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Messaggi - Carlo Pierini

#1381
Citazione di: InVerno il 17 Agosto 2017, 08:41:32 AM
Citazione di: Jean il 16 Agosto 2017, 21:17:49 PMNaturalmente ci son quelli per i quali gli spifferi che entrano dalla finestra non son il vento all'esterno
Un innecessaria generalizzazione, puoi tranquillamente rivolgerti a me. Delle pochissime righe che ho messo in questo topic ne posso tracciare a ritroso almeno una decina di versioni diverse che ho creduto vere in passato, non ho alcuna pretesa di essere portatore di verità assolute, anzi provo una certa sofferenza nel distillare in parole ciò che penso e devo trattenermi dall'editare compulsivamente concetti che sono instabili nella mia mente ben prima che diventino esclamazione. Ma è necessario seppur doloroso, se il ferro non incontra l'incudine esso non prende forma, e di fabbri che battono il ferro sull'acqua e sugli spifferi non troverai l'ombra. Tu ci vedi uno "schieramento", io ci vedo un servizio, quello di essere incudine per il ferro degli altri, sperando che gli altri contraccambieranno essendo incudine per il mio anzichè scoraggiarsi per quanto batte forte il martello.
Bella metafora, mi piace! Peccato che finché riterrai che né tu né nessun altro possa maneggiare verità assolute, ci saranno solo martelli e ferri di debole spugna in cui nessuno forgia nessuno. Debole spugna, com'è debole il pensiero relativista. Solo le verità solide sono in grado di forgiare qualcosa. Altrimenti, fuor di metafora, si fanno solo chiacchiere ...aeriformi!
#1382
Citazione di: Angelo Cannata il 17 Agosto 2017, 15:43:49 PM@Carlo Pierini
Hai preso di mira il criterio di falsificabilità di Popper, ma ciò che in realtà hai preso in considerazione è il criterio di verificabilità, tant'è vero che ti sei riferito a "osservazioni che la supportano". Un esempio può aiutare a capire la differenza; mi viene da ricordare quello che ci fece il professore di critica quando studiavo teologia: se lascio andare il gessetto ed esso cade sul pavimento, potrei sostenere che esso è caduto sul pavimento perché esiste uno spiritello che, ogni volta che lascio libero il gessetto, lo prende e lo porta al pavimento. Il criterio di verificabilità cerca i fatti che supportano la mia teoria: i fatti ci sono, poiché il gessetto, effettivamente, tutte le volte che lo lascio libero, va a finire a terra. Il criterio di falsificabilità non cerca fatti che supportano la teoria, ma fatti che la dimostrino falsa. Cioè: esistono esperimenti in grado di demolire questa teoria?
Oppure si potrebbe dire così: cosa dovrebbe succedere per dimostrare che la mia teoria sullo spiritello è falsa? Se a queste domande non si trova risposta, ecco che la teoria è stata dimostrata non falsificabile, quindi scientificamente inaccettabile, nonostante esistano fatti che la supportano. Si provi ad applicare questo criterio alle affermazioni di Evola: esistono esperimenti con cui si possa dimostrare che ciò che egli dice è falso? Oppure: cosa dovrebbe succedere per dimostrare che ciò che egli dice è falso? Quale evento potrebbe dimostrare la falsità delle affermazioni di Evola? Se a queste domande non si trova risposta, allora le affermazioni di Evola non possono essere considerate scientifiche.

Infatti volevo mostrarti che Popper ha solo rovesciato un calzino per poi dire di aver inventato il calzino rovesciato.
Per farti capire quanto inutile sia la sua "trovata", ti invito ad applicare il suo principio di falsificabilità al ...suo principio di falsificabilità. Esistono esperimenti in grado di demolirlo? La risposta è: "NO". E cosa ricaviamo di utile da questa constatazione? Sicuramente, che la sua teoria non è scientifica. Ma il fatto che essa non sia scientifica cosa ci dice sulla sua validità? Assolutamente nulla, perché pur essendo non-scientifica, pretende di essere pienamente valida!
Ora mettiamo a confronto la teoria di Popper con quella di Evola. Nessuna delle due è scientifica perché non esistono esperimenti scientifici che potrebbero dimostrare la loro falsità. Ma mentre la teoria di Evola - che deriva induttivamente da un gran numero di osservazioni storiche convergenti - può essere attaccata dimostrando (o mostrando) che quelle osservazioni sono false, o distorte o non-congrue, alla teoria di Popper, invece, manca ogni possibilità di essere smentita: si tratta di una elucubrazione allo stato puro che si può sottoscrivere esclusivamente attraverso un atto di fede.
...Ma allora, perché tu dài più credito a quella di Popper che a quella di Evola quando, invece, a rigor di logica dovresti fare il contrario? Io la risposta credo di averla: perché il materialismo è una fede pura, priva di ogni fondamento osservativo, ma ricorre a qualunque inganno di tipo pseudo-filosofico per dare di sé un'apparenza (falsa) di razionalità e di scientificità nella lotta contro i propri oppositori.
#1383
Citazione di: acquario69 il 17 Agosto 2017, 07:07:00 AM
CitazioneNaturalmente, per "verità assoluta" non intendo la somma di tutte le verità possibili su un un determinato oggetto, ma semplicemente la corrispondenza tra ...le chiacchiere e i fatti, tra un enunciato e gli eventi osservati che lo riguardano

Ma le chiacchiere e gli eventi osservati fanno sempre parte della stessa realtà relativa in divenire, quindi di per se stessi non possono essere assoluti...
e in quel caso e' pur sempre una corrispondenza (relativa come sopra) che riguarda appunto i fenomeni sensibili e sarebbe come se si prendesse in esame solo il suo riflesso.

