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Messaggi - baylham

#1336
Tematiche Filosofiche / Re:Come vi tenete aggiornati?
15 Dicembre 2016, 16:38:39 PM
Ovviamente non sono uno specialista, mi interessa la filosofia perché è fondamentale per la mia esistenza. I miei canali di accesso alle novità, o meglio a ciò che mi interessa, sono tre: l'inserto domenicale del giornale Il Sole 24 Ore, che mi serve per lavoro,  le librerie e la rete in generale.

L'ultimo saggio interessante ed importante sulla morale l'ho trovato per caso in libreria: Il bonobo e l'ateo di Frans De Wall, un famoso etologo.
#1337
Citazione di: donquixote il 15 Dicembre 2016, 12:42:39 PM
Citazione di: baylham il 15 Dicembre 2016, 10:06:38 AM
Citazione di: donquixote il 14 Dicembre 2016, 21:11:22 PM
Che poi nel periodo attuale alcuni trovino più comodo crederci per fede perchè non hanno la volontà e/o le capacità di incamminarsi in un percorso di verifica dando per scontato ciò che altri hanno già fatto e allo stesso modo alcuni non ci credano per le medesime ragioni è indice solamente di una diminuita e quasi nulla capacità di pensare dell'uomo moderno, che abbiamo sostituito con quella di memorizzare perchè è molto più semplice e comoda. Basta peraltro guardare i saggi su ogni argomento che vengono pubblicati quotidianamente: non sono mai frutto di un pensiero ma sono solo florilegi di ciò che altri hanno pensato sul medesimo argomento, e la scelta delle citazioni si fa sulla base della teoria che l'autore del saggio condivide "per fede" e intende dimostrare e quindi sceglie consapevolmente autori e scritti che sono più conformi alle sue idee tralasciando tutti gli altri.

Tesi profondamente sbagliata: non c'è mai stata nella storia umana una così ampia diffusione della cultura e delle capacità culturali. Nel breve arco di due, tre secoli le innovazioni culturali, scientifiche, tecnologiche sono state impressionanti: frutto di una creatività e intelligenza collettiva senza paragoni nella storia.
Per quanto riguarda la dinamica culturale, progressiva, cumulativa, rimando ad un seggio di Merton "Sulle spalle dei giganti", un piccolo gioiello culturale.


È esattamente l'opposto perchè la cultura non è un concetto quantitativo ma qualitativo, ma questo non è più comprensibile oggi, e lo si è scambiato con una quantità immensa di nozioni che non si è più in grado di connettere una all'altra e creano solo confusione. Il concetto moderno (o più in generale occidentale) di cultura confligge con quello dell'antropologia, ovvero con quello di quelle civiltà che si chiamano anche "culture" e che hanno un concetto di cultura molto diverso dal nostro: ed è a quelle che io mi riferisco. E il solo fatto che noi, che secondo te capiamo così bene il mondo come nessun altro prima, veicoliamo tutto questo nostro capire nella direzione della sua distruzione dovrebbe fartici riflettere su. Per quanto riguarda il saggio che citi innanzitutto fra i miliardi di persone che ci hanno preceduto lo scegliere chi sono i "giganti" è una mera arbitrarietà, e il fatto che questo sia stato scritto da un funzionalista la dice lunga. 

Il cambiamento è qualitativo non quantitativo. L'economia e la società moderna non è basata sull'agricoltura e sulla forza fisica ma sull'informazione e la conoscenza. Oggi per fare il contadino devi avere la laurea, che significa circa venti anni di studio di svariate materie, dalla biologia all'economia. Conoscenza che è sempre più un'impresa collettiva e sempre meno individuale. Conoscenza e cultura che comunque è progressiva, cumulativa: ciascuno ha i propri giganti, resta il fatto che siamo sulle loro spalle.  
Quello che è cambiato poco è la biologia e l'economia dell'uomo e ciò spiega la possibilità della catastrofe umana, oggi come nel passato. Per alcuni esempi del passato consiglio la lettura di Collasso di Diamond Jared. Biologia ed economia che sono più forti ed importanti di qualunque cultura religiosa.
#1338
Citazione di: paul11 il 14 Dicembre 2016, 23:23:43 PM

