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Messaggi - Koba

#136
Ho appena finito di leggere il testo di Recalcati, "La legge del desiderio". Devo dire che alla fine il suo ottimismo è nauseante... La sua ossessione per il desiderio, come se questo desiderare fosse il fondamento dell'essere umano, e tutto il dolore della storia fosse solo un accidentale deviazione della Legge, che anziché rafforzare la spinta in avanti per l'errore dell'interprete finirebbe per soffocare tutti quanti, i quali per salvarsi sarebbero così costretti ad attingere alle illusioni disponibili, da scegliersi a seconda del proprio sintomo...
Certo il sogno rivela a volte il desiderio di una vita nuova. Quello che sta al centro di un racconto di Han Kang, "La vegetariana", è il sogno di una donna tra le più ordinarie. Sembrerebbe all'inizio solo il cambiamento di regime alimentare, ma è in realtà l'inizio di una metamorfosi verso forme di vita più semplici in cui non sia contemplata l'offesa, la violenza, la persecuzione, la necessità di dar conto continuamente di se stessi, del proprio esistere...
Dall'uomo all'animale fino al regno vegetale: la pace degli alberi. Finalmente alla fine la protagonista capisce di essere un albero, non la donna ordinaria sopportata dal marito, non la bambina che riceveva regolarmente i ceffoni del padre autoritario. Un albero che ha bisogno solo di acqua e dei raggi del sole. Abbandonarsi completamente al sogno e quindi morire di inedia in un ospedale psichiatrico con una diagnosi di anoressia e di schizofrenia (come Ellen West, se non ricordo male), abbandonarsi al sogno, dicevo, può essere la cosa giusta da fare... In fondo l'importante, come dice Recalcati, è assumersi la responsabilità del proprio desiderio.
#137
Ma visto che è il tribunale dei ministri a decidere se prendere sul serio l'esposto o cestinarlo, ed essendo tale tribunale un organismo politico, si vede bene che la cosa si sarebbe fermata in ogni modo già quasi prima di iniziare...
Mi sembra insomma plateale la strumentalizzazione della Meloni di tutta questa vicenda, attraverso menzogne vere e proprie.
#138
La video-difesa di Giorgia Meloni è basata su alcune plateali menzogne.
Una di queste è quella da te definita come "giustizia a orologeria", ovvero la CPI che aspetta l'ingresso del comandante libico in Italia appositamente per mettere in difficoltà il nostro governo.
Io ho mostrato che si tratta di una tesi basata solo sul complottismo. Che non ci sono fatti al riguardo che possano suffragare tale tesi. In sostanza le fonti de Il Foglio dovrebbero dimostrare che la CPI attraverso l'Interpol è sempre stata al corrente degli spostamenti di Almasri.
In mancanza di queste prove dare credito alla tesi della Meloni significa solo "cascarci" come degli ingenui, fare il gioco di una mediocre premier che alle perplessità del suo operato risponde come fosse una Ferragni qualunque con un video social pieno di balle.
Sveglia!
#139
Citazione di: anthonyi il 29 Gennaio 2025, 20:15:36 PMQualcuno ha notato la singolare coincidenza dell'emissione del mandato di cattura proprio in coincidenza con la presenza del suo destinatario in territorio italiano.
Da notare che proprio l'Italia é il paese più in imbarazzo per la situazione vista la forte colla borazione dei nostri servizi con il soggetto in questione.
Diceva Andreotti: "a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca sempre". E pensar male vuol dire che la cosa é stata fatta apposta per indebolire il nostro governo, e il nostro paese.
D'altronde la serietà giuridica della CPI l'abbiamo già vista in azione con il mandato di arresto nei confronti di Netanyahu, forse sarebbe interessante discutere sulla reale opportunità che un'istituzione come la CPI, evidentemente deviata nella sua azione ai danni di paesi liberi e democratici come l'Italia ed Israele, debba continuare ad esistere.
Idealmente era un bell'esperimento, ma la realtà é tutt'altra cosa.
Presumo che la Corte penale internazionale abbia maggiore interesse ad arrestare un criminale che a mettere in difficoltà il governo di uno Stato aderente.