Da ultimo voglio solo aggiungere, come mi suggerisce il titolo di questo argomento, che da un tale punto di vista, almeno seconda la mia impressione, e' che la visione scientifica del mondo (come lo e' della scienza attuale) non si differenzi poi cosi tanto da una fede di tipo materialista

Intanto vorrei ribadire che una informazione (una affermazione) riguardante un oggetto, per essere vera, NON deve coincidere necessariamente con la somma di tutte le informazioni possibili su quell'oggetto, poiché "ab-solutus" non ha niente a che vedere con questa "onniscienza" che gli viene attribuita erroneamente (soprattutto dai relativisti col fine di pescare nel torbido).
In altre parole, il tuo discorso del "divenire" (che secondo te, e anche secondo l'eracliteo "panta rei", vanificherebbe ogni assoluto) DECADE, se la verità che enuncio non comprende la totalità del tempo, ma si riferisce all'oggi o a una frazione più o meno limitata del tempo. In soldoni, se affermo: <<stamattina il cielo era sereno >> (specificando la data e il luogo), ho detto una verità assoluta perché il mio enunciato è "ab-soluto", cioè sciolto dalla possibilità di essere contraddetto, quantunque stasera o domani dovesse piovere o nevicare. Quindi è la corrispondenza tra *il contenuto dell'enunciato* e i fatti ciò che determina l'assolutezza di una verità, non la sua arbitraria estensione al passato e al futuro. Analogamente, se dicessi: <<la Terra gira e sempre girerà intorno al Sole>> avrei espresso una verità relativa, perché tra un'ora la Terra potrebbe essere colpita da un astro vagante ed espulsa dal sistema solare. Ma se dico semplicemente che essa <<gira>> - sottintendendo: <<fino a questo momento>>, ho fissato una verità assoluta che rimarrà tale in eterno.
Riguardo al resto, invece, la scienza propriamente intesa (la somma delle verità assolute fin qui acquisite, da Archimede in poi) non ha niente a che vedere col materialismo, perché tra queste verità non ne esiste *nemmeno una* che dimostri che la totalità degli eventi possibili (compresi gli eventi spirituali: sogni, pensiero, comportamento etico-religioso, visioni mistiche, ecc.) possa essere spiegata sulla SOLA base di interazioni tra gli elementi della materia-energia.
Sono stato abbastanza chiaro?
#1384
Citazione di: paul11 il 17 Agosto 2017, 13:38:36 PM
Scrivere che Gesù non è storico è dire una fesseria! Non lo dico da credente, ma semplicemente perchè almeno due storici lo descrivono, ci sono personaggi e collocazioni storiche ,come la famosa "vasca" descritta nel Vangelo ancora esistente, ci sono folle, popolazioni che lo incontrano.

Quali sarebbero questi due storici che hanno visto di persona Gesù trasformare l'acqua in vino, camminare sulle acque, moltiplicare pani e pesci, guarire la cecità con lo sputo e gli "handicappati" con le parole, resuscitare Lazzaro, morire in croce e poi salire in cielo vestito solo con le bende mortuarie?
Senti cosa dice uno storico serio sull'esistenza di Gesù:

" Che cos'è Gesù? Un'immensità, o un punto impercettibile. L'antitesi è completa, a seconda che lo si consideri nella mente degli uomini o nella realtà storica. Nella mente degli uomini, nel mondo ideale, Gesù è incommensurabile. [...] Nell'ordine dei fatti nudi, Gesù è un infinitamente piccolo. La storia positiva non giunge ad afferrarlo".    [P.L. COUCHOUD: Il mistero di Gesù - pg.13]

"All'occhio dello storico le cose concernenti Gesù appartengono alla storia delle idee, non a quella dei fatti. [...] La storia di Gesù è una rappresentazione collettiva di natura sacra. Sotto questo aspetto è un oggetto di studio esaltato, una delle cose più grandi della storia universale. Le concezioni di questo ordine sono connesse col reale mediante un lato simbolico e profondo. Esse traducono certe relazioni oscure dell'universo con l'umanità, che le concezioni razionali sono impotenti ad esprimere. Ma sarebbe ingenuo pensare ch'esse si congiungano necessariamente a qualche fatto reale. Se così fosse [...] Osiris dovrebbe essere stato un antico faraone, Attis un pastore fra i pastori di Frigia, Adone un cacciatore cananeo, Demeter una contadina egea, Mithra un principe persiano. Credere che l'umanità sarebbe stata incapace di concepire un Dio Gesù se prima non fosse esistito un individuo di nome Gesù, è dubitar fuor di proposito del sovrano genio creatore della religione. [...]
Al contrario, [...] l'esistenza dell'individuo Gesù, se fosse provata, toglierebbe al cristianesimo il suo carattere propriamente religioso. La commemorazione iperbolica di un gran morto può a mala pena essere chiamata una religione. Il divino è un mondo a parte. Avrete un bel sublimare un uomo, non ne farete un vero Dio".   [P.L. COUCHOUD: Il mistero di Gesù - pp.91-92]

"La più antica e la migliore testimonianza che noi abbiamo, quella di san Paolo, fa pensare che in origine Gesù non fu un uomo, ma un essere spirituale, uno spirito che si manifestava ai suoi fedeli con visioni, poteri miracolosi.
Se io ho ragione, all'origine del cristianesimo si trova non una biografia individuale, ma un'esperienza mistica collettiva, che rafforzava una storia divina misticamente rivelata".   [P.L. COUCHOUD: Il mistero di Gesù - pg.99]

"Che cosa diventa Gesù nell'Apocalisse di Giovanni? Egli si allontana ancora dalla terra; astro fra gli astri, si fissa nel cielo stellato. Lontano dai personaggi della storia umana, egli si fa posto tra gli animali simbolici dello zodiaco e gli esseri fantastici di cui l'astrologia popolava le zone del cielo.
Noi assistiamo alla sua nascita. Essa ha luogo in pieno cielo. La madre di Gesù è una Donna celeste, una dea vestita di sole, coronata di stelle, in cui si riconosce la Vergine dello zodiaco [...]
«Un gran segno fu visto in cielo: una Donna vestita di sole, con la luna sotto i piedi e sulla testa una corona di dodici stelle: essa è incinta, essa grida di dolore, nello spasimo della procreazione» (Michea, IV, 10)». [...]
«Essa procreò un figlio, un maschio (Isaia LXVI,7) che percoterà tutti i popoli con un bastone di ferro (Salmo II, 9). Suo figlio fu trasportato presso Dio, presso il Trono di Dio (Apoc. XII, 1-5)»".  [P.L. COUCHOUD: Il mistero di Gesù - pp.126-127]

"Il primo che trattò un Vangelo, quello di Luca, come una scrittura sacra, Marcione, vi trovava un Gesù spirituale, non un Gesù di carne ed ossa. Contro il suo pensiero, Gesù fu reso storico all'estremo, e Marcione fu condannato. Egli aveva ragione. Coloro che lo condannarono resero più fitta l'oscurità delle origini cristiane e la resero impenetrabile".              [P.L. COUCHOUD: Il mistero di Gesù - pg.153]

"È dunque probabile che precisamente all'inizio del secondo secolo si sia avuta l'idea, in certe comunità, di mettere la storia misteriosa di Gesù in un semplice racconto e di presentarla come storicamente avvenuta. Questo sviluppo era nella natura delle cose. Una storia divina assume facilmente le forme di una storia ordinaria".    [P.L. COUCHOUD: Il mistero di Gesù - pg.133]

