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Messaggi - doxa

#1351
Attualità / Re:Voglio una pistola
20 Novembre 2016, 15:54:02 PM
Cvc ha scritto:
Citazione Scusate, ma il solo fatto che sia passata una discussione dal titolo "Voglio una pistola" non vi sembra già una prova di pazienza sufficiente da parte dei moderatori?

Cvc prima di risponderti ho fatto trascorrere del tempo per riflettere sulla tua "proposizione".
Il tuo consiglio ai moderatori merita la mia risposta.


La tua proposta palesa il tuo non coinvolgimento nel "mondo" dei mass media, in particolare giornali quotidiani, riviste settimanali, radio, televisione. In una redazione t'insegnerebbero subito ad elaborare i titoli per gli articoli. Sono importanti. Quando sono ben studiati racchiudono il tema del testo redatto. Attirano l'attenzione.


Se fosse possibile ti consiglierei di guardare i "contatti" avuti  dal mio topic nei primi due giorni e quelli avuti da qualsiasi topic nella sezione filosofia.


Ti sei limitato, sbagliando, a considerare il mio titolo un problema etico o ideologico, secondo la tua ideologia. Preferisco non commentare.


Per quanto riguarda la tua invocazione ai moderatori, mi sembra che essi  siano consapevoli di ciò che leggono e fanno. Non hanno bisogno del tuo consiglio.
#1352
Attualità / Re:Voglio una pistola
18 Novembre 2016, 09:11:35 AM
Freedom ha scritto
Citazioneè necessario, a mio avviso, intraprendere la strada più lunga e difficile del ragionamento, del convincere, del persuadere. A me pare più giusto e più saggio.

Con gli emarginati, i bulli, i violenti (psicopatici) il "ragionamento" è inutile. Solo pochi riescono a redimersi. La violenza va repressa con la violenza.  
Per  riuscire a redimerne alcuni è necessario escluderli dal loro ambiente sociale.


Anche i writers che imbrattano, sporcano treni, metro, edifici vanno presi a ceffoni, messi ai lavori forzati. Per molti di loro è gioco non arte. E' cattiveria che procura danni  sia economici sia al decoro della città.

Degradano i centri storici pure i finti accattoni, gli zingari (ed ora anche i neri) che praticano l'accattonaggio come professione. Questi vanno catturati e messi a lavorare in mezzo alle montagne. Sono persone socialmente inutili e molte dedite al furto con varie modalità.


CitazioneVisto che altri hanno eliminato il tuo post intervengo a difesa del loro operato poiché non sono parte in causa. Ritengo corretta la scelta di eliminarlo perché fare apologia di fascismo è vietato dalla legge.
La tua proposizione è l'esempio di come la storia  venga scritta dai vincitori. Se vincevano i fascisti questi vietavano l'apologia del comunismo.
Verdeidea, la prossima volta che invochi la dittatura, scrivi  che la vuoi di tipo comunista, così il moderatore non dovrebbe desumere gli estremi del reato.

Freedom prima di difendere il moderatore sarebbe opportuna la riflessione se ha agito in modo corretto. A parole si condanna l'autoritarismo ma si  agisce in modo autoritario. Il  moderatore prima di cancellare un post altrui perché non gradito, deve invitare, per bon ton, a modificare le frasi inopportune, avvisando l'autore con messaggio privato ma anche pubblico, con un post. Poi, in caso di rifiuto, si passa all'eliminazione del post "incriminato". In questo caso mi sembra che non ci sia stato il segnale di preavviso, e così non agisce un moderatore. O no ?

A me sembra che alcuni moderatori abbiano la tendenza a cancellare post altrui senza dare spiegazioni.
#1353
Tematiche Filosofiche / Re:Coscienza
18 Novembre 2016, 08:26:38 AM
Anziché aggrovigliarsi sul Se e l'Io penso che sia opportuno cercare di spiegare ai "non addetti ai lavori" filosofici nel forum la differenza tra encefalo, cervello, mente e coscienza.


Alla mia nipotina direi che l'encefalo (= dentro la testa) contiene le strutture cerebrali all'interno della scatola cranica.


Una parte dell'encefalo si chiama cervello, che è l'organo principale del sistema nervoso centrale.

Nel cervello c'è la mente, dal cui funzionamento emerge il nostro essere, i pensieri, le idee, i sentimenti, il linguaggio, la coscienza: con questa s'intende la consapevolezza che il soggetto ha di sé e dei propri contenuti mentali.


Alla mia nipotina direi anche che il concetto di coscienza comprende sia la percezione di stati interni ed esterni all'organismo sia la capacità dell'Io di organizzare e sintetizzare percezioni, conoscenze, emozioni, sentimenti, ecc..

L'Io struttura la personalità dell'individuo tramite dei processi psichici come pensare, percepire, ricordare, ascoltare, ecc..

La scienza individua i centri e i meccanismi all'interno del cervello che creano mente e coscienza, ma non sa spiegare che cosa sia la coscienza.

La coscienza ha la capacità di porre se stessa ad oggetto della propria riflessione, e si ha l'autocoscienza.

Le neuroscienze, pur avendo fornito una mole enorme di conoscenze sul funzionamento del cervello, non hanno fatto alcun progresso circa la spiegazione della nascita della coscienza dalla materia del cervello. La mente è materializzata nel cervello, ma dove ?  

