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Messaggi - iano

#1351
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Il mondo dei sogni
16 Settembre 2024, 01:43:00 AM
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 15 Settembre 2024, 20:24:04 PMNell'ultimo anno, viceversa, mi ricordo i sogni, ciò che i vari personaggi dicono, ma per ora i loro corpi mi risultano sfuocati.
Per quanto detto nel post precedente dubito che riuscirai ad ottenere qualcosa in più dal sogno senza perdere qualcos'altro.
#1352
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Il mondo dei sogni
16 Settembre 2024, 01:33:32 AM
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 15 Settembre 2024, 20:24:04 PMStaremo a vedere.
Staremo a vedere?
In effetti sognando vediamo, magari in modo sfocato, ma vediamo più che provare altre sensazioni, perchè la vista è il nostro senso principale, per cui diciamo ''staremo a vedere'' più che ''staremo a sentire'' o ''staremo a gustare''.
Diciamo appunto che la vista è il nostro senso principale perchè di ciò abbiamo coscienza, ma in effetti sembra che il nostro vero senso principale sia l'udito, che però agisce in parte fuori dalla nostra coscienza, motivo per cui non diciamo ''staremo a sentire''.

Stufo di fare sogni sfocati mi sono concentrato riuscendo ad ottenere immagini vivide e una sensazione del tatto molto forte. La sensazione del gusto invece è rimasta molto labile per quanto mi sia concentrato.
Sono riuscito ad ottenere comunque sensazioni vivide quindi, ma a scapito della trama del sogno che si è interrotta.

I sogni mi sembrano una prova del nostro rapporto indiretto con la realtà, se essa ci appare anche quando ''oggettivamente manca''.

Ho sperimentato però anche fasi del sogno, come immagino anche voi, in cui non si sente e non si vede un bel nulla, e in cui è come se stessi cercando di far quadrare qualcosa, riuscendoci a volte e altre no, ma di cui non so dire sistematicamente nulla al risveglio, se non che erano sogni agitati. In pratica è come riuscire a trovare una soluzione a un problema difficile, svanendo la soluzione al risveglio.
Immagino però che in qualche modo la soluzione sia stata conservata nelle nuove sinapsi che si sono create, pronta a saltare fuori alla bisogna, come un atto istantaneo intuitivo apparentemente sorto dal nulla.
#1353
Citazione di: baylham il 12 Settembre 2024, 15:13:21 PMComunque, ripensando il mio precedente intervento, è proprio l'allegoria del surf che non è pertinente, adatta. Il surfista è una categoria completamente diversa da quella dell'onda.


Infatti è di una categoria  diversa, e l'analogia può calzare se l'umanità non è l'uomo, per quanto possa valere un analogia.
Al posto del surfista avrei dovuto metter la goccia d'acqua forse, ma le gocce d'acqua sono gli individui che costituiscono la massa, siamo io e te, non Marx.

Ma fuori dall'analogia non è veramente importante cosa dice Marx o Newton, ma il fatto che le loro teorie siano sufficientemente condivise, secondo me.
E' questa condivisione che fa la storia, e al di là del loro valore intrinseco o della oratoria affascinante dell'autore, le teorie non hanno effetto se non vengono recepite, e per essere recepite di vuole una massa che a quelle teorie sia nel frattempo divenuta ricettiva.
Che effetto avrebbe avuto Marx durante l'impero romano, e che effetto avrebbe Gesù oggi?
Detto in altre parole non credo alla favola del piffero magico, e comunque suonando la stessa musica di allora  il pifferaio avrebbe  lo stesso  successo oggi?

