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Messaggi - viator

#1366
Salve Eutidemo. Ma non era questa l'ottica in cui criticavo l'utilizzo improprio dei verbi "percepire" piuttosto che "concepire". Il punto di vista mia era fondamentalmente e semplicemente lessicale.

Percepire : "ricevere o sperimentare "per-....."", cioè "attraverso" cioè "per mezzo di qualcosa che separa il fuori di noi dal dentro di noi". QUINDI LA PERCEZIONE CONSISTE UNICAMENTE NEI MESSAGGI TRASMESSICI DA QUALCUNO DEI SENSI CORPORALI.


Concepire : "produrre o generare" ciò che è "con-......", cioè che risulta connesso unicamente alla nostra capacità di pensare, intesa come elaborazione autonoma di concetti i cui ingredienti avranno pure una indiretta origine a noi esterna (senza un qualche genere di memoria ed esperienza nessuno mai concepirà alcunchè), ma vengono da noi individualmente "assemblati" in modo da potersi integrare con quanto è già ospitato dalla nostra mente-psiche.QUINDI LA CONCEZIONE  CONSISTERA' UNICAMENTE NEI NOSTRI ELABORATI MENTALI.



Così secondo me è, e sono certo che a questo punto - condividendolo o meno - la tua vivida intelligenza avrà afferrato il mio "distinguo". Stammi bene.
#1367
Salve Eutidemo. Citandoti : "Ed invero è fuori di dubbio il fatto che noi percepiamo le cose, indipendentemente dalla loro esistenza; il che è anche sperimentalmente documentato dai miraggi e dalle allucinazioni".

Mi dispiace parermi constatare che anche tu fai confusione tra il percepire ed il concepire.

Mentre i miraggi sono da noi PERCEPITI SENSORIALMENTE (l'occhio vede ciò che la realtà fisica genera sulla base delle leggi della fisica atmosferica e dell'ottica (riflessione-rifrazione))..........tale percezione esteriore viene poi interpretata dal nostro cervello il quale è portato a scambiare il reale fisico percepito dai sensi (la percezione di una lontana immagine tremolante e lucente) con l'irreale simbolico noto alla nostra psiche o memoria (il CONCETTO PSICHICO di acqua o di figure umane tremolanti).



Le allucinazioni invece appartengono invece solamente al regno del CONCEPITO PSICHICAMENTE poichè sono interamente prodotte all'interno del nostro sistema nervoso anche in mancanza di stimoli esterni.Con "mancanza distimoli esterni" non intendo "mancanza di origine o cause esterne (esogene)".......infatti alcool, droghe ed altro sono consuete cause allucinatorie.Intendo il fatto che le immagini e gli stimoli sensorialmente sperimentabili durante gli stati allucinatori vengono generati tutti al nostro interno (dalla nostra memoria cosciente od onirica, da nostre fisiologie o patologie). Saluti.
#1368
Salve Socrate78 e donalduck. Citando : "l'unico fondamento certo che rimane è il fatto che noi percepiamo le cose, indipendentemente dalla loro esistenza".

Piacevole ma irragionevole conclusione. Peccato che la percezione sia un meccanismo biologico-sensoriale ben solidamente esistente il quale non solo esiste, ma funge da tramite tra gli esistenti cause della percezione e gli esistenti effetti della percezione. Il tutto anche al di fuori della nostra craniopsicofilosofica capacità di concepire l'inesistente.

Infatti temo proprio proprio che, all'interno della citazione sopra richiamata, sia stata fatta confusione tra il percepire (attribuendogli un significato psichico del tutto inappropriato) ed il concepire. Saluti.
#1369
Salve Eutidemo. Grazie degli infiniti e sempre pertinenti tuoi chiarimenti. Ma la mia ipotesi circa il "giudizio" (piuttosto che opinione od impressione) del cittadino convenuto davanti al giudice.......non implicava certo una valutazione ai sensi delle Leggi e Codici vigenti attualmente in proposito.


