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Messaggi - Eutidemo

#1351
                                          SOLUZIONE
Rastislav, esaminata la scultura, esclama: - Ecco dov'era finita la "scultura in bronzo" del mio bisnonno, che era conservata da più di un secolo nel mio castello, e che poi era misteriosamente sparita!!! Me la ricordo benissimo, perchè per anni la vedevo tutti i giorni, ma ormai non ci pensavo più. Ora so che è stata rubata!!!-
Ma non è vero; Rastislav lo dice solo per indurre il ladro a confessare!
***
Ed infatti:
.
1)
Il ladro, che ha rubato la "scultura in bronzo" all'altro, ne deduce che l'altro, a sua volta, ha rubato la "scultura in bronzo" al principe; per cui preferisce autoaccusarsi del furto commesso nei confronti dell'altro, che è un comune suddito, piuttosto che essere accusato di aver derubato il principe.
.
2)
Il vero proprietario della "scultura in bronzo", invece, poichè lo scultore l'aveva scolpita sotto la sua diretta direzione, esattamente secondo le descrizioni che gli aveva fatto dei connotati di suo nonno, capisce benissimo che il principe sta mentendo apposta per far confessare il ladro; ed infatti il vero proprietario della "scultura in bronzo" sa benissimo che il principe non può certo aver posseduto una "scultura in bronzo" che corrisponde ai connotati di suo nonno, e che lui sa di aver regolarmente acquistato in Turchia.
#1352
Le vostre osservazioni sono ineccepibili!
Sono io che sono stato troppo sbrigativo nella premessa, non volendo stare a perdere troppo tempo nello spiegare gli antefatti; i quali, in effetti, sono irrilevanti ai fini della soluzione del problema che deve risolvere Rastislav.
***
A dire il vero il caso è un po' paradossale, ma è accaduto veramente!
***
Ed infatti, anni fa, vennero condotti in tribunale due giovanotti fermati in strada dalla polizia mentre litigavano cercando di strapparsi a vicenda una videocamera portatile (mi pare una Canon), davanti al portone del condominio dove abitavano entrambi; ognuno  dei due sosteneva che l'altro, di nascosto, gliela aveva rubata, scavalcando la separazione tra i loro due balconi.
La polizia chiese la ricevuta d'acquisto, per verificarne la proprietà, ma nessuno dei due la potè esibire; inoltre, poichè era stata acquistata all'estero, non si potè fare neanche una verifica in negozio.
***
I due si denunciarono a vicenda, e così finirono in tribunale in una causa degna di Totò e Peppino De Filippo; soprattutto tenendo conto dei testimoni prodotti dall'uno e dall'altro, nonchè dalla proiezione dei videotape in VHS esibiti dall'uno e dall'altro e delle relative perizie. :D
***
Questo è stato lo spunto per il mio indovinello; che, però, si è risolto in modo molto diverso!
***
#1353
Varie / Re: Rastislav e l'enigma del numero segreto
08 Agosto 2023, 06:05:42 AM
Ciao Phil. :)
In ordine alle tue considerazioni, osservo quanto segue.
.
1)
Tu scrivi: "Il principe dice che il numero del suggerimento non deve avere nemmeno attinenza matematica «indiretta» con il numero originale e, secondo me, anteporre 16 al numero da indovinare è un'attinenza matematica indiretta e piuttosto lampante!"
Il che non è assolutamente vero!
Ed infatti aggiungere "16" al numero da indovinare non non costituisce "neanche lontanamente" una un'"attinenza matematica" al numero stesso (neanche indiretta); costituisce, invece, un "suggerimento lessicale", che non ha  assolutamente niente a che vedere con una un'"attinenza matematica".
In sostanza, è una specie di "anagramma"; tipo S8 (sotto).
.
2)
Riguardo al tuo PS, insisto nel dire che è molto "cavilloso"; o, quantomeno, estremamente "tuzioristico".
Ed infatti, poichè "se" la seconda spia "dice" il numero che il principe ha sussurrato all'orecchio della prima spia,  le due spie "si salvano entrambe", qualora la seconda spia chieda alla prima - Se dico 147 ci salviamo?-, è esattamente come se la seconda spia avesse chiesto a voce alta, in via ipotetica, qual'è il numero che il principe ha sussurrato all'orecchio della prima.
