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Messaggi - bluemax

#136
Tematiche Spirituali / Re:Karma e reincarnazione
15 Marzo 2018, 17:23:26 PM
A proposito della reincarnazione in ambito buddista, in passato mi chiedevo spesso: "Se non c'è un'anima, come fa a rinascere qualcosa? Che cos'è che continua da una vita all'altra, se non c'è l'anima?".
(A dire il vero, la teoria della reincarnazione non appartiene al buddhismo, ma all'induismo. Nel buddhismo verrebbe considerata superstizione, perché non può essere dimostrata ed infatti si parla di rinascita).

Poi ho compreso che la rinascita la si puo' osservare direttamente in ogni momento;
non si necessita di aver bisogno di credere in una teoria che la riguardi.
La rinascita avviene continuamente in ciò che si fa.
Poiché non c'è alcun sé, non vi è nulla che deve rinascere come "essenza personale o come anima" e che sopravviva da una vita all'altra. Questa è una illusione che si costruisce proprio il sé per non scomparire.

E' il desiderio che rinasce, alla costante ricerca di qualcosa in cui assorbirsi o in cui trasformarsi.

Se siamo infelici o depressi, si cerca qualcosa in cui assorbirci e da cui trarre sensazioni piacevoli, con cui, per lo meno, allontanarci dalla situazione sgradevole che stiamo vivendo. Quella è la rinascita.
Quando siamo spaventati o insicuri, cerchiamo di fare qualcosa che ci liberi da quella sensazione, che ci dia sicurezza e fiducia.

Facciamo caso ai nostri gesti abituali.
Per esempio, quando la sera torniamo a casa, andiamo a prenderci qualcosa da mangiare in frigorifero. Assorbendoci nei piaceri del cibo, rinasciamo.
Quando ne abbiamo avuto abbastanza di quella nascita, ci siamo concessi tre panini al prosciutto, quattro hamburger e due pizze, non possiamo sopportare l'idea di rinascere in un'altra pizza. Allora, cerchiamo una nuova nascita nell'apparecchio televisivo, perché quando ci annoiamo, vogliamo rinascere da qualche altra parte.

C'è un'infinità di giocattoli nella nostra società. Ma nonostante le gratificazioni istantanee, tendiamo ad annoiarci di nuovo molto rapidamente. Più istantanea diventa la vita, più aumenta la noia. Quanta TV, quanto cibo, droghe, sesso e così via ci si può procurare senza stufarsi o annoiarsi? Quanto si può prendere prima di non voler più esistere, prima di volersi annullare? Questa è la rinascita di cui siamo testimoni. La rinascita è cercare di diventare qualcosa in questo stesso momento. Non siamo contenti, non siamo in pace con le cose così come sono. Vogliamo, pretendiamo che siano diverse; vogliamo qualcos'altro.

Per molte persone, il sonno è annullamento. Quando siamo addormentati, non dobbiamo essere alcunché ed il sé svanisce almeno per un po'.
Non dobbiamo compiere alcuno sforzo. Passare il tempo a rinascere diventa una noia, perciò abbiamo voglia di non esistere più. C'è il desiderio di non essere, di venire annullati e distrutti. Ma la fregatura è che non possiamo dormire sempre. Addormentarsi ha come conseguenza il doversi risvegliare, il che significa tornare nuovamente a cercare di diventare qualcosa. Per forza d'abitudine, cercheremo qualcosa da fare.

Che cos'è che passa dal frigorifero all'apparecchio televisivo? E' una persona? E' ciò che è l'anima, la vostra vera essenza, destinata a essere portata avanti per l'eternità? Oppure il desiderio? Non è per caso un vagare senza scopo, la solita ricerca di qualcosa da fare, di qualcosa in cui assorbirsi?
#137
Citazione di: Sariputra il 08 Marzo 2018, 01:23:19 AM
@bluemax
Una domanda se vuoi banale...questo 'sogno' particolarmente vivido e reale, ha poi portato , negli anni, ad avvicinarti allo studio, alla pratica e all'interesse per il  Buddhismo ? Puoi stabilire, coscientemente, una relazione tra le due esperienze? E , se sì, in quale forma?  Cercare una conferma? O invece non c'è alcuna relazione?...(in realtà sono più domande ;D)...
Questo per tornare al discorso di come il nostro abisso interiore condizioni o eventualmente determini poi , particolari scelte esistenziali...


Beh... non credo vi sia un diretto collegamento tra il mio sogno ripetitivo ed il buddismo (naturalmente se per un momento non consideriamo il fatto che OGNI cosa ha un suo effetto nel futuro).
Mi sono avvicinato al buddismo piu' per "curiosità". La cosa che forse ha influito maggiormente sono stati i miei studi ingegneristici (iniziati in accademia militare ammetto :) )

Nato in un ambiente cattolico inizialmente ero cattolico. Ho fatto comunione, cresima, ecc... ecc... ma verso i 25 anni cominciavo a pormi delle domande. Domande la cui risposta datami dai vari preti non mi soddisfaceva per nulla (la maggior parte delle volte la risposta era "devi aver fede").
Incuriosito nel cercare (ancora oggi non so cosa stessi cercando, ammetto... visto che piu' che risposte era uno stato di insoddisfazione intellettuale) mi imbattei verso i 28 anni in un libro di OSHO.
Beh... ammetto che mi si apri' un mondo... molte cose cominciavano a tornare altre meno. I miei studi di chimica, fisica, matematica ecc... ecc... dell'università cominciavano a combaciare con quel che OSHO scriveva, anche se inizialmente non lo capivo piu' di tanto.

Decisi quindi che forse quella era la strada per "capire", "approfondire", "cercare"... ecc... ecc...
comprai decine di libri di OSHO ma mancava sempre un tassello... c'era sempre qualcosa che non riuscivo ad individuare che non mi soddisfaceva.