Descriveva invece una possibile prassi da instaurarsi dopo aver riformato il concetto di "libertà" (di pensiero, di opinione, di impressione). Quindi dopo aver CASSATO i reati di insulto, diffamazione etc. e tutti gli altri consimili oggi esistenti e frutto di una tradizione morale profondamente ipocrita. Saluti.
#1370
Salve Eutidemo. Ovvia paradossalità dovuta all'utilizzo dell'espressione "manifestare liberamente il proprio pensiero". I Grandi Padri della Costituzione purtroppo, pressati da vicino dall'urgenza di realizzare un casinistico compromesso tra il pensiero clericale, quello liberale e quello marxista.........non ebbero tempo di pensare a ciò che fecero scrivere.


Ciascuno deve essere libero di manifestare le proprie opinioni (convinzioni generate dalla propria esperienza), le proprie impressioni (umori o convinzioni provvisorie generate dalla singola circostanza), le proprie concezioni (pensiero concettuale creativo).


Solamente, se richiestogli da qualcuno che si senta offeso da quanto sopra, dovrà presentarsi in tribunale e rispondere ad un semplice quesito postogli dal Magistrato : "Lei (ad esempio) è stato udito affermare che il Capo del Governo è un ladro. Ora mi dica : la Sua era una opinione, una impressione, una concezione o lei intendeva formulare un giudizio ?".


Se il convocato risponderà essersi tratto di una delle prime tre tesi, potrà tornarsene a casa tranquillo.


Se invece risponderà essersi trattato di di un proprio giudizio........visto che il giudizio su quanto risulti convenzionalmemte vero piuttosto che falso tocca ai Magistrati e non al singolo ordinario Cittadino..............il Magistrato stesso chiederà al cittadino da lui convocato le prove di quanto affermato le quali, se non esibite o non probanti, produrranno la condanna del convenuto secondo le vigenti imputabilità. Saluti.




#1371
Tematiche Filosofiche / Re:I postulanti dell'Assoluto
11 Dicembre 2020, 21:38:58 PM
Citazione di: Donalduck il 10 Dicembre 2020, 22:50:51 PM
Citazione di: viator il 10 Dicembre 2020, 20:54:38 PM

Ciao viator. Il grosso problema della tua definizione è che usa come concetti fondamentali quelli di causa ed effetto, che ovviamente presuppongono l'esistenza, si applicano solo all'esistente, possono essere definiti solo sulla base del concetto di esistenza.
Ma io penso che qualunque tentativo di trovare il "fondamento ultimo" di qualsiasi cosa nel migliore dei casi possa portare a due concetti (in genere di più) che si definiscono l'un l'altro. Del resto basta pensare alla natura del linguaggio, del segno, del pensiero. Niente si regge da solo, ogni cosa ha bisogno di un sostegno, anche se assistiamo al paradosso di due sostenenti-sostenuti ognuno dei quali sostiene l'altro e nessuno dei due cade, come due persone che restassero sospese in aria afferrando ognuno l'altro per un braccio, in tal modo impedendogli di cadere.

Salve donalduck. Sensatissima osservazione. Solamente che l'essere non viene da me dato come unico e fondamentale ingrediente costitutivo e generativo del Mondo.

Così come cause ed effetti risultano inestricabilmente connessi e mai disgiungibili all'interno della condizione dell'essere, l'altra faccia della medaglia vede raffigurati, all'interno del binomio causa-effetto, l'inestricabile complementare connessione tra l'essere ed il divenire.
Mentre causa ed effetto rappresentano la veste d'impronta percettiva-fisicistica di ogni cosa, l'essere ed il divenire ne sono la veste d'impronta concettual-filosofica. Saluti.
#1372
Salve Socrate78. Interessante questione che provo a commentare nel modo che mi sta diventando consueto, cioè grassettando all'interno del tuo testo :

