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Messaggi - Jacopus

#1366
Bob. Perchè dici questo? Kant ammetto di non averlo letto direttamente, ma ho letto diversi saggi su di lui e mi sono fatto un'idea approssimativa della sua filosofia. Quindi dire che non si sa niente è eccessivo. Temo invece che sia tu a non sapere niente a proposito degli sviluppi della neurobiologia e delle neuroscienze che stanno dando molte risposte "fondate" a domande filosofiche, a cui nel passato si rispondeva attraverso la ricerca della tradizione, dell'autorità dello studioso e così via. Per carità, vuoi seguire il tuo intuito o un'altra corrente di pensiero. Nessuno te lo vieta ed anzi sei il benvenuto. Ma evita questo tono "aristocraticamente desolato". Non siamo in una aula universitaria e non siamo neppure ordinari di filosofia pratica alla Normale.
#1367
Secondo me Kant va letto come rappresentante (massimo) del suo tempo. Senza questa necessaria storicizzazione, inevitabilmente incappa in qualche lacuna. Se Kant nascesse oggi, siamo tutti d'accordo, nel credere che la sua filosofia sarebbe diversa.
Credere che un senso morale sia innato penso che sia corretto e nasce dalla stessa struttura del nostro cervello, che è cablato anche, sulla "cura" dei nostri simili. Precisamente sulla cura della nostra "tribù" o "clan". Il cervello umano si è allenato per centinaia di migliaia di anni in questo senso. Le affermazioni di Kant hanno solo 200 anni. La lotta è impari, ma Kant evidentemente, pur ignorando la neurobiologia, aveva fiutato
l'affare.
Però anche gli anti-Kantiani hanno ragioni da vendere, perché se addestrassimo (magari affidandoci agli efficienti gesuiti) l'umanità ad essere gentile, mansueta, responsabile e magari timorata di Dio e con la certezza di avere un senso morale originario (o un peccato), tutto ciò, nell'arco di 4-5 generazioni si avvererebbe. E si potrebbe, ovviamente, avverare anche il contrario, addestrando alla guerra, all'odio razziale, all'omicidio rituale.
Collegandomi all'altra discussione, anche l'esaltazione del pensiero e delle abilità individuali, contrapposte a quelle collettive, è una forma di addestramento culturale, che una volta acquisito, determina l'impronta di una certa società.
Restano, a far da barriera ai nostri peggiori istinti/costruzioni culturali, quegli stati affettivi neurobiologici, uno dei quali, appunto, è la "cura" dei familiari, tribù, clan. La scommessa di molta filosofia, a partire dal cristianesimo è stata ed è, quella di allargare l'utenza della "cura" a tutta l'umanità, superando i confini tribali, che inevitabilmente, memori biologicamente, delle nostre guerre contro i Neanderthal e le fiere paleolitiche, ancora ci portiamo appresso.
Però, Quello che in realtà, si può osservare oggi è un fenomeno ancora diverso, ovvero lo sradicamento dell'individuo dalla sua tribù originaria, senza che abbia fatto ingresso in una ipotetica tribù universale. La solitudine egoistica, finalizzata al consumo è pronta per essere usata dalle Corporations.
#1368
La dialettica uno/tutti è sottesa a questa discussione. In realtà anche quando penso nella mia cella monastica sono collegato agli altri, se non altro perché penso in una certa lingua, che condiziona inevitabilmente il mio pensare. Credere ad una identità "individuale" continua ad essere un grande sforzo dell'Occidente, ma poggiare il piede sull'acceleratore "individuo", oggi, ci potrebbe portare velocemente verso la catastrofe. Altri tipi di catastrofe, del resto, sono attivate se si spinge troppo il tasto "collettivo". Ogni periodo storico tende a privilegiare l'uno o l'altro fattore, perché entrambe privilegiano rapporti di potere facili da gestire. Conciliare individuo e collettività implica invece un sforzo verso una complessità sociale maggiore e verso una grande rivoluzione della stessa struttura sociale. In ogni caso non possiamo nulla, in quanto "individui massificati". Nello stesso momento in cui proclamiamo di non far parte del gregge, ci entriamo subito ed iniziamo anche a mangiare dalla greppia. Il vero individuo non massificato oggi, in Occidente, è quello che riconosce di avere un debito, anche identitario, con gli altri. Piuttosto che di "in-dividui", bisognerebbe parlare oggi di "di-vidui".