Caso volle che poi tra i tanti libri di Osho fini' nel "carrello" un libretto di un centinaio di pagine che parlava delle 4 nobili verità... 
ECCOLO DISSI... ECCO COSA CERCAVO :D :D 
un libretto fatto molto bene, spiegava in modo semplice concetti quali insoddisfazione perpetua, cosa si intende per SOFFERENZA ed andava a fondo sino ad esaminare COSA generava sofferenza. Ricordo che rimasi stupito perchè mi resi conto che IO andavo a cercare la felicità proprio in cose che generano sofferenza...

beh... insomma mi si apri' un intero universo che combacia col mio modo di pensare. Il film MATRIX poi fu la ciliegina sulla torta e da 15 anni non ho smesso di imparare qualcosa di nuovo da questa "filosofia".
La mia vita è cambiata in moooolto meglio. Sono sereno, tranquillo, riesco a godere delle cose semplici, non mi interessa carriera, denari o qualcosa che vada oltre la "normale" necessità e vivo benissimo :)

Da qui ho cominciato a frequentare scuole di buddismo tibetano... non ultima Pomaia dove vado spesso per lezioni particolari (ultima mi pare è stata quella sulla morte. Cosa accade prima e dopo... il BARDO in pratica)

ciao e grazie di avermi fatto tornare alla mente bei ricordi :D
#138
Citazione di: Sariputra il 07 Marzo 2018, 15:28:11 PM
@bluemax
Hai considerato la possibilità che, magari senza averne ricordo, hai visto, in tenerissima età, un film di guerra alla TV che ti ha molto spaventato? Da qui gli incubi notturni,ecc.?...
Questo è possibilissimo (è capitato pure a mia figlia...). La scelta militare poi potrebbe esser legata al fatto che, questa esperienza, ti ha spaventato ma pure, nello stesso tempo, "affascinato"...
Diciamo che ci vuole qualcosa di più circostanziato e verificabile: nomi, luoghi, evento realmente successo, ecc. perché possa essere ritenuto come un'esperienza di quelle di cui stiamo parlando. Ci sono un'infinità di verifiche che vanno fatte e, lo stesso, non si può giungere a nessuna certezza... :)
Ciao
(mi dispiace, non sono riuscito a spedirti quella cosa che sai... :()

Si. Ho considerato tale eventualità, ma ti garantisco che quando ero piccolo in casa mia la tv non esisteva. Non a caso i miei l'hanno comprata quando avevo 12 anni (ricordo ancora l'emozione :D )
Il sogno poi... cosi' reale... non ne ho mai avuti altri cosi' reali. Pensa che quando mi svegliavo avevo ancora quel sibilo negli orecchi... 

(PS... non ti preoccupare per quella "spedizione" :) ti ringrazio comunque per l'intenzione... molto piu' importante :) ciao... )
#139
beh... un po' mi vergogno a raccontare questa storia che da tempo avevo volutamente scordare.

Ricordo che da bambino (dai 6 agli 8 anni) facevo sempre il solito sogno, tutte le notti insistentemente.
Mi svegliavo urlando a squarcia gola con un sibilo nella testa che mi faceva impazzire... tanto che... dopo qualche settimana i miei mi portarono (in tenera età) da uno psicologo per "capire". 
La risposta fu semplicemente "è normale nei bambini".

Ma veniamo al sogno che ancora oggi ricordo in maniera molto "reale".

Praticamente ero in un bosco fitto fatto di abeti molto alti. Ricordo che il mio stato d'animo non era dei migliori. Ero molto preoccupato, nervoso, forse paura ma non capivo di cosa. Davanti a me vi erano 4 ragazzi che nel sogno (e solo nel sogno) conoscevo molto molto bene. A dire il vero gli volevo molto bene. Tutti e 4, ricordo, che erano abbastanza magri, col volto sporco di fango e fuliggine ed erano "stranamente" vestiti uguali. Stavano seduti su un tronco mangiando qualcosa da un pentolino riscaldato su un fuoco avanti a loro. Io ero in piedi e passeggiavo nei dintorni.
Dietro di loro c'era una strana macchina poggiata su un fianco con uno strano simbolo disegnato sopra (che fino agli 8 anni non avevo mai visto prima).

Ad un certo punto uno dei ragazzi urla "IN ARRIVO !!" e subito dopo sento delle esplosioni. 
Una a qualche decina di metri da noi. Rcirdo ancora molto nitidamente la quantità di pezzi di legno tutto intorno, un'altra piu' vicino ed in fine una che "mi fa svegliare" con un sibilo negli orecchi interminabile e fortissimo.

A furia di fare questo sogno... ho cominciato a "giocarci". 
Cominciavo a vedere i dettagli dei loro vestiti, ... addirittura in qualche sogno mi sono "osservato" come ero vestito... in molti sogni al grido di "IN ARRIVO" provavo a scappare, a spostarmi ma la terza esplosione mi colpiva sempre ovunque fossi, facendomi svegliare col solito urlo e col solito sibilo negli orecchi.


col tempo il sogno svani'...

ma lo sconcerto fu tremendo quando verso i 14 o 15 anni vidi per la prima volta un film in televisione.

Lo strano simbolo sul veicolo in fiamme era la croce nera della whermacht. Il veicolo stesso ricordo che era un semicingolato. I ragazzi che conoscevo benissimo nel sogno avevano l'uniforme tedesca. I miei stessi vestiti che ho osservato piu' volte erano quelli di un ufficiale tedesco. E la foresta in cui ero nel sogno era molto simile a quella del nord europa. Fitti pini che non facevano entrare la luce del sole.

A dire il vero, col tempo (fino ad ora) ho rimosso tutto... ma ora che ci penso... non a caso ho fatto 4 anni di accademia militare, nato in una famiglia di militari, ed in accademia mi hanno spiegato che sapevo sparare, smontare e rimontare le armi in modo molto naturale...

vabbè... questa la mia esperienza che PENSAVO di aver sepolto definitivamente... :)

ciao :)
#140
colgo l'occasione per segnalare questi 4 video che spiegano (effettivamente tramite disegnino  :-X ) cosa si  intende per EGO nel buddismo

detto questo rimane il dubbio che l'ego trovi una "salvezza" e "sopravvivenza" in coloro che cercano invece (anche in buona fede ammetto) di annullarlo... 

ciao :)

https://www.youtube.com/watch?v=AASvZI2LAlk&t=2s
https://www.youtube.com/watch?v=KGnieshKIg4&t=2s
https://www.youtube.com/watch?v=ierljzjY8e4&t=3s
https://www.youtube.com/watch?v=VhEi_Sc8Pl8&t=2s
#141
Citazione di: Angelo Cannata il 22 Febbraio 2018, 16:45:38 PM
bluemax, definisci questo ego "il grande nemico fonte di ogni male".
Poi fai degli esempi:

"potro' invitarli a cena e mostrare loro il mio "me" ed avere adulazioni"

Perché ricevere espressioni di piacere dovrebbe essere considerato un male? Per esempio Gesù amava farsi invitare a cena, qualche volta si autoinvitò da sé, amava il buon bere e il buon mangiare: perché demonizzare queste cose?