Gli spostamenti di Almasri sono stati ricostruiti da Il Foglio. Su "fonti qualificate" dichiara il quotidiano.
Quali? Penso che l'unica risposta sia la seguente: qualche persona vicina a funzionari della Digos che hanno compiuto l'arresto e un probabile ed eventuale interrogatorio del comandante libico sui suoi spostamenti in Europa.
Cioè, che si sappia a fine tour cosa ha fatto Almasri nei minimi dettagli non significa affatto che l'Interpol lo stesse seguendo passo passo, dando così la possibilità alla Corte penale internazionale di aspettare che entrasse in territorio italiano per inviare il mandato d'arresto e incasinare così la vita alla povera Giorgia.
L'alert potrebbe essere scattato in seguito al noleggio di un auto in Baviera, per esempio, qualche giorno prima che si dirigesse in Italia.
Da qui poi, secondo i tempi delle comunicazioni tra Interpol e CPI, che ignoro, l'emissione del mandato di arresto verso sei Stati (magari sei Stati attorno alla Germania?), compresa l'Italia.
#140
Citazione di: Jacopus il 19 Gennaio 2025, 17:46:35 PMOvvio, il cristianesimo è un movimento religioso che dura da duemila anni. Le possibili letture e interpretazioni sono molteplici, compresa quella delle opere come prova della propria santità, oltre alla fede (ora et labora), oppure quella della elevazione dei diseredati, oppure quella della mistica del Dio absconditus. Ma quello che volevo sottolineare riguarda proprio il fondamento. Il senso del padre. Il senso del padre che organizza la società. E nelle religioni monoteistiche questo senso del padre è un senso dove non è possibile il conflitto, poichè il conflitto comporta la cacciata dall'Eden o la riduzione ad Angelo Maligno. Edipo viene anch'esso ridotto, cieco, esiliato, detronizzato, ma la sua figura non configura il "Male", bensì la tragicità del vivere umano. Una tragicità che sarà ulteriormente replicata da una delle sue figlie, Antigone.


Io non ho proposto una delle tanti possibili interpretazioni del cristianesimo ma ho richiamato l'attenzione al suo cuore, che è indubitabilmente l'Incarnazione, per evidenziare come il superamento di ciò che dici, l'espressione dell'autorità sul modello di un Dio celeste onnipotente indiscutibile, è presente nel Vangelo stesso.
Nel Vangelo la vita viene prima della Legge, quindi prima di quel Dio inamovibile, o meglio, nel Vangelo si cerca di mostrare il vero volto di Dio.
Un Dio che vuole che l'uomo abbia la vita in abbondanza. Il che implica: non avere paura, non trattenersi, non essere ossessionati dalla propria sicurezza, dalla propria conservazione, ma piuttosto dare voce ai propri veri desideri.
Esattamente l'inverso di una società cristallizzata, appiattita sull'obbedienza al Padre celeste e ai suoi vicari terreni.
È questa la contraddizione che volevo segnalare: se il monoteismo giudaico-cristiano si presta a produrre comunità di fratelli impauriti dal Padre castrante, è all'interno di questo stesso monoteismo che c'è il suo superamento radicale poiché l'invito a usare i propri talenti, a farli fruttare, a non temere di perdere la propria vita, è tutt'altro che castrante, anzi si può dire che il rischio sia quello opposto di non tenere in debito conto i pericoli reali del mondo. Cioè ci sarebbe una specie di sbilanciamento verso l'anarchia piuttosto che verso la conservazione dello status quo.
#141
Il cristianesimo è abitato da un'ambiguità di fondo: da una parte la teologia del Padre celeste lontano e inconoscibile, dall'altra l'Incarnazione, il divino cioè che scende nel mondo e rimane tra gli uomini anche dopo la morte di Gesù (nello Spirito).
La mistica speculativa del Duecento con l'idea della generazione del Verbo in ogni uomo, tramite uno specifico cammino incentrato sul distacco, "puntava" tutto sul lato dell'Incarnazione (un'incarnazione "diffusa", "democratica" e sempre possibile), mettendo in allarme le autorità ecclesiastiche interessate a conservare il monopolio della mediazione del divino.
