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Messaggi - Alberto Knox

#136
Citazione di: iano il 20 Novembre 2024, 13:06:23 PME' il tempo in cui si costituisce il nostro nocciolo etico a non essere più compatibile coi cambiamenti ambientali.
Cosa dobbiamo fare dunque?
Il primo passo è criticare quello che è stato finora il nostro fare, seppur lo avessimo mai considerato virtuoso, compiacendoci del fatto che non derivando da principi immutabili, lo possiamo cambiare.
Il principio immutabile è il bene però credo di aver capito cosa stai dicendo .l ambiente sociale cambia ad opera delle nostre attività specificamente umane , con l entrata di nuovi tipi di problemi interculturali e cosmopolitiche , trent anni fa in italia non avevamo a che fare con una società multietnica così come oggi ed ecco che nascono nuove esigenze. Trent anni fa non si parlava di intelligenza artificiale e in un mondo che così cambia io ritengo che abbiamo bisogno di fare alleanza tra scienza e filosofia , tra religioni , abbiamo bisogno di un alleanza fra tutte le persone che hanno a cuore l umanità perchè siamo messi male, abbiamo qualche problema e non piccolo, di tutti i tipi . Allora o si depone la volontà di potenza anche a livello di filosofie , anche a livello di religioni , il primato, l assolutezza , la singolarità e si un pò piu umili e  fraterni fra ricercatori spirituali ascoltando quello che le grandi filoosfie e le grandi religioni hanno da insegnare e ciascuno fa sintesi dentro di sè così per come è capace o si fa questo oppure le forze dell indifferenza all etica, le forze del capitale, delle multinazionali, dell economia e dell efficenza a tutti i costi compreso le forze artificiali dell intelligenza artificiale ci toglieranno l umanità . La macchina avrà l intelligenza umana e noi non saremo più macchinisti della macchina ma saremo macchinari che è già più intelligente rispetto a noi . Già escono i libri dal titolo "machina sapiens" ma più sapiente di noi homo e quindi non facciamo altro che consegnare ad un dispositivo non umano la nostra pecurialità e adesso il dispositivo sa fare meglio di noi, piu velocemente di noi , più efficacemente di noi quelle cose che fino a ieri erano specifiche nostre e domani sarà sempre di più perchè è autopoietica l intelligenza artificiale lo sapete cosa significa questo? io non voglio sembrare apocalittico o luddista , capisco l'importanza di una società dove tutto funziona efficacemente  però se il funzionamento della società è a discapito della capacità di anarchia , di ribellione , di sogno , di utopia, di decidere , di sognare qualche cosa di diverso si perde lo specifico umano. Sarà allora la macchina a dirci cosa è etico e cosa no? cosa bisogna fare e cosa no? così che saremo delle brave rotelline che girano nell argoritmo sociale? personalmente non voglio diventare una rotellina.
#137
Citazione di: iano il 20 Novembre 2024, 05:28:14 AMSi, ma si può vivere senza l'io? Io credo di no.
Quindi ti liberi dell'io, ma solo per ricostruirlo diversamente, acquisendo la coscienza della sua relatività.
E perchè mai poi questa operazione dovrebbe comportare l'acquisizione di un etica di livello superiore?
Ciò comporterà vedere la realtà con occhi nuovi, ma non sarà una visione superiore, ma solo diversa, acquisendo coscienza della relatività del modo in cui la realtà ci appare.
Se non il nuovo io, però la coscienza della sua relatività potrebbe comportare effettivamente un etica superior
Non si tratta di uccidere l'io , ho detto che io è inteso come Ego. L'Ego non è il tuo vero io interiore. Nessuna etica superiore , già il volere qualcosa di superiore è un inganno. Etica significa avere il coraggio di rispondere in modo autentico. Cioè prendi qualcosa da te stesso e rispondi va bene? vuoi capire come fare per sentire la domanda che ti viene posta ? smettila di parlare! smettila di voler essere il migliore impegnandoti se mai ad essere migliore  (che sono due cose ben diverse) , smettila con questa brama di volere capire sempre tutto.  E poniti con umiltà dinanzi al mondo , avere il coraggio di allargare le braccia dire "Eccomi qua, mondo! sono nudo! al tuo cospetto, spogliato dalle mille ideologie e dalle mie mille maschere, esiste un messaggio? c''è un messaggio per me e per la mia vita mondo?" questo devi fare
#138
Citazione di: daniele22 il 20 Novembre 2024, 08:54:58 AMFintanto che non si provi un senso di vergogna di fronte a una nostra azione, o anche di fronte a una nostra non azione, ogni discorso sull'etica vale meno di zero
sono d'accordo, l'etica ha origine dal sentire e se tu non senti come si fa a parlare di etica?