"Il bicchiere essendo "IO" guai a chi me lo tocca o peggio ruba"
Perché demonizzare l'istinto di autoprotezione che la natura ci ha dato? È un male demoniaco, una deformazione mentale, aver paura dei ladri, tenere alle proprie cose?


"Il bicchiere mi rende sicuro ed in quanto "mio" significa che "io" esisto"
Certo, sono meccanismi di autosicurezza che tutti abbiamo, perché demonizzarli?

"Se il bicchiere invece porta male all' EGO (un amico mi dice che brutto bicchiere) allora ecco che nasce il problema opposto, devo giustificare la grandezza del mio EGO, ossia mentire"
Ci sono modi e modi di difendere e giustificare il proprio ego. Non è sempre necessario mentire, anche se a volte le situazioni lo richiedono. La difesa del proprio io può anche divenire occasione di amicizie, scoperte, aperture. La via per una buona esistenza non può essere quella di rifiutare la natura di cui siamo fatti; si tratta piuttosto di lavorare per gestire queste cose in modi sempre migliori, sempre più arricchenti, aprenti.

Sono in parte d'accordo con il discorso sull'ipocrisia di InVerno: tutti siamo ipocriti, non se ne esce, perché tutti interpretiamo e non esistono interpretazioni fedeli, ogni interpretazione è sempre una distorsione. Ma non penso che la soluzione sia da cercare in luoghi in cui non esista interpretazione: anche nel silenzio assoluto non c'è assenza di significati: ci siamo pur sempre noi che stiamo continuando ad interpretare: il nostro essere è tutto un interpretare, anche quando non traduciamo in parole o neppure in pensieri. La soluzione per me è piuttosto, visto che non se ne esce, nel lavorare sulla gestione delle ipocrisie, delle falsità. Questo è ciò che c'insegnano gli artisti: l'artista sa che non può dipingere un albero senza deformarlo: perfino una foto è già una distorsione; allora l'artista cosa fa? Assume le proprie distorsioni, se ne fa carico, ci lavora e le trasforma in distorsioni artistiche. Insomma, non ha senso voler fuggire dalla gabbia, perché non è che siamo dentro una gabbia: il fatto è che proprio noi stessi siamo gabbia. Una gabbia non può fuggire dal suo essere gabbia; però può fare un'altra cosa: può tentare di essere una gabbia artistica e allora si aprono universi di meraviglie, come l'arte di ogni tempo ha sempre dimostrato.
La risposta è semplice: Perchè l'ego vede, (sente, tocca, gusta ecc... ecc...) una realtà illusoria. Attacca ad ogni oggetto esperito qualità che non esistono in realtà (ultima) e questo è origine di ogni sofferenza.
Il bicchiere (come ogni altro oggetto esperito, anche il suono delle parole) non è BELLO, BUONO, UTILE, MIO ecc... ecc... quelle sono illusioni attaccate ad esso che l'oggetto non ha.
L'ignoranza (creata dall'ego) genera Attaccamento (per l'illusione) e l'attaccamento genera Odio (per tutto cio' che non è IO)
detto in poche parole...

ciao :)

PS. Ricevere espressioni di piacere, come tu dici, non è male. Assolutamente. Nulla è male e nulla è bene... è la Brama di ricevere il piacere in COSE che non hanno la caratteristica (qualità) di dare piacere che genera sofferenza. Non esiste alcun oggetto, alcuna persona, alcun atomo in grado di "GENERARE" piacere. Altrimenti potremmo dare questo fantomatico oggetto ad ogni persona per dare lui piacere. Invece non esiste. :)  e continuaiamo a cercare il piacere in COSE o SITUAZIONI che non hanno la caratteristica di "dare" piacere ma semplicemente ILLUDERCI di aver piacere da esse... 

(naturalmente detto in pochissimissime parole visto che l'argomento sarebbe vastissimo e si dovrebbe analizzare in toto come esperisce la mente e soprattutto cosa è la mente visto che molti associano la mente al "pensiero" ) 

Riciao :D :D :D
#142
Citazione di: Angelo Cannata il 22 Febbraio 2018, 13:34:08 PM
Mi chiedo: cosa c'è di male nell'ego, a tal punto da orientarsi verso il suo annullamento

ciao e grazie per la risposta.

L'ego a cui mi riferisco è quella "sensazione" di sè che sorge piu' o meno ad un anno di vita e muore con la morte.
Il bambino, prima della nascita dell' EGO è sereno e felice in ogni momento. Esperisce la realtà per come è.

Inizialmente anche io ero scettico riguardo a questo EGO e non avevo ben compreso di cosa si trattasse. Lo relegavo ad un semplice vocabolo, una sorta di SENTITO DIRE;
Lo risolvevo pensando a concetti quali egoismo, altruismo, fare del bene, fare del male ecc... ecc... peccato che poi ho scoperto che trattasi di cosa estremamente piu' subdola e profonda; quasi tangibile ed estremamente orribile.
Quando l'ho scoperto la prima volta ero in meditazione. Difficile da descrivere ma ho avuto una sensazione orribile, simile al panico. Mi pareva di cadere per qualche frazione di secondo da un grattacielo. ho vissuto un momento di PANICO PURO. Giuro !

Prima di allora non avevo mai pensato che esistesse un EGO distinto dal mio "ME" ultimo, ma grazie a meditazioni ed esperienze prima logiche poi inferenziali ho capito chi è il grande nemico fonte di ogni male ossia questo fantomatico EGO che non è altro che la proiezione di un ME stesso illusorio sul mondo circostante.

