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Messaggi - Carlo Pierini

#1336
Citazione di: Angelo Cannata il 22 Agosto 2017, 00:49:47 AM
Paolo dice "noi predichiamo Cristo crocifisso": dunque secondo te è ragionevole pensare che Paolo stia dicendo "noi predichiamo Cristo che sarà crocifisso nel futuro"?
No. Sto dicendo che Paolo si riferisce alla figura *simbolico-spirituale* (non storica) del Cristo crocifisso come metafora di una futura Redenzione dell'umanità. E siccome l'umanità, due millenni dopo, è ancora ben lungi dall'essere stata redenta e dall'aver vinto il Male, il Cristo Redentore VERO non può che appartenere al futuro (sia al nostro futuro che al futuro di Paolo) e quello a cui si riferisce Paolo non può che essere l'annuncio, la prefigurazione simbolica di una Redenzione che tutt'ora stiamo aspettando. Altrimenti, cosa dobbiamo pensare? ...Che è venuto un Gesù storico che ha fallito la sua missione, visto che dopo due millenni dalla sua venuta non c'è stata alcuna Redenzione, anzi, che la Sua Chiesa nel frattempo si è macchiata di gravi delitti, come quelli della "Santa" Inquisizione?

ANGELO
Quali elementi oggettivi del testo inducono ad adottare quest'interpretazione? E questa la chiami ragionevolezza?

CARLO
Cosa intendi per elementi oggettivi? Ci sono forse elementi oggettivi a favore della tesi di un Cristo storico? Invece, di elementi oggettivi a favore di un Salvatore simbolico li trovi nelle decine di Salvatori simbolici disseminati nell'arco dell'intera storia religiosa dell'umanità. E Gesù è uno dei tanti, seppure il più significativo di tutti.

ANGELO
Lo stesso vale per il testo dell'Apocalisse, che dice "ci ha liberati... con il suo sangue": secondo te è ragionevole pensare che il testo dell'Apocalisse si riferisce a un versamento di sangue futuro da parte di Gesù? Quali elementi del testo indurrebbero a preferire questo senso futuro? Questa per te è ragionevolezza?

CARLO
No. Ciò che ho appena detto per Gesù crocifisso vale, naturalmente, anche per il suo "sangue versato". Ripeto: è' evidente che l'umanità NON è stata liberata dal peccato, quindi quel: <<...ci ha liberati col suo sangue>> non può essere inteso in senso letterale, ma simbolico, cioè riferito a un evento futuro. Altrimenti dobbiamo pensare che Paolo si è sbagliato di grosso. E' questa la tua interpretazione?
#1337
Tematiche Spirituali / Re:Una visione ...zodiacale!
22 Agosto 2017, 00:49:44 AM
Citazione di: paul11 il 21 Agosto 2017, 22:57:20 PM
Schiacciare gli eventi, la realtà sul solo  psichismo e sola  spiritualità rischia di costruire forme consolatorie ,ma non attinenti all'esistenza che è sempre narrazione storica di fatti . Dio si mostra dagli ordini della realtà, dai cicli planetari quanto quelli stagionali, animali, vegetali ed essendo l'uomo parte di quell'ordine, ha in sè recondito intuitivamente quel "mistero"che lo rende empatico sia nel dominio del sensibile che del trascendente.

Se credi che quello che ho scritto significhi <<...schiacciare la realtà sul solo psichismo>>, vuol dire che hai capito a rovescio il succo della questione. Da cosa hai tratto questa tua conclusione?
Dal mio punto di vista, invece, è il tuo "paradigma" che schiaccia la "Sapientia Dèi" riducendola a quella di una razza biologica. In altre parole, la tua è una religione che ha sostituito Dio con i "marziani"!  :)
#1338
Citazione di: Phil il 21 Agosto 2017, 16:36:09 PM
Posso presupporre che tu abbia letto e condivida le risposte che ho dato alle domande che mi sono "marzullianamente" fatto nel post che citi? Avendole tu "svicolate" (scherzo! ;D ) senza fornire risposte alternative, direi di si... oppure gli esempi che citi dovrebbero costituire una forma di risposta indiretta?

No, non scherzi mica tanto, sai? Io ho svicolato davvero. Ma semplicemente perché il tuo approccio solo analitico-astratto è fuorviante, perché ci porta a conclusioni simili a quelle del mio esempio del tempo. Sia il tempo che la libertà di pensiero si riducono al nulla, se li affronti astrattamente al di fuori delle mille sfaccettature dell'esperienza reale, della sua relazione con la nostra esistenza. Persino Hawking va raccontando in giro che il tempo non esiste, che si tratta solo di un'illusione, invece di raccontarci che si tratta di un mistero che il nostro intelletto non riesce ancora ad afferrare, a circoscrivere, a definire. Se il tempo non esiste, mi piacerebbe chiedergli qual è il nome che lui dà a ciò che distingue in modo così macroscopico la sua condizione giovanile di ragazzo sano e aitante dalla attuale condizione che lo inchioda su una sedia a rotelle! ...Così come a te vorrei chiedere se pensi davvero che, *tutto sommato* (e non sulla sola base di astratte e sterili elucubrazioni verbali), il concetto di libertà sia completamente privo di significato e di valore. E' solo la stupidità che, secondo te, avrebbe spinto migliaia di persone in tutto il mondo (patrioti, partigiani, filosofi, anti-schiavisti, ecc.) a immolarsi per la libertà (sia di pensiero che di azione) e contro tutto ciò che la umilia?

PHIL
Nel dubbio, entro nel merito del tuo tentativo di individuazione della libertà per "via negationis" (ovvero, ce ne accorgiamo quando ci viene tolta o limitata):
Citazione di: Carlo Pierini il 21 Agosto 2017, 03:58:32 AM
Quando a scuola ci riempivano di compiti di qualche materia che non ci interessava, sapevamo bene cos'era la libertà di pensiero: era quella che i compiti ci sottraevano.

PHIL
Non direi, eravamo ancora perfettamente "liberi", o meglio, "capaci", "in grado di" distrarci... e infatti sarà capitato anche te (ci giurerei  ;) ). Era solo una questione di scelta, se dedicarsi ai compiti o ai voli pindarici di fantasia; ma tale scelta era davvero libera?
[Vedi domande nel post da te citato...]

CARLO
Secondo te, perché tutti gli studenti del mondo salutano con gioia la fine dell'anno scolastico, compresi quelli a cui piace studiare e lo fanno con profitto? Non sarà perché in vacanza si è un po' più liberi da ciò che si *deve* fare?

Citazione di: Carlo Pierini il 21 Agosto 2017, 03:58:32 AM
...E anche quando un regime autoritario ci impedisce di esprimere il nostro pensiero, sappiamo cos'è la libertà di pensare: quella che ci ruba la dittatura; e ci incazziamo pure per questa mancanza di libertà, quindi lo sappiamo di cosa si tratta.

PHIL
Mi guarderei dal confondere la libertà di pensiero con quella di parola: il regime autoritario ci impedisce di parlare, non di pensare, nello scrigno della nostra mente, contro di esso, lanciando invettive e improperi tonanti  ;D
E questo pensiero di dissenso è poi assolutamente libero?

