Citazione di: Sariputra il 17 Gennaio 2020, 00:34:58 AMcit.:"So che probabilmente questa mia "pretesa" mi condannerà al restare single a vita (condizione che attualmente vivo in modo molto sereno, ma che mi crea alcune angosce se proiettata nel futuro), ma va bene così, preferisco restare solo, piuttosto che stare insieme a una donna "conquistata" al prezzo di mostrarmi diverso da come sono, finendo con lo snaturare me stesso e ingannare lei con una maschera che col tempo la deluderà, quando si rivelerà come tale" Concordo con gran parte delle osservazioni di @davintro. Solo una cosa mi sembra importante considerare: è vero che c'è questa possibilità di non capirsi veramente, di mostrare un volto diverso da quello che portiamo di solito, generando spessissimo delle incomprensioni che poi sfociano in litigi o rotture di rapporti, ma è altresì vero che, quando si è perdutamente innamorati, "tiriamo fuori" il meglio di noi stessi. L'innamoramento ha questo potere di spingerti a dare il meglio di te, a mettere in evidenza le tue doti migliori, gli aspetti più positivi del tuo carattere e del tuo abito mentale. Purtroppo questo "sforzo", che si attua per mostrarsi all'amata/o nel migliore dei modi, è molto faticoso mentalmente e difficile da compiere, se non per brevi periodi, dopo i quali gli altri aspetti presenti nella nostra personalità, 'spingono' per riprendere il loro spazio deleterio nella nostra vita. Parliamo soprattutto della rabbia generata dalla paura e dall'attaccamento, ma anche della pigrizia e del fatto di possedere una mente sostanzialmente egocentrata, che limita la visione dell' 'altro' ai nostri desideri e bisogni e non alla sua bellezza, al suo sforzo di vivere con noi e con la sopportazione delle nostre miserie (reciprocamente, naturalmente..). Facendo un esempio un pò banale: come mettiamo il nostro abito migliore per presenziare ad un evento o cerimonia importante, non presentandoci certo con gli abiti con i quali andiamo nell'orto, così nell'innamoramento vestiamo il nostro lato migliore (non sempre naturalmente, ché l'ombra ci segue immancabilmente..) per renderci amabili. E questo è molto bello , quasi poetico...Proprio per questa bellezza ci struggiamo e non sappiamo darci ragione di come poi siamo scaduti, di come ci siamo 'persi' e resi estranei, quando finiamo per azzuffarci per i soldi o per il tempo libero che pretendiamo usare a nostro piacimento... Ovviamente riuscire a trovare quel 'tesoro' con il quale sentirsi in perfetta sintonia, magari condividendo interessi e passioni, sarebbe l'ideale, ma anche qui la natura umana spesso gioca brutti tiri. Non è raro infatti che, a fronte di una perfetta intesa interiore, manchi totalmente quella esteriore, cioè la 'passione' sensuale e il reciproco desiderarsi. E questa è una fonte di grande sofferenza in una coppia che, agli occhi di amici e parenti, può sembrare invece 'perfetta'. In una coppia matura questo può non essere poi quel gran problema, in fin dei conti, ma in una coppia giovane l'attrazione fisica gioca un ruolo fondamentale. Ci sono altre dinamiche di rapporto, altri bisogni...In ambedue i casi però la sofferenza è in agguato, così come la possibilità , seppur a volte con molta tristezza e sensi di colpa, di cominciare a guardare altri volti, altri sorrisi... Il rischio della 'delusione' è inversamente proporzionale alle aspettative che nutriamo verso il nostro rapporto con l'altro/a. Più le nostre aspettative sono irrealistiche, più cocente sarà la delusione. Meno aspettative coviamo in seno e più la sorpresa di ogni giorno passato insieme farà crescere il nostro amore reciproco e la bellezza di condividere un cammino (questo ovviamente deve valere per entrambi).
penso di concordare nel complesso. Solo una piccola precisazione, a scanso di equivoci. Sono consapevole che la piena affinità di interessi e di carattere tra due persone resti un ideale irrealizzabile, però penso che debba comunque restare il modello regolativo a partire da cui fare le proprie scelte, e pur ammettendo la necessità di uno "sforzo", di compromessi, penso che la guida dell'azione debba restare la ragione, che di volta in valuta, valuta quanto l'eventuale compromesso sia o meno un "male minore", rispetto al rischio di compromettere la relazione. Fintanto che si accettano sacrifici il cui costo è considerato inferiore al preservare la relazione che si vuole tutelare, concordo con la loro necessità, se al contrario si ritiene che il tradimento dei propri valori e dei nostri interessi arrivi a un livello troppo gravoso, non più giustificabile in relazione della preservazione della coppia, sarebbe giusto, per entrambi, prenderne atto con onestà, e accettarne le conseguenze fattuali. Sono convinto che la solitudine, pur con tutta la sua negatività, resti uno scenario preferibile a quella di una vita in comune dove il mantenimento dell'armonia comporti il sacrificio della nostra personalità, e l'essere amati per ciò che non si è realmente. In questo senso, penso andrebbero chiariti meglio i criteri in base a cui nel conquistare una donna (o un uomo, non ne farei una questione sessista) mostreremmo il nostro "lato migliore". Nella conquista direi che mostriamo il lato che si ritiene sia il più gradevole per la persona che miriamo a conquistare, che non è affatto detto sia oggettivamente il nostro migliore, piuttosto è solo quello più funzionale in relazione ad un determinato scopo. Altrimenti dovremmo pensare che lo spessore morale di qualcuno sia giudicabile in base alla quantità di persone che lo apprezzano, mentre in realtà tale criterio è solo parzialmente indicativo. In questo senso, non trovo perfettamente attinente l'esempio dell'abito che indossiamo nell'orto e quello che indossiamo a una cerimonia. Che si indossino abiti diverse in diverse circostanze non implica che uno sia considerato in assoluto più bello di un altro, ma solo che i due diversi abiti siano funzionali a due diversi scopi, da una parte l'immagine pubblica, dall'altro la comodità quando si sta lavorando.