La crisi attuale della metafisica e quindi anche della teologia tradizionale ci dovrebbe spingere ad una lettura del cristianesimo sbilanciata verso quelle esperienze, come la mistica speculativa o come la povertà francescana (povertà francescana intesa come strumento privilegiato di riproduzione della scena evangelica), capaci di esprimere ancora qualcosa di vivo, rispetto alla cultura morta del racconto dell'onnipotenza di un Dio lontano.
Questa eventuale lettura come si declina con il tema di Edipo?
A me sembra che manchi un attore: va bene la Legge e la lotta per la conoscenza e l'ordine simbolico del Padre. Ma non manca il desiderio?
Il racconto di Sofocle, a differenza di quello che dirà poi Freud, non parla di desiderio. Edipo non desidera Giocasta, per intenderci. Accetta l'onore di sposare la Regina. Tutto qua. La cosa riguarda la sua carriera. Poi, dagli eventi, sarà portato a ricostruire la verità con tutto ciò che ne consegue. Il tema è il destino e la conoscenza delle sue radici poste nel passato.
Ma il Vangelo sarebbe incomprensibile senza il tema del desiderio. Desiderio di vita vera, la quale non può che essere vita divina, la vita che sa incarnare lo Spirito.
Anche qui c'è lotta per la conoscenza, ma nel senso di un costruire la verità, di un incarnare la verità, di un aprire gli occhi sulla vita al di là della paura della morte e del potere, a proprio rischio e pericolo.
Che tanti uomini poi preferiscano rifiutare quello che il Vangelo mostra (al di là dell'ambiguità di fondo di cui si è detto all'inizio) per farsi condurre quindi dall'autorità lo aveva già mostrato Dostoevskij con la leggenda del Grande Inquisitore.
Va però notato che nel romanzo è Ivan Karamazov l'autore di quel racconto e che Ivan era un nichilista. La sua idea dell'uomo è che si tratti di una creatura troppo debole per essere capace di accettare la sfida della libertà.
Ma appunto questa sfida è il senso fondamentale del Vangelo.
#142
L'invidia, appunto "non poter guardare", "non sopportare la vista", sembra riguardare un certo bene posseduto dall'altro (di cui si sente apparentemente la mancanza) solo come pretesto. Ciò che non si sopporta è la sua condizione generale di autosufficienza. Si vede nell'altro qualcosa che a noi manca radicalmente: la completezza, la pace che viene dalla prosperità, dall'avere a disposizione tante risorse.
Ecco perché alcuni studiosi vedono nelle radici dell'invidia un odio generale per la vita: odio per la sua imperfezione, per la sua mancanza perenne. Un odio poi proiettato sul singolo che ci sta davanti il quale sembra fare sfoggio di cose che rimanderebbero a una completezza immaginaria.
L'aggressività dell'invidioso non viene dalla frustrazione di non riuscire ad ottenere ciò che ha l'invidiato.
La sua violenza è odio verso la vita, è volontà di distruzione, è desiderio di azzerare tutto e ricominciare, di cancellare questo mondo miserabile, insufficiente, complicato, pieno di oscurità.
#143
Tematiche Filosofiche / Re: Nietzsche e Zarathustra
18 Gennaio 2025, 11:15:08 AM
Consacrarsi all'auto-miglioramento, alla cura di sé, ad un'erotica dell'auto-realizzazione.
Pensiamo alle basi di psicologia motivazionale di Scientology. Ma anche a tutta la cultura laica che si pone come management delle potenzialità individuali, dei talenti.
L'ingiunzione del sacro che si presta, in queste forme irreligiose, ad essere lo strumento ideologico perfetto dell'odierno assoggettamento?
#144
Tematiche Filosofiche / Re: Nietzsche e Zarathustra
17 Gennaio 2025, 16:59:27 PM
Citazione di: Phil il 17 Gennaio 2025, 14:22:26 PMLa sacralità può essere metaforica o letterale: il sacro religioso non è metaforico, è una sacralità autentica, con le radici in Cielo, sacralità che è rapporto con il sovra-umano, il divino. La sacralità metaforica è quella per cui il "sacro" non ha più rapporto con il divino (ha le radici in terra), ma è "sacro" in quanto fondamentale e fondante, normativo, etc. ossia non è sacro, ma "sacro", come è "sacra" la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, come sono "sacri" gli assiomi di una matematica, etc.