CARLO
Il pensiero non è fine a se stesso, ma è uno strumento del nostro impulso interiore all'unità-relazione attraverso la con-prensione e la con-oscenza del mondo e, di riflesso, di noi stessi. Se io e te siamo qui, in questo NG, è per con-frontare il nostro pensiero; e se un sistema autoritario censurasse Internet e bruciasse la metà dei libri scritti da liberi pensatori, la nostra libertà di pensiero ne sarebbe ostacolata, umiliata, offesa.
Ti sto dicendo cose ovvie e banali; ma sono cose che restano fuori campo e che ti sfuggono finché continui a vivisezionare astrattamente i concetti senza calarli nella realtà viva dell'esperienza. L'uomo non cerca una astratta "libertà assoluta", ma delle concretissime condizioni di esistenza nelle quali coltivare e sviluppare liberamente le proprie facoltà spirituali.

Citazione di: Carlo Pierini il 21 Agosto 2017, 03:58:32 AM
...E quando abbiamo un dolore alla schiena tanto forte da obbligarci a pensare a nient'altro che a quello, sappiamo anche allora cos'è la libertà di pensiero.

PHIL
Conviene anche evitare di confondere la "sensazione" con il "pensiero originato dalla sensazione": il dolore è una sensazione fisica (non penso letteralmente al dolore, bensì lo provo) che condiziona certamente il mio pensiero, ma di quale libertà lo priverebbe? Non sarebbe condizionato comunque da altri fattori?
[Vedi domande nel post da te citato...]

CARLO
Anche questa è "vivisezione", distinzione, separazione analitica, astrazione. Distinguere e separare è lecito, anzi, indispensabile per comprendere; ma poi, al momento *analitico* deve seguire il momento *sintetico*. Ed è questo che manca alle tue riflessioni. E' vero che il dolore si "prova" e non si "pensa"; ma la vedo difficile che tu riesca a concentrare il tuo pensiero su un qualsiasi problema filosofico complesso mentre ti operano di appendicite senza anestesia.

Citazione di: Carlo Pierini il 21 Agosto 2017, 03:58:32 AM
...E quando all'improvviso scopriamo che le nostre idee su un certo argomento erano sbagliate e che ci obbligavano a credere in qualcosa di falso, anche in questo caso proviamo un senso di liberazione e comprendiamo che, prima, il nostro pensiero non era affatto libero!!

PHIL
Eviterei di associare, al netto delle eventuali metafore, "liberazione" con "miglioramento" o "correzione" o addirittura "illuminazione" (bé, in questo caso buddisti e induisti sarebbero anche legittimati a farlo! ;D ): il nuovo paradigma non ci dà affatto libertà, ma solo altri assiomi/condizionamenti, ovvero il contrario della libertà (non voglio rischiare di risvegliare i morti parlando ancora di "antitesi" ;) ). Come mai ciò?

CARLO
Lo so che tu detesti associare-comparare e ami separare-devitalizzare. Io, invece, mi ispiro all'antico detto, per te incomprensibile: <<Conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi>>.
#1339
Citazione di: Phil il 21 Agosto 2017, 16:08:45 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 21 Agosto 2017, 01:28:19 AM
Hai svicolato puntualmente gli aspetti nodali delle mie osservazioni  commentando solo le parti marginali.
Ho commentato ciò che mi ha "ispirato" un commento; comunque, scommetterei d'aver risposto a tutte le domande che mi hai fatto... se ne ho saltata qualcuna, se ti va, potresti ripropormela (che non la trovo)?

No, non si tratta solo delle domande, ma dell'evasività sibillina dei tuo commenti alle mie osservazioni. A Roma diciamo: <<...Chi nun intende a prima voce, vòr dì che 'r discorzo nun je piace!>>  ;)
#1340
Tematiche Spirituali / Re:Una visione ...zodiacale!
21 Agosto 2017, 19:32:47 PM
Citazione di: paul11 il 21 Agosto 2017, 14:15:33 PM
quello a cui sono arrivato a capire è che l'umanità  molto antica(non so quanto) aveva ricevuto saperi da "razze superiori .

Io, invece, dò retta al mio sogno, a Jung e alle scritture Veda: quelle che tu chiami "razze superiori" lo sono davvero perché sono "raggi spirituali" emananti da Dio, "pensieri" dell'Intelletto Divino, pregni di sapienza e di verità. Ad essi sono stati dati tanti nomi diversi come "muse", "angeli", "costellazioni zodiacali", "archetipi", "dèi" (i cui nomi coincidono, appunto, con i nomi dei pianeti), e persino "santi" (tu li chiami "razze superiori"), ma in realtà si tratta di altrettanti aspetti o attributi o raggi del medesimo Dio-Uno. Quello che ancora non ho capito, come dicevo sopra, è se questi "raggi", prima di proiettarsi nella nostra anima profonda, passano davvero per le costellazioni-pianeti REALI del Cosmo - assumendone così il carattere (?) -, oppure se gli astri celesti sono solo la metafora di dinamiche trascendenti legate alla nostra "comunicazione" con il Divino.
...Ai posteri l'ardua sentenza!
#1341
Citazione di: Angelo Cannata il 21 Agosto 2017, 16:00:16 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 21 Agosto 2017, 14:30:34 PM
Nel frattempo, dài un'occhiata alle conclusioni a cui è giunto lo storico P.L. Couchoud (un cristiano credente), e fammi sapere, eventualmente, dov'è che si sbaglia:

"La più antica e la migliore testimonianza che noi abbiamo, quella di san Paolo, fa pensare che in origine Gesù non fu un uomo, ma un essere spirituale, uno spirito che si manifestava ai suoi fedeli con visioni, poteri miracolosi.

Certe affermazioni mi suonano quanto meno sorprendenti.
Basta cercare un versetto a caso di Paolo che contenga la parola "crocifisso"; esempio, 1Cor 1,23:  "noi predichiamo Cristo crocifisso". Dunque, se dobbiamo dar retta a Couchoud, Paolo riteneva che colui che fu messo in croce non era un uomo in carne ed ossa, ma un essere spirituale, uno spirito?

Quando Paolo chiama Gesù "il secondo Adamo" non lo dice mica in senso letterale, ma simbolico.
E poi anche di Bacab, il Salvatore dell'antico Messico (considerato anch'esso la seconda persona della trinità Divina) si diceva fosse stato flagellato e coronato di spine prima d'esser messo in croce, "...colle braccia aperte su una trave di legno". Ma ciò non prova la sua esistenza storica.

ANGELO
Se l'Apocalisse non suppone in nessun modo l'esistenza storica di Gesù, come mai in Ap 1,5 leggiamo "...A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue": se è un sangue non storico, che sangue è?