L'Ego a cui mi riferisco è quella sensazione che di fronte ad un semplice pezzo di vetro (semplice frutto di cause e condizioni che determinano una forma) che prima di un anno noi esperiamo in modo gioioso, pacifico, sublime con i sensi; con il nascere dell'EGO il pezzo di vetro diventa:

IL bicchiere, che serve per bere, bello e cristallino, elegante, che mi farebbe sentire meglio fosse mio (ossia l'ego deve identificarsi con l'oggetto, quindi EGO deve divenire e possedere TUTTO quel che circonda); se fosse mio potrei mostrarlo in giro e far vedere quanto sono bravo ad avere questo bicchiere, e questo bicchiere diviene la fonte della mia gioia, perchè approvazione di "me" è gioia. Avro' nuovi amici grazie a quel bicchiere e potro' invitarli a cena e mostrare loro il mio "me" ed avere adulazioni. Il bicchiere essendo "IO" guai a chi me lo tocca o peggio ruba. Cio' non è permesso; nessuno deve toccare il "mio" bicchiere.
Il bicchiere mi rende sicuro ed in quanto "mio" significa che "io" esisto.
Lui è il bicchiere, IO sono IO.
Se il bicchiere invece porta male all' EGO (un amico mi dice che brutto bicchiere) allora ecco che nasce il problema opposto, devo giustificare la grandezza del mio EGO, ossia mentire, dire che ho dovuto accettarlo per forza, e caricare quel fenomeno (bicchiere) di una quantità di caratteristiche che NON HA (del tipo è brutto, sgradevole, osceno, ecc... ecc..)
e quindi sofferenza...

in realtà (la scienza conferma) ogni cosa nell'universo è in relazione con altro. Ogni singolo atomo dipende da tutti gli atomi dell'universo. Io esisto grazie ANCHE a quel bicchiere. Quel FENOMENO (a cui diamo il nome convenzionale di "bicchiere") e semplicemente un RISULTATO (temporaneo) di cause e condizioni (che si trasformerà in altro) come OGNI altra cosa nell'universo che è causa e condizione di altro.
Noi stessi siamo cause e condizioni, la nostra carne (basti solo il pensare a cosa mangiamo e beviamo), la nostra mente (i pensieri) ecc... ecc... ma l' EGO questo lo nasconde non vuole farlo notare vuole sentirsi A SE STANTE, UNICO, INDIPENDENTE.

tutto questo avviene in una frazione di secondo, ed avviene per ogni oggetto esperito dai sensi. Questa è la fonte di ogni male in quanto un inganno.

Il sè non esiste come viene percepito; e viene percepito come un qualcosa di STATICO, UNICO, DIFFERENTE da cio' che lo circonda, ed inquina ogni cosa che vede, sente, tocca... esperisce.

Questo l' EGO a cui mi riferisco.

ciao :)
#143
Secondo me esiste un problema.
Un grosso e forse inevitabile problema per colui che cerca la "pace" cercando di rimuovere l'origine di ogni male ossia la concezione errata del proprio EGO. Anzi a dire il vero, il cercare di perfezionarsi puo' portare proprio nella direzione opposta ossia generare un forte EGO SPIRITUALE:

i sintomi, secondo me, sono da ricercare nel fatto che tendiamo ad etichettarci come PERSONE SPIRITUALI: iniziamo a percepire noi stessi (e quel NOI la riassume già tutta) come "persone spirituali" e, di conseguenza, piu' "elevate", rispetto alla massa di "dormienti" che ci circonda. Questo secondo me il primo passo per ammalarci di "EGO SPIRITUALE".
tendiamo a tracciare un confine tra un "noi" e un "loro" creando la dualità illusoria, iniziamo a circondarci di persone che reputiamo (percepiamo) evolute come "noi", snobbiamo tutte le persone che dal nostro punto di vista illuminato, viaggiano a frequenze verso cui non abbiamo intenzione di "abbassarci".

L'ego, purtroppo immaturo, chiede a gran voce l'illuminazione.
L'ego per sopravvivere tende a ragionare in questo modo:
"NON SONO NESSUNO NELLA VITA NORMALE. MA SARO' QUALCUNO IN QUELLA SPIRITUALE".

La rinuncia al denaro, al sesso (non io) e al successo è una gratificazione ultima dell'ego.
L'incapacità di affermarsi come vincente nella vita materiale, mascherata da rinuncia alla vita materialie stessa.

Dipendesse da me metterei la regola che solo chi ha raggiunto la piena gratificazione nel mondo della materia puo' dedicarsi, poi, alla ricerca spirituale.
Solo un ego maturo e sano, che è stato capace di raggiungere obbiettivi concreti in campo lavorativo, artistico, sportivo piuttosto che politico o economico... insomma, solo un ego realizzato, contento di sé è davvero pronto per MORIRE.
Gli altri stanno fingendo... recitano una parte... proprio per non morire mai. Si tratta secondo me di "ego spirituale".

La patologica insoddisfazione di un ego immaturo lo indirizza verso una spasmodica ricerca in campo spirituale. Se l' EGO non è ancora maturo, autodeterminato, soddisfatto di sé, non potrà mai "rinunciare a sé"; inizierà quindi a cercare nelle "esperienze spirituali" quel completamento di sé che gli è mancato negli altri campi della vita.

Un ego abortito darà come risultato una ricerca spirituale deviata, ansiosa, competitiva, intrisa di esperienze mistiche allucinatorie. Questo è cio' che vedo accadere continuamente.
Solo a partire da un ego psicologicamente adulto (anche se falso) si puo' verificare una morte iniziatica e ottenere una comprensione diretta della "VERITA' ULTIMA".
Questo è il motivo per cui ad uno succede di riuscire ad eliminare l'ego (illuminazione) e a miliardi di persone per miliardi di anni no.
Se no, questa comprensione accadrebbe in tutte le persone del mondo che sono spirituali in questo stesso istante. Invece non accade.