Parto da un presupposto, che ovviamente nasce da mie considerazioni, o esiste un controllo sociale da parte del popolo sulla democrazia rappresentativa ,oppure come la storia c ista sempre più insegnando, i rappresentanti diventano una corporazione a sè che fa "pastette".In fondo la divisione dei poteri nacque per le stesse esigenze, controllare  monte vincolandolo il sistema di potere oppure tanto vale avere una monarchia che costa meno di una pletora di rappresentanti la cui media culturale è mediocre.
Quindi o è vincolante il mandato con la motivazione del programma politico , oppure io voto "giallo" e il rappresentante che avrebbe dovuto portare avanti il "giallo" ,media facendolo diventare marrone.
La mediazione politica di fatto porta alla stagnazione sociale, quindi è impossibile velocizzare o cambiare qualcosa che derivi da un preciso mandato della maggioranza del popolo.
Insomma la forma di rappresentanza o è democrazia o diventa oligarchia,per cui l'importanza del metodo elettorale è importante ai fini della democrazia. La lentezza della politica rispetto al mutamento strutturale socio-economico è il grande problema della politica.Votiamo ancora con urne nelle scuole con il lapis  quando il conto corrente e le attività postali ormai sono telematiche.E' tutto da rivedere ma stando attenti a non fuoriuscire dai fondamenti costituzionali e democratici.

Ma proprio perchè è a monte dell'elezione ,quindi nel momento in cui l'elettorato può ancora  scegliere, che se io avessi voluto votare "giallo", ma vedo che la mediazione della coalizione in cui vi è il "giallo", è diventato marrone, che io faccio ancora in tempo a scegliere se votare il "marrone" tappandomi il naso, votare altro o non votare.

Sono per il federalismo e spero che l'Europa lo sarà.Semplicemente perchè la dialettica nel rapporto fra centro e periferia esiste da sempre e non solo nella democrazia moderna. Chi meglio di una persona nata in  un territorio sa gestirlo.Chi meglio di me dovrebbe saper gestire la mia famiglia?Invece il peso della centralità necessariamente essendo le leggi di giurisdizione nazionale valgono in tutto il territorio "piallando"differenze strutturali.Bisogna altrettanto stare attenti he il peso della periferia non diventi che la diversità sia il paradigma dello Stato nazionale. Credo quindi ad una dialettica, dove pesi e misure, ambiti legislativi e attività devono essere opportunamente equilibrati.

Una persona è residente a  Catania ,ma è domiciliato a Torino per lavoro.Lascio a lui la scelta di candidarsi in uno dei due luoghi; tutto quì.

La motivazione dell'astensionismo è che di fatto se una persona sola decidesse di votare su sessanta milioni di elettori, lui vince, perchè si porta in Parlamento l'unico rappresentante.In questo modo intendo far vedere fisicamente che esiste un partito dell'astensione, ma che il voto diventa paradossalmente tanto più importante tanto più aumenta l'astensionismo.L'attuale sistema si porta comunque in Parlamento la quantità di eletti indipendentemente dalla quantità di elettori che hanno deciso per vari motivi di disertare le urne,
Non ha senso a mio parere e non è trasparenza democratica, se vuoi per assurdo, che comunque il numero di rappresentanti sia indipendente dal numero di effettivi votanti, perchè in realtà non li stanno rappresentando se non una proporzione di una proporzione ancora.

fra le  tante cose o idee, vieterei lo scandaloso sistema per cui chi è eletto nel partito "giallo", una volta in Parlamento può tranquillamente mutare il colore.Questo è falso ideologico, è prendere per i fondelli chi lo ha votato.

L'idea di un premio di maggioranza virtuale e flessibile, significa che il numero di eletti in Parlamento che formano una possible coalizione di governo ha più peso rispetto a possibli altre coaliazioni di governo ,ma con minori eletti.
il motivo è che se un Governo ha una risicata maggioranza in uno o entrambi i ramidel Parlamento o passa il periodo di Governo a mediare anche pochi elettori fra i contrari, perchè rischierà continuamente nelle votazioni di perdere la fiducia e di nuovo rischiare elezioni.Quindi se l'unica coalizione possibile  per la formazione di un governo otterrebbe nella realtà  solo 1  rappresentante in più, ai fini della governabilità virtualmente ( e quindi senza aumentare il numero di eletti) si dovrebbe decidere che ogni eletto e rappresentante di quella coalizione avrà da ora e solo ai fini della governabilità, quindi fin quando sta in piedi quella coalizione di governo (quindi bisognerebbe anche specificare su quale tipologie di leggi, oppure solo per decreti, ecc.) avrà un voto che non vale 1 voto=1 testa, ma ad esempio 1,1 o 1,2, ecc.  