#1354
Citazione di: baylham il 12 Settembre 2024, 11:29:41 AMMarx, Le Goff, Baudrel
Quindi se questi personaggi non fossero esistiti la storia avrebbe preso un altro corso?
Sono convinto che se non fossero esistiti, oggi parleremmo in modo equivaente di Tizio, Caio, e Sempronio.
Non solo si tratta di un onda secondo me, ma sono diversi i surfisti a cavalcarla, però di questi si ricorda solo il vincitore, che per ''sfortuna'' della medaglia d'argento Caio, alla gara ha  partecipato.
E' storia poco conosciuta che alle grandi scoperte scientifiche arrivino più d'uno in contemporanea.
Le mele cadono insieme quando sono mature, ma un cadrà sempre appena prima delle altre.
Se Newton non fosse esistito oggi glorificheremmo Leibnitz, la cui notazione matematica si è preferita comunque a quella equivalente inventa da Newton, e se non fosse esistito Darwin oggi glorificheremmo Wallace, le cui notazioni descrittive coincidevano con quelle di Darwin.
A quanto pare anche la nostra memoria storica è soggetta a una necessaria selezione , non potendosi tutto ricordare, cosicché alcune cose sembreranno brillare di più per contrasto con ciò che viene oscurato.
#1355
Citazione di: Visechi il 12 Settembre 2024, 11:14:15 AMAl di là di alcune divagazioni poco attinenti, se non addirittura strampalate, mi pare fossimo giunti ad individuare alcuni elementi che, in concorso o in conflitto fra loro, partecipano fattivamente alla costruzione del processo storico:
Le masse, denominate così in modo spregiativo, meglio i popoli, le comunità umane. L'energia che la moltitudine umana è in grado di esprimere deve però sempre essere incanalata. A questo punto intervengono altri fattori che piegano gli eventi affinché prendano quella direzione anziché un'altra. L'individuo che riesce a coagulare intorno a sé la potenza espressa dalla moltitudine, se non addirittura a far esplodere questa energia. Per comodità l'abbiamo definito l'eroe. Ma né quest'ultimo né l'energia espressa dal popolo possono essere attivate se non intervenisse anche un fattore esogeno: la maturazione dei tempi... sempre per comodità: il climax. Come ultimo elemento abbiamo anche - finalmente - concesso cittadinanza al caso, all'imponderabile.
Il mix di tutti questi elementi determina gli eventi storici che rimarrebbero inauditi e quindi mai accaduti se non subentrasse, in ultima analisi, la narrazione. Ulisse non sarebbe mai esistito (posto che lo sia) se La tradizione omerica non ci avesse donato l'Odissea e l'Iliade. Gesù sarebbe un perfetto sconosciuto, quindi mai esistito, se non ci fossero le narrazioni gesuane.
Resta da dare un peso alle diverse cause, e se questa pesatura sia utile assumere come assioma, o se ogni caso merita una diversa pesatura.
Ma è vero che ciò che è inaudito non esiste, nel senso che non agendo è come se di fatto non fosse mai esistito?
Ciò equivale infatti ad assumere un uomo immutabile nella sua essenza, che non venga cioè modificato dai fatti, e che queste modifiche non si trasmettano per via genetica o culturale.
Certo essendo inaudite non potremmo addurle come cause, ma non perchè le ignoriamo esse non agiscono.
Quindi assumeremo la nostra ignoranza come concausa di quell'imprevedibilità, che convenzionalmente diciamo caso
#1356
Citazione di: baylham il 12 Settembre 2024, 11:02:08 AMLe due allegorie, il processo fisico e il surf, non mi appaiono pertinenti, applicabili ai processi storici, umani.
Gli individui umani sono distinguibili l'uno dall'altro non soltanto per la loro posizione o aspetto fisico.
Nelle storie ci sono attori, protagonisti, che a differenza dei surfisti, creano e indirizzano l'onda.
Credo che nelle storie ci siano necessariamente attori protagonisti  non potendosi prevedere nel loro copione una parte per ogni uomo.
Ci sono quindi realmente protagonisti solo se confondiamo la realtà con la sua rappresentazione, essendo una rappresentazione del passato il racconto storico.
#1357
Citazione di: baylham il 12 Settembre 2024, 10:11:53 AMl'innovazione, i cambiamenti sono individuali, casuali, la loro diffusione di gruppo, collettiva è selettiva.
La situazione non è complessa, ma semplice , come tu stesso l'hai esposta.
La natura risponde all'imprevedibile caso, cercando di disporre in modo preventivo di tutte le possibili soluzioni a qualunque caso si dovesse presentare, e maggiore è il numero di soluzioni, cioè maggiore è il numero di individui di una popolazione, maggiore è la probabilità che almeno uno di essi sia la soluzione al problema che si presenta di volta in volta.
La natura è come un generale incompetente, che disponendo però di un gran numero di soldati, anche mandandoli tutti allo sbaraglio senza una precisa strategia, riesce comunque a vincere la guerra.
Egli non ha bisogno di studiare il terreno di battaglia per decidere una strategia fidando sulla moltitudine dei suoi soldati.
Il generale più che essere incompetente non c'è proprio, stante l'impersonalità della natura.
Vero è che c'è stato un tempo in cui la natura era permeata di demoniache personificazioni,  i cui capricci potevano considerarsi causa di ogni accadimento,  il cui libero arbitrio aveva quindi ben altro effetto di quello degli uomini, e perciò gli uomini si riferivano al loro , considerando l'inconsistenza del proprio.
#1358
Citazione di: Ipazia il 12 Settembre 2024, 06:32:28 AMLe pecore della covidemia non possono citare il caso e neppure quelle che votano partiti guerrafondai e corrotti. Il caso antropologico serve solo ad evidenziare dove c'è o non c'è virtù.  Troppo comodo farsene scudo della propria ignavia e incapacità di governare virtuosamente la propria tavola individuale.
Infatti il caso non giustifica l'accaduto secondo me.
Prima però bisogna mettersi d'accordo di quale accaduto parliamo.
L' accaduto secondo me è che prima tutti si fidavano dei vaccini, e adesso non tutti si fidano.
Qual'è la causa che oggi agisce e che non agiva ieri, posto che non si possa additare il caso?