Esemplificando:
- chiedere "qual'è il numero che ti ha sussurrato all'orecchio il principe, che, se io lo dico, ci salviamo"
- equivale sostanzialmente a chiedere, in forma ipotetica, "147 è il numero che ti ha sussurrato all'orecchio il principe, che, se io lo dico, ci salviamo?-
.
3)
In ogni caso "la questione non si pone neanche", in quanto il Principe ha  testualmente detto: "Il tuo collega, anche lui legato mani e piedi e bendato, <<può>> chiederti a voce alta qual'è il numero che ti ho sussurrato all'orecchio; ma tu potrai dirgli a voce alta qualsiasi altro numero, <<purchè non sia assolutamente quello che ti ho rivelato>>. "
Quindi:
- la seconda spia <<può>> chiedere all'altra spia quello che gli pare, anche se gli piace la birra, e non <<deve>> affatto limitarsi a chiedere testualmente "il numero che il principe gli ha sussurrato all'orecchio";
- è solo la prima spia che subisce un limite, in quanto <<non può assolutamente dire alla seconda il numero che il principe gli ha rivelato>>."
***
Se vogliamo metterci a cavillare, mi inviti a nozze! ;D
***
.
***
Un saluto! :)
***
#1354
Varie / Re: Rastislav e l'enigma del numero segreto
08 Agosto 2023, 05:26:55 AM
Citazione di: bobmax il 07 Agosto 2023, 21:50:32 PMLa formula in effetti c'è.
Dato N il numero delle cifre che compongono il numero segreto, abbiamo:

16 * 10^N + numero segreto
Non ho capito la formula, ma ti credo sulla parola!
#1355
Varie / Re: Rastislav e l'enigma del numero segreto
07 Agosto 2023, 13:03:05 PM
Ciao Phil. :)
Non sei affatto cavilloso, però il quesito non era affatto impossibile da risolvere; tanto è vero che non l'ho inventato io, ma "tel quel", fu un "test" a cui fummo sottoposti io ed alcuni miei amici nel lontano 1978.
***
Su 6 coppie, solo una ci azzeccò; per cui, magari, è un quesito un po' "difficile", ma non direi che sia "impossibile" da risolvere!
***
Quanto al fatto che 9 e 169, o 16.567.654 e 567.654, abbiano una "attinenza matematica fra loro" o "collegamento aritmetico" tra di loro,  per il solo fatto che il numero da indovinare è contenuto, esplicito ed invariato, nella risposta, non sono minimamente d'accordo con te!
***
Ed infatti:
a)
Se tra 9 e 169, o 16.567.654 e 567.654, ci fosse una "attinenza matematica" o "collegamento aritmetico", dovrebbe risultare da una formula; e Bobmax, che è un MAGO in matematica, l'avrebbe senz'altro trovata.
b)
In realtà, se non intuisci che "16" vuol dire "se dici", è assolutamente IMPOSSIBILE indovinare il numero che Rastislav ha detto nell'orecchio di una delle due spie.
Ed infatti, ad esempio, nel caso di 9 e 169 il "collegamento aritmetico" non è necessariamente 160 "più" il numero da indovinare, ma potrebbe anche essere 160 "meno" il numero da indovinare (151), oppure 16 "seguito" dal  numero da indovinare (9), oppure ancora 69 "preceduto" dal  numero da indovinare (1) ed un'infinità di altre possibili pseudo-combinazioni, che è impossibile desumere, se non un previo accordo tra le due spie (che non c'è).
Lo stesso vale per 16.567.654 o qualsiasi altro numero, se non cogli  l'allusione ellittica  "se dico"/"se dici".
***
Ad esempio nel numero 676.987 "è contenuto un numero",  esplicito ed invariato, che io adesso ho pronunciato ad alta voce; qual è?
Indovinalo, se ci riesci!
***
Il tuo P.S., invece, quello sì che è davvero "cavilloso"!