#139
Citazione di: Koba II il 20 Novembre 2024, 09:26:17 AMAlcuni chiarimenti.
Non c'è l'etica, ma diverse possibili opzioni etiche, diverse concezioni etiche.
ho già detto che parlare di norme etiche non serve a niente , non si tratta di parlare di ortodossia, si tratta di parlare di ortoprassi. Cosa significa opzioni etiche? che davanti ad una certa situazione si agisce in un modo oppure in un altro e quando si agisce in modo etico? Quando sai che la cosa giusta da fare risponde ad una legge morale universale di cui kant aveva identificato come imperativo categorico il quale volle fondare un etica non più solo eteronoma (bisogna fare il bene perchè lo dice il papa , bisogna fare il bene perchè lo dice gesù ecc) ma autonoma, bisogna fare il bene per il bene stesso che si impone, per il senso di rispetto verso il bene. Ebbene kant nella morale autonoma non può che fondarla su due cose che non hanno niente a che fare con la ragione. Primo il sentimento, perchè è propio il sentire questo rispetto verso il senso del dovere che può far scaturire questo tipo di morale autonoma e il secondo è l'imperativo categorico certo. Quello che il fulcro del mio filosofare si fonda sul pensiero che non c'è eitica , non c'è etica senza l'emozione vitale di un uomo nel sentirsi al cospetto di qualcosa di più grande e di più importante di sè. imperativo categorico, l'etica nasce da questa percezione di dovere. Bonum faciendum, malum vitandum ("il bene va fatto, il male evitato"). Questo gerundivo latino di Tommaso d'Aquino rivive nell imperativo categorico kantiano. Quindi tanto la morale eteronoma quanto la morale autonoma sono sotto questa dimensione imperativa del dovere.
Citazione di: Koba II il 20 Novembre 2024, 09:26:17 AMQuindi quando si parla del contenuto dell'etica bisognerebbe chiarire di quale etica si sta parlando e su quale basi si fonda (una specifica religione, o metafisica, o concezione della natura etc.).
Sì, io ho indicato la mia definizione di etica e l 'ho argomentanta ( percezione e attuazione della responsabilitàpersonale) che però non viene da me stesso ma dal mio lavoro di studio su kant come ho appena detto, ma anche su Buddha, da Seneca , da Platone, da Aristotele, da Socrate , da Hannah Arendt, da Sarte anche , coa diceva Sartre, siamo come attori che vengono mandati in scenza senza un copione e senza nessun suggeritore che possa dirci cosa dobbiamo fare e cosa dobbiamo dire . Per questo metteva in risalto la responsabilità , perchè siamo noi stessi che dobbiamo scegliere cosa dire e cosa fare. Sarebbe troppo bello leggere un trattato filosofico o la Bibbia per sapere come bisogna vivere. Sartre mette in evidenza propio il fatto che l uomo non può mai sfuggire alla propia responsabilità per quello che fa . Siamo chiamati a rispondere e devi rispondere. L'uomo deve fare le propie scelte e non può affermare che dobbiamo tutti adeguarci a certe aspettative borghesi di norme etiche e circa il modo in cui dobbiamo vivere per sfuggire ad esse . Chi scivola così nella folla anonima è solo un massificato e impersonale , è in fuga da se stesso e vive una vita di menzogne . La libertà umana invece ci impone di fare qualcosa di noi stessi , di esistere in modo autentico. PEr che cosa vuoi vivere? per andare a lavorare nella multinazionale e rispondere al datore di lavoro tutto il giorno sì signore , mi dispiace, ho fatto male? oppure vivere per qualcosa di piu grande e piu importante? ovviamente queste cose che dico le ho imparate dai libri è ovvio io sono il più misero fra i  miserabili per parlare di etica che sia chiaro.