"Abbandoniamo il Gesù della fede, [...] lasciamo la sua immagine risplendente. Cerchiamo l'originale, ciò che fu effettivamente egli stesso, fra la realtà della sua epoca e del suo paese. [...] Essa non è né lunga né complicata. Consiste nell'esaminare e nel pesare giustamente un piccolo numero di dati, incerti o negativi.
Un uomo avrebbe potuto fornire alcune informazioni su Gesù. Egli non lo fece. È il giudeo Giuseppe Flavio, autore prolisso, ben informato sui suoi compatrioti, il solo storico giunto fino a noi che racconti con qualche particolare ciò che avvenne in Giudea durante la prima metà del primo secolo. Egli non parlò di Gesù. Già anticamente il fatto parve penoso, e mani cristiane aggiunsero al testo di Giuseppe (Antiquitates, libro XVIII, 63 e ss.) ciò che si sarebbe desiderato leggervi. [*Nota: Il passo su Gesù  è una interpolazione evidente, ammessa dai critici più conservatori].
Esse furono padrone di farlo: quando, dopo la rovina della nazione ebraica, gli ebrei si ripiegarono sulla loro «Tora» e sulla loro «Michna» ebraiche, abbandonarono tutta la letteratura giudaica di lingua greca. Furono i cristiani che conservarono, per esempio, quel grazioso romanzo magico di Tobia, composto in greco da qualche giudeo di Alessandria, o quella «Sapienza di Salomone» che, volendo conciliare Mosè e Platone, li guasta invece l'uno per mezzo dell'altro.
Essi salvarono anche certi scritti di circostanza che erano chiamati apocalissi, cioè rivelazioni sugli ultimi giorni del mondo (che si supponevano prossimi), opuscoli di cui il libro di Daniele aveva dato il modello, come il «Testamento dei dodici Patriarchi», i due libri di Enoch, le due apocalissi di Baruch, il «Quarto libro di Esdra». Lo fecero arricchendone molti di aggiunte, talvolta più importanti che il testo principale. L'«Ascensione di Isaia» è una lunga appendice a un brano di agiografia ebraica. La grande Apocalisse di Giovanni è edificata sulle rovine ancora visibili di una apocalisse ebrea dei tempi di Nerone.
Giuseppe Flavio nelle loro mani non doveva rimanere intatto.
In due delle sue opere egli avrebbe potuto o dovuto parlare di Gesù. Anzitutto nel secondo libro della «Guerra giudaica» che, in 44 capitoli, espone gli avvenimenti notevoli verificatisi in Giudea dalla morte di Erode il grande (anno 4 A.C.) fino allo scoppio della rivolta contro Roma (anno 66), particolarmente gli urti che si produssero fra giudei e romani sotto i procuratori. La storia di Gesù avrebbe trovato il suo posto segnato in questa cornice. Noi possediamo il testo greco dell'opera che, a credere l'autore (Vita, 65), fu copiato dall'imperatore Tito, di propria mano, e pubblicato per ordine imperiale. Nessuna menzione vi è fatta di Gesù. Ma esistette una recensione cristiana, oggi perduta, conosciuta soltanto in grazia di una antica traduzione in russo arcaico. In otto passi erano aggiunti lunghi brani su Gesù. Essi sono curiosi e meritano di essere studiati a lato dei vangeli apocrifi. Sono impregnati di teologia cristiana e non hanno nulla a che fare col racconto di Giuseppe. [...]
Nel capitolo terzo del libro XVIII della sua «Storia Antica dei giudei» sono raccontate le sventure sopportate dai giudei sotto Tiberio. Ivi è inserita, senza collegamento col testo, una maldestra interpolazione, fra le crudeltà del procuratore Ponzio Pilato contro i giudei di Palestina e l'esilio dei Giudei da Roma ordinato da Tiberio.
Ecco come essa si presenta. L'autore finisce il racconto della crudele repressione di una rivolta a Gerusalemme:
«...Assaliti inermi da uomini ben armati, molti perirono sul posto, gli altri fuggirono feriti. Così finì la rivolta.
E venne verso quel tempo Gesù, uomo saggio, se pure lo si può dire uomo. Egli operò azioni meravigliose, istruì persone che di buon animo ricevevano la verità e attirò a sé molti giudei, e molti anche del mondo greco. Egli fu il Messia (ó Kristós). Quando, denunciato da coloro che erano i primi presso di noi, fu da Pilato condannato alla croce, quelli che dapprima lo avevano amato non cessarono di amarlo. Egli apparve loro, il terzo giorno, di nuovo vivente. E i profeti divini avevano predetto ciò e diecimila altre meraviglie sul suo conto. Ancor oggi sussiste la setta dei Cristiani (Kristianoi) che da lui presero nome.
Nel medesimo tempo un'altra terribile sciagura colpiva gli ebrei... ecc.».
Giammai stoffa di riporto fu cucita con filo più bianco! Il seguito naturale del racconto va dalla sommossa di Gerusalemme, così duramente repressa, all'altro colpo terribile piombato sui giudei, l'invio in Sardegna di 4000 giudei romani. Ciò che è detto di Gesù appartiene ad un altro ordine di idee. Traspare in quel brano la fede cristiana più ardente, la fraseologia cristiana più tipica. [...] Se Giuseppe Flavio avesse scritto questo, sarebbe stato cristiano e avrebbe fatto professione pubblica di cristianesimo; la sua opera intera sarebbe altra da quello che è. L'interpolazione è candida e sfrontata.
Essa fu citata nel IV secolo da Eusebio di Cesarea (Historia ecclesiastica, 1ª, 11). Sembra che nessun apologista anteriore l'abbia letta o ne abbia avuto sentore.
Origene, nel III secolo, concede che Giuseppe «...sebbene non creda a Gesù come Messia» (Contra Celsum, 1, 47) si avvicini talora alla verità. Dice questo a proposito di un'altra interpolazione che noi non leggiamo nei nostri esemplari. Evidentemente egli non leggeva nel suo quella in cui Giuseppe è ritenuto confessare arditamente che «...è Gesù che fu il Messia», in contraddizione con se stesso, poichè altrove egli dice che il Messia fu Vespasiano (De bello judaico, VI, 5, 4)".   [P.L. COUCHOUD: Il mistero di Gesù - pp.16/20]