Citazione di: Socrate78 il 10 Dicembre 2020, 20:34:24 PMSecondo voi è normale non essere mai stati innamorati nella vita? (l'amore (sentimentale, affettivo, sessuale) è il regno della perfetta facoltà del COME AMARE e della perfetta impossibilità di stabilire QUANDO AMARE. Perciò lasciamo perdere il concetto di normalità) . Io personalmente (ora ho 42 anni) non ho in pratica mai sperimentato quel meccanismo fatto di attrazione fisica unito ad affetto intenso che si chiama "innamoramento" e che ti porta poi a dire "Ecco, amo quella persona, ne ho bisogno per la mia felicità, senza di lei mi manca qualcosa e sono vuoto, perso...." (vorrà dire che sei un "tiepido" (molto, in proposito, dipende dalle vicende della nostra prima infanzia) e magari avrai sublimato in altre direzioni certe pressioni istintuali), anche quando ho incontrato donne che mi piacevano la mia mente tendeva a distrarsi con altre cose, e quindi il pensiero non si focalizzava su quella che poteva essere la compagna della mia vita, era come se una forza interna mi distogliesse dall'approfondire il rapporto, dal sentire la volontà di farlo (appunto, varrà forse la seconda delle due ipotesi che ho appena fatto).
Anche gli impulsi propriamente sessuali sono sempre stati in me scarsi, in pratica ho provato vera e forte eccitazione solo nella pornografia (secondo me ciò significa che, possedendo tu dei potenti freni morali, hai involontariamente confinato al di fuori dei comportamenti reali e sociali - quindi nella fantasia connessa alla finzione pornografica, dove (nella fantasia !) tutto è moralmente innocente e lecito - le tue (per ciascuno, naturali) pulsioni alla trasgressione) e nel vedere immagini di donne dal fisico molto sexy (tipici emblemi di impronta mammaria) ma nella realtà vera anche di fronte alla bellezza di una donna era come se una parte di me restasse piuttosto fredda e distaccata (anche qui io vedo forse una conferma di ciò che ho sopra ipotizzato). Quindi mi chiedo: è normale tutto questo? (La domanda da farsi diventerebbe invece, secondo me : "E' ammissibile o deviante tutto questo?". E la mia risposta sarebbe : E' ammissibile e non rappresenta una deviazione. Ci sono un sacco di persone che non si innamorano mai perchè "prese" e dedite solo all'egoismo, secondo me tu non dovresti essere tra questi, anzi forse la tua vocazione potrebbe essere quella di rendersi utile senza voler appropriarsi (volere per sè) di una qualche controparte femminile o comunque affettiva). Oppure vi sono sostanzialmente dei forti tratti di anaffettività nel mio carattere? (Non necessariamente. potrebbe trattarsi di un eccesso di riservatezza che maschera l'affettività, magari del timore di venir giudicato, oppure dicondizionamenti subiti in età precoce. La tematica non può certo venir approfondita qui). Se ci rifletto avrei voluto essere diverso, ma non credo però che in questo ambito la nostra personalità si possa più di tanto scegliere, perché i sentimenti di per sé non possono essere imposti dalla volontà. (Appunto, come ho affermato io all'inizio). Inserisco il post nelle tematiche spirituali visto che è una tematica spirituale in senso lato, anche se è più di tipo psicologico.
Saluti......e complimenti per la sincerità con cui ci hai parlato di te.
#1373
Tematiche Filosofiche / Re:I postulanti dell'Assoluto
10 Dicembre 2020, 20:54:38 PM
Salve donalduck. Timidamente, vergognandomene un pochetto (mi sembra di star facendo il pedante insistente supponente rompiattributi, nel ripetere per la (circa) trentesima volta un certo mio personale concetto e definizione dell'essere-esistente)..............., mi decido tuttavia ad assillare anche te con le mie osservazioni che qui sotto inserisco grassettando :

Citazione di: Donalduck il 10 Dicembre 2020, 20:22:31 PMBisognerebbe specificare cosa significa "anche se esistesse in maniera indipendente dal soggetto". Il punto è sempre la definizione di esistenza o realtà (io non faccio distinzioni tra i due termini e li uso come sinonimi) (Secondo me fai bene a considerarli sinonimi fattuali). Ritengo che sia impossibile definire l'"esistenza in sé" indipendentemente da qualunque soggetto, (ecco, invece secondo me l'esistenza-essere altro non è che la condizione al cui interno le cause generano i propri effetti.......e le cause e gli effetti non possono venir considerati soggetti poichè risultano indistinguibilmente compenetrati e contemporaneamente entrambi incarnanti - se lo si vuole - sia il ruolo di soggetto che quello di oggetto), tutt'al più si può fare appello a una precaria (e a mio avviso fallace) concezione intuitiva non razionalmente esprimibile. In particolare mi sembra impossibile spiegare, sempre senza ricorrere al concetto di soggetto percipiente in cosa consista la differenza tra esistere e non esistere, in cosa consista questo attributo di "esistente" (limpossibilità con la quale, da bravo ignorante, mi sono appena permesso di confrontarmi). Senza questa definizione anche la frase citata (quella di alexander) non può avere un senso, basandosi su un concetto indefinito (a meno di tentare nuovi confronti basati su quanto ho qui sopra definito).
Amichevoli saluti.
#1374
Tematiche Filosofiche / Re:I postulanti dell'Assoluto
10 Dicembre 2020, 11:39:12 AM
Salve alexander. Inserisco nel tuo testo qualche mia piccola osservazione, in grassetto :


