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Messaggi - paul11

#1351
propendo invece che l'unica tautologia sarebbe  l'archè e che tutto il resto, tutto l'universo, sarebbe deducibile e inducibile attraverso il sillogismo, da cui le inferenze e implicazioni,
Una premessa è sempre parte di una predicazione o proposizione, in cui quella che ora è premessa sarebbe stata una conclusione.

Quando Aristotele e poi Kant, pongono il problema conoscitivo nel giudizio costruiscono le categorie.
In Kant la predicazione del rapporto soggetto predicato è a priori se la predicazione ricade nel soggetto.
Non direi che i giudizi analitici o sintetici abbiano differenze epistemologiche se, come scrivi, vi fosse  un'accuratezza logica deduttiva/induttiva: tutto scorrerebbe logicamente.

Lo scetticismo ha senso come limite conoscitivo della certezza, ma non come agente conoscitivo.
 
Il problema delle identità è sulle "essenze" e non sugli "accidenti", per dirla in termini aristotelici.
Ricondotto all'uomo non può essere il suo corpo fisico l'essenza , tutto il divenire è accidenti in quanto trasformazione.
L'identità umana  risiede quindi nel SE', coscienza, anima, spirito, mente (ognuno si sceglie quel che vuole.....) non certo nelle cellule o nella biochimica
#1352
ciao Jacopus,
mi è rimasto impresso un concetto che le ssi decenni fa di rosa Luxembourg, del tipo: fin quando ci saranno territori da conquistare il capitalismo si espanderà.

A mio parere il grosso errore di queste discussioni è discutere in termini sociologici (effetti)dimenticando che è la nuova strutturazione economica globale(causa) ad alimentare, amplificare  le problematiche; mi pare che al fondo del tuo discorso infatti vi sia.
Vi sono termini, come identità, accoglienza, ospitalità che sono ambigui; o perchè non sono più definibili come vecchio sistema mutato, oppure sono o stanno mutando con il cambiamento globale della struttura. E' come se la sintassi della forma economica, con le sue regole e paradigmi mutasse ridefinendo le semantiche, le definizioni. e descrizioni.

i dati reali dell'immigrazione ci dicono che i mass media stanno ingigantendo il problema e  c'è sia un fine politico che di audience.
Non esiste un dato oggettivo per cui si sa che fino ad un limite del rapporto migranti/stanziali non muta o muterà superato quel limite, l'identità degli stanziali: è semplicemente una soggettivazione politica  amplificata, ribadisco ad arte dai mass media.
Questo non significa che non vi siano problemi, tutt'altro, ma che dovrebbero essere ricondotti a dati reali.

Il problema a monte del capitalismo globale sta nel fatto che comunque è stato accettato dalla sinistra politica intesa come cultura attuale: è d'accordo Renzi come Toni Negri. Il perchè richiederebbe una serie analisi.
Si sta ancora oggi pensando che lo sciovinismo, il nazionalismo siano concetti storicamente appartenenti alla destra politica e ideologica, come l'internazionalismo lo sia per la cultura di sinistra.
L'errore è mischiare il concetto della storicizzazione della struttura economica, con i concetti sociologici e culturali.
Quando di fatto la sinistra storica non sa culturalmente come teoria e tanto meno come prassi organizzativa ,costruire un'alternativa al capitalismo globale, perchè questa è la mancanza storica attuale del pensiero culturale "progressista"  di sinistra, di fatto gestisce le contraddizioni, inglobando nelle proprie prassi quel momento contraddittorio.
La sinistra pensa che la globalizzazione porterà ad un maggiore equità della distribuzione mondiale delle risorse;
perchè non sa, non vuole, non può gestire il momento della creazione della ricchezza che è premessa alla distribuzione.

La contraddizione appare quando un Soros ,grande capitalista e grande finanziatore delle Organizzazioni Non Governative. prima si porta in tasca enorme plusvalenze costruite sulle speculazioni finanziarie, poi finanzia la beneficenza.
Ebbene i progressisti di sinistra attuale sono comunque contraddittoriamente dentro questo sistema ipocrita, perchè non sapendo più mettere in discussione il paradigma fondante del capitalismo che è il profitto/sfruttamento, fa beneficenza.
Quindi non è messo in discussione il sistema globale, ma si lavano le coscienze fingendo una carità quanto meno ambigua.