Citazione di: Koba II il 20 Novembre 2024, 09:26:17 AMSu ciò che hai scritto inerente la chiamata e la risposta, la comprensione e l'azione: si tratta semplicemente di un fatto biologico, l'empatia, che prevede la capacità di immedesimarsi nello stato emotivo dell'altro e che comporta poi reazioni quasi automatiche.
Per esempio se ora mentre sto scrivendo dovessi sentire il mio vicino di casa urlare, automaticamente interromperei ciò che sto facendo per andare a vedere ciò che succede
Il tuo esempio del prestare soccorso fa riferimento più a normative civiche che etiche. è chiaro che dobbiamo prestare soccorso . Il sentire la domanda che viene dagli animali, dai tuoi figli ecc nasce dalla propia sensibilità e ho detto anche che la vita a volte te ne può privare, ti anestetizza. E allora non senti niente e io devo parlare a chi sente non posso parlare a chi non sente o a chi fa finta di non sentire che mi sto rivolgendo alla vostra interiorità.
#140
Io non sono Bhuddista ma avete mai sentito parlare dell ottuplice sentiero del Bhudda? prima nobile verità; Dukka, tutto soffre. Seconda nobile verità ; la cuasa del dolore che è Trishna ovvero desiderio intenso, la brama, la concupiscenza.
Terza nobile verità ; possiamo superare il dolore . quarta nobile verita ; come superare il dolore? attraverso il nobile ottuplice sentiero di cui il primo sentiero dice : retta visione.
Uno dice che cosa c'entra con l etica? ..e c'entra perchè quella visione di cui parla il bhudda è inerente a come vedi il mondo, a come guardi al prossimo e come guardi te stesso naturalmente. Con che occhi guardi il mondo? io penso che possiamo elencare almeno due modi, quello del conquistatore animato da una volontà di potenza e quello del difensore che si costruisce la sua confort zone in modo tale di avere la sensazione illusoria di sentirsi al sicuro. Retta visione significa quindi superare il desiderio concupiscente di voler conquistare, dominare, prevalere e dall altro canto vincere la paura e distendere lo sguardo sul mondo per quello che è , retta visione e questo tocca l'interiorità umana laddove questa interiorità diventa al contempo etica, spiritualità e filosofia, non c'è più distinzione fra le discipline quando vai a toccare la vita interiore nel suo senso più profondo. Volete un esempio su come si fa a toccare la vita e di conseguenza la vera filosofia? 
Einstein , tanto per passare dall oriente all occidente, scrisse un libro , una raccolta di saggi, che invito tutti ad avere nella propia libreria dal titolo " come io vedo il mondo" pubblicato nel 1934 e leggendolo alla pagina 28 dell edizione italiana Abert Einstein dice così ; "Il vero valore di un essere umano si determina esaminando...." esaminando cosa? cosa esaminate voi per capire il valore di un essere umano? lo spessore del portafoglio? vabbhè, ovvio che no. Allora che cosa? il quoziente intellettivo? già questo potrebbe essere meglio che il portafoglio , la sua saggezza. Oppure che cosa? dalla sua capacità di amare ? dalla sua benevolenza? dal suo cuore ? il testo continua citando una cosa diversa da tutte queste possibilità che ho elencato.
Dopo aver cercato di rispondere da voi stessi sentite ora come finisce la citazione ;
"... il vero valore di un essere umano si determina esaminando in quale misura e in che senso egli è giunto a liberarsi dell io. "

Egli..è giunto... a liberarsi..dell io..
io inteso come Ego , alla fine è una questione di raddrizzare lo sguardo, di non voler carpire, afferrare, conquistare , possedere e questo è l ego , se io mi libero da questo ego predatorio guardo il mondo per quello che è. è da questo sguardo che discende un certo tipo di filosofia anzichè un altro, da qui discende un certo tipo di Spiritualità.
#141
Citazione di: Il_Dubbio il 19 Novembre 2024, 11:23:13 AMNon basta dire infatti che l'uomo è consapevole...
la consapevolezza rimanda a quel "conosci te stesso" di cui avevate discusso te e Daniele ma io sono d'accordo che la consapevolezza da sola non basta. Hai detto infatti che l etica viene dal basso e da li riprenderò cominciando con la mia definizione di etica che è nient altro che questa; percezione e attuazione della responsabilità personale.
