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Messaggi - bobmax

#136
L'ontologia consiste nell'illusione di studiare l'essere attraverso categorie.
Mentre le categorie si riferiscono sempre all'esistere, mai all'essere.

L'ontologia è perciò in realtà sempre e soltanto una sistemazione della interpretazione di ciò che esiste. Mai di ciò che è.
L'ontologia è analisi dell'esistente che procede, in quanto analisi, tramite distinzioni.

Per comprendere occorre infatti separare per poi relazionare.
La separazione è indispensabile per dare un senso alla esistenza.
Perché solo sulla base della separazione è possibile poi valutare le eventuali relazioni.

Ma se questo approccio, fondamentale per il pensiero razionale, viene poi inteso come ontologia, ossia studio dell'essere, ecco che siamo perduti lungo il sentiero della notte.

Ben altra è la strada della ricerca dell'Essere.
Che non consiste nell'analisi, nella separazione, cioè nell'avanzare nell'esistente. Si tratta invece di fare un passo indietro e ascoltare.
È l'apertura che è richiesta.
Non il possesso, ma l'accettazione.

Perciò non l'ontologia, ma la periecontologia (Jaspers), che è apertura all'Essere
#137
Tematiche Filosofiche / Re: Essere ed esistere
03 Luglio 2024, 07:34:21 AM
Non è per niente facile affrontare l'Essere. Diciamo pure che è impossibile

L'Essere è tale che non può essere affrontato. Perché dovrebbe esistere, ma se esistesse non potrebbe esservi esistenza...
Esistenza che c'è proprio con il ritrarsi dell'Essere.
L'Essere non c'è, non esiste, l'Essere è.

E poiché il semplice è sempre difficile, allora è facile, forse inevitabile, cadere complicandolo inutilmente.

Si cerca cioè di raggiungerlo attraverso l'esistere. Immaginando altri piani di esistenza, ulteriori realtà, che spieghino ciò che in questa esistenza è limite.

Pur di non affrontare il Nulla, che ci annichilisce, se ne inventano di tutte.
Persino Platone, che era un genio, non seppe resistere alla violenza dell'Uno e si inventò il mondo delle idee.
Figuriamoci adesso, con il sonno della ragione imperante. Neppure un iperuranio si è capaci di inventare. Ci si accontenta di sproloquiare su "proprietà emergenti", epifenomeni. Senza neppure provare disagio...

Sì, il riduzionismo può essere una strada. Perché conduce anch'essa verso il Nulla.
Bisogna però tenere i nervi saldi. E tener fede alla Verità, costi quelli che costi.
Non certo per sapere, bensì per Essere
#138
Attualità / Re: Panico americano
02 Luglio 2024, 18:00:40 PM
Secondo me stiamo assistendo agli effetti del progressivo distacco della politica dai reali problemi del Paese.

In questa generale mediocrità dei politici, prevalgono le forze più spregiudicate, che annusando il montante malcontento, propinano alle masse quello che vorrebbe sentire.
Senza preoccuparsi di mantenere poi ciò che avevano promesso. Tanto è il disprezzo per il volgo e inconsistente la parola data.

E non si può neppure dire che gli altri, i cosiddetti sinceri democratici, siano davvero migliori.
Magari meno beceri, ma soltanto formalmente. E se onesti, spesso ciò è dovuto più che altro alla ottusità.
Un'ottusità per selezione, che se sei troppo intelligente potresti fare le scarpe a chi sta in alto...

E così un po' dappertutto prevalgono le destre. Che almeno si mostrano "cazzute" e chissà forse riusciranno pure a risolvere qualcuno dei gravi problemi che affliggono i non benestanti.
Mentre i cosiddetti democratici, si sa per certo, non ne risolverebbero comunque nessuno.

E allora dalla padella alla brace.
Con Trump, Le Pen, Meloni...
Ma la responsabilità dove sta' di tutto questo?

In quella sinistra elitaria, in quei democratici da salotto, a cui non importa nulla della Verità.
#139
Tematiche Filosofiche / Re: Essere ed esistere
01 Luglio 2024, 22:07:22 PM
In effetti il sonno della ragione si manifesta anche con la dimenticanza dell'Essere. Che viene fatto coincidere con l'esistere.
In questo modo si perde pure la profondità della stessa esistenza. Che viene appiattita sul "conosciuto".
Mentre l'esistenza allude in tutti i modi alla incommensurabilità che la fonda: l'Essere.

Con buona pace di Parmenide, ridotto a macchietta: "L'esistente esiste, il non esistente non esiste".
Non vi è da stupirsi se la civiltà incomincia a scricchiolare.
E molti pure ne sono contenti, ballano allegri sul Titanic.
Finché magari incontreranno Tiresia...
#140
Non è mai l'ideale troppo elevato a impedire il buon agire.
Semmai il problema deriva dal non tenerlo sempre presente, come monito costante, come faro.