Sappiamo che nell'encefalo sono in attività molecole, cellule e circuiti nervosi che elaborano le attività cerebrali della mente.

Il genetista Edoardo Boncinelli nel suo libro titolato "Quel che resta dell'anima" evidenzia che "Sono ormai poche le persone che parlano di anima al di fuori dell'ambito religioso, ma moltissime nominano la mente come istanza capace di dare un senso alle diverse funzioni nel cervello.
Si tratta del vecchio dilemma dualismo-monismo: se cioè nella testa esistono due piani, quello del cervello e quello della mente, oppure esclusivamente il secondo. Gli scienziati optano per il secondo (pag. 59)
Ancora Boncinelli: "Il termine mente è utilizzato per descrivere l'insieme delle funzioni superiori del cervello e, in particolare, quelle di cui si può avere soggettivamente coscienza in diverso grado, quali il pensiero, l'intuizione, la ragione, la memoria, la volontà, la sensazione, l'emozione.
Molte di queste facoltà nel complesso danno forma all'intelligenza.
L'espressione "funzioni superiori" non indica nulla di oggettivo, ma riflette un nostro giudizio di valore".
A molte persone, le neuroscienze, che riportano la vita spirituale ai meccanismi elettrochimici del cervello, procurano turbamento e scandalo, sembrano negare la dignità e la libertà umana, la responsabilità morale, tutto ciò che chiamiamo spirito, togliendo alla vita quel senso dato dalla metafisica e dalla fede. È antica tradizione condannare tutto ciò che è o sembra essere solo materiale.
#1354
Attualità / Re:Voglio una pistola
17 Novembre 2016, 08:58:26 AM
"addenda"

Fabrizio Roncone: "Furti, botte e molestie. In metrò a Roma tutti zitti"
(Corriere della Sera, 21 9 – 2016)


Una giornata tra i passeggeri minacciati. Le ragazzine ladre sotto gli occhi di due militari «Non interveniamo, siamo dell'antiterrorismo». Su 110 colonnine Sos, ne funzionano solo 22. La paura del personale Atac: meglio non vedere.

I punkabbestia sono scesi dentro la stazione Barberini, metropolitana linea A, e bivaccano chiedendo l'elemosina, aggressivi e barcollanti, il bottiglione del vino già vuoto, due molossoidi bastardi che ronfano tra i loro stracci. Mezzogiorno. Tanfo di chiuso, di urina, di qualcosa andato a male. Il giro nella pancia ferrata di Roma comincia da qui. Tanto una fermata vale l'altra: ovunque avverti pericolo imminente, ti senti solo e indifeso, in viaggio dentro un territorio buio e senza legge, dove la regola è non guardare e non parlare e infatti ragionando sulla sorte toccata a quel poveretto finito in coma con il cranio fratturato per aver osato dire a due mezzi criminali casertani che non si fuma sulla banchina dei treni, molti passeggeri rassegnati pensano che un po' se l'è cercata, perché devi farti gli affari tuoi, qui sotto, devi startene buono e zitto e poi quando arrivi a destinazione, se ci credi, fatti pure il segno della Croce.

L'addetto dell'Atac annuisce — «Sì, lo ammetto: anch'io ho paura, una paura fisica» — ma poi si volta di scatto, abbassa la voce. «Eccole...».
Cinque ragazzine nomadi rapide come locuste, silenziose, scendono gli ultimi gradini. Le manine spuntano da sotto buste e maglioni arrotolati sulle braccia. Occhiate d'intesa. È lì, la preda: una signora americana con il trolley (via Veneto a cento metri in superficie, l'Ambasciata degli Stati Uniti poco più avanti).
Due dietro, le altre ai fianchi e una davanti che le sbottona la camicia. La turista prova istintivamente a proteggersi il petto e però molla il bagaglio. Le ragazzine s'avventano, velocissime aprono la cerniera, la turista allora urla, molla un ceffone, ma le cade la borsa e il gioco è fatto (la signora americana racconterà che c'è comunque tutto, manca solo un'agenda di pelle, le ladruncole l'hanno evidentemente confusa con il portafogli).
Venti secondi.
Tutto è durato non più di venti secondi.
Tutto sotto lo sguardo distratto di decine di passeggeri e di due militari dell'esercito, in tenuta da combattimento.
Perché non siete intervenuti?
«Perché non è nostro compito intervenire».
Può essere più chiaro?
«Siamo qui in servizio anti-terrorismo».
Quindi...
«Non facciamo servizio anti-borseggio».
Nelle fermate più importanti è di solito presente anche un vigilantes. Su 110 colonnine Sos installate, ne funzionano solo 22: le altre, ancora nel cellophane.