Citazione di: Alexander il 10 Dicembre 2020, 11:16:08 AMSenza un soggetto percipiente l'universo, anche se esistesse in maniera indipendente dal soggetto stesso, sarebbe esattamente come se non esistesse(.....sarebbe esattamente come SE PER IL SOGGETTO STESSO non esistesse., quindi non esisterebbe soggettivamente). Il concetto stesso di esistenza ha necessità di un soggetto che percepisce qual-cosa. (ciò secondo il punto di vista tuo e di molti altri. Poichè l'esistere-essere potrebbe anche venir definito come "la condizione per la quale le cause generano i propri effetti", le cause oggettive esistenti al di fuori di un soggetto potrebbero continuare a produrre effetti oggettivi anche in mancanza di soggetti. Anzi, uno degli effetti oggettivi delle cause oggettive potrebbe essere (essere stato) la produzione dei soggetti umani). Ogni cosa è tale perché è posta di fronte ad un soggetto che la definisce come "cosa". Allo stesso tempo il soggetto si definisce in rapporto all'oggetto: "io non sono questo; sono Altro da ciò".(L'"io" è termine denotante l'esistenza di individui, non di soggetti. Tieni presente, tanto per aumentare la confusione, che la definizione di "soggetto" sarebbe "chi o ciò che agisce".....ma anche "ciò o chi E' SOGGETTO A ....", cioè subisce. Tale seconda definizione mi sembra del tutto confinante con quella di "oggetto".....in fondo la differenza - ampiamente mistificabile - consiste in una semplice "S-"). Saluti.
#1375
Salve InVerno. Intervengo inserendo miei commenti in grassetto :


Citazione di: InVerno il 09 Dicembre 2020, 07:46:49 AMSpiritualmente l'occidente è alla deriva, (e l'oriente (Cina esclusa), assieme al terzo, gli corre dietro) non so se si stesse meglio prima (prima si stava ed ora si sta............in modi relativamente diversi a livello collettivo ma assolutamente equivalenti a livello individual-esistenziale) (è irrilevante, secondo me) ma il numero di persone che hanno completamente abdicato alla cura del proprio spirito è veramente alto. (Aumenta il numero delle persone alle quali non viene insegnato o spiegato cosa lo spirito - secondo una certa cultura - possa mai essere). Badare alla propria psiche non è considerato un attività ("producente")"lecita" per le persone normali (le quali inseguono il successo attraverso l'apparenza, non l'invisibile psichismo) ma qualcosa che fanno i soggetti (marginali) appartenenti agli estremi e che seguono corsi di "yoga kundalini" o che credono nella "memoria dell'acqua", per tutti gli altri regna l'instabilità emotiva e psichica, l'irrazionalità travestita da razionalità funzionale, nel caso poi questa sfoci in problemi per gli altri (e che qualcuno se ne accorga) si manda giù una pillola o si paga profumatamente un "confessore" (che almeno prima era gratuito, anche se (incamerava - alla faccia della "privacy" - informazioni personalissime e poi) curava solo con preghiere). Ho un amica che fa la psicologa, che va dallo psicologo, e che nel frattempo ha in cura il figlio dello psicologo, non so se tra di loro si prescrivano pillole, spero almeno conguaglino le fatture. (Trovo strano un simile movimento contabilfiscale tra professionisti.........risulta infatti che le fatture siano tra le principali fonti di disagio psichico tra gli psicologi mentre invece risultino tra le principali fonti d'introito (in "nero") per le fattucchiere). Pare che il pendolo vaghi tra due estremi, tra l'incuria totale della propria psiche (infatti gli psicologi si occupano dell'altrui psiche, mica della propria !), e il credere che forze magiche governino l'universo (come infatti propongono le fattucchiere veramente professionali anche se poco fiscali), tertium non datur (almeno per la maggioranza), trovare quella terza via, sarebbe un vero progresso morale per affrancarsi dalle morali assolute.
Salutoni.
#1376
Tematiche Filosofiche / Re:Oltre Cartesio
08 Dicembre 2020, 22:22:05 PM
 Salve Paul11. D'ora in poi cercherò di ricordarmi di chiamarti Maestro.