Sono solo idee Eutidemo, comunque è un piacere discuterne 

Alcune questioni poste sono semplicemente irrisolvibili da qualunque sistema politico: la conciliazione dell'interesse e della volontà  individuale con quello collettivo, generale. 

Chi non accetta la mediazione politica vuole ed otterrà il conflitto, la violenza e la guerra.

Ogni sistema politico rappresentativo ha comunque il problema che il rappresentante rappresenta sé stesso oltre che i rappresentati.

Negli organi rappresentativi l'assenza di vincolo di mandato è fondamentale: si elegge un rappresentante e un organo deliberativo, all'interno del quale deve formarsi la decisione. Col vincolo di mandato la decisione è assunta da soggetti esterni all'assemblea, soggetti che non sottostanno alle condizioni e regole di libertà e di uguaglianza della decisione stabilite per l'assemblea.

Il cambiamento sociale è naturale che sia più lento del cambiamento politico: la sperimentazione sociale coinvolge interessi, relazioni, equilibri duraturi, stabili profondi, che non possono essere sconvolti in continuazione.

L'astensionismo ha una duplice valenza: gli esiti politici in gioco sono indifferenti perché uno vale l'altro oppure nessuno vale. Poiché uno stato organizzato è meglio di uno disorganizzato, il numero dei componenti di un organo politico-amministrativo non può dipendere dalla considerazione dell'astensionismo: esso va razionalmente determinato in base alle funzioni e alle attività che l'organo deve svolgere.
#1339
Citazione di: donquixote il 14 Dicembre 2016, 21:11:22 PM
 Che poi nel periodo attuale alcuni trovino più comodo crederci per fede perchè non hanno la volontà e/o le capacità di incamminarsi in un percorso di verifica dando per scontato ciò che altri hanno già fatto e allo stesso modo alcuni non ci credano per le medesime ragioni è indice solamente di una diminuita e quasi nulla capacità di pensare dell'uomo moderno, che abbiamo sostituito con quella di memorizzare perchè è molto più semplice e comoda. Basta peraltro guardare i saggi su ogni argomento che vengono pubblicati quotidianamente: non sono mai frutto di un pensiero ma sono solo florilegi di ciò che altri hanno pensato sul medesimo argomento, e la scelta delle citazioni si fa sulla base della teoria che l'autore del saggio condivide "per fede" e intende dimostrare e quindi sceglie consapevolmente autori e scritti che sono più conformi alle sue idee tralasciando tutti gli altri.

Tesi profondamente sbagliata: non c'è mai stata nella storia umana una così ampia diffusione della cultura e delle capacità culturali. Nel breve arco di due, tre secoli le innovazioni culturali, scientifiche, tecnologiche sono state impressionanti: frutto di una creatività e intelligenza collettiva senza paragoni nella storia.
Per quanto riguarda la dinamica culturale, progressiva, cumulativa, rimando ad un seggio di Merton "Sulle spalle dei giganti", un piccolo gioiello culturale.
#1340
Citazione di: Eutidemo il 13 Dicembre 2016, 14:53:44 PM
Al di là della mia semplificazione estrema, si vede ad occhio che i SISTEMI PROPORZIONALI favoriscono la DEMOCRAZIA, a scapito della GOVERNABILITA', mentre i SISTEMI MAGGIORITARI favoriscono la GOVERNABILITA' , a scapito della DEMOCRAZIA. 

Più correttamente i sistemi elettorali proporzionali promuovono la rappresentanza a scapito della governabilità, i sistemi maggioritari il contrario, ma entrambi fanno parte di un sistema politico democratico.