Ed infatti, poichè "se" la seconda spia "dice" il numero che il principe ha sussurrato all'orecchio della prima spia,  le due spie "si salvano entrambe", qualora la seconda spia chieda alla prima - Se dico 47 ci salviamo?-, è esattamente come se la seconda spia avesse chiesto a voce alta, in via ipotetica, qual'è il numero che il principe ha sussurrato all'orecchio della prima.
***
.
***
Un saluto! :)
***
#1356
Ciao Anthony. :)
Circa le tue considerazioni, osservo quanto segue:
.
1)
Tu scrivi: "Se fosse vero che bastano gli atti dimostrativi a vincere le guerre allora é difficile capire perché le armi vengono sempre utilizzate contro gli esseri umani."
Però io;
- non ho mai detto che bastano gli atti dimostrativi per vincere le guerre;
- ho detto, invece, che, contro un avversario ormai sconfitto con le "armi convenzionali", e che, quindi, è già manifestamente "in procinto di arrendersi" (come dimostrato dal pronunciamento dell'imperatore del 20 giugno), un atto soltanto dimostrativo con le "armi atomiche" sarebbe stato più che sufficiente.
Non era affatto necessario distruggere due città; che, tra l'altro, non costituivano un obiettivo bellico di particolare importanza!
.
2)
Poi tu scrivi: "E' facile dire ex post che non sarebbe stato necessario visto che non si avrà mai la controprova."
Allo stesso modo si potrebbe anche dire: ""E' facile dire ex post che era necessario distruggere  Hiroshima e Nagasaki, visto che non si avrà mai la prova che, altrimenti, il Giappone non si sarebbe mai arreso!"
In ogni caso, prima di distruggere Hiroshima e Nagasaki, gli Americani avrebbero potuto lanciare una "bomba atomica di avvertimento"; e, poi, semmai, distruggere Hiroshima e Nagasaki solo se, dopo una decina di giorni, i Giapponesi non avessero colto l'avvertimento ed avessero insistito a combattere senza dare alcun segno di cedimento.
.
3)
Poi tu scrivi: "Da notare che non é bastata una singola città distrutta per convincere i giapponesi, che si sono arresi solo dopo la seconda, come si può pensare quindi che si sarebbero arresi per qualche km2 di foresta bruciata?"
Considerazione, questa, a cui ti ha già risposto Jacopus, risparmiandomi la fatica: "La bomba di Nagasaki fu sganciata tre giorni dopo quella di Hiroshima. Anche la più veloce diplomazia non avrebbe fatto in tempo a chiedere la pace ed anche se avesse iniziato il 6 agosto, il 9 agosto non si sarebbe firmato granché. Quindi la seconda bomba fu sganciata non a causa della ritrosia giapponese a chiedere la pace."
.
4)
Quanto poi, al fatto "che l'idea che vi fosse la necessità di una vendetta per Pearl harbor sia priva di senso!", secondo me tu non conosci molto bene il carattere degli Americani; ed infatti gli Americani, sono buoni e cari, ma se si "incazzano" sul serio perchè gli hai fatto una carognata, se la legano al dito, e ti ricambiano "occhio per dente" (10 a 1).
Credo che rientri un po' nell'origine "pionieristica" con cui si sono formati gli USA!
.
5)
Quanto all'enormità dei crimini compiuti nel nome del "marxismo-leninismo", e, in particolare, dello "stalinismo", sono invece perfettamente d'accordo con te.
Ed infatti, a mio parere, l'"Holodomor" staliniano degli anni '30 (in lingua ucraina e russa Голодомор) sta alla pari con l'"Olocausto" hitleriano degli anni '40; sebbene si tratti di "genocidi" compiuti in modi completamente diversi.
***
.
***
Un saluto! :)
***
#1357
Varie / Re: Rastislav e l'enigma del numero segreto
07 Agosto 2023, 11:13:35 AM
P.S.
In effetti un problema del genere non può essere risolto soltanto con la "logica formale" (o "modale") o la "matematica", ma anche con l'ausilio del cosiddetto "pensiero laterale"; il quale, a differenza di quanti molti ritengono, non è affatto l'"opposto della logica", bensì è un valido "supporto della logica stessa".