Per quanto il gioco venga facile all'insegnante (raffica di domande dall'apparenza discorsiva elementare ma dall'approfondibilità filosofico-lessicale insondabile), cercherò di stare al gioco facendo l'alunno ignorante ma volonteroso. Ovviamente non riuscirò a soddisfare le tue attese docenziali ma non preoccuparti...........una bocciatura in più non mi cambierà la vita.
Dunque : Esercizio filosofico : replico grassettando :

L'IO = quindi sarebbe un contenitore? No, è una forma astratta. E' la geometria di una struttura (e non l'insieme dei componenti la struttura). L'insieme delle relazioni che connettono e fanno funzionare reciprocamente la memoria, la coscienza ed il raziocinio per produrre delle consapevolezze mentali utilizzabili per gestire la propria vita. Anche lo Stato, per spiegarci, è una forma astratta consistente nell'insieme delle relazioni che connettono etc. etc. etc. per produrre il funzionamento della vita della Società.

Fisico, meta-fisico, o cos'altro? Vedi tu, sulla base di quanto detto sopra, ma soprattutto di quanto dirò più avanti.
Concetti? Cosa sono= prodotti da che cosa? I concetti sono enti astratti prodotti dalla (ma non consistenti in-) attività cogitativa utilizzando gli strumenti del linguaggio, in quanto destinati essenzialmente (ma non esclusivamente) alla comunicazione.  L'attività cogitativa consiste nella produzione - da parte della coscienza di un flusso modulaile di potenziali elettroneurali, quindi fisicissimi benchè IM-MATERIALI perchè semplicemente estranei benchè COMPLEMENTARI alla materia la quale è appunto la dimensione fisica MATERIALE.

Fisico o meta-fisico? Circa la metafisica, essa per me (accetta la solitudine  di un "bastian contrario") non è "l'oltre la fisica estraneo ed incompatibile con la fisica", bensì "l'oltre la fisica che, risultando non spiegato dalla fisica nota, o verrà un dì spiegato dalle scienze fisiche o non verrà mai spiegato dalla fisica". Quindi, anche per concetti, cogitazioni e pensato, vedi tu dove metterli.
Im-materiali? Quindi non sono nel dominio fisico-sensibile, non fanno parte delle percezioni sensoriali. Quindi sono meta-fisici. Vedi qui sopra.

Ma esistono? Cosa significa esistere? Al di là del letterale "essere al di fuori di qualcosa o di qualcuno", esistere significa risultare effetto di ciò che precede e contestualmente risultare causa di ciò che segue". Anche qui, vedi da te se quanto trattato sinora esiste o meno.
L'essere è accomunabile con il termine esistenza? . L'essere è "la condizione per la quale le cause producono i loro effetti". Ovvero la condizione che permette l'instaurarsi dell'esistenza.
L'esistenza percorre solo il dominio del sensible= percepibile attraverso i sensi , oppure vale anche per gli enti im-materiali ? Immateriale non significa necessariamente spirituale o metafisico, come appunto ho rozzamente accennato qui sopra. Infatti l'immateriale energetico..........(vedi sempre qui sopra). Perciò, sempre sulla base della mia definizione (vedi ancora qui sopra) di esistere........non vi è distinzione esistenziale tra il sensibile ed il concepibile. Basta che l'uno o l'altro risultino effetti e poi cause di qualcosa, ed essi entrambi saranno da considerare esistenti.
Esistere sia per il dominio fisico che meta-fisico? Fatta sempre salva la mia precisazione circa il "metafisico", avrei già risposto qui sopra.
Io, coscienza e psiche  genero .E' definibile, daccapo, l'IO, la coscienza la psiche. Dell'IO ho trattato all'inizio.
.....,se non hanno consistenza fisica come potrebbero generare? Si capisce  che vi è commistione fra fisica e meta-fisica?L'energia non è materiale? Quindi è im-materiale = meta-fisica. Anche qui, tener presente quanto ho accennato circa la natura contemporaneamente fisica ed immateriale dell'ìenergia e circa il significato da me attribuito al termine "metafisica."
La forma = relazione. Ma le relazioni (ad es. "IO penso") ci dicono cosa è(ontologia) l'IO e la predicazione "penso"? No, non ce lo dicono.
La relazione ci dice il processo gnoseologico( di conoscere, pensare,ecc.) ma nulla ci dicono cosa sia il pensiero e cosa sia l'IO. Cosa io penso sia l'IO e cosa possa essere il pensiero....non ce lo dice la forma=insieme delle relazioni, ma lo accenno io qui sopra.