La differenza fra la sacralità come tangenza asintotica con il divino e la "sacralità" come fulcro concettuale (v. "i maestri del sospetto") o sociale (v. citazione di Koba), è la differenza fra la religione e le scienze umane o, più semplicemente, fra un significato letterale ed uno metaforico.
Differenza che emerge ancora più lampante se si considera l'evento della violazione del sacro: dissacrare offendendo/adirando una divinità non è come dissacrare proponendo un altro orizzonte di senso (in politica, matematica o altro). La mutevolezza della "sacralità" umanamente decisa non può essere confusa con la perentoria sacralità del volere divino, proprio come le frontiere umane (v. etimo di «sacro»), sia per mobilità che per sorveglianza, non possono essere paragonate a quelle divine.
No. L'ingiunzione del sacro è un fatto tutt'altro che metaforico.
È una forza che spinge all'adorazione. E quando ciò accade al di fuori della mediazione di una religione/spiritualità attenta al valore della vita umana si frammenta in eccessi più o meno pericolosi, più o meno stupidi.
Ciò che è sacro non è deciso nel senso di una deliberazione, ma è scoperto, sentito, intuito. Si viene trascinati da esso.
Per fare un esempio un po' scemo: le presentazioni di Steve Jobs dei nuovi prodotti della Apple erano una vera e propria liturgia, con una platea di devoti, con la rivelazione di una vita nuova ora possibile, con al centro l'idolo luccicante.
Si può dire fino a un certo punto che coloro che poi, per concludere il rito rimanevano in fila per tutta la notte in attesa che lo store Apple aprisse, avessero liberamente scelto tutto ciò.
Certo si tratta di un'idolatria stupida, ma c'è, nelle menti di queste persone, un dominio, un'occupazione, una presenza adorante. Sono come possedute.
Merci inanimate capaci di esercitare una possessione demoniaca.
#145
Tematiche Filosofiche / Re: Nietzsche e Zarathustra
17 Gennaio 2025, 11:03:38 AM
Bisogna considerare che la distruzione della metafisica è altro rispetto alla desacralizzazione del mondo.
Il sacro è mediato dalla religione. Morta la religione, il sacro continua a manifestarsi.
Del sacro (così come inteso dall'antropologia culturale) ecco una definizione di Pierangelo Sequeri:

"Il sacro indica ciò che deve essere assolutamente custodito, ma anche ciò che deve essere assolutamente distrutto: avvolge la vita e la morte, il dolore e la felicità, l'amicizia e l'inimicizia, imponendo atteggiamenti radicali e anche contraddittori (la vita umana è un dono e merita protezione; ma la morte del mio predatore è una benedizione e una grazia).
In ogni comunità umana, è sempre presente l'intuizione di qualcosa di assolutamente degno di protezione e di qualcosa che può e deve essere assolutamente sacrificato a quella inviolabilità. Persino una società relativistica, come la nostra, ha i suoi "assoluti" che tacitamente vengono considerati inviolabili, ossia simboli del "sacro" che non possono essere violati".

Da questo punto di vista il pensiero di Nietzsche potrebbe essere interpretato come una purificazione della religione, una purificazione della mediazione del sacro.
Ciò che è sacro torna sulla Terra. Viene demolita la barriera della metafisica attraverso cui la filosofia classica da Platone in poi aveva recluso il sacro, lo aveva come neutralizzato.
L'uomo nuovo non si sottomette più ad alcun imperativo (tu devi!), ma non è disposto a sacrificare nulla del caos che lo abita.
Esagerando si potrebbe dire che il vero cristianesimo inizia solo dopo Nietzsche.
#146
Tematiche Spirituali / Re: La fede in Dio
16 Gennaio 2025, 10:15:29 AM
Non è la fede a dividere ma il convincimento che essa sia la base della propria identità.
Scegliendo un cammino spirituale, che implica una specifica fede, si deve capire che essa è funzionale alla propria vicenda personale, solo ad essa, la quale (e questo bisogna accettarlo una volta per tutte) è casuale, nel senso che viene da fuori, dal mondo, e non dallo sviluppo di una personalità che da un seme dà poi i suoi frutti specifici, se opportunamente irrigata.