L'identità è un concetto fisico naturale, dettato dai geni, da un territorio,  e forse ancora di più culturale, dettato da regole comunitarie, divenute nazione di un popolo fino allo Stato e sono dentro gli usi e costumi, nelle nostre convenzioni sociali.

Ora, anche i greci i entrarono in Troia con l'espediente astuto di Ulisse di  un cavallo come dono.
Ospitare ed accogliere non è direttamente concatenato con una futura sedimentazione in stanzialità: sono due momenti diversi.
L'ospitalità  è accogliere il viandante di passaggio. L'europa non può dire che il concetto sia dentro la cultura europea come se fosse un'esclusiva: l'ospitalità è vecchia come il mondo, come l'umanità. ma è dietro il concetto di ospitalità che si nascondono altre contraddizioni, perchè non stiamo ospitando ,stiamo stanzializzando un esercito di migranti che dal Sud del mondo cercano chi fortuna, chi davvero rifugio da guerre, un destino diverso.

Quello che personalmente noto su queste tematiche sono appalesate contraddizioni.
Se vogliamo dire che tutto il mondo è paese, che in origine fu una coppia di umani e poi tutti migranti, è vero.
Ma la conseguenza  logica sarebbe disintegrare tutti  i costrutti storico culturali che hanno eretto barriere sulle diversità linguistiche, di appartenenze naturali e culturali  e dire chiaramente se sono "false"  o "vere" identità e cosa intenderemmo come nuovo paradigma identificativo: se l'origine umana, oppure il sistema globale capitalistico da accettare ,ma con un nuovo paradigma d'identità che non potrà che essere contraddittorio in quanto gerarchicamente sottostante al più importante paradigma egoistico del capitalismo.
#1353
Tematiche Spirituali / Re:Spiritualità e cosmo
16 Luglio 2017, 18:01:47 PM
C'è analogia fra la scienza antica, fisica delle particelle e cosmologie con le cosmogonie.
Tutte tendono ad un principio costitutivo, l'archè greco, ad un Uno e molteplice.
C'è un ordine che oltre che essere naturale è intelleggible e quindi razionalizzabile.
Se c'è un ordine, esistono nelle premesse delle regole e dei principi.
Le scienze antiche i principi e le regole le tradussero in dei, ognuno portatore di un ruolo, le scienze moderne le traducono
 nella fisica delle particelle e nelle forze che plasmano energia e materia, spazio e  tempo
#1354
il problema è nel rapporto d'identità.
Fin quando l'uomo ha utilizzato la conoscenza nella tecnica per sopravvivere senza alterare le relazioni di identità di individuo e comunità, il modello poteva anche funzionare.
E' da quando la tecnica ha mutuato proprio i concetti identitari come: apparato, organismo, dispositivo, ecc, che il modello culturale ha ideologicizzato il concetto di tecnica o le relazioni sociali del rapporto individuo-società, ora le organizzazioni umane sono organicamente  asservite alla tecnica.Quindi dalla tecnica per migliorare la propria esistenza individuale sociale si è passati oltre ad un modello in cui l'individuo è accettato nella comunità in quanto il modello della tecnica è diventato identitario della comunità stessa.

Si può discutere sul pensiero di Severino, ma ha ragione che da quando si è accettato il divenire come verità e la realtà naturale , di fatto la tecnica diventa salvifica,Nelle contraddizioni c'è una coerenza logica di avere accettato a monte un sistema di idee portate avanti nelle prassi.
Quindi la tecnica non è più coadiuvante al sostentamento,ma diventa il Moloch il paradigma fondante  dell'intero sistema culturale attuale.

La risultante è che posso fare a meno di una mano se la tecnica mi ridà una protesi con  funzionalità  e utilitaristica (termini anch'essi mutuati nella tecnica) alla pari se non superiore.L'umanità è gia quasi automa perchè i tempi del metabolismo quotidiano i ritmi di vita li dà non più la natura, ma la tecnica che la sormonta.
#1355
Qual è la morale i tutto questo?  