Cioè, si deve "uscire dagli schemi"; e, per questo, occorre conoscere e maneggiare gli schemi; bisogna cioè saper riconoscere le "griglie" in cui inseriamo, per abitudine, gli elementi dei nostri ragionamenti.
In altre parole, bisogna allentare il controllo rigido della logica e cercare maniere differenti di guardare le cose; cioè introducendo dubbi e nuove ipotesi, e lasciando il campo libero all'intuito e alla fantasia. ;)







#1358
Varie / Re: Rastislav e l'enigma del numero segreto
07 Agosto 2023, 10:59:44 AM
SOLUZIONE
La spia che deve indovinare il numero chiede all'altra spia: - Se dico 47 ci salviamo?-
***
L'altra spia, dalla forma singolare ed inusitata della domanda e dal fatto che vengono rimarcate le parole "se dico", capisce l'"antifona"; cioè l'"espediente" che gli sta suggerendo "allusivamente" e "implicitamente" il collega, e, da brava spia, lo coglie al volo!
***
Quindi,  se il numero che gli ha sussurrato Ratislav fosse stato 9 risponde -No, ci salviamo solo 169!-
Cioè - No, ci salviamo solo "se-dici" 9!-
E la prima spia dice -9!-
***
Ovvero, se il numero che gli ha sussurrato Ratislav fosse stato 567.654, risponde:
- No, ci salviamo solo 16.567.654!-
Cioè - No, ci salviamo solo "se-dici" 567.654!-
E la prima spia dice -567.654!-
***
Un saluto ad entrambi! :)
***
#1359
Varie / Re: Rastislav e l'enigma del numero segreto
07 Agosto 2023, 10:33:55 AM
Entrambe le vostre soluzioni sono corrette, ma avrebbero presupposto un "previo accordo tra le due spie", che, invece, nel caso di specie non c'era affatto; ed invero  le due spie non avevano la benchè minima idea del test a cui li avrebbe sottoposti il principe.
Altrimenti le soluzioni sarebbero potute essere pressochè infinite, e Rastislav non avrebbe avuto alcun motivo di sottoporre le due spie ad una prova così facile!
#1360
Ciao Jacopus :) .
E' assolutamente vero che i Giapponesi avevano già dimostrato in più occasioni di tenere di più al loro "onore" che alla loro "vita"; una tradizione che affonda nella storia del Giappone, e nella figura del Samurai, pronto ad uccidersi (seppuku) se sconfitto o disonorato per aver disobbedito al suo signore.
Praticando lo ZEN, è un tipo di cultura che conosco abbastanza bene, sia in pratica che in teoria.
***
Oltre alla "katana", infatti,  possiedo anche il "wakizashi", (il "guardiano dell'onore"), la seconda lama - più corta della "katana" - che serviva per il "seppuku"; ma preferisco non realizzare "videoclip" mentre la uso! ;D
***
E conosco benissimo anche l'episodio della battaglia di  battaglia di Iwo Jima (硫黄島の戦), nella quale i giapponesi si sacrificarono quasi fino all'ultimo uomo "per obbedire agli ordini del loro imperatore".
***
Ed infatti tu non consideri che l'onore del samurai (o del giapponese in generale), consisteva principalmente nell'"obbedienza" al suo "signore" (che fosse il suo "daimyo" o l'"imperatore"); per cui, visto che già dal  20 giugno del 1945 l'imperatore del Giappone aveva convocato il consiglio di ministri a cui aveva chiesto di porre fine alla guerra, non sarebbe stato per nulla "disonorevole", per un giapponese, arrendersi per volere dell'imperatore.
Semmai sarebbe stato  "disonorevole" continuare a combattere contro la sua volontà.
***
Il concetto di "patriottismo" dei Giapponesi è molto diverso dal nostro!.
***
Hai ragione nel dire che un'"invasione del territorio giapponese avrebbe comportato una grande spesa di uomini ma anche di ricostruzione delle infrastrutture, cui avrebbe dovuto farsi carico la potenza vincitrice, come avvenne in Europa occidentale."