Se assimilassimo veramente l'idea della nostra soggettività come il risultato di vicissitudini esterne, di uno squilibrio perpetuo verso l'altro, verso il mondo, allora non avremmo alcun interesse a imporre agli altri la nostra verità e il fondamentalismo (da una parte e dall'altra) scomparirebbe.
Più che altro ci sentiremmo in dovere di parlarne. Non per fare proselitismo. Ma come una specie di assunzione di responsabilità, o qualcosa del genere.
#147
Tematiche Spirituali / Re: La legge della parola
14 Gennaio 2025, 19:28:14 PM
Per "nuda vita" intendevo la realtà così come ci apparirebbe se venisse meno la nostra capacità di assimilare mentalmente l'esperienza.
Ovvero qualcosa di insensato, di estraneo, di gelido (come al melanconico appare la vita nei suoi momenti peggiori).
Con la parola, le immagini, etc., quel luogo desolante diventa abitabile. Nasce il nostro mondo.
Quindi non è questione di assenza o presenza di cultura, di vita semplice contro civiltà, ma di qualcosa che li precede e li rende possibili, poiché anche il rifiuto della vita civile e l'eventuale decisione per un'esistenza nella natura selvaggia implica la capacità di immaginare un certo modo di abitare il mondo etc., cioè anche il rifiuto radicale della civiltà per essere perseguito ha bisogno della capacità di una partecipazione all'ordine simbolico.
#148
Tematiche Spirituali / Re: La legge della parola
14 Gennaio 2025, 09:07:42 AM
La parola crea il mondo nel senso della produzione di un ordine simbolico, qualcosa capace di proteggerci dalla nuda vita.
Essere coscienti di andare verso la propria morte, di avere semplici bisogni fisiologici, di doversi occupare della manutenzione del proprio corpo..., se fossimo costretti a un'esistenza del genere (che è la vera vita) vivremmo in uno stato di perpetua melanconia e la razza umana si estinguerebbe velocemente per il suicidio dei più.
La parola ci fa scudo da tutto questo.
Questa è la sua magia.
#149
Tematiche Spirituali / Re: La fede in Dio
06 Gennaio 2025, 21:10:14 PM
Citazione di: InVerno il 06 Gennaio 2025, 20:10:50 PMCon tutto il rispetto non penso risolverete la teodicea in questo topic e neanche nel prossimo.. mi limitavo a notare, seguendo lo spunto di Duc che vedeva l'esclusiva evangelica nella regola d'oro, quanto la fede trasformi anche concetti piuttosto banali in oro colato col mestolo, a volte anche concetti disfunzionali, un esempio è il famoso scagli la prima pietra, che se messo in pratica cancellerebbe i tribunali terreni, ma per fede viene accettato come un idea molto intelligente e rivoluzionaria, salvo che nessuno vuol metterla in pratica, perché rivoluzionaria lo è, intelligente poco.

E cosa ci sarebbe di poco intelligente nell'insegnamento della scena evangelica dell'adultera?
Sicuro di averne compreso il senso?
#150
Tematiche Filosofiche / Re: Ragnatele di signficato
02 Gennaio 2025, 14:14:41 PM
L'immagine della ragnatela non fa capire una cosa fondamentale: i significati implicano una mutazione del modo di vedere le cose. I fili della ragnatela, cioè, non solo ci reggono, ma in qualche modo trasformano la nostra visione della realtà.
All'immagine di Geertz meglio allora quella di William Burroughs: il linguaggio come un virus capace di sovvertire la realtà, infiltrandosi e alterando l'organismo umano, e quindi la percezione del mondo.
Nulla toglie che questo potere, oltre ad essere subìto, possa essere esercitato (sapendo parlare e scrivere e immaginare, naturalmente). Quanti meravigliosi sabotaggi...
L'antropologo Jacopus Geertz che ci indica i diversi fili della ragnatela, a sua volta è bello che ancorato ad una di esse. E dicendo quello che dice, sbavando un po', produce i suoi filamenti, le sue trappole.
Una di esse consiste nel fingersi arbitro quando in realtà ci sono solo giocatori.