Le aggressioni sono continue. I derubati — a decine, ogni giorno — neppure sporgono più denuncia. Contro chi? Per ritrovare cosa? I borseggiatori diventano temute figure leggendarie. Tempo fa hanno arrestato un giapponese noto come «Ninja», appariva e spariva e tu eri ancora lì a capire come avesse fatto a sfilarti il telefonino dalla tasca interna della giacca. Molti sudamericani — i più temuti — lavorano in coppia: un uomo e una donna. Lei elegante, appariscente, avanti, che distrae: e lui dietro, con dita di velluto.
Le molestie ai passeggeri cominciano davanti ai distributori automatici di biglietti. Sbandati, tossici, i punkabbestia di prima. Li evitano i passeggeri che hanno l'abbonamento e quelli che viaggiano gratis. Migliaia.
Alla fermata di Ponte Lungo, due ragazzi e una ragazza s'infilano tra lo spazio delle due alette di plastica chiuse. Esercitano una lieve pressione, le allargano, in un balzo sono già sulla scala mobile.
Ragazzi, ma è un bel rischio.
«No, è normale».
Siete studenti, vero?
«Sì. Siamo del liceo classico Augusto e...».
Ma se vi beccano?
«Chi dovrebbe beccarci? Non ci sono controlli, niente, zero... E poi no, scusi: dovremmo pure pagare per viaggiare su cessi simili?».
I vagoni sono luridi. I sedili hanno macchie inquietanti. I vetri, una patina di grasso. Spesso l'aria condizionata non funziona. I guasti — su tutte le linee: A-B-B1-C — sono continui. Il 25 maggio, la fermata di Termini, snodo centrale, rimase completamente al buio per un'intera mattina. Un anno fa, un convoglio in transito tra Anagnina e Cinecittà si bloccò nella galleria e centinaia di passeggeri furono costretti a camminare sui binari, come in uno di quei catastrofici film americani. A Pietralata l'impianto antincendio scatta periodicamente. Alla stazione Graniti — linea C — rimasero chiusi in un ascensore cinque persone e un bambino. Furono messi in salvo dopo ore.
A Furio Camillo, nel luglio scorso, le operazioni di salvataggio andarono male e il piccolo Marco di 4 anni morì precipitando nel vuoto.
Si muore, qui sotto.

Il 26 aprile del 2007, Doina Matei, una ragazza romena, nella bolgia si sentì spingere: si girò e infilò l'ombrello nell'occhio di Vanessa Russo, 23 anni. Un giorno di agonia, poi il decesso.
L'agonia di Marcisca Hahaianu, 32 anni, infermiera romena e madre di tre figli durò invece una settimana: mortale il pugno con cui l'aveva stesa Alessio Burtone, dopo una lite davanti alla biglietteria.
Chi non muore, finisce all'ospedale. Alla fermata Cipro tre persone — giubbetto bomber e anfibi — aggrediscono un ragazzo sospettato d'essere gay. Insulti razzisti e poi calci e pugni per il professor Nazir Rafiq Ahmad, 50 anni, indiano, da dieci in Italia.
Per questo i viaggiatori dicono: testa bassa e non guardare, non sentire, non vedere.
Le donne viaggiano nel terrore. Soprattutto quando arriva la sera. Molte tengono il telefonino impostato sul numero del papà, del fidanzato, del marito. Due settimane fa hanno scoperto un tipo che saliva sui convogli e posava la sua sacca accanto a qualsiasi donna avesse la gonna: incastrato nella sacca, dentro un foro, un cellulare con il quale spiava e filmava (in gergo, «upskirt»).
Succede di tutto.
Come adesso.
In fondo al vagone c'è un tipo grande e grosso in jeans e giacca blu, tutto sudato e fuori di testa, che urla al telefono. «Me lasci? Che voi, da me? Voi che me vendo pure casa de mamma?».
Un ragazzo filippino lo osserva perplesso. E allora il gigante ha uno scatto e s'avventa, e lo insulta, e agita i pugni mentre tutti restano a capo chino, certi guardano nel vuoto, certi aprono un libro, perché tutti vogliono solo tornare a casa, anche stasera, con le ossa sane.
#1355
Attualità / Re:Un Trump per l'Italia
17 Novembre 2016, 05:25:42 AM
Donquixote condivido il tuo interessante post.

Per quanto riguarda la frase: "tremenda sarà l'ira del mansueto", non credo che sia biblica ma la manipolazione sintetica  di un brano dell'Apocalisse giovannea:

"Allora i re della terra e i grandi, i capitani, i ricchi e i potenti, e infine ogni uomo, schiavo o libero, si nascosero tutti nelle caverne e fra le rupi dei monti; e dicevano ai monti e alle rupi: Cadete sopra di noi e nascondeteci dalla faccia di Colui che siede sul trono e dall'ira dell'Agnello, perché è venuto il gran giorno della loro ira, e chi vi può resistere?" (Gv, Apocalisse 6,  15 – 17)

L'ira del mite può anche evocare questa frase nel Libro di Ezechiele:

"Farò su di loro terribili vendette, castighi furiosi, e sapranno che io sono il Signore, quando eseguirò su di loro la vendetta" (25,17; versione CEI).

Nella Bibbia ce ne sono tante altre adatte "alla bisogna".
#1356
Attualità / Re:Un Trump per l'Italia
16 Novembre 2016, 17:46:27 PM
Baylham ha scritto:
CitazioneContro il politicamente corretto si scagliano i razzisti, xenofobi, ignoranti, fascisti, integralisti, per essere liberi di manifestare il proprio odio, sdoganati da opportunisti politici come Trump.
I prodomi dell'ennesima tragedia umana.

Baylham, per favore, puoi  spiegare lo scenario dell'imminente "tragedia umana" ? Cosa accadrà ?