"Tu" (notare le virgolette) hai capito perfettamente (ma non compreso) che il tuo "me" separato non esiste e non è mai esistito e per sopravvivere si crea Dei, problemi e tende a combattere con altri ego, ma non accade nulla!!!
ti senti sempre e comunque come qualcuno esistente dentro un corpo specifico.
Lo stesso concetto illusorio continua ora dopo ora, giorno dopo giorno, (il MIO braccio, la MIA voce, i MIEI pensieri, la MIA anima... ma... MIA DI CHI ? Ecco l'illusione)

Ovviamente, tutti noi, appasionati di spiritualità, siamo convinti di essere pronti per al "grande salto".
Oramai le gratificazioni dell' ego le abbiamo lasciate alle spalle. Non siamo piu' come gli altri comuni mortali che ancora compiono sforzi per "ricordarsi di sè" preoccupandosi di mettere i soldi da parte per l'auto nuova.
invece non è vero. Siamo come vergini che ciarlano di tantra!

dimostrare che non siamo ancora pronti a balzare nell'abisso è facile.
Non siamo printi... semplicemente perchè ancora ci sforziamo di proteggere ed alimentare questo EGO.
In realtà abbiamo ancora necessità di sentirci un INDIVIDUO, un "ME" dentro un corpo.
E il fatto che stiamo percorrendo un cammino verso qualcosa che invece si trova QUI e ADESSO, indica semplicemente che abbiamo ancora bisogno di muoverci attraverso l' ego.
Il fatto stesso che decidiamo di non fare piu' nulla, è ancora sempre un bisogno dell' EGO. Le nostre azioni ci tradiscono. Non c'è via d'uscita!

L' Ego ha spostato le sue aspettative dal mondo della finanza a quello dello spirito, cosi' da poter finalmente sperimentare la SUA beatitudine. Ma la beatitudine come traguardo di vita non ha piu' dignità di una carica politica, o una clericale poichè sono entrambi traguardi disposti lungo il tempo. Sono entrambe esperienze esperite da "QUALCUNO" dentro un corpo.

Finchè non siamo pronti per accettare la fine del senso di identità separata, cerchiamo l'illuminazione in maniera che secondo me ci impediscono di raggiungerla.
Desideriamo l'unità ma allo stesso tempo ci opponiamo ad essa ogni singolo istante della vostra vita.

Questo l'ho capito in un attimo grazie ad una ragazza durante un insegnamento... le ho fatto una domanda dicendo semplicemente "NON HO CAPITO"... lei semplicemente mi ha detto: "CHI" non ha capito ? Da dove nasce questo "pensiero" ? Ho capito che il pensiero è SORTO spontaneamente e poi mi ha fatto credere che ci sia un IO che ha deciso di creare quel pensiero... e da li una bellissima discussione con la ragazza (per altro molto carina :) )
#144
Citazione di: Socrate78 il 12 Febbraio 2018, 18:53:31 PM
Ad esempio di fronte ad atei che affermano che Dio, poiché esiste tanto male nel mondo, non può esistere, rispondono che la nostra ragione non può comprendere tutto e quindi anche realtà terribili possono avere una ragion d'essere che non comprendiamo. 
io invece mi chiedevo come mai un Dio "onnipotente" dovesse sottostare comunque alle leggi del Karma :D 

Visto che se tale DIO è pensante... ogni suo pensiero comunque sia, deve per forza di cose nascere da quello precedente e essere causa di quello successivo e cosi' via... :D

ciao... 
(argomento interessante :) )
#145
Tematiche Spirituali / Re:Dubbio << mentale >>
09 Febbraio 2018, 13:03:27 PM
Citazione di: green demetr il 08 Febbraio 2018, 19:55:02 PM
Credo ci siano diversi errori, il karma mentale non è la mente.
Il karma è il contenuto della mente, mentre la mente è solo ciò che ospita.

Ciao. Grazie per il tuo intervento :)
Per quanto ne so (E probabilmente Sariputra ne sa piu' di me quindi spero di non commettere troppi Orrori :D ) Il karma (mentale inteso come effetto che ogni pensiero genera in quello successovo e cosi' via all'infinito) si riferisce agli impulsi mentali che ci portano ad agire, parlare, pensare in modo spesso compulsivo.
Mettendo in atto questi "impulsi", semplicemente rinforziamo le nostre (rabbia, rancore, gioia, invidia, ecc... ecc...) abitudini.
Come risultato, proviamo che il nostro "umore" ha alti e bassi e ripetiamo incontrollabilmente i nostri schemi comportamentali.
Tuttavia questi "risultati karmici" non sono predeterminati, non sono fissi: possiamo (sforzandoci prima e naturalmnete dopo) influenzare ciò che sperimentiamo.
Possiamo renderli più "leggeri" o addirittura eliminarli dal momento che la loro intensità dipende da molti fattori, i quali rientrano nella nostra sfera di influenza e mai dal mondo esterno.




Citazione di: green demetr il 08 Febbraio 2018, 19:55:02 PM
Non ho idea di cosa sia questa vacuità, me ne sto facendo una idea.
Ma non capisco come possa la vacuità essere inter-dipendente. (dipendente da ogni cosa)
I casi sono 2, o vi è un errore di battitura e semplicemente la vacuità non è dipendente, quindi è indipendente da ogni cosa.
Oppure caso più complesso, bisogna decifrare come possa qualcosa che è vacante, che è in vacanza, essere dipendente con ogni cosa.
Si presume infatti che ogni cosa sia presente a noi, nel qui e ora. Come possiamo unire 2 concetti così antitetici?