"Giuseppe Flavio non disse niente di Gesù. La nostra migliore probabilità di essere informati è perduta [...]. Il principale documento storico è muto. Giusto di Tiberiade, un rivale di Giuseppe Flavio come militare e come storico, nato nel presunto paese di Gesù, scrisse egli pure una «Guerra giudaica» e una Cronaca dei re ebrei» da Mosè ad Agrippa II; le due opere sono perdute. Fozio leggeva ancora la seconda nel IX secolo e si stupiva di non trovarci nulla su Gesù (Biblioth., cod.33)". [P.L. COUCHOUD: Il mistero di Gesù - pg.21]
#1385
Citazione di: Angelo Cannata il 17 Agosto 2017, 09:34:41 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 17 Agosto 2017, 03:50:04 AM
Ti invito a riflettere su quanto, sinteticamente, scrive J. Evola:

"Esistono delle realtà d'un ordine superiore, archetipico, variamente adombrate dal simbolo o dal mito.
Non è che una cosa diventa esistente perché lo dice Evola, altrimenti facciamo di questo Evola un Dio come quello della Genesi, a cui basta dire "Sia la luce!" e la luce esiste per il semplice fatto che l'ha detto lui.

Non lo dice solo Evola, ma qualunque storico delle religioni che conosca sufficientemente la propria materia e il proprio dominio di ricerca, sia in estensione che in profondità. Non si tratta, cioè, di affermazioni fideistiche, o di ipotesi pre-giudiziali, ma di conclusioni sintetiche a-posteriori fondate sull'osservazione comparata di una grande varietà/quantità di simbolismi, in perfetta conformità con lo spirito scientifico (metodo osservativo-induttivo).
Al contrario, è il giudizio che dai tu su tali conclusioni ad essere fideistico, pre-giudiziale, perché evidentemente non conosci abbastanza né il lavoro di Evola né quello degli altri studiosi che sono pervenuti alle stesse o ad analoghe sintesi conclusive.

ANGELO
Una testimonianza forte del metodo scientifico che ho descritto è stata portata dal criterio della falsificabilità di Karl Popper. Il suo principio, sebbene non sia perfetto o infallibile, orienta verso il negativo: quando si fa un'ipotesi, la prima cosa che ci si deve chiedere è se esistono modi per demolirla; se non ne esistono, allora essa è da scartare in partenza. Vale solo ciò che è demolibile! Anche qui possiamo tener presente che un'ipotesi non falsificabile oggi potrebbe esserlo domani. Ma ciò che conta è lo sforzo, l'atteggiamento: per giungere a risultati seri è necessario essere proprio cattivi, aggressivi contro le proprie stesse ipotesi.

CARLO
Il concetto di falsificabilità di Popper è "...quella cosa con la quale o senza la quale il mondo rimane tale e quale", cioè una ovvia banalità gonfiata al rango di principio.
Affermare, infatti, che "tutte le teorie scientifiche devono essere falsificabili", è solo una conseguenza logica del fatto banalmente ovvio che QUALUNQUE teoria - o generalizzazione - (scientifica o extrascientifica che sia) DEVE fondarsi su osservazioni che la supportano, altrimenti non è una teoria, ma una possibilità campata per aria, una affermazione incontrollabile, una fede, ...e che dunque tale teoria sarà sicuramente falsa se queste osservazioni che la supportano saranno dimostrate false. Una vera e propria scoperta dell'acqua calda!

ANGELO
Forse mi si potrebbe chiedere se io adesso sono disposto ad attaccare violentemente ciò che io stesso ho appena detto. Sì, lo sono, sono già dell'opinione di aver detto solo delle fantasie della mia mente. Ma anche qualsiasi alternativa a ciò che ho detto non potrà sottrarsi al sospetto di essere pura fantasia. E anche il sospettare può essere sospettato di non valere niente.

CARLO
...La seconda che hai detto: "...anche il sospettare può essere sospettato di non valere". Soprattutto quando tali sospetti nascono da una conoscenza troppo scarsa di ciò di cui si sospetta. Anche il sospetto (o il dubbio) deve essere supportato da validi indizi fondati sull'osservazione dei fatti; altrimenti vige il "principio di innocenza": dici la verità finché non ho validi motivi per dubitarne.
#1386
Citazione di: acquario69 il 16 Agosto 2017, 06:44:56 AM
Condivido anch'io le cose dette da donquixote e in linea di massima da davintro

Carlo Pierini
Da un altra parte scrivi:
CitazioneLa scienza, cioè, è la Regina "parvenue" della favola di Biancaneve: fin quando si specchia nella Materia si sente - a ragione - "la più bella del reame", ma da un certo momento in poi sente che il suo titolo di Miss-Conoscenza è minacciato da una fanciulla, lei sì di stirpe regale, la Metafisica-

e del resto per Metafisica, dovendone dare in qualche maniera una definizione (forzata poiché non sarebbe nemmeno de-finibile,ma solo per provare ad intuirne il senso) significa proprio al di la della fisica..al di la quindi di tutta la manifestazione, del divenire e perciò al di la del tempo e dello spazio
Non capisco. Fin qui sono d'accordo, ma non hai terminato il discorso. Cosa vuoi dire?
#1387
Citazione di: Angelo Cannata il 16 Agosto 2017, 19:35:21 PM
Forse può essere utile tener presenti alcuni criteri per muoversi in queste questioni.

La Bibbia racconta fatti riconosciuti come storici (basti pensare all'esistenza storica del popolo di Israele o dei Babilonesi), insieme a fatti non riconosciuti come tali. 
Ti invito a riflettere su quanto, sinteticamente, scrive J. Evola:

