chiara, ma la numero 1 è senz'altro vera e così mi collego a @Ipazia la quale nel suo ultimo intervento sostiene che tutti i parti della mente sono legittimi, ma è la realtà il giudice che li assolve e condanna una volta cresciuti. Mi vien da chiederle  se prevede che la realtà li risolverà con rivolte sanguinose, con guerre oppure con la ragione, dato pure, e qui mi si conceda un po' di propaganda, che il capitalismo senza dubbio alcuno è un parto metafisico. Alla fine mi sembra che l'intervento di @iano sia il più sensato di tutti, anche se ventilato da Ipazia.  L'intersoggettività intesa pure come forma di espressione democratica dovrebbe essere infatti il metro con cui si afferma l'individuo, però al solipsismo che nulla è se non una parola come tante altre, riconosco senz'altro un valore pratico determinante nella società odierna: cioè che la sua sentenza sul fondamentale egoismo dell'individuo sia importante. Un egoismo che dovrebbe manifestarsi anche come altruismo di gruppo, di affettività, di compassione reciproca, anche tra pochi singoli, cosa di cui abbiamo quotidianamente anche testimonianza. Un egoismo quindi che in teoria dovrebbe manifestarsi più marcatamente altruista, ma ne sarebbe inibito e impedito da un mostro metafisico che ci domina e da una mentalità un po' "soggetto a rischio". E allora è facile per il solipsista riconoscere chi è altruista da chi vende chiacchiere spacciandole per potenziali azioni altruistiche, proprio perché è ben trincerato nella convinzione che l'altruismo è una concessione dell'egoismo, e siccome la realtà odierna ci ha condotti ad una diffidenza esasperata, renderla manifesta, data una eventuale pubblica ammissione della pregnanza dell'egoismo nell'individuo, contribuirebbe a mettere molto più agevolmente il venditore di fumo con le spalle al muro
@Bobmax : ciao vecchio Bob, l'altro giorno ti ho chiesto qualcosa circa le colpe dei padri e la salvezza dei credenti. Beh, io non credo in Dio, ma dato che sarebbe infinitamente più potente di me lascio a lui l'incombenza semmai di giudicarmi. Nel topic che ho in piedi con Green Demetr, speriamo stia bene, sulla "Fenomenologia dello Spirito di Hegel" dico pure che secondo me la sensazione (interiore) è quella che darebbe origine a qualsiasi tipologia di fede. Siccome le sensazioni a volte si rilevano esatte potrebbe essere benissimo che il Dio dei cristiani esista, per quel che ne so io. Ma da solipsista consapevole, in virtù della consapevolezza dell'egoismo che è nell'individuo, pretendo pure la coerenza alla dottrina di Cristo per quelli che si dicono cristiani, specialmente dal Papa; non ci si accontenta più del siamo peccatori, pena il loro essere reclutati subito tra i venditori di chiacchiere metafisiche senza star lì a pensarci tanto. E' per questo che ti chiedevo sulla salvezza
Bene, se qualcuno deve aggiungere qualcosa lo faccia
#1331
Tematiche Filosofiche / Re: SOLIPSISMO 2
12 Dicembre 2022, 22:12:33 PM
Citazione di: Ipazia il 12 Dicembre 2022, 20:40:52 PMPer una filosofia della prassi, il solipsismo è impraticabile in quanto viviamo in un mondo in cui, anche restando nell'immanenza, tutto è relazionato.
Una mente coerentemente solipsista non riuscirebbe nemmeno a garantire il mantenimento del corpo che la contiene. E non avrebbe nemmeno una lingua - prodotto assolutamente intersoggettivo - con cui dirsi.
Grazie per il tuo intervento Ipazia, soprattutto perché ti ho sempre pensata come persona abbastanza ostile al solipsismo, sicuramente in modo non dogmatico per quel che ne so.