....che la razionalità, intesa come ragionamento logico-matematico è spesso controintuitiva.
Bisognerebbe capire perchè l'intuizione  che diviene convenzione,  abitudine , ha questo "sbandamento" irrazionale,fallace.

E anche, che la stessa mente crea un linguaggio logico intellettivo  da una parte e dall'altra un linguaggio "pratico" intuitivo; in realtà tendiamo ad equilibrare soggettivamente le due forme negli eventi mondani.

Dal punto di vista filosofico significa che è la metafisica ,in quanto razionalità logica , è più veritativa della realtà empirica 8)
Ma noi ci fidiamo di più di quello che vediamo.......... ::)
#1356
ciao epicurus,
 il problema non è la serietà del filosofo o l'idea del popolino che il filosofo sia un "cazzeggiatore" fra le nuvole.
La serietà non implica che una persona non possa essere anche autoironica  o felice, anzi, ma scegliere il momento  in cui si è seri e quelli in cui si sorride. L'ignorante spesso sbaglia i tempi, perchè il problema non è la serietà ma i livelli di conoscenza conseguiti che tornano nella vita pratica.

Lo studio del latino, mi aiutò nelle scienze matematiche, lo studio della filosofia aiuta l'argomentazione e il livello di relazioni fra la complessità e i particolari.L'ignorante si perde nel bicchiere d'acqua, perchè non sa sistematizzare un problema, la complessità spaventa nel momento in cui non si conoscono le propedeutiche che uniscono le varie discipline.
Lo scopo pratico della filosofia è aiutare a vivere, quello invece essenziale ciascuno lo può cercare se vuole, il mio si riassume nel senso della vita.
#1357
Attualità / Re:Ius soli o ius sanguinis ?
08 Luglio 2017, 22:40:38 PM
Stiamo vivendo in una fase storica  epocale di transizione, dove stanno cadendo ad una ad una le vestigia che si pensavano essere certezze ,come i
diritti, stati, nazioni, democrazie,perchè erano figlie di una configurazione socio-culturale dettata da una determinata struttura economica che era in equilibrio con le spartizioni delle potenze mondiali dopo la seconda guerra mondiale da Yalta, all'ONU, dalla banca Mondiale al Fondo monetario internazionale.
Si è configurata una globalizzaziione, dove si sono aperte le frontiere al libero mercato e anche se in minor parte, alla libera circolazione delle persone, sono cresciute nuove potenze economiche e militari, quel vecchio sistema post bellico si è chiuso da tempo e stanno cadendo,come ho scritto, come vestigia tutti i sistemi ad esso collegato, compresi diritti civili e sociali,fino ai concetti di diritto pubblico, come Stato, democrazia, repubblica, perchè i confini con la globalizzazione diventano solo colori geografici sulle cartine politiche, ma sono ormai in dissolvenza, sia sul piano di struttura socio-economica e politica, sia come storia culturale secolare.

Adesso è il tempo dove emergono le contraddizioni di fondo del sistema, ma non si ha ancora una nuova configurazione che accetti la globalizzazione come nuova forma.E' altrettanto chiaro che emergono soprattutto in europa, come geolocazione, come storia millenaria della cultura di popoli e nazioni, come identità appunto secolare.

Puntualmente infatti il papa, (sono tutti puntuali nei tempi della grande sceneggiatura........) sapendo che anche la posizione  italiana sull'accoglienza è a livelli di insostenibilità, pone il problema sulle politiche a livello globale e su quali costruzioni di equilibri le superpotenze decideranno di conseguire.Siamo al "ti vorrei accogliere , ma non posso...... " e il mondo da piccolo ridiventa grande ,perchè il problema di una seria cooperazione internazionale o entra sui paradigmi costitutivi dei domini delle superpotenze e del ruolo geopolitico del capitalismo globale, o ne vedremo delle belle.....
E' chiaro che lo ius sanguinis, non solo diventerà lo ius soli globale, ma vedremo come già sta accadendo in USA, che lo Stato costituito di fatto di migranti e nessuno originario se non i pellerosse,è il primo oggi a dire di costruire un muro,dopo quello di Berlino crollato:è una contraddizione in termini .