Eppure non sapendo nulla deduciamo che fisicamente ,come corpo, viviamo.  Ma vivere è uguale ad esistere? Vivere = esistere sono uguali ad essere?  Vivere è termine biologico-psicologico, relativo quindi ad un ritrettissimo aspetto incluso nella condizione dell'essere.
Ma se fosse che enti im-materiali = meta-fisici (oltre  la fisica) ci diano la consapevolezza che esistiamo , significa che prima sta la meta-fisica e solo dopo la fisica. In  quanto se un IO e la predicazione "penso" fossero im-materiali, la deduzione di esistere (fisicamente) sarebbe una conseguenza. L'equivoco qui riguarda sempre il significato di "immateriale" che per te significa spirituale e metafisico, per me – diversamente – "estraneo alla materia" ma magari "appartenente al dominio della fisica ma non della materia (bensì dell'energia)".

Quindi è corretto che Cartesio premetta che il cogito non faccia parte del dominio sensibile, non è fisica (materialità, res extensa per Cartesio) eppure l'oltre-fisica (meta-fisica) interagisce con la fisica dandoci consapevolezza di esistere . Cartesio, grandissimo genio, speculava utilizzando ciò che risultava noto o ragionevolmente ipotizzabile ai tempi suoi. Un pò troppo l'attendersi proiezioni ed ipotesi neurologiche, elettrologiche, evolutivistiche, neurofisiologiche da lui o dai suoi contemporanei. Inoltre non esiste-esisteva solo il dominio sensibile esteriore (quello cui accenna appunto C.) E il dominio sensibile interiore, emozionale, tanto per intenderci.......quello riguardante il concetto attuale (ben diverso da quello classico) di psiche ?.
E allora "giochiamo":  se Cartesio avesse scritto "Sum, ergo cogito" sarebbe stata la stessa cosa? Assolutamente no. Sarebbe incorso in un volgare effetto di capovolgimento causa-effetto. L'essere non permette ritorni di fiamma.
Sum= sono...ma qualunque cosa che esiste è? Già fornito qui sopra addietro il mio punto di vista.
E per affermare che "sum" implicitamente significa che lo penso . No comment.
Solo gli esseri che pensano sono ? Anche a ciò mi sembra di aver già implicitamente risposto sopra.




Naturalmente il gioco è bello quando non dura troppo, per cui ti comunico di non poterti assicurare la mia disponibilità per futuri esami-interrogatori. Abbiti intanto i miei deferenti saluti che ti prego di voler estendere anche ad eventuali tuoi colleghi del Consiglio di Istituto.
Sono a loro disposizione ma solo per materie diverse da quelle che abbiamo trattato oggi.
#1377
Salve bobmax. Citandoti : "Perché in effetti sembrerebbe che l'io sia ciò che pensa...

Ma non potrebbe essere invece proprio il contrario?
Ossia che è il pensiero che genera l'io?".

Certo che potrebbe essere RIDUTTIVAMENTE il contrario. Esattamente come potrebbe essere RIDUTTIVAMENTE che sia l'uovo a generare la gallina invece che la gallina a fare l'uovo.


Hai voglia quante considerazioni RIDUTTIVE di questo genere possiamo fare !


Andando oltre, vedo poi che capovolgi non riduttivamente, bensì geometricamente il rapporto tra l'io ed il corpo.


Infatti è una grande stupidaggine affermare che il corpo abbia bisogno di un io per esistere e fungere. Lasciando perdere l'intero mondo animale puramente istintuale, è proprio privandoci del nostro "io" che il nostro corpo realizza la funzione sovrana per la quale è stato costruito : la riproduzione.