Ma questa è una colossale "BALLA" raccontata "a posteriori" dagli Americani per giustificare il loro orrendo crimine; ed infatti, sin da giugno, l'Imperatore era ben deciso ad ottenere la pace anche senza lo spauracchio della bomba atomica (di cui ignorava l'esistenza).
Per cui, se gli Americani avessero voluto, avrebbero potuto ottenere la pace anche senza dover conquistare palmo a palmo il Giappone, e senza dover commettere le stragi di Hiroshima e Nagasaki; nè sarebbe stato necessario mettere di mezzo i Russi, perchè l'Imperatore, a condizioni accettabili, si sarebbe arreso anche agli Angloamericani.
***
Gli Angloamericani, però, volevano "formalmente" una "resa senza condizioni"; mentre invece, poi, all'atto pratico, ottennero "sostanzialmente" una "pace condizionata", senza neanche pensare a destituire l'Imperatore (e nemmeno a far indire elezioni al riguardo, come qui in Italia col Re, che, pure, aveva combattuto al loro fianco).
***
Un saluto! :)
***
P.S.
E' vero che alcuni comandi militari e soldati isolati, appartenenti a delle remote forze giapponesi sparse su tutto il territorio asiatico e su alcune isole del Pacifico, rifiutarono di arrendersi per mesi e anni dopo la pace; ma, in genere, questo avvenne o per carenza di comunicazioni, oppure perchè pensavano ad un inganno del nemico.
In ogni caso, se ci fu qualcuno che, invece, continuò a combattere consapevole di farlo contro l'ordine espresso dell'Imperatore, di sicuro non seguì la "Via del Bushidō".




#1361
Ciao Anthony :)
Per raggiungere egualmente tali scopi, secondo me, era sufficiente far esplodere le due bombe in una zona desertica del Giappone; in tal modo gli USA avrebbero potuto egualmente convincere i Giapponesi ad arrendersi, senza dover mettere di mezzo l'URSS.
***
L'effetto intimidatorio ci sarebbe stato lo stesso: ed infatti, se qualcuno ti spara tra i piedi, e ti ingiunge di arrenderti, tu alzi subito le mani, senza alcun bisogno che ti debba sparare una pallottola su ciascun piede per convincerti.
Tanto più se sei già propenso ad arrenderti (come nel caso dei Giapponesi)!
***
Inoltre bombardare Hiroshima e Nagasaki non serviva minimamente ad "annientare la capacità di reazione del nemico", in quanto non erano centri militari o industriali di una qualche importanza.
***
Per cui, a parte il fatto che non sempre il fine giustifica i mezzi (quando i mezzi consistono nel genocidio), in questo caso, almeno secondo me, si sono usati mezzi disumani, criminali e brutali, assolutamente inutili e superflui per ottenere lo scopo di far arrendere il Giappone (che ormai non desiderava altro).
I veri scopi erano altri; i quali, comprensibili o meno che fossero, non giustificavano comunque la distruzione di due città, e la contaminazione atomica di due o tre generazioni di superstiti!
***
Un saluto! :)
***
#1362
Varie / Rastislav e l'enigma del numero segreto
06 Agosto 2023, 13:09:03 PM
Il principe Rastislav ha catturato due spie, alle quali dice: - Io, in genere, le spie le impicco subito, senza tante cerimonie; ma, nel vostro caso, voglio darvi un'opportunità di salvezza!
E, accostatosi ad una delle spie, che era ben legata mani e piedi e bendata, gli dice nell'orecchio un numero qualsiasi (per esempio 9 o 567.654 o qualsiasi altro numero) senza che nessun altro possa udirlo.
***
- Ora il tuo collega, anche lui legato mani e piedi e bendato, può chiederti a voce alta qual'è il numero che ti ho sussurrato all'orecchio; ma tu potrai dirgli a voce alta qualsiasi altro numero, purchè non sia assolutamente quello che ti ho rivelato. Inoltre non deve avere alcun collegamento aritmetico nè la benchè mimima attinenza matematica, neanche indiretta, con quello che ti ho rivelato (ad es. 222 per far capire un 6 o cose del genere).