Ecco la dimensione che viene dal basso, prima c'è la percezione , l ascolto, la dimensione passiva . Noi esseri umani siamo  intelligenza e volontà . l'intelligenza significa capire e per capire bisogna prima di tutto ascoltare, sentire . l'intelligenza vive anzitutto di una dimensione passiva , poi certo c'è anche l intelletto attivo, creativo ma alla base c'è l ascolto e l analisi dei dati che poi certo vanno ponderati per avere effettivamente la conoscienza.  Per quanto riguarda l'etica la percezione è un sentimento, è appunto un sentire . Ma sentire che cosa? che c'è qualcosa di più importante di te, del tuo interesse personale e che devi rispettare . Vi è mai capitato? la sentite questa cosa? sto dicendo delle cose che interpretano la vostra vita oppure no? la percezione è come l'estetica che è una parola Greca aìsthesis, che significa "sensazione, percezione, sentimento" . Ci sono persone che sono sorde alla dimensione estetica, ci sono persone che guardano un quadro e l'unica cosa che sanno pensare è "quanto costa?" .
Analfabetismo estetico , è possibile che fra le persone vi sia anche un analfabetismo etico? ma insomma , chiedetevelo, io penso di sì , guardando il comportamento di alcune persone. Ma poi penso se sono sempre stati così, anche quando erano bambini o se invece lo sono diventati a seguito della durezza della vita perchè la vita può essere dura e toglierti sensibilità e delle volte neache per colpa tua ma per una serie di circostanze , di tragedie e uno si anestetizza lui stesso perchè ha sofferto così tanto che non ne vuole più sapere e allora si chiude , diventa cattivo ma nel senso latino del termine , prigioniero , imprigionato dalla sofferenza che la vita gli ha dato . Forse una delle frasi più belle di Gesù è quando ha detto "non giudicate". Ma se voi non siete sordi alla dimensione etica allora sapete e sentite da voi stessi che siete chiamati ad essere responsabili! termine molto bello che viene dal latino "respònsus" che significa rispondo. E anche in altre lingue che non vengono dal latino responsabilità ha la stessa radice di rispondere. Quindi c'è una domanda a cui dobbiamo rispondere , tutto è una domanda sapete?  i tuoi figli sono una domanda, tua moglie è una domanda  i tuoi vicini sono una domanda, l'albero , gli animali , la ambiente sono una domanda verso di noi , domanda di attenzione, domanda di cura , domanda di rispetto. Attuazione della responsabilità personale significa che voglio rispondere , che ne sento il dovere e voglio rispondere in maniera giusta e questa è l attuazione perchè l etica è questa duplice dinamica di ascolto e di azione.
#142
Citazione di: Il_Dubbio il 18 Novembre 2024, 20:02:09 PMChiaramente tu mi dirai che l'uomo è un risultato della natura. Io ti rispondo di si, ma non è stata una scelta ponderata ed intelligente della natura.
Se esseri coscienti sono  il risultato della natura ,o per meglio dire,  espressione della natura che cos'è questa coscienza ...se non...a sua volta...natura?
#143
Citazione di: Il_Dubbio il 18 Novembre 2024, 20:02:09 PMLa mia risposta a tutto questo è che la natura non opera con intelligenza. Non fa la cosa più giusta secondo un'etica (magari creando solo esseri stupidi). La natura percorre una via caotica e non ha alcuno scopo. Un giorno crea, il giorno successivo distrugge. Senza alcuna logica.