Perché seppur è inevitabile dover volare basso, gli occhi devono stare sempre rivolti al cielo!

Se invece in realtà non si crede in un alto ideale, ma si rimane comunque fiduciosi delle proprie buone intenzioni... allora probabilmente si sta seguendo la strada dell'inferno, che è appunto lastricata di buone intenzioni...

Così come sta avendo ora nel mondo, con una sinistra animata da buone intenzioni, che ci sta conducendo nelle mani della più becera destra.

Le buone intenzioni, senza una motivazione metafisica che le guidi, sono opera del maligno.
#141
Tematiche Filosofiche / Re: Essere ed esistere
30 Giugno 2024, 23:09:37 PM
Citazione di: Donalduck il 30 Giugno 2024, 20:39:58 PMAd esempio il soggettivo presuppone l'oggettivo e viceversa, ma da dove "vengono" entrambi? Dal nulla, direbbe Bobmax, ma a questo punto si tratta solo di parole slegate da qualunque significato esperienziale (l'esperienza è il presupposto di ogni conoscenza) che possono al massimo dare suggestioni o indicare limiti invalicabili: i misteri dell'esistenza, non penetrabili razionalmente.

Sì la razionalità è insufficiente.
D'altronde non è forse espressione della stessa esistenza?
Come potrebbe la razionalità guardar fuori dal proprio sistema per osservare ciò che la fonda?

Tuttavia non per questo è allora impossibile alcun significato.
Non sarà un significato razionale, ma potrebbe essere invece un significato persino più pregnante e più "vero".

Il Nulla può infatti essere vissuto.
E l'esistenza offre mille occasioni per poterlo sperimentare. È sufficiente non chiudere gli occhi di fronte all'orrore. Resistere.
Il Nulla può diventare così presenza, in ogni momento, anche il più banale.
Occorre però non fuggire, come usa il pensiero razionale che lo rifugge non appena ne ha sentore.

Ma forse è proprio quando ti ritrovi davanti la morte dell'amato, che hai la certezza del Nulla.
Esisteva e ora non più...

Vanamente posso rincorrere i motivi del mio amore e dove era rivolto.
Chi, cosa amavo e amo?

Ora è diventato un Nulla.
Ma nasce la consapevolezza che Nulla... lo è sempre stato.

#142
Che il male non sia.
E che neppure sia mai stato.

Così deve essere il mondo: senza alcun male, né oggi, né ieri, né domani.
#143
Tematiche Filosofiche / Re: Essere ed esistere
30 Giugno 2024, 15:32:39 PM
In qualsiasi direzione si inoltri, il ricercatore inevitabilmente si ritrova prima o poi davanti il limite.

Sarà un limite assoluto, cioè insuperabile perché effettivamente metafisico?
Oppure si tratta invece soltanto di uno stop temporaneo, che un domani sarà superato?
È cioè davvero proprio il Nulla che si annuncia là dietro?
Oppure no, al di là vi è invece ancora qualcosa?

Il ricercatore non può saperlo.
Non può averne alcuna conferma definitiva. Perché anche il limite più tenacemente insuperabile, potrebbe un domani essere superato.

Comunque sia, l'incontro con il limite è inevitabile, se la ricerca è sincera, cioè animata dalla fede nella Verità.

E ciò che conta è proprio il riconoscimento del limite, la sua possibilità di essere limite metafisico.
È su questa "possibilità" che nasce la filosofia.
Possibilità che allude all'Essere, ma di cui non vi è alcuna prova definitiva.
D'altronde come potrebbe mai essere provato l'assoluto?
Non è questa pretesa una assurdità?

Ciò che conta davvero però è cosa accade al ricercatore, quando si ritrova davanti al limite.

E ogni direzione di indagine porta inevitabilmente al limite. È solo necessaria la fede nella Verità.

Voglio capire cosa sia davvero la vita, confrontandola con la non vita?
Senza accontentarmi dell'ovvio?
Ecco infine il limite!

Mi interessa sapere cosa sia davvero un oggetto finito? E come questo possa, che so, muoversi?
Ecco ancora il limite!

Mi chiedo la "vera" ragione dell'etica?
Di nuovo il limite!

Vorrei poter dire chi sia davvero colui che amo? Chi sia veramente?
Limite!

L'esistenza offre una infinità di occasioni per percepire l'Essere.
Che resta tuttavia Nulla.
Sono solo io, in perfetta solitudine, a essere richiesto di colmare questo Nulla.

PS
La filosofia o è questa o non è.
#144
Tematiche Filosofiche / Re: Essere ed esistere
29 Giugno 2024, 20:52:34 PM
Sì Jacopus, sono convinto che sia indispensabile una chiara distinzione tra esistere e essere.
Senza averla presente, non si può neppure iniziare a filosofare. In quanto la filosofia è proprio questa indagine dell'esistere, avendo come traguardo l'essere.