"Esistono delle realtà d'un ordine superiore, archetipico, variamente adombrate dal simbolo o dal mito. Può accadere che nella storia determinate strutture o personalità vadano, in una certa misura, ad incarnare tali realtà. Storia e superstoria allora interferiscono e finiscono con l'integrarsi a vicenda, e a quei personaggi e a quelle strutture la fantasia può trasferire istintivamente i tratti del mito appunto in base al fatto che, in un certo modo, la realtà è divenuta simbolica e il simbolo è divenuto realtà. Di fronte a tali casi, l'interpretazione « evemeristica » capovolge del tutto i veri rapporti. In essi è il « mito » che costituisce l'elemento primario e che dovrebbe servire da punto di partenza, mentre la figura storica o il dato storico ne è solo una espressione, contingente e condizionata rispetto a quell'ordine superiore".    [J. EVOLA: Il mistero del Graal - pg.16] 
#1388
Tematiche Spirituali / Re:L'archetipo della Trinità
17 Agosto 2017, 03:26:08 AM
Citazione di: lorenzo il 16 Agosto 2017, 15:29:51 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 15 Agosto 2017, 15:51:15 PMAggiungo solo che le chiese di tutto il mondo sono piene di immagini simili a queste:
https://amarevignola.files.wordpress.com/2016/07/n_pittore-it_1540-1560-15giu2016-248.jpg
https://pbs.twimg.com/media/Cs8k9f9WYAAfEmB.jpg:large
Proprio piene non direi, forse una volta
Citazione"L'immagine del Cristo con tre teste provviste di tre colli, risulta essere una delle uniche due superstiti in Italia e la quarta in Europa. Delle altre, sicuramente molto numerose, si è persa traccia sotto strati di intonaco o cancellature censorie per volere di Papa Urbano VIII. Nel 1628, infatti, il Pontefice vietò il modo di dipingere la Trinità mediante la figura di Cristo con tre teste."
http://www.acam.it/cristo-tricefalo-santa-maria-delle-schiacciaie-provincia-grosseto/
Però, più che rappresentare il Cristo, esse rappresentano la Trinità
Citazione"Altre immagini trinitarie, però poco diffuse in quanto osteggiate dalla Chiesa, a partire da papa Bonifacio VIII e dal Concilio di Trento, sono tre identiche figure maschili o un corpo con tre teste, sempre maschili, ma in alcuni rari casi anche femminili. "
http://www.vivereilpalazzo.it/index.php?url=./attivita_monte_ghiffa.php
Citazione"Un filone iconografico che andò affermandosi a partire dal XII secolo e che ebbe una larga diffusione in ambito centroeuropeo, prevedeva la rappresentazione della Trinità come figura umana costituita da un solo corpo e da tre teste, oppure, secondo una soluzione preferita in Italia, da una testa con tre volti, il cosiddetto vultus trifrons."
http://www.stilearte.it/uno-e-trino/
Vorrei ricordarti che, per la Chiesa, la Trinità è contemplata essenzialmente come mistero. Pertanto, credo non esistano motivi esegetici per osteggiare una rappresentazione tricefala per un simbolo "trivalente", quanto motivi di opportunità estetica e di buon gusto: una figura come questa è piuttosto inquietante: rasenta la mostruosità. Molto più rasserenanti sono invece figure come questa:

https://4.bp.blogspot.com/-J6xXe_61Ayg/V0DapXi04XI/AAAAAAAAAm4/g0Zr9kUActM9HLg19xM2SoZTc4JUj90EACLcB/s640/SS.Trinit%25C3%25A0%2B%2528Andrej%2BRublev%2529%2B%2528118x146%2529.JPG

...oppure, per restare all'interno della variante "canonica" di significato, senza troppi "scossoni", figure come questa:

https://1.bp.blogspot.com/-1EynEljiIko/WZTwR6ZnrjI/AAAAAAAAAG8/ehJnWP7ukJsJOG-Z6J6hXYysSDRuFA50gCLcBGAs/s1600/trinit%25C3%25A0%2Bclassica.jpg
#1389
Citazione di: InVerno il 16 Agosto 2017, 20:49:53 PM
E' un dogma cattolico, non è che la pluralità di opinioni conti molto, deve essere preso per vero punto e basta, a quale livello, si potrebbe indagare. Vero o no che sia storicamente o allegoricamente, io ho solo detto che dire "in cielo" rimanda a una cosmologia tolemaica quando da li a poco il primo satellite sarebbe andato in orbita, se non si coglie l'ironia (che non è una critica "al peggio" altrimenti si potrebbe prendere ben altro) la cosa finisce li.

Jung scrive qualcosa di simile, ma anche qualcosa di più di quanto da te sottolineato:

"La proclamazione del dogma [Assunzione della Beata Vergine, nel 1950] è sopraggiunta in un tempo in cui le conquiste della scienza e della tecnica, unite a una concezione razionalistica e materialistica, minacciano di distruzione violenta i beni psichici e spirituali dell'umanità. [...] Come la madre di Dio è stata affrancata da tutte le proprietà essenziali della natura materiale, cosí la materia è stata a sua volta completamente svuotata dell'anima, e ciò in un'epoca in cui la fisica stessa arriva a intuizioni che se proprio non "smaterializzano" la materia, la ritengono tuttavia dotata di qualità, rendendo quindi improrogabile il problema dei suoi rapporti con la psiche. Come il possente sviluppo delle scienze naturali aveva in un primo tempo condotto a una precipitosa detronizzazione dello spirito e a un'altrettanto sconsiderata deificazione della materia, così è lo stesso impulso alla conoscenza scientifica che oggi si appresta a gettare un ponte sul gigantesco abisso apertosi tra le due concezioni del mondo. La psicologia tende a vedere nel dogma dell'Assunzione un simbolo che, in un certo senso, anticipa lo sviluppo indicato. [...] Se dunque una figura condizionata da quest'archetipo viene rappresentata come accolta in cielo, nel regno cioè dello spirito, ciò sta a indicare un'unificazione tra terra e cielo, tra materia e spirito. [...] L'unificazione dei principi opposti e separati riuscirà certamente a farsi strada".  [JUNG: Archetipi e inconscio collettivo - pg.106/107]
#1390
Citazione di: InVerno il 16 Agosto 2017, 18:57:31 PM
Già nell'anno 1100 Ugo di San Vittore separava il significato letterale\storico da quello allegorico, e non vorrei sbagliarmi ma si tratta di una questione che già si protraeva da tempo (prima invece di quattro, i livelli esegetici erano tre, forse già nel 300 dc? non ricordo, qualcuno più esperto di me può confermare).
Certo, sono stati separati, ma nel senso della distinzione-giustapposizione dei due significati (storico e allegorico-simbolico), non nel senso della negazione di un Cristo storico il cui corpo è asceso al cielo ...con tutte le scarpe e senza farsi nemmeno una doccia!  :)
Tant'è che l'adesione incondizionata al dogma della "resurrezione della carne" continua ad essere una conditio-sine-qua-non per essere considerati dei cattolici in piena regola.

INVERNO
Che poi per il cristiano medio e la ecclesia tutto questo sia rimasto lettera morta e poco fa si sia festeggiata l'assunzione di maria "In cielo" in pieno spirito tolemaico è tutto un altro paio di maniche..