Questo discorso, a sua volta, si riflette sulla distinzione etica/morale, che ha comunque un suo senso. Se non vi fossero state intuizioni personali, seppur limitate, la moral/etica, sarebbe stata sempre la stessa. Le nostre differenze, in quanto soggetti singoli mette in moto non solo la dinamica biologica evoluzionistica ma anche la dinamica antropologica delle idee. Fatto sta che oggi, la vulgata generale fa passare per etica individuale ciò che in realtà è un'etica collettiva e ciò per soddisfare gli appetiti del moloch industriale/capitalistico che ci sovrasta e che fra poco sarà annientato dalle sue stesse logiche. Annientamento rispetto al quale credo che ormai qualsiasi rivoluzione culturale è impotente, visto che il mutamento climatico non farà sconti a nessuno e nessuno vuole davvero intervenire "moralmente" (nel senso di Viator) in questa direzione.
#1369
Tematiche Spirituali / Re: Il senso di existere
19 Maggio 2022, 10:46:39 AM
Citazione di: bobmax il 19 Maggio 2022, 10:37:58 AMTommaso d'Aquino può ben rappresentare la pietra tombale della speculazione metafisica della Chiesa.
Apoditticamente e assiomaticamente: "meglio tardi che mai".
#1370
Tematiche Spirituali / Re: Il senso di existere
19 Maggio 2022, 09:58:55 AM
Il bene interiore nasce dagli stati affettivi originari, che sono la nostra preistoria neurobiologica. Fra di essi uno dei più importanti è lo stato affettivo della cura per i nostri familiari, che ha uno scopo filogenetico chiaro, essendo la nostra una specie prosociale e cooperativa. Questa è la prima pietra fondamentale, al di fuori dei discorsi filosofici successivi, e direi, come punto iniziale di ogni discorso filosofico successivo.
Già da questo discorso è possibile riscontrare come physis e metaphysis debbano sempre dialogare. Una condizione della conoscenza già scoperta dagli antichi greci, e che i più recenti cristiani hanno tentato di farci dimenticare, almeno fino a Tommaso d'Acquino.
#1371
Tematiche Spirituali / Re: L'assurdità del tutto
18 Maggio 2022, 20:08:29 PM
Viator. C'è una differenza sostanziale. Ad esempio tu proponi idee, teorie, deduzioni personali e spesso infondate, assurde e pacchiane, ma non assurgi mai al ruolo di portatore della verità. Anzi spesso sei auto ironico e nella tua sigla affermi che non c'è nessuna verità. Tanto mi basta. Ed altrettanto mi basta per individuare chi, se dotato di potere, ne abuserebbe per ridurre al silenzio ogni voce dissidente. Bisogna quindi lasciar parlare anche coloro che, se potessero, ti ridurrebbero in un mucchietto di cenere? Bisogna essere tolleranti con gli intolleranti? Con chi cerca proseliti, perche sicuro di essere dalla parte del giusto? Io preferisco stare dalla parte degli ingiusti, degli sbagliati, di quelli che sono insicuri e non sanno difendersi, come un famoso profeta, tra l'altro.
Ho assistito curioso agli interventi di hope&faith, perché ad un certo punto si è creata una simpatica reazione da parte di alcuni habitué del forum, ma una regola del forum è quella di vietare, giustamente, discussioni o interventi finalizzati al proselitismo. Se vuole hope&faith può suonare ai campanelli la domenica mattina.
#1372
Tematiche Spirituali / Re: L'assurdità del tutto
18 Maggio 2022, 18:55:53 PM
Io invece plaudo all'intervento di Inverno e ad ogni atto di blasfemia. Dio, se esiste non si offende di certo ed anzi ride con noi. La blasfemia ha fatto versare quintali di litri di sangue umano e lo fa versare tuttora in altre parti del mondo. Fortunatamente la borghesia, pur con tutti i problemi che ha portato con sè, ci ha liberato qui in Occidente, da questo modo di pensare, e badi bene, hope&faith, io rispetto nel massimo grado chi crede e ritengo le religioni un grande tesoro prezioso della storia umana. Ma proprio la storia mi ha insegnato a diffidare dai portatori di verità, che pensano al bene della mia anima, mentre il mio corpo brucia sul rogo. Se esiste un tale Dio, "I prefer not".