Come sopra, sperando di non sbagliare troppo, provo a darti una spiegazione. (almeno per come l'ho compresa io).
Ogni fenomeno possiede due distinti modi di essere: Quello ultimo e quello convenzionale "apparente".
La Vacuità, per un praticante buddista, è il suo modo ultimo, definitivo di esistere, è il modo in cui i fenomeni esistono realmente.
Tutto cio' che esiste, ogni fenomeno, ha una qualità ESSENZIALE: quella di essere un evento che sorge ed esiste in modo dipendente da qualcos'altro, cioè di essere il PRODOTTO dell'interdipendenza.
Del resto questo discorso è perfettamente assimiliabile ed inopinabile da chiunque abbia fatto un minimo di studi scientifici.
Il problema, a mio avviso è che il cervello (non la mente) funziona in modo particolare. Necessita di "mappe mentali" che si costruisce durante la crescita dell'individuo.
Il classico esempio (ma si potrebbe andare molto piu' a fondo) che ci hanno fatto durante gli insegnamenti sulla mente e' la prova della "M".
Prima di andare a scuola e farti COMPRENDERE che le 4 stanghette messe in quella posizione costituiscono la "M" tu percepivi tramite la coscienza visiva semplicemente le 4 stanghette. Da quando hai costruito la "convenzione" di "M" per te è IMPOSSIBILE vedere i 4 segmenti, ma vedi "IMMEDIATAMENTE" la "M" (ma stiamo divagando, ammetto, e scusami :) )



Citazione di: green demetr il 08 Febbraio 2018, 19:55:02 PM
Il buddismo chiude subito quel problema, perchè il mondo con le sue leggi è prevaricazione.
Ovviamente lo chiude solo per arrivare alla sua etica mistificatoria, che invece che affrontare il problema, lo fugge.

Per cui entrambe le religioni giungono ad una visione demistificante dell'uomo visto come malvagio. A cui si edifica il tempio (la sacralità)  della pace (presunta) delle proprie comunità sia esso di una chiesa o di un tempio (nel senso di edificio) che siano.

Sempre per quanto ho "compreso" il buddismo non GIUDICA qualcosa come "MALE" (questo lo lasciamo fare allo sperimentatore del fenomeno che giudica un qualcosa come BENE o MALE a seconda che abbia un tornaconto o meno). Il buddismo invece si limita a stabilire che è MATURATO un evento grazie a cause e condizioni. Non esiste il "MALE" ne il "BENE" ma sono semplici etichette date da una mente grossolana.
Il buddismo si è limitato a dire una cosa semplicissima (le 4 nobili verità) ossia che ESISTE (nelle menti non addestrate) DUKKA che si puo' generalmente traddure come "inquietezza" ossia la costante, continua, perpetua ricerca di benessere in cose che non possono risolvere il problema di fondo ossia la "felicità" o "tranquillità" se vogliamo.
Quindi semplicemente DUKKA esiste... non c'è nulla da fare per questo... è la nostra CONDIZIONE.
Praticamente è una analisi dello stato attuale di ognuno di noi... ossia hai la malattia. :)

L'uomo non è visto come "MALVAGIO" ne come "BUONO" (concetto di equanimità) per una "mente" realizzata, ma semplicemente come una persona "AFFLITTA" da veleni mentali.
Del resto chi compie azioni dettate dalla propria ERRATA VISIONE (uccidere, rubare, stuprare, ecc... ecc...) andrebbe AIUTATO non combattuto :)

Se per il buddismo esistesse "SATANA" questo andrebbe aiutato a "CAPIRE" non UCCISO perchè SATANA è in uno stato di ESTREMA SOFFERENZA.
(e qui ammetto si pone un problema :D )


ciao ;)
#146
Tematiche Spirituali / Re:Dubbio << mentale >>
02 Febbraio 2018, 14:06:06 PM
Citazione di: Apeiron il 02 Febbraio 2018, 11:28:38 AMPersonalmente ho proprio difficoltà ad accettare quanto stai dicendo come un qualcosa di positivo. Mi spiego: nel buddhismo dei "Nikaya" (le suttas) l'obbiettivo è la "Cessazione" dell'esistenza condizionata. Se però è vero quanto tu dici allora non riesco a capire la differenza tra questa posizione e quella "nichilistica", per la quale questa "Cessazione" era effettivamente una "semplice assenza" dei condizionamenti, un semplice non-essere, il Nulla in sostanza. Posta così è come se si esaltasse solo un aspetto del buddhismo, ovvero quello "negativo": liberarsi da x, da y, lasciar andare. Il Nirvana che è definito come "Rifugio" non sarebbe più una qualche forma di "realtà" ma semplicemente una sorta di "assenza di ciò che causa dolore". Non sarebbe più una "Pace" se non nel senso molto banale per cui il mero nulla è assenza di sofferenza. Ergo, non riesco a capire come una dottrina che viene posta in questo modo possa essere fonte di ispirazione (in fin dei conti corrisponde a questo: tutto ciò che è condizionato causa sofferenza e il meglio che si può avere è la semplice assenza dei condizionamenti...). Personalmente ritengo che la vacuità in realtà punti ad una sorta di "realtà ineffabile" che non possa essere descritta, perchè ogni descrizione finisce per "imporre" concetti sulla realtà. Motivo per cui non credo che la "pace" sia la semplice assenza di "sofferenza", ma sia qualcosa che effettivamente assomiglia alla "pace" che può essere sperimentata anche da noi "non risvegliati". Posta così la vacuità sembra una sorta di "corsa" alla non-esistenza (l'idea che ciò non è annientamento in virtù del fatto che "l'Io "fisso" non esiste" la considero un semplice sofismo).

Per la vacuità userei semmai la seguente immagine: la nostra mente è come un cielo pieno di nuvole che spesso causano tempeste. La pratica buddhista cerca di fare in modo che queste tempeste non si formino. Il risultato, chiaramente, è un graduale aumento delle zone di cielo sereno, un aumento della luminosità del cielo e così via. Ma se pensiamo che l'esistenza consiste nelle sole nuvole secondo me questo corrisponde ad una sorta di nichilismo  ;) personalmente trovo anche molto utili le immagini della "purificazione dell'oro" ecc. A differenza di dire che la mente è "vuota di esistenza in ogni possibile maniera" queste immagini - per quanto poetiche e imperfette - ti danno l'idea che non esista solo la negatività, ma che dietro al negativo si "nasconda" una qualche forma di "positività" !

suddivido la mia risposta in 3 punti... penso sia meglio scusami :) 

1) Mi pare normale; la sola comprensione intellettuale della vacuità è vicinissima al primo buhmi, quindi è ovvio che non la comprendiamo. Io per primo. Viene detto che Tsong.Kha.Pa, quando era già un grandissimo e famoso maestro non capiva un sacco di cose sulla vacuità e dovette recitare non so quale enorme numero di mantra e fare un sacco di pratiche per proseguire. Noi stiamo appena prendendo contatto con queste idee, quindi dobbiamo rimuginarle di continuo. Se tutto questo non è un'enorme mistificazione raccoglieremo i risultati non immediatamente.