Personalmente nella situazione italiana avrei diversificato la funzione e il sistema elettorale dei due organi legislativi in questo modo:  elezione dei senatori con un sistema sostanzialmente proporzionale, con una soglia di accesso, affidando al Senato la legislazione di carattere istituzionale e di garanzia del sistema democratico (le leggi costituzionali e di elezione degli organi istituzionali, l'informazione); l'elezione dei deputati con un sistema maggioritario a doppio turno assegnando alla Camera la funzione legislativa di carattere politico-programmatico e l'espressione della fiducia al Governo.

Fin dall'inizio di questa legislatura era chiarissimo che c'erano tre raggruppamenti politici distinti: la sola cosa da fare era una legge elettorale valida ed omogenea per entrambe le camere con chi ci stava e tornare a votare.  Con valida intendo accettata dalla maggioranza dei cittadini, capace di esprimere la varietà degli indirizzi politici della società e nel contempo di favorire la formazione di un governo stabile. Un sistema elettorale misto era una buona direzione. Dopo tre anni siamo ancora al punto di partenza.
#1341
Attualità / Re:Migranti
12 Dicembre 2016, 15:13:46 PM
No, la lotta dei numeri non è finita, non è nemmeno cominciata. mchicapp non fornito alcun dato reale o statistico a sostegno delle sue affermazioni, che invece dimostrano la sua scarsa conoscenza dei problemi legati alle migrazioni.

I nigeriani, come gli africani e gli immigrati in genere, sono biologicamente e quindi sostanzialmente uguali agli italiani, le differenze sono essenzialmente il frutto dell'educazione e della cultura del paese da cui si proviene, cultura che è adattabile. Pertanto non c'è nessuna tendenza criminale negli immigrati che non sia propria anche degli italiani.

Osservo che chi accusa gli immigrati di tendenze criminali fa spesso delle proposte che sono illegali, in contrasto con i principi delle Costituzione italiana e con i principi del diritto internazionale, perciò tendenzialmente criminali. Alcune ipotesi di soluzione sono addirittura gravissime per la loro totale disumanità e configurano il reato di crimini contro l'umanità.
#1342
Il bene del paese non esiste, in politica esistono interessi contrapposti.

Un partito che rappresenta circa un terzo dei cittadini ha imposto una modifica profonda della Costituzione italiana, la legge fondamentale, contro la volontà degli altri partiti che rappresentano i due terzi dei cittadini italiani (non considero gli astenuti).
Sono soddisfatto che l'esito referendario abbia confermato il principio che le riforme costituzionali debbano essere largamente condivise dai cittadini e dai partiti che li rappresentano.

Nel merito la riforma costituzionale era pessima: il doppio incarico e l'assenza di retribuzione dei senatori, la riduzione del loro numero senza alcuna relazione con le funzioni del Senato, mentre il numero veramente eccessivo dei deputati non veniva toccato, sono solo alcuni dei molti elementi indecenti.

Il progetto complessivo alla base della riforma era odioso: la governabilità a scapito della rappresentatività, il rifiuto della mediazione politica degli interessi contrapposti, il rafforzamento di una oligarchia politica.
#1343
Citazione di: bluemax il 07 Dicembre 2016, 10:11:10 AM

  • Nel Buddhismo tutti gli esseri senzienti hanno la Natura di Buddha. Pertanto tutti possono diventare un Buddha a tempo debito, se si pratica con diligenza e si raggiunge la purezza della mente;
  • Nel buddhismo l'obiettivo finale è l'illuminazione e la liberazione dal samsara, piuttosto che andare in un luogo quale il paradiso;
  • Il karma è un capisaldo e riguarda il concetto metafisico sulla correlazione tra le proprie azioni e le loro conseguenze, sul mistero del cosiddetto destino e della predestinazione, in ultimo anche sulla disuguaglianza evidente del genere umano.
  • Il concetto di vacuità (ossia l'assenza di esistenza intrinseca o a se stante di tutti i fenomeni ma il suo esistere dipende solo da cause e condizioni esterne. Questo vale anche per la mente) è altro capisaldo del buddismo.

Rilevo alcune contraddizioni nel tuo pensiero: come si concilia il determinismo (tutto va come deve andare) con il volontarismo (tutti possono diventare Buddha)?

