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Messaggi - Jacopus

#136
Chissà questi limiti naturali come si definiscono a proposito dei cavallucci marini. In questa simpatica specie, la femmina depone le uova in una sacca di gravidanza che possiede il maschio, il quale dopo un periodo di incubazione, espelle gli avannotti, come in un parto. Per non parlare del cigno nero, che nel 20 per cento delle coppie è formata da coppie omosessuali. Servirebbe un CignoTrump per farli ragionare secondo natura, maledetti cigni neri bolscevichi.
#137
Ovvio, il cristianesimo è un movimento religioso che dura da duemila anni. Le possibili letture e interpretazioni sono molteplici, compresa quella delle opere come prova della propria santità, oltre alla fede (ora et labora), oppure quella della elevazione dei diseredati, oppure quella della mistica del Dio absconditus. Ma quello che volevo sottolineare riguarda proprio il fondamento. Il senso del padre. Il senso del padre che organizza la società. E nelle religioni monoteistiche questo senso del padre è un senso dove non è possibile il conflitto, poichè il conflitto comporta la cacciata dall'Eden o la riduzione ad Angelo Maligno. Edipo viene anch'esso ridotto, cieco, esiliato, detronizzato, ma la sua figura non configura il "Male", bensì la tragicità del vivere umano. Una tragicità che sarà ulteriormente replicata da una delle sue figlie, Antigone.

Rispetto al desiderio, non credo che Edipo ne sia privo. Il suo desiderio, il suo daimon, è la conoscenza. Nello specifico conoscere quale sia la causa del miasma, che ha reso l'acqua di Tebe imbevibile, i campi aridi e le malattie diffuse fra i cittadini. Lo mettono ripetutamente in guardia nel non azzardare tale ricerca, ma Edipo, il risolutore degli enigmi, troverà la soluzione anche di questo mistero, ed insieme ad esso la sua caduta. Il messaggio che la tragedia greca ci trasmette è quindi quello della inevitabilità del passaggio generazionale, comprensivo di un certo grado di violenza. Senza quel passaggio, il panorama sociale si cristallizza. Ottimo per stabilizzare una società (vedi ad esempio Girard e il ruolo del capro espiatorio), ma a costo del proprio stato di minorità (fanciulli, gregge), che idealizza ed estetizza ciò che poi viene riprodotto nelle articolazioni sociali concrete, dove si ripetono i rapporti fondati sulla indiscutibilità del potere paterno. Il Grande Inquisitore è effettivamente un'ottimo banco di prova di quanto sto dicendo e il fatto che Gesù sia schierato nel partito opposto andrebbe meglio analizzato. E' probabile che possa esserci un esercizio del cristianesimo più giusto e più equo di quello declamato dal Grande Inquisitore, ma resta il fatto che esso appare minoritario e ancillare. Laddove si presenta, si presenta comunque in una veste caritatevole e di accettazione della struttura Grandinquisitoriale, come nel caso dei Francescani. In sostanza non è possibile una uccisione nè simbolica nè tantomeno reale di Dio e ciò congela il mondo e lo scinde inevitabilmente in una dimensione paranoide, dove il tragico viene espunto, anche se poi talvolta rientra dalla finestra (chi è senza peccato, scagli la prima pietra). 
#138
Ognuno parla dei propri daimones. Questo è uno dei miei. La storia biblica di Gesù e quella sofoclea di Edipo parlano entrambi dell'uccisione del padre ma in una struttura narrativa diversa e che porta ad esiti diversi.
Edipo si muove su dei binari parzialmente obbligati. Inevitabile risolvere l'enigma, uccidere il padre, diventare re di Tebe, sposare sua madre. Ciò che resta nella disponibilità di Edipo è la ricerca della verità, nonostante i molteplici avvertimenti nel non farlo e la ricerca della verità avrà effetti ambivalenti. Edipo diverrà cieco, perderà il trono e diventerà un esiliato, ma il miasma che ammorbava la città scomparirà. Il sacrificio dell'uno salva la comunità, ma quell'uno è "uno di noi", attraversato dalla tragedia dell'uomo fatto di carne e ossa, con in più il desiderio insopprimibile della conoscenza. Dopo il riconoscimento della morte del padre, Edipo diventa saggio, da cieco accoglie la figura di Tiresia, colui che sa e che ha esperienza. Il focus è sul figlio.