2) Siamo sicuri che un nichilista possa affermare che la cessazione è assenza dei condizionamenti in quanto sostegno della sua posizione? Il nichilista (importante: quello che sta dibattendo con un madhyamaka perché di nichilismi ce ne sono tanti, al di fuori del Buddhismo e abbiamo anche quello casalingo) caso mai nega qualche forma di realtà dei fenomeni. Se il madhyamaka gli dicesse "tu affermi che la cessazione è l'assenza dei condizionamenti", dovrebbe rispondere "non posso negare questo, convengo che la cessazione è l'assenza dei condizionamenti; non solo, ma sarebbe esattamente come negare che quando il fuoco ha smesso di ardere non c'è più fumo. Le due situazioni sono identiche. Non posso negare quello che appare ai miei sensi. Però tutto questo presuppone che la cessazione, i condizionamenti, il fuoco e il fumo abbiano qualche forma di realtà oggettiva. E' questo che in qualche modo [inserire qui a piacere il tipo di negazione a seconda del tipo di nichilista] io nego. Nego qualcosa che è più profondo e meno immediatamente visibile nei fenomeni". In altre parole: il nichilista si interessa a "quanto è realmente reale" un qualcosa, ma per parlare di questo qualcosa deve avere un'esperienza condivisa del mondo tra lui e il resto degli esseri umani. Anche il nichilista vede il fuoco e il fumo altrimenti non avrebbe materiale per riflettere e ritenere che in qualche modo non esistono. Anche il nichilista buddhista sa benissimo, se non altro perché l'ha insegnato il Buddha, che in assenza dei condizionamenti subentra la cessazione. Però dice che in qualche modo tutte queste cose non sono "reali". E' qui il cuore del dibattito coi Madhyamika, ovvero "cosa rimane" quando il fenomeno si è esaminato a fondo. Il nichilista dirà che non resta niente (della sua natura profonda, ricordiamo che conviene sull'apparenza del fuoco e del fumo), il Madhyamaka dirà che invece qualcosa resta, ed è la sua vacuità. E cosa è la vacuità? E' l'assenza di un certo modo di essere del fenomeno, il quale fenomeno esiste convenzionalmente. BTW, è la confusione che facciamo tra non realtà del fenomeno e assenza di un suo particolare modo di essere, a farci confondere e farci scivolare verso il dubbio nichilista.

3) Certo che è (anche così), i testi del Theravada dicono a ogni pie' sospinto che il Nirvana è (anche) l'assenza di ciò che è causa di sofferenza. Ma se guardiamo bene, ci sono una quantità di passi in cui si dice che questo stato è in un certo senso pace e libertà. Quindi non è proprio quello che assoceremmo mentalmente a un paziente in coma vegetativo. La mente c'è ancora nel Nirvana, solo che è al di là di ogni possibile descrizione. Poi tu mi pare che segui il Mahayana e allora sai tutta la tiritera delle dieci Bhumi e del fatto che il Nirvana del Theravada è considerato una specie di "ramo secco". Se si ha la bodhicitta si prosegue nella via fino all'illuminazione. Se non si ha, come i realizzatori solitari e compagnia, la mente resta per molti eoni come isolata. Ma siccome si è fuori dal samsara non si prende rinascita. Si dice che questi eoni servono per consumare il karma che impedisce di percepire la chiamata dei buddha e dei bodhisattva. Appena ci si "sveglia", si segue la via Mahayana. Anche per questo i maestri raccomandano di non abbandonarlo. Perché aspettare tanto a poter essere d'aiuto agli altri esseri? Insomma, bisogna vedere un po' tutte le sfaccettature...
#147
Tematiche Spirituali / Dubbio << mentale >>
02 Febbraio 2018, 09:51:31 AM
Ieri a lezione di buddismo abbiamo "ricordato" cosa è la mente. (In altre parole cosa stiamo cercando di domare e "ripulire" ogni settimana).
Per quanto capito la mente, nel Buddhismo, si riferisce all'esperienza, vale a dire il mero sorgere e il coinvolgimento cognitivo con i contenuti dell'esperienza. 
La continuità dell'esperienza è conosciuta come il flusso mentale, o 'continuum mentale'. E' sempre individuale, con ogni momento dell'esperienza che segue precedenti momenti di esperienza. 
Secondo le leggi karmiche della causa ed effetto comportamentale, ogni pensiero nasce (si manifesta) grazie a quello precedente e siccome la mente è immateriale, l'effetto karmiko agisce anche dopo che la forza dei legami karmici che ha "prodotto" il nostro corpo (materia) non ce la faccia piu' a sostenere tale forma. E proprio per tale legge universale, visto che un "pensiero" deve avere una CAUSA che lo genera, ecco che il continuum mentale doveva per forza di cose ESISTERE anche prima che cause ed effetti materiali avessero prodotto il corpo attuale.

A quanto capito, c'è un ordine nell'universo, e la "mia" esperienza non è mai la "tua". Le due esperienze non possono interagire in alcun modo.
Se io sperimento di mangiare, io e non tu farò esperienza della sensazione fisica di essere pieno. Il Buddhismo, a quanto capito, non assume l'esistenza di una mente universale o collettiva.

L'evento incessante, momento dopo momento, del sorgere e coinvolgere che costituisce l'esperienza, dunque, riguarda il sorgere di una visione e il mero vederla, il sorgere di un suono e il mero udirlo, il sorgere di un pensiero e il mero pensarlo, il sorgere di un'emozione e il mero provarla, e così via.
Questa è la natura CONVENZIONALE della mente: essa causa le cose e le comprende. La sua natura più profonda è la vacuità, vale a dire che essa è vuota di esistenza in ogni possibile maniera, vuota sia dall'essere un'entità fisica di per sé fino a coinvolgere un solido, concreto soggetto, contenuto o
esperienza.
Tale mente, dunque, con questi due livelli di natura ultima, o "due livelli di verità" è l'argomento, il soggetto, della meditazione.

Da qui il dubbio... 