CARLO
Ma l'umanità non è stata ancora liberata dal peccato. Per cui, mi sembra molto più ragionevole pensare che Paolo si riferisse ad una Redenzione futura, malgrado la declinazione del verbo al passato. Infatti egli scrive anche: "Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati" (1 Corinzi 15:22). Così come anche nell'A.T. si declinano dei verbi al passato per indicare il futuro Redentore:
«Un gran segno fu visto in cielo: una Donna vestita di sole, con la luna sotto i piedi e sulla testa una corona di dodici stelle: essa è incinta, essa grida di dolore, nello spasimo della procreazione» (Michea, IV, 10)».
«Essa procreò un figlio, un maschio (Isaia LXVI,7) ...che percoterà tutti i popoli con un bastone di ferro» (Salmo II, 9).
#1342
Tematiche Spirituali / Re:Una visione ...zodiacale!
21 Agosto 2017, 17:07:08 PM
Citazione di: paul11 il 21 Agosto 2017, 14:15:33 PM
Jung a mio parere intuisce quella profondità umana che francamente non so se faccia ancora parte della psiche (anima, spirito?).

Questa tua obiezione nei confronti della prospettiva junghiana è comune a quella della maggior parte dei suoi critici. Ma si tratta solo di un fraintendimento, perché Jung non ha mai sostenuto, a differenza di Freud (e proprio in questa differenza fondamentale sta la sua separazione dal maestro Sigmund), che i miti (siano essi astrologici o religiosi o di qualunque altro genere) siano semplicemente dei contenuti presenti all'interno della psiche individuale, ma dice qualcosa di molto più rivoluzionario:

"Non siamo legittimati a considerare la psiche come un processo cerebrale, a prescindere dal fatto che il tentativo di rappresentarsi un qualcosa del genere è già stravagante di per sé e non ha mai prodotto altro che stravaganze, per quanto sia stato compiuto seriamente. [...] Questo punto di vista si adatta però al pregiudizio materialistico, e perciò ogni assurdità viene consacrata come scientifica purché prometta di trasformare in fisico tutto ciò che è psichico. Auguriamoci che non siano lontani i tempi in cui questo residuo arrugginito e ormai mentalmente inerte verrà sradicato dalla testa dei nostri rappresentanti scientifici".     [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.299]

"Oggi non ci sentiamo più di affermare con altrettanta sicurezza come cinquant'anni fa che la psiche sia prigioniera del cervello. [...] L'imprigionamento della psiche nel cervello, cioè la sua limitazione spaziotemporale, non è per nulla così indubbia e incrollabile come si è creduto sin'ora". [JUNG: Realtà dell'anima - pp. 160-161]

"Le idee e i dubbi della fisica teorica contemporanea dovrebbero rendere guardingo anche lo psicologo: giacché cosa significa in fin dei conti la «limitatezza dello spazio» considerata filosoficamente, se non una relativizzazione della categoria spaziale? E anche alla categoria temporale (come alla causalità) potrebbe accadere qualcosa di simile.[...]
Data questa estrema incertezza delle concezioni umane, la presuntuosa faciloneria illuministica, non è soltanto ridicola, ma desolatamente priva di spirito". [JUNG: Realtà dell'anima - pg.163]

In altre parole, Jung non considera la psiche come qualcosa di limitato spazialmente all'interno della scatola cranica, ma come un'entità "sui generis" capace - in certi stati particolari (ispirazione profonda, estasi mistiche, concentrazione yoga, ecc.) - di trascendere lo spazio e il tempo. Egli, cioè, non contrappone l'esterno dell'universo celeste con l'interno della psiche umana, ma vede in quel mistero che chiama "Sé" (il centro profondo e inconscio della psiche) la *proiezione dell'intera Totalità Cosmo/Dio* e quindi considera la psiche stessa in qualche modo capace di partecipare di entrambe le realtà. In sintesi, il Cosmo è visto come *esterno* rispetto al corpo e alla psiche cosciente, ma *interno* all'inconscio, contenuto in esso.
Questa concezione è rivoluzionaria rispetto all'infantile prospettiva materialista-monista, ma in realtà è più o meno conforme sia all'idea cristiana di un "Regno di Dio dentro di noi", sia al punto di vista degli antichi testi vedici indiani:

"«Quel lume celeste che splende al di sopra di noi, che brilla di là di tutte le cose, di là dall'universo, nei mondi superiori oltre ai quali non v'è più nulla, questa luce è senza dubbio quella stessa luce che irraggia dentro l'uomo. Come un granello di riso o d'orzo o di miglio; così questo spirito è Sé nell'intimo, d'oro come una fiamma senza fumo; ed esso è più grande del cielo, più grande dello spazio, più grande di questa terra, più grande di tutti gli esseri. Esso è la mia anima; in esso, in quest'anima io penetrerò al momento del trapasso». (Satapatha-Brahmanam, 10,6,3)".  [JUNG: Tipi psicologici - pg.218]
#1343
Citazione di: jsebastianB il 20 Agosto 2017, 22:29:00 PM
Citazione di: paul11 il 17 Agosto 2017, 13:38:36 PMScrivere che Gesù non è storico è dire una fesseria    


Storico - ovvero che sia realmente esistito la persona "somatica" di Yeshua ben Joseph - per la stragande maggioranza degli studiosi è certa.
Proprio lo JesuForschung ( iniziato dall' impavido Samuel Reimarus ) mira a scindere il binomio esistente tra il Gesu' della storia e il Messia/Cristo ( quello della fede ). Cio' è stato possibile Solo dopo quasi 1700 anni - quello che si "credeva" fosse la verita' assoluta !
Se per i devoti tutto questo non ha alcuna importanza, in quanto accettano e condividono TUTTI gli articoli del Credo niceno-costantinopolitano, non cosi' per chi non è vincolato dal dogma.. ( seppur sin dalla culla gli è stato introiettato questo assoluto ).    
Tu scrivi:  Il problema è semmai se Gesù sia da ritenere "divino" ed è quì che nascono le problematiche su San Paolo e i Padri della Chiesa, vale a dire la nascita del "pensiero cristiano"

Come ben si sa l' attributo Messia/Cristo / o suo equivalente Consacrato / Unto, Inviato ( Mandato quaggiu' dal dioYahwè - è solo un titolo, specificatamente ebraico. - -  Nel Tanakh questo attributo compare, nella lunga storia dell' ebraismo, solo una trentina di volte.
E tutti questi Consacrati del dioYahwè, seppur eccelsi personaggi - nessuno di essi è stato divinizzato tal punto da oscurare la Regalita'/Signoria del dioYahwè !
.......

Tutte queste tue riflessioni perdono gran parte del loro valore (rispetto al problema che stiamo discutendo), da quando si è scoperto:
1 - che non esiste NESSUNA prova attendibile sull'esistenza storica di un Gesù che abbia resuscitato i morti, che abbia camminato sulle acque, che abbia moltiplicato pani e pesci e, poi, che sia morto, resuscitato e salito in cielo ...con tutto il corpo;
2 - che la storia *del mito* brulica di decine e decine di altri "salvatori" trinitari, figli di padre celeste e di madre terrena, anch'essi morti e risorti e che presentano una gran mole di altre analogie-coincidenze con la figura evangelica di Cristo, da Osiride a Prometeo, dal Quetzalcoatl messicano, al Krishna induista, ecc. Si vedano, per esempio, i miei threads: "L'archetipo del Salvatore", "L'archetipo della Trinità", "L'archetipo del numero 12", ma soprattutto si leggano le decine di trattati di storia comparata dei simboli religiosi che ormai dimostrano ampiamente la natura *simbolica* e non-storica della figura di Gesù.