Sei sicuro della  magnanimità verso il prossimo  dei comunisti  ? Quelli di destra sono tutti "ignoranti" ? Cosa ignorano ? Quelli di sinistra sono tutti sapienti ? Tutti solidali ?

Tranquillo Sari, ho parlato con chi di dovere e mi ha assicurato che la contea dov'è "Villa Sariputra" verrà risparmiata :)
#1357
Tematiche Filosofiche / Re:Coscienza
15 Novembre 2016, 21:31:00 PM
Grazie Maral e Sgiombo per la vostra opinione. Però mi viene un dubbio:  quanto il vostro sapere filosofico condiziona la vostra opinione sulla coscienza ?
Il neuroscienziato  italiano Giulio Tononi lavora negli Stati Uniti, dirige il "Center for sleep and consciousness" nell'università del Wisconsin, perciò presumo che sappia quel che dice.
#1358
Attualità / Re:Un Trump per l'Italia
15 Novembre 2016, 20:17:16 PM
In questo post voglio analizzare meglio l'espressione "politicamente corretto", traduzione in lingua italiana della locuzione anglo-americana "politically correct", usata dal movimento politico statunitense che pretendeva il riconoscimento delle minoranze etniche. Erano individui definiti "intellettuali" di sinistra, d'ispirazione comunista, i "liberal" e i "radical" delle università americane, che negli anni '80 dello scorso secolo auspicavano il multiculturalismo e la riduzione di alcune consuetudini linguistiche giudicate discriminatorie ed offensive nei confronti di qualsiasi minoranza.

Ho messo tra virgolette la parola "intellettuali" perché detesto questo lemma, meritevole di approfondimento storico. A volte mi chiedo se c'è differenza intellettuale tra un bravo artigiano creativo ed un filosofo. Socialmente è più utile l'artigiano che il filosofo, il teologo, un romanziere o un poeta.  

Torno al tema..., dall'America presto giunse in Europa tramite i mass media l'espressione "politicamente corretto" per designare l'atteggiamento sociale di estrema attenzione nell'evitare l'offesa verso determinate categorie di persone. Chi disattende si comporta in modo "politicamente scorretto" (politically incorrect).  


L'individuo "corretto" non deve manifestare il pregiudizio razziale (anche se è razzista), etnico, religioso, di genere, di età, di orientamento sessuale, non deve alludere alle disabilità, Negli Usa cominciarono a definire "afro-americans" i negros, niggers e blacks;  il termine "gay" sostituì  i vari appellativi dispregiativi riservati agli omosessuali;  In Italia per essere zelanti si cominciò a dire "diversamente abile" anziché "handicappato",  "portatore di handicap" o  "disabile", "non vedente" anziché cieco, "non udenti" in sostituzione di sordi, ecc..

Ed ora siamo al "conformismo linguistico" che limita la libertà di espressione ed  induce all'ipocrisia "sociale". Siamo all'assurdo: "operatore scolastico" anziché bidello; "operatore ecologico" anziché netturbino; "operatore sanitario" anziché infermiere, ecc.. Tutti si vogliono "ammantare" con parole "politicamente corrette", si vogliono illudere,  ma le loro mansioni non cambiano.

Il politicamente corretto e i suoi derivati generano distinzioni sociali.

Luca Ricolfi: "In quel voto liberatorio la Waterloo del politicamente corretto" (Il Sole 24 Ore, 13 - 11 - 2016):

"Il secondo, forse più importante, fattore del successo di Trump è l'insofferenza per gli eccessi del politicamente corretto, che in America ha largamente oltrepassato ogni soglia del buon senso e del ridicolo. Da questo punto di vista il voto a Trump è stato anche un gesto liberatorio, o "un vaffa-day pazzesco", come prontamente lo ha definito il comico Beppe Grillo.

Ma liberazione da che cosa? E liberazione di chi?

Liberazione dal marchio di infamia che una parte della società americana, la parte bassa, sente sopra di sé. Spiace doverlo ricordare, ma – che lo si voglia o no – il politicamente corretto e i suoi derivati sono straordinarie macchine generatrici di distinzione sociale. Servono a definire un sopra e un sotto, un alto e un basso, un "noi civili" e "voi barbari". Non per nulla Hillary ha definito deplorable gli elettori di Trump e, dopo la sconfitta, non ha trovato di meglio che rivolgersi ai suoi chiamandoli the best of America, la stessa formula («la parte migliore del Paese») che, nell'era di Berlusconi, ha reso la sinistra antipatica a metà degli italiani.

La trasversalità del voto a Trump, forse, ci segnala proprio questo: che la rivolta contro l'establishment non è solo una rivolta dei poveri contro i ricchi, o dei perdenti contro i vincenti, e tantomeno dei ceti popolari, razzisti e xenofobi, contro le élite illuminate e i ceti medi riflessivi. No, quella rivolta esprime anche, se non soprattutto, il rifiuto di una parte della società americana, che non aderisce al credo dei benpensanti del nostro tempo, di essere stigmatizzata per le proprie idee, per i propri sentimenti, per il proprio modo di parlare: "loro adesso la smetteranno di chiamarci ignoranti, bigotti, razzisti, sessisti", dichiarava dopo la vittoria di Trump un cacciatore, pastore metodista. Una reazione che mostra che, dietro il voto a Trump, c'è anche una sorta di richiesta di cittadinanza, di riammissione nel consesso delle persone degne di rispetto. Un consesso che, a quanto pare, negli ultimi anni aveva finito per diventare un po' troppo esclusivo".
#1359
Attualità / Re:Un Trump per l'Italia
15 Novembre 2016, 18:51:29 PM
Bene Verdeidea, come complemento al tuo post permettimi di aggiungere questo interessante articolo titolato "La politica e gli ideali perduti", scritto  del professor Ernesto Galli della Loggia e pubblicato oggi, 15 novembre, sul "Corriere della Sera".