Se, dopo averti fatto la domanda, e dopo che tu gli hai risposto (il tutto alla mia presenza e a quella della corte), il tuo collega ci dice esattamente il numero che io ti ho sussurrato all'orecchio, siete salvi entrambi; altrimenti morirete.
Avanti, avete solo cinque minuti sia per la domanda che per la risposta; e guai a voi se cercate di farvi segnali in codice!-
- Ma come facciamo a farci segnali in codice, se siamo legati mani e piedi e bendati?- esclama una delle due spie.
- Questo è vero!- ammette Rastislav - Ma di voi spie non si può mai fidare; per cui non ci provate nemmeno, perchè io ed i miei sgherri vi guardiamo e vi ascoltiamo con la massima attenzione!-
***
Come fanno a salvarsi le due spie? ::)
***
#1363
Al riguardo Churchill scrisse che le bombe atomiche, in fondo, furono sganciate anche per "fare un un favore ai Giapponesi", i quali, sennò, non si sarebbero mai arresi e sarebbero stati uccisi tutti quanti; ed infatti, secondo lui, "Il popolo giapponese poteva trovare nell'apparizione di quest'arma quasi soprannaturale una scusa tale da salvare il proprio onore e liberarlo dall'obbligo di farsi uccidere fino all'ultimo uomo".
Però, secondo me, Churchill  fu molto più sincero quando scrisse:  "In tempo di guerra la verità è così preziosa che deve essere protetta costantemente da un velo di bugie".
***
Ed infatti, almeno a quanto mi risulta, non è assolutamente vero che i Giapponesi non volessero arrendersi a nessun costo!
***
Tanto è vero che, il 20 giugno del 1945 l'imperatore del Giappone convocò un consiglio di ministri a cui chiese di porre fine alla guerra il più presto possibile; di conseguenza, ai primi di luglio, il principe Konoye fu inviato a Mosca con il mandato ufficiale dell'imperatore di cercare di ottenere la pace tramite la mediazione dell'URSS.
***
Ma gli Americani, lo vennero a sapere; ed infatti, il progetto di crittografia americano "Magic" aveva decriptato molti dei codici giapponesi; incluso anche il codice "Purple", utilizzato dal Ministero degli Esteri giapponese per criptare ad alto livello la corrispondenza diplomatica.
***
Pertanto i messaggi cifrati tra Tokyo e le ambasciate giapponesi in URSS poterono essere letti dagli Alleati quasi contemporaneamente a coloro cui erano diretti i messaggi; quindi gli Americani sapevano benissimo che, essendo "arrivati alla frutta", i Giapponesi ormai "cercavano un modo per arrendersi", in quanto non avevano alcuna intenzione "di farsi uccidere fino all'ultimo uomo"
Però, che il Giappone cercasse di arrendersi con la mediazione dell'URSS, non andava affatto a genio a Truman per svariate ragioni.
.
Ed infatti:
.
1)
Truman non era affatto interessato a mettere fine alla guerra il più presto possibile per il tramite dell'URSS, onde evitare che Stalin avanzasse poi rivendicazioni in Estremo Oriente; voleva, invece, che fossero gli USA a concludere per primi la guerra con la "forza bruta", per  affermare la loro egemonia sul Giappone e su tutta l'area estremorientale.
Ed infatti, due giorni dopo la bomba su Hiroshima, Stalin dichiarò guerra al Giappone per non restare indietro; e quindi Truman, nel giro di ventiquattro ore, ordinò di sganciare un'altra bomba su Nagasaki (tanto per non lasciare dubbi sul suo "diritto di prelazione").
.
2)
Inoltre l'ammiraglio Leahy, capo di stato maggiore sotto il presidente Roosvelt, dichiarò espressamente: "Gli scienziati ed altri volevano sperimentare concretamente la bomba atomica, date le enormi somme di denaro che erano state investite nel progetto: due miliardi di dollari".
.
3)
Ci fu anche qualcuno che avanzò timidamente l'idea che, forse, sarebbe stato sufficiente "sperimentare" le due bombe su zone disabitate del Giappone; ed infatti i Giapponesi avrebbero capito lo stesso l'antifona, e si sarebbero subito arresi egualmente.