La morte di Gesù (Dio) si muove sul focus del padre (anche se in modo ambiguo) ma non sul tema della ricerca dolorosa della conoscenza, perché la verità di fede è indiscutibile e nessuna ambivalenza è permessa. La morte del Dio ha lo scopo della "salvezza" oltre a quello del "sacrificio" (che condivide con Edipo).

A partire da questa differenza diventa possibile comprendere meglio l'uso psicoanalitico di Edipo. La lotta omicida fra figlio e padre è sempre necessaria per crescere e sostituire il padre con il figlio, nella naturale successione temporale. Certo affinché essa sia costruttiva deve essere sostituita da una lotta simbolizzata, dove entrambe le parti costruiscono un gioco all'insegna dell'accettazione delle parti.

L'omicidio di Gesù invece rappresenta una cesura definitiva e fondata sulla accettazione di un "Padre eterno" e indiscutibile, fondatore di tutte le cose.

Ecco allora che da un lato, assistiamo ad un mondo mutevole, tragico ed ambivalente, dove generazioni si susseguono a generazioni e regole a regole. Dall'altro, l'ipostatizzazione di un padre inamovibile, costruisce un fondamento stabile e straordinariamente efficace, in cambio della propria permanenza in uno stato di minorità. L'unico potere avviene non per acquisizione individuale ma per trasmissione mimetica dall'alto verso il basso e pertanto anche il padre umano adotterà lo stile della indiscutibilità.