"Nessun esponente politico europeo potrà mai fare proprio previo opportuno adattamento lo slogan della campagna elettorale di Donald Trump «rendiamo di nuovo grande l'America». Da lungo tempo, infatti, la grandezza non abita più questa parte d'Europa: non ultimo per la buona ragione che abbiamo imparato sulla nostra pelle di quante lacrime e sangue grondi quasi sempre la grandezza quando si tratta di politica. Ciò nonostante i risultati delle elezioni americane ci riguardano da vicino poiché esse valgono a far luce su alcuni nodi critici caratteristici pure delle nostre società. Ma non già solo su quello continuamente evocato in questi giorni del «politicamente corretto», diventato adesso (ma solo adesso) oggetto di universale deprecazione. Ci sono cose che contano assai di più. Che dovrebbero contare assai di più agli occhi sia della Destra che della Sinistra europee se queste vogliono continuare ad avere qualcosa da dire ai loro elettorati.


Il nodo più importante è quello rappresentato dal binomio liberismo-globalizzazione che da almeno un trentennio domina l'orizzonte mondiale. Ora non c'è dubbio che anche grazie ad esso su tutto il pianeta centinaia di milioni di persone sono uscite dalla povertà. Ma nei Paesi occidentali è avvenuto l'opposto. Ammettiamo pure che la gigantesca redistribuzione delle risorse su scala mondiale prodotta dal binomio di cui sopra sia stata e sia moralmente giusta.

Essa tuttavia è avvenuta, in sostanza, a spese di una parte non indifferente dei cittadini europei e americani. Nella maggior parte dei nostri Paesi le diseguaglianze tra i redditi e le differenze di status sono di conseguenza aumentate di molto. È cresciuto il numero dei poveri. La mobilità sociale si è quasi del tutto bloccata: chi oggi vive nell'indigenza e nel disagio, in squallidi quartieri dormitori, in periferie prive di tutto, non ha quasi più alcuna speranza che i propri figli abbiano domani un'esistenza migliore. Si calcola ad esempio che negli Stati della costa orientale degli Usa, roccaforte da sempre ( e anche una settimana fa) del Partito democratico, la probabilità di un bambino nato dai genitori più poveri di raggiungere la classe più elevata si aggiri in media (in media) intorno al 5 per cento.


La Destra e la Sinistra europee tradizionali non solo si sono accorte con molto ritardo di come si stavano mettendo le cose, ma quando pure lo hanno fatto — trovandosi oltre tutto alle prese con la crisi economica sopraggiunta nel 2008 — non hanno poi saputo cosa fare. Molto probabilmente perché convinte di essere ormai le padrone in regime di monopolio del mercato elettorale. Così più o meno dappertutto Destra e Sinistra hanno lasciato che i sistemi di protezione del Welfare (da quello delle pensioni a quello della sanità) lentamente ma implacabilmente si deteriorassero e perdessero pezzi; e insieme che il sistema fiscale volto ad alimentarlo continuasse a favorire attraverso vari espedienti legali le medie e grandi ricchezze. Legatesi con la massima superficialità a una moneta unica e alle relative politiche di bilancio di natura restrittiva, le forze di governo tradizionali non sono state in grado di creare flussi di investimenti pubblici capaci di assorbire le crescenti quote di disoccupazione, nel mentre però continuavano a elargire finanziamenti statali a sostegno delle più varie attività e degli interessi forti. In Paesi come l'Italia o la Grecia, poi, esse hanno continuato a permettere tassi di evasione fiscale altissima. Un po' dappertutto, infine, dove più dove meno, hanno assistito senza muovere un dito al degrado dei sistemi d'istruzione pubblica, e al loro concomitante abbandono da parte dei figli delle classi agiate, con relativo effetto logorante su ogni futura coesione sociale. Contemporaneamente tale coesione è venuta incrinandosi anche per un'altra via: quella dei comuni legami ideali. Fino a qualche tempo fa, e sia pure in modi diversi a seconda delle loro diverse storie, tanto la Destra che la Sinistra europee tradizionali traevano da tali storie un loro specifico rapporto con numerose dimensioni collettive, ognuna espressione e matrice di importanti valori condivisi: la nazione, la classe, lo Stato, il partito, il sindacato, la Chiesa, la famiglia. Questo complesso universo di legami e di fedeltà, spesso tra loro intrecciati e sovrapposti, ha subìto l'urto disgregatore dei tempi nuovi. Nel vecchio continente come negli Stati Uniti, i partiti della Destra e della Sinistra egemoni non hanno capito — o lo hanno capito solo molto debolmente — che in questo modo, però, si apriva un gigantesco vuoto nel corpo sociale. Un vuoto che unito alle molteplici difficoltà economiche di cui ho detto sopra, era la potenziale premessa per la diffusione in molti di uno stato d'animo di abbandono e di spaesamento, di solitudine, era la premessa per l'insorgere di un dubbio sottile ma angoscioso sul valore della propria identità e della tradizione del proprio gruppo, di oscuro timore circa il futuro.