Se ogni "MENTE" è differente dall'altra e come detto (almeno ho compreso cosi') il karma mentale (cause ed effetti immateriali ossia esperienza dopo esperienza) non puo' in alcun modo interferire con altro karma mentale, il concetto di vacuità (interdipendenza di ogni cosa) non vale per la MENTE. E' questa un qualcosa di INDIPENDENTE ?
#148
Tematiche Spirituali / Re:Buddismo oggi...
30 Gennaio 2018, 16:27:32 PM
Citazione di: Sariputra il 30 Gennaio 2018, 16:05:09 PM
 ( ma cercati una brava figliola buddhista, no?...)
provato... sono asessuate... :D 

(scherzo... ovviamente :) ciao... )
#149
Tematiche Spirituali / Re:Buddismo oggi...
30 Gennaio 2018, 16:25:55 PM
Citazione di: InVerno il 30 Gennaio 2018, 16:04:36 PM
Al massimo chiediti se non sei tu ad ostentare certi atteggiamenti per aderire ad un archetipo buddhista, quella si che sarebbe una fregatura che ti deluderebbe più avanti. Assodato ciò, sei chi sei e non ragionar di loro ma guarda e passa. Una partner si trova, la troverai, certo che se vai a cena con islamici praticanti un po te le cerchi da solo :)

interessante questa cosa... devo rifletterci...

PS. Sia ben inteso che non sto cercando nessuna... le cose accadono. Il problema è che accadono spesso e finiscono molto in fretta... forse troppo... 
(ciao e grazie :) )
#150
Tematiche Spirituali / Buddismo oggi...
30 Gennaio 2018, 15:22:34 PM
Non so dove postarlo ma forse fa parte della spiritualità "in genere"...


Ammetto che la vita "sociale" e sentimentale per un PRATICANTE buddista è a volte molto difficile.
Per quanto mi riguarda non sono particolarmente attratto da oggettistica, ho imparato a vedere l'oggetto come un qualcosa privo di ogni qualità che gli viene attribuita (bello, brutto, figo, ecc... ecc...) non mi va di fare carriera in quanto non vedo come una "carriera" possa essere sinonimo di "successo nella vita".
Sono alla continua ricerca di perfezionarmi (e ancora sono in altissimo mare... ) e sinceramente parlando non riesco ormai piu' ad alterarmi per qualcosa, visto che spesso (sempre) lo trovo futile e banale e dannoso per la mia mente.

Nelle discussioni, quando vedo che uno/a persona VUOLE aver ragione, tendo a dargliela in quanto per me la discussione è finita in quel precioso istante. Non amo i bei vestiti ma preferisco quelli "comodi" e nel possibile cerco di evitare di fare del male a qualcuno o se posso, cerco di rendermi utile.
Apprezzo enormemente ogni forma di vita. Vedo ogni animale come una mente che si stà evolvendo di vita in vita... 

Ma tutto questo ha un enorme prezzo nella vita sociale.
Ormai le relazioni che ho avuto ho ed avro' non si contano piu', passo di relazione in relazione come una pallina di un flipper che passa da lato in lato per poi finire in buca e le motivazioni sono sempre ormai le solite.

La determinazione di non alterarmi (quindi prendersi cura della mia mente) è vista sempre come MENEFREGHISMO, il non avere come obbiettivo quello di aumentare i propri averi viene visto come una persona RINUCIATARIA che non tiene alle cose importanti della vita (inutile spiegare che per me le cose importanti sono altre).
l'impossibilità di modificare i miei punti di vista sono visti spesso come TESTARDAGGINE (soprattutto da parenti cattolici. Inutile far osservare loro che mentre la mia è una scelta ponderata e ricercata il loro è stato un imprinting generazionale accettato. Ho smesso di dirlo perchè si alterano :D ) , il vivere una vita nel cercare risposte e migliorarsi interiormente viene vista spesso come una perdita di tempo, l'essere gentili ed educati viene vista come DEBOLEZZA... l'apprezzare TUTTE le cose della vita (belle e brutte) in quanto manifestazioni karmiche viene vista come pazzia (le cose brutte vanno evitate non analizzate).

insomma... ammetto che le relazioni con l'altro sesso, almeno in questa società, non dico siano difficili da instaurare (in quanto, come dicevo, si passa da una relazione all'altra in modo costante e continuativo) ma sicuramente non sono durature.

Pare che il modo di essere non possa assolutamente essere accettato dall'altro sesso.

Devi costantemente dimostrare di ESSERE qualcuno, dimostrare di AVERE qualcosa, sopravvaricare altri del tuo stesso sesso per DIMOSTRARE DI ESSERE QUALCUNO e quando questo non avviene... (perchè non mi interessa) ecco che la donna comincia a guardarti in modo differente... come un debole, un fallito. (Valle a spiegare che ci vuole molta piu' forza nel rimanere calmi che reagire come un animale)

beh... insomma... ammetto che per un buddista praticante la vita di coppia sia molto difficile oggi...

Da pochi giorni frequento una ragazza (donna visto che ha 42 anni) marocchina...
ci siamo conosciuti... abbiamo passato delle belle serate... sino a quando la fatidica domanda... "ma tu di che religione sei ?" °_°
(ho immediatamente pensato... e che centra sta cosa ora ? )
io... "Beh... sto cercando di essere buddista... "
Lei... "Hai mai letto qualcosa del corano ? Il corano è verità ! "

beh... per me quella frase è stata la fine di una nuova relazione cominciata da poche settimane... so già dove andremmo a finire...

insomma... mondo difficile :D


concludo... dicendo che anche la mia visione della SESSUALITA' è vista come un qualcosa di ALIENO. (e forse lo è).
Per me è molto piacevole, ammetto, la sessualità, ma non la trovo molto differente da un qualsiasi altro gioco. Non è un fine ne un obbiettivo. Non ne sono schiavo e per quanto mi riguarda non ci sono regole scritte di comportamento ne regole sul numero di partecipanti. Tendo ad adeguarmi al gioco che l'altra persona desidera.
Spesso, vista la mia mancanza di gelosia, (sono responsabile dei miei pensieri e delle mie azioni non delle tue) vengo visto come MENEFREGHISTA ed incapace di provare AMORE perchè amare significa PROTEGGERE E POSSEDERE (cose che per me sono aliene ammetto... )