Nel frattempo, dài un'occhiata alle conclusioni a cui è giunto lo storico P.L. Couchoud (un cristiano credente), e fammi sapere, eventualmente, dov'è che si sbaglia:

"La più antica e la migliore testimonianza che noi abbiamo, quella di san Paolo, fa pensare che in origine Gesù non fu un uomo, ma un essere spirituale, uno spirito che si manifestava ai suoi fedeli con visioni, poteri miracolosi.
All'origine del cristianesimo si trova non una biografia individuale, ma un'esperienza mistica collettiva, che rafforzava una storia divina misticamente rivelata". [P.L. COUCHOUD: Il mistero di Gesù - pg.99]

"Non è paradossale dire che il cristianesimo poteva crescere e riempire il mondo pur senza che chicchessia immaginasse che Gesù fosse un personaggio storico. Oltre alle lettere di Paolo, esistono numerosi antichi scritti cristiani - e fra i più importanti - che non suppongono in nessun modo l'esistenza storica di Gesù. Si può citare l'Apocalisse di Giovanni, l'Epistola agli Ebrei, la lettera di Clemente di Roma ai Corinti, la Didachè, il Pastore di Hermas. La cristologia si sviluppò lungo tempo prima che si pensasse di ricavarne una vita del Messia". [P.L. COUCHOUD: Il mistero di Gesù - pg.125]

"Che cosa diventa Gesù nell'Apocalisse di Giovanni? Egli si allontana ancora dalla terra; astro fra gli astri, si fissa nel cielo stellato. Lontano dai personaggi della storia umana, egli si fa posto tra gli animali simbolici dello zodiaco e gli esseri fantastici di cui l'astrologia popolava le zone del cielo.
Noi assistiamo alla sua nascita. Essa ha luogo in pieno cielo. La madre di Gesù è una Donna celeste, una dea vestita di sole, coronata di stelle, in cui si riconosce la Vergine dello zodiaco [...]
«Un gran segno fu visto in cielo: una Donna vestita di sole, con la luna sotto i piedi e sulla testa una corona di dodici stelle: essa è incinta, essa grida di dolore, nello spasimo della procreazione» (Michea, IV, 10)». [...]
«Essa procreò un figlio, un maschio (Isaia LXVI,7) che percoterà tutti i popoli con un bastone di ferro (Salmo II, 9). Suo figlio fu trasportato presso Dio, presso il Trono di Dio (Apoc. XII, 1-5)»". [P.L. COUCHOUD: Il mistero di Gesù - pp.126-127]

"Il primo che trattò un Vangelo, quello di Luca, come una scrittura sacra, Marcione, vi trovava un Gesù spirituale, non un Gesù di carne ed ossa. Contro il suo pensiero, Gesù fu reso storico all'estremo, e Marcione fu condannato. Egli aveva ragione. Coloro che lo condannarono resero più fitta l'oscurità delle origini cristiane e la resero impenetrabile". [P.L. COUCHOUD: Il mistero di Gesù - pg.153]

"È molto spesso difficile decidere se la saga racconta la vita eroicizzata di un personaggio storico, oppure, al contrario, un mito secolarizzato. Certamente, gli stessi archetipi - cioè le stesse figure e situazioni esemplari - si trovano indifferentemente nei miti, nelle saghe e nei racconti". [ELIADE: Mito e realtà - pg.236]

"È dunque probabile che precisamente all'inizio del secondo secolo si sia avuta l'idea, in certe comunità, di mettere la storia misteriosa di Gesù in un semplice racconto e di presentarla come storicamente avvenuta. Questo sviluppo era nella natura delle cose. Una storia divina assume facilmente le forme di una storia ordinaria". [P.L. COUCHOUD: Il mistero di Gesù - pg.133]

"Abbandoniamo il Gesù della fede, [...] lasciamo la sua immagine risplendente. Cerchiamo l'originale, ciò che fu effettivamente egli stesso, fra la realtà della sua epoca e del suo paese. [...] Essa non è né lunga né complicata. Consiste nell'esaminare e nel pesare giustamente un piccolo numero di dati, incerti o negativi.
Un uomo avrebbe potuto fornire alcune informazioni su Gesù. Egli non lo fece. È il giudeo Giuseppe Flavio, autore prolisso, ben informato sui suoi compatrioti, il solo storico giunto fino a noi che racconti con qualche particolare ciò che avvenne in Giudea durante la prima metà del primo secolo. Egli non parlò di Gesù. Già anticamente il fatto parve penoso, e mani cristiane aggiunsero al testo di Giuseppe (Antiquitates, libro XVIII, 63 e ss.) ciò che si sarebbe desiderato leggervi. [*Nota: Il passo su Gesù è una interpolazione evidente, ammessa dai critici più conservatori].
Esse furono padrone di farlo: quando, dopo la rovina della nazione ebraica, gli ebrei si ripiegarono sulla loro «Tora» e sulla loro «Michna» ebraiche, abbandonarono tutta la letteratura giudaica di lingua greca. Furono i cristiani che conservarono, per esempio, quel grazioso romanzo magico di Tobia, composto in greco da qualche giudeo di Alessandria, o quella «Sapienza di Salomone» che, volendo conciliare Mosè e Platone, li guasta invece l'uno per mezzo dell'altro.
Essi salvarono anche certi scritti di circostanza che erano chiamati apocalissi, cioè rivelazioni sugli ultimi giorni del mondo (che si supponevano prossimi), opuscoli di cui il libro di Daniele aveva dato il modello, come il «Testamento dei dodici Patriarchi», i due libri di Enoch, le due apocalissi di Baruch, il «Quarto libro di Esdra». Lo fecero arricchendone molti di aggiunte, talvolta più importanti che il testo principale. L'«Ascensione di Isaia» è una lunga appendice a un brano di agiografia ebraica. La grande Apocalisse di Giovanni è edificata sulle rovine ancora visibili di una apocalisse ebrea dei tempi di Nerone.
Giuseppe Flavio nelle loro mani non doveva rimanere intatto.
In due delle sue opere egli avrebbe potuto o dovuto parlare di Gesù. Anzitutto nel secondo libro della «Guerra giudaica» che, in 44 capitoli, espone gli avvenimenti notevoli verificatisi in Giudea dalla morte di Erode il grande (anno 4 A.C.) fino allo scoppio della rivolta contro Roma (anno 66), particolarmente gli urti che si produssero fra giudei e romani sotto i procuratori. La storia di Gesù avrebbe trovato il suo posto segnato in questa cornice. Noi possediamo il testo greco dell'opera che, a credere l'autore (Vita, 65), fu copiato dall'imperatore Tito, di propria mano, e pubblicato per ordine imperiale. Nessuna menzione vi è fatta di Gesù. Ma esistette una recensione cristiana, oggi perduta, conosciuta soltanto in grazia di una antica traduzione in russo arcaico. In otto passi erano aggiunti lunghi brani su Gesù. Essi sono curiosi e meritano di essere studiati a lato dei vangeli apocrifi. Sono impregnati di teologia cristiana e non hanno nulla a che fare col racconto di Giuseppe. [...]
Nel capitolo terzo del libro XVIII della sua «Storia Antica dei giudei» sono raccontate le sventure sopportate dai giudei sotto Tiberio. Ivi è inserita, senza collegamento col testo, una maldestra interpolazione, fra le crudeltà del procuratore Ponzio Pilato contro i giudei di Palestina e l'esilio dei Giudei da Roma ordinato da Tiberio.
Ecco come essa si presenta. L'autore finisce il racconto della crudele repressione di una rivolta a Gerusalemme:
«...Assaliti inermi da uomini ben armati, molti perirono sul posto, gli altri fuggirono feriti. Così finì la rivolta.
E venne verso quel tempo Gesù, uomo saggio, se pure lo si può dire uomo. Egli operò azioni meravigliose, istruì persone che di buon animo ricevevano la verità e attirò a sé molti giudei, e molti anche del mondo greco. Egli fu il Messia (ó Kristós). Quando, denunciato da coloro che erano i primi presso di noi, fu da Pilato condannato alla croce, quelli che dapprima lo avevano amato non cessarono di amarlo. Egli apparve loro, il terzo giorno, di nuovo vivente. E i profeti divini avevano predetto ciò e diecimila altre meraviglie sul suo conto. Ancor oggi sussiste la setta dei Cristiani (Kristianoi) che da lui presero nome.
Nel medesimo tempo un'altra terribile sciagura colpiva gli ebrei... ecc.».