In altre parole, il mito biblico potrebbe essere rappresentato come il mondo di Hobbes (sicurezza in cambio di perdita di libertà), mentre il mito sofocleo come il mondo di Freud (conoscenza in cambio di perdita di sicurezza).
#139
Tematiche Filosofiche / Re: Nietzsche e Zarathustra
17 Gennaio 2025, 11:50:59 AM
N. Come tutti i grandi pensatori darà sempre la stura alle più diverse interpretazioni. Rispetto al sacro però insisto sul fatto che il nostro mondo non abbia più nulla di sacro, inteso come luogo/soggetto/oggetto/pensiero "sacer", cioè intoccabile, inviolabile, sia in senso positivo o negativo. Se tutto è soggetto a transazione economica, l'unica sacralità riguarda proprio il fondamento economico di tutte le cose. Si tratta di un tipo di sacralità simile a quelle precedenti, oppure vi è in esso una qualità così materiale da non poter essere equiparata al precedente senso del sacer?
#140
Tematiche Filosofiche / Re: Nietzsche e Zarathustra
17 Gennaio 2025, 07:29:10 AM
Difficile sottovalutare l'importanza di N. nella storia della filosofia. Innanzitutto perché probabilmente è stato l'ultimo filosofo a non fare metafilosofia. N. è uno dei tre maestri del sospetto, secondo la definizione di Ricoeur e come Freud e Marx ha ottenuto il titolo per il suo lavoro di smascheramento della realtà che si credeva "oggettiva ed ideale" contemporaneamente, ovvero di tutta la tradizione che da Platone arriva a Leibniz ed oltre. Però le sue conclusioni, dopo il lavoro di smascheramento, sono molto diverse da quelle di Freud e di Marx. Tutti e tre desacralizzano il mondo, ma N. ne trae la conseguenza che esiste solo la pura forza e la vera vita è l'affermazione dell'uomo che abbandona ogni limite morale per affermare sè stesso. Per quanto la questione sia molto dibattuta, penso anch'io che vi sia un legame fra il pensiero di N. e il totalitarismo di destra. Mussolini conservava nel suo studio un busto di N. Piccola nota di colore che però è un buon indizio. Marx e Freud giungono a conclusioni molto diverse dopo aver smascherato gli "idola" della tradizione. Marx si fa portatore di un cambio palingenetico del mondo nella speranza di creare un nuovo mondo che dovrebbe essere la discesa sulla terra della pace del paradiso. In Marx resta quindi un fondamento etico, che in N. è stato sostituito dalla pura forza, ma quel fondamento etico è talmente idealistico, da ricondurre ad un nuovo mondo mistificato e falso, come quello che si vedrà effettivamente con il socialismo reale. Chi vuole troppo bene, rischia sempre di trasformare il bene in male. Altro tragitto quello di Freud, che dopo la sua originale desacralizzazione, non dà una risposta univoca al destino dell'umanità, potrebbe piegare dalla parte di Eros oppure di Thanatos. In questo F. da un lato resta fedele al suo modello dell'ambivalenza della natura umana e dall'altro espone la sua speranza che un vero cambiamento non debba provenire dalle istituzioni politiche ma da un lavoro dell'individuo su se stesso, sulle sue pulsioni, sulla conoscenza del proprio lato mostruoso e incontrollabile.
Ultima nota sul senso di eterno ritorno. Severino ne da una interpretazione che supera il senso di tempo ciclico, contrapposto al tempo lineare. L'eterno ritorno è invece la constatazione che per creare l'uomo nuovo, bisognerebbe cancellare la storia dell'uomo e quindi ritornare all'origine della storia, poiché la storia, con le sue stratificazioni non rende possibile la libera espressione dell'uomo, poiché ogni atto, lega l'uomo in una serie di azioni successive che sono già in parte scritte da quella storia. Questa interpretazione, secondo me, al di là dell'uso negativo che ne fa N., è una straordinaria anticipazione di quanto ci hanno dimostrato discipline come la psicologia e le neuroscienze.
#141
Tematiche Spirituali / Re: La fede in Dio
16 Gennaio 2025, 17:59:22 PM
Io invece la vedo proprio così. La sottomissione (Islam) passa dal metafisico al mondo reale. È un modo per simbolizzare e rendere più saldo il dominio del mondo, da parte dei dominatori. Che vi sia necessità di un ordine gerarchico non lo metto in dubbio, a patto che esso sia fondato su una reale capacità di giocare tutti alla pari e che sia bilanciato da una ulteriore capacità di agire secondo giustizia e prudenza (la phronesis greca). Ovvero senza eccessi, mentre Dio è di per sè un eccesso (e serve anche a spiegare l'eccessivo successo dell'Occidente).
A proposito di fascismo e comunismo, io li considero molto simili alle religioni, stessi principi totalitari, stessa divisione paranoide del mondo in buoni e cattivi, stessa negazione dell'ambivalenza umana, stessa visione di un mondo perfetto da raggiungere nel mondo fisico (regno millenario, società comunista) o nel mondo metafisico (paradiso).
#142
Tematiche Spirituali / Re: La fede in Dio
16 Gennaio 2025, 16:38:12 PM
CitazioneLa fede in realtà é l'esatto contrario, un atto di subalternità, di sottomissione rispetto ad un'entità che si concepisce come superiore
Hai toccato un tasto interessante. Ti dirò come la penso. La religione cristiana ha pregi e difetti come ogni creazione umana, molti pregi ma un difetto radicale, che consiste proprio nella incapacità di considerare la possibilità di superare quello stato di sottomissione, che diventa la rappresentazione metafisica della sottomissione dell'uomo sull'uomo ed in questo modo la svincola da ogni valutazione critica. La cultura e perfino la natura sono mimetiche. Ripetono gli stessi principi, sia per un discorso di economia di forze (se si fanno sempre le stesse scelte si risparmia tempo e denaro) sia perchè, se quei principi hanno funzionato una volta, allora possono funzionare anche altrove. Pertanto la sottomissione ad una divinità diventa infine sottomissione ad un capo, ad un padre-padrone, ad un generale, che diventano indiscutibili impartitori di ordini.
In una realtà ideale, invece, l'uomo non può restare un eterno bambino (o eterno dittatore, che poi è la stessa cosa), ma deve accettare la superiorità e quindi sottomettersi, ma anche superare quella sottomissione attraverso l'introiezione di quel padre dentro di sè. Così si diventa a propria volta "padri" e il ciclo si ripete. Dio interrompe questo ciclo e dice "io sarò sempre Padre e voi sarete sempre Figli". Per questo ritengo, per certi aspetti, più raffinata la religione pagana, perchè non c'è così chiaro questo messaggio paranoide e delirante del "sempre Padre" e del "sempre figli", poichè vi è sempre una dialettica, talvolta un conflitto ambivalente fra dei e umanità. La sottomissione (Islam) interrompe questa dialettica e nega l'ambivalenza della vita umana, offrendo per ciò uno scambio: sottomissione ora in cambio della vita eterna domani.
Per non contare che "il riconoscimento" della vita altrui, in questa religione parte sempre dal presupposto della condivisione di fede. Certo è, che se il modello alternativo è quello attuale, del riconoscimento della vita altrui attraverso il denaro, allora paradossalmente il presupposto cristiano è adirittura più umano e accettabile.
#143
Tematiche Spirituali / Re: La fede in Dio
15 Gennaio 2025, 18:02:18 PM
Citazione di: anthonyi il 15 Gennaio 2025, 17:47:46 PML'analisi é stata fatta su parti periferiche del tessuto, tessuto che ha subito i fumi di più di un incendio e che probabilmente ha avuto vari interventi di rammendo periferici nel tempo.
Comunque va bene così, la chiesa di oggi non ha bisogno di prove di alcun genere, bastano le prove di fede di quelli che credono, gli altri comunque non crederanno.