#1359
Citazione di: baylham il 11 Settembre 2024, 11:46:01 AMIntendo che la volontà, il cosiddetto libero arbitrio, è un processo con una componente casuale fondamentale. Il caso è sostanzialmente l'assenza di un progetto, per cui non condivido alcuna interpretazione volontaristica, idealistica, storicistica  deterministica della storia.

I pezzi di storia umana dipendono da gruppi di individui, ma l'individuo li rende imprevedibili.

Per quanto sopra la storia di un popolo non è scritta.



Il libero arbitrio è in effetti un buon esempio di caso, per cui possiamo assimilare gli individui alle molecole di gas dentro un contenitore, le quali per quanto si agitino , sono mediamente ferme. Se perciò rivelassimo invece una tendenza a muoversi in una direzione, guardando in quella direzione troveremmo che si è aperta una falla nel recipiente, dalla quale le molecole defluiscono per differenza di pressione.
la componente casuale non è fondamentale quindi, non producendo alcun movimento medio, in una situazione in cui tutto cambia perchè nulla mediamente cambi.
La falla apertasi assume invece rilevanza storica.
Non credo che il protagonismo di alcuni individui possa risultare decisivo alla storia, perchè sono semmai come surfisti che attendono l'onda da cavalcare. 
#1360
Riflessioni sull'Arte / Re: L’ARTE
11 Settembre 2024, 05:09:38 AM
In particolare credo che il processo del poetare muova da una occasionale perdita di automatismo nel fare corrispondere le parole alla realtà, cioè da un occasionale senso di perdita di significato per le parole, le quali svincolate in tal modo dal loro significato, si prestano a nuove inedite corrispondenze.
Questa occasionale perdita, una volta sperimentata, la si può poi provocare, traducendosi in ''tecnica'' del poetare, che consiste nel cercare di ripetere un emozione che occasionalmente si è prodotta., facendo del produrre emozioni il proprio mestiere.
Una specie di droga che può condizionare l'esistenza intera di un uomo.
Mi sembra più salutare farla divenire una condizione dalla quale poter uscire, e nella quale poter rientrare a piacere, unendo al piacere di creare nuove realtà quello di viverle, prendendosi una pausa dall'atto creativo, andando in vacanza in un luogo tutto nuovo da esplorare, quello che sta per la realtà e che noi stessi abbiamo creato.
Attenzione però a non cadere nel solipsismo, perchè il vero senso di ogni realtà/creazione artistica è quello di poter essere condivisa, vivendola come se della vera realtà si trattasse.
La realtà, per come la vediamo insieme, comprensiva di senso, è in effetti il solipsismo del genere umano intero.
#1361
Riflessioni sull'Arte / Re: L’ARTE
11 Settembre 2024, 04:13:28 AM
Citazione di: Visechi il 10 Settembre 2024, 18:08:42 PMMi son chiesto tante volte perché al cospetto di un'opera d'arte accade che si sia colti da un sommovimento che scuote i sensi, che fa vibrare l'anima fino alla commozione. Si è come avvolti in una sorta di fluido impalpabile che, sortendo fuori dall'opera, prende dimora nei sensi,
Credo che il nostro modo di percepire la realtà, sia un opera d'arte nascosta in noi, che entrando occasionalmente in risonanza con ciò che è fuori di noi, in tal modo si esplicita, e una volta esplicitata  diviene una tecnica che porta avanti il processo esplicitativo che occasionalmente si è prodotto.