Invece di comprendere tutto questo, invece di cercare dunque nuove motivazioni e nuove forme per le dimensioni della vita collettiva in crisi, invece di cercare il modo di rinvigorire i valori in esse contenute, il più delle volte la Destra e la Sinistra di sistema hanno addirittura assecondato di fatto i processi di disgregazione dei legami sociali. Invece di ricordare che la politica si alimenta di passioni e di sogni, che è quella cosa capace di gettare un ponte tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere, hanno dato mano a ogni lesione concreta o simbolica del passato (si trattasse di un paesaggio, di un luogo o dei programmi scolastici), hanno favorito la messa da parte di tutto quanto fosse dichiarato «sorpassato» o «antieconomico» (dalla maestra unica nelle elementari agli uffici postali e agli sportelli delle biglietterie delle stazioni in tanti centri minori). Schierandosi regolarmente a sfavore del «piccolo» e dalla parte del «grande», a sfavore della parte più culturalmente arretrata, più anziana, più geograficamente periferica, più indigente della popolazione; a sfavore dell' identità dell'uomo della strada contro i sacri diritti del libero individuo emancipato. Dimenticando che però quando arriva il momento di votare, si dà il caso che i piccoli, che la gente qualunque, che gli uomini della strada, possano alla fine risultare in maggioranza".
#1360
Tematiche Filosofiche / Re:Coscienza
14 Novembre 2016, 11:44:48 AM
Lo psichiatra e neuroscienziato Giulio Tononi in un suo articolo pubblicato sul quotidiano "Il Sole 24 Ore" del 13 novembre 2016 col titolo "Come si misura la coscienza", ha fra l'altro scritto: "Sappiamo bene, ormai, che la coscienza dipende dal cervello, che è una macchina biologica complicata. È fatto di materia che non ha nulla di misterioso: come il cuore, il cervello è fatto di miliardi di cellule specializzate a condurre impulsi elettrici. Non solo. Ormai abbiamo apparecchi sempre più potenti per guardare dentro il cervello, scoprire come è organizzato, regione per regione, cellula per cellula, e stabilire come ogni neurone è collegato ad altri neuroni, sinapsi per sinapsi. E siamo sulla buona strada per capire come funziona – come può distinguere una faccia dall'altra, come può immagazzinare memorie, e come controlla il movimento. Si tratta di funzioni complicate, ma che non pongono problemi insuperabili, tanto che stiamo costruendo macchine capaci di eseguirle quanto o meglio di noi.


Eppure, come dai neuroni si sprigioni l'esperienza soggettiva – il colore del cielo e la felicità di un tramonto – come «l'acqua del cervello si trasformi nel vino della coscienza» sembra davvero un miracolo inspiegabile. Il filosofo David Chalmers lo ha chiamato «The hard problem» (il problema difficile) per antonomasia perché sembra impossibile anche solo immaginare una soluzione. Più studiamo, più la coscienza appare misteriosa. Per esempio, il cervelletto contiene più della metà degli 86 miliardi di neuroni del cervello, ma anche se si asporta chirurgicamente continuiamo ad essere coscienti come prima. Perché? E perché l'esperienza svanisce durante il sonno profondo, anche se i neuroni continuano ad essere attivi?


Nonostante lo scetticismo che per una volta accomuna filosofi e scienziati, rispondere a queste domande non è necessariamente fuori dalla portata della scienza. La teoria dell'informazione integrata (IIT) mira precisamente a spiegare che cos'è la coscienza, a caratterizzare i requisiti dei sistemi fisici che la rendono possibile e a misurarne la quantità e la qualità. L'approccio consueto - studiare le caratteristiche del cervello e cercare di derivarne in qualche modo l'esperienza soggettiva, ossia andare dalla fisica alla fenomenologia - si scontra inevitabilmente con l'hard problem.

IIT rovescia i termini della questione, andando dalla fenomenologia alla fisica: invece di partire da come è fatto il cervello o dalle funzioni che svolge, IIT comincia con l'identificare le proprietà essenziali della coscienza stessa per derivarne i requisiti necessari e sufficienti perché un substrato fisico renda possibile l'esperienza soggettiva. Le proprietà essenziali della coscienza – vere di ogni esperienza concepibile - sono cinque: l'esperienza esiste intrinsecamente (per il soggetto, non per un osservatore esterno); è strutturata (è composta di svariati contenuti e delle loro relazioni); informativa (ogni esperienza è specifica - quella che è, pertanto diversa da innumerevoli altre); integrata (una e irriducibile); definita (ha i contenuti che ha, nulla di meno e nulla di più).
Queste cinque proprietà essenziali della fenomenologia sono tradotte da IIT nei cinque requisiti fisici che devono essere necessariamente soddisfatti da qualsivoglia substrato fisico della coscienza. Dove per "fisico" si intende, in modo del tutto generale, qualunque substrato che abbia potere causale – ossia che possa essere manipolato od osservato, direttamente o indirettamente - dal cervello ai neuroni alle particelle elementari.