Il concetto di vacuità: se l'esistere di un fenomeno dipende da cause e condizioni esterne, le cause esterne da che cosa dipendono? 

La questione determinismo/indeterminismo, necessità/libertà, non è affatto risolta, anzi probabilmente è irrisolvibile. La parità di condizioni su cui ti basi non si danno in realtà.

Condivido la tesi che i presupposti della scienza occidentale, neuroscienze comprese, non siano conciliabili con il buddismo.
#1344
Citazione di: donquixote il 08 Dicembre 2016, 11:23:01 AM
Citazione di: baylham il 08 Dicembre 2016, 10:54:16 AMD'accordo, ma la stessa obiezione può essere rivolta al testo originario : "La foglia e il suo corpo erano una cosa sola." equivale ad affermare che 1+1= 3.

Non è così, perchè essenzialmente quella è una affermazione vera, ovvero l'essenza del suo corpo e quella della foglia è la medesima. La parola che simboleggia qualcosa di non immediatamente percepibile dai sensi o la frase non immediatamente verificabile in maniera istintiva o addirittura apparentemente contraddittoria necessita di una concentrazione particolare per essere compresa nel suo senso effettivo. Tornando all'esempio della matematica anche un bambino comprende che 1+1 = 3 è un errore, ma se io trasformo gli addendi e la somma in complicatissime e lunghissime equazioni sarà molto più difficile sia identificare gli addendi che verificare se la loro somma è sbagliata. 

Ma è vero anche il contrario, che l'essenza del suo corpo e quella della foglia sono diverse. Ed è altrettanto, se non più, realistico e ragionevole.
Non insisto oltre, ho contrapposto ad una visione che ritengo parziale il suo opposto, ma ritengo che la distinzione, la differenza sia più essenziale dell'indistinzione, dell'indifferenza.
#1345
Citazione di: donquixote il 08 Dicembre 2016, 10:48:20 AM
Citazione di: baylham il 08 Dicembre 2016, 09:31:52 AM
"La foglia e il suo corpo erano due cose distinte. Entrambi i due possedevano un sé permanente e separato, nessuno dei due poteva essere dipendente dal resto dell'universo. Vedendo la natura indipendente di tutti i fenomeni, ne vide perciò la natura piena: tutte le cose sono piene di un sé separato e isolato. Comprese che la chiave della liberazione sta nei due principi dell'indipendenza e del sé. Le nuvole correvano nel cielo, come uno sfondo bianco dietro la foglia traslucida di pippala. Forse quella sera stessa, incontrando una corrente fredda, le nuvole si sarebbero trasformate in pioggia. Le nuvole erano una manifestazione, e la pioggia un'altra manifestazione. Le nuvole, che erano nate, sarebbero morte. Se le nuvole potessero capirlo, pensò, avrebbero certo cantato di gioia cadendo sotto forma di pioggia sulle montagne, le foreste e le risaie."


Un cambio di prospettiva possibile.

Teoricamente possibile, ma realistica quanto affermare in matematica che 1+1 = 3. Con le parole si può dire tutto, ma poi questo deve avere un riscontro nella realtà altrimenti è puro verbalismo, e le parole si trasformano da simboli in meri suoni, puro rumore. 

D'accordo, ma la stessa obiezione può essere rivolta al testo originario : "La foglia e il suo corpo erano una cosa sola." equivale ad affermare che 1+1= 3.
#1346
"La foglia e il suo corpo erano due cose distinte. Entrambi i due possedevano un sé permanente e separato, nessuno dei due poteva essere dipendente dal resto dell'universo. Vedendo la natura indipendente di tutti i fenomeni, ne vide perciò la natura piena: tutte le cose sono piene di un sé separato e isolato. Comprese che la chiave della liberazione sta nei due principi dell'indipendenza e del sé. Le nuvole correvano nel cielo, come uno sfondo bianco dietro la foglia traslucida di pippala. Forse quella sera stessa, incontrando una corrente fredda, le nuvole si sarebbero trasformate in pioggia. Le nuvole erano una manifestazione, e la pioggia un'altra manifestazione. Le nuvole, che erano nate, sarebbero morte. Se le nuvole potessero capirlo, pensò, avrebbero certo cantato di gioia cadendo sotto forma di pioggia sulle montagne, le foreste e le risaie."