Infatti per riprodursi occorre eiaculare, aspetto che si realizza fisiologicamente attraverso un orgasmo, orgasmo il quale consiste - psichicamente - nella temporanea perdita di controllo del sè. Tra l'altro ed infatti quella dell'orgasmo secondo me è l'UNICA CIRCOSTANZA POSSIBILE in cui si possa SMETTERE DI PENSARE.


Io in tutti gli altri momenti della mia esistenza non sono mai stato capace di non pensare. Sono meravigliato che tu invece lo dia per possibile ! Saluti.
#1378
Tematiche Filosofiche / Re:Oltre Cartesio
08 Dicembre 2020, 13:06:29 PM
Salve Paul11: Citandoti : "Ma che cosa sia mai l'IO? Cosa sarà mai la coscienza? Cosa sarai mai la psiche?".

Mah, facciamo che siano puri concetti immateriali. I concetti son quelle cose che, pur esistendo, non sono materialmente generati (causati) e neppure materialmente generanti (quindi sono privi di effetti materiali).
Essi sono immaterialmente generati ed immaterialmente generanti. Nel senso che costituiscono una realtà (perchè esistono) programmante (perchè io, coscienza e psiche generano -programmandoli senza direttamente realizzarli - gli effetti materiali che sarà poi invece il nostro corpo materiale a realizzare).

Naturalmente la loro immaterialità è tale poichè basata non sulla materia, bensì sul suo complemento, cioè l'energia, ente notoriamente non-materiale.

In definitiva, diciamo che io, coscienza e psiche non sono altro che la forma (l'insieme delle relazioni energetiche, poste ciascuna al suo proprio livello) delle energie che fanno vivere la nostra materialità corporale. Saluti.
#1379
Tematiche Spirituali / Re:Spiritualità atea
07 Dicembre 2020, 21:39:59 PM
Salve Socrate78. Piccoli infortuni dovuti alla tua smisurata foga religiosa.

Prima affermi ".............un amore perfetto, totalmente disinteressato e assoluto come quello di Dio, che va al di là della nostra limitata comprensione e portata".......dando per scontata l'imperscrutabilità dei disegni (ovviamente sempre amorevoli, quindi includenti anche le nascite di bimbi deformi etc.)........................



......................poi quindi inserisci : " Infatti il socialismo reale, ateo per definizione, ne ha commessi di crimini giustificati in nome della "causa" del comunismo, tutto il male derivava proprio dall'ateismo che negava all'uomo la dignità spirituale e nello stesso tempo con superbia riteneva che si potesse stabilire senza Dio che cos'era giusto e che cosa invece sbagliato.".........dando per scontato l'opposto, cioè che solo ascoltando la volontà (che diventa ora scrutabilissima) di Dio si può discernere il giusto dallo sbagliato.
Tutto questo all'interno della solita minestra riscaldata circa la congenita perversione morale dell'ateismo. Salutoni
#1380
Salve Socrate78. Sempre il solito problema. Come si fa a rispondere che si trova o non si trova del vero nella dottrina della reincarnazione........................se prima non ci mettiamo d'accordo.............reincarnazione di che ??.

Dell'anima, dici tu. Dello spirito, dirà qualcun altro. Del prana, diranno altri ancora...........del grana (padano) diranno i caseifici padani............del parmigiano reggiano, diranno caseifici emiliani--------------------


In ogni caso si dovebbe trattare di veder reincarnato qualcosa di non carnaceo, cioè qualcosa di separabile, "smontabile", dal corpo. Tieni poi presente che la reincarnazione, per chi vi crede, coinvolge sia la condizione umana che quella animale.

Quindi si dovrebbe reincarnare non la memoria proveniente dagli stadi precedenti (la quale manca nei reincarnati), non l'anima (o pensi che anche lombrichi e pipistrelli possiedano un'anima ?), non lo spirito (entità che,fuor dalle distillerie, nessuno riesce a definire in maniera soddisfacente), non la ragione (questa sì che sarebbe un distillato del materialismo).................insomma.............tu od altri cosa SERIAMENTE proponete che si reincarni ?


D'altra parte il chiedersi il perchè delle cose senza avere chiaro in cosa consistano le cose.....rappresenta comportamento tipico dei fanciulli, beati loro !. Saluti.