A tutto questo, IIT dà una veste matematica, arrivando a una formulazione precisa: il substrato fisico della coscienza deve essere un massimo globale di potere causale intrinseco, composizionale, specifico e irriducibile. Non è possibile spiegare adeguatamente in poche righe cosa significhi quest'espressione convoluta, né come IIT ne deduca la qualità dell'esperienza (ha a che fare con la struttura del potere causale che compone l'informazione integrata).

Conviene sottolineare, peraltro, che IIT è l'antitesi del riduzionismo: persino l'unità di misura fondamentale di informazione integrata, Phi, è una misura di irriducibilità, che indica se e quanto il tutto non possa essere ridotto alle sue parti. Una delle conseguenze della teoria è proprio che la coscienza in linea di principio è misurabile: tanto più alto il valore di informazione integrata Phi, tanta più coscienza. La teoria si può quindi mettere alla prova dei fatti. Così è stato sviluppato un "coscienziometro", per quanto ancora primitivo, che utilizza uno stimolatore magnetico transcranico e un gran numero di elettrodi per leggere l'integrazione dell'informazione dalle risposte del cervello.

Per quanto grossolana, la stima di Phi così ottenuta funziona: come dimostrato dal gruppo di Marcello Massimini a Milano e altri collaboratori, è attualmente il miglior indice clinico per valutare il livello di coscienza in pazienti con gravi lesioni cerebrali, e funziona anche nell'anestesia generale e nel sonno. In alcuni casi, la stima di Phi suggerisce che pazienti apparentemente incoscienti perché rimangono immobili e non rispondono agli stimoli possono ciononostante essere coscienti, come succede a tutti noi quando sogniamo. In linea di principio, IIT può servire a stabilire se e quanto siano coscienti animali diversi da noi, a chiarire perché la coscienza si sia evoluta e a spiegare perché certe regioni della corteccia cerebrale siano essenziali per la coscienza e altre no. Ciò è già chiaro per il cervelletto: la ragione per cui non ha nulla a che fare con la coscienza è che, nonostante il grandissimo numero di neuroni, è organizzato in moduli separati che impediscono l'integrazione dell'informazione.

Per finire, la teoria ha implicazioni importanti per l'intelligenza artificiale, che sta creando sempre più freneticamente nuove macchine capaci di uguagliare e persino superare le nostre capacità cognitive. Eppure, secondo IIT, anche se un domani un calcolatore fosse in grado di replicare perfettamente tutte le funzioni cognitive di una persona cosciente, magari con una precisa e dettagliata simulazione di ogni neurone del suo cervello, non potrebbe essere cosciente - anche se citasse Dante e fischiettasse Verdi, sarebbe letteralmente solo una macchina che recita una parte, senza avere né esperienza soggettiva né libero arbitrio; una macchina che esiste per noi, osservatori esterni, ma non per sé stessa, dall'interno".
#1361
Tematiche Spirituali / Re:Radio Maria
07 Novembre 2016, 19:48:56 PM
Infatti io mi sono limitato a considerare l'omosessualità come variante della sessualità dal punto di vista medico e psicologico e non delle pratiche omosessuali, che tu hai evidenziato citando il Levitico ed il tarsita.  

Dai cambiamo tema, ti va di ragionare sulla differenza tra immortalità e resurrezione ? Lascio a te l'onere e l'onore di aprire il nuovo topic su questo argomento.
#1362
Tematiche Spirituali / Re:Radio Maria
07 Novembre 2016, 17:22:10 PM
Giona ha scritto:
CitazioneQuesta volta rispondo ad Altamarea in persona.
Ho capito quello che vuoi dire: Tutti sbagliano, "dio" compreso al quale vuoi insegnare a fare "dio", meno che tu.
Di solito, chi scopre di essere convinto convinto che tutti sbagliano meno che lui, qualche problema se lo pone.
Tu come sei messo?
Ecco un altro esempio di mister Giona che stavolta crede che io sia anche il nick Verdeidea.

Mio gentile profeta Giona, mi chiedi come sto messo. Io sto messo male ma a me sembra che anche tu non stai tanto bene.

Mi piacerebbe vedere quale tipologia di persone indottrini. Le immagino e le compatisco.

Ti ho fatto l'esempio di Savonarola non perché mi contraddico, ma anche per dimostrarti come la Chiesa secondo i tempi, può ucciderti e può innalzarti agli altari. Nel tuo caso, non vedo come la Chiesa cattolica possa glorificarti, anche se a te piacerebbe. Non è questo il periodo. Accontentati dell'eternità che tale istituzione ti assicura.

CitazioneNel mio precedente post gli ho segnalato anche la lettera di San paolo, ma lui per rendere più credibile le sue "idee" non ne tiene conto. Ergo che vi sia anche una carenza di buona fede.

Dal punto di vista medico c'è differenza tra quanto scritto nel Levitico 12 secoli a.C. e quanto scritto da Paolo di Tarso duemila anni fa riguardo l'omosessualità ? A me sembra che  soltanto negli ultimi 50 anni qualcosa è cambiato nell'approccio medico e psicologico verso la sessualità. E' considerata in modo diverso, ma tu non te ne sei accorto, sei rimasto al tarsita come informazione più aggiornata.