Un cambio di prospettiva possibile.
#1347
Citazione di: Angelo Cannata il 29 Novembre 2016, 10:36:15 AM
La favola di Cappuccetto Rosso è una risposta esattamente al problema che hai posto: proprio perché non è facile riconoscere un lupo, bisogna stare in guardia.
Lo stesso vale per quella dei tre porcellini: proprio perché non si sa da quali fenomeni le nostre costruzioni potrebbero subire attacchi demolitori, è meglio cercare di costruirle con la massima solidità possibile.
Mi sembra che gli interrogativi che hai posto confermino la validità di queste favole, piuttosto che smentirla.

Sull'allegoria aprirò un tema apposito nella sezione filosofia, che mi sembra più adatta per discuterne. Termino con queste riflessioni.

La favola dei tre porcellini è altamente consolatoria, rassicurante perché ciascuno tende ad identificarsi con il porcellino superstite, saggio, intelligente. 
Invece penso che questa favola tratti l'interlocutore, in genere un bambino, come uno stupido. Mi domando per quali ragioni in una fiaba dove puoi inventarti quello che vuoi, due porcellini costruiscono una casa che non protegga dal pericolo. 
Una risposta sensata è che i porcellini non sappiano quale materiale sia in grado di resistere al pericolo, quindi bisogna sperimentarlo. La variabilità delle scelte e la morte dei porcellini fornirà informazioni preziose ai superstiti su come costruire una casa. Costruire una casa in muratura laddove basti una casa in legno o in paglia per proteggersi dai pericoli è una cosa sciocca, l'economia è rilevante. Basta cambiare a piacimento la fiaba per far diventare il costruttore della casa in muro uno stolto. 

Cappuccetto Rosso deve stare in guardia. Facile a dirsi. Ma altre fiabe invitano a fidarsi, ad avere fiducia nel prossimo. Dobbiamo vivere stando in guardia e fino a che punto dai genitori, dai parenti, dalla compagna, dagli amici, dai compagni di scuola e di lavoro, dal prossimo, dagli estranei, dallo straniero? C'è un segnale che ci avverte del pericolo? C'è un limite alla messa in guardia? Mi sembra di scivolare nella paranoia, nella psicosi.
Un'applicazione concreta, il principio di precauzione sostenuto dai miei compagni ambientalisti ed ecologisti per le innovazioni tecnologiche. Se applicato in modo coerente e rigoroso porta alla paralisi e alla distruzione del sistema economico.

Davvero si può vivere bene e sicuri seguendo l'insegnamento di queste sciocche fiabe? Prevedere i pericoli, fare le scelte giuste come spettatori dentro il mondo delle fiabe, dei racconti, della fantasia, son capaci quasi tutti. Nella realtà come agenti è una faccenda completamente diversa.
#1348
Citazione di: Apeiron il 29 Novembre 2016, 13:26:58 PM
D'altronde se "bene" e "male" sono solamente illusioni a che serve un percorso spirituale?

Evidentemente hai compreso poco del mio intervento. Per me la morale, decidere il bene o il male, è una cosa seria, a volte tragica e drammatica, non è un'illusione. 

Se bene o male sono invece oggettivi a che serve un percorso spirituale? Per quale ragione chi conosce il bene dovrebbe scegliere il male?
#1349
Citazione di: Angelo Cannata il 29 Novembre 2016, 10:16:53 AM
Citazione di: baylham il 29 Novembre 2016, 09:36:24 AM
Una delle più stupide fiabe ad esempio è proprio quella di Cappuccetto Rosso oppure dei tre porcellini.
Una cosa non diventa stupida o sciocca solo perché lo dice qualcuno: bisogna argomentare. Con quali argomenti sostieni che quella di Cappuccetto Rosso o dei tre porcellini siano fiabe stupide?
Citazione di: baylham il 29 Novembre 2016, 09:36:24 AM
Se la base dell'allegoria è falsa anche la realtà altra costruita su questa sarà falsa; ben diversa è un'allegoria che utilizza una base costituita da entità, fatti reali, possibili, verosimili.
Non hai fatto che ripetere senza argomentare. Nel mio messaggio precedente ti ho mostrato come da fatti reali si possano trarre conclusioni completamente false e viceversa. Con quali argomentazioni sostieni ciò che hai detto?