la vera realtà è che nessuno, compreso le superpotenze è in grado di vedere nel medio-lungo periodo come si configureranno gli equilibri, pardon.........i disequilibri mondiali e come le speculazioni economiche finanziarie che sono il vero paradigma accettato dentro questo sistema riconfigureranno il mondo globalizzato, per cui ogni tattica e strategia è da riaggiornare ogni sei mesi.
La velocità del mutamento è tale e si è visto con la migrazione verso l'italia, dove pensavano fosse un problema contingente e limitato,che basta un errore di valutazione per far crescere contraddizioni del sistema.
#1358
Attualità / Re:Ius soli o ius sanguinis ?
05 Luglio 2017, 15:03:39 PM
....e dire che all'inizio c'era  solo un nucleo originario in un luogo:pochissime persone e un'immensità di terre da...colonizzare.
Aumenta il numero di persone,qualcuno comincia spostarsi e dire il come e il perchè della territorialità e di come nasca il possesso, sta di fatto che si comincia dire"questa è la mia terra" e comincia a parlare un linguaggio che non è più originario e la gente non ci  si capisce più.
La metafora è il passaggio dallo ius sanguinis allo ius soli, se volete in maniera banale e superficiale.
E' il concetto di Stato(ma prima di città, contea, ecc.), di confine, di proprietà che decide la presa di possesso di un popolo.
Ora lo ius soli è l'identificazione con il concetto di nazione,più che di una genesi di un dna, quindi sono identificazioni culturali più che naturali.
Ci si accorge che il diritto è anch'esso merce di scambio.Avevo già scritto che in USA dove praticamente tutti, tranne i pellerosse americani,non sono indigeni ma migranti o deportati,vige lo ius soli. ieri il il "capo" dell'INPS ,puntualmente come una comparsa sul proscenio di una sceneggiatura già preparata dice che i migranti sono una risorsa per pagarci le pensioni . Non entro in merito dell'affermazione della comparsata. Lo ius soli è anche fiscale oltre che diciamo contributiva,allorchè il migrante lavora(si è dimenticato di dirci come troverà il lavoro e quanto percepirà...... e se sarà in regola...).

Poi ho fatto un excursus , di come e da chi  vengono finanziate le Organizzazioni Non Governative, da come egli USA le utilizzano, e spuntano nomi di Soros ,grande magnate che con una mano specula sul mondo intero e con l'altra finanza la  carità:ma che bravo Robin Hood  della post modernità! Che una strategia è utilizzare denunce fasulle (tipo l'Iraq ha arsenali atomici), farle "montare " dai mass media, così da sollecitare le pance obese  moralistiche degli occidentali benpensanti e scatenare offensive; che Gheddafi era da far fuori ,così che l'Italia non avesse più il petrolio e gas da loro ( e il quesito è chi lo ha voluto i colpo di mano?).

Bhè.....mi sono sinceramente perso, perchè fra siti istituzionali come Frontex, fra politica , fra carità e affari,  non si capisce di chi possa farsi  affidamento. Non c'è nessuno assolutamente serio e credibile da cui iniziare a dire, ecco questo è il paradigma da cui poi posso fare confronti.Ogni affermazione è invece smentibile. Io ho avuto questa impressione.

Intanto oggi l'Austria sul confine italiano mette dei carri armati, si rischiano crisi diplomatiche del tipo "ognuno per sè e dio per tutti" che è lo slogan del fare europa oggigiorno.
#1359
Riflessioni sull'Arte / Re:Arte moderna?
05 Luglio 2017, 13:15:24 PM
ciao HollyFabius,
chiarito l'equivoco, direi che sono d'accordo in linea di massima con te anche nei giudizi di merito.

Il problema dell'arte contemporanea a mio parere nel limite del possible,delle poche righe che un post può argomentare, lo hai svolto bene.

Sono d'accordo quando  scrivi che l'arte contemporanea è ampliamento dell'estetica preesistente.
Rimane a mio parere sempre un problema fondamentale.
Se prima l'opera dell'artista presentava una immediatezza, si potrebbe dire conoscenza intuitiva? Oggi c'è in più la premessa del"gesto dell'artista" che è ancora concettuale. Il significato dell'opera devo trovarlo nella conoscenza del perchè l'artista compie un determinato "gesto", la merda dell'artista, l'orinatoio. Diversamente è equivocabile e costruisce ambiguità. Non so se ho reso l'idea.