Esistere è lo stare. E si sta sempre necessariamente in un luogo. Che può essere spaziale, temporale, mentale, ma sempre un luogo è necessario perché qualcosa esista.
Inoltre, l'esistente è tale, cioè è qualcosa, perché nega qualsiasi altro qualcosa. È cioè proprio questo specifico, unico qualcosa e non qualcos'altro.
L'esistente, concretamente o solo idealmente non importa, sta davanti ad un possibile osservatore. È oggetto per un soggetto.

Viceversa l'Essere non sta. Perciò non necessita di un luogo. Non è oggetto.
Non nega, se non la stessa possibilità di negare.
È negazione della negazione.

Ma allora di che parliamo?
Questo Essere è un Nulla!

Infatti.

E perché dovremmo occuparcene?

Perché indagando l'esistere ci ritroviamo proprio a che fare con il Nulla. Ossia arriviamo inevitabilmente al confine dell'esistenza, dove è il limite, che potrebbe essere proprio sul Nulla...
Nulla che però in qualche modo regge questo stesso esistere, permette la esistenza. Perciò questo Nulla è pure l'Essere.

Riflettere sul limite che rimanda all'Essere è lo scopo della filosofia. E poiché il limite è oggetto metafisico, la filosofia è metafisica.
#145
Citazione di: anthonyi il 29 Giugno 2024, 15:58:51 PMMa Gesù ha detto "Io sono la via, la verità e la vita". E non è per nulla un'affermazione banale. E non si riferiva per nulla ad un io generico trasferibile con il tu a chiunque altro, come tu stai cercando di fare. Gesu parlava proprio di se stesso, con l'autorevolezza che vediamo in lui anche in altre situazioni.
Una volta seguii una lezione sullo "sguardo di Gesù", uno sguardo magnetico che lasciava interdetti coloro che si rapportavano a lui, naturalmente questa è un'interpretazione della catechesi, ma che prende spunto da passaggi del vangelo. Era lo sguardo, prima della parola, a colpire coloro ai quali essa era direzionata, e alcune delle sue frasi sono a tutt'oggi poco comprensibili, ciononostante l'umanità ha sentito il bisogno di riprodurle miliardi di volte, solo perchè si riferiscono a lui.

Anthonyi, ma certo che non è affatto una affermazione banale!
Gesù afferma il semplice.
E il semplice non è mai banale.
Ma non è neppure ovvio, come lo si vorrebbe fosse.

Non è ovvio perché questa affermazione mette in discussione l'esistenza.
E l'esistenza è ovvia...
Non c'entra nulla un io generico. Che rientra nell'ovvia interpretazione tramite categorie.

Si tratta dell'Essere!

Sei così attento nel confutare le tante assurdità che circolano sulla attuale geopolitica, perché non dedicare lo stesso impegno verso l'Essere?
Donde nasce questo tuo impegno per sostenere ciò che ritieni vero?
Lì, potrai forse cogliere il semplice.
#146
Citazione di: anthonyi il 29 Giugno 2024, 14:54:20 PME' un affermazione, un affermazione che se venisse fatta da te o da me, o anche da un generico filosofo, lo farebbe passare per megalomane, o un po' svitato.
Poi tu puoi fare tutte le speculazioni che vuoi sui significati reconditi, ma le parole di gesú sono storicamente e socialmente indirizzate al popolo ebreo di quei tempi, non ad un congresso di filosofia.


Ma cosa c'entra il congresso di filosofia...
L'autentico filosofo vi partecipa raramente.

E non vi è proprio nulla di megalomane o di svitato.
Se ti dico: "Tu sei la Verità", puoi forse negarlo? Puoi anche solo metterlo in dubbio?

Sei Verità.
Essere = Verità
È una constatazione talmente basilare, incontrovertibile, tautologica, che non può essere contestata.

La questione semmai è un'altra...
Perché dicendo: "Tu sei la Verità", non ti dico nient'altro che questo. Non ne consegue nulla. Non ci puoi fare seguire alcun altro ragionamento.

E allora, è proprio nulla ciò che ti ho detto? Ci fermiamo lì, perché è come se non avessi detto nulla?