Citazione di: baylham il 29 Novembre 2016, 09:36:24 AM
L'allegoria è venuta dopo, quando la scienza le ha demolite.
La scienza non ha demolito le favole della Genesi: ha demolito le interpretazioni di chi aveva pensato di interpretarle come verità scientifiche. È come se tu dicessi che la scienza ha demolito la favola di Cappuccetto Rosso: non la può demolire; può solo demolire l'interpretazione di chi voglia ritenerla un fatto accaduto.
Inoltre non è possibile sostenere che l'allegoria sia stata adoperata dopo le demolizioni da parte della scienza: la tradizione ebraica è strapiena di interpretazioni allegoriche della Bibbia, risalenti anche a prima di Cristo, e che non contengono alcun tentativo di basarsi sull'idea che i racconti della Genesi sono falsi. Nella storia dell'interpretazione della Bibbia non c'è stato alcun bisogno di dimostrare falsi i racconti della Genesi, affinché i commentatori ricorressero all'uso dell'allegoria. 


Ti rispondo brevemente, ci ritornerò sull'argomento in seguito più ampiamente. devo lavorare.
Tu, che esprimi così tanti dubbi, sei in grado di riconoscere un lupo? Sei in grado di conoscere la resistenza di un materiale prima di averlo provato?
Raccontiamo la favola del lupo ai risparmiatori con obbligazioni subordinate di Banca Etruria? Oppure dei tre porcellini ai tecnici di Fukushima  che hanno costruito ad una certa altezza i muri di contenimento delle onde anomale per la centrale nucleare?
#1350
Citazione di: Apeiron il 28 Novembre 2016, 19:11:09 PM
Un altro discorso secondo me è "tirare fuori quello che è utile/sensato ecc" dalla Bibbia. Il che significa appunto leggerla e cercare il messaggio profondo. Altrimenti diremo che ad esempio il messaggio del Vangelo è che Gesù faceva i miracoli e non ad esempio i suoi principi etici. Credo di essermi spiegato su quello che intendo. Per me è impossibile credere ad assurdità e se questo mi farà andare all'inferno amen. Però dire che tutto è falso, inutile ecc mi sembra esagerato.

"Senza Dio tutto è permesso". La riscrivo come "senza un fondamento indipendente da me tutto è permesso". Beh ecco non mi sembra una cavolata. Se non c'è un modo di stabilire ciò che è giusto da ciò che non lo è, credo che sia impossibile anche parlare di "giusto" e "sbagliato". Non trovi?

Edit: detto questo sarebbe come dire ad esempio dire che tutto il buddismo è una cavolata perchè ad esempio non abbiamo evidenza dei deva, del karma, della reincarnazione e del nirvana. Sinceramente non sono d'accordo. Credo che in ogni caso uno debba anche rendersi conto al pubblico (il contesto) a cui era rivolto un insegnamento.

Ti anticipo brevemente alcune riflessioni sulla morale per farti comprendere perché considero la formula "Senza Dio tutto è permesso" profondamente sbagliata.
In primo luogo questa formula esprime un giudizio negativo sull'uomo, sulla sua libertà: l'uomo libero è cattivo, portato al male. Un giudizio che non condivido assolutamente. Per me l'uomo sceglie sempre ciò che è bene, ciò che è giusto secondo il suo giudizio. Che il suo bene non coincida con quello degli altri è tutta un'altra faccenda.
In secondo luogo c'è chi concepisce la morale come una scelta tra il bene e il male, dove il bene e il male sono già ben definiti, in caso di dubbio basta leggere il testo sacro religioso, il codice di diritto, oppure chiedere a Dio oppure al prete o al filosofo. 
Altri come me concepiscono la morale come un problema individuale, dove devi decidere che cosa è bene e che cosa è male. Questa scelta non ti porterà la felicità, la beatitudine, anzi normalmente dovrai sacrificare o tradire qualcosa o qualcuno.  Niente e nessuno potrà eliminare questo problema morale finché vivi.