CARLO
Anche l'Assunzione di Maria, se non intesa nel suo significato letterale (la salita al cielo del corpo materiale della Vergine) ha un significato simbolico di grande rilevanza: quello della trasformazione della Trinità Divina in una Quaternità che accoglie in sé ANCHE  la Materia ("materia" deriva da "Mater") e quindi l'elemento femminile.

https://1.bp.blogspot.com/-zbmZqzs6qXU/WZThncJ8BOI/AAAAAAAAAGs/k4m9Y7hcouMjCr5y62ry2H3GxaSxYwnEQCLcBGAs/s1600/Quaternit%25C3%25A0%2Balchemica.jpg


"Secondo ogni apparenza, la proclamazione del dogma dell'Assunzione di Maria (1950) venne motivata principalmente dal bisogno religioso delle masse cattoliche. Ma dietro al dogma si affaccia il numen archetipico della divinità femminile, che nel 431, al Concilio di Efeso, fece per la prima volta conoscere imperiosamente la sua pretesa al titolo di Theotokos (Genitrice di Dio), in contrasto con il semplice attributo di Antropotokos (Genitrice dell'uomo) accordatole dal razionalismo nestoriano.
L'assunzione in cielo del corpo della Vergine è stata da sempre enfatizzata come evento storico e concreto. E' per tale motivo che anche gli alchimisti si servivano delle rappresentazioni di questo mistero per adombrare nel loro Opus la glorificazione della materia (Fig. 235)". [JUNG: Mysterium coniunctionis - pg.178]
#1391
Tematiche Spirituali / Re:L'archetipo della Trinità
17 Agosto 2017, 01:37:24 AM
Citazione di: Phil il 16 Agosto 2017, 17:46:47 PM
@Carlo
Propongo un appunto metodologico (da valutare): più consideriamo gli elementi di una prospettiva (religiosa, filosofica o altro) in modo generico e vago, più si apriranno agevolmente la porte a una comparazione ad ampio raggio, tanto allettante quanto approssimativa... non a caso, più ci si addentra nella comprensione di una prospettiva, più si incontrano peculiarità che invece la distinguono dalle altre (di solito).

Se mai, è vero il contrario. Gli studi compiuti nel campo della mitologia comparata in questi ultimi ottant'anni hanno portato alla luce dei validissimi motivi per credere che i simboli sacri dell'intera tradizione religiosa dell'umanità costituiscono un UNICO linguaggio, (a parte  quella componente umana che è implicita nel "fenomeno ispirazione"; componente umana che, tuttavia, è possibile gradualmente individuare e isolare). ...Un unico linguaggio ed un'unica grande "immagine" totalizzante (la cosiddetta "Philosophia Perennis") di cui i simbolismi particolari delle diverse tradizioni disseminate nel tempo e nello spazio geografico rappresentano altrettante espressioni o angolature diverse più o meno parziali.
Questo significa che, così come la comprensione di un testo sconosciuto di cui possediamo solo dei frammenti sparsi qua e là per il mondo ha bisogno di una attenta analisi comparata di quei frammenti, per comprendere quell'unica "grande immagine" abbiamo bisogno del concorso del maggior numero possibile di quelle "angolature diverse" che sono le diverse simbologie. Oppure, per comprendere l'aspetto oscuro e misterioso di certi simbolismi-mitologemi specifici, c'è bisogno di mettere questi a confronto con il maggior numero possibile di simbolismi analoghi che trattano quel medesimo aspetto.
Insomma, non sto dicendo niente di nuovo o di trascendentale: gli esegeti di ogni religione fanno questo da millenni, se pur ciascuno nel ristretto ambito della propria tradizione; mentre gli studiosi moderni più validi  di storia comparata (Eliade, Evola, Guénon, Williamson, Zolla, Alleau, Hillman, M.L. von Franz, ecc.) hanno semplicemente esteso la medesima logica all'intera tradizione sacra.
Del resto, se Dio parla ai profeti dei Vangeli, perché non dovrebbe parlare, col medesimo linguaggio (enigmatico), ai profeti e ai poeti di ogni parte del mondo?
Scrive Eliade:

"Si vede già che i diversi significati di un simbolo sono concatenati, sono solidali tra loro come in un sistema; le contraddizioni che è  possibile individuare tra le diverse versioni particolari, il più delle volte sono solo apparenti e si risolvono non appena si considera il simbolismo nel suo insieme, non appena se ne mette in luce la struttura. Ogni nuova messa in valore di un'immagine archetipa corona e consuma quelle antiche. Per esempio: la «salvezza» rivelata dalla Croce non annulla i valori pre-cristiani dell'Albero del Mondo, simbolo della "renovatio" integrale per eccellenza; al contrario la Croce costituisce il coronamento di tutte le altre valenze e significati".  [M.ELIADE: Immagini e simboli - pp.145-46]  

PHIL
Se non erro, l'analisi comparativa ha visto la luce in un momento storico in cui la conoscenza del diverso (orientale, soprattutto) era appena abbozzata, le traduzioni dei testi erano magari ancora incerte e tutto veniva letto alla luce delle propria cultura di partenza (basti considerare come Hegel "snobbasse" il pensiero orientale...). Oggi è invece possibile focalizzare bene più le differenze che i generici denominatori comuni di una filosofia "perennis"; il che non svaluta certo l'evidente riscontro di archetipi interculturali, affinità teoretiche e contaminazioni varie.

CARLO
Sono estremamente preziose sia le differenze sia quei "denominatori comuni" che, a partire da Jung (anzi, da Platone), i ricercatori di cui sopra chiamano "archetipi". Perché sono proprio le parti differenti di un simbolismo che spesso illuminano e chiariscono i punti oscuri di un altro simbolismo.

PHIL
Quasi inevitabilmente per identificare ciò che è "ignoto" e ci si impone come "nuovo", partiamo da ciò che ci è già noto e gli assomiglia; poi, può comunque seguire un momento più analitico, in cui ci si emancipa dalla prospettiva "viziata" dal background culturale da cui si è partiti, per meglio calarsi nel profondo della prospettiva altra, spogliandosi (momentaneamente) della propria.

CARLO
Bravo!  :)  Hai detto in modo elegante ciò che io ho detto sopra alquanto grezzamente.

PHIL
Mi ha colpito per audacia questo accostamento di "tre tripartizioni"
Citazione di: Carlo Pierini il 15 Agosto 2017, 18:30:19 PM
Sulla Trinità cristiana in particolare non ho fatto alcuno studio specifico, ma dopo anni di riflessione e di applicazioni del Principio di complementarità degli opposti [...] ho annotato numerosissimi aspetti fondamentali strutturali di "trinitarietà". A partire dal più appariscente: "tesi-antitesi-sintesi" (Yin-Yang-Tao).
Vengono accostati, se ho ben inteso, la trinità cristiana (teologia), la triade hegeliana (filosofia della storia) e una anomala "triangolazione" taoista (ontologia, ma non solo) di cui probabilmente nemmeno i taoisti erano consapevoli (nel senso che, correggimi se sbaglio, Yin e Yang non sono sullo stesso "piano" del Tao, ma sono principi "ermeneutici" che da esso derivano... che poi si rivelano solo una chiave di lettura del cosmo che è il Tao come via, etc.).