Ovvio che viviamo in un mondo relazionato, ma non vedo come il solipsismo non possa sostenere, coltivandolo pure, tale mondo relazionato, ma questo tuo pensiero forse dipende molto da quello che esprimi in successione.
Il termine solipsismo purtroppo esiste anche in psicologia e sicuramente da questa disciplina non viene dipinto in termini positivi, anzi, tutt'altro. Questo fatto può anche influenzare. Personalmente, e qui ti devi fidare, non ho alcun problema con l'alterità, anche se a volte posso perdere le staffe né più né meno di quanto fanno tutti. Per il linguaggio non so proprio che dire, se vuoi che approfondiamo l'argomento sono a disposizione, ma quello di cui parli è riferibile a un imbecille cerebroleso, non al solipsismo. Il corpo Ipazia! Il corpo! Senza corpo col suo sistema nervoso non può esistere alcuna realtà. Non! "Senza la mente non esiste alcuna realtà". Il corpo tiene la mente coi piedi per terra, non può non farlo perché il corpo sa cos'è il bene, ma soprattutto cos'è il male. E la mente lo sa benissimo, e se questa compie voli pindarici al limite del ridicolo pur che il corpo goda o non stia male non è certo imputabile al solipsismo, almeno quello filosofico. Il solipsista filosofico, e qui te lo dico per esperienza personale, è quello che si rende conto chiaramente che il suo altruismo è un gesto egoistico, o per il corpo o per la mente; oppure, se vuoi metterla in termini discutibili a livello filosofico, il solipsista è quello che si rende conto che il suo discorso (il suo logos) dialoga col proprio corpo prima che esca fuori di lui. E' in questa comprensione che egli realizza che la realtà è una proiezione del proprio corpo mente. Fine di tutta la faccenda. Preciso pure che io ho scoperto per caso di essere un solipsista, me l'ha detto in modo indiretto viator. Avevo qualche sospetto che il mio pensiero fosse eretico, ma non l'avevo inquadrato con una parola. Saluti, anche all'illustrissimo, una tra le menti più vere del forum

@niko : ti risponderò domani
#1332
Tematiche Filosofiche / Re: SOLIPSISMO 2
12 Dicembre 2022, 15:11:27 PM
Citazione di: Eutidemo il 12 Dicembre 2022, 11:57:25 AM
Ciao Daniele22. :)
Sotto un profilo strettamente logico, il "manifesto solipsista" di DonaldDuck non fa una piega; ed infatti non c'è dubbio alcuno che "Tutto quello di cui possiamo parlare è racchiuso nella mente; nè si dà, per quanto possiamo sapere o concepire, nessuna realtà senza mente, dato che la realtà è definita dalla mente stessa."
***
Il punto debole del "solipsismo individualistico" in senso stretto di DonaldDuck, è che, se è vero quello che dice, allora lui, tu, e tutto il resto del mondo non esistono in modo oggettivo, ma sono soltanto un parto della mia fantasia individuale; così come lo sono anche il mio stesso corpo, e la mano che sta scrivendo queste parole.
Dovrei quindi usare unicamente la "prima persona singolare" dei verbi, in quanto la "prima persona plurale" sarebbe soltanto un'illusione; ed infatti, così come nella discussione con tre miei amici in un sogno, il "noi", in realtà, è soltanto il mio "io" sognante.