Quando in un quadro riproduciamo la realtà, stiamo in effetti riproducendo il processo col quale la realtà ci appare, e nel farlo portiamo avanti, modificandolo, il processo stesso di percezione della realtà in modalità  cosciente.
L'arte ci commuove perchè attraverso essa rinnoviamo la meraviglia provata nel contemplare la natura.
Con l'arte cioè non stiamo riproducendo la natura, ma la stiamo ''producendo'' nella misura in cui essa ci appare.
Attraverso il processo artistico stiamo cioè mettendo in dubbio di fatto che la realtà coincida con ciò che ci appare, se possiamo farla diversamente apparire.
Il nostro commuoverci è cioè in effetti un movimento che diversamente va avanti nel relazionarci con la realtà.
#1362
Citazione di: Visechi il 10 Settembre 2024, 18:13:13 PMDi contro: che si direbbe di Garibaldi oggi senza le masse che lo hanno seguito?
La storia che lo ha coinvolto e che lui ha contribuito a costruire sta in piedi solo se si tiene conto di entrambi i fattori: l'uomo e la massa, il popolo. In assenza di uno non ci sarebbe l'altro.
Ma son questi gli unici veri ingredienti dell'evento, i soli protagonisti?
No, come abbiamo detto intervengono fattori   imprevedibili di fatto, o prevedibili ma ignorati, come il cambiamento climatico, che farà la storia dei secoli a venire.
Bisogna tenere conto anche di una ''inerzia della massa'' a prendere coscienza, se è vero che è da almeno da 50 anni che il processo di presa di coscienza ecologica si  è messo  in moto senza essere giunto ancora a compimento.
#1363
Citazione di: Visechi il 10 Settembre 2024, 15:47:15 PMSenza un Garibaldi che sarebbe stato "dell'unità d'Italia"?
È possibile immaginare un esito diverso o un percorso più rocambolesco?
La massa spersonalizzata e priva di identità è davvero l'unica protagonista della storia?
O forse 'l'eroe' è colui che riesce ad incanalare l'energia che la massa è capace di produrre se opportunamente stimolata.
Certo Garibaldi sembra davvero un eccezione.
In generale credo comunque che un Garibaldi, un Napoleone, o un Hitler, lo si trovi sempre, pronto a cogliere l'occasione, nel bene e nel male, quando il momento storico matura.
#1364
Citazione di: baylham il 10 Settembre 2024, 11:52:49 AMSi trascura il fatto che la stessa azione dell'uomo è determinata dalla casualità.
Non mi pare sia stai trascurato questo fatto, ma semmai abbiamo pignolescamente precisato la natura del caso, il cui effetto però secondo me è trascurabile.
Non è trascurabile solo se si pensa davvero che la storia sia fatta essenzialmente da pochi significativi individui , perchè in tal caso diventa essenziale alla storia il loro libero arbitrio.
Diversamente interessando il libero arbitrio una massa esso non spinge mediamente in una direzione particolare, e se una tendenza invece viene rilevata essa è da attribuire alla cultura  della massa, al  contingente comune sentire degli individui che la costituiscono.
Le scelte dell'individuo sono condizionate dall'aria culturale che respira.
La storia di un popolo è già scritta nel suo comune sentire.
#1365
Citazione di: Visechi il 09 Settembre 2024, 19:32:00 PMLa storia non la costruisce il singolo eroe, è costruzione umana intesa come massa
L'eroe è una necessità narrativa. Una semplificazione.
Diversamente come è possibile raccontare la storia di una massa ?
Il rischio è che poi qualcuno creda davvero che a fare la storia siano gli eroi, assimilando la narrazione a ciò che viene narrato.