CARLO
...E si possono accostare *legittimamente* ad essi anche il Caduceo alchemico...
http://2.bp.blogspot.com/-fetIeRqQ7mg/UinqA-DLVdI/AAAAAAAAAR8/MqQjxQgJ1os/s1600/50+CADUCEO,+FROBEN.JPG

...con uno dei suoi equivalenti:
http://1.bp.blogspot.com/-u_-pDdUHZys/Ugy0TJriFsI/AAAAAAAAAHs/_L1D-9P3X6Y/s1600/Alchimia+7.jpg

...la variante Yoga (complementarità di Ida e Pingala nel "Fiore di Loto"):
http://2.bp.blogspot.com/-fTPDbyzlVIo/UYFerD5-qSI/AAAAAAAAAGI/VgWKXGaajcQ/s1600/Caduceo+Kundalini.jpg

...lo Stemma Pontificio...
https://3.bp.blogspot.com/-ktCH3xgM9QI/V_omQiOn_4I/AAAAAAAAAnQ/KHjqfFi8zUUFmRXoBNmnM6AZVAFChJBvACLcB/s1600/12%2BChiavi%2Bstemma%2Bpapale%2B2.png

...e anche il Principio di Complementarità degli Opposti che ho elaborato in questi ultimi 20 anni fino a sintetizzare le sue regole fondamentali (cosa, questa, che Hegel ...si dimenticò di fare! )  :)

PHIL
Al di là del criterio del numero "tre", ogni "terzetto" ha (per quanto ne so) più differenze che affinità con l'altro; bisogna dunque distinguere la compilazione di un "inventario ragionato" rispetto al ragionare con ciò che c'è nell'inventario  ;)

CARLO
Le differenze non contraddicono le affinità, ma le arricchiscono, le potenziano, se estendi l'analisi comparata mediante opportune triangolazioni tra diversi simbolismi. Avremo l'occasione, spero, di vedere insieme in che modo.

PHIL
Alcune tue citazioni sono comunque, almeno per me, una stimolante fonte di spunti, ad esempio non sapevo ci fossero raffigurazioni cristiane "tricefale".

CARLO
...Come queste?:

http://1.bp.blogspot.com/-vyTPa5mZnGg/UkGdVYawXgI/AAAAAAAAAS8/NLlpPRDIrMk/s1600/55+Cristo+Trinit%C3%A0,+1770.jpg

http://4.bp.blogspot.com/-x3MZ6qg407M/Uhkx88mMIxI/AAAAAAAAAMI/k-vpqG6KX9o/s1600/22+Cristo+Trinit%C3%A0,+Jer%C3%B3nimo+C%C3%B3sida.jpg

http://4.bp.blogspot.com/-W7E7gEyEmh4/TiiT7uyrZII/AAAAAAAAI38/tsV_avEu_mE/s1600/manip_20110710_cava+032.jpg

https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTyj5ZqDunz_JrfhtY8tRImaAttOBtG--GN3QIqBzzux3HHkx3x

http://www.luigiaccattoli.it/blog/wp-content/uploads/2015/08/Schermata-2015-08-11-alle-22.23.31-e1439324802515.png

Ho un po' esagerato nel dire che "le chiese di tutto il mondo ne sono piene" (forse per colpa della mia scarsa frequentazione delle chiese?). Ed, effettivamente, se fossi un prete, io preferirei ornare la mia chiesa con immagini meno inquietanti della Trinità, magari come queste:

https://4.bp.blogspot.com/-J6xXe_61Ayg/V0DapXi04XI/AAAAAAAAAm4/g0Zr9kUActM9HLg19xM2SoZTc4JUj90EACLcB/s640/SS.Trinit%25C3%25A0%2B%2528Andrej%2BRublev%2529%2B%2528118x146%2529.JPG

http://scrittoridiscrittura.it/wp-content/uploads/2017/06/ameno.png

http://www.assembleadiyahushua.it/wp-content/uploads/2013/06/TRINIT%C3%A0-PAGANA-PAGANESIMO-TRE-IN-UNO-CRISTO-CRISTI-GES%C3%B9.jpg

Ma ciò non toglie che il Cristo tricefalo sia una delle possibili  *legittime* e *simbolicamente coerenti* espressioni plastiche della Trinità.
#1392
Tematiche Spirituali / Re:L'archetipo della Trinità
16 Agosto 2017, 19:21:10 PM
Citazione di: lorenzo il 16 Agosto 2017, 14:46:04 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 15 Agosto 2017, 01:52:18 AMsono proprio i teologi cristiani ad affermare che Cristo è "vero uomo e vero Dio" oltre che "intermediario" tra Dio e l'uomo. Per cui: Uomo + Dio + Intermediario = 3.  Cioè, Cristo (uno) è anche trino. E questo è uno dei possibili legittimi significati del concetto di "uni-trinitarietà" di Cristo. Dov'è lo scandalo?
Aggiungo alla risposta di Angelo (avendo anche altre n caratteristiche, Cristo potrebbe anche essere enesimo) che pure Carlo è trino.
Infatti; è figlio di suo padre, è amico di ..Pasquale, Gaspare, Gustavo o chi vuoi tu, scrive sul forum.
Argomentazione sofistica.
- Questo cane è tuo?
- Sì.
- Questo cane è padre?
- Sì.
- Quindi è tuo.. padre.
Cosa sai di simbologia?
#1393
Citazione di: sgiombo il 14 Agosto 2017, 18:50:15 PM
Carissimo Carlo Pierini (scusa se mi permetto questa familiarità), ho letto con immenso interesse e piacere le tue citazioni da Eccles e le tue considerazioni di filosofia della mente (e di neurologia).

Sono peraltro in totale disaccordo versi i per me irrazionalisti Jung ed Eliade.