***
Ciao Eutidemo, grazie per l'intervento, anche se non mi sembra che tu sia maldisposto nei confronti del solipsismo. Io non so quale fosse l'intenzione di Donalduck quando espresse quel pensiero, ma quel pensiero non corrisponde al mio se gli si vuole attribuire la dimensione di manifesto del solipsismo. E tra l'altro il fatto che io mi definisca un solipsista non c'entra nulla con l'obiezione che voglio fare a siffatto manifesto. Cioè dico, non bisogna mica essere solipsisti per svelare un errore grossolano. Semplicemente la realtà non è definita dalla mente stessa, ma dal corpo e dalla mente stessi. Non c'è nessun parto della fantasia, pur essendocene molti anche in questo forum. Ordunque, va anche bene che il mio personale pensiero sia in transito su quest'universo ... diciamo che non sono molto interessato ... ma purtroppo il mio corpo non la pensa così. E come la pensa il mio corpo? La pensa più o meno come tutti gli altri corpi
#1333
Beh, non sapevo proprio del risvolto tragicomico dell'osteria sull'onda del cogli l'attimo, grazie per la risposta Eutidemo
#1334
Tematiche Filosofiche / SOLIPSISMO 2
12 Dicembre 2022, 09:47:08 AM
Buongiono. Avevo visto un post di ieri sera a cura dell'illustre viator al quale volevo rispondere, ma non l'ho più trovato ... forse ho avuto un'allucinazione. Visto poi che volevo aprire questo topic mi son reso conto che l'illustrissimo già l'aveva a suo tempo aperto e allora riporto il suo incipit sull'argomento:
********
"Salve. Lo spunto per questo argomento mi è stato fornito da DonaldDuck attraverso il seguente suo intervento comparso in "Tutto Bene e niente Male" : Cito : "Anche il fatto che si possa parlare di "esistenza" prescindendo dalla mente mi sembra un'altra supposizione gratuita. Tutto quello di cui possiamo parlare è racchiuso nella mente, non si dà, per quanto possiamo sapere o concepire, nessuna realtà senza mente (intesa come centro di coscienza, di soggettività), dato che la realtà è definita dalla mente stessa. Non smetto mai di stupirmi di come si continui ad ignorare questa semplice evidenza".

Se una simile opinione deve venir presa alla lettera senza nulla aggiungervi da parte dell'Autore, questo sarebbe un ottimo Manifesto del Solipsismo."
***********

Apro questo topic poiché definendomi un solipsista consapevole mi sento quasi offeso dalle opinioni che non solo in questo forum vengono espresse nei confronti di tale posizione. E' altresì ovvio che lo faccio in questa sede perché anche qui sento spesso prese di posizione nei suoi confronti che a mio vedere si costitiscono in giudizi dal sapore vagamente dogmatico. Naturalmente posso anche sbagliarmi, dato che un solipsista non è così sciocco da pensare che la realtà in cui è calato abbia pure delle lacune per consapevolezze che in lui sarebbero evidentemente mal fondate. Auspicherei pertanto che le ostative a questa posizione filosofica venissero espresse da qualcuno di voi, specialmente da parte dei piu scettici al riguardo. Questo invito viene rivolto poiché ho il dubbio che quelli che hanno dato vita a questa corrente filosofica non avessero del tutto chiaro ciò che con essa si dovrebbe intendere. Ringrazio per eventuali interventi
#1335
Tematiche Spirituali / Re: Distacco
11 Dicembre 2022, 21:44:30 PM
Ciao vecchio Bob, immagino sia stata anche la critica di Kobayashy a farti aprire questo topic. Chissà, non ha importanza. Tempo fa eravamo d'accordo nel definire i protagonisti dell'ultimo racconto dei Dubliners "i morti" come fossero quelli che tu chiami, o il maestro chiama, "quelli che non vivono nell'essere". E siamo d'accordo. Se però la maschera, che in sottofondo è la protagonista del racconto, serve a vivere secondo la consuetudine dovrai ammettere che ci voglia un gran coraggio a dismettere questa maschera, roba da santi tanto per capirci. A meno che uno non intraprenda una vita da santo per sua scelta sarebbe quindi difficile che un individuo normale intraprenda la via che lo condurrebbe a vivere nel mondo di quelli che tu o il maestro considerate gli individui "esistenti", quelli cioè che vivono nell'essere. Ma noi, individui di oggi, non possiamo pure caricarci della responsabilità che abbiamo ereditato dai nostri padri, che quelle maschere ci trasmisero come corredo di vita. Cosa si dice in proposito? Come ci salviamo quando ci siamo resi conto che la nostra volontà non è proprio la nostra?