Giammai stoffa di riporto fu cucita con filo più bianco. Il seguito naturale del racconto va dalla sommossa di Gerusalemme, così duramente repressa, all'altro colpo terribile piombato sui giudei, l'invio in Sardegna di 4000 giudei romani. Ciò che è detto di Gesù appartiene ad un altro ordine di idee. Traspare in quel brano la fede cristiana più ardente, la fraseologia cristiana più tipica. [...] Se Giuseppe Flavio avesse scritto questo, sarebbe stato cristiano e avrebbe fatto professione pubblica di cristianesimo; la sua opera intera sarebbe altra da quello che è. L'interpolazione è candida e sfrontata.
Essa fu citata nel IV secolo da Eusebio di Cesarea (Historia ecclesiastica, 1ª, 11). Sembra che nessun apologista anteriore l'abbia letta o ne abbia avuto sentore.
Origene, nel III secolo, concede che Giuseppe «...sebbene non creda a Gesù come Messia» (Contra Celsum, 1, 47) si avvicini talora alla verità. Dice questo a proposito di un'altra interpolazione che noi non leggiamo nei nostri esemplari. Evidentemente egli non leggeva nel suo quella in cui Giuseppe è ritenuto confessare arditamente che «...è Gesù che fu il Messia», in contraddizione con se stesso, poichè altrove egli dice che il Messia fu Vespasiano (De bello judaico, VI, 5, 4)". [P.L. COUCHOUD: Il mistero di Gesù - pp.16/20]

"Giuseppe Flavio non disse niente di Gesù. La nostra migliore probabilità di essere informati è perduta [...]. Il principale documento storico è muto.
Giusto di Tiberiade, un rivale di Giuseppe Flavio come militare e come storico, nato nel presunto paese di Gesù, scrisse egli pure una «Guerra giudaica» e una Cronaca dei re ebrei» da Mosè ad Agrippa II; le due opere sono perdute. Fozio leggeva ancora la seconda nel IX secolo e si stupiva di non trovarci nulla su Gesù (Biblioth., cod.33). [P.L. COUCHOUD: Il mistero di Gesù - pg.21]
#1344
Citazione di: iano il 21 Agosto 2017, 08:43:08 AM
Il metodo scientifico è confutabile.
Il metodo scientifico,cHe si può certamente descrivere meglio di come ho fatto io,cambia e si evolve nel tempo ,essendo per sua natura confutabile.
Circa un secolo fa si sconsigliavano gli studenti che volessero intraprendere lo studio della fisica,in quanto si era convinti che tutto quello che c'era da scoprire fosse stato già scoperto.
Le teorie fisiche si riteneva fossero complete e ben definite,salvo qualche possibile aggiustamento da poco.Tutto ciò è stato confutato,ma è interessante notare che tutti ne fossero convinti.
Non era così e credo continuerà a non essere così.
Credo ciò dipenda dal fatto che noi ci evolviamo e che le teorie fisiche siano parte di noi e che quindi si evolvono con noi.
Ciò è perfettamente comprensibile se si crede,come io credo,che si tratti,come ha già detto Apeiron,di mappe utili per interagire con la realtà.
E se così stanno le cose non rimane da chiedersi che cosa abbia la scienza in più rispetto a ciò che ha e ha sempre avuto ogni singolo uomo,dato che ogni singolo uomo possiede una soggettiva mappa che gli consente di Interfacciarsi  con la realtà.
La differenza è che si tratta di una mappa condivisa.grazie alla quale l'umanità si interfaccia con la realtà,come fosse un singolo uomo,e come un sol uomo può potenzialmente agire.
In ciò consiste il vero potere della scienza che tanta meraviglia desta in noi.
Si parla in questo caso di mappa oggettiva,ingannandosi.
Si tratta in effetti di una mappa ancora soggettiva,ma riferita all'unanimità,o meglio ad una cultura umana ,invece che al singolo uomo.
Il metodo scientifico rimane comunque parente,e sarebbe strano pensare il contrario,del metodo che ogni uomo usa per Interfacciarsi utilmente con la realtà.

Non hai risposto alla mia domanda, per cui la riformulo in modo più chiaro: tutto quello che hai scritto fin qui è anch'esso confutabile a-priori ("per sua natura")?
Le risposte possibili sono tre:

1 - quello che hai scritto E' confutabile a-priori ("per sua natura") poiché si tratta comunque di una "mappa" che non potrà
     mai corrispondere con il "territorio" a cui si riferisce;
2 - quello che hai scritto NON E' confutabile a-priori ("per sua natura"), ma per confutarlo *devo* mostrare le ragioni che
     lo invalidano;
3 - quello che hai scritto è inconfutabile per sua natura.

Quale delle tre è la tua risposta?
#1345
Citazione di: Phil il 14 Agosto 2017, 19:37:55 PMLa volontà e il pensare (almeno stando all'esperienza personale) mi sembrano fenomeni mentali spontanei, quindi causati da ciò che non padroneggiamo (inconscio, istinto, input esterni, etc.), quindi non liberi (ferma restando la problematicità di definire liberamente cosa sia davvero "libero"  ;D ).