Ma l'idea fu respinta per tre ragioni:
a)
Era bene che Stalin si rendesse conto che gli Americani non si sarebbero fatti scrupoli nell'usare "armi di distruzione di massa", se ciò si fosse rivelato necessario per evitare  che le sue eventuali mire espansionistiche travalicassero i limiti stabiliti a Yalta e Potsdam.
b)
Era bene che le "popolazioni gialle", sulle quali gli USA si ripromettevano di affermare in futuro la loro egemonia, si rendessero conto che gli Americani non si sarebbero fatti scrupoli nell'usare "armi di distruzione di massa", se ciò si fosse rivelato necessario per il raggiungimento dei propri fini (allora erano gli unici a possedere bombe atomiche).
Ed infatti Mac Arthur,  durante la guerra di Corea,  propose l'uso di circa cinquanta bombe atomiche, per chiudere la partita "in dieci giorni"; ma ciò non avvenne perchè ormai le bombe atomiche ce le aveva anche l'URSS (la prima venne fatta esplodere con successo il 29 agosto 1949), e perciò Truman "lo tirò per la giacchetta".
c)
Infine, sganciare le due bombe su zone disabitate del Giappone, non avrebbe compensato a sufficienza l'attacco a tradimento di Pearl Harbour; il sangue chiamava sangue!
***
.
***
Ma questa è solo una mia opinabile interpretazione degli eventi; ed infatti, da parte di molti storici prevale tutt'ora la tesi della "finalità umanitaria" delle due bombe su Hiroshima e Nagasaki.
***
#1364
BRAVISSIMO Bobmax, la tua soluzione è perfetta. :)
***
Questa era la mia.
Il numero a fianco di ogni lettera indica il numero di centri.
PRIMA "MANCHE"
A 90
B 1
C 91
D 92
E 93
SECONDA "MANCHE"
A 90
B 91
C 1
D 92
E 93
TERZA "MANCHE"
A 90
B 91
C 92
D 1
E 93
QUARTA  "MANCHE"
A 90
B 91
C 92
D 93
E 1
TOTALE GARA
A) 360 VINCITORE
B) 274
C) 276
D) 278
E) 280
***
Però la tua soluzione mi piace di più, perchè è più "simmetrica"!
***
Un saluto! :)
***
#1365
Varie / Il paradosso della gara di tiro con l'arco
05 Agosto 2023, 17:05:39 PM
In una "gara" di tiro con l'arco sono previste quattro "manche" (prove in cui si articola una "gara"); in ciascuna delle quali, ogni concorrente ha a disposizione 100 tiri.
Ogni "manche" ha una sua classifica, in base al numero di centri che fa, in ciascuna di essa, ogni concorrente; però il vincitore della "gara", è chi ha fatto più centri complessivi di tutti  gli altri nelle quattro "manche" globalmente considerate.
***
Ad una "gara" partecipano cinque concorrenti: A, B, C, D, E.
In ciascuna delle quattro "manche" A arriva penutimo, cioè fa meno centri dei primi tre classificati, superando solo l'ultimo in classifica in ognuna prova; tuttavia A vince la "gara" complessiva con un notevolissimo stacco dal secondo classificato.
In "pratica" è molto difficile che si verifichi una situazione del genere, ma in "teoria", mi sembra che sia possibile.
Come?
***
P.S.
Il titolo originario era '"L'enigma della gara di tiro con l'arco", poichè, quando l'avevo concepito, mi sembrava abbastanza difficile da risolvere; ma mio figlio, che è ingegnere, l'ha risolto in meno di cinque minuti, dicendomi che un "problemino da quinta elementare".
Tuttavia, considerato che mi sembrava comunque strano, bizzarro e singolare che, in una gara di tiro con l'arco, colui che arrivava penultimo in tutte e quattro le "manche" potesse vincere l'intera competizione piazzandosi al primo posto con un larghissimo stacco dal secondo classificato, ho pensato che valesse egualmente il caso di proporvelo, cambiando però il titolo "Il paradosso della gara di tiro con l'arco."
Se, poi, è troppo facile da risolvere, pazienza; spero almeno che sia stato lo stesso divertente per voi risolverlo, così come è stato divertente per me idearlo e proporvelo! :)