Ovvio. Avrebbero potuto fare l'analisi al centro della sindone? Già la Chiesa è stat generosa a concedere questo tipo di analisi ma non avrebbero certo concesso di rovinare la Sindone al Centro. Se si ha bisogno solo di fede, allora non si comprendono miracoli, visioni, premonizioni. 
#144
Tematiche Spirituali / Re: La fede in Dio
15 Gennaio 2025, 17:28:07 PM
Non lo dice il cardinale ma l'esame al carbonio che è piuttosto preciso fino ad un periodo compreso fra oggi e diecimila anni fa. Secondo questo esame che risponde a tutti i requisiti scientifici la sacra sindone è un telo realizzato fra il 1280 e il
1360 dopo Cristo.
#145
Tematiche Spirituali / Re: La legge della parola
13 Gennaio 2025, 18:08:08 PM
Be Duc, non potevi scegliere passo migliore per definire la violenza del messaggio biblico.
#146
Me la ricordo bene. Ero un giovincello. Primi anni con l'auto e giri di notte con gli amici. All'una di notte ci siamo fermati ed abbiamo guardato un termometro pubblico, di quelli che sono fuori dalle farmacie. Segnava -13 (ero ad Ancona, mai più sentita una temperatura del genere in Italia).
#147
Scienza e Tecnologia / La mappa e il mondo
12 Gennaio 2025, 22:53:36 PM
Citazioneio credo che la mappa sia stata sempre il mondo, cioè ciò che ci ha fatto  apparire il mondo, ma solo finché  non abbiamo imparato a leggerla, o meglio finché non la abbiamo esplicitata a parole prendendone coscienza.
Prenderne coscienza però significa metterla in discussione, ed è sul possibile vantaggio di  metterla in discussione che la nostra evoluzione ha scommesso.
Quello che si è verificato è però che la mappa continua a stare per la realtà, anche quando messa in discussione, non perchè sia stata confermata la sua validità assoluta, ma anzi nonostante diventi sempre più evidente il suo essere relativa.
L'averla messa in discussione ha comportato invece che ad essa altre mappe si siano affiancate, desistendo dopo i primi tentativi di sostituirsi a quella originaria, ma affiancandosi ad essa.
Che l'evoluzione sia stata capace di costruire una mappa che ancora tendiamo a confondere con la realtà è qualcosa di meraviglioso, ma che non potremo più replicare.
Nessun nuovo mondo da confondere con la realtà potrà più apparirci in alternativa al vecchio, se non scimmiottandolo con una maggiorata replica virtuale, ciò che diventa indirettamente una dimostrazione della sua originaria virtualità.