Parlare astrattamente della libertà di pensiero è come parlare astrattamente del tempo: ci sfugge tra le dita e non resta niente. Il passato non esiste più, il futuro non esiste ancora e il presente non ha durata; ...ergo il tempo non esiste. ...Ma allora perché invecchio? Perché il tempo esiste, e come!! ...Ma non avevamo detto che non esiste?
Quando a scuola ci riempivano di compiti di qualche materia che non ci interessava, sapevamo bene cos'era la libertà di pensiero: era quella che i compiti ci sottraevano.
...E anche quando un regime autoritario ci impedisce di esprimere il nostro pensiero, sappiamo cos'è la libertà di pensare: quella che ci ruba la dittatura; e ci incazziamo pure per questa mancanza di libertà, quindi lo sappiamo di cosa si tratta.
...E quando abbiamo un dolore alla schiena tanto forte da obbligarci a pensare a nient'altro che a quello, sappiamo anche allora cos'è la libertà di pensiero.
...E quando all'improvviso scopriamo che le nostre idee su un certo argomento erano sbagliate e che ci obbligavano a credere in qualcosa di falso, anche in questo caso proviamo un senso di liberazione e comprendiamo che, prima, il nostro pensiero non era affatto libero!!

Ma, allora, lo vedi che la libertà di pensiero esiste, anche se, come il tempo, ...il nostro pensiero non è libero di definirla?  :)
#1346
Citazione di: Phil il 21 Agosto 2017, 00:25:01 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 20 Agosto 2017, 15:11:59 PM
Infatti, il tuo punto di vista è essenzialmente materialista-monista-riduzionista-agnostico, mentre il mio è essenzialmente teista-dualista (nel senso corretto di "dialettico"). E tra questi due punti di vista, <<Tertium non datur>>:  o io mi riconverto all'ateismo-materialismo, oppure tu ti converti al teismo dialettico!  ;)

C'è il tertium (uno dei miei "pallini" è cercarlo sempre!), eccome se c'è... ed è proprio il mio modo di intendermi; tuttavia, nonostante tutte le tue incomprensioni (senza offesa, ma per quasi tutto questo post ho dovuto richiamarti a rileggere con attenzione ciò che avevo già scritto... e scrivo comunque molto più facile di Hegel  ;) ), mi hai già etichettato e questo mi deve bastare: le etichette ce le devono mettere gli altri, quelle che ci mettiamo noi, sono spesso inaffidabili!

Buon proseguimento di ricerche!

Hai svicolato puntualmente gli aspetti nodali delle mie osservazioni  commentando solo le parti marginali. Evidentemente non ti interessa un confronto franco e sincero.
Comunque grazie per l'attenzione dimostrata fin qui e, anche a te, buon proseguimento delle ricerche (le ricerche sono come "gli esami" di Eduardo: non finiscono mai!).   :)
#1347
Tematiche Filosofiche / Re:Vita
20 Agosto 2017, 19:49:53 PM
Citazione di: Io il 15 Agosto 2017, 12:59:24 PM
Salve, vorrei porvi una domanda : che senso ha la vita? Io ho ormai 20 anni e non trovando il senso a questa domanda sono diventato pigro, mi sono chiuso in me stesso, non parlo quasi piu' con nessuno e non ho voglia di studiare, praticamente non voglio fare niente pechè alla fine penso sempre e alla stessa domanda. Che senso ha? Passo quasi tutto il tempo sui videogiochi per passare il tempo, ma questo non mi aiuta a colmare quel buco dentro di me. Vorrei che qualcuno mi rispondesse a questa domanda, perfavore!
Come ha già detto qualcun altro, ciascuno scopre nella vita un suo proprio personale significato. Se si tratta di un significato autentico (cioè, conforme alla sua natura più profonda, "...e più non dimandar!") allora la vita gli apparirà più che degna di essere vissuta.

Per me personalmente fino a 38 anni d'età, ciò che dava significato alla vita si chiamava *gnocca*.  :)   Poi ho scoperto Dio, e da allora ciò che mi attizza e ogni giorno mi riempie l'anima di emozione è un sogno: quello di dimostrare l'esistenza di Dio nel campo della scienza! Un sogno spudoratamente ambizioso!! ...Ma, i sogni, uno mica li decide a tavolino! Loro arrivano e ...a chi ttocca nun se 'ngrugna!
...Comunque, non pretendo certo di essere un esempio per qualcuno. ...Era solo per mostrare che il mondo è vario, che i sensi della vita sono tanti e che forse è bene così!! Prima o poi anche tu troverai il tuo. ...Suerte!   :)
#1348
Tematiche Spirituali / Re:Una visione ...zodiacale!
20 Agosto 2017, 18:39:48 PM
Citazione di: paul11 il 20 Agosto 2017, 17:35:45 PM
Non è un malinteso, come ho scritto Jung ha una intuizione esatta che è quella da te descritta.
L'errore è ritenere che l'uomo  si proietta  nella  cosmologia, quando invece avviene il contrario, vale a dire
è la realtà che entra a far parte dell'uomo e si pone dialetticamente con il Sè.

O una razza precedente all'attuale umanità adamitica o comunque superiore ha trasmesso all'umanità dei saperi e la tradizione sumerico/accadica-ebrea lo esprime chiaramente e la mia tesi propende  per questa, o comunque l'uomo attraverso l'osservazione
fisica, e non proiettando la  propria psiche, capisce i punti di riferimento: il tempo dettato dalle stelle costellazioni , ma soprattutto
un' ORDINE,, dove il disordine si ripercuote sempre in un evento catastrofico naturale.

E' quì che nasce il concetto simmetrico del caduceo o dello ying e yang, sanno che non possono spezzare la simmetria dell'ordine naturale che il cielo astronomicamente gli detta con i cicli e quello del dentro di Sè ( utilizzo il tuo linguaggio...)

Questo ordine è "incorporato" in qualunque oggetto o essere vivente: vive finchè esiste un equilibrio, la malattia è sempre un disordine. Da quì l'ayurveda, i chakra, l'energia che come un serpente, il  kundalini, passa per il midollo spinale

L'ordine del sacro è proprio il principio armonico per cui la realtà della natura non può essere alterata in quanto in quell'ordine appartiene anche il Sè dell'umanità.L'Anima Mundi che intuitivamente percepisce qualunque umano  ne è la sintesi

Vuoi dire che i *miti* sono allegorie dei ...*moti*... astrali? Cioè, dei racconti studiati a tavolino dagli antichi astronomi/astrologi per adombrare la dinamica celeste?
L'hai letto il mio thread: "Un sogno archetipico e un film"? Che ne pensi?
Ma a questo proposito, ti racconto un altro brevissimo sogno che feci tanti anni fa, nell'epoca delle mie visioni:

Mi trovavo al Polo Nord e, nel punto che individua le coordinate esatte del Nord stesso, si ergeva un obelisco di pietra altissimo sulla cui sommità svettava scintillante uno stupendo capricorno d'oro circondato da un alone luminoso. Una voce, nel sogno, mi diceva che quell'alone luminoso in realtà apparteneva al ...Sole Divino che era situato nel cielo esattamente dietro al capricorno, cioè, all'altra estremità della retta che congiungeva il mio punto di osservazione col capricorno stesso. Io sono nato il 20 gennaio, sotto il segno del Capricorno.
Ricordo che al mio risveglio interpretai quel sogno come se le costellazioni (o i pianeti) fossero le intermediarie tra Dio e il nostro sé. Ma tutt'ora non saprei decidere se considerare le costellazioni/pianeti in senso simbolico, oppure in senso realistico. Voglio dire: potrebbe trattarsi di una dinamica trascendente di cui il moto degli astri VERI è solo una analogia, un simbolo, appunto.
Non ho mai approfondito questa questione, sebbene Jung scriva cose come queste:

"Il Mercurio cercato è lo «spirito vegetativo», uno spirito vitale che ha la caratteristica di attraversare tutte le case dei pianeti, vale a dire tutto lo Zodiaco. [...] L'Oroscopo è il chirograficum, di cui si dice: «..annullando il documento scritto del nostro debito, le cui condizioni ci erano sfavorevoli. Egli, Cristo, lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla Croce. Avendo privato della loro forza i Principati e le Potestà, ne ha fatto pubblico spettacolo dietro al Suo corteo trionfale.»* [*Nota: Lettera ai Colossesi 2.14]
Quest'idea, gia molto antica, di una sorta di debito chirografico assegnato alla nascita, è la versione Occidentale di un karma prenatale. Sono gli arconti, i sette vecchi che imprimono all'anima il suo destino. Così anche Priscilliano (morto nel 385) dice che l'anima, al momento della sua discesa, alla nascita, passa attraverso certi cerchi dove viene fatta prigioniera dalle potenze malvagie. Secondo la volontà del principe vittorioso viene costretta ad entrare in diversi corpi sui quali le viene scritta la sentenza. Probabilmente ciò significa che nell'anima sono impresse le influenze dei vari pianeti. A questa discesa dell'anima attraverso le Case dei pianeti corrisponde anche il suo passaggio attraverso le porte dei pianeti, come le descrive Origene: la prima porta è di piombo ed è correlata con Saturno, il che mostra con chiarezza che Maier segue un'antica tradizione. La peregrinatio chymica ripercorre, insomma, l'antico «viaggio celeste» dell'anima, che pare essere diffuso specialmente in Persia. Senza approfondire il motivo del transitus attraverso le Case dei pianeti, ci sia sufficiente sapere che Mercurio le attraversa, come fa anche il filosofo Maier nel suo viaggio mistico".   [JUNG: Mysterium coniunctionis - pgg.214/215]

"Gli opposti, sebbene si fuggano, cercano di raggiungere un equilibrio, poiché lo stato di conflitto è troppo contrario alla vita per poter essere prolungato indefinitamente. Essi si logorano a vicenda: l'uno divora l'altro, come i due draghi o le altre bestie feroci del simbolismo alchemico.
In termini astrologici, questo processo corrisponde a un'ascesa, da Saturno, l'astro lontano, freddo e buio, fino al sole attraverso la serie dei pianeti. [...] Una simile ascensione aveva per modello cosciente o incosciente il redentore gnostico, che inganna gli arconti con l'astuzia, o ne spezza il potere con la forza. In tale motivo rientra anche l'estinzione del «debito scritto». L'uomo della tarda antichità risentiva la sua situazione spirituale come una fatale dipendenza dalle potenze astrali, dal cosiddetto heimarmene, un sentimento che si potrebbe paragonare alla moderna dottrina dell'ereditarietà, o piuttosto all'uso pessimistico che ne viene fatto. Una simile demoralizzazione può nascere anche in numerosi casi di nevrosi, dove i pazienti considerano i fattori psichici, che costituiscono i loro sintomi, come fatti irreversibili [indole, carattere] contro i quali è inutile ribellarsi. Il passaggio attraverso le Case dei pianeti ha perciò, come l'attraversamento del mondo infero egizio, il significato della vittoria riportata su un ostacolo psichico, su un complesso autonomo, di cui un dio - o demone - astrologico, signore di un pianeta, può offrire una rappresentazione [simbolica] calzante. Colui che ha superato tutte le sfere planetarie è libero dalla creazione; ha ottenuto la corona victoriae  ed è divenuto simile a un dio. Il linguaggio psicologico del nostro tempo si esprime senza dubbio in termini ben più modesti: il viaggio attraverso le case dei pianeti si riduce alla presa di coscienza sia dei tratti di carattere buoni che di quelli cattivi".       [JUNG: Mysterium coniunctionis - pg. 219]

Non ho mai capito se Jung alludesse ad una accezione letterale-astronomica, oppure simbolica.
#1349
Citazione di: Carlo Pierini il 20 Agosto 2017, 12:40:24 PM
Scrivevo su: "A proposito della non-storicità di Cristo":

Anche l'Assunzione di Maria, se non intesa nel suo significato letterale (la salita al cielo del corpo materiale della Vergine) ha un significato simbolico di grande rilevanza: quello della trasformazione della Trinità Divina in una Quaternità che accoglie in sé ANCHE  la Materia ("materia" deriva da "Mater") e quindi l'elemento femminile. Scrive Jung:

"Secondo ogni apparenza, la proclamazione del dogma dell'Assunzione di Maria (1950) venne motivata principalmente dal bisogno religioso delle masse cattoliche. Ma dietro al dogma si affaccia il numen archetipico della divinità femminile, che nel 431, al Concilio di Efeso, fece per la prima volta conoscere imperiosamente la sua pretesa al titolo di Theotokos (Genitrice di Dio), in contrasto con il semplice attributo di Antropotokos (Genitrice dell'uomo) accordatole dal razionalismo nestoriano.[/justify]
L'assunzione in cielo del corpo della Vergine è stata da sempre enfatizzata come evento storico e concreto. E' per tale motivo che anche gli alchimisti si servivano delle rappresentazioni di questo mistero per adombrare nel loro Opus la glorificazione della materia (Fig. 235)". [JUNG: Mysterium coniunctionis - pg.178]

https://1.bp.blogspot.com/-zbmZqzs6qXU/WZThncJ8BOI/AAAAAAAAAGs/k4m9Y7hcouMjCr5y62ry2H3GxaSxYwnEQCLcBGAs/s1600/Quaternit%25C3%25A0%2Balchemica.jpg

Questa stessa idea è chiaramente espressa in un sogno che il famoso santo Don Bosco fece all'età di 9 anni (un secolo prima della proclamazione del dogma dell'Assunzione) eche il pittore M. Barberis immortalò in questo dipinto:

http://www.donbosco-torino.it/image/Archivio/Religiose/57-Sogno-Due-Colonne-Don-Bosco.jpg

Evidentemente il sogno vuole stigmatizzare la carenza di sacralità dell'elemento femminile nella dottrina cattolica (simbolizzata dalla minore altezza della colonna della Vergine), cioè, la sottovalutazione millenaria non solo della donna (fino al tardo medioevo la donna era considerata la "ianua inferii", cioè la porta dell'Inferno, la tentazione, il peccato), ma anche la desacralizzazione della Mater, cioè della Mater-ia (la corporalità e la temporalità che nella concezione cristiana sono sacrificate in nome della spiritualità e dell'eternità). La stessa carenza che poi il simbolismo cattolico tenderà a riequilibrare (ma solo simbolicamente) con il dogma dell'Assunzione in Cielo di Maria (1950) e con l'iconografia della "Incoronazione della Vergine":

http://4.bp.blogspot.com/-nkMtVqUzsro/UiRgYJ_0QYI/AAAAAAAAAQw/L2Si1IPU2s8/s1600/Incoronazione.jpg

http://2.bp.blogspot.com/-OAxvAZUVsAA/Ukwd_fvPcWI/AAAAAAAAAV8/EAhgwBqdbAM/s1600/68+Incoronazione+delle+Vergine,+Paolo+Veneziano.jpg