tutto sta a cosa si intende con natura ovviamente. Ho già detto che la natura non è solo estensione cioè l'mabiente, gli alberi , gli oceani la fauna e la flora. Ma è anche res cogitans è anche pensiero. Per trovare questo pensiero bisogna guardare con attenzione.  Noi vediamo che il pesce grande mangia il pesce piccolo per poi essere mangiato a sua volta da un pesce ancora più grande  e quindi poniamo il conflitto come legge naturale  del più forte in una lotta continua per la sopravvivenza , eccola qua la carta costituzionale della natura , lotta per la vita. E questo è senz altro vero ma esso non può essere il fondamento perchè se lo fosse la natura non potrebbe neppure esistere. Infatti, perchè il pesce grande possa mangiare il pesce piccolo deve prima di tutto essere un pesce. Il fondamento della natura non è quindi la competizione e il conflitto ma la generazione come indica lo stessso termine natura che deriva da "nascor" che significa "nascere". Consideriamo il pesce, il fiume in cui vive e il pianeta che lo ospita . Qual'è la logica che rende possibile i fenomeni "acqua" , "pesce" e "pianeta"?  noi esseri umani possiamo identificare un fondamento logico nei fenomi naturali quali acqua , pesce, e pianeta?  Io penso di sì, è da quando son qui che argomento attorno alla logica aggregativa dei sistemi naturali di cui noi esseri umani siamo una delle tante espressioni. Allora è vero che la natura -non gliene frega niente delle tue idee di etica o di non etica, la natura ci prevede come suoi funzionari per il proseguo della specie e basta .  Fine per il quale occorre nutrirsi , elaborare informazioni , evitare il pericolo e quindi difesa e quindi aggressività ma l imperativo biologico radicale numero uno  è quello della riproduzione motivo per il quale siamo forniti di impulso sessuale , dal punto di vista della natura noi siamo al servizio della specie.  E quindi noi cosa siamo qui a fare? vi basta pensare di essere in funzione della specie?  (riprenderò la domanda)
#144
Citazione di: green demetr il 11 Novembre 2024, 19:10:35 PMSpero la scenografia sia stata all'altezza. ;)
Sai, in realtà  volevo stupirti con effetti speciali...ma costavano troppo. :)) 
#145
Citazione di: Il_Dubbio il 11 Novembre 2024, 14:00:36 PMLa prima cosa che mi verrebbe da chiedere è: in che modo questo soggetto, che ha imparato la virtù della gioia, a liberarsi dal "sentimento" della tristezza, o comunque del malessere momentaneo?
bhè non credo che si possa eliminare la sofferenza, puoi imparare tutte le virtù del mondo , ma i momenti di dolore non li puoi eliminare dalla tua esperienza vitale . Non  c'è la formuletta magica che ti esclude dal dolore, ogni essere vivente prova dolore, Prima nobile verità  nel bhuddismo.
Citazione di: Il_Dubbio il 11 Novembre 2024, 14:00:36 PMOra tu chiudi tutto all'interno di confanetto, che chiami gioia... ma allora questo soggetto rimarrà sempre triste interiormente, o anche lui tenterà di liberarsene in qualche modo? Cosa viene risolto con questo stratagemma che tu chiami virtù? 
sai non è uno stratagemma di mia invenzione , sono cose su cui l'essere umano a riflettuto da 2500 anni a questa parte. Aristotele è forse fra i i filosofi antichi colui che ha rilflettuto più sistematicamente sull etica e sulla virtù. Etimologicamente virtù signifca "forza" essendo la radice latina di virtus la medesima di vir, "uomo forte" , "guerriero" , da cui l aggettivo "virile" . Da qui virtù indica anche "potere" come quando diciamo di poter far qualcosa in virtù di una tale legge. La virtù è innanzitutto un poter fare , una capacità. C'è un opera che dobbiamo compiere , e quanto ci consente di eseguire quest opera si può definire virtù.
La nostra vita non potrebbe esistere senza la dimensione vegetale e la dimensione animale che ne sono la base , tuttavia non è riducibile ad esse. O per lo meno non dovrebbe esserlo se vuole esprimere la sua peculiarità. Nella vita vegetale e animale l'individuo è in funzione della specie; nella vita propiamente umana l'individuo diventa fine a se stesso , diventa ciò che Aristotele chiama "entelechia"  termine da lui coniato per dire " ciò che ha il fine in se stesso"
Si accede alla vita propiamente umana quando non si esiste più in funzione di qualcosa di esteriore come la specie o la gloria , la ricchezza,il successo , ovvero di quanto viene tributato dalla dimensione sociale mediante aquisizioni che non hanno senso in se stesse ma solo come strumenti di potere , e di cui il denaro è l esempio più significativo. La vita propiamente umana a cui la virtù consente l accesso è piuttosto quella dove si compie lo specifico lavoro di un individuo umano nella sua irripetibile singolarità. Da questo lavoro personale magari non ne esce un uomo felice ma magari ne esce una persona migliore in un mondo dove tutti vogliono essere i migliori senza curarsi affatto di essere migliori.