Ho dettagliate obiezioni da opporre a alla tua "pars construens" (e altre per Altamarea), mentre concordo pressocchépienamente con la "pars destruens" che ritengo giustamente e correttamente critica verso il monismo materialistico.
Purtroppo (,ma per altri versi pe fortuna!) sono in ferie lontano da casa e malissimo collegato con Internet.
Prego te in particolare ed Altamarea di pazientare fino ai primi di Settembre, allorché vi manderò le mie obiezioni.
Spero comunque che intervengano anche altri su questo intervento per me del massimo interesse, e in particolare Epicurus che conosco telematicamente da ancor èprima del "vecchio forum" di Riflessioni e col quale in anni ormai ontani ho avuto interessantissime, accanite discussioni in proposito su un sito da lui allora gestito (anche s sembra che ora gli interessino soprattutto la logica e i suoi paradossi, spero che pure lui intervenga anche in questa discussione).

A
presto!
Va bene, restiamo in attesa!  :)
...Ma se dài degli irrazionilisti a Jung ed Eliade, vuol dire che non li conosci a sufficienza. Cos'hai letto di loro?
#1394
Citazione di: davintro il 15 Agosto 2017, 22:35:18 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 15 Agosto 2017, 21:32:23 PM
Citazione di: davintro il 15 Agosto 2017, 17:29:58 PMQuesta, come al solito, è un'estremizzazione di stampo relativista. Vattimo ha colpito ancora! :) La scienza è pervenuta a centinaia di verità definitive e ha cancellato altrettante superstizioni, sebbene sia vero che NON TUTTE le verità scientifiche siano assolute e definitive. Il colossale progresso scientifico-tecnologico dell'ultimo secolo e mezzo non si è costruito su opinioni soggettive (sulle opinioni non si costruisce alcun progresso conoscitivo-tecnologico), ma su verità accertate, definitive, assolute. Naturalmente, per "verità assoluta" non intendo la somma di tutte le verità possibili su un un determinato oggetto, ma semplicemente la corrispondenza tra ...le chiacchiere e i fatti, tra un enunciato e gli eventi osservati che lo riguardano; una corrispondenza che tuttavia sia - come suggerisce il termine "ab-solutus" (ab-solvere = sciogliere da-, liberare da) - "liberata da"-lla possibilità di essere contraddetta o smentita. 

Fondare la validità razionale dei risultati sulla base dell'induzione dall'osservazione empirica porta all'impossibilità della certezze definitive, in quanto l'immagine della realtà fondata sull'esperienza resta limitata alla contingenza spazio-temporale, 

Non è sempre così, sai? Quando abbiamo scoperto che la Terra non è piatta, ma rotonda, e poi lo abbiamo verificato con foto satellitari, siamo giunti a una verità assoluta e definiva. E così pure quando abbiamo scoperto che la Terra gira intorno al Sole e non viceversa. E altrettanto quando abbiamo scoperto che il sangue circola nell'organismo pompato dal cuore, smentendo la credenza nella sua staticità. E così anche quando abbiamo appurato che il fuoco non è una sostanza chiamata "flogisto" ma una reazione chimica. E poi quando abbiamo capito che i fulmini sono fenomeni elettrostatici e non sbocchi d'ira di Giove. ...E potrei continuare per pagine e pagine di altri esempi...!
Per cui facciamola finita, please, con questa leggenda metropolitana disfattista secondo cui non esiste alcuna verità assoluta e la scienza non è niente di più che una filosofia. Prima di affermare cose così gravi, cerchiamo un supporto osservativo nella storia della cultura, e se l'osservazione ci smentisce (come in questo caso) cancelliamo questi slogan ormai fritti e rifritti dal nostro orizzonte. Questa è scienza!
#1395
Citazione di: Amphitrite il 13 Agosto 2017, 18:17:37 PM
CitazioneMa trovo comunque inaccettabile il suo (di Paolo) disprezzo  della corporalità, la sua idea di "crocefissione della carne" sull'altare dello Spirito.
"Disprezzo" è troppo da dire, secondo me. Chiamiamola solo un'umiltà mischiata con una  "trauma" del passato.
Per ciò che riguarda la "crocifissione della carne", ti allego qui un'icona:



Se ingrandisci l'immagine, riuscirai a vedere come il monaco crocifigge il suo corpo (qui si intende come vizio e peccato, e non il corpo materiale) per raggiungere il Sacro. A lui possiamo associare la continua "lotta" spirituale per raggiungere l'illuminazione da parte dei seguaci buddisti, che abbandonano il loro vecchio essere e rinunciano ad ogni desiderio umano.
Come vedi, il Diavolo prova in tutti i modi a far scendere il monaco (ossia il fedele) dalla croce (croce - una volta strumento di morte ora è un simbolo di ascensione spirituale. La croce, inoltre, può essere considerata anche metafora della nostra vita che dobbiamo "portare" ogni giorno).
Le frecce e le lance sono simboli dei vizi e peccati che travolgono l'anima umana. Nel frattempo, Dio segue l'intera scena, a braccia aperte - segno che Egli è pronto a raccogliere l'anima giusta.

Capisco cosa vuoi dire e in linea generale sono d'accordo con te. Ma il problema è che spesso scambiamo per male un bene naturale che lo spirito NON PUO' respingere o disprezzare, ma solo accettare amorevolmente e poi gradualmente plasmare e armonizzare con le  "istanze superiori" dello spirito. E uno di questi beni materiali è proprio la sessualità. Per questo, termini come "respingere", "reprimere", "rinunciare", "combattere", ecc. vanno presi con le pinze: perché se hanno una valenza di disprezzo, di avversione, di svalutazione (come nei "sermoni" di Giona2068),  non li vincerai mai, ma, anzi, ne rimarrai interiormente irretita, e la tua lotta spirituale produrrà pochi frutti o si tradurrà in un vero e proprio fallimento. Scrive Jung:

"Non dobbiamo mai dimenticare le nostre premesse storiche: solo da poco più di mille anni siamo andati a cadere dai rozzi principi del politeismo in una religione orientale evolutissima, che ha elevato lo spirito immaginoso del semiselvaggio a un'altezza non corrispondente al livello del suo sviluppo spirituale. Per mantenersi in un modo o in un altro a tale altezza, era inevitabile che si dovesse rimuovere largamente la sfera degli istinti. Per questo la pratica religiosa e la morale assumono un carattere decisamente violento, anzi, quasi maligno. Gli istinti rimossi non si evolvono in maniera naturale, ma continuano a vegetare nell'inconscio sotto forma della barbarie primigenia. Cosicché, noi vorremmo raggiungere le vette di una religione filosofica, ma in realtà non ne siamo capaci. Tutt'alpiù possiamo "crescere" fin lassù".  [JUNG: Il segreto del fiore d'oro - pg.56]