Riprendo questo discorso di Iano per approfondirlo su un versante "relativamente" diverso rispetto alla discussione sulla "legge della parola". Iano ha ragioni da vendere quando dice che la mappa è il mondo. "Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus". Nominare il mondo crea il mondo, il mondo per noi umani. Ma il mondo sarebbe anche senza la nostra nominazione. Shakespeare a proposito di rose, diceva che La Rosa, anche chiamandola in altro nome, avrebbe avuto comunque quel profumo. Singolo/generale, concreto/astratto, unico/categorizzabile.
A questo duplice registro rispondono tutti gli esseri viventi. Bisogna stare contemporaneamente nel concreto della situazione ma sapere anche che genericamente il lupo è il mio predatore (ammesso che sia un agnello). Ma quel lupo magari ha già mangiato, oppure è alla ricerca di una compagna. Il lupo categoria è anche il lupo individuo. Ebbene, il nostro percorso evolutivo ha sempre più privilegiato la categorizzazione, la classificazione, la misurazione e l'inserimento in cartelle per argomenti. È un notevole strumento conoscitivo. Ci permette di semplificare il mondo, di fare ipotesi e verificarle. La scienza occidentale si fonda su questo meccanismo. Resta il problema che se l'equilibrio fra concreto/astratto si rompe, allora sorgono problemi ed oggi il problema principe è il dominio dell'astratto sul concreto, della classificazione rispetto allo sguardo che individua e singolarizza. E ciò comporta, oltre che alla manipolazione del mondo alla riduzione dell'Altro in oggetto da classificare, desoggettivandolo. Quindi la mappa è parzialmente il mondo, ma è comunque una tecnica, un artificio mirabile della connessione cultura+sistema nervoso centrale. Venire monopolizzati dalla mappa è in realtà venir monopolizzati dal dominio della tecnica. Se, sul lato opposto si vivesse esclusivamente di singolarità, allora non sarebbe possibile la conoscenza del mondo, ma si conoscerebbe meglio la più profonda natura di ogni essere umano. Il gioco quindi sta nella ricerca di un equilibrio fra La Rosa di Shakespeare e quella di B. Da Cluny (ripresa da Eco).
#148
Importantissima psicoanalista di scuola inglese, anello di congiunzione fra la psicoanalisi classica dei coetanei di Freud e la scuola inglese (Winnicott, Bowlby). La
Sua distinzione fra posizione schizo-paranoide e posizione depressiva è ancora un modello che spiega molti comportamenti e viene utilizzata ancora come schema ideale generale.
#149
Tematiche Spirituali / Re: La legge della parola
12 Gennaio 2025, 06:35:27 AM
Citazione di: anthonyi il 12 Gennaio 2025, 05:44:26 AMSiamo sicuri che sia un prezzo da pagare?
L'affettività é un meccanismo umano dai risvolti particolari, produce discriminazioni perché non é affatto detto che sia la stessa per tutti gli individui, e nei confronti di qualcuno l'affettività può essere negativa. Non capisco poi perché parli di reciprocità, non siamo per nulla sicuri che lo sguardo affettivo produca reciprocità, e naturalmente la parola può anche definire la reciprocità tra individui.
Si, perlomeno io lo sono. L'affetto non produce discriminazioni nel momento in cui comprende il mondo nella sua unità, capacità percettiva tipica dell'emisfero destro e non a caso, l'affettività è connessa con l'empatia e la compassione, la solidarietà. Sono stati affettivi arcaici che condividiamo con tutti gli uccelli e i mammiferi. L'espansione della cultura, della parola (della parola come legge) ha condizionato questi meccanismi fino a stravolgerli negli ultimi cinquant'anni,grazie all'accelerazione di alcuni processi già messi in moto da secoli. Fra questi il maggiore indiziato è proprio la sopravvalutazione di tutti i processi cognitivi classificatori, giudicanti, separatori dell'emisfero sinistro.
È vera la tua ultima affermazione, anche la parola può accompagnare e rafforzare il processo di reciprocità, di affettività e di riconoscimento fra gli uomini ed è esattamente quello che hanno fatto da millenni le religioni. Ma anche in questo caso, come nel conflitto fra emisferi, c'è stato un prezzo da pagare. Inoltre i due conflitti (fra emisferi e fra religioni) spesso si intersecano e si possono rafforzare a vicenda, oppure come in altri casi, diventare divergenti. Entrambi i modelli però (religioso e dell'emisfero sinistro) sono portatori di un alto livello di violenza. Quello di cui parlo, fra le altre cose, è come arrivare ad un nuovo livello di consapevolezza che sia anche un nuovo modo di pensare l'uomo nel mondo.
E per fare questo torno sempre a Kant.
#150
Tematiche Spirituali / Re: La legge della parola
12 Gennaio 2025, 06:21:56 AM
Citazione di: Duc in altum! il 12 Gennaio 2025, 02:01:01 AMCerto che separa: Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. Non v'è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto (Eb 4, 12-13) - però c'è la fede in essa che ci unisce.
Bisognerebbe distinguere fra separazioni e separazioni. C'è la separazione necessaria dell'uomo che accetta la sua separazione dal resto del mondo come "limite" invalicabile. La separazione dice all'uomo di stare al suo posto, che è un posto separato. Io non posso essere te e non posso essere Dio. Ma se si imprime forza a questa separazione la distanza fisiologica diventa patologica e non serve mediare attraverso la fede, poiché l'umanità separata dalla fede è ancora più patologica perché acquista il tipico carattere noi/loro di matrice paranoidea. In questo caso l'unione attraverso la fede può essere strategicamente valida ma non lo è eticamente, perché unire chi crede e chi non crede in due universi separati, riattiva la violenza. Recalcati usa la Bibbia per parlare di una separazione ancora più antica e necessaria di quella che poi è stata usata dalle religioni e che continua a versare sangue.