Il sogno, cioè, vuole mettere in risalto la necessità di un DOPPIO ancoraggio simmetrico Maschile/Femminile che, invece, tutt'ora è carente nella dottrina cristiana nella sua persistente sottovalutazione della donna (solo gli uomini sono ammessi alla funzione sacerdotale) e della Mater-ia per la quale, al contrario, gli alchimisti rivendicano da secoli un rango di sacralità non inferiore a quello della Trinità (vedi il primo link a inizio pagina).
In TUTTI i simbolismi della Tradizione la coppia Sole/Luna rappresenta la coppia di opposti Maschile/Femminile che caratterizza la divinità (si veda anche il mio thred: "L'archetipo della Complementarità") E il fatto che, nel sogno, la Luna ai piedi della Vergine non sia una Luna-piena non fa altro che ribadire la carenza accennata. il simbolismo alchemico, per esempio, simbolizza il Femminile sempre (o quasi) con una Luna piena:

https://3.bp.blogspot.com/-mwvVkchcOhA/V_ok4lNHmWI/AAAAAAAAAmg/K6vSOTwNERouiWvq6_MhI6UFIGJHUHYPgCLcB/s1600/02%2BConiunctio%2Bsolis%2Bet%2Blunae%252C%2BS.%2BZamora.jpg

https://1.bp.blogspot.com/-a_H1LLYnkvg/V_okq-Od95I/AAAAAAAAAmc/CuYSwHAAy8kt_rtKesWg13NduvUkaXeLQCLcB/s1600/01%2BAndrogino%2Balchemico.jpg

http://www.astro.com/im/mtp/image019.jpg

Ma anche moltissimi altri simbolismi sottolineano la medesima simmetria Maschile/Femminile, (se ricorrono alla "falce di luna", spesso è solo per distinguere il circolo del Sole da quello lunare). Per esempio:

https://3.bp.blogspot.com/-l8itwulBw_0/WZlcmdrfEjI/AAAAAAAAAI0/elhAjSJq2IsOqmv3W40ZZQpxYiW_xHxEwCLcBGAs/s1600/Yin-Yang%2BSole-Luna.jpg

https://2.bp.blogspot.com/-xrVZzXla_lc/WCr-yc3MkOI/AAAAAAAAOu8/gsqu4zRd7zsC-e8uSGd1HecqBePiAq6vQCLcB/s1600/freemasonry6.jpg

https://4.bp.blogspot.com/-h0ZSeBj_9RE/WZlf6n_hgDI/AAAAAAAAAJA/1zOYqEkFdhoa-av6K_12BVU2bmoWXtpqgCLcBGAs/s1600/Androginia%2Bdivina.jpg

Infine, la asimmetria Cristo-Vergine è sottolineata anche dal contrasto con lo stemma pontificio scolpito sulla prua della nave, nel quale le "due chiavi" incrociate sono perfettamente simmetriche.
Ci sarebbero anche altri dettagli del sogno che convergono verso questo significato di fondo, ma ciascuno può rifletterci per proprio conto, magari andando a leggersi il testo del racconto fatto dallo stesso Don Bosco nel 1862:

http://medjugorje.altervista.org/doc/visioni/sangiovannibosco//15-leduecolonne.php

Nel secolo XIII, un'altra santa ebbe una visione molto simile al sogno di Don Bosco: fu la monaca belga Giuliana de Cornillon. La Wikipedia spagnola sintetizza così l'evento:
<<A cominciare dal 1209, Giuliana ebbe frequenti visioni mistiche. In una delle più ricorrenti vedeva una Luna oscurata, cioè, sebbene risplendente era incompleta con una macchia nera che ne oscurava una delle due metà>>.

https://1.bp.blogspot.com/-hw0rwKz8vE0/WZmwIDuA1mI/AAAAAAAAAJU/PeHqvU5YsUo2xEu3B7aYcXiCmKmjd_gIgCLcBGAs/s1600/Santa%2BGiuliana%2Bdi%2BCornillon%2B-%2BLuna.jpg

Dopo aver analizzato il sogno di Don Bosco anche alla luce di simbolismi extra-cristiani, l'interpretazione ci sembra più che scontata: al simbolo femminile della cristianità manca qualcosa. Eppure, incredibilmente, la stessa Giuliana interpretò la visione non come una carenza legata alla figura della Vergine, ma come la mancanza di una festa in onore di ...Gesù (sic!) nel calendario liturgico della Chiesa (...quando si dice "idiosincrasia!).
Giuliana tardò molto nel rivelare le sue visioni, ma l'impressione che esse poi destarono presso le autorità ecclesiastiche fu tale che vent'anni più tardi, nel 1247, per la prima volta si celebrò la festa del "Corpus Domini".
#1350
Citazione di: iano il 20 Agosto 2017, 13:44:24 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 19 Agosto 2017, 13:41:54 PM....Pertanto, quando dici che <<la matematica non è uno strumento assoluto>> non si capisce cosa vuoi dire. La descrizione matematica di un evento è *vera* quando c'è una corrispondenza rigorosa tra un evento osservato (una certa relazione tra enti fisici) e i numeri che lo descrivono (una corretta relazione tra numeri); e questa verità sarà anche *assoluta* quando avremo fornito le prove di questa corrispondenza rigorosa. E' tutto qui. Potrai obiettare che una tale corrispondenza potrebbe non essere più valida all'interno di un buco nero, o in in uno spaziotempo a curvatura diversa da quella relativa alla nostra osservazione, ma ciò non toglie che, specificando queste possibilità (condizioni di validità) nelle premesse dell'enunciato (come nel caso delle approssimazioni viste sopra), la sua verità torni ad essere assoluta.
Per esempio, la legge di gravità sembrava assoluta così come la formulò Newton; ma con Einstein abbiamo dovuto correggere quella formulazione affinché essa continuasse ad essere una verità assoluta: abbiamo dovuto aggiungere la dicitura: <<in uno spazio-tempo a curvatura trascurabile>>. Ma, posta questa condizione, la formula di Newton è una verità assoluta. In altre parole, con Einstein non abbiamo scoperto che Newton sparava cazzate, ma abbiamo dovuto restringere i limiti entro i quali la sua è una verità assoluta.
1.  "Cio  che si dice ,corrisponde ai fatti osservati" ,è una opinione che può essere condivisa o meno,e tale processo di condivisione è parte del metodo scientifico.
2. Quando ciò che si dice non può essere confutato,esso non può essere oggetto di un processo di condivisione,e non rientra nelle competenze della scienza.
3.La corrispondenza fra ciò che si dice e ciò che si osserva è confutabile per sua natura.

Tutto quello che hai appena detto sulla "corrispondenza", corrisponde con la realtà osservata, oppure è confutabile per sua natura?