Infatti giustamente rispondi a Maral, che soprattutto le provocazioni sono appannaggio del primo autore e non ripetibili.

ora se un visitatore degli Uffizi è totalmente scevro di storia dell'arte, il bello sarà personale ,ma comunque immediato.
Alla Biennale invece bisogna andarci con una enciclopedia( si fa per dire...) che spiega l'autore e l'opera, oppure ,come avevo scritto in un precedente post, fermarsi a leggere il significato  o le diverse interpretazioni critiche di didascalie vicino l'opera esposta ,sempre se ve ne sia, magari espressa dallo stesso autore.

La dimostrazione e che penso che tu stesso sei in imbarazzo a dover valutare criticamente cosa potrebbe essere arte o meno.
L'arte, a mio modesto avviso è conoscenza intuitiva da dove nasce quel "quid".
#1360
Riflessioni sull'Arte / Re:Arte moderna?
04 Luglio 2017, 19:48:04 PM
Hollyfabius, 
abbiamo due focus diversi.E' da prima dell'ottocento che si dice che concettualizzare significa togliere psiche,anima, sensibilità, ecc.
come se l'uomo fosse un vuoto a perdere nel tempo del commercio e dell'industria dove tutto ha un prezzo.
Frege, il primo Wittgenstein nella logica moderna ,nella filosofia del linguaggio, premettevano che non si dovessero inficiare i concetti 
con la psiche,anima ,ecc. Come dire lasciamo stare quello che siete il vostro valore è in quello che fate:tipico di una cultura produttivistica e basata sull'utilità,
Se tu poni anche nell'arte questa problematica avrai non più un'estetica, ma un prodotto concettuale come un design, magari progettato dall'ingegnere.
Noi oggi siamo pieni di arte concettuale, che sono nozioni, trapassati solo dopo qualche decennio, minimalismo, particolarismo.
ma se togli la passione anche il rock'n'roll non è più niente, perchè viene anche dal blues, che viene dai gospel che viene dallo spiritual
Per me il valore aggiunto è quel "quid" che l'autore ha mischiato con la materia la vera significazione, in fondo è un demiurgo, arte-fice, come 
art-ista, perchè crea ,non è il concetto che è nozione, bensì narrazione.
#1361
Citazione di: epicurus il 04 Luglio 2017, 15:38:10 PM
Citazione di: paul11 il 04 Luglio 2017, 15:10:50 PM
Citazione di: epicurus il 04 Luglio 2017, 14:57:29 PM
Certo, potremmo dire che questa è l'eredità del passato della filosofia. Questo non lo nego.
Continuo però a pensare che: 1) non tutti siano filosofi; 2) non tutti debbano essere filosofi; 3) la filosofia non è il campo del sapere più importante.
1) ma tutti sono consapevoli e si pongono delle domande che non sono domini squisitamente delle scienze naturali e fisiche
Come ho detto anche agli altri, basta questo per essere un filosofo? Domanda linguistica, questa. Quindi per me può anche essere positiva, ma poi dobbiamo distinguere tra i gradi. Oltre al fatto, che allora dobbiamo dire che ogni essere umano è filosofo, matematico, logico, economista... Ripeto, si può anche intendere così il discorso, anche se lo trovo poco produttivo e informativo.

Citazione di: paul11 il 04 Luglio 2017, 15:10:50 PM2) ognuno è libero di scegliere ,ma anche la scelta e il libero arbitrio e/o libertà è campo della filosofia
Ognuno è libero di pensare quello che vuole, ma questa azione è anche dominio della psicologia e della fisica... ma ciò è comunque irrilevante.