Dipende solo da te. Da cosa nasce in te di fronte alla evidenza palese: tu sei la Verità.
#147
Citazione di: anthonyi il 29 Giugno 2024, 07:26:45 AMLibero di pensarlo, bobmax, ma    l'affermazione: "io sono la verita" trasporta una domanda filosofica non in una spiegazione astratta, ma verso un singolo essere umano fenomenico. E' un'affermazione autoritaria e poco logica.
L'obiettivo del l'affermazione é trasportare l'Interesse dell'Osservatore verso la sua figura, il suo modello di vita. Ed é d'altronde l'obiettivo dei vangeli, porre la vita di Gesù al centro dell'esperienza di tutti gli uomini, al di là delle qualita che vengono attribuite a gesú.
Purtroppo nel dibattito teologico queste qualità sono state molto importanti, ma é un'importanza strumentale, affermare che Gesù é un essere divino serve indubbiamente ad incrementare l'interesse verso la sua figura, ma é affermazione non dimostrativa di alcunché, quanti erano i sovrani che a quei tempi si facevano definire divini?

Non è una affermazione autoritaria o poco logica. È una semplice constatazione.
Che tu stesso puoi fare.
Solo che essendo semplice, molto semplice... è pure davvero difficile.

Vedo che nelle tue valutazioni geopolitiche cerchi di essere il più possibile obiettivo, ecco, occorrerebbe esserlo anche qui. Ma è più difficile.
Perché si dovrebbe non lasciarsi condizionare dall'ovvio.

Gesù non si riferisce a se stesso in quanto singolo essere umano fenomenico, ma a ciò che è davvero!
Che è pure ciò che tu sei, davvero.
Ti sei mai domandato chi sei?
Senza alcun pregiudizio però...

Vi è una sostanziale differenza tra esistere e essere.
Esiste il qualcosa, perciò pure il singolo uomo fenomenico.
Ma il qualcosa non è Verità, proprio non può esserlo. In quando il qualcosa è tale perché non è qualcos'altro.

Mentre la Verità non lascia fuori alcunché, è Essere.
#148
Citazione di: anthonyi il 29 Giugno 2024, 01:29:04 AMNon credo che il concetto di filosofo abbia molto senso se applicato a Gesù.
Gesù é una figura simbolica, che parla con la propria vita più che con il proprio pensiero.
Lui non dice: "io penso che la verità sia....".
Lui dice: "io sono la verità".
E' più equiparabile a figure mitologiche, greche, romane, religiose, come il Budda o khrisna.

In realtà persino la Bibbia è espressione filosofica.
La differenza tra teologia e filosofia è più che altro nella modalità dell'approccio, ma non nella sostanza.

È soltanto una questione di enfasi. Nella prima prevale la passione, nella seconda la riflessione. Ma lo sguardo è il medesimo.

"Io sono colui che sono" equivale a "l'Essere è il non essere non è"
Affermare:"Io sono la Verità", coincide con dire: "Io sono Essere".
Difatti Essere = Verità
Si può forse negarlo?

Ed Essere = Dio
Che forse Parmenide, Plotino, Agostino, Anselmo, Cusano, Spinoza... non erano filosofi?
E non dicono la medesima cosa?
Ognuno di loro non dice in estrema sintesi "Io sono la Verità"?

Non c'entra niente  l'"io penso che...".
La questione della filosofia non è il "mi sembra".
Bensì il fermarsi prima di affermare "cosa" sia la Verità.

E dicendo "Io sono la Verità" non lo si dice affatto. Giacché è impossibile.
Gesù è uno dei più grandi filosofi mai esistiti.
#149
Mi sembra di tutta evidenza come Gesù fosse un filosofo.
Un grande filosofo, espressione del connubio della passione per il divino, tipica del suo popolo, e la filosofia orientale.
In lui è avvenuta una sinergia che l'ha portato a conclusioni fondamentali del pensiero filosofico.

Non è stato certamente il solo. Spinoza, per esempio, esprime lo stesso pathos sinergico tra filosofia e slancio spirituale.
E Spinoza era anch'esso ebreo...

Gesù parlava per metafore. Non poteva essere troppo chiaro: lo avrebbero lapidato subito.
Ebbene sì, era il figlio unigenito di Dio. Non poteva che giungere a questa conclusione. Come chiunque si interroghi su se stesso.

La passione apocalittica gli aveva fatto credere che Dio dovesse necessariamente intervenire, una illusione.
Ma chi riesce davvero a rimanere figlio, cioè nei limiti e vincoli della esistenza, senza cadere nella illusione di comprendere il pensiero del Padre?

Era il figlio, come esistenza, ma era pure il Padre come essenza.
#150
Tematiche Filosofiche / Re: Le radici della guerra
25 Giugno 2024, 17:52:43 PM
Citazione di: InVerno il 25 Giugno 2024, 09:19:44 AMDiversamente i tedeschi hanno cominciato un percorso di profonda autocritica e responsabilizzazione sociale, partendo dal pressupposto più scomodo che nessuno vuole accettare, tutti, alle giuste condizioni, siamo potenzialmente delle SS.

Questa è una considerazione importante su cui riflettere.

Nessuno è immune dal male.
Il male è in me, io stesso sono il male.