#146
Citazione di: daniele22 il 11 Novembre 2024, 11:50:29 AMAllora,  come dici, la questione sarebbe innanzitutto capire cosa siamo in quanto esseri umani e quindi vedere se vi sia spazio per definire un'etica ampiamente condivisibile.
Forse possiamo dire di aver identificato perlomeno uno dei punti centrali del tema del topic. Però non essendo l'unico mi interesserebbe sapere anche quali sono gli altri, @ildubbio ad esempio ha visto il fulcro del discorso riportandolo all entropia dei sistemi fisici correlandoli o analogandoli ai sistemi naturali devi viventi  quali anche la vita dell uomo . Ma confesso di non averci capito molto.
Citazione di: daniele22 il 11 Novembre 2024, 11:50:29 AMInfine, per quello che ne so anche altre specie mostrano forme di cura nei confronti dei propri simili; non riusciranno ad aggiustare femori, ma questa è un'altra cosa
Sì, questo lo pensato anch'io , è per questo che non sono tanto persuaso dalla spiegazione dell antropologa in questione. Potrebbe essere che la cura sia uno dei punti cardini che identifica l essere umano in quanto facente parte di quelle speci che manifestano la cura verso altri individui della stessa specie ma che non sia il punto cardine decisivo che ci caratterizza come essere umani.
#147
Citazione di: Il_Dubbio il 10 Novembre 2024, 22:49:49 PMDovresti definirla meglio. Che l'abbia detta Seneca non fa della serenità dell'animo qualcosa che non possa essere definita come felicità o benessere. 
illustrerò quindi il mio pensiero. Voi tutti sapete che gli studiosi hanno identificato sei emozioni universali che ogni essere umano vive ; la paura la rabbia, la tristezza la felicità, il disgusto e la sorpresa. Ma le emozioni arrivano quando vogliono loro , sono il primo momento, la prima manifestazione della nostra interiorità che voi potete chiamare mente oppure anima oppure sè, oppure in altri modi ancora. Queste emozioni arrivano, puoi scegliere se avere paura? no arriva e hai paura, poi si tratta di riconoscerla e gestirla. Questo che vale per la paura vale per tutte le altre emozioni ma quando io dico "gioia" non intendo la felicità che è appunto questo primo livello , non intendo nemmeno il secondo livello della vita psichica che è il sentimento , il quale sentimento è un emozione stabilizzata, io continuo ad avere emozioni rabbiose nei confronti di una determinata persona, si stabilizza questa mia emotività e diventa un sentimento che in questo caso si chiama "odio". Non è neanche il terzo livello che è la passione , non è neanche il quarto livello gli ideali ma è una virtù , la virtù è quella forza interiore di volontà che scaturisce da te quando hai assimilato tutto il percorso che va da sentimento , passione e ideali e diventa tua e diventa capace di governarci. Ora siamo sempre capaci di governarci? parlo per me no . Qualche volta siamo capaci di governanrci? parlo per me sì. Quando prendo una decisione ponderata cosa sto facendo se non richiamarmi alla prima delle virtù che i greci chiamano phronesis e che noi traduciamo in modo fuorviante con "prudenza" . Per quanto concerne la virtù della gioia i Buddhisti sono più accorti di noi occidentali perchè nelle nostre tipologie di virtù la gioia non compare e invece il buddhismo la riconsce come virtù perchè quella gioia interiore non è una felicità che va e viene per come soffia il vento . No è quella gioia che è come un mare calmo a dispetto del reale o a favore del reale è un prendere rifugio dentro di sè a dispetto delle circostanze a volte. Puoi anche non essere felice ma hai una calma, una serenità interiore che è la virtù della gioia.
Ho fatto riferimento a Seneca con quella frase che viene dalle lettere di Seneca a Lucilio . Bene nella lettera 23 dice esattamente " Prima di tutto, caro Lucilio, impara a gioire...." la felicità non la puoi imparare , è un emozione! non c'è da imparare niente , non è una virtù , non è un arte , arriva , hai la macchina sei felice una settimana , hai la mammella della mamma sei felice cosa devi imaparare  , ti viene naturale.
