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Messaggi - Sariputra

#136
Tematiche Filosofiche / Re:La sedia in sè
14 Febbraio 2020, 10:06:04 AM
Ma quale sarebbe poi il motivo per il quale l'uomo debba "evolversi" o "rivoluzionarsi"? Per diventare "migliore"? Rispetto a quale metro di misura? Il "progresso" ? Rispetto a cosa? Qual'è il "senso" di dover far fatica per "migliorarsi" ? Il "benessere"? E chi lo stabilisce qual'è il bene-essere? La scienza? Una statistica? Un sondaggio? Un'inchiesta? Quanto è lunga la vita? Quante volte facciamo l'amore alla settimana?Il fatto che ognuno può "godersela" come vuole? Di quante volte diminuiamo l'impronta di CO2? Qual'è il metro? Chi stabilisce l'unità di misura? E perché "andare avanti" invece che "tornare indietro" o "stare fermi"? Perché si sta meglio? Rispetto a cosa? E chi sta "meglio"? Rispetto alla "natura"? Ma chi stabilisce che alla natura interessi il bene-essere ? L'"umanità"? Il socialismo? La religione? Perché lo pensa mio cugggino? Perché così fan tutti? Perché "non lo so ma mi adeguo"? Perché ho visto, fuori in strada, tutti correre e corro anch'io? Perchè l'han detto gli intelligenti? Perché al telegiornale lo dicono? Perché è "giusto"? E chi stabilisce che è "giusto"? E perché lo stabilisce lui cos'è "giusto"? Perché è un filosofo? Un prete? Uno scienziato?Un politico? E perché loro sanno cos'è "giusto" per me e io non lo so?Perché è l'"evoluzione"? Perché è il tempo? Perché non ho tempo per pensarci da me stesso? Perché è faticoso ed è meglio che ci pensino gli altri? Perché non sono "all'altezza"? Perché "è così da sempre e non puoi farci niente"? Perché sono un dalit?...
Tante domande senza risposta...
Ma sono sicuro che arriva di certo qualcuno per darmi la sua... ::)
#137
Tematiche Filosofiche / Re:La sedia in sè
13 Febbraio 2020, 13:39:43 PM
Mah!...Non sono molto d'accordo. Infatti trovo "cedevolezza"  e capacità di mettersi in discussione anche nei filosofi, nei teologi, ecc. Ce n'è moltissima, basta informarsi, appassionarsi , saper scrutare...
O riteniamo...che so...che il Buddhadhamma  ;D  attuale sia uguale a quello di 2.500 anni fa?
Ma non si può pretendere da questa discipline una 'dimostrazione scientifica' delle loro riflessioni, convincimenti, capacità di studiare un 'senso' all'esperienza soggettiva del vivere, ecc.
Se si 'pretende' una risposta scientifica è come pretendere dall'imbianchino che aggiusti il tubo al posto dell'idraulico...
Attenzione al pregiudizio che TUTTO deve essere scientificamente dimostrato. E SOLO scientificamente. Perché si entra , con tutti e due i piedi, dritti nel dogmatismo.
#138
Tematiche Filosofiche / Re:La sedia in sè
13 Febbraio 2020, 12:17:54 PM
Infatti se io uso una sedia come scala non dico: "Userò quella scala", ma bensì" Userò quella sedia come scala" implicitamente affermando l'"In sè" della sedia, cioè che non è una scala. Non dirò infatti"La sedia è una scala".Lo stesso se la userò come arma: "Userò quella sedia come un 'arma" e non "La sedia è un'arma".
#139
Tematiche Filosofiche / Re:La sedia in sè
13 Febbraio 2020, 09:53:07 AM
Una parte cruciale del lavoro scientifico consiste nel respingere ogni residuo soggettivo per non conservarne che alcune costanti strutturali. Più in generale, le scienze della natura riposano sull'esclusione della singolarità degli eventi, della loro unicità storica, a profitto di quanto di tipico, di generale, di ripetibile a volontà possa essere estratto. Tale lineamento del metodo è tanto marcato, tanto profondamente inculcato nei futuri ricercatori, che talvolta esso si trasforma in loro in un riflesso di rigetto. Tratti di soggettività in un discorso o una pratica suscitano in molti di loro un movimento di arretramento; elementi di singolarità provocano una reazione di allontanamento; il riferimento all'esperienza ravviva un timore di illusione, di apparenza. Senza nemmeno parlare della partecipazione probabile di questo riflesso condizionato al « malessere nella nostra civiltà », bisogna sottolineare che esso lascia perdere degli interi aspetti della nostra condizione e del nostro ambito di vita.