Citazione di: paul11 il 04 Luglio 2017, 15:10:50 PM
3) questa è una tua deduzione dettata da una tua formazione culturale; io ho altre gerarchie di importanze.
Bisogna capire cosa intendiamo per "importante".
E' proprio per il fatto che "importante" per me ha poco senso in questo contesto che ho affermato che non c'è gerarchia di importanza. Ovvio che ognuno può dire "per me la disciplina X è la più importante", ma finisce per essere un semplice giudizio soggettivo come "per me il gelato al gusto Y è il più buono".
Vorresti sentirti affermare che la filosofia sia un obbligo? Non siamo nemmeno obbligati a vivere domani.
ma se per te importante ha poco senso cosa viviamo  a fare?
Tu cerchi il senso nel linguaggio e io lo cerco nella vita. Tu vedi i paradosso linguistici e io umani 
E' l'uomo che ha creato il linguaggio e non il linguaggio l'uomo.

ciao ;D
#1362
Citazione di: epicurus il 04 Luglio 2017, 14:57:29 PM
Citazione di: paul11 il 04 Luglio 2017, 14:07:01 PMciao Epicurus,
che è possible trovare i denominatori comuni tipici della filosofia: ontologici, epistemologici e fenomenologici.
D'altra parte le discipline scientifiche non sono nate dal nulla e postulati ,enunciati, assiomi da qualche parte sono scaturiti.
Certo, potremmo dire che questa è l'eredità del passato della filosofia. Questo non lo nego.
Continuo però a pensare che: 1) non tutti siano filosofi; 2) non tutti debbano essere filosofi; 3) la filosofia non è il campo del sapere più importante.
1) ma tutti sono consapevoli e si pongono delle domande che non sono domini squisitamente delle scienze naturali e fisiche
2) ognuno è libero di scegliere ,ma anche la scelta e il libero arbitrio e/o libertà è campo della filosofia
3) questa è una tua deduzione dettata da una tua formazione culturale; io ho altre gerarchie di importanze.
Bisogna capire cosa intendiamo per "importante".

ciao
#1363
Citazione di: epicurus il 04 Luglio 2017, 10:52:22 AM
Citazione di: paul11 il 03 Luglio 2017, 17:56:30 PM
Citazione di: epicurus il 03 Luglio 2017, 16:19:05 PM
Questa lista sarebbe molto lunga: matematici, sociologi, economisti, antropologi, biologi, storici, linguisti......... Ognuno esamina un aspetto della realtà. Ognuno potrebbe considerare il proprio dominio come il più importante. Potrebbe, ma non dovrebbe. Dovrebbe invece riconoscere che il bello della nostra realtà è che ha più sfaccettature, tutte estremamente affascinanti e importanti. Il sapere ha oggigiorno una vastità inimmaginabile, quindi non è più possibile, come alle origini, avere persone che si interessano ad esso in ogni suo aspetto. I filosofi di un tempo si sono dovuti specializzare per necessità nelle varie discipline e la filosofia ora è una di queste. Non la più importante, ma una parte del sapere umano. Ma non per questo poco importante, anzi.
ciao Epicurus,
scusa se mi intrometto.
E possible se si giunge ai primitivi ai fondamenti su cui poggiano le varie discipline scientifiche:questo è  uno degli essenziali  ruoli del filosofo che i vari specialisti non fanno.Che cosa caratterizza un tempo culturale,, quale è il suo modello rappresentativo?
Ciao Paul,
questo è un campo borderline. Nel senso che esistono anche scienziati che si occupano delle fondamenta della propria disciplina senza essere dei veri filosofi, e i filosofi professionisti che si vogliono occupare delle fondamenta scientifiche solitamente hanno almeno una laurea anche in tale disciplina scientifica. Inoltre, anche la matematica ha una veste interdisciplinare, ma da questo cosa ne dovremmo dedurre?
ciao Epicurus,
che è possible trovare i denominatori comuni tipici della filosofia: ontologici, epistemologici e fenomenologici.
D'altra parte le discipline scientifiche non sono nate dal nulla e postulati ,enunciati, assiomi da qualche parte sono scaturiti.
#1364
Riflessioni sull'Arte / Re:Arte moderna?
04 Luglio 2017, 13:27:07 PM
Penso che un uomo abbia un anima, o se volete chiamarla, psiche, intimità, abisso, o più semplicemente sensibilità.
L'opera d'arte ha un anima ed è quella nascosta dalla matericità, dai suoni, da una danza, da una ceramica,scultura, dipinto ,architettura ,ecc.
L'opera d'arte porta con sè l'anima dell'artista e gli sopravvive. Questa per me è creazione artistica.Per questo l'opera d'arte non è moda del tempo fuggente,ma rimane lì  a vivere di vita propria.
Tutto ciò è indipendente dai tempi, dalla cultura, dalle tecnologie, dal passato e dal futuro. Semplicemente l'artista ha posto in un'opera fisca, che i sensi di un osservatore percepiscono, ma che altre anime devono svelarne i significati.