#1373
Tematiche Spirituali / Re: L'assurdità del tutto
18 Maggio 2022, 18:21:27 PM
Citazione di: hope&faith il 18 Maggio 2022, 18:10:18 PMCiao viator...è un semplice nome non ha importanza...conta il messaggio, perciò mi rivolgo a chiunque. Ma ho visto che c'è parecchia confusione purtroppo, ed è un peccato  :-[
Non è confusione hope&faith. Io la chiamerei libertà di espressione. Si crea un effetto "torre di Babele", che però è preferibile all'effetto "Torquemada" di chi pensa di avere l'appannaggio dell'unica verità, da applicare obtorto collo, anche ai dissidenti. È a causa di persone come lei che l'umanità è stata a lungo immersa nella più completa ignoranza. Ma anche lei ha ancora tempo per ravvedersi. Si legga saggi e libri non biblici e potrà così liberarsi da una schiavitú così opprimente. Noi l'accoglieremo come un prezioso figliol prodigo, dopo che ovviamente, avrà fatto pubblica autocritica rispetto alle sue "confuse" idee precedenti.
#1374
Tematiche Spirituali / Re: L'assurdità del tutto
18 Maggio 2022, 00:27:24 AM
Citazionee che  meno della metà riesce a comprendere la dialettica di Ipazia fra l'altro
La dialettica di Ipazia a me sembra molto comprensibile in realtà, spesso anche condivisibile. Almeno quando non tira fuori il suo famoso cavallo di battaglia, la mitica "covidemia". :))
#1375
Tematiche Spirituali / Re: Il senso di existere
14 Maggio 2022, 21:25:22 PM
Sono molto d'accordo con quanto scrivi. Un tema che riecheggia quanto scrisse molti decenni fa, E. Fromm. Ho spesso l'impressione che questo attuale sistema debba comunque combattere ogni voce a favore dell'esistenza, a meno che quelle voci non siano le voci oranti che profetizzano un mondo nuovo alla fine dei tempi. Come dire: oggi accumuliamo, scanniamoci per cose futili ed inutili. Domani, in un Altrove, finalmente esisteremo. Paradossalmente, oggi che esistiamo veniamo sollecitati a non esistere, mentre domani, quando non esisteremo, siamo indotti a credere che esisteremo.
#1376
Attualità / Re: I sostenitori di Putin
13 Maggio 2022, 22:29:22 PM
Viator, Ethos in greco antico a me risulta che abbia lo stesso significato di mores. Evitare il mitragliamento, come tu lo chiami, è assurdo. Pensi per caso che Picasso non fosse in grado di replicare le Madonne di Leonardo? Per essere creativi, bisogna prima studiare e tanto. Oppure si può cercare anche di essere creativi ma con umiltà.
#1377
Attualità / Re: I sostenitori di Putin
12 Maggio 2022, 20:54:42 PM
Nuovo OT. L'Occidente come realtà culturale, a mio sindacabile parere, esiste eccome ed è fondato su alcune radici che si sono diffuse in tutta l'Europa e in seguito in parte del mondo colonizzato dagli europei. Le radici sono il pensiero filosofico greco, il pensiero giuridico romano e il pensiero religioso ebraico/evangelico. Da queste radici siamo giunti alla consapevolezza dell'uomo in grado di scrivere la propria storia, all'indagine sulla natura a partire dall'osservazione e non più dalla tradizione, alla distinzione netta fra potere terreno e potere religioso, alla tutela della libertà di espressione come valore fondante e creativo dell'umanità. Certo l'Occidente è un variopinto aggregato di culture, può essere strumentalizzato dalla potenza egemone, ma è anche un forte collante, in virtù del quale ci sentiamo al fianco dei francesi e degli spagnoli piuttosto che degli indiani. Senza per questo dover considerare gli indiani o i russi dei nemici. L'occidente è uno dei tanti aspetti della nostra identità di italiani. Ad esempio ognuno di noi è contemporaneamente, romano, italiano, europeo, occidentale e infine cittadino del mondo. Ogni identità ha le sue caratteristiche ed in qualche modo arricchisce e sviluppa le altre. Ciò che non si dovrebbe fare è l'assumere la propria identità occidentale come superiore, il che però è cosa differente dal dire che "L'Occidente è solo una espressione geografica".