(Michel Bitbol)

Lasciar perdere interi aspetti della nostra condizione e del nostro ambito di vita. E' questo che intendevo quando paragonavo il piccolo scienziato al bimbo che smonta ma non si interessa al gioco nel suo complesso, all'interazione  esperienziale con l'altrui soggettività. Il non trascurare l'ambito "intero" della vita di persone incarnate qui e ora è allora campo d'indagine per la filosofia, la riflessione esistenziale, la spiritualità che non trascurano l'importanza di comprendere l'oggetto, ma vedono pure le necessità del soggetto 'incarnato' che cerca un senso al suo essere "gettato nel mondo e averne dolorosa coscienza"...
#140
Tematiche Filosofiche / Re:La sedia in sè
13 Febbraio 2020, 01:09:34 AM
Sì, sono assolutamente d'accordo. Ci sono tanti scienziati interessati anche a temi filosofici o spirituali. Mi viene in mente David Bohm e la sua teoria dell'ordine implicato ripresa da una frase famosa di Krishnamurti...
Le generalizzazioni sono sempre sbagliate (da ambo le parti...). Come i luoghi comuni...
#141
Tematiche Filosofiche / Re:La sedia in sè
13 Febbraio 2020, 00:28:18 AM
E' però vero pure il contrario, come in un gioco di specchi. Infatti ci sono scienziati ai quali non interessa il senso di quello che fanno, non gli interessa il gioco, ma solo lo smontare  e rimontare per provare la soddisfazione della loro passione.
Comunque la mia non è una critica alla fede nella scienza, della quale anch'io uso, piuttosto una critica alla fede che la scienza ti dia un senso. E' un'altra cosa...Per questo dico che al piccolo scienziato non interessa il senso del gioco che fa. La sua motivazione è diversa da quella del piccolo filosofo.
I feticci poi ce li abbiamo un pò tutti, scienziati compresi. Infatti è difficile trovare scienziati che profanano la sacralità della scienza, non si sente mettere molto in discussione da parte loro (forse temono di scoprire che, in fondo, non ha molto senso che so... impegnarsi per costruire una bomba atomica?..  :-\ )...
#142
Tematiche Filosofiche / Re:La sedia in sè
12 Febbraio 2020, 18:58:49 PM
Il dizionario dice che la ragione è: 
Il fondamento oggettivo e intelligibile di qualche cosa, ciò per cui una cosa è o per cui una cosa si fa; e quindi causa, motivo legittimo, che spiega o giustifica un fatto.  

Se diciannove persone dicono che il sole appare giallo, e una soltanto verde, ciò definisce un'oggettività. Infatti per uscire dall'oggettività del sole che appare come giallo dobbiamo ipotizzare un osservatore esterno (per una mosca il sole può apparire diverso, per esempio..). Allo stesso modo dobbiamo considerare qualunque affermazione che si ritiene come oggettiva.Infatti ho scritto che appare oggettivamente giallo relativamente alla retina. Non significa che è giusto o sbagliato, ma una retina umana ritenuta oggettivamente sana vede oggettivamente il sole giallo. Questo stabilisce un "assoluto":tutte le retine umane ritenute oggettivamente sane vedono il sole giallo. Paul Tillich  lo spiega meglio di me ne: "La mia ricerca degli assoluti" prendendo ad esempio il colore 'rosso'. Non è che vederlo giallo è 'migliore' di vederlo verde. Soltanto significa che quello che lo vede verde va dall'oculista, mentre i diciannove che lo vedono giallo no...E non è una cosa di poco conto, se ci pensiamo. Infatti, su queste basi, nasce spesso l'intolleranza, la sofferenza data dal sentirsi diversi, ecc.