. disce gaudere devi imparare! dice Seneca a gioire perchè la gioia è una virtù bisogna imparare.  E ricordati Lucilio, continuando nella lettera," gaudium res severa est" , traduco "la gioia è una cosa seria" cosa pensi  lucilio  continua Seneca , che tutti quelli che vedi in giro che ridono sono nella gioia? No , la vera gioia è qualcosa di interiore, res severa est , è qualcosa che è dentro come una roccia. Spero un pò di aver chiarito quel è la differenza fra felicità (emozione) e gioia come virtù.
#148
Citazione di: Il_Dubbio il 10 Novembre 2024, 22:49:49 PMNon credo che la filosofia funzioni molto diversamente. Certo la spiritualità si concede spunti (anche interessanti) verso aspetti la cui descrizione è impossibile in quanto altamente soggettiva e poco descrittiva, ma questo è un luogo di filosofia non di spiritualità.  
sì ma rilassati, non siamo filosofi di professione. Ad ogni modo approfondirò il tema "gioia" così da chiarire meglio ciò che vado dicendo. Non ora perchè ci vuole tempo e  si è fatta una certa.
#149
Citazione di: Il_Dubbio il 10 Novembre 2024, 21:52:40 PMsono termini che ci lasciano senza una descrizione oggettiva.
i termini sono diversi per un motivo. Nel primo caso la felicità  è un emozione che viene da qualche cosa di positivo che ci arriva da fuori, una vincita , una macchina nuova , aspettare un figlio e poi vederlo nascere e crescere, incontrare un amico che non si vedeva da tempo. Tutte queste cose sono inerenti a cause esterne a noi e non è molto diverso dal bambino che piange perchè vuole il latte e poi è tutto contento dopo la poppata. La gioia di cui parla Seneca invece è una senerità dell animo che nasce da dentro.  Certo che ci sono i momenti difficili ma c'è modo e modo di affrontare la vita.
Citazione di: Il_Dubbio il 10 Novembre 2024, 21:52:40 PMCon questi discorsi stiamo girando attorno al problema principale, o per lo meno a quello che ho individuato io
si parla di etica, natura , emozioni. Mi adeguo al topic
#150
Quando pensiamo a noi stessi pensiamo alla coscienza, al subconoscio, l'inconscio le pulsioni che esistono, certo che esistono,dove c'è di tutto cose belle e cose meno belle,  siamo natura, tanto più fruttuosa quanto più selvaggia.
Certo noi siamo bios, vita biologica , siamo anche zoé vita animale, zoologia certo e siamo anche psiché, vita psichica, certo siamo anche psiche, ma siamo anche Nous. Non solo, Aristotele diceva " Nous poietikos" che normalemente viene tradotto come "intelletto attivo" poieo, che fa, che agisce , che è in atto. . Ma a me piace tradurre il nous poietikos di Aristotele in "spirito creativo". Il punto qual'è , così concludo, chi ha ragione? chi afferma che queste cose esistono o chi afferma che queste cose non esistono? Ancora una volta, dipende dal lavoro che ci metti ... " non è irrilevante notare come la parte immortale e divina nell uomo non esista , se non viene attualizzata e focalizzata su ciò che è divino fuori di lui. In altri termini, l'oggetto dei nostri pensieri conferisce immortalità al pensare stesso".
questa frase non è di un padre agostiniano , di un monaco benedettino o di una suora . Questa frase viene da una delle menti più rigorose, brillanti e preparate del nostro tempo, colei che scrisse "la banalità del male", colei che scrisse "le origini del totalitarismo" , "vita activa" , "la vita della mente" e tanti altri capolavori. Conosceva alla perfezione la filosofia contemporanea per le sue frequentazioni con heidegger e con i suoi cari amici jaspers, jonas, Edihit. Ebbene Hannah Arendt ci dice che noi siamo protagonisti della nostra antologia, che noi possiamo , tramite il nostro pensare, attivare o no alcune parti del nostro essere , che se non sono attivate non esistono.


lo capite? che cosa è in gioco nel pensare?