#1378
Attualità / Re: I sostenitori di Putin
12 Maggio 2022, 18:32:49 PM
Un intervento OT che mi sembra però doveroso. Nessun popolo, nazione o cultura può essere ridotto a definizioni  come assenza di valori, o amore per i valori dittatoriali. I russi se non sbaglio sono 195 milioni. Difficile rappresentarli come un unico monolite, privo di valori, osannante Putin  e che magari beve vodka e alleva orsi nella dacia. Gli stereotipi sono una forma sottile di soft-war, di cui noi italiani siamo spesso vittime, in quanto tutti mafiosi, suonatori di mandolino e forti mangiatori di spaghetti, oltre che latin lover, infidi e vigliacchi. Almeno in questo forum mi piacerebbe evitare questa stereotipizzazione. Il che non vuol dire che non vi siano dei comportamenti ricorrenti in certe popolazioni, ma quella ricorsività non deve mai essere considerata totalizzante.
#1379
Tematiche Filosofiche / Re: Esiste il male assoluto?
11 Maggio 2022, 21:23:48 PM
Rifletto a voce alta. La morte è il male in quel campo che possiamo definire "malattia", a cui possiamo aggiungere tutti i mali "naturali". Ma l'aver colto la mela della conoscenza del bene e del male è ben altra cosa rispetto a pensare alla morte come al male o al male assoluto. Il male che danna la terra è il male che nasce dalla stessa civiltà, portatrice di male e di bene contemporaneamente. La lotta fra queste due componenti della civiltà furono chiamate da Freud, Eros e Thanatos ( che era effettivamente il Dio della morte) e lo stesso Freud chiuse il suo saggio sull'argomento in forma dubitativa, su quale delle due fazioni avrebbe, in futuro, potuto vincere. E quel dubbio, in fondo, è una scommessa aperta e senza un percorso designato sulla capacità dell'uomo di forgiare il proprio destino, senza lasciarsi andare nè ai pronostici metafisici della religione, nè a quelli altrettanto metafisici della genetica. Pur considerando allo stesso tempo, di estrema importanza sia gli uni che gli altri. Bisogna continuare, sostanzialmente, a sperare che vi sia un "fantasma nella macchina".
#1380
Tematiche Filosofiche / Re: Esiste il male assoluto?
09 Maggio 2022, 21:47:20 PM
@Bob. D. Tratta molte cose e una di queste è il nichilismo. Un'altra è il male assoluto, che è sempre male dell'uomo sull'uomo, ma il male imperdonabile, secondo D. è il male dell'uomo sul bambino. Poco prima di raccontare la storia del grande inquisitore, Ivan racconta un raccapricciante episodio di protervia di un nobile nei confronti del figlio di uno dei suoi servi. È quello il momento che scatena la discussione fra Alioscia ed Ivan e che culminerà nel racconto dell'Inquisitore. Perché Dio rende possibile quel male assoluto? L'oltraggio dell'uomo sul bambino. È quella la prova per Ivan di affrontare il problema della teodicea. Quel male è così terribile da non poter aspettare la fine dei tempi per essere riparato. L'occidente non è altro che questo: la ricerca di una teodicea prima della fine dei tempi. Una teodicea terrena. E cosa c'è di più terreno del ritorno di Gesù, in una giornata qualunque a Siviglia? A quel ritorno, a quella teodicea, divina ed umana allo stesso tempo, si oppone il grande Inquisitore, che diverrà qualche secolo dopo, il grande Fratello. Per quanto possa essere azzardata, coltivo l'idea che il ritratto fortemente negativo del grande Inquisitore è il riflesso di un bisogno di superamento della religiosità come istituzione, come struttura che pietrifica le coscienze. Un illuminista senza ragione strumentale, questa è la grandezza di Dostoevskij. Un illuminista che cova nel suo cuore un rifugio anti/illuminista, che non serve altro che come pharmakon allo stesso illuminismo. La teodicea dell'apocalisse e quindi della tradizione, viene così ritratta da D., come un puntello della servitù dell'uomo sull'uomo, a sua volta connessa alla violenza del male assoluto dell'uomo sul bambino, che perpetua la violenza e l'asservimento. La teodicea del l'illuminismo a sua volta, viene rigettata, perché razionale, geometrica, uguale, positiva, scientifica, non libertaria e quindi anch'essa violenta. La via impervia scelta da D. è quella della fratellanza e dell'amore, ma di una fratellanza e di un amore non ingenuo, ma profondamente venato di rabbia, di odio, di compassione. Se solo avessimo avuto 10.000 Dostoevskij, invece di uno solo, l'umanità sarebbe oggi diversa.