E' vero che "quello che vede il sole verde esprime la sua soggettività" ma avrà difficoltà con la patente dell'auto, a scuola, ecc.; perché il 'mondo' è fatto da persone che vedono oggettivamente il sole giallo e ritengono che lo sia...
un saluto  :)
#143
Tematiche Filosofiche / Re:La sedia in sè
12 Febbraio 2020, 18:29:05 PM
Possiamo dire che l'"in sè" della sedia è l' insieme di tutte le sue caratteristiche. In assenza di una delle quali viene a mancare l'"in sè" della sedia. In un oggetto, qual'è una sedia, la caratteristica più importante è la sua funzione, ma non manca , in certi casi, anche l'importanza del suo significato simbolico (il trono..). Poi anche la forma, che è in dipendenza dalla funzione. Infatti, se nella seduta mettiamo dei pungoli, la funzione della sedia in sè viene a mancare per sedersi. Potrebbe però diventare un insolito oggetto d'arredamento artistico, in ambienti frequentati da persone "fuori di sè". Per un fachiro la presenza dei pungoli potrebbe essere la caratteristica più importante della sedia...
Le cose cambiano se però consideriamo l'"in sè" di un essere vivente. Qui i contorni si fanno più complessi. La definizione delle caratteristiche più problematica. Qual'è la "funzione in sè" di un essere umano? A cosa serve? Si può considerare come un semplice oggetto? Come una sedia?...
#144
Tematiche Filosofiche / Re:La sedia in sè
12 Febbraio 2020, 16:53:26 PM
Credo che la scienza non faccia proprio molte congetture sul "senso" delle cose. E quando le fa sono...diciamo mediocri?
Questo perché il "tipo" scienziato , sin da piccolo, non ha alcun interesse per la riflessione sul senso delle cose. E' affascinato da "come" le cose funzionano. Questo è ovviamente un limite del tipo scienziato. Infatti, fin da imberbi, si distinguono i due tipi: c'è il piccolo scienziato che, quando gioca, ti smonta il carro armato indifferente alle tue proteste, e c'è il piccolo filosofo che si domanda che डिक  di senso ha giocare con il piccolo scienziato, se è noiosissimo, non gli importa un fico secco del gioco, e ti smonta tutti i tuoi giocattoli per vedere come funzionano.
Credo che tutti noi abbiamo giocato qualche volta con tipi così...E' uno strazio! Veramente...
Per questo gli scienziati, in generale, ma ci sono anche eccezioni, credo non dedichino più di qualche minuto alla riflessione sul senso delle cose. Sono appassionati a quello che stanno facendo. Giustamente, dal loro punto di vista...per carità! Se non ci fossero, non ci metteremmo le mascherine, giusto? E, anche se le mascherine non hanno un "in sè", sono pur sempre utili per non morire subito ma più in là, dicono...
Per questo la scienza affonda le mani nell'"umano reale", senza porsi nemmeno la domanda su "cos'è il reale" e che significato abbia "per me" (non per il tipo scienziato. Lui il 'significato' se l'è già trovato: smontare per vedere come funziona! Oppure montare qualcosa per smontare dell'altro. In fondo cosa si regala al piccolo scienziato? I Lego ovviamente...).  :-\
#145
Tematiche Filosofiche / Re:La sedia in sè
12 Febbraio 2020, 14:59:59 PM
Se l'esistenza della sedia dipendesse esclusivamente dalla sua relazione col soggetto che la definisce come "sedia" non troveremmo uomini, cani o sedie, ma solo definizioni soggettive. Ma questo evidentemente non è. Infatti, indipendentemente dal fatto che io definisca "uomo" un cane, il cane permane nella sua forma, esistente indipendentemente dal mio giudizio soggettivo. Se io infatti, come controprova, chiamo "cane" un uomo, ricevo magari un pugno in faccia e non un morso nel polpaccio. Così, dolorosamente, constato che un "uomo" non è un "cane", indipendentemente dal giudizio soggettivo. Infatti una caratteristica dell'"umanità" è quella, tra le altre cose, di sferrare pugni, mentre quella della "caninità" è di mordicchiare polpacci e glutei. Si potrebbe allora dire che il mordicchiare è un "in sè" -> relativo alla "caninità"? No, perché anche l'uomo morde, per esempio le donne i lobi delle tue orecchie mentre stanno...ehm!...Epperò nessuna donna (salve le consuete eccezioni che non fanno la regola...) si mette a mordere le tue caviglie ringhiando, in quei momenti... :'(
(tralascio volutamente di menzionare le suocere al riguardo...non che ci vada a letto, ovviamente...è che...no, lasciamo perdere!).