Questo per me è il canone universale dell'arte che non ha tempo.
L'artista quindi poggia sulla propria autenticità e originalità individuale come umanità e grazie alla tecnica, alle conoscenze, veicola con la materia come un segnale portante ciò che è la vera significazione del messaggio, la su sensibilità, la sua anima.
Io vedo, ascolto, la bravura tecnica,compositiva dell'artista, ma qualcosa di suo è rivelato dentro la frequenza elettromagnetica dei color i,suoni, movimenti.E' una comunicazione da anima a anima.
Il messaggio è quindi intrinseco ,è anima, è sensibilità umana.Che poi l'artista la racchiuda nell'opera , è una sua sapienza che le conoscenze tecniche, il suo talento o genialità sapranno estrinsecare.ma quell'oggetto fisico di nuovo rivela e svela il suo arcano messaggio,deve cogliere altre umane anime, altre sensibilità.
Un quadro o una fotografia non sono mai solo copia di un volto o della natura , c'è sempre qualcosa che individua la caratteristica 
dell'autore.

Il linguaggio non è così fondamentale, è il veicolo che porta il vero signifcato. Anche un Raffaello dipinge nei costumi della sua epoca, ma sono gli sguardi, la composizione, i simboli disseminati nei quadri, la totalità e le particolarità del quadro che lo fanno un capolavoro artistico e fuori dal tempo consegnandolo all'eternità.
Questa dimensione di eternità dei capolavori è già più difficoltosa trovarle negli happening, performance ,installazioni contemporanee, perchè si bruciano nella' attualità, possono sì testimoniare il momento storico a cui si riferiscono, ma rischiano di essere moda
#1365
Citazione di: Jacopus il 23 Agosto 2016, 16:56:32 PM
Viaggio di lavoro verso La Spezia. Il sole illumina ogni cosa. Fuori dal finestrino scorre il mare. Scintillante, immobile, altero nella sua bellezza. Immagino che sotto la superficie nuotino spettri inquietanti di sirene omeriche.
Nelle cuffiette i Gotan Project propagano la loro musica. Che ci sia Buenos Aires dietro quel promontorio? Sono quasi arrivato e mi domando se salutero' gli occasionali compagni di viaggio. Una voce alla mia destra mi dice "no, non salutare, sono gli stessi simili che ti hanno offeso e fatto del male. Restituisci lo stesso male. Il tuo silenzio sara' eloquente."
Alla mia sinistra si alza una seconda voce: "saluta invece, ricorda il bene che ti e' stato donato".
Sono indeciso. Quel fondo di rabbia che mi frequenta insiste: "non salutare, immagina che rancore se non risponderanno al tuo saluto". Anche l'altra voce torna alla carica: "ma insomma cosa ti costa?  Potranno anche non rispondere ma quel saluto sara' sicuramente arrivato dentro la loro anima...ehm coscienza. Forse sara' conservato nel deposito delle buone azioni che serve dall'inizio del mondo a contrastare le cattive".
Mi decido, saluto e ricevo tutte le risposte.
Esco dal treno. Il sole illumina ogni cosa. Sul mare immagino ora un branco di delfini che naviga verso il largo.
Ciao Jacopus,
sarò forse l'ultimo dei Mohicani,ma per me il saluto è una sorta di sacralità.
Se poi ritorna un altrettanto saluto meglio, diversamente non fa nulla.
Non so per quale motivo ma la ritengo la linea di passaggio di una umanità che ha ancora una speranza di comunità.
Molti non salutano ormai per abitudine, altri per timidezza o perchè sono chiusi,
Ma un piccolo pertugio si apre sempre in un buongiorno una buonasera, non è solo per bonton, c'è qualcosa nel saluto che è importante proprio perchè forse si saluta meno.allora per me diventa una sacralità.E' un'apertura.