CitazioneSono contro l'omosessualità perché è scritto così, ma amo anche gli omosessuali che vorrei poter recuperare perché sono nostri fratelli.
Giona non dire bugie, altrimenti vai all'inferno in mezzo ai tuoi amati diavoli. Nell'altro post hai detto che sono abominevoli  e ora per darti una parvenza di non reazionario dici che li ami ? Domattina prima della comunione confessa questo peccato di presunzione.

CitazioneSi nasce anche con questa tendenza ma essa appartiene al peccato originale non al modo in cui fummo creati.
Chi li conferma nel loro essere li odia spacciando l'odio per "ammore" rispetto e quant'altro.

Ma che c'entra il peccato originale ? Hai molta confusione su questo tema. Lascia perdere. Non inculcare nei tuoi seguaci balle madornali, degno erede di Savonarola.

CitazioneQuanto a me che ho bisogno dell'aiuto di un esorcista ha un po' di ragione perché non ho ancora vinto del tutto il mondo e per questo non sono ancora libero dal peccato.
Giona sei forte. Nascondi il tuo senso di superiorità e di onnipotenza sotto il vello dell'agnello sacrificale, della finta mansuetudine prevista dalle "Beatitudini". Resisti, continua così e vedrai che vincerai il mondo.
#1363
Attualità / Populismo - populisti
07 Novembre 2016, 08:20:32 AM
A favore del cosiddetto "populismo" influisce di più la crisi economica, il flusso record di immigrati o la paura del terrorismo ? Per avere la risposta a queste domande, evitando la lente deformante dell'ideologia, il quotidiano "Il Sole 24 Ore" ha dato incarico alla Fondazione Hume di effettuare una ricerca sull'avanzata dei movimenti anti-sistema in Europa. La conclusione a cui lo studio giunge è che ad incidere è un mix dei fattori sopra elencati, ma in particolare la percezione della difficile realtà socioeconomica (e del rischio terrorismo)  che hanno i cittadini dell'unione europea.

Per alcuni  studiosi la matrice del populismo sono le politiche di austerità (con conseguente aumento delle diseguaglianze), che le classi dirigenti europee avrebbero imposto ai loro popoli. Per altri, invece, l'elemento cruciale che ha favorito l'ascesa dei movimenti populisti è l'ingresso disordinato e illegale dei migranti in Europa, soprattutto a partire dal 2011, a seguito delle crisi  in Africa e in Medio Oriente. La prima spiegazione è la più congeniale alla sinistra, la seconda alla destra.


Ma cos'è il populismo ? Chi sono i populisti ?


Non è difficile evocare numerosi politici considerati populisti:  la francese Marine Le Pen; l'inglese Nigel Farage, simbolo della Brexit; il tedesco Frauke Petry, artefice della svolta xenofoba in Germania; l'olandese Geert Wilders, leader anti-Islam; Alexis Tsipras in Grecia; il leader di Podemos, Pablo Iglesias, in Spagna. E in Italia ? Beppe Grillo, Salvini ?
#1364
Tematiche Spirituali / Re:Radio Maria
06 Novembre 2016, 23:11:20 PM
Giona ha scritto:
Citazionel'omosessualità è un abominio - leggiti Levitico 20 versetto 13 e la prima lettera di San Paolo ai Romani.[/quote]

Giona, contemporaneo Savonarola, spero che anche a te come al domenicano Cavalcoli impediscano di affermare fandonie nella comunità religiosa che frequenti.  


Vorrei proprio vederti al cospetto di un omosessuale. Non uno di quelli addobbati con lustrini e pennacchi in testa dei gay prides, ma una persona molto discreta, nato con tale tendenza e non per scelta.


T'immagino con una croce di legno in mano che la alzi verso di lui e gli gridi "Vade retro Satana", "Vade retro omosex, abominio delle genti".


Ma ti rendi conto  che il Levitico fu elaborato 12 secoli prima della nascita di Jesus ? E che attualmente se ne sa un po' di più sull'omosessualità ?


Savonarola ebbe varie fantastiche "visioni", ne raccontò una nella predica del 23 novembre 1494: dal pulpito sostenne di aver avuto la rivelazione che l'anima di Giovanni Pico della Mirandola era in Purgatorio.


Nel 1497 fu scomunicato da papa Borgia, Alessandro VI, e l'anno dopo fu impiccato e bruciato sul rogo come eretico. Il "sor Girolamo" ne aveva combinate troppe, anche contro il potere costituito. Poi fu riabilitato ed ora è considerato "servo di Dio".
CitazionePurtroppo satana ha convinto il mondo che sono gesti di "amore" e in nome dell'amore l'uomo distrugge se stesso
Giona sei irresistibile. Satana ti sta creando uno stato persecutorio. Lo nomini continuamente nei tuoi post.  Ti ossessiona. Hai consultato un esorcista ?
#1365
Tematiche Spirituali / Re:Cristianesimo, religione atea
05 Novembre 2016, 13:15:05 PM
Duc ha scritto:
CitazioneChe necessità aveva Dio d'inviare il Messia?

Duc, ma se Gesù è Dio, il dominus non ha usato un intermediario si è soltanto personificato, o no ?
Duc, penso che stavolta hai commesso un autorete.