Se venti persone guardano il sole e diciannove dicono che è giallo e uno invece dice che è verde, chi ha ragione? hanno ragione le diciannove che dicono giallo e non quella che dice verde perché daltonica. La "giallità" del sole è quindi un "assoluto". E' però un assoluto --> relativo alla retina degli osservatori. Ogni cosa si può definire come "assoluta" o "relativa", ma il sole esiste indipendentemente dal fatto che sia visto come "giallo" oppure "verde".
Infatti, sia che tu lo definisca come giallo oppure verde, ti scotti! Una caratteristica dalla "solità" è infatti quella di scaldare la pelle e le membra...Ogni cosa infatti esiste e non esiste contemporaneamente. La sedia giù sul groppone esiste evidentemente, ma nello stesso tempo non troviamo nessuna "sedia" al netto delle parti che ne danno forma. Infatti, quand'è sfasciata...dove è andato l'"in sè" della sedia? La sedia ha perduto il suo "in sè"...ora c'è l'"in sè" dei resti, dei pezzi di legno,ecc.
Ecco quindi la formula: A è A perché è anche non-A. La "sedia" è "in sè" una sedia proprio perchè è "anche non-sedia" (un aggregato di infiniti non-sedia. Epperò  è anche esistente come sedia, visti i lividi e gli ematomi sulla schiena).
Il fatto di essere "anche" non-sedia permette infatti il divenire della sedia. Come permette il divenire dell'uomo e del cane. Infatti se fosse solo "in sè" non potrebbe divenire. Sarebbe "sedia" cristallizzata, in eterno...
Tutto questo però è "il gioco sullo schermo". "Chi" sta guardando il film? Infatti c'è sempre l'osservatore dell'"in sè" della sedia, dell'uomo e del cane...
Mi sembra di concordare con @iano, in questo...  ::)
#146
Tematiche Filosofiche / Re:La sedia in sè
12 Febbraio 2020, 12:24:36 PM
Beh!...Non c'è solo la funzione, c'è anche la 'forma'. Infatti la sedia, l'uomo e il cane hanno anche forma diversa. Quindi definiamo una sedia come "sedia" anche perché oltre alla funzione diversa...che so...dal tavolo (sedersi o mangiarci sopra), ne ha pure una forma differente. Lo stesso vale per l'uomo, che definiamo come "uomo", anche perché ha una forma diversa dal cane o dalla sedia (Vabbè, non sempre, ci sono certe facce in giro  :o ...ma non stiamo a sottilizzare!).
#147
Tematiche Filosofiche / Re:La sedia in sè
12 Febbraio 2020, 11:10:17 AM
In parole povere...uhm!  :-\

"C'è" la "sedia". Infatti , se qualcuno la prende in mano e te la dà sulla gobba, chiaramenti senti che c'è la sedia. Ma , dopo che si è sfasciata sul tuo groppone... non "C'è" più . Questo perché non è intrinsecamente data, al netto delle parti che la costituiscono...Se fosse dotata di natura propria permarrebbe come sedia "in sè" anche dopo sfasciata. Ma così non è. Adesso hai pezzi di legno buoni per la stufa...
Ma finchè è "in sè" una sedia, l'uomo che l'afferra con ambo le mani per infierire su di te, non pensa. "Prendo questi pezzi di legno e glieli dò sul groppone a Iano", ma bensì: "Prendo questa sedia e gliela dò sul groppone a Iano".
#148
Tematiche Filosofiche / Re:La sedia in sè
12 Febbraio 2020, 09:52:37 AM
L'"in sè" della sedia è il suo essere "sedia". Se volesse fare , che so...il tavolo, non sarebbe più "in sè". Infatti , vedendola fare il tavolo, si dice :"Quella sedia non è in sè". Se un uomo si mette a fare il cane, latrando e uggiolando, non è più evidentemente "in sé", ma non è neppure un cane. Infatti un cane perfettamente "in sé", osservandolo perplesso, e non decifrando i suoni sconclusionati emessi dall'uomo "fuori di sé", può decidere di morderlo, al che l'uomo può anche, sopraffatto dal dolore, tornare "in sè" e rifilare un calcione al cane che, "fuori di sé" dalla paura, potrebbe fuggire lontano dall'uomo tornato "in sè"...
Quindi, ricapitolando:"in sè" s'intende quando un fenomeno, cosa, persona o bestia è "centrato in sè". L'uomo fa l'uomo; il cane fa il cane e la sedia fa la sedia. "In" equivale a "dentro". Infatti si dice: "Sei 'in' casa?" intendendo "Sei dentro casa?". Ne consegue che l'"in sè" della sedia sta nella sua "sedianità" (cioè nel suo fare la sedia e non il tavolo-"stare dentro" il suo essere sedia). L'"in sè" dell'uomo sta nel suo fare l'uomo (perché "essere l'uomo" è "fare l'uomo"), cioè nella sua "umanità". L'essere del cane nella sua "caninità", e via dicendo...
Questa "umanità" dell'uomo non è trovabile, né misurabile, eppure c'è. Infatti non si vede un uomo volare come un uccello, come non si vede un airone dire messa cantata. Questo perché l'uccello ha la sua "uccellità", e in più non viene neppure accettato in seminario, mentre l'uomo non ce l'ha (purtroppo...). Come sempre ci viene in soccorso LUI, il dizionario:

In partic., nel linguaggio filos. la locuz. "in sé" indica la realtà nella sua propria e vera natura, indipendentemente dai suoi attributi accidentali o da un modo soggettivo di considerarla.(diz.Treccani)

Quindi quale può essere la vera natura della sedia se non essere "sedia" ?Quella dell'uomo se non essere "uomo"? Quella del cane se non essere "cane"? E questo indipendentemente dai suoi attributi accidentali. Se anche l'uomo, infatti, si mette a fare il cane, tentando di latrare, non per questo smette di essere uomo, diventando cane. Mai si è visto un accalappiacani mettere nel furgone un uomo che tenta di fare il cane. L'accalappiacani riconosce l'"umanità" dell'uomo, infatti, e quindi, al massimo, dopo aver chiamato l'ambulanza...gli lancia un biscotto. Il dizionario poi è incredibile! Aggiunge pure: "indipendentemente dal modo soggettivo di considerarla". Infatti se anche consideriamo soggettivamente che la sedia è un tavolo e apparecchiamo per la cena sopra di essa, sedendoci invece sul tavolo, non per questo la sedia smette di essere "in sé" una sedia diventando un tavolo. Così come un uomo che, per esempio, scodinzola usando un braccio al posto della coda, smette di essere uomo diventando un cane. E' evidente che rimane un uomo!..  ::)

Se poi questo "in sé" della sedia sia da considerarsi dotato di natura propria, autonoma, indipendente, stabile e duratura, questo no. Infatti la sedia non è "intrinsecamente sedia", in quanto aggregato di infiniti "non-sedia" (basti pensare ai chiodi, alla colla,alla vernice, ai feltrini,ecc. Per allargarci poi al falegname che l'ha costruita, alla sega, alla pialla, e via dicendo...E poi al legno usato, alla pianta, alla terra, agli elementi minerali, all'aria, e via dicendo...)
#149
"Chi vive sperando, muore piangendo"...Io ne ho sentito un altro: "Chi vive piangendo (preso a calci in lo deretano dalla vita..), muore sperando (di non piangere più e almeno di non prenderne altri)".  ::)
#150
Percorsi ed Esperienze / Re:La Grotta
11 Febbraio 2020, 16:32:50 PM
Non vado quasi mai al cinema, se non occasionalmente per accompagnare qualcuna della mie donne, qualche volta momentaneamente prive d'amiche. Purtroppo l'addensamento vitreale nei miei occhi non mi permette di vedere bene con poca luce nell'ambiente (come nei cinema. Infatti vedo molto meglio sul piccolo schermo con la luce accesa nella stanza). Qualche giorno fa ho visto in tv "Io, Daniel Blake". L'ho trovato molto bello, poetico e interessante. Mi sono immedesimato nel personaggio, in parte. Anch'io,come lui, faccio parte di quell'umanità troppo 'vecchia' per trovare un impiego ragionevole (per l'età e per il mercato del lavoro attuale che richede giovinezza, dedizione totale ed "entusiasmo"...), ma troppo giovane per andare in pensione. Il film ci dà un quadro preciso del sistema inglese di welfare, con tutte le storture e le negligenze. Quello italiano probabilmente, almeno dal punto di vista burocratico, è pure peggio...E' un film che consiglio. E' molto bello lo sforzo di rappresentare il tentativo di mantenere la propria dignità anche nella povertà, nella mancanza di lavoro, nel vuoto di speranze.
Film come "Joker" non mi interessano più ormai. Troppa esagerazione irrealistica. Troppo hollywood, al di là della grande interpretazione degli attori, come ho letto...